Scene spirituali nell’aldilà
Ricevute in visione da Max
Seltmann
Libretto XXV
La Patria ritrovata
Il cammino spirituale di una giovane cieca
nell’aldilà, dove essa insegna ai fratelli bisognosi a crescere nell’amore
L’immagine è di Monia Marzotto: dipinto ad olio su pannello "La
bambina con il cestino"
Traduzione dal libretto originale in lingua
tedesca dal titolo: ‘Heimgefunden’
Copyright
© by Lorber Verlag
Copyright
© by Associazione Jakob Lorber
1a edizione in lingua
italiana a cura del gruppo: Amici della nuova Luce
Traduzione di Ingrid Wunderlich e Antonino Izzo – 2013
Cap. 1 Liberata dal terreno
Cap. 2 Irruzione nella Vita
Cap. 3 Struggimento per il Redentore
Cap. 4 Incontro alla Vita
Cap. 5 Gioia nel servire
Cap. 6 Libertà nel servizio dell’amore
Cap. 7 Quietata è finalmente ogni brama
Cap. 8 Nuovi compiti
– nuove Beatitudini
Cap. 9 Amore senza
fine
Cap. 10 Vita
nell’amore
Cap. 11 Presso gli
smarriti
Cap. 12 Pronta per
nuovi compiti
Cap. 13 Ogni inizio è
difficile
Cap. 14 Missione
felicemente compiuta
Cap. 15 Preparazione
per l’Opera di redenzione
Cap. 16 Nell’inferno
Cap. 17 Magnifico
successo
Cap. 18 La crescente
conoscenza
Cap. 19 Una festa
nello Spirito di Gesù
Cap. 20 L’amore non
finisce mai
Cap. 21 Il grande
prodigio dell’Amore
Cap. 22 Senza amore
nessuna riuscita
Cap. 23 Sguardi nel
mondo interiore
Cap. 24 Finalmente
ancorata saldamente
Cap. 25 Di
beatitudine in beatitudine
Cap. 26 Nella provata
fornace incandescente
Cap. 27 Salvati
mediante l’amore
Cap. 28 Il mondo
senza amore
Cap. 29 L’amore
indesiderato
Cap. 30 Sapienza
senza amore
Cap. 31 Superare
tutto tramite l’amore
Cap. 32 La Patria
ritrovata
Gesù il
Signore e Padre santo
Hanny la
giovane chiamata anche Hanna e Johanna
Helene nonna
di Hanny
Martha una
sorella di servizio
Madre un’insegnante
Madre Anna un
angelo guida
Padre Hendrick un
angelo guida
Lisa, Christa, Rosel,
Lena, Dora le
custodi nella casa dell’Amore
Gotthold abitanti
di un mondo
Heinrich abitanti
di un mondo
Johann abitanti
di un mondo
Friedewald e Hulda abitanti di una casa
Liebegott uno
spirito amico di padre Hendrick
Gregor uno
spirito recuperato
Emil uno
spirito maturo
Anton, Robert e Maria anime recuperate
Paul, Frida e Ida anime recuperate
Bruno e Marien gli abitanti di una casa
Christian e Auguste abitanti di un’altra casa
Gotthard un
angelo
Lorenz, Meinhard
e Dietrich tre
anime amiche recuperate
Josafa un
vecchio sacerdote
Johann e Minna abitanti di una casa
۞
Questa figlioletta di cui narra la storia (Hanny,
chiamata anche Hanna e Johanna), nacque nell’anno 1918. Più tardi ci si accorse
che era cieca. A due anni subì un’operazione chirurgica a Lipsia, per la qual
ragione le fu donata un po’ di luce. L’anno seguente, per una disattenzione,
subì una forte scottatura al petto e fu a lungo tra la vita e la morte. Come
segno, le rimase sul petto una cicatrice da ustione che rappresentava una
grande croce.
L’anno dopo precipitò dal secondo piano
della casa dove abitava, ma non le successe nulla; fu trovata che giocava in
giardino.
Poi si ferì l’occhio con una forchetta,
ma dopo tre giorni guarì di nuovo. Ora fu anche evidente che nello spirito non
fosse normale, nonostante le sue grandi facoltà. Danzava come la migliore
ballerina e per la musica aveva una poderosa memoria. Talvolta ripeteva
cantando una melodia, sentita solo una volta, ancora dopo mesi e anni, ma nel
suo modo di parlare, che estranei non potevano comprendere. Dopo la sua
sterilizzazione[1], che doveva essere eseguita secondo la
legge di allora, perse tutte queste facoltà. Anzi, da quel momento si svolse in
lei un cambiamento che peggiorò le sue condizioni a suo svantaggio, così che
più tardi dovette essere ricoverata in un sanatorio, dove poi morì all’età di
21 anni.
۞
Liberata
dal terreno
Ritrovarsi
nell’aldilà senza rendersene conto, e avere l’aiuto della nonna – Hanny è
accompagnata da altre ragazze-spiriti, che stanno nel suo stesso piano-asilo,
per incominciare il cammino spirituale
1. Hanny
si risveglia in uno stupendo giardino, si guarda intorno, allora una voce dice:
2. “Non temere, piccola Hanny, io sono con te, non ti
spaventare, ora non ti può accadere più nulla, sei libera dal terreno, libera
dalla tua sofferenza”.
3. “Libera? Ma dove mi trovo, posso vedere proprio
bene! Adesso vedo anche te. Chi sei tu? Dov’è la sorella Lina?”.
4. “Sei da me, da tua nonna, Lina non può venire qua,
perché tu sei morta”.
5. “Morta? Morta! Posso andare a casa, da mamma e
papà?”.
6. “No, Hanny, non ancora, devi prima essere
totalmente libera dal tuo corpo malato, ti devi affidare a me e non avere più
paura, perché gli uomini non ti potranno più far nulla. Io ti porto da buone e
care sorelle che ti vorranno bene. Là dimenticherai il tuo dolore e tutte le
tue sofferenze, poiché il tuo corpo malato è rimasto sulla Terra”.
7. “Sì, ma da nessuna sorella, preferisco andare a
casa da mamma e papà, sarò obbediente”.
8. “Oggi non ancora, piccola Hanny, forse domani;
vieni, ti porto da buone sorelle, le dovrai avere ben care”.
9. “Riceverò là anche abbastanza da mangiare, e non
soffrirò il freddo?”.
10. “Puoi mangiare quanto vuoi, e là c’è sempre un bel
caldo, là nessuno soffre il freddo”.
11. “Allora posso anche andare a trovare papà?”.
12. “Figliola, tu ora sei piena di trepidazione e
piena di paura; sei libera da tutto il terreno e dovrai entrare nel Regno della
beatitudine. Abbracciami forte, tienimi stretta così; ora la mia preghiera è
stata esaudita, posso portarti via in un’esistenza meravigliosa”.
13. Hanny tiene abbracciata la nonna, dopo alcuni
minuti questa dice: “Ecco, mia Hanny, siamo qui, dove potrai salire i primi
gradini che faranno di te una libera figlia”.
14. Una giovane sorella prende in consegna Hanny, e
dice: “Ti chiami Hanny? Sei cordialmente la benvenuta! Non guardarmi così piena
di paura, io ti vorrò molto bene”.
15. La nonna accompagna le due, che si dirigono verso
una bella casetta, dove dimorano ancora molte ragazze della stessa età.
16. La sorella dice: “Vi porto qui un timido
uccellino, vogliatele tutte molto bene, perché ha dovuto molto soffrire”.
17. “ Sorella Martha, chi è questa magnifica sorella?
Rimane qui anche lei?”.
18. “No, ragazze, è la nonna di Hanny, ed è uno
spirito angelico beato. Lei ci ha portato Hanny, che un paio d’ore fa è stata
liberata dalla sua sofferenza terrena”.
19. “Un paio d’ore fa? Perché noi siamo dovute
rimanere così a lungo nell’incertezza, e abbiamo dovuto implorare, chiamare e
pregare?”.
20. Allora, dice la nonna: “Figliole, voi non avete
dovuto provare ciò che lei – ora vostra sorella – ha dovuto provare. Vi è stato
insegnato molto: potevate guardarvi intorno nel vostro mondo, avete sentito le
preghiere di vostra madre, come lei ve le ha insegnate. Vostra sorella Hanny,
invece, non ha avuto nulla di tutto ciò. Era quasi cieca, solo i raggi del Sole
o delle lampade le hanno dato un po’ di luce. Malata nella testa e malati i
nervi, la fanciulla era nata per la sofferenza. Nessun interesse in Dio e nel
Salvatore. Ha passato giorni, settimane e anni, nella sorte più dura che possa
colpire uno; la casa paterna era per lei perduta. Perciò amate questa vostra
sorellina! In lei c’è un buon nocciolo, vi darà ancora molta gioia. E tu,
Martha, fedele custode dell’amore, rallegrati del servizio che l’eterno Amore
ti ha offerto, ciò è una Grazia immensa. L’Amore di Gesù sia la vostra vita, il
vostro amore, la vostra forza e la vostra beatitudine”.
21. Presto le ragazze diventano vivaci, ognuna vuole
rendere felice Hanny, ma questa è timida. Ora si mangia, pane con miele, e si
beve del buon latte. Hanny ha una gran fame, allora Martha dice: “Hanny, qui
nessuno ti toglie qualcosa, tutte ti daranno ancora del loro, se non dovessi
saziarti. Non sei più nel sanatorio, ma in un asilo, dove dovrai ancora
imparare molto, e deporre ogni paura che ancora vive in te”.
22. “Asilo? Io vedo tutte voi, dove sono i bambini?
Sei tu sorella Martha?”,
23. “Sì, Hanny, rimani con me e dimmi ogni cosa,
voglio farti dimenticare tutto ciò che hai dovuto sostenere”.
24. “Martha, devo di nuovo andare nell’istituto, dove
c’è freddo? Ho dovuto tanto soffrire il freddo”.
25. “No, Hanny, qui non fa freddo, dappertutto è
caldo, dappertutto è bello e tutti sono buoni con te. Anche tu però devi essere
buona, e fare tutto ciò che ti dico; dovrai imparare molto. Poi ci dovrai
raccontare molto dei tuoi genitori e dei tuoi fratelli e sorelle, i quali oggi
sono tristi perché hanno una Hanny malata che non ha potuto imparare nulla. Ora
ti voglio far fare un giro. Vieni, dammi la tua mano, non aver paura, qui non
c’è nessun dottore, nessun capo infermiere, ma care, buone fanciulle come lo
diventerai anche tu.
26. Ora guarda, là ci sono le tue sorelle che
raccolgono fiori, e là ce ne sono alcune che raccolgono ciliege e fragole, vuoi
mangiarne un po’? Sì? Allora vieni, andiamoci subito. Ragazze, portate un po’
di fragole per Hanny! Ecco, queste vanno bene”.
27. Qui le fanciulle salutano la timida Hanny. Una
dice: “Ti chiami Hanny? Oh, che bel nome! Io mi chiamo Lisa, vuoi prendere le
fragole? Sono ben mature, assolutamente dolci. Ce ne sono molte, ecco, prendile
tutte”.
28. Hanny si riempie subito la bocca di fragole, e
Martha dice: “Ma Hanny, mangia lentamente! Hanno un buon sapore, guarda, qui
nessuno ti prenderà nulla, ma ti portano tutto ciò che vuoi”.
29. Lisa dice: “Hanny, vado a prendertene altre, ne
vuoi ancora? Oppure devo portarti le ciliege? Aspetta un momento, torno
subito”.
30. Dice Martha: “Hanny, non è bello qui da noi?
Guarda là, viene Lisa saltellando con molte ciliege! Ecco, molto bene Lisa,
vieni, accompagnaci. E poiché hai già dato spontaneamente delle tue bacche e
ciliege, dovrai anche rimaner sempre con lei. Non vuoi voler bene ad Hanny?”.
31. “Oh, sorella Martha, ti ringrazio, voglio proprio
essere buona con Hanny e volerle bene”.
32. “Allora andiamo avanti”. Lisa cammina accanto a
lei. Giungono in una piccola casa molto bella, dove finestre molto grandi fanno
passare molta luce. Ai lati si trovano dei letti.
33. “Dormirai qui con Lisa, mia Hanny, finché non
sarai veramente a casa. Voi mangerete ai tavoli. E ora vieni, andiamo un po’
avanti”. In tre escono nel giardino. Alti arbusti tolgono la visuale, ma in
compenso prosperano stupendi fiori. Il sentiero va sempre avanti, ma non è un
sentiero, è un suolo di muschio molto morbido. Allora Martha dice:
34. “Figliole, a me piace se voi avete vera gioia, ma
vogliamo di nuovo tornare indietro, perché Hanny non è ancora abituata a
camminare. Hai tu già visto fiori e arbusti simili?”.
35. “No, avevo gli occhi malati, ma ora vedo tutto;
posso staccarmi un ramo? A casa ho sempre staccato dei rami nel bosco”.
36. “Lo puoi, Hanny; dopo, però, non lo devi gettar
via, ma portalo con te e mostralo alle altre, affinché gioiscano con te”.
37. Uno stupendo cespuglio bianco ha affascinato Hanny.
“Ah, quanto sono belli! Sorella Martha, posso averne un mazzo?”.
38. “Quanti ne vuoi, Hanny! Tu, Lisa, fa’ ancora un
mazzo per tutte, affinché la gioia diventi ancora più grande!”.
39. Quando Lisa spezza i rami, dagli steli stilla
latte. Hanny lo nota, allora Martha dice: “Quando hai sete, puoi berne il
succo, esso è dolce come lo zucchero. Non si deve raccogliere niente di mala
voglia; anche la pianta, infatti, è un dono di Dio, del nostro Padre Santo.
Sulla pianta i fiori fioriscono a lungo, mentre nel mazzo appassiscono presto.
Abbiamo abbastanza fiori da decorare la casa e le sorelle. Ora porta questi
meravigliosi rami, perché ora in te comincia a muoversi la vita”.
40. Hanny è rimasta in silenzio. Le novità la
stimolano poco, è proprio impaurita. Ora giungono alla loro piccola casetta,
dove le altre hanno apparecchiato la tavola.
41. Il posto destinato a Hanny è decorato con fiori.
Martha si siede alla sua destra, Lisa alla sinistra. Le altre portano pane con
fragole e latte.
42. Martha benedice i cibi e ringrazia il Donatore di
tutti i doni per questo regalo, poi si mangia.
43. “Hanny, ti piace questo pane”, chiede Martha, “e
queste bacche?”.
44. “Buono, molto buono! Ma dov’è il forno?”.
45. “I pani ci arrivano pronti, e non finiscono, anche
se venissero ancora cento Hanny affamate”.
46. Presto sono tutte sazie, anche Hanny. Alcune
sparecchiano, e nel frattempo portano una figura di Cristo e la posano davanti
a Martha sul tavolo.
47. “Conosci tu quest’Uomo?”, chiede Martha ad Hanny.
48. “No?! Non vorresti conoscerLo? È il nostro
Guaritore, che rende sani tutti gli ammalati, anche te”.
49. “Guarire, guarire? Io non sono più malata, e posso
vedere, e sarei morta?”.
50. “Sì, lo siamo anche tutte noi, e perciò tu sei
ancora malata: perché hai ancora tanta paura. Non devi più avere nessuna paura,
siamo tutte buone con te, tutte noi trenta ti dimostreremo amore. E ora
parliamo del nostro buon Guaritore che può rendere tutti sani. Voi altre però
cantate prima un bel canto del nostro Guaritore alla nostra Hanny”. Esse
cantano:
51.La paura è passata, la sofferenza è finita,
ogni male del cuore è terminato
nella gioia e nella Luce ora viviamo
e straripa il nostro cuor di esultanza,
perché tutto il vecchio è passato.
O dolce Amore, delizia beata,
rimani eternamente il Sole del nostro cuore;
penetra Tu nei nostri cuori
e lasciaci nel Tuo splendore
diventar puro Amore.
Oh, vieni da noi, Gesù Cristo, Signore,
guarisci col Tuo santo Amore
ciò che è malato ancora;
col Tuo Spirito colma i nostri cuori,
che ci indichi per il Padre la via,
poiché ora con Te tutto è diventato nuovo.
52. “Ebbene, Hanny, è stata bella? Sai cantare anche
tu? No? Presto lo imparerai. E ora, ragazze, andiamo a riposare, per
esaminarci”.
53. Hanny osserva come le altre si mettono sui letti
e, alla sorella, domanda se non si svestono e se si fa anche buio.
54 “No, mia Hanny, non abbiamo bisogno del sonno, solo
riposo, tu ne hai più bisogno; tu hai molto dietro di te, e devi prima ordinare
tutto. Uno spogliarsi non esiste. Quando sarai in ordine, riceverai una veste
nuova, e la terrai finché ne riceverai nuovamente un’altra.
55. Ora corichiamoci. Tu in questo tuo letto. Chiudi
gli occhi, e vedrai lo stesso, ma non ciò che è intorno a noi, bensì ciò che
vive in noi. Più tardi imparerai a comprendere tutto, devi però volerlo, così
che diventi felice e lieta”. –
56. Hanny fa progressi, subentra un fervore di
imparare, lo spirito giacente in lei comincia a far pressione, così che Martha
la deve respingere in tutta pazienza. A questo, si aggiunge anche un fervore di
lavorare con le altre. Hanny non si riconosce più.
57. Alcune volte viene la nonna, allora Hanny non è
più una fanciulla intimorita, ma si dimostra una ragazza diligente.
58. La vita terrena non è ancora dimenticata; ci sono,
infatti, ancora momenti in cui il vecchio animico e il basso vogliono di nuovo
predominare, allora Marta è la fedele custode.
59. Così, attraverso lo spirito, Hanny impara a
conoscere la sua nuova destinazione, e arriva l’ora della separazione.
[Indice]
۞
Introduzione
alla Vita
Primo
incarico: badare a un giardino e osservare. - Hanny è premiata del suo amore
con una nuova veste. - Per ricompensa, chiede di rendere partecipi della sua
gioia anche le altre amiche lasciate. - Le è concesso, e tutte si ritrovano.
1. Un messaggero conduce Hanny verso Mezzogiorno, e tutte
l’accompagnano. Nessun dolore però, solo gioia anima i loro cuori. “Noi ti
seguiamo!”, esclamano tutte, Lisa invece dice:
2. “Hanny, non dimenticarci nella tua felicità, alla
quale vai incontro: l’Amore di Gesù è calato su di te particolarmente”.
3. Docile, lei segue il messaggero, e presto è
raggiunta la meta: un paesaggio insolitamente bello, con molte casette e grandi
giardini. Molte sono venute per l’accoglienza, in media sono tutte ragazze
della sua età. Una donna più anziana, ornata con un gioiello splendente nei
capelli, prende Hanny in consegna e dice:
4. “Sii benvenuta di cuore! La benedizione di Dio per
il tuo ingresso!”.
5. Anche qui c’è molto lavoro, da imparare c’è ancora
di più. Un unico sentimento però avvolge tutti i cuori, i quali fanno tutto il
possibile per gareggiare nell’amore. Si lavora in giardino, s’impara molto
attraverso l’osservazione, ma soprattutto si riconosce la sofferenza.
6. Qui, in pratica, si esercita il senso dell’aiuto.
Hanny, con il suo spirito sveglio, impara a guardare dentro le meraviglie
dell’Amore, così che la sua vita terrena le si rivela in una luce completamente
diversa, e il vero Spirito di Gesù può farsi strada.
7. Prima di tutto, lei crede all’insegnante di sua
madre, la quale sulla Terra ha conosciuto essa stessa molta sofferenza.
Entrambe si fondono insieme in una volontà di diventare grandi e mature,
affinché si possa aiutare, aiutare e liberare. In una tale ora compare di nuovo
la nonna. Hanny le vola incontro, e un raggio splendente d’amore le avvolge
insieme.
8. Ora tutte si possono ritrovare, e nella cerchia
familiare è descritto dalla beata madre, in modo ancora più magnifico, il santo
Amore. Ciò che ancora avanza della Terra è solo un ricordo. “Quando una volta
sarete entrate nei campi beatissimi, tutto si sarà sciolto in nulla. Mille anni
di sofferenza terrena saranno compensati da un’ora di beatitudini, ciò che
imparerete qui ridonderà di benedizione per tutte. Non l’amore dovrà essere
indennizzato per la sofferenza sopportata, oh, no, ma ravvivare, per rendere
liberi dalla sofferenza. Nell’Amore voi potrete salire, per diventare veri
figli di Dio; chi invece nella più profonda sofferenza diventerà liberatore e
redentore, sarà diventato portatore del magnifico Spirito di Gesù.
9. In nessun tempo ancora, che l’Eternità conosce, la
sofferenza è diventata così grande come adesso. L’eterno Amore ha bisogno di
figli compenetrati dal Suo Spirito, per lenire la sofferenza e per estirpare la
colpa che il falso spirito e la falsa illusione hanno accumulato in ammassi
enormi.
10. In tutti i Cieli vi è cordoglio su cordoglio per
tutti gli smarriti e i perduti, anzi, il Signore stesso piange su quelli che
Egli vorrebbe rendere felici come figli Suoi e che, comunque, andranno perduti
irrimediabilmente, se non sorgeranno presto veri salvatori e soccorritori.
11. Una volta poté rivelare il Suo Amore come Gesù,
poté morire sulla croce per la salvezza di tutti, ma fu ancor più tradito e
ingannato. Il nemico di ogni vita crede di essere il signore, ma ai figli
viventi dovrà essere dato di aprire di nuovo la porta chiusa della Vita.
L’Amore del Padre dovrà essere rivelato ancora più magnificamente, e non con le
parole, bensì col soccorso. Questo io vorrei dirvi figliole, e soprattutto a
te, Hanny, che sei stata scelta per essere uno strumento dell’Amore. Dunque
vieni qua, figlia mia, affinché io ti benedica, e inginocchiati, così che tu
possa ricevere la ricompensa che l’eterno Amore t’invia attraverso di me. Sii
quindi ora benedetta nell’Amore e attraverso l’Amore, e consacrata per l’opera
dell’Amore da Gesù nostro Signore e Dio. Amen”.
12. Hanny è sollevata da terra. Ecco che ha indosso
un’altra veste di un colore celeste chiaro, una cintura d’oro intorno al corpo
e un cerchietto nei capelli, che è adornato con una pietra splendente.
13. Lei di questa magnificenza si spaventa, ma
l’insegnante dice: “Hanny, ora sei ricompensata per il tuo fervore, e presto
andrai via da noi, per compiere la tua missione: non hai nessun desiderio
particolare in quest’ora gioiosa?”
14. “Certamente, carissima madre, vorrei andare a
prendere Lisa! Potrei visitarla e portarla con me?”
15. “Ma volentieri, figliola, e noi vogliamo pregare
il Padre Santo affinché Egli ti mandi un messaggero, perché non puoi ancora
andare da sola”.
16. Nello stesso istante c’è già qui un messaggero, e
dice: “Amate sorelle, la vostra preghiera è già stata esaudita prima che fosse
pronunciata. Io la condurrò là, e anche la riporterò. La Volontà del Signore è
la nostra vita”.
17. “Se vuoi, Hanny, possiamo andare subito. Oppure
hai ancora qualche desiderio?”.
18. “Oh, sì! Vorrei portare con me fiori e grappoli
d’uva per le altre, e per Martha, un mazzo speciale, solo un momento. E tu,
cara madre, non vuoi venire con noi?”.
19. “Se è tuo desiderio, molto volentieri, figlia mia.
Io, infatti, sono padrona del mio tempo, che è consacrato completamente
all’Amore. E ora corri, e fa’ bene ciò che ti serve per rallegrare le tue
sorelle”.
20. Un breve distacco, uno splendore degli occhi, ed
ecco che i tre, felici, vanno per la loro strada. In un rapido volo
attraversano bellezze di cui Hanny per la prima volta viene alla giusta
consapevolezza.
21. Vedono molte sorelle e fratelli, e comincia un
gioioso salutare. Allora Hanny chiede se anche costoro siano dei beati.
22. “Sono beati come lo sei tu, figlia mia. Essi
dimorano qui già da lungo tempo, e non hanno nessuna brama per una destinazione
superiore. Tu però sei all’inizio. Questi erano già ricchi sulla Terra, ma tu
fosti povera; questi vivono dell’amore che hanno portato con sé dall’esistenza
terrena, ma tu lo hai dall’incommensurabile Amore del Signore e dalla Grazia
Sua. A costoro è attaccato ancora molto del terreno, mentre tu sei già stata
purificata attraverso la sofferenza e puoi precorrere molto attraverso la
sollecitudine dell’Amore”.
23. “Oh, mia buona nonnina, talvolta penso che questa
magnifica esistenza debba scomparire e cominciare di nuovo la vecchia miseria,
allora già tremo. E perché? Perché il caro Guaritore non si fa vedere nemmeno
una volta. Dimmi: hai tu già parlato con Lui?”.
24. “Hanny, Egli è spesso con noi, e sono ore di pura
felicità. Ma sappi: quando sarai matura per sopportarLo, Egli verrà anche da
te. Soltanto, non pensare al vecchio e passato, ma vivi il futuro, e allora il
presente diventerà gioia. Ora guarda, là ci vengono già incontro di corsa le
tue sorelle. Come sono felici per te!”.
25. Esse sono veramente le sue prime sorelle che
l’hanno aiutata nei primi momenti a superare tutto il terreno.
26. Allora Hanny porge il magnifico mazzo di fiori
alla sua Martha, e dice: “Sorella Martha, dal mio giardino ho raccolto questi
fiori per te, essi testimoniano dell’amore che tu mi hai insegnato. Lisa, ti
voglio abbracciare, perché vengo per portarti da noi”.
27. Quale gioia è questa! Esse non riconoscono più la
timida Hanny. Compenetrata da freschezza e letizia, testimonia dell’Amore che lei
ha potuto sperimentare. Il messaggero di Dio sorride per questo fervore. Quando
poi i grappoli d’uva sono distribuiti e mangiati da tutti, anche dal messaggero
di Dio, i cuori si dischiudono più che mai. Questa è la vita proveniente
dall’Amore secondo il Cuore di Dio.
28. Allora Martha, dice alla nonna: “Sorella nel
Signore, è un miracolo con la fanciulla! Se esamino attentamente il mio
servizio, è l’unico caso in cui un essere umano ha fatto un tale progresso.
C’erano certamente tempi in cui si doveva venirgli incontro con volontà ferrea,
all’Amore però era sempre aperta la porta”.
29. “Sì, è un miracolo, cara sorella Martha, ma un
miracolo proveniente dal sommo Amore. Se vedessimo Hanny nel suo precedente
aspetto e conoscenza, ciò non sarebbe più tale; il Santo Dio e Padre, infatti,
ha appianato la via all’angelo nel modo più meraviglioso per la sua libera
esistenza di figlia, e lei compirà ancora qualcosa di grande nell’Amore. Guarda
come parla liberamente con le sue sorelle su grandi e sante cose; vorrebbe
volentieri portarle tutte con sé”.
30. Il messaggero si avvicina e dice: “Amate, nel
Signore, è la più grande gioia per il mio cuore vedere quest’Amore, ed è
magnifico che per i più piccoli, la cosa più alta sia sempre così semplice e
naturale, e conduca alla vera beatitudine. Quanto spesso sperimentiamo
l’adorazione del Signore, è certo solenne, ma spesso manca il fuoco che
riscalda tutto, come io lo vedo qui, di nuovo”.
31. “Hai ragione, fratello mio; perciò le ore in cui
si rivela la vera gioia celeste sono anche della massima beatitudine”.
32. Secondo il calcolo terreno del tempo, sono
trascorse delle ore, ma è come un attimo, quando il messaggero dice:
33. “Amate tutte, la mia missione volge alla fine!
Calmate la vostra gioia, ma non lo spirito. Vi dovrete di nuovo separare,
perciò prendete commiato solo esteriormente, poiché interiormente non siete
separabili.
34. Tu, sorella Helene, vai in fretta nuovamente alla
tua nuova destinazione, mentre io potrò ritornare solo dopo il dovere compiuto.
Ti ringrazio per il tuo amore attraverso il quale vi ho potuto servire”.
35. “Fratello, noi siamo tutte del Signore. La Sua
Vita è la nostra essenza e il Suo Amore, la nostra gioia, felicità e
soddisfazione. Nel Suo Spirito, ci rivedremo”.
36. Non difficile, bensì leggero diviene il congedo.
Lisa è infinitamente felice di poter andare con Hanny. Ora lei sa anche di
essere stata ritenuta degna per il lavoro del Signore. Tutte le accompagnano,
mentre la madre rimane ancora un po’ con Martha e le sue affidate, per parlare
con loro di cose grandi.
37. Presto i tre raggiungono la loro meta. Da tutti
attesi, e gioiosamente salutati, sono poi condotti giubilando a casa, dove li
aspetta un pasto d’amore. Lisa e Hanny non si separano, entrambe gareggiano nel
servizio d’amore. L’insegnante però ha altre tre fanciulle, Christa, Rosel e
Lena. Questa le unisce con le due inseparabili, e fa loro sapere che presto
saranno chiamate per un lavoro indipendente. Allora la gioia è grande.
L’insegnante circonda affettuosamente le cinque, per calmare il loro desiderio
di sapere sempre di più della loro futura attività.
[Indice]
۞
Primo
incontro con gli abitanti – La brama manifestata per Gesù, accende amore
1. L’insegnante, secondo la sua saggia maniera, lascia
vivere le cinque del tutto secondo il loro impulso interiore, lasciando anche
libero il loro comportamento, così avviene che esse fanno questo grande viaggio
di esplorazione nel loro grande meraviglioso mondo; dove incontrano molti
anziani, e anche fratelli e sorelle coetanei. In quest’occasione imparano
molto; esse, infatti, somigliano a loro in tutto, tranne che per l’ardente
desiderio di vedere il Signore. Costoro, infatti, appagati della loro sorte,
vivendo completamente di gioia e delizia, fanno ciò che vogliono i loro
curatori e tutrici ma Hanny non è d’accordo su questo. A una visita di vicini,
essa chiede ad alcune sorelle che vi dimorano, se ci sia stato già una volta
anche il caro Guaritore e Padre Santo, allora una di loro risponde:
2. “Saremmo ben lieti se ci fosse data una tale
fortuna, ma a noi basta abbondantemente questa nostra vita. La nostra vita
terrena ci aveva preparato certamente alcune ore felici, e delle cattive non si
parla volentieri. Io non saprei che cosa deve ancora mancare nella nostra
felicità. Il Signore è il Signore, rimane a Lui se ci vuol visitare. Io sono
felice di poter vivere in questo mondo, di poter vivere nelle Sue bellezze”.
3. “Potrai aver ragione, cara sorella, ma io la penso
diversamente. A me non è andata bene così come a te, di poter raccontare di ore
felici della mia vita terrena. Io non ho sofferto nessuna miseria. I miei
genitori mi amavano molto, e intimamente. Mai ho visto, però, quanto era bello
il mondo, mai ho potuto rallegrarmi con altri, come loro si rallegravano. Solo
quando son venuta in questo mondo spirituale ho provato l’Amore Divino, e ho
anche provato che devono esistere molte, molte stupende bellezze e beatitudini,
delle quali la più grande è certo quella di poter frequentare personalmente il
Signore.
4. Se il Signore ci ha donato già tanto amore, bontà e
grazia, perché non dovrebbe anche donarci la più grande Grazia: aver relazione
con Lui? La mia beata nonna mi ha insegnato che devo avere un amore e un
ardente desiderio di Lui, del buon Guaritore e Padre, più grande ancora, e solo
allora maturerò per questa Grazia. Così come la pensi tu, cara sorella, non
giungerai mai a questa beatitudine”.
5. “Potrai avere ragione, ma non sarebbe come andare
oltre i confini dell’Ordine? Ciò che ci è stato donato in grazia, ci deve
bastare; perché aspirare a una grazia ancora maggiore? Non è già stupendo,
questo mondo?”
6. “Certamente, mia cara sorella, ma la brama per il
nostro Padre Santo, non è anche una Grazia Sua? Ciò che appartiene a Lui e
proviene da Lui, deve servire alla nostra beatitudine! Qui certamente io non
oltrepasso i confini dell’Ordine! Al contrario, dove ancora ci sono confini, ci
sono pure ancora barriere, e secondo il mio parere, siamo sempre solo noi
stessi che mettiamo barriere o confini; poiché mai l’eterno Amore di Dio nel
Suo Amore, potrà mettere dei confini, altrimenti questo mondo stupendo sarebbe
disabitato”.
7. “Non lo posso comprendere! Tutti, tutti sono
beati”.
8. “Certamente, cara sorella, beati attraverso la
Grazia e l’Amore di Gesù. Ma che cosa hai fatto tu, per allietarLo? La nostra
vita e il nostro pensare somigliano a una campana che con la sua voce può solo
annunciare ciò che l’uomo mette in essa, ma per noi ciò è qualcosa di
completamente diverso. Se tutto ciò che ci è dato, deve servire per renderci
felici, perché il Signore, quale il Primo, dovrebbe esserne escluso? Se tu
fossi vissuta in una miseria come ho vissuto io, a te la miseria sarebbe
conosciuta. La nostra vita deve essere consacrata ai miseri e agli ammalati,
perché il Signore stesso vive ancora molto tra i miserandi”.
9. Ancora molti altri ascoltano questa conversazione,
anche l’assistente; questa allora osserva:
10. “Figlia mia, tu sei sulla via migliore per
diventare una figlia del Suo Amore. Qui, infatti, ancora nessuna porta
l’ornamento sulla fronte. Da quanto tempo dimori già in questo mondo?”.
11. “Solo da poco tempo, madre mia, e non è merito mio
se sono cresciuta così, ma è stata somma Grazia. Proprio perciò glorifico
l’Amore e la Grazia, e aspiro a mostrare ad altri quest’Amore”.
12. “Ti comprendo perfettamente, figlia mia, ma queste
hanno bisogno di molto tempo ancora prima che la vita irrompa in loro come in
te; anche per me sono ore della più pura felicità e somma beatitudine, quando
viene il Signore stesso o uno dei Suoi servitori, anche se è solo per breve
tempo”.
13. “Ma, cara madre, perdonami se ti domando: sono
davvero tutte così soddisfatte e senza nostalgia? La nostra insegnante ha
risvegliato giustamente la brama giacente in noi, e ci ha sempre fatto
comprendere come la nostra felicità e beatitudine siano solo a metà, perciò
ardiamo nell’amore per il nostro caro e buon Guaritore e Padre, e non vediamo
l’ora che Egli venga”.
14. “Figlia mia, vorrei che tutti i figli fossero come
te, colmi di nostalgico desiderio! Allora la nostra patria sarebbe ancora
molto, molto più bella”.
15. Durante il ritorno verso casa, Lisa dice: “Hanny,
io credo che tu abbia acceso un fuoco struggente nelle sorelle, e vorrei che da
questo si sviluppasse un frutto; allora tutte rimarrebbero felici a lungo. Noi
siamo certamente anche beate, proprio perché il desiderio di essere completa
proprietà del Signore, è diventato così grande!”.
16. “Sai, Lisa, la madre ci darebbe già la giusta
risposta. Una cosa è certa: senza amare giustamente il Signore, non c’è nessuna
beatitudine! Dove saremmo noi, senza il Signore e il Suo Amore salvifico?
17. L’ultima dimora della mia vita terrena era il primo
gradino per l’inferno. La brama nella mia casa paterna era soffocata, poiché
miseria e tempo di guerra l’avevano vietata da sé. In aggiunta, ero afflitta da
una sofferenza che era inguaribile. Ora è venuto il Signore stesso e ha fatto
ciò per cui io avevo pregato il mio padre corporale. Egli mi ha portato nel Suo
Regno dell’Amore e della Grazia. Attraverso l’auto osservazione ho trovato
molto, ma la cosa più bella di tutte che ho trovato è questa: il Signore è il
nostro Padre migliore e fedelissimo Guaritore, e il mio più grande desiderio è
di vederLo, poterLo ringraziare e abbracciarLo una buona volta”.
18. “Ma, Hanny, Egli è enormemente Santo, e noi siamo
peccatori! In segreto, ho ancora un po’ paura”.
19. “Io non più, io non conosco nessun peccato. Se ho
fatto delle sciocchezze, dovevo espiare, che cosa ho ancora da fare col
peccato? Peccato e amore non si tollerano. O io pecco, allora sono senza amore,
oppure amo, allora non mi potrà dominare nessun peccato”.
20. “Hanny, adesso ti sei smarrita”, dice Christa,
“Paolo disse: siamo tutti peccatori e manchiamo della gloria che dobbiamo avere
dinanzi a Dio”.
21. “Per voi potrà essere giusto, per me invece no!
Che cosa sapevo io di Dio? Nulla! Per me non esisteva nessun comandamento, di
conseguenza non poteva esistere anche nessun peccato. Sono stata punita per la
mia mala creanza e stupidità. Ma, devo dire, altri facevano sciocchezze ancora
più grandi, e sapevano che esisteva un Dio”.
22. “Sì, Hanny, fin là non arriva la nostra
conoscenza. Appena ritorneremo, la nostra insegnante potrà darci la giusta
spiegazione. Io penso che non dovremmo parlare più di questo, per non
rattristare il Signore”.
23. Ripercorrono in silenzio la via. Grande è la
gioia, quando esse riferiscono dei molti che hanno visitato; solo Christa è
rimasta in silenzio.
24. In un momento favorevole, essa dice
all’insegnante: “Madre, noi cinque non siamo d’accordo su un punto. Aiutaci,
affinché ciò non diventi una pena del cuore”.
25. “Va già bene Christa, io lo sapevo che sarebbe
successo, finalmente è giunto il momento che ho sempre atteso! Quando le altre
si recano al riposo, allora venite da me nella mia stanzetta”.
26. Christa invita le altre dalla madre insegnante,
che già le aspetta. Oh, quanto volentieri esse vanno da lei.
27. “Ecco, figliole, mettetevi comode, nella mia
cameretta siete completamente figlie mie. Quindi, che cosa hai da domandarmi,
mia Christa?.
28. “Mammina, io non sono del tutto d’accordo con
Hanny, che dice: ‘Io non conosco peccato, poiché non conoscevo Dio e anche nessun
comandamento’. Io sostengo che noi siamo peccatori e manchiamo della gloria che
dovremmo avere dinanzi a Dio. Hanny risponde: ‘Che cosa ho io a che fare col
peccato? Peccato e amore non vanno d’accordo: o io pecco, allora sono senza
amore, o io amo, allora il peccato non mi potrà sfiorare’.”.
29. “Sì, Christa, che tu non comprenda la tua Hanny,
lo credo volentieri, ma comprendo anche molto bene Hanny, e mi rallegro del suo
punto di vista. Rifletti su chi era Hanny, e chi eri tu! Il nostro sviluppo qui
nel Regno degli spiriti può evolversi solo sul fondamento che abbiamo avuto
come esseri umani. Le tue fondamenta erano buone, nel tuo interiore ti attenevi
a Dio; perciò hai avuto una scuola facile qui nell’eterno Regno degli spiriti.
Hanny invece non ha avuto nessuna base per la sua Vita eterna, le doveva essere
insegnato tutto, solo qui, nel Regno degli spiriti. Per questo lei ha avuto una
buona e amorevole assistente, la quale ha avuto una rigorosa assegnazione dal
messaggero dell’Amore. Una cosa è certa, Hanny vi ha superato tutte, poiché
solo gli spiriti più puri sostengono il suo punto di vista; e anche in futuro,
voi vedrete che in Hanny non vivrà il minimo spirito giudice, mentre voi dovete
prima esserne educate. I vostri compiti, infatti, non sopportano nessuno
spirito giudice, poiché voi dovrete diventare aiutanti e assistenti, per
rendere altri gioiosi e felici nel senso dell’eterno Amore di Gesù; oppure
credete che verranno solo dei beati, alle vostre cure? Oh, no! Verranno anime
smarrite, misere e povere, che giungono direttamente dalla Terra e che devono
attraversare i primi sviluppi. Costoro saranno affidati alle vostre cure.
Questi vostri futuri compiti sono l’immensa Grazia del nostro Santo e fedele
Dio e Padre Gesù. Per questo servizio servono solo anime forti, che sono del
tutto compenetrate dall’Amore; credi tu, Christa, di poter assumere questo
servizio? Puoi ritirarti in ogni momento se non ti senti abbastanza forte; di
Hanny lo so per certo, lei non riesce nemmeno ad aspettare il momento che
arrivino le sue sorelle terrene malate, sorelle che lei vorrebbe rendere liete
e libere. Non è vero, Hanny?”.
30. “Sì, madre, è vero! Vorrei cercare di renderle
felici col più grande amore e grande fervore, affinché si levino di dosso la
loro paura e dimentichino la loro miseria, come io stessa l’ho potuta
dimenticare, mediante l’Amore del Signore. Christa, Rosel e Lena, sarà
magnifico questo lavoro per le povere e misere anime, non abbiate paura ma
ferma fiducia: il Signore ci aiuterà”.
31. “Sì, mia Christa, ora comprendi Hanny? Che cosa è
peccato, mi puoi dare tu la giusta risposta?”
32. “Così come te lo aspetti, forse no! Invece,
mammina, dacci tu la risposta; perché trovi sempre quella giusta”.
33. “Allora ascoltate, figlie mie; in nessun Cielo voi
troverete la parola, peccato. Peccato è un concetto proveniente dal campo
nemico, e solo Dio ha il diritto di giudicarlo, poiché esso è il frutto
proveniente dall’amore infernale. Fino a che Dio non ha dato delle Leggi, anche
il peccato è stato considerato come tale, ma quando Egli, come Gesù, disse: «Io
vi do un nuovo comandamento, che vi amiate come Io ho amato voi», allora ogni
peccato è venuto a cadere; poiché adempiuto il comandamento dell’Amore il
peccato sarà peccato solo là dove l’uomo stesso lo farà diventare tale. Negli
occhi dell’eterno Amore misericordioso esistono solo malati, smarriti e guidati
nell’errore dal falso spirito.
34. Se guardi un tale peccatore con questi occhi
dell’eterno Amore misericordioso, puoi diventare per lui soccorritore e
salvatore; se invece lo guardi con i tuoi occhi di giustizia, tu lo dovrai
condannare. Eliminate perciò da voi il giudice, e riflettete su questo: se
l’eterno Amore non vi avesse cercato o trovato, che cosa sarebbe stato di voi?
Non esseri felici ma esseri da compiangere!
35. Non è stato facile educarvi fino a questo vostro
punto! Era sempre necessaria infinita pazienza e amore e continuamente amore,
finché alla fine il vecchio io umano è crollato, e in voi è diventato vivente
il nuovo uomo d’amore.
36. Un giorno vi condurrò in una siffatta scuola, dove
vivono tali esseri. S’intende, solo se vorrete e non avrete paura”.
37. “Madre, portaci, affinché scompaia in noi il
giudice. Quanto è bene che tu ci abbia detto questo”.
38. “Or bene, sia! Saremo là presto! Noi lo vogliamo
e, guardatevi intorno, ci siamo! Fate silenzio, e non vi spaventate, l’Amore
del Signore è Amore anche nell’inferno!”.
39. Davanti a una casa tetra, l’insegnante bussa alla
porta. Un custode apre, e chiede loro che cosa desiderano. “Lasciaci entrare, è
la Volontà del Signore, perciò non preoccuparti”.
40. “Entrate, per voi la via è libera!”.
41. È completamente buio, si vede appena qualcosa. Ci
sono edifici giganteschi, ma non si vede nessun uomo. Proseguono, ecco che
arrivano a una chiesa.
42. Entrano. C’è un servizio religioso, non sono visti
né sentiti. All’altare sta un sacerdote, e davanti a lui una piccola cerchia di
ascoltatori. Sull’altare ci sono due candelabri che diffondono una luce molto
debole, e una figura che rappresenta un uomo, il quale però non è
riconoscibile. Il sacerdote dice:
43. “Si parla tanto di Dio, ma nessuno ancora Lo ha
mai visto. Dio è un fato, un mistero; per uomini colti come noi, è un punto
interrogativo. Disponete la vostra vita secondo la vostra ragione e cercate di
rendervi devoto ognuno, allora vi andrà bene. Guai, se qualcuno domina su di
voi, diventerete schiavi in eterno; corrompete per voi gli uomini, affinché
essi vi servano, e sarete i signori e loro dominatori.
44. I miei messaggeri hanno annunciato una grande
pesca di uomini, i quali cercano pane e lavoro; fate uso dell’astuzia, affinché
vi riconoscano come amici. È d’obbligo la fretta, concludiamo la nostra
conferenza”. Rapidamente lasciano la chiesa e corrono verso la strada che giunge
da Occidente. Ed ecco, ne arrivano alcuni. Oh, che aspetto hanno! Quasi nudi,
pendono giù da loro stracci di vestiti, e la fame prorompe dai loro occhi. Il
prete nella veste sacerdotale li saluta, e dice:
45. “Poveri infelici, da dove veniate, qualunque Dio o
uomo vi abbia portato in questa situazione, lo colpisca una maledizione più
grande mille volte. Noi abbiamo ancora un cuore, perciò venite nelle nostre
case: siamo ben disposti a darvi alloggio e cibo, se entrate ai nostri
servizi”.
46. Si fa avanti uno e dice: “Signori, vi deve aver
guidato qui un Dio! Siamo in una misera condizione; se avete lavoro e pane,
allora dateceli, ma deve essere in fretta, abbiamo fame”.
47. “Ma certamente! Venite con noi, affinché troviate
un ordine. Ecco, entrate in questa casa, qui è già tutto apparecchiato per
voi”.
48. Su lunghi tavoli si trovano pani duri, che per una
buona parte sono già ammuffiti, e una bevanda che non ha odore né sapore.
49 Il prete li esorta: “Venite, voi poveri, e
troverete sollievo in questo pane e vino. Fortificatevi! Dopo potrete andare al
lavoro, che vi farà dimenticare la vostra miseria”.
50. Quando gli affamati vogliono spezzare il pane,
questo è duro come la pietra, ma non c’è un coltello, né un mezzo per
spartirlo; allora dice il portavoce al prete:
51 “Venerabile padre, non si può avere qui un
coltello? Il pane è duro come pietra, non si può spezzare, e con i nostri denti
non lo possiamo masticare”.
52 “Io non ho un coltello a portata di mano, provate
ancora; si deve poter spezzare”.
53. Non c’è verso, allora dice il portavoce:
“Cerchiamo noi stessi, dobbiamo pur trovar qualcosa”.
54. Il prete però lo impedisce, e dice: “Qui è il
posto assegnatovi, e qui dovete rimanere”.
55. Dice il portavoce: “Sembra quasi che la tua veste
sacerdotale sia un’ipocrisia o una maschera; procuraci un coltello, o io stesso
andrò a cercarlo!”.
56. “Aspetta, ti porterò io un coltello!”. Con ciò il
prete lascia la stanza, ma non ritorna. Aspettano a lungo, ma non viene
nessuno. Allora l’oratore si mette in moto e va a cercare il padrone. Va
attraverso diverse stanze; adesso sente parlare; e ciò che sente, lo fa star
male.
57. “Come puoi essere tanto sciocco da offrir loro
tanto pane, senza che abbiano lavorato un’ora? Se la gente non è al lavoro
entro un’ora, riceverai tu un sacco di botte, e niente da mangiare”.
58. Il portavoce di soppiatto torna indietro e grida:
“Gente, prendete il pane, e andiamocene! Questi sono aguzzini, ancora peggiori
di quelli dai quali ci siamo staccati”.
59. Prendono frettolosamente il pane, travasano le
brocche ed escono correndo dalla porta. Ecco che arriva un mascalzone assai
smilzo, e urla: “Rimanete qui, voi ladri di pane, questo pugno vi potrebbe
piacere”.
60. Poiché nessuno si ferma, il mascalzone percuote
uno di loro con il suo forte pugno sulla testa, tanto che costui stramazza.
Quando vuol colpirne un secondo, un altro prende una brocca e colpisce lui in
faccia. C’è un urlare, e un fracasso, e sopraggiungono gli altri che battono i
poveretti con duri oggetti. Allora l’insegnante dice: “Venite, figliole, qui
non c’è più da aiutare. Questo spirito infernale può essere aiutato solo con il
più aspro giudizio; poiché questi sono già come perduti”.
61. In pochi attimi esse sono di nuovo nelle camerette
di riposo, allora l’insegnante dice: “Ebbene, figliole, che cosa pensate di ciò
che avete visto?”.
62. Parla Hanny: “Madre, io ero in un simile inferno,
e sono lo stesso stata liberata, allora posso solo dire: se conoscessero il
Salvatore e il Suo Amore, non si comporterebbero così; essi sono degli infelici
che si rendono sempre più infelici con il loro odio”.
63. Dice Christa: “Madre, non avrei mai creduto che
esistessero tali bestie umane; se costoro si possono aiutare, lo sa solo Dio”.
64. Dice la madre: “E tuttavia saranno ancora salvati,
quando, è incerto. Essi si riducono in questo stato attraverso il loro stesso
spirito storpiato, dove l’inferno consumerà tutto ciò che in loro c’era ancora
di buono. Quando poi, dopo tempi di più gravi tormenti, verrà il pentimento,
allora verrà anche l’alleggerimento.
65. Ne avete abbastanza di questi contrasti, oppure ne
volete ancora di più?”.
66. Parla Christa: “Mammina, è abbastanza, e ti
ringrazio per la tua fatica; ma io questo non lo vorrei più vedere. Oh, quale grazia,
pace in noi, pace intorno a noi, e tutto riflette di delizia e felicità!”.
67. “Allora sforzati, Christa, di comprendere Hanny.
In lei c’è ancora amore per i perduti. Seguitela pienamente, affinché questa
scintilla d’Amore diventi un tizzone, e siate mature per la santa Opera del
Signore”.
[Indice]
۞
Incontro
alla Vita
Nuova
destinazione: da madre Anna – Prima,
immergersi nell’interiore, e dopo, subito al lavoro nei campi/giardini – La guida
anche attraverso padre Hendrick.
1. Presto anche qui suona l’ora della separazione, un
messaggero di Dio in veste raggiante conduce le cinque nel luogo della loro
nuova destinazione. Esse sono attese dalla loro nuova assistente e condotte
nella loro nuova casa, che è una piccola casetta con un magnifico ambiente
interno. Ci sono però solo tre pareti, è aperto verso Oriente, con un panorama
sul magnifico paesaggio montano, che è straordinariamente bello. Nella stanza
c’è un grande tavolo a forma di croce, presso il quale stanno molte sedie; sul
tavolo i fiori più stupendi in vasi d’oro cristallino.
2. “Ecco, ora mie nuove figlie, qui, nella vostra
futura casa, io vi porgo il benvenuto. Per voi tutte, io sono madre Anna, non
solo secondo il nome, ma anche nel vero amore, e spero di vivere molto presto
l’ora in cui noi diventeremo completamente sorelle. L’Amore previdente mi ha
posto sopra di voi, e mi rendo conto dell’enorme Grazia proveniente da Dio. Il
messaggero di Dio mi ha informato sulla vostra vita ed esistenza passata e
perciò vorrei farvi dimenticare il trascorso e, così, sollecitare in voi lo
spirito vivificante, affinché diventiate completamente figlie indipendenti di
Dio, secondo il Cuore del nostro amato e Padre Santo Gesù.
3. Ora voglio stringervi una ad una al mio cuore in
segno dell’inestinguibile unione nello Spirito di Gesù Cristo.
4. Tu sei Christa, figlia mia, giaci un momento qui,
al mio cuore, circondata dalle braccia della madre; non dimenticare un istante,
quale Grazia tu sperimenti. Io, infatti, sono messa al santo posto di
sostituire per te il Guaritore.
5. Tu, Lisa, vivi anche tu l’attimo di essere
circondata dalle braccia della madre, braccia che ti assisteranno, finché tu
stessa avrai la maturità.
6. Tu, Hanny, riposati un istante nelle mie braccia.
Perché di nuovo hai una madre che veglierà su di te nello Spirito di Gesù. Se
sei nel bisogno, qui al mio cuore sarà presto passato.
7. Tu, Rosel, non esitare, ma corri! Nel mio cuore già
molte hanno trovato il riposo che è necessario per dimenticare, e godi l’attimo
per il quale tante t’invidiano.
8. Tu, Lena, non rimanere indietro, poiché l’amore
afferra volentieri ciò che vorrebbe tenere eternamente. Allora godi in pace ciò
che brami, io sostituirò per te volentieri tua madre.
9. Così, siete ora diventate figlie mie, come ne ho
già molte, perciò venite da me nella mia casa che, spero, visiterete molto
spesso. La casa è là: dall’esterno sembra ancora ben triste, ma, come voi
sapete, tutto dipende dall’interiore. Verso Oriente ci sono molte piccole case,
dove dimorano già molte nel vostro spirito, e là, verso mezzogiorno e sera,
tutto è ancora disabitato. Io spero che si animerà presto.
10. Adesso io condivido l’abitazione con un fratello,
padre Hendrick. Su questa casa è posto veramente lui come padrone, secondo la
Volontà del Signore, però egli è ancora un po’ timoroso, poiché ama ciò che è
piccolo, non appariscente, e vorrebbe rimanere un fedele servitore. Vogliategli
bene quando verrà da voi, e aiutate alla grande Opera del Signore”.
11. Alle cinque fanciulle piace stare presso madre
Anna; il suo modo è così semplice, così naturale! Si deve volere un gran bene a
lei. Allora dice Hanny:
12. “Oh, madre, hai saputo fondere i nostri cuori
insieme con il tuo: vorrei seguirti in tutto, così che anche noi possiamo
rifugiarci presto nelle braccia del Guaritore, come nelle tue braccia abbiamo
potuto vivere un attimo la dolcezza del tuo amore. Io ho un desiderio ardente
per quest’attimo, aiutami, madre Anna, poiché fintanto questo mi mancherà, non
sarò in grado di amare così come vorrei. Tu sai, vorrei colmare il mondo intero
con lo struggimento che mi pervade, e rendere felice il mondo intero, così come
io sono stata resa felice”.
13 “Sì, Hanny, capisco te e il tuo struggimento, e
tuttavia non ti posso aiutare, perché sta già tutto in te. Posso solo indicarti
la via, affinché tu e le tue sorelle vi sviluppiate secondo il grado del vostro
amore. Ora, ancora una parola sui vostri compiti.
14. Questo luogo somiglia al precedente dal quale voi
venite, però è infinitamente più grande; là eravate le assistite, qui siete voi
assistenti. Non voglio darvi nessuna direttiva di ciò che avete da fare, ma
v’inizio solo nella vostra funzione, che vi è stata trasmessa secondo la
Volontà del sommo Amore. Come la adempirete, è vostra stessa faccenda, e qui
sono convinta che opererete per amore e attraverso l’amore. Così vi benedico
come rappresentante dell’eterno Amore, affinché tutto ciò che farete, possa di
nuovo risvegliare amore. Amen!
15. Qui c’è ora un piccolo spuntino con del buon pane
che il Signore stesso ci fornisce, e alcuni frutti che maturano da noi. Sia
benedetto attraverso la Grazia di Gesù, affinché in voi diventi amore. Amen!
Ebbene, figliole, vi piace qui da me?”.
16. “Molto, madre! Il pane che abbiamo gustato nel
posto precedente, anche ci è piaciuto, ma non come questo”.
17. “Sì, figliole, questo dipende dal genere d’amore
di cui si è animati. Più esso è puro, tanto migliore è il pane. Nei Cieli il
sapore è di una tale bontà che non esiste nessuna parola per descriverlo. Col
tempo riceverete ancora più conoscenza. Qui da me io vi guiderò sempre di più
nelle profondità della Divinità, ma far risplendere la vostra luce secondo il
vostro amore, io non posso, questa è faccenda del vostro cuore. Ora, vogliamo
riposare e immergerci nel nostro interiore, affinché esso diventi il nostro
esteriore!”.
18. Così tacciono, e sperimentano nuove delizie.
19. “Adesso venite, fanciulle, dai vostri assistiti
che vi aspettano colmi di curiosità e pieni di nostalgia. Ma a te, Hanny, io
passo sui tuoi capelli una fascia per fermarli, affinché le tue assistite non
vedano ancora il dono dell’eterno Amore; esse devono essere tutte sorelle pari
a te”.
20. Le fanciulle sono circondate da un giubilo che fa
battere ancor più i loro cuori, poi Anna dice:
21 “Ecco, figliole, ora amatevi, affinché tutto possa
essere per benedizione! Qui è il vostro posto, santi compiti vi attendono e,
ricordatevene sempre, affinché ogni cuore diventi un tempio di Dio, del tutto
degno dell’Amore del nostro Guaritore Gesù”.
22. Anna lascia tutte le fanciulle con cuore
benedicente. E nel suo cuore stesso c’è una beata quiete, e santa pace, poi
dice:
23. “O tu miglior Padre e amorevolissimo Guaritore,
vieni al più presto, affinché sia quietato l’ardente desiderio di noi tutte!”.
24. In questa casa ci sono circa duecento abitanti, e
ci sono già alcune assistenti che ora impartiscono istruzioni alle cinque, le
quali già hanno notizia di dover andare in un altro posto.
25. È un lavoro gioioso, come sono volenterose quelle
persone, un tempo così povere, ed ora, invece, enormemente felici.
26. Il lavoro è tanto. Il giardino è molto grande,
principalmente, vi sono coltivati fiori, e poi meloni, e frutta che continua
sempre a maturare. Allo stesso tempo c’è frutta ancora in fiore, oltre a quella
che cresce e che è già matura, e di un gusto tanto buono che è impossibile
descrivere. I meno abili devono lottare continuamente contro l’erbaccia. Così
il lavoro nel giardino è molto vario, ed è un rallegrarsi del successo
ottenuto, così che a tutti splende dagli occhi la felicità.
27. Nella casa, dove tutte trovano posto, si lavora
sull’uomo interiore; qui c’è adesso madre Anna che dà gli ncoraggiamenti.
Quando gli assistiti giacciono sulle sedie a spalliera davanti alla casa, e
fanno l’interiore contemplazione, le cinque visitano madre Anna. C’è sempre
qualcosa di nuovo e degno della vita; sono ore di pura felicità. Un giorno
viene padre Hendrick, allora le fanciulle gli volano incontro per salutarlo.
Questi però è così spaventato, e il fascino del loro amore lo conquista tanto,
che non può rispondere al saluto, ma madre Anna accomoda tutto.
28. Un messaggero porta nuove ragazze, anche alcune
più anziane, ma in quale stato e miseria! Allora è Hanny che prega madre Anna
di poterle assistere. Tra loro ci sono delle sue conoscenti, le quali hanno
bisogno di doppio amore. Madre Anna acconsente.
29. Hanny ottiene una nuova casetta, più piccola
dell’altra, ma precisamente uguale nella forma e nell’arredamento, solo, nella
camera ci sono ancora letti per le ammalate. Con quale dedizione lei cura ora
le sue protette, non fa mancare loro nulla; il suo amore è ricompensato con
successo, ed esse si risvegliano, diventano a poco a poco viventi e accolgono
anche lo spirito, che qui è amore e salvezza di tutte.
30. Un po’ alla volta conoscono meglio padre Hendrick,
poiché dopo una sua visita da madre Anna, che significa per tutti un’ora di
festa e di gioia, ne seguono altre. Sì, padre Hendrick esprime dei desideri.
Egli ha bisogno di fiori per i suoi amici, ha bisogno di ghirlande per le nuove
case che qui sorgono e sono tenute pronte per l’accoglienza di nuovi fratelli.
Così c’è molto lavoro ma ancora più gioia. Solo una cosa manca, il buon
Guaritore Gesù!
31. Alla fine arriva il momento in cui una buona
volta, Hanny, con le sue protette, può visitare padre Hendrick e madre Anna.
Tutte promettono di essere obbedienti e molto affettuose, poiché nonostante
tutta la buona volontà, talvolta irrompe ancora l’ira o il malumore presso l’una
o l’altra, sebbene Hanny sia molto vigilante. Così partono, adornate con
magnifici fiori nei capelli e nelle cinture; ognuna reca uno stupendo mazzo di
fiori in mano, e a passo lento, vanno verso la casa dell’amore. Quando vi
arrivano, non c’è nessuno. Hanny dice: “Questo è giusto; allora adorniamo molto
bene la casa di madre Anna. Lei avrà una gioia quando vedrà il vostro amore!
Qui ci sono abbastanza ciotole e vasi, la stanza deve essere un mare di
fiori!”.
32. Come sono occupate le fanciulle, nelle quali non
si scorge nessuna sofferenza, ma solo gioia; tutto è preparato ancor più
magnificamente, finché alla fine si adempie secondo la soddisfazione di Hanny.
33. Poiché madre Anna ritarda ancora, dice Hanny:
“Venite, voi cari cuori, riposate su queste sedie; qui noi riposavamo sempre
così, e madre Anna ci raccontava tanto del grande Amore del Salvatore. Perciò
anch’io vi racconterò qualcosa, ma dovete ascoltare in silenzio e far diventare
tutto vivente”. Allora si fa un giusto silenzio. Hanny descrive come il buon
Salvatore Gesù, anche come Uomo, amava i poveri e gli ammalati, li aiutava e ne
guariva molti. La cosa magnifica però era che Egli promise di rimanere nelle
Eternità in tale Amore, finché non ci sarebbero stati più né malati né miseri.
“Guardate”, dice lei di nuovo, “guardate in lontananza, quali bellezze si
rivelano a noi, e perché? – Affinché si fortifichi il nostro cuore, e non
crolliamo quando Egli stesso verrà un giorno da noi. Dovremo diventare prima
forti abbastanza. Adesso siamo ancora troppo deboli per questo, ma vogliamo
amarLo, perché Egli ci ha salvato da tutte le necessità e da tutte le miserie.
La nostra preoccupazione dovrà essere di amare ancor di più, allora ci spetterà
anche la grande felicità. Quando pensiamo ai nostri genitori e fratelli e
sorelle, come devono vivere nel mondo pieno di guerra e odio, di sofferenza e
bisogno, e ancora molte più preoccupazioni, solo allora noi sappiamo quali
beatitudini sperimentiamo. E che cosa abbiamo fatto per queste beatitudini?
Nulla, tranne che prendere! Mammina Anna ha ragione quando dice: ‘Il vostro
prediletto deve essere Gesù: Lui compensa tutto, padre, madre, Terra e Cielo;
prima però deve appartenere tutto a Lui, allora Lui apparterrà anche a noi!’.
34. Ecco, guardate, là, paparino e mammina stanno
arrivando!”.
35. Esse balzano in piedi velocemente; Anna le ha già
notate, tutte corrono da lei, e abbracciano la madre in amore ardente.
36 “Ma, figliole, non così impetuose! Volete
dimenticare completamente padre Hendrick?”.
37. Un po’ esitanti, esse stringono la sua mano ma
Hanny dice: “Paparino, non avercela a male se abbiamo salutato mammina in
maniera così impetuosa; l’amiamo tanto, lei viene da noi anche molto più spesso
di te”.
38. “Va bene così. Hanny, sono contento di vederti,
sei diventata una figliola capace, il Salvatore si rallegrerà di te!”. A questo
punto Anna vede come le fanciulle hanno adornato la sua casa, e dice:
“Figliole, figliole, lo avete fatto magnificamente! Per una gioia così, allora
dovrò dare a ognuna un bacio. E tu, Hanny, che lo hai fatto, vieni qua: con
questo, io libero la tua fronte e tutte dovranno vedere quanto il Signore ti
ama!
39. Ecco, mia Hanny, sfavilla nell’amore per l’Amore,
splendi come una figlia dell’Amore e sii compenetrata dal Suo Spirito!”.
40. Allora gli occhi delle altre si spalancano, quando
la pietra preziosa splende nei colori più magnifici sulla fascia della fronte
della loro sorella.
41. “Ecco, figlie mie, ora venite affinché io vi porga
la ricompensa per il vostro amore!”. Quando le assistite hanno ricevuto il loro
bacio, Anna dice: “Figliole, grande è la Grazia e l’Amore del Signore; già
molti abitanti ci sono stati dati per propri nel nostro mondo, e voi dovrete
sacrificare ancora molti fiori. Presso molti di loro, i giardini sono ancora
senza fiori, ed essi devono lottare duramente con l’erbaccia. Volete voi
piantare volentieri dei vostri fiori nei loro giardini?”. Parla Hanny:
“Mammina, tutti, se tu lo desideri. Dobbiamo cominciare subito?”.
42. “Aspetteremo ancora un po’, poi potrete
cominciare. Padre Hendrick vi condurrà lì, e vi ricondurrà indietro.
43. Ora però, vediamo se vi posso offrire qualcosa.
Dopo il molto parlare, gusterete alcuni buoni frutti”.
44. Quanto piacciono, non si può descrivere, essi
provengono dai Cieli più alti!
45. Secondo i concetti terreni, le fanciulle rimangono
per alcuni giorni presso madre Anna; ma per loro, sono come brevi ore.
46. Anna vorrebbe anche descrivere le sue esperienze
di vita vissuta che lei ha vissuto con il Padre Santo, cosa che tutte
ascolterebbero volentieri ancora una volta. “Deve essere un giorno di riposo,
un sabato, poiché ciò che entra in questa casa, dovrà essere colmato per lungo
tempo dallo Spirito dell’Amore. Andate quindi di nuovo alla vostra attività,
affinché diventiate più grandi nello spirito e più ricche nell’amore”.
[Indice]
۞
Gioia
nel servire
Svolgimento
del lavoro nei giardini: pulizia e piantagione
1. Hendrick non rimane tanto a lungo; egli cerca sempre
un’occupazione, è sempre in azione, poiché “non si sa quando viene il
Signore!”.
2. Quando le fanciulle tornano a casa con canti
gioiosi, lo incontrano, allora Hanny domanda:
3. “Caro paparino, dove sono i giardini nei quali non
crescono ancora fiori? Mostraceli pure! Quale vita senza gioia devono vivere
quei poveri uomini!”.
4. “Hanny, noi lo sappiamo per nostra esperienza, ed
io desidero anche di non dimenticarlo; si potrebbe, infatti, facilmente
diventare arroganti. Nella vita terrena si dice: ‘Nulla è più difficile da sopportare,
che una serie di buoni giorni!’. Qui si vivono i buoni tempi, e si diventa così
più beati, ma la più grande beatitudine è di rallegrarsi nella gioia degli
altri”.
5. Veramente senza una salda convinzione, Hendrick va con
le fanciulle. Arrivano sulla via che conduce al nuovo agglomerato. L’ordine
della mano amorevole si è fermato, ed egli, Hendrick dice:
6. “Vedi, Hanny, anche qui ci dovrebbe essere presto
giusto ordine, perché le persone sono un po’ indietro con i loro giardini; si
dovrà avere semplicemente giusta pazienza. Esse sono qui, in questo mondo, per
mettersi in ordine, e per questo hanno bisogno di attività.
7. Due volte io ho avuto la fortuna di invitare tali
infelici, senza alcun senso per la Vita divina, e poterli anche tenere. E ogni
volta ho sperimentato una tale grande gioia, che ho avuto ardente desiderio di
dare nuovamente gioia ad altri”.
8. Risponde Hanny: “Padre Hendrick, anch’io sperimento
questo, ma quelli là non lo afferrano ancora giustamente; quante cose ci
sarebbero da fare, dove noi siamo così ricchi in beni. Guarda questi miseri
giardini, e come i suoi miseri possessori si tormentano. Ahimè, non riesco a
star qui a guardare, devo entrare una buona volta da loro!”.
9. Nel giardino, un uomo, con la sua donna, è così
immerso che non nota per nulla le molte fanciulle e Hendrick. Egli si spaventa,
quando Hanny si avvicina a lui e augura loro il saluto e la pace di Dio. Ora
vedono anche le altre, allora l’uomo si rattrista, e dice:
10. “Non è stato ancora possibile andare avanti; la
terra è buona ma c’è molta, molta erbaccia, con le sue profonde radici; e non
si riesce ad avanzare; appena si pensa di aver finito, subito spunta già nuova
erbaccia”.
11. “Non c’è da meravigliarsi, caro uomo, perché con l’estirpazione
voi lasciate cadere la semenza; guarda, raccogliete i tuberi di semenza matura
e poi estirpate l’erbaccia, allora certamente nessuna nuova semenza di erbaccia
vi toglierà la vostra gioia della vita.
12. Venite, voi amate, aiutiamo i nostri amici! Essi
sono tristi, perché il loro lavoro non porta la gioia che essi si aspettano”.
13. “Non è solo questo, ci opprime l’incertezza: dove
sono i nostri figli? Noi siamo deceduti e tagliati fuori di tutto. Dobbiamo
rimanere soli in questa casa?”.
14. Dice Hendrick: “Io posso assicurarvi che tutto
avverrà diversamente, se riconoscerete il vostro sbagliato e falso. La vostra
vita futura dipende solo dal vostro sviluppo, noi e l’eterno Dio vi vogliamo
aiutare, voi, però, dovete dimenticare la Terra. Dove sono i vostri figli, ve
lo rivelerà Dio, quando troverà il momento adatto; ma per questo è necessario
che vi rivolgiate a Lui, e Lo cerchiate.
15. ‘Vedi, Io faccio tutto nuovo’, Lui dice, ma
ognuno, deve anche farlo accadere. Osserva le fanciulle, come ti aiutano
appassionatamente! Parla con Hanny, che è l’assistente di questa schiera, e tu
sperimenterai le meraviglie di Dio. Allora non dirai più che ti opprime
l’incertezza, bensì ti renderai conto di essere nelle cure di Dio”.
16. “Tu m’infondi di nuovo coraggio! Volevo già
disperare, è semplicemente una disperazione e una miseria, ammettere che la
nostra vita terrena è stata una vita sprecata, nonostante non abbiamo avuto
nessuna vera miseria. Mi sforzerò di condurre una vita ordinata”.
17. “Fallo però con zelo”, dice Hanny, “altrimenti non
procederete nemmeno di un passo! Avete solo motivo di ringraziare. Voi,
infatti, avete avuto una vita terrena che, rispetto alla mia, era un purissimo
Cielo. Non crediate che io avrei fatto progressi senza ferrea volontà! Guarda,
tu avevi ancor sempre la conoscenza, altrimenti non saresti qui, e grazie
all’eterna Grazia di Dio e Gesù, hai già un tuo terreno. Se una volta verrai
nei nostri giardini, allora vedrai tutto ciò che è possibile all’Amore. Adopera
ogni diligenza verso di te e ogni amore verso gli altri, e sperimenterai la
gioia! Ora ci separiamo! Venite, voi care, venite, andiamo a casa! Paparino
vorrebbe andare dalla madre nella sua casa”.
18. Nel giardino è stato liberato un grosso pezzo di
terreno, allora Hanny dice: “Guardate, siete state diligenti! Presto dovremo
portare fiori e piante, altrimenti il giardino non sarà bello”.
19. Presto tutte sono premurose in questo, scelgono i
fiori che vogliono trapiantare, Hanny però dice:
20. “Siate ben parsimoniose con ciò, in molti giardini
sono necessari fiori e arbusti; ora abbiamo un compito, e lo vorremmo anche
adempiere totalmente. Possiamo andare a prenderne da Lisa e Christa: andrò a
trovarle subito”.
21. Come sono contente le fanciulle nel vedere la loro
Hanny. “Che cosa? Vuoi andare tu a prendere fiori e arbusti? Non esiste!
Veniamo tutte con te e facciamo, del giardino deserto, un paradiso”.
22. Allora dice Hanny: “Non così in fretta, dapprima
devono essere aiutate le persone. Non avete ancora visto un campo di erbaccia
così. Tutte le buone piante e gli arbusti, sono rovinati. Dovremo impegnarci
molto, allora diventerà una santa riuscita; e non dimenticate anche ceste e
frutti; i loro frutti, infatti, non sono ancora maturati nell’amore”. Ora
arrivano anche Lena e Rosel, e in loro non c’è nessun’esitazione, tutte
vogliono collaborare.
23. Con molte ceste, completamente piene con i frutti
più belli, e provviste con i necessari attrezzi, esse vanno con gioioso canto
verso il nuovo agglomerato. Hanny e Lisa davanti, le altre seguono. Presto
hanno raggiunto la prima casetta. A questo punto vengono loro incontro tre
uomini, e domandano dove pensano di andare.
24. Dice Hanny: “Siamo alla meta. Combattere
l’erbaccia, aiutare la gente a ottenere un bel giardino, affinché sperimenti la
gioia”.
25. “Va bene, ma chi vi manda?”, chiede il più
anziano.
26. “Nessuno, è solo l’amore che qui preme. Veramente
padre Hendrick non lo deve sapere, ma quelle povere persone non provano nessuna
gioia”.
27. “Voi siete delle vere bricconcelle! Un contingente
di collaboratrici così non è ancora stato visto. Per conto mio, aiutate quanto
volete; mi starà bene se le persone si metteranno in ordine”.
28. Dice Hanny: “Allora dividete voi le ragazze,
perché voi sapete quanti giardini sono da rimaneggiare. Abbiamo bisogno di
avere una panoramica, sapere quanti fiori e arbusti sono necessari; noi siamo
250 ragazze, e tutte collaborano volentieri”.
29. “Come ti devo chiamare, figlia mia?”.
30. “Io sono Hanny, e questa è Lisa”.
31. “Va bene, Hanny, io sono Gotthold, questi è
Heinrich, e questi è Johann; sono precisamente 24 giardini. Se in ognuno
lavorano dieci, ci sarà molto da ottenere, e i poveri cuori saranno molto
sollevati”.
32. Questa volta è andata veloce. Tutte sono allegre e
liete, così che i proprietari dimenticano le loro preoccupazioni e, più tardi,
si fanno dare dei frutti. Si lavora sempre di buona voglia, i mucchi di
erbaccia sono altissimi, finché alla fine Gotthold dice a Hanny:
33. “È abbastanza! Ma sarebbe bello, se ci fossero subito
anche piante sul posto”.
34. “È possibile! Ogni assistente con le sue ragazze
li andrà a prendere, e pianteranno i loro fiori e arbusti. Io mi avvio subito.
Presto saremo di ritorno. Tu però, caro padre Gotthold, puoi informare Lisa,
Christa, Rosel e Lena che io vado già a prendere piante e fiori da
trapiantare”.
35. Con la più grande celerità, Hanny e le sue
protette portano grandi ceste piene di piante e fiori, così che il giardino
ottiene subito un aspetto assai leggiadro. Le altre fanno lo stesso, così che
Gotthold dice:
36. “Quest’operazione di soccorso è riuscita
magnificamente!”.
37. Quando Hanny, con le sue protette, ha terminato,
entra nella casa data come proprietà a Friedewald e sua moglie Hulda. È
riferito molto della loro vita terrena, che Friedewald non può dimenticare.
Hanny però dice: “Io sono contenta di non doverci più pensare. Il mio lavoro,
le mie assistite mi compensano di tutto, così che il tempo terreno scompare
sempre di più dalla mia memoria. Non c’è nemmeno nulla da perdere, al
contrario: l’Eternità mi dà la più grande speranza. Solo, bisogna essere molto
attivi e diventare maturi e degni di poter dare il benvenuto al buon Guaritore
e amatissimo Padre. Allora si procederà verso l’alto, più rapidamente che
finora”.
38. Chiede Hulda: “Sorella Hanny, non hai nostalgia
dei tuoi genitori e fratelli e sorelle? Io sto quasi morendo di struggimento
per i miei figli!”.
39. “Io non più, sorella Hulda, perché qui è possibile
far loro visita. I miei genitori si rallegrano che io sia libera da tutta la
sofferenza e, redenta attraverso il nostro Signore Gesù, attraverso la Sua
magnifica Grazia. Vieni dapprima nel giusto ordine, lascia irradiare nel tuo
cuore l’Amore del Signore, affinché ne esca di nuovo amore, e potrai tu rendere
felice gli altri”. – “Si, ma come lo posso fare? Io conosco troppo poco il
Signore, non so quasi più niente di Lui. Come può irradiare il Suo Amore nel
mio cuore?”. – “Dimenticando la tua stessa sofferenza e cercando di lenire la
sofferenza degli altri. Guarda, la tua vicina porta dolore per suo figlio,
perché lui non si è mai dato pensiero per lei; portale amore, vedrai come sarà
lieta, quando sarete tutt’uno nel gioire e nell’amare”.
40. “Sì, Hanny, ma tu sei ancora troppo giovane,
conosci troppo poco la vita, perciò sei così gioiosamente pronta ad aiutare. Io
invece sono oppressa e non sono mai stata veramente lieta, tanto da dubitare
che ci riuscirò”.
41. “Ma Hulda, sorellina, come puoi dubitare, dove c’è
il Signore Gesù stesso che rende felici, liberi e lieti? La mia vita terrena è
stata, dalla culla fino alla tomba, secondo l’espressione umana, rovinata, e
proprio per questo ora posso osare di tendere la mano all’Altissimo. Al Signore
Gesù non interessa più la mia vita terrena, ma la mia vita attuale, e il mio atteggiamento
verso questa vita non Gli è insignificante. Se fosse per Lui, infatti, saremmo
tutte presso di Lui. Noi invece abbiamo ancora tanto di separante, che dovrà
aspettare, essendo Egli il solo a sapere quando tutto il separante sarà
eliminato. Pensate al vostro giardino: esso è la giusta immagine della vostra
vita interiore. Anche noi abbiamo dovuto darci un gran da fare, perché vi
prosperava ancora troppa erbaccia. Ora anche presso di voi è stato raggiunto un
grande progresso, l’Amore ha aiutato, e la Sua magnifica benedizione d’Amore si
mostrerà stupendamente in tutto!”.
42. Arrivano Lisa, Christa, Rosel e Lena con le loro
assistite, accompagnate da Johann e Heinrich, allora Hanny dice:
43. “Ora prendiamo presto congedo, e torniamo compatte
a casa; l’Amore però, vi benedica e vi renda felici completamente!”.
[Indice]
۞
Libertà
nel servizio d’amore
Dopo
il compito manuale, le ragazze interiorizzano un viaggio nello spirito – Hanny
racconta il suo, dubbioso, nella città dorata – Visita non autorizzata da
Liebegott con i suoi fratelli – La dolce sgridata da madre Anna – Hanny
giustifica con il sogno
1. Quando le fanciulle entrano di nuovo nella loro casa,
sono lietamente commosse. Tutto è ordinato nella più elegante bellezza. Dove
l’occhio dirige lo sguardo, lì c’è qualcosa che suscita il loro entusiasmo.
2. Dice Hanny: “Guardate, voi amate, quanto siamo
ricche! Potevamo offrire solo poco, e invece raccogliamo ricca gratitudine. Io
ho già controllato nei giardini, non manca la minima cosa, così propongo di
immergerci nella profondità del nostro cuore e lasciar diventare vivente lo
spirito in noi. Anche se non possiamo ancora salutare il Signore stesso, allora
ci guidi il nostro spirito fino ai gradini della Casa del Padre, che diventerà
propria a ognuno, quando tutto sarà completamente redento. Così sia fatta la
Sua Volontà, per mezzo dell’amore e della gioia!”.
3. Come sempre, le fanciulle s’immergono nel loro
interiore; c’è il giusto silenzio, e pace. Solenne come in un tempio, spira un
dolce profumo da una all’altra. Le fanciulle sono sole, ognuna per sé, come
hanno sempre fatto; nessuna si occupa dell’altra. Per i concetti umani sono
ore, per loro, soltanto minuti. Hanny è la prima ad alzarsi, ha un’espressione
pensosa sul volto, e dice:
4. “Venite, alzatevi, ho vissuto qualcosa di molto
importante! Dobbiamo andare dalla madre, senza il suo consiglio non vorrei
intraprendere nulla!”.
5. “Sorella Hanny, noi vogliamo rimanere qui”, dice
una di loro, “poiché là non troveremo padre Hendrick e madre Anna: questi sono
da Friedewald e la sua donna. Io mi sono trasferita là, nello spirito, per
ispezionare ancora una volta il mio lavoro, e ho visto come i due vi sono
entrati”.
6. “Puoi aver ragione, mia Dora, io invece sono stata
nell’eterna Casa del Padre, e non ho potuto incontrarLo”.
7. “Racconta, racconta, cara Hanny, il Padre non era
in Casa?”.
8. “Ebbene, ascoltate: mi sono trasferita nell’eterna
Casa del Padre: era troppo grande la mia brama di vedere almeno una volta da
lontano il buon Guaritore Gesù. Così sono passata dai nostri giardini e corsa
in volo in lontananza, dove contemplavo da lontano la Città dorata, con le
raggianti e scintillanti torrette.
9. Finalmente ero là, le porte erano aperte; magnifici
uomini raggianti, d’ambo i sessi, andavano nelle strade e nei giardini, i quali
erano cento, anzi, mille volte, più belli dei nostri. Gli uomini discutevano,
io comprendevo il loro linguaggio, ma nessuno si accorgeva di me. Mi sentivo
sola, nel più magnifico splendore. Contemplavo le case, le costruzioni, e ho
visitato anche un tempio di stile assai splendido, e ricco di sontuosità. Le
finestre splendevano in tutti i colori, sull’altare stava una croce fulgente;
poiché avevo ancora un mazzo di fiori in mano che volevo portare al buon
Guaritore, l’ho messo davanti alla croce, per avere le mani libere al fine di
congiungerle: volevo pregare.
10. Allora è venuto da me un sacerdote, doveva essere
molto vecchio, e ha detto: ‘Che cosa cerchi qui, figlia mia?’.
11. Io ho risposto: ‘Cerco il Guaritore Gesù, ma non
riesco a trovarLo! Vuoi tu dirmi dove Lo posso trovare?’.
12. Ha risposto il vecchio sacerdote: ‘Figliola, il
Santo Dio e Padre non è qui presso i beati, ma là, dove vivono gl’infelici; là,
Lo devi cercare. Egli viene qua pochissimo; è come se l’Eterno e
fondamentalmente Buono scarichi qui il Suo dolore, e corra via di nuovo!’.
13. ‘Nessuno vuole accompagnare il Signore sulla via
verso gli infelici?’, ho chiesto al sacerdote. Allora egli ha risposto:
14. ‘Questo luogo con la sua beatitudine è il nostro
mondo: noi usufruiamo, riconoscenti, di ciò che il Santo Dio ci ha preparato, e
ci rallegriamo quando possiamo dare il benvenuto a Lui oppure ai Suoi
messaggeri. Ma tu ritorna nel tuo mondo, forse avrai la fortuna di poterLo
accogliere una buona volta. Questi fiori però lasciali qui, in segno del tuo
amore per la croce’.
15. ‘Io tengo più al Signore che alla croce, e ti
ringrazio per la luce che mi hai dato; adesso, infatti, cercherò il Signore
presso i poveri!’. Vedete, mie care sorelle, perciò vorrei parlare con madre
Anna. Un mondo così meraviglioso, meraviglioso, ed i suoi abitanti così
insensibili! Se avremo una buona volta la fortuna di poter salutare il
Guaritore, allora non Lo lasceremo più andar via, oppure andremo con Lui. Io
penso che voi la pensiate certamente come me!”.
16. Allora c’è un giubilo, c’è un esultare, come se il
Signore fosse qui presente. Esse sono diventate una cosa sola nell’ardente
desiderio dell’Amore.
17. Dice Hanny: “Sapete una cosa? Andiamo a cogliere
dei fiori e aspettiamo la madre, oppure andiamole incontro. Essa ci potrà già
dare più chiarimenti. Io non riesco a capire perché il Padre Santo non era a
Casa”.
18. Le fanciulle preparano volentieri grandi mazzi dei
fiori più belli, poi vanno alla casa di madre Anna. Lei, infatti, non c’è!
“Niente di grave”, dice Hanny, “andiamo loro incontro. Anna ed Hendrick avranno
comunque gioia quando ci vedranno arrivare tutte”.
19. Esse percorrono la via conosciuta; ma non giungono
comunque alla meta. “Ci siamo forse smarrite?”, dice Hanny, “il paesaggio mi
sembra del tutto sconosciuto. Andiamo avanti ancora un po’: ci guarderemo
intorno e poi torneremo di nuovo indietro”.
20. Dice Dora: “Hanny, qui devono aver lavorato delle
persone, e la via non può essere stata spianata da lungo tempo, poiché vi sono
accatastati grossi mucchi di cespugli. Guarda, Hanny, là c’è una casa”. Le
fanciulle si fermano e si consultano: devono davvero andare verso la grande
casa? Difficilmente si potrà incontrare lì madre Anna. Un’altra dice: “Possiamo
andare a vederla, non abbiamo avuto nessun divieto e, chissà se è abitata”.
21. Dice Hanny: “Ebbene, allora venite, andiamo e
verifichiamo chi vi abita”. Avanzano con curiosità, il paesaggio diventa sempre
più bello; ora sono presso la casa, e un uomo viene incontro amichevolmente
alle fanciulle, e dice:
22. “Vi saluto nel Nome del santo Amore! Voi siete
certamente le figlie di padre Hendrick e madre Anna”.
23. “Sì, siamo noi”, risponde Hanny, “la nostra visita
non era stata prevista, ma è solo casuale; abbiamo intrapreso una via
sbagliata”.
24. “Ma per questa ragione siate voi tutte
cordialmente le benvenute! Chiamo la mia gente che è in fondo al giardino, si
rallegrerà veramente”.
25. Egli prega insistentemente le fanciulle ad entrare
in casa, che è molto spaziosa, poi chiama nel giardino: “Venite, gente, abbiamo
visite!”.
26. “Io sono fratello Liebegott; abbiamo costruito noi
questa casa, ci serve per il riposo e per la contemplazione. Era un vero luogo
deserto, quando abbiamo cominciato qui, ma il Signore ha ricompensato il nostro
zelo. Ora è veramente bella”.
27. “Io sono sorella Hanny, e queste ragazze sono mie
assistite. Tutte sono arrivate al punto da non ricadere più nella loro vecchia
sofferenza, e accolgono a poco a poco il nuovo spirito di Vita”. Entrano le
persone, la loro espressione è lieta. Chissà da quanto tempo non hanno visto un
volto gioioso. Allora Liebegott dice: “Salutate le care ospiti, esse sono le
figlie di madre Anna, della quale io vi ho riferito molto”.
28. Il saluto è maldestro, Hanny subito nota che i
fratelli non sono liberi, nonostante la gioia che manifestano. La stanza è
pulita; ma qui non c’è nemmeno un singolo fiore, oppure, qualcosa che possa
deliziare l’occhio. Allora dice Hanny:
29. “Voi sorelle, adornate pure con i vostri fiori
questa stanza, affinché anche i fratelli abbiano un po’ di gioia. Qui proprio
non mi piace: non c’è amore”.
30. Dice Liebegott: “Sorella, che cosa intendi? Ho
mancato io in qualcosa?”.
31. “Fratello, il tuo nome non si adatta a te. Tu,
infatti, non devi solo essere ammonitore, ma anche portatore di questo spirito.
Se osservo i tuoi fratelli, ripenso alla vita nel sanatorio. Mi viene freddo al
solo pensiero. Anche questi tuoi fratelli hanno vissuto là quella vita
miseranda, c’era certamente disciplina e ordine, ma nessun amore. Hai già
provato una volta con il vero amore?”.– “Ma, sorella Hanny, la mia gente lavora
attivamente, è volenterosa e lieta di vivere una vita nella soddisfazione e
nella sicurezza, non ho il minimo motivo di lamentarmi”. – “Potrà essere,
fratello Liebegott, ma ai fratelli, manca la cosa migliore e più bella: l’amore
per il Signore e Guaritore Gesù. Guarda le mie sorelle, anch’esse sono compagne
del sanatorio come i tuoi, parla con loro, oppure ancora meglio, vieni a
visitare noi e i nostri giardini. C’è differenza come dal giorno alla notte.
Chiedi alle mie sorelle di Gesù, della Sua vita e della Sua esistenza, ti
stupirai della loro conoscenza. Esse amano innanzi tutto il caro Guaritore con
una passione ardente, e Lo vorrebbero avere presto una buona volta in mezzo a
loro. Come stanno invece le cose, presso di te?”.
32. “Sorella Hanny, hai ragione! Io stesso non sono
ancora all’altezza di poter riferire molto di Gesù. Da dove dovrei anche averne
conoscenza?”.
33. “Ma, fratello, tu eri certamente cristiano nella
vita terrena. Adesso, nell’Eternità, dovresti arrivarci da te stesso, che una
vita senza l’amore per Gesù è solo una vita a metà. Oltre ciò, ci hai salutato
nel nome dell’Amore di Gesù. Posso parlare una volta ai fratelli?”.
34. “Volentieri sorella, e io sarò il più attento”.
35. I fratelli si sono tutti seduti, come sempre
mangiano. Le fanciulle, poiché non ci sono vasi, hanno legato i fiori in un tralcio,
e formati nella parola ‘Gesù’. Ora stanno in semicerchio, e Hanny dice:
36. “Venite sorelle, prima cantiamo ai fratelli una
canzone sullo splendore del Sole e dell’Amore”. Allora risuonano le chiare
voci: “O cara dorata luce solare, penetra profondamente nei nostri cuori, ecc”.
37. Oh, come si stupiscono i poveri fratelli! Essi non
hanno ancora mai sentito qualcosa di simile. Liebegott è commosso fin
nell’intimo.
38. Quando hanno terminato, dice Hanny: “Fratelli
miei, io ringrazio il nostro Guaritore Gesù, perché con le mie sorelle ho
potuto preparare a tutti voi questa gioia. Sì, io non potrei mai più stare
senza questa gioia che ricevo dallo Spirito d’Amore di Gesù. Anch’io, come le
mie sorelle, eravamo escluse dalla felicità, la nostra vita non era vita, era
un vegetare come quello di un animale. Ora però Gesù, l’affezionato Salvatore e
amorevole Padre, ha formato la nostra vita diversamente, togliendoci dalla vita
terrena e ponendoci in una libera esistenza. Noi lo abbiamo compreso: tutto ha
solo mezzo senso senza Gesù, solo mezza felicità! Senza il Suo Spirito d’Amore,
non abbiamo ancora la vera beatitudine, e Lui stesso ci manca ancora per la
nostra felicità, perché non siamo ancora abbastanza mature. Madre Anna, quale
angelo beato, è la nostra custode, lei stessa mi ha detto: ‘Non Lo vedrai prima
che tu sia matura!’. Questa perciò non è delusione ma gioia anticipata, un
presentimento della veniente felicità, cosa che ci sprona a diventare, sempre
di più, Amore. Vorrei donare la felicità anche a tutti voi, ma io sono solo una
debole ancella dell’Amore. Qualcosa però potete già fare: amarvi giustamente,
eliminare dal cuore tutto ciò che è stato portato qui dall’altra parte. Pensate
che il buon Guaritore Gesù vuole erigere la Sua dimora nel petto di ogni uomo.
Cominciate ad avere ardente desiderio di Lui, Cui dobbiamo così tanto, allora
entrerà gioia in voi! Io so: vi rallegrate del vostro lavoro nella quiete in
cui vivete, ma questo non è nulla in confronto alla gioia che ci dona Gesù.
Egli pensa sempre di rallegrarci, e questo, io e le mie sorelle lo abbiamo
riconosciuto, perciò il nostro ardente desiderio è solo: Gesù, e di nuovo,
Gesù.
39. Non potreste anche voi decidervi, e cominciare ad
amare Gesù? Egli ci ha da lungo tempo amato, e ha scritto i nostri nomi nel Suo
Cuore. Perciò anche il Suo Nome deve essere scritto nel nostro cuore e
splendere come un sole. Guardate questi fiori, essi ci esprimono il Suo Nome;
tenetelo stretto per la vostra salvezza ed eterna beata esistenza”.
40. Dice Liebegott: “Oh, sorella Hanny, è impossibile
tu possa aver detto queste parole da te stessa, è un miracolo sperimentare
questo. Ma non ci hai ammonito invano. Sì, cercheremo di amare Gesù! Non
penserete d’ora in poi anche voi così, cari fratelli?”.
41. Allora esplode un giubilo che non finisce, poi
Hanny dice: “Fratello, non è questa la ricompensa migliore che adesso ricevi?
Ora hai conquistato i fratelli, e ti sarà portato amore. Come ringraziamento,
nel tempo più prossimo, noi adorneremo il vostro giardino con fiori, affinché
anche il Signore Gesù possa rallegrarsi, quando verrà da tutti voi. Tu
sperimenterai la gioia proveniente dall’Amore. E ora vogliamo separarci,
esteriormente. Interiormente rimarremo uniti attraverso l’Amore per Gesù”.
42. Per la commozione, Liebegott quasi non riesce a
parlare, ma un fratello dice: “Oh, rimanete qui, siete così belle; quando
sarete lontane diventerà di nuovo buio”.
43. “Questo non può essere, fratello mio! Noi dobbiamo
curare i nostri fiori, e dobbiamo essere diligenti, per rendere belli i nostri
giardini. Ritorneremo, voi però dovrete diventare ben amorevoli, e pensare
sempre che anche al buon Salvatore, quando una volta verrà, dovrà piacere stare
presso di voi”.
44. Allora tutti si rallegrano, e un altro dice, con
occhi imploranti: “Cantate ancora un canto, era così bello, così bello!”.
45. Allora tutte le fanciulle cominciano a cantare:
Quando il
Salvatore, il nostro Salvatore appare come Padre,
e i figli, e i
figli allora intorno a Sé riunisce,
oh, allora ci
rallegreremo e beati diventeremo,
perché il
Salvatore, Padre nostro, da noi scende volentieri
e il Padre, il
nostro Gesù, con noi vuol esser felice.
46. Ora è finita con i fratelli affamati d’amore. Si
abbracciano ed esclamano: “Diventeremo figli, diventeremo figli!”.
47. Liebegott li vorrebbe calmare, ma Hanny dice:
“Fratello, lasciali stare, l’amore prorompe! Vedi? Doveva essere risvegliato.
Esseri come noi, dove ogni sofferenza era accumulata, hanno bisogno di una
sveglia vigorosa: lasciali in quest’amore, anzi incoraggialo, e vedrai le
meraviglie dell’Amore, come il mio sviluppo è anche una meraviglia dell’Amore.
Io non ho fatto altro che seguire i consigli che mi ha dato la sorella Martha.
Afferrato con la più grande fatica, ma afferrato; ora sono compenetrata dal
fuoco del Suo Amore e questo aiuta sempre di più. Adesso dobbiamo separarci nel
Nome di Gesù, però lasciamo qui il nostro amore!”. – Qual parlare è sulla via
verso casa, e le fanciulle sono completamente colme di gioia, ma Hanny dice:
“Se solo la madre non fosse a casa, perché questo è stato solo un lavoro a
metà. Ora abbiamo dato speranza ai fratelli, ed essa avrà un’infinità di
dubbi”.
48. Come, infatti, giungono nelle vicinanze della
casa, sono anche già notate da padre Hendrick. Allora le fanciulle volano lì, e
vogliono salutare la madre. Lei però è assolutamente seria, e dice:
49. “Ma che aspetto avete, che cosa vi è capitato di
esaltante? Vi devo rimproverare! Come potete preparare dei giardini così pieni
di meraviglie? Non sapete che il Regno dei Cieli ha bisogno di violenza, per
essere reso bello?”.
50. Dice Hanny: “Mammina, non essere così seria! Ti
rallegrerai certamente come noi; oppure avresti preferito che i fratelli
fossero rimasti all’inizio? Noi li abbiamo aiutati solo a superarlo. Ora per loro
è più facile: infatti, distribuire solo fiori, non è ugualmente un sacrificio
dell’Amore?”.
51. “Hanny, figliola, avresti però potuto dirmelo,
allora sarei venuta con voi. Perché in quelle persone c’è ancora molto spirito
mondano. Devi stare attenta”. – “Ahimè, madre, se ci stai rimproverando, allora
sgridaci forte, perché veniamo da Liebegott e dai poveri fratelli. Là, abbiamo
provocato un incendio del fuoco dell’Amore”.
52. “Sono senza parole, figliola: io ho la
responsabilità su di voi, e tu vai così libera e lieta nel campo di quelli che
hanno bisogno ancora di grande purificazione, là dove io stessa, non mi
arrischio andar da sola!”.
53. “Nemmeno noi eravamo sole, madre, perché il buon
Salvatore era con noi! E non ero ancora mai stata così libera e lieta: sentivo
in me una gioia, e nessuna paura”.
54. Dice Anna a Hendrick: “Ebbene guarda, fratello
Hendrick, ora Hanny ti ha prevenuto, poiché è compito tuo guidare i fratelli in
una maggior conoscenza”.
55. “Sai, cara Anna”, risponde Hendrick, “ora potrei
sbagliare, a causa tua; tu sei l’Amore stesso e l’angelo buono di tutti noi, e
adesso non ti piace il corso d’amore di Hanny. Questo me lo devi spiegare!”
56. “Sì, Hendrick, è la preoccupazione per le fanciulle.
Esse non sono ancora molto salde per dare sostegno e aiuto ai fratelli malati e
smarriti, devi comprendermi”.
57. “Certo, Anna, ma guarda come sorridono della tua
paura! Essa è certamente superflua”.
58. “Hendrick, sii prudente! Ricorda sempre che ancora
molto di ciò che è stato portato qui dalla vita terrena, è una forza che non
può essere spinta via. Il Signore non inutilmente dice: ‘vegliate e
pregate!’.”.
59. “Mammina”, aggiunge Hanny, “io ho anche promesso
ai poveri fratelli di adornare, con le sorelle, i loro giardini, e tu
certamente lo permetterai! Voi due verrete con noi. Oh, siamo felici di aver
portato gioia!”. – “Mi rallegro con voi, figliole, ma ...”.
60. “Nessun ma, mammina! Prima ero là, nella
meravigliosa Casa del Padre, gli uomini erano belli. Le loro case, i loro
palazzi, indescrivibili. Il tempio un’opera d’arte, ma loro non badavano a me,
che ero semplice. Di amore non ho sentito nulla, e la cosa peggiore era che il
Padre Santo non era a Casa. Egli sarebbe stato dagli infelici, così mi disse il
sacerdote. Allora in me è sorto un impulso di cercare anche il Padre, non
importa dove. Là, in mezzo ai beati, io ero insoddisfatta, e presso i malati
ero invece beata. Dimmi mammina, come mai questo?”. –
61. “Perché tu hai accolto l’Amore. Ora non temo più
per te, figliola mia! Agisci del tutto liberamente in quest’Amore, e presto
sarai matura per cose più grandi. Disponi tutto, affinché i tuoi fratelli in
attesa non siano delusi”.
[Indice]
۞
Ritorno
da Liebegott con padre Hendric – Buona missione d’aiuto ai disturbatori e a
Gregor. – Incontro con un Ospite, ma è riconosciuto da Hanny. – Preparazione
del Natale: canti, buona uva, … e l’Ospite è presentato alle amiche. – Il caro
Gesù le ricompensa con casa, giardino, nuova vita, vestiti, e compiti promessi.
1. Hanny corre con le sue amate verso la loro casa e il
loro giardino, in cerca dei fiori più belli, di arbusti e cespugli. Come sono
tutte beate ed entusiaste di rendere bello e produttivo il giardino ai poveri
fratelli, i quali hanno dovuto portare anche la pesante sofferenza terrena!
2. Dopo un gradevole riposo e spiritualizzazione,
tutte prendono piante e frutti maturi, e si recano da madre Anna per portarla
con loro nella più bella opera d’Amore. Non c’è però nessuno, le stanze sono
vuote, e nessuna traccia di padre Hendrick, allora Hanny dice:
3. “Perché aspettare ancora? Venite, andiamo lo
stesso, perché i fiori e le piante devono essere piantati nel terreno”.
4. Giunte là, cominciano subito a piantarli. Nel suo
zelo, Hanny non si accorge che là ci sono anche padre Hendrick, madre Anna e,
con loro, un affabile uomo. A una chiamata lei corre veloce, saluta i tre, e
viene a sapere che l’altro sarebbe il giardiniere.
5. Questi dichiara la sua gioia per l’amore e lo zelo
di Hanny.
6. I tre rimangono finché le fanciulle hanno piantato
tutte le piante e tutti i fiori, poi vanno in casa dai fratelli.
7. Tutti i frutti che Hanny ha fatto portare, sono
benedetti da Hendrick, distribuiti e consumati con gioia.
8. Si trattengono solo un breve tempo, poi ritornano
insieme alla casa dell’Amore.
9. Madre Anna dice: “Hanny, porta le tue assistite alla
giusta quiete, poi vieni da me e dal nostro caro ospite; porta però con te
Lisa, Rosel, Christa e Lena”.
10. È bello e silenzioso, intorno al caro ospite, il
quale parla molto a Hendrick, Johann e Heinrich, e istruisce anche Hanny sullo
struggimento che il Padre Santo porta in Sé per tutti i figli Suoi.
11. Ora tutti sono disturbati nella loro quiete da
nuovi forestieri che vogliono causar del male a Hendrick.
12. Quando Hendrick va da questi disturbatori della
pace, Hanny, presa da interiore impulso, prega di poter essere con lui, ed è
esaudita.
13. Poiché presso Hendrick si trova un tizio che si è
separato dai disturbatori della pace, c’è molto chiasso. Un buon pane, e parole
ancora migliori, sono riusciti a convertirli, eccetto costui, di nome Gregor.
Ora Hanny lo vuole conquistare, cosa che anche le riesce con l’aiuto di Dio.
Quando quest’opera di soccorso è terminata, e Hanny ritorna da madre Anna,
l’ospite sta giusto per andarsene, dopo aver accompagnato le cinque fanciulle
alla loro casa e visitato i loro giardini.
14. Le assistite hanno fatto buoni progressi, e i
giardini sono nelle migliori condizioni, perciò Egli è assai soddisfatto, e non
lesina con la lode, promettendo di ritornare.
15. Hanny gli si attacca, mentre le sue assistite si
dedicano ancora alla quiete. Lo accompagna fino alla porta, ma lui osserva:
16. “Mia Hanny, è bello che tu voglia accompagnarmi,
ma non ce n’è bisogno, poiché posso separarmi da voi in una maniera più
leggera. Io però ti dico: tu hai dato una grande gioia al mio cuore, perché hai
portato Gregor all’intendimento”.
17. “Oh, gioco di mano, caro fratello, dove nel nostro
Salvatore Gesù abbiamo un aiuto così meraviglioso. Senza il Suo aiuto,
certamente, non sarebbe venuto fuori nulla! Ma dimmi, carissimo fratello: non ti
piace proprio da noi? Perché te ne vai così in fretta? Vieni nella nostra casa,
ti prego di cuore, e benedicila. Mi sembra come se questo manchi ancora nel
nostro lavoro, nella nostra felicità”.
18. “Più tardi, Hanny, devi aver pazienza! Non dire
nulla, il Signore conosce tutto: il tuo amore, la tua aspirazione e, come hai
già detto oggi, il desiderio ardente”.
19. “Ma ciò nonostante non riesco a portare alla calma
il mio cuore! Sulla Terra sono quasi morta per la sofferenza, e qui non posso
quasi continuare a vivere per lo struggimento. Aiutami! I tuoi occhi mi
rivelano che mi puoi aiutare”.
20. “Allora vieni al Mio petto, Hanny, e prova, come
ogni battito di polso ti rivela che Io ti amo!”.
21. Allora lei Lo stringe strettamente. Lacrime di
felicità sgorgano copiosamente dai suoi occhi. Con ogni respiro lei prova che
qui c’è un Cuore, in cui pulsano solo Amore e Dedizione.
22. Alla fine si calma, poi dice: “Finalmente Ti
tengo, e ogni struggimento è quietato. Sei Tu stesso, e mi hai liberata, mio
fedele Gesù! No, non dire nulla, Sei Tu, e non potrei amare nessun altro e
servirlo, e se dovessi morire, io non Ti lascerò più. Tu, infatti, sei il più
ardente struggimento della mia vita. Oh, quanto mi sento leggera adesso! La Tua
Parola si è adempiuta. Dobbiamo essere liberi, e attraverso di Te io lo sono
finalmente diventata.
23. Oh, tu, miglior Salvatore Gesù, poiché ora sono
libera da tutto, adesso dico: vieni assai presto nella Tua Casa che Tu mi hai
dato come patria, e compi la Tua Opera anche nelle mie sorelle”.
24. “Volentieri, Hanna [Hanny], quando il tempo sarà
compiuto, e non un minuto prima! Avrei potuto dire: ‘prendiMi, Io sono Colui
che tu ami!’, ma lo dovevi provare da te stessa, perciò, Mia prediletta, non Mi
tradire. La tua bocca dovrà tacere, solo il cuore potrà sentire e percepire.
Quando anche le tue sorelle raggiungeranno il giusto grado di maturità, allora
sarò Io che porterò loro il pieno adempimento. Ora voglio stringerti al Mio
petto, e questo bacio è il sigillo che nulla ci potrà più separare. Rimani nel
Mio Amore e nello Spirito Mio, allora sarai figlia Mia per sempre!”.
25. Hanny torna nella sua casa come in un sogno. Le
fanciulle sono ancora nella loro quiete. Lei si siede adagio sulla sua poltrona
a spalliera e sogna del suo Gesù.
26. Madre Anna ha degli incarichi. È Natale, la festa
dell’Amore, deve unire tutti. Le cinque la devono abbellire con le loro
assistite, e qui c’è molto da imparare. Madre Anna porta il materiale: la
nascita di Gesù e le sue apparizioni con gli angeli; l’amore genera forze.
Madre Anna è raggiante, le figlie non hanno solo compreso, bensì vivono per
questo compito. Hanny invece cura i suoi grappoli d’uva per il suo Prediletto,
il Salvatore Gesù. Lei sa che nel giorno del Suo compleanno terreno, Egli li
riceverà dalla sua mano, e nella sua gioia anticipata pregusta la più grande
beatitudine.
27. Padre Hendrick porta a tutti gli inviti per la
santa festa dell’Amore, solo gli ultimi, Gregor e compagni, dovranno essere
esclusi. Johann e Heinrich hanno una posizione più difficile, ma promettono di
essere presenti.
28. All’ora stabilita, tutti arrivano alla casa
dell’Amore, dove è tutto preparato a festa per l’accoglienza di sorelle e
fratelli. Le fanciulle intonano in saluto un inno di giubilo, poi si fa
silenzio. Madre Anna dice:
29. “Fratelli e sorelle e voi figliole, l’Amore ha
chiamato e voi avete risposto. Purtroppo non potevano essere invitati tutti, a
causa del loro sviluppo. Così, nel Nome del Signore, diamo inizio alla nostra
festa, onorandoLo così come abbiamo fatto nel paradiso. Trasferitevi prima nel
vostro interiore, visitate i vostri cari nella valle di lacrime, poi correte
nel luogo, dove i vostri corpi o ceneri vanno incontro alla putrefazione. Tra
un’ora di tempo terreno vi chiamerò”.
30. Quando il tempo dato è trascorso, Anna dice:
“Figli, ora intonate al Signore un inno di giubilo”.
31. Allora echeggiano le limpide voci. Un giubilo e
un’esultanza scaturiscono dal loro cuore e si propaga nel cuore degli altri.
Poi vengono Lisa, Christa, Hanny, Lena e Rosel, e interpretano la nascita di
Gesù, il giubilo e l’annuncio degli angeli che madre Anna ha insegnato.
32. Esse cantano:
OnorateLo,
perché magnifico su tutto è nel Santuario,
promuovete
tutt’intorno sulla Terra pace e benvolere.
Sia ogni
contesa pareggiata, ogni ostilità annullata.
Natale,
Natale, spalancate le porte,
raddrizzate
le vie.
Gli altri:
Aperto il Cielo noi vedremo
la
Parola eterna noi comprenderemo,
il
Fanciullo santo riconosceremo
e, presi
dall’amore, col Suo nome Lo chiameremo.
Col
beato nome GESU’ CRISTO,
nel
quale è rinchiusa la salvezza nostra.
33. Le cinque:
Guardate la mangiatoia, là giace come
Pargoletto nato,
venendo
dal grembo del Padre, eletto come Salvatore.
ben
umile, giace Lui come Fanciullo piangente,
per
tutti coloro che sono malati e perduti, sofferente.
Gli altri:
Perciò vogliamo essere tutti felici,
perché
Dio vuole essere Padre nostro,
e che il
buon GESU’ CRISTO
è ora
nostro Fratello diventato.
34. Durante questo canto, arriva il Giardiniere e si
mette tra Anna e Hendrick.
35. Hendrick dice: “Per la stupenda festa manca ancora
solo il Signore, il nostro stesso amato Gesù. Vogliamo ben sforzarci di amarLo,
così che Egli possa presto essere qui. Il nostro caro fratello però è però con
noi. Sii cordialmente il benvenuto, e rimani qui, il più a lungo possibile.
36. Voi, figliole, portate ora tutti i vostri frutti,
e i grappoli d’uva che il vostro amore ha fatto maturare; fortificatevi e
saziatevi, affinché diventiate tutte gioiose e quanto mai viventi.
37. E Tu, Padre Santo, quieta Tu il nostro
struggimento, come le figliole quietano la nostra fame. Il Tuo Amore sia la
nostra vita, finché Tu porterai piena Redenzione”.
38. Allora ben cento fanciulle distribuiscono i loro
frutti tra i presenti. Hanny però va da Hendrick, Anna e il Giardiniere, e vuol
dire qualcosa. Allora il Giardiniere mette il dito indice sinistro sulla bocca,
e accetta un grosso grappolo d’uva che Hanny Gli porge. Poi anche Anna e Hendrick
ne ricevono uno, ed Hanny dice:
39. “Lasciateci ben ringraziare per quest’amore che
noi teniamo come dono nelle nostre mani, affinché il nostro cuore si colmi del
Suo Spirito il Quale ci chiama così volentieri figli Suoi. Tutto il passato è
svanito, lo abbiamo appreso con la nostra visita nel terreno; ora apparteniamo
alla nuova Vita che Lui, come Gesù, ci ha dato. Perciò a Te, o Padre Gesù, Tuo
deve essere tutto il mio amore per adesso e per ogni tempo. Salute, Gesù!”
40. Oh, quanto sono buoni i magnifici frutti, come
risplendono gli occhi. Tutti vorrebbero giubilare, ma non osano. Allora
Hendrick dice: “Voi cari, rendetevi tutti liberi, la parte solenne della festa
è passata, e la seconda parte non deve ancora finire; rallegratevi e gioite
tutti, guardate le case e i giardini, prendete confidenza con tutto, e chi vuol
tornare a casa, può andare”.
41. Allora Hanny va ancora una volta dal Giardiniere e
parla a lungo con Lui, poi raduna le sue ragazze, parla con loro, e se ne vanno
insieme verso casa: il giardiniere ha promesso di far loro visita. In tutta
fretta la casa è adornata, qualche fiore ottiene ancora un altro posto, e un
cesto con i più stupendi grappoli d’uva è messo sul tavolo.
42. Hanny nel frattempo guarda sempre lungo la via, e
finalmente Egli arriva a passi lenti, contemplando i fiori a destra e a manca.
Lei Gli corre incontro e, in un istante, giace al Suo petto. Poi dice:
43. “Padre, caro Padre, poiché sei qui, entra nella
Tua Casa! Tutte Ti aspettano col più grande struggimento!”.
44. Le fanciulle si stupiscono che Hanny sia così in
confidenza con Lui. Lei Gli prepara la sedia a spalliera, tutte Gli si siedono
in semicerchio intorno; Hanny, ai Suoi piedi.
45. Ora Egli riferisce della Sua gioia per loro, loda
il loro zelo e il loro amore, poi i fiori e i frutti; questi, infatti, sono la
vera immagine del loro cuore. Poi domanda se esse vogliono rimanere sempre qui,
oppure andare verso una sfera d’azione più grande.
46. Parla Hanny: “Oh, Tu Padre mio, mio Salvatore! Tu,
Tu mi hai ordinato di tacere davanti alle mie sorelle. Io però non ci riesco,
perché vorrei veder quietato ogni struggimento. Non posso più stare zitta. Voi
amatissime, venite tutte, venite! Questi è il nostro Padre stesso, che ha
degnato della Sua presenza la nostra casa. Venite, dateGli il benvenuto come
nostro Padre e Redentore, e siate certe, Egli non vi respingerà”.
47. Allora tutte fanno ressa intorno a Lui, ed Hanny
si mette da parte, per lasciare che Egli accolga su di Sé una tempesta d’amore.
48. “Ma, figliolette Mie, non siate così impetuose! Se
Io non vi amassi così, non sarei qui. Ora la vostra gioia è perfetta, e anche
nel Cielo c’è gioia per voi. Non dovete però mollare, bensì rendere in voi il
Mio Amore sempre più perfetto. Io potrei trasferirvi in un Cielo, le cui
bellezze vi abbaglierebbero, ma non sarebbero l’immagine del vostro amore.
SiateMi fedeli, ma siate anche fedeli reciprocamente, e siate sicure: Io vi
amerò sempre come figlie Mie. Se avete un desiderio, esprimetelo! Adesso sono
presso di voi, esprimetelo, affinché Io lo possa adempiere!
49. Hanny si fa avanti, e dice: “Caro Padre e miglior
Salvatore, lasciami qui e dammi nuovi malati, malati che io posso preparare per
Te e per la Tua Opera; le mie sorelle invece amano i fratelli presso Liebegott.
Potrebbero essere là servitrici dell’Amore, del Tuo Amore, e raggiungere così
la loro maturazione?”.
50. “Cara Hanny, non rifiuto la tua preghiera, ma
innanzi tutto è ancora necessaria una scuola tramite Anna. Ma perché vuoi
ottenere con preghiere nient’altro che solo un lavoro difficile? Il tuo
desiderio è adempiuto, i malati sono sulla via verso di te, e troveranno posto
nella tua casa, la quale ora sarà ancora una volta tanto grande internamente”.
51. “Oh, Padre mio, ora va bene, sono così colma di
gioia! Ti devo ancora una volta abbracciare, e dovrai sopportare la mia gioia,
giacché mi hai reso felice ed enormemente beata”.
52. Dopo avere stretto il Signore così forte al suo
cuore, e averLo abbracciato a cufficienza, Anny Gli porta ancora una volta dei
grappoli d’uva, e Lo prega di mangiarli.
53. Il Padre però domanda: “Figlioletta, l’uva è per
tutte, e adesso deve essere doppiamente buona. Io voglio ricompensare il vostro
amore!”.
54. Allora diventano tutte completamente felici, uno
splendore s’irradia da loro, davanti ai loro occhi scorrono degli avvenimenti.
Ora tutte sanno che solo attraverso la loro via crucis, potevano raggiungere
questa chiarezza. E l’uva ha un sapore che è indescrivibile! Esse vorrebbero
esplodere in un giubilo, ma il Padre Santo dice:
55. “Figliolette, figliolette, moderatevi, questo è
solo un inizio della vostra beatitudine! Ora andate prima fuori, ispezionate i
vostri giardini, ispezionate la vostra casa, e solo dopo potrete dirMi se Io
non ho compensato tutto ciò che vi doveva la vita terrena”.
56. Allora le fanciulle corrono fuori, Hanny però
rimane, e dice: “Io lo so, mio ottimo Padre, che Tu puoi donare bellezze su
bellezze, ma io preferisco Te, perciò rimango qui. Quando sarai andato via dai
poveri e dagli ammalati, avrò abbastanza tempo e occasione per ammirare il Tuo
dono. Invia molti malati da me; sarà questo il dono più grande!”. Le fanciulle
ritornano precipitosamente, e dicono:
57. “Hanny, Hanny, che meraviglia. Non riconosciamo
più i nostri giardini, ora abitiamo in una casa completamente diversa: è più
grande per lo meno dieci volte!”.
58. “Benissimo, allora potranno trovarvi posto anche
cento volte tanti, e ancor di più; il nostro caro buon Padre e Salvatore ce la
riempirà, e spero che collaboriate tutte!”.
59. Il Signore si alza, esortandole: “Figliolette, non
esiste nulla di più santo della Vita! Ora avete ricevuto una pregustazione del
Cielo, ma non può sempre rimanere così, poiché da voi deve essere scacciato
ancora molto, molto del vecchio spirito dell’io. Il mezzo migliore è l’amore e
la cura dei poveri e degli smarriti: quanto più grande diventerà il vostro
amore, tanto più grande sarà la vostra forza. Quanto più maturo sarà il vostro
amore, tanto più grande diventerà il vostro mondo. Vedete, quanto felice sono Io
tra i figli dell’Amore! Il Mio Amore però Mi spinge dai poveri, dai malati e i
non redenti, perciò non posso rimanere tra voi, ma vi devo nuovamente lasciare.
Voi però avete gettato il ponte che porta al Mio Cuore, desiderando dare gioia
e di nuovo gioia. Non mollate! Se credete che la vostra forza non basti, allora
chiamateMi, e non con la bocca, bensì col cuore. Così avrete la Mia benedizione
d’Amore. E tu, mia Hanny, ora dovrai ricevere un’altra veste, corrispondente al
tuo amore interiore. Siate tutte felici nel Mio Amore, e ancor di più attive
nel Mio Spirito, affinché il Cielo vi si dischiuda completamente”.
60. Ancora una volta a ognuna Egli porge la mano, poi
si fa condurre fuori da Hanny.
61. Quando lei ritorna dalle altre, esse dicono:
“Hanny, non ti sei ancora vista? Guardati! Tu splendi come il Sole”.
62. “Oh, ragazze, non parlatene! Presto anche voi
splenderete ancora di più, quando diventerete veramente viventi nell’Amore.
Siete ora finalmente soddisfate, con il nostro Guaritore Gesù?”.
63. “Oh, Hanny, non ci saremmo arrivate, se tu non ci
avessi aiutato in questo. Dicci: come hai saputo che Egli è il nostro Salvatore
Gesù?”.
64. “Sì, qui non c’è niente da spiegare, non potevo
più far tacere il mio cuore! I Suoi occhi tradivano ciò che la Sua bocca doveva
tacere! – Ma ora dobbiamo essere ben sagge: il nostro Gesù ha piena fiducia in
noi, vogliamo rimanere completamente nel Suo Spirito e non chiacchierare così
della scuola. Come Egli non ci poteva dire: ‘Io sono il Padre, il vostro
Gesù!’, così anche noi non dobbiamo dire a nessuno: ‘Egli è il Signore!’, ma
dovranno accoglierLo i loro cuori e, altrettanto, rivelarLo. Ora ispezioniamo
la nostra casa; io sospetto che avremo nuovi arrivi”.
[Indice]
۞
Nuovi
compiti – nuove beatitudini
La
casa si trasforma per contenere le nuove arrivate. – Buon servizio di Hanny e
Lisa. – Ogni gesto d’amore produce cambiamenti al mondo esteriore. – Una prova
per Lisa che riconosce il Salvatore.
1. Tutte vanno in giardino, la gioia e l’entusiasmo non
hanno fine. Ecco che Hanny vede arrivare madre Anna e padre Hendrick. Corre da
loro veloce, ed è affettuosamente abbracciata da Anna, la quale dice:
2. “Hanny, è quietato ora ogni struggimento? Le altre non
sono così felici come lo sei tu, perché i loro cuori non hanno ancora
riconosciuto Gesù. Tu però di nuovo sarai posta dinanzi a grandi compiti: nella
tua casa, infatti, sono state alloggiate nuove malate completamente povere e
smarrite. Due messaggeri di Dio ti aspettano, e vorrebbero terminare la loro
missione”.
3. “Ma dove, madre? Io non le ho viste!”.
4. “Sì, figlia mia, sono state alloggiate nella tua
casa, al piano superiore. Le curerai con Lisa, fintanto che potranno essere
guarite. Lisa ha già delle direttive, ecco che arriva. Vai ora nel nome del
santo Amore alla tua opera, allora traboccherà per tutti una meravigliosa
benedizione”.
5. Lisa arriva, e dice: “Hanny, posso lavorare insieme
a te? Hai tu già visto le ammalate?”.
6. “Non ancora, Lisa, ma affrettiamoci e andiamo da
loro, affinché i messaggeri di Dio siano liberati dal loro dovere. Madre Anna,
non vuoi venire con padre Hendrick?”.
7. “Non ancora, Hanny, ma verremo presto”.
8. Le due fanciulle raggiungono a passo veloce la loro
casa, e salgono la scalinata, che prima non c’era. Di sopra c’è una piccola
anticamera. A Hanny tutto sembra così conosciuto! Entrano, aprono le porte e,
sorpresa, guardano nella sala; è come se Hanny dovesse svenire: si trova nella
sala superiore del castello Colditz. Lisa dice alcune parole, allora Hanny si
riprende. – Davanti a lei s’inchinano due angeli, e uno dice:
9. “Sorella nel Signore, il nostro Dio, l’eterno
Amore, ordina di alloggiare queste sessanta malate nella casa dell’Amore. È
avvenuto secondo la santa Volontà del Signore; altro non ci è stato dato. Noi
stiamo dinanzi ad un rompicapo: ci chiediamo come voi due riuscirete a
padroneggiare queste pericolose malate, poiché noi, solo col nostro potere, e
la forza di volontà, siamo riusciti ad adempiere un tale dovere”.
10. “Vi ringrazio, magnifici messaggeri e servitori di
Dio”, risponde Hanny, “è stato un nostro particolare desiderio rivolto al
Signore stesso, poter curare queste malate. Esse sono sorelle mie, tra le quali
io ho vissuto. Come l’eterno Amore ha trovato i mezzi per farmi guarire, così
anche noi, attraverso la Grazia del Signore, troveremo mezzi per la loro
guarigione. La Sua Volontà è la nostra volontà, e la nostra opera deve essere
l’opera Sua!”. – Allora una malata getta un grido, e immediatamente, Hanny
corre là, senza scambiare più una parola col messaggero. Lei vede un uomo in
camice bianco, pensa sia un dottore, ma quando Gli è proprio vicino, riconosce
in Lui il Signore.
11.“Padre, Tu qui! Io credevo che Tu fossi un
dottore”.
12. “Taci, Hanna [Hanny], voglio anche essere solo il
‘Dottore’, per amor di tutte, poiché per te e Lisa sarebbe troppo. Ti meravigli
di essere qui, dal tuo stupendo mondo, in questa desolata, triste stanza? Ma
rifletti: queste malate non possono ancora sopportare il tuo splendido mondo;
tutto deve essere misurato secondo il loro mondo interiore, altrimenti esse non
si potranno salvare! Oppure sei pentita di averMi pregato per avere nuovi
malati?”.
13. “Oh, no, carissimo Padre. Sono così spaventata
solo perché mi sento debole, ma poiché ora sei qui Tu, va’ tutto bene! Dimmi
però, Padre mio: perché vuoi lavorare qui, non riconosciuto come Dottore?”.
14. “Hanna [Hanny], è per amor delle malate, le quali
hanno dovuto sopportare questa sorte quasi da innocenti, come l’hai sopportata
anche tu; non è per Me, come Padre, il più santo dovere riparare ciò che il
mondo ha mancato di fare?
15. Perciò sii ben calma, ecco che arriva Lisa”.
16. Ah, quale agitazione c’è tra le malate! Esse
soffrono terribilmente per la fame, e ci vorrà la massima dedizione; ma un po’
alla volta, saranno pur saziate.
17. Quanto spesso Lisa piange, ma quando sopraggiunge
il Dottore, lei rivive, e anche le malate perdono ogni paura; e le anima una
gioia indomabile, quando Lui va attraverso la sala e si fa riferire da Hanny.
Purtroppo la gioia non dura a lungo, il Dottore è presente sempre più
raramente. Compare solo nel più gran garbuglio, e subito torna di nuovo la
calma.
18. Lisa è scoraggiata, perciò chiede a Hanny: “Come
fai, ad essere così piena di speranza? Secondo me, le malate rimarranno con la
vecchia antifona. Ora, colme di gioia, e dopo colme d’ira e di odio. A che cosa
serve se piangono e si pentono, per poi diventare ancora peggiori?”.
19. “Oh, Lisa, perché abbandonarsi a pensieri tanto
tristi! Non abbiamo abbastanza motivo per gioire? Potremmo tornare indietro in
ogni momento, e rinunciare a questo lavoro, ma io non ci penso nemmeno, perché
anche loro sono figlie del nostro Padre Santo, e so che guariranno!”.
20. Domanda Lisa: “Hanny, quale segreto hai col
Dottore? Voi siete così in confidenza. Perché non posso essere come te? Quando
c’è lui, tutto in me giubila, vedo tutto in luce più rosea; ma quando di nuovo
non c’è, è come se tutta la gioia fosse passata. Mi puoi dare una
spiegazione?”.
21. “Certamente, Lisa, lo vorrei, ma non posso; tu
stessa devi scrutare il tuo cuore, devi esaminarti e lasciarlo parlare; per
quanto volentieri io ti voglia aiutare, non posso”.
22. “Perché no? Siamo diventate soccorritrici di
altre, perché non anche di me?”. – “Perché tu non sei più malata nell’anima, ma
solo nel cuore; rivolgiti al Dottore stesso e abbi per Lui la giusta filiale
fiducia”.
23. Le malate ora sembrano risvegliarsi alla vita, il
difficile è superato, e il Dottore non si fa quasi più vedere; allora Hanny
dice a Lisa: “Portiamole una volta tutte fuori”.
24. Piene di gioia, vanno tutte in giardino, e là le
malate possono muoversi, completamente libere, secondo il loro piacimento.
25. A questo punto sopraggiungono madre Anna e
Hendrick, e tutte le precedenti assistite, portando cesti colmi delle più belle
albicocche.
26. Per Lisa e Hanny, vedere ed essere lì, è tutt’uno,
è una gioia! E quando però le assistite portano le albicocche alle malate, il
giubilo non vuol cessare. Allora ogni compito difficile è dimenticato. Anche
madre Anna riferisce che, di nuovo, sono stati accolti tanti infelici e
sottoposti alle cure di Friedewald, ma mancano i giusti aiutanti. È stato
raggiunto certamente molto, ma in loro, la giusta compassione e l’amore
liberatore ancor sempre non si sono accesi al chiaro fervore.
27. “Sì, purtroppo”, ammette Hanny, “e perché? Perché
è il Guaritore a cercarli ancora tutti, invece di essere loro, a cercare il
Guaritore!”.
28. Dice Lisa: “Hanny, tu pensi che nemmeno io abbia trovato
ancora il Guaritore?”.
29. “Sì, Lisa! Finché sarà Lui a cercare te, tu non Lo
avrai ancora trovato, e questo è importante anche per la liberazione delle
altre. Non solo l’amore per il Guaritore, bensì Lui in noi ci rende capaci, e
solo così diventiamo veri soccorritori!”.
30. Anna esclama: “Hanny, vieni nelle mie braccia, per
queste parole ti stringo al mio petto! Ecco, ancora un bacio, ora non mi sei
più figlia, ma sei diventata mia sorella. E tu, Lisa, lasciati guidare solo dal
tuo cuore! Guarda, queste assistite di Hanny sono più felici di te; poiché ciò
che tu sospiri, loro l’hanno già in tutta pienezza”.
31. “Madre Anna, in cosa ho mancato?”.
32. “Figlia mia, tu hai meritato ogni lode, ti sei
applicata con tutte le forze del tuo amore, e tuttavia, hai in ogni caso
dimenticato qualcosa. Chiedi al tuo cuore, esso ti darà la piena risposta.
Perché non vuoi osare la cosa più grande? Chi non risica, non rosica!”.
33. A questo punto arrivano tutte le malate, e madre
Anna ha le lacrime agli occhi, quando vede i volti deturpati, dai quali splende
la gioia.
34. Allora Hanny dice: “Ragazze, intonate un canto a
madre Anna!”. Ed esse cantano:
Quando il Salvatore, quando il Salvatore, compare
come Re
e raduna i
Suoi, i Suoi completamente intorno a Sé,
oh, allora
essi splenderanno e beati lor saranno,
perché il
Salvatore, quale Re, li chiama figlioletti Suoi.
35. Madre Anna, con le assistite, prende commiato da
Hanny e Lisa. Dopo che queste sono scomparse dalla loro vista, Hanny chiama
tutte a raccolta, per tornare di nuovo nella loro sala.
36. Quanto si meravigliano Lisa ed Hanny! Le grate
alle finestre sono scomparse, la sala è molto più bella e più grande, i letti
spariti; vi sono solo sedie da riposo, e invece di lunghe tavole, vi sono
tavolini e sedie.
37. Dice Lisa: “Hanny, me lo puoi spiegare? Questo è
certamente un miracolo”.
38. “Sì, Lisa, un miracolo dell’amore, significa
progresso delle malate. Presta attenzione, in breve esse cominceranno a
domandare!”.
39. Oh, quanto ha ragione Hanny! La loro vita diventa
molto più libera e lieta, il pane è sempre migliore, e sono portati anche
frutti migliori; ma la cosa più importante è che le assistite diventano più
quiete. Anche se costa ancora molta fatica e pazienza, convincere tutte che
sono decedute, e non più malate e stolte.
40. Le più giovani comprendono prima e più facilmente
delle più anziane, ma la sala più grande, le finestre senza grate, il panorama
più libero e il cibo migliore, sono certamente dimostrazioni di beni celesti
che possono essere offerti solo dalla Grazia di Gesù.
41. Così la sala di malati è diventata una sala di
studio, una scuola che serve solo alla salvezza dell’anima. Allora Hanny dice a
Lisa:
42. “Potresti rimanere una volta da sola con le
sorelle? Io vorrei andare da madre Anna e padre Hendrick. In me c’è un
desiderio di vederli, e non lo vorrei rimandare”.
43. Ora Lisa rimane sola; non ha bisogno di aver
paura, poiché sulle malate non c’è più nulla da temere. Mentre lei
s’intrattiene con alcune, ecco che arriva il Dottore nel Suo camice bianco, e
saluta le malate e Lisa nel Suo bonario modo.
44. Lisa è spaventata, il suo cuore trema
potentemente, e dall’agitazione non riesce quasi a parlare. Il Dottore però
domanda:
45. “Lisa, perché hai paura di Me? Ti ho già dato una
volta il motivo, per questo?”.
46. “Non è timore o paura: vorrei sgridare me stessa,
e non so che cosa mi succede, ora che anche Hanny è assente”.
47. “Preferiresti che Hanny fosse qui? Quanto spesso
hai pensato di averMi una volta per te sola, e ora che è accade così, hai
paura?”.
48. “Sì, caro Dottore, questi erano spesso i miei
pensieri, se io come spirito posso avere pensieri; ma sono legata, e non mi
vengono grandi, santi pensieri”.
49. “Non è nemmeno necessario, Lisa. Innanzi tutto deve
crescere la tua conoscenza, affinché il terreno del tuo cuore possa diventare
totalmente puro, e diventare un portatore della vera Vita di Dio. Che cosa ti
blocca dunque nel tuo sviluppo? Non hai tutto ciò che ti sarebbe necessario per
questo? Vedi, Hanna [Hanny] è molto più libera, perciò le riesce anche di più,
e che voi due abbiate passato ancora una volta la dura scuola, ciò deve appunto
servire completamente alla vostra beatitudine.
50. Lo so, talvolta ti scoraggiavi, e perché? Perché
in te vive ancora troppo del non liberato. Per Hanny è più facile, poiché nella
vita terrena essa ha potuto spogliarsi molto più di te; ma essere beata,
veramente beata, è possibile solo quando tutto in te si volge alla vera Vita, a
una Vita che è raggiungibile solo attraverso l’amore, e l’amare”. – “Sono
consapevole di questo, caro fratello; mille volte io volevo già raggiungerla,
ma non ci sono riuscita. Mi manca il mio Guaritore Gesù! Tutti i bei discorsi,
tutto il fervore perdono in forza, perché non ho ancora mai avuto la vera
Grazia di incontrarLo. Diversamente, Hanny. Lei non può lodare abbastanza il
Suo Amore, la Sua Bontà e Misericordia, e questo comincia a dolere. Anch’io Lo
amo. Perché rimane lontano? Lui sa certamente che nel mio petto non vive altro
che solo Lui e nuovamente Lui”.
51. “Lui lo sa, cara Lisa! Tu però Lo ami come donna,
e non come figlia. Quando tutto il sensuale si fonderà nello spirito d’Amore
celestiale, quando Lo riconoscerai in te, solo come Padre, come Guaritore, come
tuo Dio e Signore, e da questa conoscenza passerai a un Amore ardente, Egli non
indugerà un minuto nel rivelarSi a te. Perciò abbandona il tuo amore di donna e
fa sorgere l’amore filiale, amore che vuole solo rendere felice il Padre Santo.
52. Ora vieni, Lisa, vogliamo dire ancora qualcosa di
amabile alle sorelle: esse si struggono per una stretta di mano, oppure per una
parola, provenienti da Me”.
53. Ed è, infatti, così. Queste, ascoltano il discorso
senza intendimento, ma quando il buon Dottore dice vere care parole, accarezza
l’una, stringe al petto l’altra, ad alcune dà una parola scherzosa, la loro
gioia non ha fine.
54. “Ora però rallegratevi bene nel silenzio! Presto
proverete qualcosa di grande, se imparerete a esaminarvi e a diventare
assolutamente obbedienti, costringendo voi stesse a credere che il vecchio male
non potrà più irrompere. Volete voi sperimentare il magnifico? Allora seguiteMi
e credete alle Mie Parole. Esse vogliono obbedienza! E tu Lisa, segui le Mie
Parole, affinché anche tu possa rinascere del tutto”.
55. Lisa dice piangendo: “Fratello, non andar via da
me così! Quando non ci sei, tutto è buio, e io mi devo dapprima ritrovare.
Rimani! Rimani! Lo sento! Tu, infatti, sei più che un dottore, e un tale Amore
come il Tuo, lo può avere solo il Guaritore! Se il mio amore è peccaminoso,
permettimi di amarTi solo una volta, ben intimamente, allora potrò perlomeno
vivere e nutrirmi del ricordo”. – “Allora vieni Lisa, ed ama fino a saziarti.
Io non conosco nessun amore peccaminoso, ma solo un amore bramante!”. Allora
Lisa vola al Suo petto e piange di gioia. Quando si è quietata, dice:
56. “Sei Tu, verso Cui gridava il mio cuore! Sei Tu
che hai dato alla mia esistenza Luce e Vita! Solo Tu puoi essere l’eterno
Padre, perché da Te veniva la beata gioia nel mio cuore! O Padre mio, mio
Salvatore, non prendertela con me. Io, una peccatrice, e Tu il Santo! Non
farmela pagare, se ho avuto così poco potere su di me. Ora mi sento bene”.
57. “Mia Lisa, fa in modo di amarMi di più, allora il
Mio Spirito sarà in te la tua Guida e Stella Polare. Se tu fossi una
peccatrice, Io non sarei qui, dove sono, dove comincia il Cielo e i Miei figli
lo ravvivano. Ora però rimani a Me fedele, per la salvezza di tutti!”.
58. “Oh, mio Gesù, rimani alcuni istanti ancora!
Lasciami guardare ancora una volta profondamente nei Tuoi occhi e, solo
un’unica volta baciare la Tua bocca. Solo allora, si acquieterà ogni
struggimento!”.
59. Allora lei lo abbraccia ancora una volta, preme un
lungo bacio sulle Sue labbra, pone le sue mani sulle Sue spalle, e dopo averLo
guardato profondamente negli occhi, dice:
60. “Mio Gesù, Padre mio da Eternità in Eternità, ora
sono libera dall’oppressione, dalla quale non potevo difendermi; ora io so di
non avere più nessuna colpa dinanzi a Te. Esigi da me il più grande servizio,
lo voglio adempiere con gioia. Ora so che non Ti potrò perdere mai più!”.
61. “Lisa, figlia Mia, coloro che Io amo sono
completamente liberi, mai pretenderò un servizio; ma con sollecitudine chiedo
che essi si debbano servire del Mio Amore e delle Mie Forze che così volentieri
Io elargisco per la salvezza degli smarriti e dei perduti. Hai guardato nei
Miei occhi: sarebbe stato a Me più caro se tu avessi guardato nel Mio cuore,
perché in quel caso avresti sperimentato la Mia eterna Misericordia. Ma ciò che
adesso ancora non conosci, potrai farlo certamente più tardi. Allora ti voglio
benedire in modo particolare, in ringraziamento del tuo amore. Fa che in te
sorga completamente la Mia Vita da Salvatore. La Mia Grazia e la Mia santa Pace
siano la tua parte eterna. Amen!”.
[Indice]
۞
Amore
senza fine
Nuovi
arrivi di povere anime. – Le ragazze vorrebbero aiutare visibilmente, e
ottengono una magica coppa di vino, poi offerta ai poveri. – Nuova
trasformazione della casa e il Giardiniere si manifesta. – La cena del Signore
con pane e vino.
1. Ora Lui se ne va. In lei c’è un giubilo: solo ora sa
che cosa significhi essere beata.
2. Hanny si rallegra che anche Lisa abbia ora
afferrato la Vita, poiché le assistite sono trattate con molto più amore, ed
esse sono tanto riconoscenti. Ora vanno fuori in giardino, giù dalle altre, e
tutte si sforzano di dimostrare amore con fiori e frutti. Esse sono istruite
sui differenti lavori che servono solo alla purificazione della propria anima.
3. Lisa, che si trova in un fuoco d’amore, è la più
zelante; lei vuole solo dar gioia al suo Gesù.
4. Nell’andare in giro le assistite imparano molto
dalle altre, e anche il grande egoismo ha dovuto far posto a un amore fraterno.
Quando però queste incontrano un gruppo di poveri esseri, completamente miseri
e deperiti, che Friedewald, con i suoi fratelli, ha preso in amorevole
custodia, la compassione aumenta. Poiché nessuna può soccorrere, piangono e
chiedono a Hanny che cosa si possa fare, non potendo quasi guardare la
sofferenza di questi uomini.
5. “Nient’altro possiamo fare per loro, che pregare,
affinché la forza della preghiera li avvolga. Essi non lo sanno nemmeno di
essere perduti e smarriti. Friedewald li porterà nell’ordine, ed è bene che non
ci vedano, perché non andrebbe a nostro vantaggio”.
6. “Com’è possibile questo? Certo essi hanno occhi
come noi!”.
7. “Sì, ma il Padre Santo ha posto il Suo Ordine, così
che noi ben li vediamo, ma loro non noi, poiché non siamo ancora entrate nella
loro sfera. Esseri senza amore, è come se non avessero sfera. Quando una buona
volta l’amore avrà assorbito completamente il nostro io, allora la nostra sfera
giungerà lontano, molto lontano, e questo ci renderà capaci di poter sempre servire.
8. Friedewald ci vede, ma non può venire da noi,
altrimenti i poveri resterebbero senza sorveglianza, e causerebbero molto
danno”.
9. “Ma, sorella Hanny, questo però è triste! Non può
dunque soccorrere l’Amore del Guaritore?”.
10. “Certo, ma loro non vogliono ancora nessun
Guaritore; qui nell’eterno mondo conta solo la propria volontà”.
11. “Questo è strano: se anche Friedewald li può
soccorrere, perché il buon Guaritore no?”.
12. “Perché Friedewald è il mediatore del Salvatore.
Anche voi eravate così misere, e non avevate nessuna volontà che solo il
vecchio male, cosa che sulla Terra ha fatto di voi degli esseri assolutamente
infelici. E quanto siete felici, adesso? Un giorno, quando la vostra volontà e
il vostro amore apparterranno del tutto al buon Salvatore, allora sarete ancora
mille volte più felici, e diventerete magari anche mediatrici, per fare di
esseri poveri, miseri e perduti, felici figli di Dio”.
13. “Sorella Hanny, il Salvatore non viene da noi
perché siamo così cattive? Oppure, perché portiamo ancora brutte vesti?”.
14. “Tutto ha bisogno del suo tempo. Per il Salvatore
Gesù nessuno è troppo cattivo, o troppo sporco. Tutti, tutti godranno il Suo
Amore di Padre e Salvatore; ma la non-libertà dell’anima e dello spirito, e
l’impurità dell’anima, sono la barriera che separa il Salvatore. Non
riconosciuto, invisibile, Egli è sempre con noi, e aspetta sempre, finché è
riconosciuto e visto. Il Suo cuore è colmo d’Amore e Misericordia, e
traboccante di ardente brama per i Suoi figli, ma deve aspettare”.
15. “Sorella Hanny”, dice un’altra, “questo non può
essere, perché io ho un tal grande amore per Lui, e vorrei fare di tutto. Se
Lui fosse qui, lo dovrebbe sapere”.
16. “Infatti, lo sa, Dora, e guarda: come
dimostrazione Egli ha dato per te questa coppa di dolce vino. Ecco, assaggialo:
lo puoi bere”.
17. A questo punto tutte si stupiscono, quando vedono
la coppa riempita. “Dora, prendilo! Esso è per la dimostrazione del Suo
Amore!”.
18. Con due mani, lei prende la coppa: “Proviene da
Lui? O mio buon Salvatore, perché Ti nascondi davanti a me? Tu però sai già che
io Ti amo”.
19. Dora ne prende un sorso, “Oh, assaggiatelo solo
una volta, qual magnifico sapore! Ecco, Hanny, ma solo un sorso, affinché basti
per tutte!”. Il vino basta per tutte, anzi ancora abbonda nella coppa mezza
piena, allora Dora dice:
20. “Hanny, posso tenere la coppa, oppure la devo di
nuovo restituire?”.
21. “La puoi anche tenere; ma che cosa ne vuoi fare?”.
22. “Sorella Hanny, posso darne una volta a quei
poveretti là, da assaggiare?”.
23. “Lo puoi, ma te lo sconsiglio. Il buon Salvatore
ha visto la tua premura, e lo hai gustato con le sorelle. Ora però bevetene
tutte, affinché sia fortificato il vostro spirito; la coppa non si svuoterà.
Dopo pregheremo Friedewald di venire a prendersi la coppa, quando andremo
oltre. Sei d’accordo?”.
24. È proprio così, la coppa non si svuota. Quando
passa da una mano all’altra, diventa ogni volta nuovamente piena. Si pone la
coppa su un cumulo di erba cattiva, ed Hanny esclama:
25. “Friedewald, qui c’è un saluto dell’eterno Amore
per tua fortificazione!”. A un tratto, tutte sono avvolte in stupende vesti
azzurre che lasciano libere le braccia; anche l’aspetto è quello di persone
guarite.
26. Quale gioia, quale giubilo! Cantando, vanno verso
casa. Per strada incontrano madre Anna e padre Hendrick.
27. “Venite con noi”, dice in maniera semplice Hanny,
“ci è stato dato tanto di bello, e dovete saperlo tutti”.
28. Nella casa c’è di nuovo uno stupore. La scala per
il piano superiore è molto più larga, e di marmo bianco, ma morbido, come se
fosse un tappeto; nella sala, invece, è come al piano di sotto, tutte le pareti
sono provviste di grandi finestre, così che si possono vedere i grandi
giardini. I tavoli sono disposti in forma di croce, e sopra vi stanno fiori in
quantità in coppe e vasi. A un capo del tavolo c’è un vassoio con bicchieri.
29. Quando ora tutte contemplano le magnificenze,
echeggiando esclamazioni del più grande entusiasmo, Dora nota il vassoio con i
bicchieri.
30. “Oh, guarda, sorella Hanny, i miei bicchieri
musicali: posso suonare con questi?”.
31. Detto ciò, lei afferra già il bastoncino e, con
questo, sfiora i bicchieri.
32. Si leva un suono meraviglioso, poi Dora intona una
melodia (inno dalla Cavalleria Rusticana di Mascagni), così delicata, così
tenera, che nessuna si muove dal suo posto, diventando così silenzioso, finché
lei non ha finito. Allora tutte si accalcano lì, e vogliono vedere, ma Anna
dice:
33. “Figliole, appartiene a tutte voi, Dora è la
vostra maestra. Lei vi offrirà belle cose, e ricordate, non deve essere un
passatempo, bensì edificazione. Nell’ora odierna vi è arrivata la ricompensa di
essere salvate. L’eterno Amore ha adornato la vostra casa, Lui vi ha adornato
con vesti chiare e vi ha equiparato alle altre; ora però, si tratta di essere
non solo salvate, bensì di diventare anche salvatrici. Avete visto presso
Friedewald degli esseri poveri, e quasi perduti. È necessaria un’enorme misura
d’amore, pazienza e perseveranza, per far dimenticare anche a loro la Terra,
che li ha segnati così terribilmente con il timbro del suo spirito mondano,
proprio come è successo a voi, quando eravate nella più profonda miseria. Ora
però guardate con occhi illuminati la vostra redenzione attraverso Gesù il
nostro Signore; nello stesso modo, devono anche tutti sperimentare la Grazia ed
essere salvati con la vostra assistenza, sulla quale conta il Signore Gesù, il
Salvatore e Padre di noi tutti. Volete voi, essere figlie Sue?”.
34. Esse lo promettono, e vogliono essere del tutto
secondo la Volontà del Signore. “Allora venite presto da me e da padre
Hendrick! Ora il vostro essere e la vostra vita si dovranno sviluppare in e
attraverso il Signore, per la salvezza vostra e degli altri”.
35. Una vita completamente diversa si svolge ora nella
casa e nel giardino di Hanny. Da sopra in sotto, non c’è più nessuna
differenza, solo una cosa non è ancora un bene comune: che il Giardiniere sia
il loro eterno Dio e Padre. Ora è fatto insieme ogni lavoro, e anche tutte
insieme si accingono al riposo; è addirittura sorprendente tutto ciò che è
rivelato loro attraverso lo Spirito.
36. In una pausa simile arriva inaspettatamente il
Signore, che la maggior parte di loro ancora considera il ‘Dottore’. In un
attimo è portato dal giardino ciò che è più bello e migliore. La tavola, alla
quale Lui ha occupato un posto, somiglia a una fiaba di fiori. Le assistite,
che sono ancor sempre dell’opinione di dover la loro guarigione al Dottore,
vorrebbero volentieri esprimere ancora di più la loro gratitudine. Egli però
dice:
37. “Figliole, amate Me, e tutti quelli che vengono da
voi, non importa di quale condizione sociale essi siano, e se siano i più
smarriti; tutti, tutti hanno bisogno di un Redentore e Salvatore! Non dovete
gettare via il vostro amore, bensì da voi deve sgorgare un profumo di vera
beatitudine, tanto da invalidare tutto ciò che è cattivo e guasto, e portare al
miglioramento ciò che è falso e sbagliato. Questo Amore è la Mia Vita, e in un
tale Amore Io vorrei vivere in e tra voi, cosicché anche voi viviate in Me”.
38. Allora Dora va da Lui e dice: “Caro, buon Dottore,
Tu già da molto tempo vivi in noi! Tu, infatti, sei il nostro silenzioso amore,
e spesso sogniamo di te, ad eccezione di Hanny e Lisa, perché per loro Tu sei
già il buon Salvatore Gesù. Sì, Hanny e Lisa, ecco! Voi vi stupite che noi lo
sappiamo, ma appunto per questo, vi amiamo anche molto, così che nulla ci
potrebbe più separare da voi. Ora però Ti vorrei pregare, caro Dottore, rivelaci
il Tuo nome. Tu ci chiami col nostro nome, con tutte sei ugualmente buono, e
noi, sappiamo solo che Tu sei il buon Dottore”.
39. “Sì, Mia cara Dora, riguardo al Mio nome, è una
faccenda così: tutti quelli che Mi hanno riconosciuto giustamente, possono
esprimerlo giustamente; tutti gli altri invece no! Noi siamo nel grande, grande
Regno degli spiriti, che in eterno non avrà mai una fine. Ciò che è espresso
solo con la bocca secondo l’intelletto, somiglia a una grande bugia, ciò che
invece proviene dal cuore e scaturisce dalle labbra, è Verità e Vita, secondo
il punto di vista del cuore.
40. Perciò il Mio nome non deve esprimere nessuna
bugia, bensì Verità e Vita. Tutta la Vita viene dall’eterna Vita primordiale di
Dio, che è appunto eterna. Di conseguenza Dio e Vita sono una cosa sola, come
anche Amore e Vita, sono una cosa sola. Mi hai compreso, Dora?”.
41. “Adesso Ti ho compreso! Posso darTi una risposta
con i miei bicchieri musicali? Tu sorridi, quindi, è sì”.
42. Ora Dora si siede davanti ai suoi bicchieri, suona
e canta:
Aprite
le porte e spalancate i portoni,
che
possa entrare nel coro di giubilo il Re di tutti i re.
Ma chi è
il Re, e il Cui cuore è colmo d’Amore?
Il
Salvatore di tutti i salvatori.
Così
entra nel nostro cuore
e
guidaci tutti come figli Tuoi verso il Cielo,
Tu,
Padre di tutti i padri.
43. Allora il Padre si alza, e dice: “Dora, questa è
la giusta risposta che è venuta dal tuo cuore; ora siete tutte soddisfatte,
così?”.
44. Ciò che segue, non si può descrivere: un uragano
di gioia che non vuol finire! Allora, il Padre dice:
45. “Figliolette, Mi avete ora riconosciuto,
finalmente? Quante volte Mi sono intrattenuto presso di voi con cuore ferito,
per guadagnarvi del tutto per Me? E questo è possibile solo al Mio Amore, Amore
che Io soltanto, sono in grado di dare. Ora che Mi avete finalmente accolto,
avete accolto anche il Mio Amore, e solo adesso sarete beate. Che Hanna [Hanny]
e Lisa non dovessero tradirMi, era Mio desiderio, poiché Io voglio essere
riconosciuto e amato del tutto liberamente.
46. Ora ascoltate ancora, figliolette Mie! Alla fine
siete sfuggite completamente allo spirito del mondo, ma non siete ancora del
tutto libere da lui; perciò esercitatevi bene nell’amore, crescete nella fede e
nell’umiltà! Solo allora, il Mio Spirito potrà compiere in voi l’Opera di
redenzione e prepararvi per il servizio nello Spirito Mio.
47. Tra gli uomini della Terra, che lì dimorano come
animali e si distruggono a vicenda, il Mio Amore è ancora solo un opaco
barlume, e la loro salvezza sta su piedi indeboliti. Che cosa dovrà essere di
loro quando arriveranno nell’Eternità? Io non li potrò accogliere; e i Miei
angeli non li comprenderanno, poiché la loro vita è fondata sull’eterna Legge,
perciò rimangono ancora solo i Miei figli per l’Opera responsabile, il cui
numero però non è grande abbastanza da condurre i milioni di esseri umani
smarriti e perduti nell’eterna Casa del Padre. Potreste voi rinunciare alla
beatitudine di vivere con Me e decidervi, come Hanna [Hanny] e Lisa, di
dedicarvi volentieri all’opera di salvezza e liberazione?”.
48. Allora dice Dora: “Padre, posso darTi la risposta
con i bicchieri? Tu sorridi!”. Allora lei suona e canta:
O Gesù,
Padre mio, la Vita mia sei Tu,
una Vita
colma di delizia e felicità.
O Gesù,
mio Salvatore, il mio tendere sei Tu,
un
tendere pieno di fervore e vera abilità.
O Gesù,
Padre mio, Tuo sia il mio cuore,
e Tuo il
mio amore in me.
Oh,
prendimi e introducimi nel Tuo Cuore,
d’ora in
poi appartengo solo a Te, solo a Te.
Prendi
il mio amore, sì ora è Tuo, sì eternamente Tuo,
io sono, infatti, per l’eterno del tutto
Tua figlioletta,
del
tutto e per l’eterno Tua figlioletta. Amen.
49. “E questa è anche la vostra risposta, figlie Mie?
Sì, la leggo scritta in fondo al vostro cuore, e ora voglio anche rendervi
felici, per averMi procurato una tale grande gioia!”.
50. Dalla porta spalancata irrompono due magnifici
angeli in raggianti vesti; uno, porta una brocca e una coppa, l’altro un
vassoio con pane bianco; pongono tutto davanti al Signore, poi vanno
all’armadio a muro e prendono dei bicchieri. Mettono davanti ad ogni sedia un
bicchiere, s’inchinano e si mettono di nuovo alla porta.
51. Allora il Signore dice: “Venite, figliolette,
sedetevi nel giusto ordine: voglio tenere con voi il pasto d’amore! Venite,
Miei fedeli, distribuite il pane e il vino. Oggi voglio saziarMi alla tavola
dei figli, affinché essi maturino per l’eterna tavola del Padre!”.
52. Dopo la distribuzione del pane e del vino, gli
angeli si fermano dietro al Signore, poi Egli dice:
53. “Prendete e mangiate, Mie amate figlie,
fortificatevi con questi doni, affinché essi rafforzino il vostro amore e il
vostro animo, così che non diventiate deboli nell’Opera più santa della Mia
Misericordia”.
54. Che pane e che vino sono questi! Tutto ciò che è
stato gustato finora, è un’ombra rispetto a questo pane, e la cosa
meravigliosa, è che esso non finisce, ma rimane sempre lo stesso grande pezzo.
Solo i bicchieri si svuotano, ma sono di nuovo riempiti con la brocca, e
nemmeno questa si svuota. Così le donne rimangono sedute a lungo e ascoltano
con santa devozione le soavi ed affettuose Parole del loro Padre Santo. Ora
Egli dice: “Figliolette, secondo l’esteriore Io Mi separo da voi, ma
interiormente rimaniamo uniti. Voi, Hanna [Hanny] e Lisa: impersonate del tutto
il Mio Amore e la Mia Vita; e voi altre, impersonatevi d’ora in poi nel pane e
nel vino, per la salvezza di tutte. E ora venite al Mio petto e ricevete la
ricompensa del Mio Amore paterno!”.
55. A questo punto, sono vestite tutte con vesti
bianche, come le portano già Hanny e Lisa, e beate accolgono il più grande
beneficio della loro vita: ricevere la Vita al petto del Padre Santo. Così, a
suon di beato pianto, il Padre se ne va dai Suoi liberati. Gli angeli
s’inchinano profondamente davanti a loro. La brocca e la coppa, così come il
vassoio, rimangono come permanente ricordo.
[Indice]
۞
Vita
nell’amore
Accoglienza
dei redenti. - Una visita della nonna di Hanny con un fratello elevato, che
insegna ed esorta a essere nell’amore per Dio e per le povere anime, e chiama
Hanny col nuovo nome di Johanna. – Il ritorno del Padre, e la proposta per
nuovi compiti a Lena e Johanna con l’aiuto di due messaggeri.
1. Comincia una Vita completamente nuova. La cura del
giardino è la cosa principale, per aver sempre nuovi frutti e fiori da offrire
a quelli che sono residenti nel loro mondo. Esse suscitano infinite delizie
dovunque si rechino. Al loro amore tutto è possibile. Quando però Hanny parla
del Salvatore, allora i cuori s’incendiano e la nostalgia di vedere anche una
sola volta Colui che provvede loro in modo così straordinario, cresce sempre di
più. Questo è lo scopo delle molte visite che i redenti fanno. Dopo ogni
ritorno si fa una silenziosa quiete, ed essi consacrano sempre di più il loro
mondo interiore all’Amore, Amore che è l’eterna Vita.
2. Durante una tale ora di consacrazione, arriva un
magnifico fratello, e la nonna di Hanny. Un raggio d’amore e di beatitudine si
sprigiona dai due, quando entrano nella sala e danno a tutti la benedizione.
3. Hanny riconosce subito sua nonna, e osserva: “Ora
la nostra gioia è grande! Siate assai calorosamente benvenuti nello spirito
dell’amorevole Padre! Prendete posto, e rimanete presso di noi per un po’ di
tempo”.
4. “Lo facciamo volentieri, mia Hanna [Hanny], anche
la mia gioia è perfetta, poiché so che ora sei custodita nella Casa del Padre.
Hai superato ogni sofferenza? Vorresti volentieri ritornare nel mondo, dal
quale sei uscita?”. – “Madre della madre mia, questo è il mio mondo! Qui, io
aspetto ogni ora poveri e malati che hanno bisogno del nostro amore e delle
nostre cure; qui posso lavorare, qui, dove lo stesso Padre Santo ha operato e
agito in abnegante Amore e Pazienza, così che tutte le mie sorelle sono ora
redente. Sarebbe un cattivo ringraziamento, se io aspirassi a beatitudini che
non sono beatitudini, ma solo magnificenze”.
5. “Mia Johanna [Hanny], ti ringrazio per la tua
dedizione all’Opera del Padre Santo, noi non siamo venuti per portarvi via da
qui, ma per guidarvi ancora più profondamente nella grande Vita proveniente da
Dio nostro Signore e Padre Santo. Ora questo fratello vorrebbe servirvi nel suo
amore”.
6. Egli dice: “Amate sorelle nel Signore, per il nostro
amato Padre, la nostra gioia è la Sua gioia, la nostra beatitudine è la Sua
beatitudine e il Suo Amore è la nostra vita; tutti noi, che nella santa
aspirazione siamo solo servitori e sacerdoti del Suo Amore, sperimentiamo anche
la forza di un tale Amore. Quanto povero sarebbe il grande mondo, senza questo
Suo Amore, e quanto piccola ogni sofferenza, rispetto a ciò che dona la Vita
proveniente da Lui. Voi tutti, come uomini, eravate da compiangere, quanto poco
si è reso attento a voi lo scopo della vostra vita, e perché? Perché il senso
di ogni vita è rivelato solo quando si riconosce giustamente la stessa vita.
Anch’io, nella mia esistenza terrena, ho avuto solo un compito: procurare una
patria per i poveri, i poverissimi e i più miseri dei miseri, che doveva lenire
e far dimenticare loro ogni sofferenza e miseria. Certamente non sempre ciò
riusciva, perché ci dominava ancora troppo l’umano. E ora vengo allo scopo
della mia visita da voi. Nei vostri occhi io vedo lo splendore della gioia e
dai vostri cuori procede una delizia che, per amore, vorrebbe ottenere la cosa
più grande: ma adagio, mie care sorelle. Il vostro amore è ancora gratitudine,
e questa vostra gratitudine dovrà far posto in voi a una nuova vita. Il
meraviglioso Padre, il Cui Amore voi possedete, non vuole la vostra
gratitudine, bensì voi stesse, interamente. Tutto ciò che vive in voi, non è
ancora diventato completamente Sua proprietà. Non spaventatevi se io vi dico
questo, bensì rallegratevi, affinché anche il meglio del meglio, migliori
ulteriormente. In tutti gli insegnamenti di angeli e servitori della Sua
potenza e magnificenza, vi è mostrata una via che dovrà far di voi dei completi
servitori del Suo Amore. Solo però quando tutto in voi diventerà amore vivente,
potrete accogliere la Sua Luce. E proprio nella Sua Luce, tutto diventerà
manifesto. Dovrete diventare perfette, com’è perfetto il nostro amato Padre e
Salvatore. La vostra brama è la migliore dimostrazione dell’imperfezione in
voi; l’adempimento, però, non è la perfezione, bensì solo un riposare, un
rafforzarsi per il raggiungimento della perfetta Vita. Quanto eravate beate
quando il Signore, il nostro amato Padre, dimorava tra voi e vi serviva tutte!
La vostra patria divenne il Cielo. Vi domandate spesso: perché il Signore, il
nostro buon Padre, non è sempre presso di noi? E un nuovo struggimento spinge
all’adempimento di essere presso di Lui; ma anche Lui, che conosce il vostro
desiderio, ha desiderio dei Suoi amati figli. Vi siete già una volta domandate:
‘come potremmo quietare il desiderio del Padre?’. Ciò che nessun servitore o
angelo potrebbe dirvi, lo può un figlio compenetrato dal Suo Amore. Egli vuole
completamente sostituire il Padre. Nessuno deve, o può sentire la Sua mancanza.
Chi sente Suo figlio, sentirà anche il Padre, chi sorge del tutto nella Sua
Vita di Salvatore, potrà sostituire anche il Salvatore. Nel giusto Spirito del
Salvatore diventa manifesta la Vita del Padre Santo, e Lui stesso, come Vita di
ogni vita, come Amore dell’amore, dimorerà sempre nella loro casa e nel loro
cuore. L’intero universo è pieno delle più meravigliose Creazioni, ma figli che
vivono solo da, in, e attraverso di Lui, ce ne sono molto pochi. I compiti
adempiuti solo mediante la Sua potenza e forza, Lo rallegrano; ma quando un
figlio, per quanto sia ancora tanto piccolo, può giacere al Suo santo petto,
nel Suo meraviglioso Spirito di Salvatore, solo come un singolo fratello o
sorella, fa di Lui il più felice Padre di tutti.
7.Vedete, mie amate sorelle, questo è amore, e non
deve essere un grazie, bensì Vita, santa Vita, come si abbassò Gesù giù dalla
croce del Golgota, del tutto profondamente nel petto dell’uomo, per risorgere
come Figlio di Dio, il Quale ha solo un Amore: quello del Padre Suo, e che
porta in Sé solo uno Spirito che procede da entrambi, per dimostrare l’eterna e
sempre eterna Divinità, che però si può rivelare solo mediante la condizione
dei figlioletti. Questo io avrei da dirvi. E il Padre mio, in me, dice:
8. ‘Figlioletti, figlioletti, tutto ciò che vive
ancora in voi, fatelo diventare amore. Il Mio Amore vi ha destinato per grandi
compiti, perché sulla Terra tutto s’irrigidisce in oscurità e notte. Grandi
diventano la miseria, il freddo, la paura e la pena, ma voi, quali figli Miei,
dovete diventare i loro liberatori. Amen! Amen! Amen!’.”.
9. Tutti tacciano ancora a lungo, allora dice Hanny:
“Amati, le vostre parole penetrano profondamente nel mio cuore e mi rivelano
nuovamente un nuovo Amore del Signore. Ora però vorremmo rallegrarvi con una
bevuta del vino d’amore che il Padre Santo ci ha donato, e che offriamo solo a
quelli che ce Lo fanno conoscere ancora più da vicino. Così vogliamo
cominciare, e osservare le vostre parole come Sue Parole, e il vostro amore
come Amore del Padre Santo”.
10. Dice il fratello: “Johanna [Hanny], ora risorgi
nel Suo Spirito, lasciati sempre portare da questa Sua Vita di Salvatore,
allora il tuo futuro compito ti preparerà delizie infinite”.
11. I due rimangono ancora a lungo tra loro, visitano
i loro giardini e la loro occupazione, e tutti li accompagnano lontano, fin
dove è loro concesso. Poi tornano a casa come i più felici di tutti i felici.
L’intera sala si è riunita per una festa, poiché quei cari amici sono venuti in
visita, e vi regna una gioia come mai potrà esserci sulla Terra.
12. Il momento culminante della festa, però, è quando
il Padre Santo stesso arriva e ringrazia tutti, nella maniera più grata, per
l’amore accordato ai malati e ai perduti.
13. Il Padre Santo in mezzo ai Suoi figli, dice:
“Figlioletti, la vostra allegria fa bene al Mio Cuore, l’avete meritata, poiché
non è stato facile il lavoro che avete prestato ai poveri e ai malati. Chi di
voi vuole essere esonerato da questo duro servizio, Io l’esonero subito, e gli
voglio preparare una delizia degna di tutti i Cieli”.
14. Dice Johanna [Hanny]: “Padre, io vorrei rimanere
qui e, completamente nelle Tue intenzioni, aiutare ad esaudire la nostalgia che
nei poveri e malati è così viva. Qui è la mia patria dove, con la Tua Grazia e
Amore e con la Tua forza e assistenza, io ho potuto allevare per Tua gioia
sorelle felici e sane. Solo per una cosa Ti prego, caro Padre: vieni più
spesso! I nostri cuori Ti bramano, la Tua personale presenza è la nostra più
grande beatitudine!”.
15. “Vedi, Johanna [Hanny], le tue parole Mi sono
care, perché provengono dal tuo amore. Ma poiché vuoi rimanere al Mio Servizio,
voglio inviarti due messaggeri, i quali condurranno te e Lisa dagli smarriti,
affinché raggiungiate una stabilità ancora maggiore. Potrei renderti forte come
lo è un Raphael, ma ciò sminuirebbe la tua gioia. Potrei attribuirti sapienza e
forza, ma perderesti in amore. Allora ti lascio come sei, e Io so che rimarrai
nel Mio Spirito redentore”.
16. “Oh, Padre mio, quanto sei buono, potessi io amarTi
ancora più intimamente! Sì, mandami i messaggeri. Ma, caro Padre, perché deve
venire con me solo Lisa, e non anche le altre tre? Esse Ti amano forse più di
me e, nel loro zelo, non sono meno di me”.
17. “Johanna [Hanny], non ancora. Il loro amore, il
loro zelo è grande, ma il Mio occhio di Padre vede più di te. Rimanga la Mia
Parola per amor di te stessa. Vedi, figlia Mia, grande è la schiera intorno a
te che vive in vera beatitudine, però sono sorelle, e il numero dei veri
aiutanti è piccolo”.
18. “O mio buon Padre, allora dammi solo la Grazia di
essere utile per i fratelli smarriti, poiché, caro Padre, in fondo sei Tu
stesso che operi e crei tutto. Oh, colmami del tutto con il Tuo Spirito, e non
essere adirato, caro Padre! Prendi ancora il pasto con noi, ma non come
l’ultima volta, quando Tu ci hai beato così riccamente, e poi sei scomparso”.
19. “Rimango volentieri, Mia Johanna [Hanny], fa
servire il pasto; ma affinché non siate in imbarazzo, tutto dovrà essere già
pronto”.
20.Così è! Nel tempo più breve immaginabile, tutti
siedono alla tavola in festa. Dora intona un canto con i suoi bicchieri, e a
tutti sembra come se le note risuonino ancora più magnificamente.
21. Il Padre già benedice i cibi, pane e vino e
magnifici frutti, poi dice:
22. “Figlioletti, accogliete nel vostro interiore ogni
Parola che Io vi dico in quest’ora: questo pasto è nuovamente un pasto d’amore,
che vi dovrà rendere forti e felici. Non pensate di essere beati, perché ogni
sofferenza è tramutata in gioia e ogni afflizione in letizia, solo attraverso
la Grazia Mia. La vostra beatitudine è ancora minima; ne esistono tali, ancora
migliaia di volte maggiori, ma voi non le potreste ancora sopportare. Per
vostra grande gioia, però, vi dico:
23. Sto volentieri tra voi, e il Mio Cuore è colmo di
Gioia! Non dimenticate i vostri affidati: moltissimi, infatti, vi aspettano con
ansia, e voi sapete quanto è amaro dover vivacchiare senza amore e senza gioia.
Come voi non potete ancora sopportare beatitudini maggiori, altrettanto non
potete sopportare stati infernali. Perciò fortificatevi, affinché vi possano
essere affidati compiti maggiori. Il
nemico fa grande raccolto. Tutti credono che, sol perché sono così paziente e
longanime, Io non esista più; ma il loro risveglio sarà amaro e oltremodo
doloroso. Voi Mi conoscete come Amore, come Padre e Salvatore, ma quelli Mi
dovranno conoscere come Dio e come Giudice, e ciò non allevierà i loro
tormenti. Voi avete potuto adempiere bene il vostro compito, poiché il vostro
amore era rivolto solo a quelli che sospiravano la liberazione. Potreste
circondarvi amorevolmente anche di quelli che non Mi amano, e che Mi odiano?
Non dovete darMi una risposta, poiché posso già leggerla sul fondo della vostra
anima. Perciò guardate volentieri nel vostro interiore, e verificate se tutto,
anche la cosa più segreta, sia animata dal Mio Spirito di Salvatore. Quando il
vostro amore sarà uguale al Mio, solo allora saranno anche aperte tutte le
porte, e vi affluiranno molte più forze, ma non dalla Mia Potenza, bensì dal vostro
stesso amore. Scaldatevi allora nel Mio Amore e nella Mia Luce, affinché
possiate illuminare gli smarriti! Crescete ancora di più nel Mio Spirito,
affinché possiate soccorrere dove minaccia lo sfacelo! La Mia benedizione però
vi rimanga, affinché voi tutti diventiate benedizione per gli altri”.
24. Secondo i rapporti terreni, il Signore resta tra
loro tre giorni, poi Egli dice:
25. “Figlioletti, ora Mi separo esteriormente da voi,
ma interiormente non Mi posso separare; d’ora in poi, però, dovrete in ogni
tempo consigliarvi con Me nei vostri cuori, poiché compiti maggiori richiedono
anche maggior sapienza, maggior cautela e prudenza e, soprattutto, maggior
sicurezza. Dovrete appropriarvi di tutto, perché Io non vi dono niente di
nuovo, ma v’indico solo ciò che sta da lungo tempo in voi. E ora, venite ancora
una volta al Mio petto e fatevi abbracciare, affinché vi fortifichiate per il
vostro servizio alla Mia, e ora anche alla vostra opera”.
[Indice]
۞
Presso
gli smarriti
Una
missione di osservazione, in una grande città della Terra. – Anime di uomini
appena defunti si ritrovano nella stessa sfera infernale, senza rendersi conto
della loro nuova condizione. – Il giudizio secondo il proprio interiore.
1. Tutti accompagnano il Padre Santo fino alla porta, poi
ritornano sommamente felici da madre Anna, che saluta le sue sorelle con gioia
celestiale.
2. C’è tanto da raccontare dei nuovi arrivati, i quali
hanno dovuto passare attraverso duri sgomenti e ora hanno finalmente trovato
una patria.
3. Allora si annunciano due magnifici angeli presso
Anna, per venire a prender Lisa e Hanny.
4. Anna è felice di poter dare alle due una
benedizione speciale, e dice: “Da qui, dove è avvenuto il vostro ingresso,
potete andare sotto sicura protezione nel mondo del nemico della Vita, per
imparare a conoscere la miseria dei poveri e dei perduti, per sperimentare lo
spirito che ha sbarrato tutte le vie, affinché nulla vi sia estraneo. Così
andate, il nostro amore vi accompagna sulle vostre vie!
5. Voi invece, magnifici fratelli, fortificatevi con
una bevuta del vino che queste figlie hanno torchiato con il loro amore, a
motivo della grande opera”.
6. Dopo aver bevuto, uno degli angeli dice: “Sorelle,
i nostri cuori sono colmi di gioia nel potervi servire. È per noi la più grande
delizia, dimorare tra coloro che il Santo Dio e Padre ha prima anche
abbracciato, ma non possiamo rimanere: la nostra volontà è l’eterna Legge del
santo Ordine. Noi siamo esecutori dell’eterna Volontà di Dio e non possiamo
deviare per amor dell’Ordine. Al ritorno potremo trattenerci un po’ di tempo
presso di voi, ma adesso si tratta di eseguire la Volontà del Signore”.
7. Un breve commiato, poi Hanny e Lisa vanno con i due
attraverso la porta e rimangono presto invisibili ai rimanenti. Nel più breve
tempo, i quattro giungono in una città di milioni di abitanti; la vista da
lontano è angosciosa, ma l’angelo dice:
8. “Non abbiate timore, non vi spaventate di nulla.
Ciò che vedrete e sentirete è proprietà del nemico della Vita, che è impotente
davanti a noi. Voi ora iniziate un nuovo corso della vostra vita. Siete
chiamati ad adempiere compiti più grandi, perciò l’eterno Amore vi fa
sperimentare delle condizioni di cui non avete avuto ancora nessun
presentimento. Finora il vostro amore toccava i poveri, i malati e gli
smarriti, i quali senza alcuna colpa erano capitati nella loro triste
esistenza; adesso però siamo da perduti e accecati, che per propria colpa sono
giunti nella loro miseria, e non sanno ancora quanto sono infelici.
9. I compiti da adempiere sono però molto duri, perché
ci troviamo in mezzo alla sfera del nemico della Vita, ma con la Potenza e la
Grazia di Dio noi saremo invincibili. Così vogliamo avvicinarci a questa città
nel Nome del Signore, ma prima avvolgiamoci con questi mantelli!”.
10. Privati di tutto il loro splendore, con volto
molto serio, si avvicinano a passi lenti ad alcune case incendiate, dove alcuni
uomini si sforzano di spegnere il fuoco. Ma sono pochi, poiché la maggior
parte, si trova negli scantinati.
11. L’angelo dice: “I nostri sguardi devono essere
rivolti meno agli uomini, poiché noi siamo cittadini del mondo spirituale, e il
nostro lavoro riguarda le anime che sono prive della loro carne; tuttavia essi
a malapena sanno di non essere più esseri umani. Tenetevi strette a me, adesso
entriamo nella sfera degli uccisi!”.
* * *
12. Intorno a loro tutto è tetro e grigio. Quando gli
occhi si sono abituati al buio, essi vedono molte figure che si sforzano di
salvare qualcosa dalle macerie. Emettono grosse bestemmie, forti grida, mentre
altri perseverano silenziosi nei dolori.
13. Hanny sussurra all’angelo: “Non possiamo aiutare
questi poveri uomini? Devono sicuramente soffrire atroci dolori”.
14. “Non ancora, cara sorellina, il tempo per il
nostro aiuto è ancora lontano; osserva solo tutto intorno a te e non ti
spaventare, non siamo ancora visti né sentiti. Costoro non sanno ancora di
essere morti, e i loro corpi giacciono ancora sotto le macerie”.
15. Adesso alcuni riescono a liberarsi, e urlano verso
gli altri; a loro volta anche questi urlano, ma per chiedere aiuto. Uno di
loro, grida: “Vedete come liberarvi, io devo prima cercare assolutamente di
venirne fuori. Ho una bruciante fame, e sete; è stata una sciocchezza non aver
portato nulla nello scantinato”. Alcuni sono del tutto liberi, allora uno di
loro dice:
16. “Dove sono rimasti gli altri, per liberarci dalle
macerie? Qui lo vedete di nuovo: abbiamo organizzato e sempre pagato, e adesso
che abbiamo bisogno d’aiuto, non vediamo nessuno. Da quanto tempo già,
veramente, ci troviamo qui sotto? Secondo la mia fame, per lo meno tre giorni,
quanto abbiamo sgobbato!”.
17. “Avete ragione, signor vicino, ma ora fuori,
all’aria! Qui odora davvero come nella tomba: avevo già paura di essere
morto!”.
18. “Anch’io! Ma, non avete un accendino, o un lume,
con voi? Se solo non fosse così buio! Non si può riconoscere nulla.
Afferriamoci per mano, andiamo a cercare un passaggio; si deve certo trovare
una via d’uscita”.
19. Cadono sulle macerie e si arrampicano su ruderi e
cenere, ma non trovano una via d’uscita. Ora incontrano altri che si sono
potuti liberare, però in loro non c’è nessuna gioia.
20. Uno dice: “Un bell’affare, siamo in trappola, qui
non ne veniamo fuori. Si deve tuttavia sapere che siamo ancora nel nostro
scantinato! Se la fame aumenta, potrà diventare perfino simpatico!”
21. “Non dipingete ancora il diavolo alla parete, si
accorgeranno presto della nostra mancanza. Finora tutti i seppelliti sono stati
liberati, dobbiamo proprio aspettare”. Aspettano, ma dopo un po’, uno dice:
“Diavolo ancora una volta! Da ore siamo qui seduti, ma non si sente il minimo
segnale che ci stiano cercando, e c’è da disperarsi; nessuno ha qualcosa da
mangiare con sé? Non si può quasi più sopportare la fame!”.
22. “Qualcosa deve pur succedere!”.
23. “Che cosa deve succedere? Nulla! Qui creperemo
come sepolti vivi. Qui sotto, infatti, ci troviamo almeno già da una settimana.
Deve solo presentarsi qualcuno, a offrirmi qualcosa, e gliele suonerò di santa
ragione! Prima ci costruiamo le nostre case, ci vantiamo delle nostre
istituzioni sociali, ci armiamo per una guerra con i nostri soldi, e alla fine
siamo catturati come mosche in una trappola”. – “Fatela finita! Col borbottare
non cambia nulla! La guida ha organizzato tutto al meglio, presto saremo
liberati”.
24. Alla fine tutti sono liberi, e stanno insieme. Ma,
invece di consolarsi, uno di loro domanda: “Dov’è mia moglie, i miei figli,
qualcuno li ha visti?”. Egli chiama, ma nessuna risposta. Anche gli altri
chiamano i loro parenti, ma nulla si muove. Dice uno:
25. “Non si spiega, dobbiamo cercare e trovarli! Non è
possibile essere in uno scantinato, e perdersi”. Presto lo spazio è perlustrato
tastoni; non li trovano, allora uno dice: “Questo è terribile, proprio da
diventare pazzi! Non possono certo averci dimenticati, dobbiamo trovare una via
d’uscita”.
26. Cercano di nuovo, e alla fine trovano una
fenditura nella parete, da dove si possono togliere alcune pietre. Lavorano
febbrilmente, e infine, con il più grande sforzo, ottengono un buco attraverso
la parete, in modo da poter passare strisciando, ma trovano di nuovo null’altro
che macerie. È diventato ancora più buio, la prospettiva di uscire è scarsa. Si
accoccolano insieme, imprecano e maledicono se stessi e gli altri; allora dice
uno:
27. “Prepariamoci alla nostra ultima oretta. Poiché
solo la morte ci potrà liberare da questa pena”.
28. “Ma io non voglio ancora morire! Adesso che ho una
bella esistenza, nessuno mi parli di morire”.
29. “Va bene, parliamo della vita: ma da questa non
saremo più liberati. Dobbiamo uscire da questa fossa, ma come? Provvedete voi a
questo, eroe della vita. Che cosa perdo io con la mia vita? Essa, anzi, a mala
pena conveniva. Certamente, chi come voi ha avuto sempre buoni giorni, vorrebbe
volentieri conservar la sua vita!”.
30. “Tacete, prego, con le vostre considerazioni. È
una disgrazia e basta! Saremo liberati!”.
31. “Sì, saremo liberati, ma quando? Chissà, quanti
sono stati sorpresi. Dove sono le donne, i figli, i vicini? Forse noi siamo
morti e continuiamo in ogni modo a vivere come s’insegnava a noi prima. Questo
sarebbe un disastro – morti, e lo stesso, viventi. Assai difficile da
concepire!”.
32. “Se teneste la bocca chiusa, puzzone! Non è
abbastanza, sedere nell’oscurità e aver fame?”.
33. “Cosa? Mi chiamate puzzone? Levatevi dai piedi,
oppure ve la vedrete, bellimbusto presuntuoso! Ancora una sola parola, e
saranno botte!”.
34. L’uomo si alza e colpisce intanto un altro. Si viene
ad una baruffa, e presto c’è una massa confusa. Una pietra si stacca, poi
l’intero ammasso di macerie scivola nel burrone con quelli che se le danno
reciprocamente. Forti grida e urla coprono il fracasso causato dalla massa
scivolante, poi c’è silenzio. Gli uomini siedono in una cava di pietre, si
cercano con calma, si chiedono come stanno e trovano alla fine un posto solido,
con suolo compatto. Diventati un po’ più sicuri, vanno in perlustrazione. È
notte tenebrosa, continuano a sentire uomini piangenti, e li trovano anche, ma
non ha luogo un saluto tra loro, piuttosto, solo la domanda: “Avete qualcosa da
mangiare?”.
35. Diventa scomodo, hanno fame e, avendo ora anche
freddo, errano nella cava di pietre; nessuno può dire all’altro dove siano. Ne
arrivano sempre di più, così che ora il numero è grande.
36. È presente uno che ha una buona voce, egli dice:
“Quanti siamo dunque veramente? Deve essere successo certamente qualcosa con
noi. Nessuno ha dunque una torcia elettrica, per guardarci intorno?”.
37. “Sì, qui c’è una lanterna, ma è già esaurita;
eppure è necessario trovar la via d’uscita”.
38. La lanterna cede già al primo lampeggiare, ma ecco
che qualcosa divampa chiaramente, una figura sta lì, e sentenzia:
39. “Non sforzatevi di sfuggire da questa vostra
prigione. Voi siete morti, i vostri corpi giacciono sotto le macerie della
vostra grande casa e attendono la putrefazione. Potrei condurvi fuori, se siete
disposti a umiliarvi e a fare tutto ciò che vi suggerisco. Poiché io sono un
messaggero dell’eterno Iddio”.
40. Una generale risata risuona in coro, poi quello
con la voce forte dice: “Non scherzare, hai ancora altre barzellette in
campo?”.
41. “Se tu le chiami barzellette, quando invece vi è
indicata una via per la salvezza, allora vi voglio esclamare tre parole: ‘Solo
Gesù aiuta!’.”.
42. Allora la risata diventa ancora più grande, ma la
figura già non c’è più. Il portavoce deride ancora lo scomparso.
43. Dice uno: “Era giusto deridere qualcuno che ci
voleva aiutare, e ritenerla una barzelletta, se egli ci ha detto che noi
saremmo morti? In ogni caso, abbiamo commesso una stoltezza. Non abbiamo potuto
trovar nessuna via d’uscita, ma quello è entrato ed è uscito”.
44. A queste parole segue un silenzio; essi sono
afferrati da uno sgomento che è poco rassicurante.
45. L’angelo commenta: “Ciò che abbiamo sperimentato
adesso, è stato un preludio: lasciamoli al loro sgomento, tra alcune ore
l’immagine cambierà. Osserviamo un’altra schiera che fa parte di costoro”.
46. Di nuovo un campo di macerie, di cenere e ruderi,
molti esseri con volti affamati stanno accoccolati insieme, e uno di loro
sbotta:
47. “Se solo potessi afferrare quel mascalzone che ci
ha portato in questa vita da cani, vedrebbe suonata la sua ultima ora! È una
vigliaccheria dimenticarci!”.
48. “Ma perché non lo vuoi capire? Noi siamo morti!”,
insiste un altro, “questa condizione, infatti, è assolutamente triste, e io
sono di quest’opinione: lasciamo le preoccupazioni della nostra esistenza
terrena, e cerchiamo di pregare così come facevamo da bambini”.
49. “Se non sai far nulla di meglio, allora chiudi il
becco. Noi siamo uomini moderni e non abbiamo bisogno di preghiere; in futuro,
lascia quindi stare queste chiacchiere”.
50. Un altro interrompe: “Ma che tono è questo? Se si
è nel bisogno, ognuno può far sentire la sua proposta, e se voi siete così
moderno, allora vi prego di essere anche un po’ più educato”.
51. Adesso arrivano molti, molti altri; non si può
dire il numero a causa dell’oscurità. Uno di loro dice:
52. “Finalmente incontriamo qualcuno! Ora però presto,
cerchiamo qualcosa da mangiare, o da bere, per calmare la nostra fame e sete”.
Prima che gli altri potrebbero replicare qualcosa, hanno rovistato anche il
posticino più piccolo, ma senza trovare nulla; allora diventano grossolani e bestemmiano,
mentre gli altri si pigiano in un angolo e non si arrischiano a dire più una
parola.
53. “Chi c’è qui insieme con noi, lo dobbiamo sapere.
Ci sono ancora uomini viventi, qui? Questi non ci possono servire per il nostro
progetto”.
54. “Qui ci sono uomini!”, dice il moderno, “e noi
siamo circondati dalle macerie!”.
55. “Fate vedere chi siete! Ah, siete voi, eroi. Vi
chiamate uomini, e siete comunque solo spiriti come noi! Non siete dunque
ancora guariti dalla vostra follia umana? Dove avete lasciato il vostro
intelletto! Forse nel vostro scantinato di ricovero? Allora guardate qui: noi
siamo molte centinaia, e abbiamo un agevole posto. Quanto era grande il tuo
scantinato? Dov’è la tua comodità che ti sei creata? Dove sono i compagni della
tua casa? Presuntuoso uomo super moderno! Aspetta, da noi imparerai indigenza
ed espiazione, perché ci hai sempre considerato dall’alto in basso! Io ti
conosco già da lungo tempo, e ora dovrai imparare a conoscere noi, popolo
sciocco!”.
56. “A un tale discorso, non do assolutamente nemmeno
una risposta, villanzoni! È triste, rinnegare la vostra umanità”.
57. Segue una gran risata, poi uno dice ai nuovi: “Non
serve più a nulla: datevi tranquillamente al pensiero che siamo tutti morti!
Nessun uomo, nessun Dio ci potrà aiutare; qui ognuno è il prossimo di se
stesso. Da quanto tempo non ho più mangiato nulla, e vivo ancor sempre!
Talvolta è terrificante, questa fame, e ancora più terrificante quest’oscurità.
Il prossimo passo potrebbe già portare all’abisso, laddove non si vede nulla”.
58. “Il tuo linguaggio è più sensato, caro uomo. Ma tu
credi veramente che sia finita con la nostra vita terrena? Non ci posso nemmeno
pensare, mi viene un brivido”.
59. “Tuttavia lo dovrai sperimentare, che è così;
presta attenzione a tutto, e presto ti convincerai”.
60. Allora arriva il precedente urlatore: “Che cosa
avete voi da nascondere? Qui non c’è nulla! Nel Regno degli spiriti non
esistono i cosiddetti migliori, là sono tutti uguali; adesso diamoci da fare,
affinché possiamo uscir fuori da questo buco!”.
61. Alcuni vengono alle mani e trascinano gli altri;
questi si difendono, si scatena una rissa, dove si strappano l’un l’altro i
vestiti dal corpo.
62. Durante la rissa, la grigia oscurità si è colorata
di rossastro, così che tutto fa un’impressione sinistra.
63. Dice Hanny. “Non possiamo aiutare questi
poveretti? Certamente essi soffrono grandi tormenti, in quest’atmosfera!”.
64. “Non ancora, cara figlia del Signore! Noi non
siamo qui nemmeno per aiutare, ma per osservare lo sviluppo di quelli che non
ebbero mai bisogno di un Dio. Più tardi, quando la mia missione sarà terminata,
potrai agire secondo il tuo amore. Ora però presta attenzione: la faccenda si
fa seria!”.
65. Arrivano nuove schiere. Sul loro volto si vedono
miseria, privazione e odio. Sono state attirate dalle grida. Nelle loro mani
portano randelli, che però ardono come fiaccole e causano un terribile fumo.
Non è diventato per nulla più chiaro, solo più rosso. Si precipitano su quelli
che si bastonano e li battono con i loro randelli, così che tutti giacciono
come uccisi. Perquisiscono ogni angolo, ma non trovano nulla. Perciò la loro
ira diventa molto più grande. Ora si muovono quelli che giacciono come morti,
li afferrano saldamente, li tirano e li trascinano fuori dalla loro buca e li
precipitano in un’altra più profonda e più larga, dalla quale sale su un fumo
puzzolente. L’opera di ricerca dei folli va ancora oltre; adesso trovano anche
gli altri, i quali nelle loro macerie speravano nell’aiuto. “Finalmente”, dice
uno, “siete venuti per liberarci! Avete portato qualcosa da mangiare?”.
66. “Da mangiare? Voi vi stupirete, noi stessi siamo
arsi dalla fame! Ma ora, fuori dal vostro paradiso: adesso vi restituiamo ciò
che ci dovete da una vita!”.
67. Essi si difendono, ma sono costretti dalle
fiaccole ardenti, privati delle loro vesti e cacciati avanti, finché dal luogo
della loro afflizione sono spinti fin nell’abisso”.
68. Osserva Johanna [Hanny]: “Non si può quasi più
guardare: se dovessi guardarlo sempre, dovrei dubitare nel Dio dell’Amore!
Posso chiedere perché Dio si comporta in maniera così silenziosa? Se ci penso,
con quanta fatica noi siamo state conquistate! Perché non questi?”. – “O figlia
del Signore, ciò che tu adesso sperimenti, è ben l’inferno, ma la cosa peggiore
deve ancora venire. L’eterno Iddio conosce ogni cosa, ma per salvare ancora
costoro per la Vita eterna, Egli deve far avvenire queste cose; essi, infatti,
erano uomini duri di cuore, il cielo era la loro pancia, e il borsello il loro
dio. Gli oppressi, nella loro cieca ira, esprimono solo ciò che si è accumulato
nella loro vita terrena come odio”.
69. “Che cosa accadrà adesso? Le loro grida mi toccano
in ogni caso il cuore. Quando ero ancora nell’istituto, dovevamo accettare
talvolta qualche grido, ma erano malati”.
70. “O figlia del Signore, anche questi sono malati.
Tutto quello che qui vediamo, è purificazione. Se fossero rimasti ancora
uomini, come lo erano secondo l’esteriore, la loro scuola sarebbe stata molto
più facile. Nei figli del Signore non deve mai sorgere, nel modo più assoluto,
il pensiero che alcuni potrebbero andar perduti; perché il Signore ha dato la
Sua stessa Vita per la salvezza di tutti. Egli pone ogni fiducia in quelli che
hanno fatto proprio il Suo Spirito, e li provvede con forza e potenza, secondo
il loro amore. Perciò abbiate solo pazienza per gioire, poiché dietro ogni
servitore del Suo Amore stanno molti aiutanti. Ora aspettiamo ancora un po’,
poi comincerà un nuovo atto. E continuate a stare calme. La Volontà del Signore
è la nostra forza e la nostra protezione!”.
71. Ora i quattro guardano ancora più da vicino i
molti infelici. Quello che ai loro occhi sembra come un abisso, è una pozza di
fango. Poiché la maggior parte è stata denudata delle proprie vesti, il fango
nero aderisce al loro corpo e non riescono a pulirlo, per quanto si sforzano.
Occupandosi di ciò, si guardano intorno e, nonostante l’oscurità, ora si
possono tuttavia riconoscere. Sono in molti, e tra loro ci sono anche donne.
72. “Dove siamo capitati?”, domanda l’uno all’altro:
“non c’è dunque nessuna via d’uscita?”.
73. “Temo di no! Ora, infatti, mi rendo conto di non
essere più uomo, bensì defunto; poiché una siffatta sventura non è possibile
che accada a un uomo. Appena suonò la sirena, andammo nello scantinato,
sentimmo esplosioni; poi a un tratto tutto fu silenzio, la luce si spense e,
ora, afflizione su afflizione”.
74. “È impossibile essere morti! Parliamo, sentiamo
fame e sete e, innanzi tutto, dolore; non solo nelle braccia e nelle gambe, che
sembrano sane, ma in tutto il corpo; non si riesce quasi a sopportare. Se solo
venisse un aiuto!”.
75. “Questo ce lo siamo giocato! Non possiamo più
essere aiutati, poiché la mano che ci è stata offerta per la salvezza, noi
l’abbiamo rifiutata, considerandola come una barzelletta, e ridicolizzandola.
Ciò che ora sarà, è completamente incerto”.
76. “O Dio, o Dio, quale afflizione! Morti e tuttavia
viventi, sani e tuttavia malati, quasi irrigiditi dal freddo e interiormente
brucianti di febbre; chissà quanto tempo durerà questo!”.
77. “Eternamente, io temo. Ora, infatti, non abbiamo
più bisogno di nessuna dimostrazione della continuazione della vita dopo la
morte, poiché noi viviamo e, il come, lo dimostra la nostra situazione. Adesso
si tratta di essere d’accordo, e di cercare una via d’uscita. Il mondo dello
spirito non ha nessuna barriera: si dovrà certamente trovare una via, per
uscire da questa pozza di fango”.
78. Gli altri, che hanno sentito questo discorso,
scoppiano in un lamento, così che non si può più comprendere nessuna parola.
Allora uno di loro grida: “Silenzio! Abbiamo bisogno di qualcuno che agisca e
pensi per noi, perché qui non possiamo rimanere in eterno; nemmeno Dio può
volere questo!”.
79. “Hai ragione tu, amico. Dio non voleva la nostra
sventura, ma la volevamo noi, e perciò nemmeno Lui ci può aiutare. Come uomini,
siamo stati troppo moderni per credere in un Dio, ed ora il nostro moderno modo
di pensare si è amaramente vendicato. Io ritengo esclusa una salvezza, credo piuttosto
che diventerà peggio”.
80. Silenzio generale, poi scoppia un vociare; le
donne accusano gli uomini, gli uomini diventano grossolani e presto è di nuovo
il più gran putiferio, che minaccia di nuovo di degenerare in violenza. Allora
un fulmine squarcia l’oscurità, tutto è spaventoso, e un angelo con la spada
fiammeggiante sta davanti a loro, e dice:
81. “Se ci tenete alla salvezza, allora umiliatevi, e
come prima cosa, scacciate una buona volta da voi l’inferno, cercando di
riparare ciò che avete accumulato in voi come colpa. Dio è giusto per tutti
quelli che credono in Lui e vivono secondo la Sua Volontà, Egli è per loro un
Padre e un Salvatore. Per quelli invece che mai hanno bisogno di Lui, anzi, che
hanno anche tolto la fede ad altri, Egli è un Giudice inesorabile, e a costoro
sarà difficile cancellare ogni colpa. La mia missione riguardo a voi non è un
giudizio, bensì un salvataggio per l’eterna salvezza.
82. Se rimarrete in questo spirito, vi aspetterà
ancora di peggio. Se però deporrete la vostra arroganza, il vostro amor proprio
e il vostro orgoglio, e cercherete, con cuore implorante, Gesù il Guaritore, vi
verrà aiuto e salvezza; e non solo salvezza dalla vostra miseria, bensì
salvezza per l’eterna guarigione”.
83. La figura dell’angelo è scomparsa; come uccisi dal
fulmine, tutti giacciono tramortiti. Quando però essi vengono di nuovo alla
consapevolezza, comincia una nuova afflizione. Alcuni si vogliono convertire,
altri la considerano un’apparizione, ma non raggiungono nessun risultato.
84. Conclude l’angelo: “La nostra missione è finita!
Costoro hanno bisogno ancora di un tempo per la fermentazione, poi si
troveranno d’accordo quelli che vorranno esserlo. E sarà difficile separare da
qui gli avveduti, perché gli altri vorranno impedirlo.
85. Toglietevi il vostro avvolgimento, ora devono
vederci, anche solo per un attimo! Noi invece, affrettiamoci di nuovo ad andare
verso casa nostra, dove ci attendono gli altri”.
[Indice]
۞
Pronta
per nuovi compiti
Ritorno
alla casa del Cielo e commento sul viaggio. – Madre Anna insegna, e si propone
di tornare reincarnata sulla Terra per aiutare. – Johanna ribatte la scelta di
restare nel Cielo. – Un angelo parla del suo incarico di servitore e insegna la
Volontà del Padre. – È festa per i nuovi arrivati.
1. Presto sono di nuovo nella loro meravigliosa casa.
Hendrick e madre Anna sono arrivati ancora con molti dei loro assistiti, per
avere i due angeli ancora un po’ di tempo in mezzo a loro.
2. Quando madre Anna chiede alle due: “Ebbene,
figliole, che cosa ci avere portato di bello?”, entrambe piangono, poi Johanna
[Hanny] dice:
3. “Che cosa sappiamo noi, del mondo degli spiriti?
Proprio nulla! Qui c’è pace, felicità, e un Cielo; che cosa darebbero gli altri
per avere solo una particella del nostro amore! O Tu, buon Padre, quanto deve
ardere in Te lo struggimento, quando il Tuo occhio infinitamente buono vede gli
smarriti! Il Tuo dolore per quelli che non vogliono il Tuo Amore paterno deve
essere immenso, eppure, Tu non li abbandoni!”.
4.Tutti, tutti guardano alla loro sorella, che è
sempre così premurosa, così gioiosa, ed ora invece è così afflitta. Gli altri
non la comprendono, allora parla madre Anna:
5. “Non meravigliatevi, perché esse hanno visto cose
per le quali non ci sono parole. Una volta si credevano nell’afflizione, ma era
un paradiso, rispetto a coloro presso i quali hanno potuto trovarsi”.
6. Dice l’angelo: “Voi, molto amate, qui vivete una
vita che, con diritto, può chiamarsi beata. Le bellezze del vostro mondo, del
vostro Cielo, sono l’espressione del vostro amore, che avete potuto ottenere
con la Grazia del Signore. Voi eravate ben riconoscenti, e avete veramente
compiuto un buon lavoro. Come potevate crescere voi nell’Amore per il Signore e
potevate arricchirvi alla Vita del Salvatore, proprio così si può arricchire
anche l’anticristo; ogni mezzo gli è giusto per crescere in egoismo, odio e
avidità di dominio. È una terribile lotta tra la Luce e la tenebra, e tutte le
forze sono mobilitate per far uscire Dio, il Padre Santo e Creatore di tutte le
cose, dal Suo Amore, Misericordia e Pazienza. Sì, il più grande desiderio del
nemico della Vita, è di rimuovere Dio dal Suo massimo spiegamento di potenza,
affinché l’Amore e le Sue Forze perdano il loro Potere e la loro Dedizione.
Noi, quali Suoi servitori e portatori della Volontà, eseguiamo con santa
serietà la Sua Volontà, e saremmo pronti a preparare ad ogni male e ad ogni
cosa giudicata, un’eterna fine, affinché cessi finalmente ogni lotta; ma il
Santo Dio e Padre di tutti gli spiriti e uomini, dice: ‘L’Amore in Me, che un giorno ha portato il più grande sacrificio per
spianare a tutti gli smarriti e i perduti, una via per la Salvezza e la
Redenzione, vuole anche adesso portare ancora il più grande sacrificio, confidando
sui Miei figli, e al nemico dimostrare il più grande rispetto nel lasciare
intangibile la sua libertà. Nel momento in cui impiego la Mia Potenza, Io Mi
separo dal Mio Amore, e tutti i sacrifici saranno vani. Ma finché ho ancora
figli che si servono del Mio Spirito d’Amore e Guaritore, voglio posticipare
ogni giudizio e dedicarMi completamente alla speranza che tutto sia ancora
guadagnato!’.
7.Vedete, voi molto amate del mio Signore: davanti a
questo linguaggio, noi ammutoliamo, e nessun servizio è troppo piccolo per
sostenervi nella lotta con i caduti. È la nostra più grande delizia,
fortificarvi e sostenervi. Voi sentireste brividi di beatitudine, se poteste
scorgere quelli che vi accompagnano in modo invisibile, anzi, quanto spesso è
il Signore stesso che vi aiuta, senza che voi lo sospettiate. Da questo vedete
quanto grande è la fiducia che il Padre celeste accorda ai Suoi figli, sebbene
Egli sia l’onnipotente Iddio, Creatore di tutti i Cieli e mondi. Ciò che le
vostre due sorelle hanno visto e vissuto oggi, è un pezzettino, completamente
minimo, di ciò che il vile e falso partorisce; quanto si abbatterebbero i
vostri cuori se potreste scorgere il male e falso nel loro effetto. Come voi
siete state educate da una bellezza all’altra, dovete anche essere educate a
sopportare un inferno dopo l’altro. Nell’attuale lotta tra Luce e tenebra è
compartecipe l’intera Infinità, quindi non solo la vostra Terra e le sue sfere,
ma tutto, perché si deve andare verso la vittoria finale. Non spaventatevi
perciò di questo. Il Signore è Amore, Pazienza ed eterna Misericordia, e il suo
obiettivo è la redenzione di tutti! Ben potrebbe la redenzione prendere un
percorso più rapido, cercando la Sapienza vie che conducono alla redenzione; ma
Lui, il Magnifico e Perfetto, vuol lasciare l’ultimo ai Suoi figli, affinché il
nemico della Vita non sia vinto con la Potenza del Signore, bensì con l’amore
dei Suoi prediletti, affinché egli [il nemico] diventi di nuovo la meravigliosa
figlia della Sua Creazione.
8. Così rallegratevi del futuro lavoro, che vi costerà
certamente pazienza e fatica, ma da cui tanto più riceverete grande gioia. Poco
fa c’era in voi il grande desiderio: vedere il Signore e stare in Sua
compagnia. Ora lasciate crescere in voi una brama ancora più grande: diventare
guaritori e redentori per tutti quelli che non Lo conoscono ancora e, per opera
del potere del nemico, ancora devono vivere senza di Lui”.
9. Madre Anna guida gli angeli attraverso il grande
giardino, mentre molte centinaia di figli beati la seguono. Lisa e Johanna
[Hanny] a sinistra, e a destra gli angeli. Fermandosi davanti alla casa più
bella, lei dice: “Fin qui vi guido io, ora vi possono guidare i figli, poiché
questo territorio è diventato loro proprietà attraverso il loro amore. Qui io
sono ancora sorella, e ogni amore che sperimento è per me il dono più santo,
tanto che volentieri vorrei portare ancora una volta la sorte terrena”.
10. Dice l’angelo: “O figlia del nostro Padre Santo,
davanti a questo linguaggio noi vorremmo inchinarci! Sappiamo che tu conosci la
vita terrena, e conosciamo la scuola che ivi hai praticato, e anche la tua
guida qui, nel Regno degli spiriti; ma prima del perfezionamento, voler ancora
una volta vivere quella scuola, reca in sé un mistero che certo sfugge alla
nostra sapienza”.
11. “Sì, cari amici, è così! Nel mio interiore si fa
sentire un nuovo impulso, poiché si tratta di diventare redentrice. Come voi
avete descritto tutto così precisamente, tutte le ripercussioni del falso e
anche del male, non deve l’Amore cercar nuove vie per liberare finalmente il
Signore? In ogni vincolato c’è ancora vincolata anche la Sua Vita. In tutti gli
smarriti e perduti lotta ancora il fratello spirituale proveniente da Dio. Se
Lui, l’eterno e Santo Dio e Padre, come creatura mortale ha sacrificato la Sua
Vita per spianare la via che porta nell’eterna Casa del Padre, non deve allora
in me l’impulso nella più interiore essenza afferrare il pensiero struggente
che ancora il Padre Santo porta in Sé come mistero? Io, come essere umano, ero
già della ferma convinzione che ringraziare realizzi la cosa più grande del
pregare. Vorrei anche continuare a ringraziare, e ringraziare dovrebbe essere
lo stimolo non a compiere qualcosa di grande, ma qualcosa di meravigliosamente
santo. Io, come beata, mi meraviglio spesso che voi angeli, e meravigliosi
servitori di Dio, non possiate comprendere questo linguaggio”.
12. “O figlia del Signore, noi non possiamo
trasformare la nostra essenza, poiché ci manca proprio ciò che fa di voi dei
figli. Ciò che noi siamo, lo siamo da Lui, dalla Sua Divinità, Potenza e
Sapienza, voi invece siete figli del Suo Amore, Grazia e Misericordia”.
13. Continua Johanna [Hanny]: “Questo non lo comprendo
bene: non sono anch’io proceduta dalla Sua Divinità, come te? Non ho anch’io un
giorno avuto una vita meravigliosa, prima di passare la scuola della vita
terrena, e quindi poter considerarmi oggi come figlia Sua? Il Padre Santo mi ha
lasciata libera di scegliere di ritornare nel mio mondo precedente, dove non
esiste nessuna sofferenza, nessun dolore e delusione. Io invece ho preferito
stare qui tra gli smarriti e i perduti, e perché? Perché il Signore stesso
s’intrattiene qui, con il Suo completo Amore! Là Egli è Dio, e qui è Padre; là
Egli è Luce, e qui è Salvatore; là è Sole, e qui è Calore; là tutti sono
riceventi dalla Sua Onnipotenza, e qui noi siamo i donanti dal Suo Amore; là
domina ancora la legge, qui invece il Suo Amore è la nostra vita!”.
14. L’angelo s’inchina profondamente, e soggiunge:
“Davanti a questo linguaggio noi c’inchiniamo volentieri, e tutto il nostro
potere sta come un nulla dinanzi a noi. Quanto volentieri io vorrei sempre
essere servitore presso di voi! Tu, figlia del Mio Signore, sei più ricca di
me, sebbene io abbia abbastanza potenza di creare Cielo e Magnificenze, ma
dalla Forza e Onnipotenza del Signore, e secondo la Sua santa Volontà. Qui
invece è sorto un Cielo puramente dal vostro amore, e questo, è vostra
proprietà”.
15. “Sì, fedele messaggero angelico e rappresentante
di Dio, del Creatore del Cielo e dei mondi. Hai detto bene che questo Cielo è
nostra proprietà”, replica Anna, “una cosa però aggiungo ancora come figlia del
nostro Padre: che questo nostro Cielo deve diventare anche proprietà di quelli
che adesso vivono ancora nella notte e nell’orrore. Perciò noi siamo diventati
figli: per andare a guadagnare all’affettuoso Padre i perduti e gli smarriti, e
non dalla Sua divina Potenza, bensì attraverso il Suo santo Amore! Ecco, ora è
stato detto abbastanza, quindi onoriamo i nostri cari fratelli, nostri ospiti.
Preparate un pasto di gioia! Tutti vi devono prender parte!”.
16. E così avviene. I due angeli non possono elogiare
abbastanza l’affetto che ha preparato la festa dell’amore. Tutto però diventa
ancora più bello, quando lo stesso Padre Santo appare all’ultimo istante e
benedice i figli.
17. Con i due angeli, Egli prende congedo; gli angeli
sono necessari per altri servizi. Così è concluso un tempo di riposo.
۞
Ogni
inizio è difficile
Una
spedizione nel regno delle tenebre presso anime non credenti e rissose. –
Proposta di salvezza e offerta di pane e vino non sono però supportate da
pentimento. – A causa della voragine, solo pochi chiedono salvezza.
1. Pensosa, dice Hanny a Lisa: “È arrivato il tempo, e
sempre maggiore diventa in me l’impulso di non poter aspettare più a lungo.
Forse ci riuscirà, di strappare all’inferno questi poveri e sofferenti. Qui c’è
ancora sterminato spazio, lavoro e inoperoso amore, così che fiduciose noi
possiamo osare ad andare nel mondo della morte. Sono già stata spesso nella mia
terrena casa paterna, là ho potuto fare anche esperienze ma ora lo so: il tempo
è giunto!”
2. Risponde Lisa: “Volentieri! Ma, da sole?”.
3. “Non da sole: l’immenso buon Padre sarà certamente
con noi! Portiamo con noi Christa, Rosel e Lena, una brocca d’acqua e del
pane”.
4. Le altre acconsentono, piene di gioia, e con la
benedizione di madre Anna le cinque abbandonano la loro stupenda dimora. Strada
facendo si unisce a loro un uomo che, su incarico dell’eterno Amore, dovrà
essere loro vicino e sostenerle. “Chiamatemi Emil. Johanna [Hanny], io ti
conosco già da lungo tempo, dalla tua vita terrena; noi altri c’intenderemo
già”.
5. “Sei già stato a lungo nel mondo delle tenebre,
fratello Emil?”.
6. Più a lungo di quanto voi avevate pensato, io sono
stato un abitante di questa sfera. Solo al Padre Gesù devo la mia salvezza.
Perciò, per amore, ho supplicato per i miei compagni di un tempo”.
7. “Allora tu puoi essere la nostra guida, poiché essi
terranno più in considerazione un uomo, che delle fanciulle minorenni”.
8. “Johanna [Hanny], non sottovalutarti! Il tuo amore
è la forza motrice, e lo spirito in te ti ha reso maggiorenne. Ora però stiamo
attenti, in pochi attimi saremo arrivati”.
9. Intorno a loro si fa buio. Non si sono ancora resi
conto della velocità con la quale essi corrono. Ecco che arrivano a una
locanda, nella quale c’è moltissimo baccano.
10. Prudenti, si avvicinano. Ancora non sono visti, e
per un po’ osservano con calma i litiganti. Ci sono abominevoli individui con
sguardi colmi d’odio, donne impaurite con sguardi fissi e vestiti intorno al
corpo laceri e logori da parte a parte. Il litigio si fa per il pane: le donne
incolpano gli uomini, gli uomini invece le donne, finché la lite degenera in
violenza. Allora entra Johanna [Hanny] con gli altri nella loro sfera, e dice
con voce potente:
11. “Non vi vergognate, voi uomini, di percuotere le
vostre donne? Invece di cercare ogni colpa in voi stessi, addossate ogni colpa
alle donne, e aggravate ancor più la vostra situazione!”.
12. Sbraita uno dall’aspetto completamente selvaggio:
“Ah, guarda questa, voi piccioncine delicate, siete appena entrate qui, e
subito così villane. Avvicinatevi! Nella nostra noia, voi sarete un magnifico
passatempo”.
13. “Ti sbagli! Noi siamo venute per offrirvi una mano
d’aiuto, poiché voi tutti siete morti, siete esseri assolutamente miserabili, e
vi potrà ancora aiutare solo la mano salvifica del Salvatore Gesù”.
14. Allora scoppia un tumulto, essi vogliono mettere
le mani addosso alle fanciulle, ma, come se avessero afferrato un ferro
rovente, gettano un grido e le lasciano di nuovo all’istante. Gli aggressori
gridano ancora, ed ecco che si fanno avanti le loro donne, e domandano:
15. “È vero che siamo morti? Su di noi è entrata con
impeto una disperazione dalla quale non troviamo nessuna scappatoia. Da dove
venite?”.
16. “Se state tutti ben calmi e ragionevoli, e
dominate in voi i vostri sentimenti d’ira e odio, potrò parlare, altrimenti
no!”.
17. “Tu sei ancora una ragazzina, che cosa ci potresti
mai dire? Non ci rimane però nient’altro da fare, che ascoltarti”. – “Hai
saputo in ogni caso tenerti lontano gli uomini”, dice un’altra donna con faccia
avvilita.
18. Johanna [Hanny]: “Uomini e donne, che mi crediate,
oppure no, non cambia nulla al fatto che voi, come anche noi, siamo morti; con
la sola differenza che noi siamo al sicuro nell’Amore del Salvatore Gesù,
mentre voi siete perduti. La vostra vita terrena è trascorsa senza Dio, allora
non può essere diverso che voi qui stiate rannicchiati nell’afflizione. Una
cosa però la potete credere: anch’io conosco l’afflizione, e precisamente per
mia stessa esperienza. La mia vita terrena è stato il destino più triste che
una persona si possa mai immaginare, ma non fu colpa mia, perciò ho
sperimentato dopo la mia morte del corpo, qui nel Regno degli spiriti, anche la
più grande Grazia di Dio, Grazia che ho anche afferrato a piene mani. La vostra
vita terrena potrà essere stata bella, a me per questo mancano i concetti, ma
per ciò che ho sperimentato io in bello e magnifico, in questo mondo
spirituale, mancano i concetti a voi. Mi potrebbe essere indifferente, se
accetterete o no il nostro debole amore che vi potrebbe portar fuori di
quest’afflizione; perché non si tratta della nostra, bensì della vostra
beatitudine. Ma poiché il nostro magnifico Guaritore Gesù ci accorda nel Suo
Amore, diritti e libertà, ecco che siamo alla ricerca dei perduti che potremmo
portare con noi, nel nostro magnifico mondo, per fare di loro degli spiriti
felici e beati, come lo siamo noi”.
19. Un uomo si avvicina, e replica: “Le vostre parole
suonano promettenti, come non avevo ancora mai sentito, da quando vivo in questo
lugubre angolo. Nella nostra vita, a me è stato promesso davvero molto, ma non
si è ancora adempiuto nulla. Come potrai tu dimostrare soprattutto che saremmo
morti, lo dovremmo certo sapere; la morte, infatti, è qualcosa di oltremodo
gravoso, e io l’ho molto temuta, al tempo della mia vita”.
20. “Le tue parole si sono addolcite, perciò posso
anche continuare a parlare con te, ma non servirà a nulla se tu, e voi tutti,
non vorrete crederci. Della vostra morte e della vita non avete certamente
bisogno di dimostrazioni: perché voi stessi siete la dimostrazione. Da quanto
tempo non avete mangiato e bevuto? Da quanto tempo non avete eseguito nessun
bisogno? Da quanto tempo non avete visto nessun cambio di notte e giorno, o
visto mai il Sole, o la Luna? Quanto ciechi siete, come uomini, verso Dio,
tanto ciechi siete anche verso voi stessi. Noi invece viviamo un’esistenza
nella Luce, abbiamo il pane migliore, l’acqua migliore, anzi, anche vino, e i
frutti migliori, e ancor mai tutto ciò è diventato di meno, piuttosto, di più.
Guardate voi stessi: che cosa avete operato di buono nel vostro effimero corpo,
in tempo e fatica, e quale aspetto avete adesso? Se queste non sono prove,
allora ditemi: che cosa altro vi devo dimostrare?”.
21. “Sì, ragazzina, sei una creatura assolutamente
raffinata, oppure un angelo. Ne abbiamo già sentito parlare spesso, ma chi ci
può dare una risposta? Non è la nostra vita un completo, completo bruttissimo
sogno, che non vuol prendere nessuna fine? E perché andar dietro a cose che sono
irraggiungibili? Ciò che tu ci riferisci della bella vita, suona proprio bene;
già da giovane io mi sono costruito castelli in aria, ma erano bolle
inconsistenti; la realtà ha fatto esplodere tutto! Avreste potuto portarci
piuttosto un pane, come dimostrazione, giacché certamente voi ne avete un bel
po’.”.
22. “Il pane c’è già, ma come volete distribuirlo, se
vi ha afferrato talmente la brama e l’avidità di possederlo da soli? Guarda:
qui c’è un pane! Ma chi ne vuole, deve venire a supplicarlo! Io vi assicuro che
ce n’è abbastanza per tutti”.
23. Sorge un tumulto. Alcuni vorrebbero gettarsi su
Johanna. Allora si apre un’ampia voragine, dalla quale sorgono vapori. Essi si
spaventano e indietreggiano, non badando a calpestare gli altri. Scoppia un
conflitto, una baruffa. I più deboli non si possono più alzar da terra. Le
fanciulle cercano di tirarsi indietro con raccapriccio, allora Emil dice:
24. “Rimanete, porgetemi le vostre mani, non
desistete! Perché il Signore è con noi”.
25. Esse lo fanno. Allora da queste sei mani s’irradia
un bagliore, e in questa luce, tutti smettono con la loro zuffa e guardano come
affascinati. Poi il precedente portavoce si alza, e ammette:
26. “Ragazzina, hai ragione: siamo perduti senza
salvezza! Al cospetto del pane, e della promessa che poteva bastare per tutti,
si è adempiuta la tua parola: l’avidità e la cupidigia sono la nostra fine! Ora
sì, io credo in un essere morto per tutto il mondo. Ma quale sarà la nostra
sorte?”.
27. “Eterna perdizione, se non afferrerete la mano salvatrice
che vi vuole aiutare. Con ogni azione che fate per avidità, voi peggiorate la
vostra situazione e la vostra vita; invece se applicherete amore verso il
vostro prossimo, la vostra vita migliorerà. Tu, però, hai mai visto uno che era
nell’afflizione ed è stato così stupido da respingere la mano salvatrice?”.
28. “No, ragazzina; perché chi sta annegando, afferra
perfino uno stelo di paglia”.
29. “E allora perché non volete afferrare la mano che
vi si è offerta? Ve lo voglio dire io: perché dovreste smettere di dominare, e
diventare esseri supplicanti, sommessi e modesti, ma il vostro indomabile
orgoglio non lo permette”.
30. Un uomo, furiosamente urla: “Smettetela, con
queste stupide chiacchiere; ci mancavate proprio voi! Chissà che cosa c’è
sotto”.
31. “Anton, ora smettila di urlare! Io mi affido a voi
fanciulle. E a te, uomo dall’aspetto buono; aiutatemi a quietare gli altri. Se
potete proteggere voi stessi, allora avete anche il potere di aiutarmi”.
32. “Guarda, Robert, adesso ascoltami attentamente:
forse non ne hai ancora abbastanza di noi? Ma aspetta solamente, le larve non
rimarranno qui a lungo”.
33. Sul discorso di Anton, molti s’indignano, ma hanno
paura davanti all’uomo furioso.
34. Dice Robert: “Vai piano, Anton, che tu sappia: il
tuo potere su di noi è rotto! Queste fanciulle e l’uomo hanno potere pieno su
di noi, altrimenti non sarebbero qui; e tu avresti potuto risparmiarti il
dispiacere di poco fa”.
35. “Taci, altrimenti ti faccio vedere io!”. grida
Anton. – Ma Robert ribatte: “Il tuo gridare non migliora la nostra sorte. Là,
presso i tre, ci attende il pane e, forse, anche liberazione da
quest’afflizione. Se soltanto non ci fosse la voragine, io sarei già di là
presso di loro”.
36. Johanna: “Se lo desideri seriamente, allora prega
il Signore ed eterno Iddio. Esseri come voi, infatti, devono imparare a
pregare! Se la vostra preghiera per la redenzione viene fuori dalla vostra
miseria, non siete ancora fatti per l’eterno Regno; perciò convertitevi, cioè
tornate indietro dalla via che conduce alla rovina. Il vostro ritorno dovrà
essere serissimo, e il desiderio, sacro”.
37. Dice Anton con gesti beffardi e ostili: “Robert,
non lasciarti prendere alla corda come un idiota, chissà quali imbroglioni
camuffati sono costoro! Dapprima dovremmo essere morti, poi ci fanno cenno con
del pane, e ora dobbiamo per di più diventare bigotti. Un uomo non lo fa.
Bastiamo a noi stessi, e non abbiamo bisogno di nessuno! Dovrà pur passare, una
buona volta, la notte”.
38. “No, Anton, io non ti credo più! Da lungo, lungo
tempo noi bramiamo altre condizioni. Se adesso buttiamo via l’aiuto, poi non ci
aiuterà più nessun pentimento. Chi di voi vuole unirsi a me, e agire secondo le
parole della fanciulla?”.
39. Anton nel frattempo vorrebbe intervenire, ma
Robert ribatte: “Taci, adesso tutti devono avere la loro libera volontà!
Innanzi tutto, nessuna violenza, perché questi sono più potenti”.
40. Pochissimi ammettono: “Voglio unirmi a te, Robert;
poiché di Anton non c’è da fidarsi!”.
41. “Allora lasciateci diventare supplicanti. Il
nostro ardente desiderio di cambiamento era già un pregare, ma non quello
giusto. Chi di voi può ancora pregare? Nessuno! O Dio, quanto siamo sprofondati
in basso! In questo stato sarà ancora possibile una salvezza?”.
42. Johanna: “Certamente, perché presso Dio è ancor
sempre possibile la salvezza. Egli non respingerà nessuno che si rivolga a Lui,
supplicandoLo sinceramente”.
43. Robert: “Ascoltate, la fanciulla c’infonde
coraggio! Inginocchiamoci: o Dio, noi siamo grandi peccatori, ed è chiaro, senza
il Tuo aiuto rimaniamo perduti. Sii clemente e misericordioso con noi tutti!”.
44. Una donna, prega: “O Dio, il mio cuore si è
allontanato da Te; coscientemente mi son separata da Te, perché il mondo mi
offriva più di Te. Ora ammetto la mia stoltezza e, Ti prego, fa che io mi
rivolga di nuovo a Te in preghiera e sii con noi clemente. Aiutaci! Salvaci da
questa rovina, affinché diventiamo nuovamente uomini liberi. Amen!”.
[Indice]
۞
Missione
felicemente compiuta
Continua
la trattativa con le cattive anime fra le rovine. – Maria e Robert accettano e
invitano altri a mangiare il pane offerto loro. – Anton rifiuta. – Il corteo si
avvia verso l’inizio della salvezza.
1. I vapori cessano, la voragine si chiude, Johanna avanza
e dice: “Il Signore usa clemenza e vi viene incontro, attraverso di me. Ora vi
si domanda: volete anche adempiere le condizioni che rendono possibile la
vostra conversione? In nessun caso la vostra vita potrebbe continuare così,
come nel passato. La condizione è: amore per Dio e per il prossimo in tutta
umiltà e modestia; tutto il resto verrà poi da sé”.
2. Robert: “Noi vorremmo, ma difficilmente potremmo,
poiché amare Dio e il prossimo, è il contrario di ciò che noi viviamo adesso.
La modestia mi è sempre stata estranea, ed essere umile era cosa giusta per gli
inferiori. Tu vedi, difficilmente sarà possibile”.
3. Johanna sorride, e soggiunge: “Pensate a non essere
più uomini arroganti, ma poveri esseri compassionevoli, diversamente, nel
momento in cui respingerete la mano salvatrice, la vostra situazione peggiorerà
di molto. È dunque così difficile abbandonare ciò che vi ha reso finora
infelici? Oppure desiderate che il Signore debba coronare il vostro amor
proprio, la brama di dominio e l’avidità, e prepararvi un paradiso dove potrete
ancora dominare? No, e mille volte no! L’eterno Regno degli spiriti è la
continuazione della vostra vita terrena.
4. Com’è la semina, così il raccolto. Ciò che avete
qui, è la vostra stessa vita, e ora che vi offriamo aiuto e salvezza, non è
possibile realizzarne le condizioni? Proprio tu: che cosa hai preteso dai tuoi
dipendenti? Proprio per te non esisteva niente d’impossibile! Ciò che tu un
giorno pretendevi, ora lo pretende Dio da te. È ingiusto questo? Io non voglio
essere giudice, e rendervi difficile la salvezza. Siamo venuti per servirvi,
per aiutarvi, spinti dall’impulso del santo amore per Dio e per il prossimo.
Prima che noi raggiungessimo questa nostra santa condizione, abbiamo dovuto
molto, molto deporre e umiliarci, finché l’ultima scintilla dell’amor proprio
fu spenta; ma per questo siamo diventati esseri benedetti, felici e beati. Ora
deciditi, e decidetevi voi tutti che avete ascoltato le mie parole! Questo vuol
dire rispondere: sì, o no!”.
5. Si fa avanti la donna che ha pregato bene, e dice:
“Io voglio fare tutto ciò che mi avete indicato. In questa vita, infatti, una
continuazione è peggiore dell’inferno. Ciò che tu pretendi, è una sciocchezza
rispetto a ciò che si pretende da noi. Quando è stata una volta udita la parola
amore, oppure è mai stata vissuta? Quest’amore mi disgusta, ed è la più grande
porcheria, perché qui non si è uomini, ma bestie. Io voglio fare molto di più
di quanto voi pretendete, perché voglio uscire da quest’afflizione. Chi respinge
quest’offerta è colpito dalla più grande cecità; piuttosto, inserviente presso
gli esseri beati, che bestie presso le persone ripugnanti. Eccomi! Prendetemi
come sono; vi voglio servire senza lamenti”.
6. “Sii benvenuta nel Nome del Signore, il Quale è il
nostro amore. Presto benedirai quest’ora, ma che cosa ne sarà degli altri? Con
questa stretta di mano io ti accolgo nella nostra comunità, e ti dico: il
Salvatore è morto sulla croce anche per te e, con il Suo Amore, estingue anche
tutti i tuoi peccati, e i tuoi trascorsi errori”.
7. Robert, che ha osservato tutto, esitante, si
avvicina dicendo: “Anch’io mi voglio dichiarare per voi, poiché ora, dove manca
Maria, non voglio rimanere più a lungo. Lei era la migliore di tutte, e sempre
tranquilla; e tu, Maria, non me ne volere, se sono stato spesso così duro con
te!”.
8. “Non vogliamo più parlare del passato! Un’altra
vita comincerà, e questi amici ci prepareranno certamente una sorte migliore di
quanto abbiamo dovuto sopportare finora”.
9. Johanna: “Così va bene, siate colmi di certezza e,
soprattutto, abbiate fiducia. Ma, Robert, non vorresti invitare gli altri ad
unirsi a noi?”.
10. “Lo vorrei fare! Se però ha un senso, è incerto.
Perché essi sono duramente ostinati”.
11. “Non così! Devi credere nel successo, altrimenti
non raggiungerai mai la meta. Non aver paura, perché, ora, sei sotto la nostra
protezione”.
12. Robert, procedendo di alcuni passi, dice: “Dalla
bocca di questa fanciulla avete sentito ciò che io desidero da voi e, vi prego,
non riflettete più a lungo, e non rendetemelo difficile: venite con noi, in una
vita migliore”.
13. Anton: “Certamente ti manca la tua bella, ed ecco
perché ti sei deciso così rapidamente! Dunque, buon divertimento! Riderò da
morire, quando ritornerete pieni di pentimento. Infiacchitevi presto, poiché il
vostro affaccendarvi a vuoto mi mancherà proprio”.
14. Robert: “Le tue parole non fanno più male, Anton.
In me è subentrato un desiderio migliore al cospetto dei beati. Ma voi altri,
perché, perché vi lasciate ancora trattenere? Qui non c’è più nulla da
guadagnare, al massimo, ancora da perdere”.
5. Arrivano alcuni, ancora esitanti. Quando però
Johanna stende loro incontro le mani, essi affrettano i loro passi.
16. “Anche a voi porgo il benvenuto nel Nome del
Signore. Presto sentirete le benedizioni del Suo Amore, allora sarà un
ringraziare e sempre di nuovo ringraziare! Ora però venite, calmate la vostra
fame e la vostra sete, qui c’è il pane; sarà sufficiente per tutti, anche se
fossimo cento volte tanti. Nel Regno del vero Amore nessuno deve aver fame o
freddo, l’eterno Amore provvede a tutto, e per tutti. Quindi prendete il pane,
e datene a ognuno un grosso pezzo”. E, meraviglia, il pane subito aumenta di
nuovo nelle loro mani.
17. Maria: “Oh, guardate, avete già vissuto una cosa
simile? Il pane nelle mani cresce! È davvero un miracolo di Dio!”.
18. Johanna: “Non parlate tanto, mangiate una buona
volta fino a saziarvi! Anch’io so cos’è la fame; dopo potrete parlare”.
19. Maria dà un morso, mastica a guance piene; mangia
sempre di più, ma il pane non diminuisce, allora dice:
20. “Succeda ora quello che vuole, io non tornerò più
indietro in nessun caso. Un pane simile, infatti, non l’avevo ancora mai
mangiato e pensare che ero una gaudente; inoltre non diventa di meno! Sì,
certo, Anton, tu arci ingannatore: qui la tua infamia si rivela. Tu avevi
sempre parole, ma qui c’è pane. Ecco, assaggialo! Con questo alla fine potrai
ammettere il tuo grande errore, e lascerai gli altri in pace, affinché tutti
possano mangiare di questo pane”.
21. Anton non vuole, ma la brama degli altri è così
grande che Emil si mette in mezzo, e dice:
22. “Calma, e nessuna violenza! Vostra sorella vi ha
offerto il suo pane dal suo amore; è stato il suo primo atto d’amore, dopo il
suo cambiamento, e voi glielo volete strappare? Una mia parola, e la terra si
aprirà, come avete già sperimentato. Maria sta sotto la mia protezione, e guai
a chi le fa qualcosa!”.
23. Tutti quelli che erano così avidi, fanno un passo
indietro, e sono intimiditi.
24. Maria spiega: “È stato l’amore di quest’amico che
vi ha impedito di essere volgari. Perciò non dovete solo assaggiare il pane,
bensì dovete una buona volta saziarvi; quindi prendetelo, prendetene
tranquillamente. Quanto più ne prenderete, tanto maggiore sarà il miracolo di
Dio”.
25. Quando Maria va da uno all’altro, anche Robert
prova il desiderio di distribuire il suo pane, e lo porge ad Anton. Costui lo
prende, lo getta a terra e lo calpesta con il piede. Dopo di ciò si mette a
urlare, perché nello stesso istante il suo piede brucia. Gli altri non ci fanno
caso, poiché il loro desiderio è pane e, di nuovo, pane.
26. Allora Robert si giustifica dicendo: “Che cosa ho
fatto? Certo, nulla di diverso da Maria!”.
27. Johanna: “Certo, non hai agito diversamente, ma a
te non interessava servire il fratello tuo affamato, volevi solo colpirlo. Non
vuole essere un rimprovero, ma ricorda che qui, nel Regno degli spiriti,
volontà e azione sono la stessa identica cosa. Bisogna riflettere a ogni
azione, con quale spirito si agisce. Guarda Maria, il suo volto risplende,
perché lei per la prima volta opera questo veramente nel puro spirito. E ora
vedi come puoi aiutare tuo fratello che si torce nel dolore”.
28. “Sì, ma che cosa posso fare? Il suo piede,
purtroppo, è già ustionato”.
29. “Ma, fratello mio, povero nell’amore, si deve in
ogni caso cercare di aiutare! Se il Guaritore Gesù avesse pensato così come
pensi tu, non esisterebbe nessun mezzo e nessuna via per essere liberati. E per
mostrarti come si fa, voglio provare io ad aiutare il povero sofferente”.
30. Johanna si avvicina ad Anton, il quale stringe i
denti dal dolore ed emette parole che somigliano ad un’imprecazione, e
soggiunge: “In questo tuo spirito, difficilmente migliorerà la tua condizione,
anzi peggiorerà; ciononostante voglio cercare di aiutarti. Se io sono la causa
del tuo eccesso di furore, allora permettimi che tocchi la tua gamba”.
31. Poiché Anton mormora qualcosa d’incomprensibile,
lei passa la mano lungo la sua gamba, fino al piede, pregando: “Buon Guaritore,
colmami con la Tua Forza, affinché io possa lenire il dolore del fratello. Ti
ringrazio per il tuo Amore e la Tua Grazia e, mostraTi anche qui, come l’Amore
di ogni amore e come il Signore di ogni Vita, mio caro Padre Gesù!”.
32. Il dolore è scomparso, il piede, però, rimane
carbonizzato, allora Anton dice: “Non posso ringraziarti per il beneficio,
poiché sono pieno di furore e odio; tu mi hai fatto del bene, anche se ti ho
insultato”.
33. “Non ci tengo al ringraziamento, poiché dal mio
Guaritore sono così riccamente ricompensata che tutto il tuo amore sarebbe solo
un piccolissimo bagliore; ma ci tengo che tu possa diventare un membro della
nostra comunità. Guarda, come questi per la prima volta sono stati così ben
saziati nel Regno degli spiriti. Devo solo domandare: volete venire con noi, in
una vita di gioia e di soddisfazioni? Io conosco la loro risposta. Essa suona:
sì! Solo tu non vuoi. Credi tu che questa locanda sia la realtà, e credi di
poter strappare a Dio, al Signore, qualcosa con le minacce? Non pensare che
Lui, il Signore di ogni vita si lasci coinvolgere in una lotta con te, perché
Egli sa che un giorno, tu e tutti gli altri dovrete tornare comunque a Lui. Ciò che però sta nel mezzo, è per te
inimmaginabile. Il tuo amore interiore è uguale alla tua vita, e dà il peso
alla bilancia. Finora hai avuto sorelle e fratelli, ancora sei nel tuo elemento
terreno, e il tuo mondo ne è pieno. Presto sarai impoverito e solo, perché le
tue sorelle e fratelli si sono decisi a seguire la nostra chiamata. Guarda là,
come fanno amicizia con il mio magnifico fratello che è la nostra guida”.
34. Robert, al fianco di Johanna, esorta: “Anton, non
farti pregare così a lungo, ammettilo: costoro vogliono il nostro bene. Si va
certo incontro a una vita migliore”.
35. “Levati di torno, non voglio vedere più nulla! Non
dire più una parola. Che cosa sai tu di una vita migliore, tu che finora ne hai
conosciuta solo una cattiva? Il Cielo che ti accoglie si rallegrerà. Quando hai
un paio di femmine, va tutto bene; tu, patriota delle femmine!”.
36. Robert vorrebbe accendersi d’ira ma Johanna dice:
“Stai calmo e lascia tutto al Signore. Finché ti senti ancora offeso, tu sbarri
la via che conduce al Signore, poiché anche per causa tua Lui si è lasciato
offendere e sputare addosso, affinché l’Opera di Redenzione diventasse un’opera
perfetta”.
37. Anton: “Ragazzina, se non fosse per te, lo avrei
accoppato. Ti avverto, egli arrecherà il più gran disonore alla vostra
comunità”.
38. Johanna: “Non ti preoccupare per questo, perché
ciò che il Signore comincia, lo porta anche a termine magnificamente. Egli ha
mezzi abbastanza, dove noi non abbiamo ancora nessun’idea. Ma ciò nonostante ti
prego, fa per lo meno il tentativo e vieni con noi; puoi sempre tornare
indietro, se il tuo interiore rimarrà insoddisfatto”.
39. Anton: “Ragazzina, tu non sai proprio cosa mi
chiedi. Nessun diavolo entra in un Cielo, e mai io potrò diventare un bigotto
come voi. Quando vedo tali bigotti già da lontano, mi sento male. No, no! Io
non sono adatto a voi!”.
40. Johanna: “Tu hai un concetto completamente falso
della vita che conduciamo noi, anche se Gesù, nostro Guaritore ed eterno Padre,
è l’adempimento del nostro più grande desiderio. Di pregare e fare i bigotti
non se ne parla minimamente: la nostra Vita è vita di ringraziamento, è un
lavorare per gli altri, e questo è l’unico grande compito per essere felici.
Credi forse che noi siamo venuti qui per far perdere il tempo a te e agli
altri, e compiacerci della vostra disgrazia? Oh, no! Siamo qui per soccorrervi dalla
vostra miseria, per mostrarvi le vie che dovete percorrere, per diventare
portatori dello spirito che vuole rendere felici gli altri. È l’ultima parola
che rivolgo a te! Chissà quando sperimenterai ancora una volta la Grazia, dove
si offrirà a te la Mano salvatrice del Salvatore. Gesù, il Signore è certamente
l’Amore di ogni amore, ma non getterà
quest’Amore a nessuno sulla schiena: ognuno lo dovrà afferrare e tenerlo
stretto, cosa che costerà ancora un grande sforzo! Oppure credi che passeremmo dall’afflizione,
subito in un Cielo? Se io dico: vieni con noi, non potremo certo rimanere
insieme, poiché ti aspetta lavoro, lavoro e di nuovo lavoro; non per noi, bensì
per voi, per te, e solo per te”.
41. Anton: “Ragazzina, io ti credo, che tu voglia far
del bene, ma non è possibile, il mio mondo è un altro. Finora sono io che ho
fatto lavorare solo per me, e ora dovrei lavorare per gli altri? Questo sarebbe
il puro opposto”.
42. Johanna: “Precisamente! Ma che cosa farai quando
non avrai più nessuno che lavori per te? Poiché, tutti, tutti vengono con noi,
e tu sei l’unico che non vuole; nemmeno l’eterno Iddio ti costringerà. Questa è
la mia ultima parola rivolta a te! Hai calpestato con i piedi l’Amore di Dio,
la tua ostinazione è stata più grande della fame. Quanto bramerai il pane che
hai calpestato nel fango! Quando la fame delirante ti costringerà al
cambiamento, allora pregherai, pregherai e, di nuovo, pregherai. Chi l’amore
non gradisce, dovrà sopportare tutta la santa serietà. La tua volontà è per ora,
e per tutte le eternità”.
43. Maria, che ha ascoltato ogni parola, dice a
Johanna: “È davvero così, vuol rimanere indietro; allora vorrei piuttosto
ancora rimanere anch’io con lui; egli ci ha fatto anche qualcosa di bene”.
44. Johanna: “Se tu fossi vedente, ti abbraccerei per
questa parola: ma sei ancora cieca. Un cieco non può guidare un altro cieco!
Diventa prima vedente, poi ti condurrò di nuovo qui. Tu devi imparare
moltissimo, e ancora di più lavorare, poiché nel Regno degli spiriti un
pensiero pesa milioni di volte di più che al tempo in cui eri ancora essere
umano. Come essere umano erano, a tua disposizione, mezzi di Grazia, in forza
della tua fede; qui possiedi solo ciò che hai portato con te, e questo è molto
poco. Abbandoniamo ora il fratello Anton a se stesso, poiché, senza umiltà,
nessuno può passare attraverso la porta della Vita. Gli vogliamo mostrare
ancora un segno d’amore. Vogliamo lasciargli qui la brocca, giacché pane non ne
abbiamo più. La vostra fame è calmata, spenta è la vostra sete; il resto lo
lasciamo qui a lui”.
45.Emil, che nel frattempo ha già parlato con molti e
spiegato alcune cose, si avvicina a Johanna e dice:
46. “Non vorresti andare tu in testa, ed io in coda?
Oppure, come pensi di fare?”.
47. “Fratello, va nel Nome del Signore, io rimango in
coda con Maria”.
48. Christa ha fatto prendere a tutti un sorso
d’acqua, la quale è molto gradita, e non diminuisce, poi consegna la brocca a
Johanna. Johanna mette la brocca in un angolo e dice ad Anton:
49. “Qui c’è ancora un sorso d’acqua per la tua sete,
come dimostrazione che noi andiamo via da te senza odio. Gettala
tranquillamente, ma con questo gesto tu rinunci all’ultima possibilità di una
salvezza”.
50. Alla fine, lasciano la locanda. Il corteo va
avanti, passa oltre i cumuli di macerie, villaggi desolati e misere rovine.
Finalmente, si fa sempre più chiaro.
51. Emil davanti con gli uomini, le fanciulle con le
donne, e in chiusura Johanna con Maria.
52. Interminabile è la via, sembra non finire mai,
sebbene non ci siano più devastazioni. Davanti a loro c’è uno stupendo
paesaggio. Fame e sete si fanno sentire presso molti, allora Emil si ferma e fa
avvicinare tutti.
53. Egli prende commiato dal corteo, soprattutto dalle
cinque, e dice: “Sorelle e fratelli miei, aspettate con pazienza, presto
batterà la vostra ora di liberazione. Il mio servizio presso di voi è alla
fine, non avete più bisogno di me, poiché voi siete volenterosi e volete
diventare degni cittadini nel Regno della Grazia. Non perdetevi d’animo, ma
abbiate fiducia; secondo la misura del vostro amore e della vostra fiducia
crescerete nella Vita di Dio. La Grazia di Dio e l’Amore del Salvatore sia la
vostra eterna parte!”
[Indice]
۞
Preparativi
per l’Opera di redenzione
La
nuova destinazione per i salvati presso Gotthold, per badare alla bonifica dei
giardini. – Dopo qualche tempo, una visita a Maria e Robert. – Rimpianti per
Anton stimolano a preghiere e speranze.
1. Il magnifico fratello è scomparso. Ora Johanna e Maria si recano in testa
al corteo, e in breve tempo vedono la loro patria futura, che all’esterno
sembra completamente povera. Madre Anna e Hendrick sono gli unici che li
aspettano; danno un cordiale benvenuto alla colonna e la conducono nella stanza
di Hendrick. Questa è sempre così semplice, come all’inizio, tutti però, vi
trovano posto. I tavoli sono apparecchiati con frutti e pane, e tutti occupano
velocemente il loro posto, pur senza esservi invitati con insistenza. Sono
molto stanchi, ma lieti di poter finalmente riposare, e aspettano le cose che
qui dovranno avvenire.
2. Madre Anna esamina tutti, dice
all’uno o all’altro una breve parola, mentre Hendrick tace. Parlare non è
affare suo. Con esortazione si saziano tutti, e presto tutta la loro stanchezza
è scomparsa.
3. Poi madre Anna annuncia: “Miei
cari, avete seguito le cinque fanciulle, avete conosciuto nella vostra nuova
patria la prima fortificazione, e ora avete bisogno di una destinazione per la
vostra vita futura. Prima però dovrete visitare con i vostri occhi la vostra
patria futura, e io vorrei anche rendervi chiaro l’ordine di questa casa,
secondo il quale vi dovrete disporre. Chi non vuole e non si può disporre,
esclude se stesso. Ognuno è anche lasciato libero di andarsene, se vuole. Voi
stessi portate il vostro mondo in voi, e non lo sapete. È anche bene così; voi,
infatti, vi sgomentereste per la trascuratezza, e la roba rubata che vi si
trova. Voi, come noi, siete spiriti, e siete forestieri, e avete bisogno
soprattutto di guida, istruzione e direttive.
4. Noi operiamo nello Spirito
dell’eterno Ordine e dell’Amore misericordioso. Qui ognuno diventa nostro
fratello e sorella, e nessuno ha bisogno di soffrire miseria. Secondo la misura
della vostra crescita spirituale e della conoscenza, si formeranno il vostro
essere e la vostra vita.
5. Ora alzatevi, affinché io vi
possa mostrare la vostra guida e la vostra destinazione. Chi di voi ha
desiderio di esprimersi con me, o con fratello Hendrick, ci troverà qui. Noi
siamo stati incaricati dal Signore come amministratori, fin quando Egli stesso
entrerà in questa casa. Venite nel Nome del Signore Gesù, benedetta sia la
vostra volontà e benedetto il vostro amore”.
6. Quando escono, li aspetta
Gotthold, che li saluta con amichevoli parole. Madre Anna dice:
7. “Questi è ora vostro amico,
fratello e consulente, la sua parola è come la Parola del Signore, e la sua
volontà è uguale alla Volontà di Dio. Quindi, fratello Gotthold, accogli questa
schiera in tua custodia. Abbi la giusta pazienza e sii rassicurato, il Signore
inserisce tutto nel Suo Ordine d’Amore”.
8. Le cinque sorelle prendono
congedo e promettono di far loro visita presto, allora arriva Maria e dice:
9. “Ci volete lasciare? Non posso
venire con voi? Proprio tu, Johanna che sei stata così buona e hai portato
tanto amore: perché non possiamo più rimanere insieme?”.
10. “Tranquillizzati, Maria, il
tuo mondo non è ancora preparato per la Vita, io però, spero che presto esso
cresca in te, nello Spirito dell’eterno Amore. Sii dunque consolata: vi aspetta
solo il bene, se volete il bene. L’eterno Amore vuole anzi il vostro meglio per
la vostra salvezza, soltanto, vogliamo e dobbiamo confidare, allora tutti voi
scorgerete presto non solo la Grazia di Dio, ma anche l’Amore misericordioso
del buon Padre e Salvatore. Andate in pace, la vostra volontà, diventi in voi
forza per il compimento”.
11. Gotthold fa un cenno, e tutti
lo seguono.
12. Quanto sono liete le cinque,
di essere accolte dalle loro amate sorelle! Sono circondate, finché alla fine
torna la quiete ed esse apprendono tutto. La vita riprende il suo corso. Dopo
un po’ di tempo Johanna dice a Lisa:
13. “Non vogliamo andare dagli
ultimi che sono stati consegnati al fratello Gotthold? Il mio cuore è sempre
con loro”.
14. “Succede anche a me, Johanna,
io penso sempre a Maria, che è stata la prima a unirsi a noi; dovremmo esserle
particolarmente grate”.
15. “Allora vieni, visitiamoli e
portiamo loro un po’ di gioia; i fiori sono nel pieno del loro splendore”.
Ambedue se ne procurano dei più belli, e così vanno alla loro destinazione.
Presto vedono già da lontano, come sono operosi gli abitanti nella loro nuova
casa: l’amore di Gotthold è magnificamente ricompensato! Egli non dà direttive,
ma corregge soltanto, ed essi stessi si sforzano di prendere le loro decisioni;
così cresce la benedizione dal luogo incolto che è dissodato da molti.
16. Già da lontano si vedono i
frutti del loro lavoro.
17. Le due si avvicinano, e
finalmente sono notate e salutate con gioia. Robert che, in pratica, senza
volerlo è l’anima del tutto, dice a Maria:
18. “Guarda là, le amabili
fanciulle, vengono a visitarci! Speriamo che si rallegrino, perché non abbiamo
proprio un aspetto solenne”.
19. Esitante, Maria si avvicina
alle due, e sussurra: “Quanta nostalgia ho avuto di voi, ora però siete qui.
Purtroppo non possiamo offrirvi molto di bello, è necessario ancora tanto
lavoro”.
20. “Maria, non ho io sostenuto
che dovevate aver pazienza? Siate voi stessi nell’ordine, e sperimenterete
meraviglie su meraviglie. Pianta questi fiori nel tuo giardino: essi
prospereranno anche in questo terreno, perché vi è richiesto solo amore”.
21. Anche Robert, ringrazia le
due con cuore strapieno e le conduce poi nella loro futura casa, che adesso
all’esterno è ultimata.
22. Così le due fanciulle
rimangono un po’ di tempo, poi Gotthold parla ancora di qualcosa con loro.
Maria non vuole lasciarle andare; lei ammette:
23. “Io sono ancora troppo
insignificante per la Grazia di Dio, e troppo impura alla vostra presenza, ma
proprio per questo vi prego, ritornate al più presto; sento in me il
cambiamento, sento che presto diventerò libera dai vizi del terreno, solo, non
immaginavo dovesse essere così difficile. Gotthold è così pieno d’amore per noi,
mai biasima i nostri errori e i nostri peccati, la sua parola è sempre: ‘Io non
sono per voi un giudice, sono solo un fratello!’. In quest’amore si può
lavorare bene. Ma, Johanna, la montagna di peccati non diminuisce lo stesso.
Quando mi guardo, mi vergogno di me stessa, e non potrà certo continuare
così!”.
24. “Ahimè, Maria, tu pensi forse
che a noi sia andata meglio? Ciò che noi non eravamo in grado di fare, l’ha
compiuto il Guaritore. Ti sei già rivolta a Lui piena di ardente desiderio?
Senza di Lui, difficilmente verrai alla giusta quiete del Cielo, che
nell’eterno mondo degli spiriti è la condizione fondamentale di ogni essenza”.
25. Maria: “Sì, e qui c’è il
guaio: come mi posso rivolgere al Salvatore, che ho abbandonato così
infedelmente? Io non avevo bisogno di Lui, il mondo era più che sufficiente”.
26. “Nonostante ciò, Maria, ti
dovrai umiliare sempre di più. Il tuo cuore ti dovrà spingere nel desiderio
ardente e nella brama di appartenere completamente a Lui; allora ti sarà
facile, e ciò che vedi in te ancora come peccati ed errori, scompariranno
mediante la Sua Grazia, il Suo Amore e la Sua Misericordia.
27. Provaci soltanto: il
meraviglioso Salvatore Gesù non ha ancora respinto da Sé nessuno che lo abbia
supplicato”.
28. Oh, come si rallegrano anche
gli altri, quando Johanna e Lisa lodano il loro lavoro. Essi promettono di
essere ancora più zelanti, e chiedono se anche loro otterranno il pieno
perdono!
29. Johanna: “Ma, cari, se il
Signore fosse in collera con voi, credete forse che sareste qui? All’eterno e
Santo Dio, all’amorevolissimo Padre, non è mai venuto ancora in mente di
punirvi, oppure di chiedervi spiegazioni, perché tutto ciò che vi siete
accollati, lo dovete anche levar via voi stessi. Ma se diventate completamente
umili, se cominciate ad amarvi, anche l’Amore vi verrà incontro a metà strada e
vi aiuterà a rimuovere il vostro fardello. E se c’è uno tra voi che, per amore
verso l’altro, prende su di sé il suo fardello, questi potrà sperimentare che
presto diventerà libero, senza impedimenti, attraverso il compassionevole Amore
e la Grazia di Gesù”.
30. Le due prendono calorosamente
commiato. Nell’andar via, Maria domanda ancora se Anton, quello rimasto
indietro, non sia ancora venuto: lei lo rimpiange molto.
31. Johanna: “Maria, se il tuo
cuore ti spinge, prega per lui; già nel desiderio di volerlo aiutare, tu
cammini sulle vie che conducono alla salvezza. Sii consolata, e presto, presto
ti rallegrerai!”.
32. Lisa, sulla via verso casa,
dice. “È sorprendente come tutti si adoperano! E Maria mi è piaciuta di più”.
33. “Anche a me, Lisa; purtroppo
però, essi non hanno ancora afferrato il senso. Sono diligenti, e hanno avuto
presto una bella casa. Ma quando saranno al punto da doverla offrire agli
altri? Io spero che Maria ci arrivi presto, però dobbiamo anche aver pazienza”.
34.Così passa un tempo di quiete.
35. Johanna accoglie la chiamata
del Padre, quella di far visita a Maria, e senza esitare, va verso la patria a
lei destinata, la quale è abitata in modo semplice e modesto. Ora i giardini
sono diligentemente preparati. È un lavoro duro, ma dà gioia. Anche il pane,
piace loro sempre più, da una volta all’altra. Maria ha un’espressione
meditativa in viso, in lei si è svolto un cambiamento. Lei prega, anche se da
sola, e prega per il perduto Anton.
36.Gotthold le rimane molto
vicino, poiché Robert ostacola la sua vita del cuore. Allora appare Johanna.
[Indice]
۞
Nell’inferno
Una
spedizione nell’inferno con Maria, Johanna e il Signore per recuperare Anton. –
Ancora rifiuto, e i diavoli lo temprano perché diventi una loro guida sulla
Terra.
1. Con le parole: “Ci siamo, Maria! Sei pronta a
trasformare il tuo amore in azione?”, lei è salutata da Johanna.
2. “Oh, sì! Ma chi verrà con me? Non possiamo certo
andare da lui noi due, così lontano!”.
3. “Maria, non ti angosciare! Chi cammina sulle vie
dell’Amore non è solo, ma ben custodito. Il buon Salvatore ed eterno Padre sa
tutto, anche della nostra debolezza, e benedirà mille volte il nostro amore, e
soddisferà il tuo ardente desiderio”.
4. Con Gotthold sono espresse poche parole, poi egli
concede il suo permesso e benedice le due.
5. Madre Anna le aspetta, abbraccia le fanciulle al
suo cuore, e dice: “Andate nella consapevolezza della smisurata Grazia di Gesù.
Benedizione su benedizione sia su di voi, perché volete andare a prendere il
perduto. Noi vi accompagneremo con tutto il nostro amore”.
6. Così attraversano la porta. Maria osserva: “A me
sembra che tutto sia più gradevole; troveremo anche la via che porta a lui?”.
7. “Maria, solo il Signore è la nostra Guida, poiché
senza di Lui tutto è fatica sprecata. Vuoi che avremo successo? Allora, solo
con Gesù, il Signore, l’avremo”.
8. Un uomo con la veste scura le aspetta. Lei
riconosce subito il Padre Santo, ma sente anche interiormente il richiamo: “Non
Mi tradire!”. Allora si domina, Lo saluta con parole pacate, e domanda: “Sei
venuto per accompagnarci?”.
9. Egli risponde: “L’Amore Mi ha ordinato di servire
voi due, poiché senza protezione è pericoloso andare nel furioso inferno.
Disponete di Me, voglio congiungerMi del tutto alla vostra volontà”.
10. Johanna non riesce a parlare, per la traboccante
felicità: lei ancor mai ha visto una tale accondiscendenza. Afferra solo le Sue
mani, e le stringe. Ogni altra parola potrebbe tradire tutto.
11. Con rapidità essi giungono nel luogo della
devastazione. Un’oscurità grigia, con vapori ascendenti, rende questo luogo
ancora più raccapricciante.
12. “Siamo sul posto”, dice il Signore, “operate
secondo il vostro amore e la vostra sapienza, e non spaventatevi di nulla,
poiché anche nell’inferno il Signore è ancor sempre Signore”.
13. Johanna: “Hai sentito le Parole del nostro
Accompagnatore? Non ti angosciare, non ci può accadere nulla, poiché l’amore ha
occhi acuti! Andiamo a cercare Anton”.
14. Già da lontano, lo sentono strepitare in un grande
campo di macerie. È sempre solo, si maledice, maledice l’intero mondo e
soprattutto la sua esistenza immortale che gli ha preparato fame e tormenti
sempre maggiori. Ora i tre entrano nella sua sfera.
15. Col volto contorto dall’ira, egli guarda gli
arrivati. Vorrebbe emettere un’imprecazione ma Johanna lo blocca:
16. “La Pace del Signore sia con te!”.
17. Allora Anton afferra una grossa pietra e sta per
scagliarla su Johanna, ma il Signore alza la Sua mano e ordina:
18. “Fermati, accecato, se non vuoi perdere in eterno
per tua stessa colpa la Grazia di Dio! Dovrai restare unito strettamente alla
pietra, finché siamo qui noi, e finché il tuo odio avrà trovato la sua fine; ma
affinché tu non possa danneggiarci, siano le tue braccia senza forza!”.
19. “Che cosa volete voi qui? Io non vi ho chiamato!”.
20. Johanna: “Siamo venuti da noi stessi, per
invitarti ancora una volta nella nostra comunità, dove l’amore fraterno è Legge
suprema.
21. Noi sappiamo della tua vita perduta, conosciamo la
tua immane afflizione, e ti vorremmo salvare dall’eterna rovina”.
22. “Adesso però levatevi dagli occhi. Se potessi, vi
stritolerei!”.
23. Si fa avanti Maria, insistendo: “Anton, taci! Ti
metti sulle spalle la morte. Non vuoi ancora capire che gli altri sono felici e
soddisfatti della loro sorte? Anche se non viviamo in un Cielo, ci costruiamo
un paradiso con l’aiuto del Signore e della Sua grande Grazia. Finora, ancora a
nessuno è venuto in mente di ritornare alla vecchia vita passata, perché
abbiamo tutto ciò che è necessario al nostro mantenimento. Solo io non sono
tanto felice, perché mi manchi tu!”.
24. “Sta zitta, non voglio sentir nulla, e non ti
credo! Oppure siete venuti per rendermi ancora più miserabile?”
25. Johanna: “Non è per niente necessario, renderti
più miserabile, perché lo sei già abbastanza così; solamente, non lo vuoi
capire, e speri in un buon esito, senza separarti dal tuo elemento. Ma ciò non
avverrà, poiché tu, come signore del tuo stesso mondo, sei anche vincolato alle
leggi giacenti in te. Come il tuo amore, così la tua vita! Ognuno, chiunque
sia, deve passare attraverso la scuola dell’obbedienza. A nessuno può venire
qualcosa di diverso, da quanto il suo amore dimorante in lui, esige. Ancora c’è
tempo per seppellire il tuo odio in te. Gesù, nel Suo Amore salvifico, ti viene
ancora incontro per mostrarti la via per la libera e vera Vita, e se rimani in
questo tuo attuale stato, ti precludi sempre di più la possibilità di esservi
condotto. Oppure ci vuoi far credere che la tua vita attuale, sia una vita
gradevole e felice?”.
26. Anton tace. Vorrebbe sbarazzarsi dei tre, ma non
può. Pensieri tenebrosi lo sconvolgono, ma è impotente in tutto, le braccia gli
rifiutano il servizio, e deve portare la pesante pietra, che diventa sempre più
pesante.
27. Come obbedendo a un comando interiore, Johanna e
Maria tacciono, e guardano Anton che si tormenta pesantemente. Alla fine, dopo
un lungo tempo, per lui infinito, egli dice al Signore:
28. “Toglimi di nuovo la pietra, non avete più nulla
da temere da me. Sei tu il più forte!”.
29. Il Signore: “Bene che lo ammetti! Sii di nuovo
libero e nel pieno possesso della tua forza, ma al minimo ripensamento, se non
manterrai la parola, farò uso della Mia, di forza”.
30. Anton depone cauto la pietra, e confessa: “Non mi
sento bene nella tua vicinanza, perché ancor mai sono stato servitore di un
altro; ma cosa posso farci, se son fatto così? Si sarebbe dovuto educarmi
diversamente”.
31. “Nel tuo accecamento credi che questa sia una
giustificazione? Come uomo, sapevi tutto al meglio, e hai saputo rendere il tuo
prossimo, tuo debitore. Anche qui, nel mondo degli spiriti, hai saputo importi
come dominatore e spirito orgoglioso, finché alla fine il Signore ha
intralciato i tuoi propositi e il tuo pensiero. Oppure credi che anche l’eterno
Iddio dovrà esserti debitore? Come uomo, stavi sul terreno di Dio, e hai
disprezzato i Comandamenti della solidarietà. Adesso, che sei privo della tua
carne, stai sul tuo stesso terreno e raccogli ciò che hai seminato come uomo.
32. La tua sorte è ancora una sorte sopportabile,
perché i fili dell’amore di questa donna coraggiosa sono legati a te. Non
strapparli, o in modo veramente terribile verrà su di te la rovina.
33. Ancora sei padrone di te stesso. Anche in mezzo
alla comunità di quelli che ti cercano, puoi ancor sempre considerare la tua
libertà come tuo bene supremo. Ma quando ti afferrerà l’inferno, allora
diventerai servitore e schiavo dei tuoi spiriti tormentatori prodotti in te, e
la prospettiva di una salvezza diventerà sempre più difficile”.
34. “Io non so proprio che cosa volete! Lasciatemi
pure dove sono, non ho nessuna voglia di venire con voi. E se ciò è la mia
perdizione, che cosa v’importa?”.
35. Il Signore: “Moltissimo, poiché anche la tua
liberazione fa parte della grande Opera di Redenzione”.
36. “Allora l’eterno Dio e Signore dovrà aspettare,
finché mi starà bene. Adesso non ne ho nessuna voglia”, risponde l’accecato.
37 Il Signore però osserva: “Allora la sventura prenda
il suo corso, e ciò nonostante, noi rimarremo nelle vicinanze”.
38. Johanna: “Padre, Tu sei Amore ed eterna
Misericordia: davvero non è possibile nessuna salvezza? Fratelli con una simile
volontà, potrebbero operare grandemente, nel Tuo Amore”.
39. “Sì, Johanna, hai ragione, non lo abbandoneremo!
Solo, diventeremo invisibili per lui. Prendi Maria per mano: lei non si deve
spaventare, deve essere forte, poiché abbiamo bisogno anche di lei per la
grande Opera. Ora guardiamo fermamente Anton”.
40. Anton si guarda intorno, è di nuovo solo, e
mormora fra sé: “Questi puri fantasmi demoniaci, sono scomparsi, e perfino
senza essersi congedati. Questo lo chiamano dunque amore? Sono contento che
siano andati via. L’uomo, volevo dire, lo spirito, era diventato tremendo. Ho
di nuovo le mie braccia e, guai a chi mi attraversa la strada!”. Allora si fa
un terribile fracasso, fuoco e denso vapore sgorgano copiosamente dalla terra,
e causano fumo e forte calore; ben dieci uomini dall’aspetto spaventoso ora
stanno intorno a lui, e gli intimano di seguirli.
41. “Io non vengo!”, grida, “andate via, non voglio
avere nulla a che fare con voi, gentaglia!”.
42. Ordina uno di loro: “Rendetelo docile, ma svelti,
altrimenti diventerà pericoloso!”.
43. Allora gli saltano addosso, cercando di
afferrarlo. Anton si difende a lungo, ma alla fine giace a terra. Gli legano
mani e piedi, portano delle pietre per fare un mucchio, e ve lo gettano sopra,
poi gettano ancora pietre su di lui, finché ne rimane fuori solo la testa;
infine portano del fuoco, con il quale essi devono essere in confidenza, e
riscaldano il mucchio di pietre. Diventano sempre più affaccendati, alimentando
nuovamente il fuoco, così che le fiamme lambiscono anche la testa di Anton.
Egli urla forte dal dolore, e pur se i legacci sono ben bruciati insieme, e
potrebbe liberarsi, non ha più forze. Ora, ancora geme dal dolore, ed è
sfinito.
44. Maria afferra piangendo le mani dell’Accompagnatore
e implora: “Tu buono, potente uomo, questo è troppo, non posso più guardare. È
impossibile che possano esistere cose simili; non hai tu il potere di liberarlo
dai diavoli?”.
45. “Sì, Maria, Io ne avrei il potere, ma non posso, e
non devo, poiché qui nel libero Regno degli spiriti anche Dio è legato alle
primordiali eterne Leggi. Se Anton diventasse umile e supplicante, allora
sarebbe diverso. Inoltre, Maria, guarda Johanna com’è quieta: lei sa che su
tutto questo agire, l’Amore del Salvatore tiene ancor sempre i Suoi occhi. Solo
per te, tutto questo è estraneo. Quando però avrai veramente afferrato la Vita,
anche la Luce dell’Amore t’illuminerà sufficientemente. Sii solo calma, e
aspetta le cose che verranno. Mai dobbiamo abbandonare la speranza”.
46. I dieci uomini furiosi stanno intorno al mucchio
di pietre; il fuoco è modesto, ma il basso ventre di Anton è quasi bruciato.
Alle braccia quasi non si vede più carne, ma la forza ritorna. Anton rimuove le
pietre ardenti e accenna a liberarsi, allora il capo grida:
47. “Fate attenzione, deve essere di nuovo legato!”.
Allora Anton prende di mira il capo, afferra una pietra ardente e gliela getta
al petto. Costui crolla, e gli altri si allontanano: hanno paura davanti alle
pietre.
48. Quando Anton vede che è da solo con il capo, lo
agguanta come un fagotto e lo getta sulle pietre ardenti. Poi si guarda, e si
spaventa di se stesso.
49. Si siede in un angolo e guarda l’uomo che si è
alzato dalle pietre. Costui si dirige verso di lui dicendo:
50. “Mi hai quasi fatto un danno, e per te sarebbe
stato il più grande guaio; ma noi vogliamo conciliarci”.
51. “No!”, dice Anton, “io mai andrò con canaglie
della tua specie. Che cosa ti ho fatto, da essere tormentato così?”.
52. “Ho sfidato le tue forze, e credi tu che queste
sarebbero aumentate se non fossi stato messo alla prova? Devi diventare la
nostra guida, poiché sulla Terra le cose vanno alla grande. La morte ottiene un
ricco raccolto, e noi vogliamo assicurarci la nostra parte”.
53. “Che cosa?”, urla Anton, “mi volete avere per
guida e capobanda? Andate via, altrimenti vi stritolo con le pietre, se scorgo
solo uno di voi, siate sicuri di questo!”.
54. “Te ne pentirai pesantemente! L’avremmo passata
bene con te; ma se non vuoi, andrà anche senza di te”.
[Indice]
۞
Magnifico
successo
Dopo
la strigliata infernale, Anton medita e riflette sulla sua condizione. – Si
bagna con alcune gocce dalla brocca, ma essa gli cade e si rompe. – Nel
delirio, Johanna lo tocca e questi si rialza. – Maria lo convince a seguirli
dopo averlo fatto bere abbondantemente. – Incontro con altri diavoli: zuffa e
aiuto di Anton a due caduti che si riprendono. – Buona preghiera di volontà al
cambiamento e Anton migliora il suo stato. – Arrivo dal loro precedente gruppo.
1. Anton è di nuovo solo. “E adesso? Come sono combinato! Se solo non ci fosse
questo maledetto dolore, e questa delirante sete! Come sarei felice se fosse qui
la ragazzina, o Maria con un sorso d’acqua. La brocca è già vuota da lungo
tempo. Non voglio romperla, voglio solo guardare: forse ci sono dentro ancora
alcune gocce. Ecco la brocca. Lascia che ti guardi ancora solo una volta, dopo
potrai prendere la via di ogni carne. Aspetta però, cos’è questo? Ci sono
dentro ancora alcune gocce!”. Con le dita ossute tocca dentro leggermente e si
rinfresca la lingua. Strano però, che ci siano dentro pur sempre ancora alcune
gocce! E così lecca ininterrottamente; la sete, però, diventa sempre più
terribile. Allora parla ancora:
2. “O tu, brocca nella mia mano,
perché non ti frantumo? Che cosa c’è sotto con te, che hai sempre un fondo
umido? Posso nettare come voglio, e procuri sempre un po’ di umidità. È vero
che sei un pezzo di quel paradiso di cui parlava Maria? E dove saranno adesso?
Deve essere passato un lungo indiavolato tempo, da che sono state qui. E va
bene: ciò che era, non torna più di nuovo”. Si occupa della brocca e riflette
sulla sua miseria.
3. Maria chiede all’accompagnatore:
“Tu caro, buon Amico, se solo dovessi e potessi portargli una brocca d’acqua,
io credo che si potrebbe parlare con lui”.
4. “Lo puoi, Maria, ma aspetta
ancora un po’; dove vuoi trovare così presto dell’acqua in questo deserto di
pietre?”
5. “Hai ragione! Non vogliamo
andare a prenderne un po’?”.
6. “Non è necessario, Maria; se
Johanna prenderà la brocca in mano, sarà subito piena d’acqua. Ma Anton deve
imparare a pregare”.
7. “Oh, allora le cose si mettono male!
Per come lo conosco io, egli non pregherà”.
8. “Lo farà, Maria, credilo
fermamente. Senza la tua fede, infatti, non arriverà a nessuna preghiera. E ora
presta attenzione a ciò che succede!”.
9. Anton sempre più zelante tocca
leggermente nella brocca, e a un tratto, questa gli scivola di mano e giace in
frantumi a terra. Senza una parola, guarda al disastro e conclude:
10. “Ora è perduta ogni speranza,
la fine della brocca è anche la mia fine! Nessuno mi crederà che sia andata in
frantumi senza la mia volontà, e ora non so che cosa succederà”.
11. La sete diventa sempre più
delirante, i dolori sono sempre più grandi; si sdraia e lecca i cocci, ma non
ne ottiene nessun refrigerio. Gemendo, si lamenta:
12. “O stolto, potevo essere in
paradiso! Ora tutto è finito; se solo potessi morire!”.
13. Rimane sdraiato, e continua a
lamentarsi: “Venga quello che vuole, rimarrò sdraiato qui finché non arriverà
la morte. O Dio, che io disprezzo, lasciami finalmente morire, morire,
morire!”.
14. Invece non arriva nessuna
morte, e i dolori bruciano ancora di più; si rigira da tutte le parti, e il
tempo gli diventa eternità, un minuto, tormento senza fine.
15. Silenziosa, Johanna va verso di
lui, dalle sue mani prorompe una gran luce: lei raccoglie i cocci, con gli
ultimi frammenti, e la brocca è nuovamente intera e piena d’acqua. In silenzio,
porge a Maria la brocca piena, poi con le due mani accarezza il gemente Anton.
All’istante questi si drizza rianimato:
16. “Ragazzina, questo non lo
dimenticherò mai più; mi hai tolto i dolori, ma non ti posso ringraziare, sono
alla fine!”.
17. Johanna però ribatte: “Non è
nemmeno necessario ringraziare, poiché non io ti ho fatto il beneficio, ma il
Signore e Salvatore Gesù. Ed Egli farebbe a te ancora di più, se tu Lo pregassi
con umiltà”.
18. “Ragazzina, io ho una sete
delirante, e tu non puoi portarmi un unico sorso d’acqua! La brocca è andata in
frantumi senza volontà da parte mia”.
19. “Anton, fin là io non ci
arrivo, ma prega pure il Signore Gesù: Egli ancora a nessuno ha rifiutato una
preghiera, se veniva dal cuore puro”.
20. “Pregherei, se Egli fosse qui!
Se tu puoi, portaLo qui, oppure porta me da Lui. Sei sola qui, perché non hai
nessuna paura?”.
21. “Io sono sola e non sola! Ti
posso però portare Maria e l’Amico, essi sono già qui”.
22. Anton: “Maria, portami l’acqua,
fammi bere: io brucio di fuoco interiore!”.
23. Maria: “Ti devi rivolgere alla
nostra Guida: senza il Suo consenso io non lo posso fare, perché si tratta
della tua salvezza”.
24. Allora Anton guarda il Signore,
e dice: “Sì, Tu sei il più forte, e con le Tue braccia non vorrei avere nulla a
che fare. I Tuoi occhi però sono buoni; a Te mi devo rivolgere per un sorso”.
25. “A chi chiede, sarà dato;
perciò Maria può darti la brocca: è piena dell’acqua migliore!”.
26. Maria porge la brocca, che
Anton prende precipitosamente e beve, beve, beve. Alla fine l’arsura è spenta,
poi dice:
27. “Chiunque Tu sia, accetta il
ringraziamento dalla mia bocca; perché io non ho nient’altro con cui
ricambiare”.
28. “Invece, Anton, puoi ancora
dare te stesso, non calpestando con i piedi l’amore che cerchi. Avresti potuto
risparmiarti molto dolore, se fossi andato con gli altri. Essi sono provveduti
e felici, perché vanno verso l’Alto, mentre tu nel frattempo hai fatto
conoscenza con l’inferno. Ora ti trovi di nuovo al bivio. Se ti posso dare un
buon consiglio, allora sia questo: non giocarti l’amore di tua sorella. Senza
di lei, infatti, saresti diventato una vittima del tuo stesso odio!”.
29. “Potresti avere ragione, ma
purtroppo io sono tanto stupido”.
30. Maria prende la brocca, e dice:
“Qualunque cosa Anton, ma ora vieni con noi, dagli altri! Così anche tu
diventerai tanto felice e colmo delle migliori speranze, ed è anche il mio
desiderio saperti messo al sicuro”.
31. “Se potessi, adesso sarei
deciso a far questo, ma guardami: non appartengo più a voi, sono marcato dai
diavoli per l’intera vita!”.
32. Johanna: “Non dire così, ma
alza i tuoi occhi e cerca il Signore e Salvatore, il Quale è stato soccorritore
anche per noi. Presto dimenticherai tutto, se avrai fatto solo una volta
conoscenza con il Suo Amore e la Sua Misericordia”.
33. “Puoi certamente aver ragione,
ma voi non eravate così malvagie come lo sono io”.
34. “Non parlare più di questo, e
vieni! Lasciamo questo lugubre luogo e affidiamoci completamente alla
conduzione di questa Guida. Tu però devi volerlo volentieri”.
35. “Lo voglio! Poiché il futuro
non sarà più difficile di com’è stato il tempo passato”.
36. Dice allora il Signore: “Maria,
va con tuo fratello avanti, noi vi seguiremo immediatamente”.
37. Maria prende Anton per mano, e
dice: “Ora la gioia entra in me, la mia brama è colmata, perché anch’io ho
sofferto a causa tua; ma ora tutto andrà per il meglio”.
38. “Mi hai perdonato, Maria?
Allora via, velocemente!”.
39. Passano attraverso i luoghi di
rovine, e sempre più stretto diventa il passaggio. Finalmente giungono
all’aperto, ed ecco che sono aggrediti con maledizioni e urla, e circondati da
ben venti uomini dall’aspetto feroce. Uno di loro afferra Anton al braccio, e
cerca di strapparlo da Maria. Allora Anton colpisce, e costui finisce muto a
terra. Gli altri urlano di furore e lo attaccano, ma Anton ne afferra un altro
e lo getta giù; allora tutti gli altri si ritirano.
40. “Svelti, via”, dice Anton, “qui
è pericoloso!”. Maria però, obietta: “Anton, vuoi lasciare questi poveretti
giacere qui? Eppur noi siamo sulla via che porta alla vera Vita”.
41. “Hai veramente ragione, ma non
sono nostri nemici? Essi, infatti, ci volevano solo far del male”.
42. “E tu in cambio fa’ loro del
bene! E con questo andremo più avanti”.
43. “Se lo pensi, allora li
aiuterò”. Si china già verso uno dei due, lo solleva e dice: “Maria, non hai
ancora un sorso d’acqua nella brocca? Con ciò lo voglio rianimare”. In un
istante, costui apre gli occhi. Anton gli tiene la brocca alla bocca e questi
beve alcuni sorsi. Poi dice:
44. “Io volevo la tua rovina, e tu
mi rianimi con acqua fresca: non puoi essere così cattivo come si pensava di
te!”.
45. “Ah, non parlare di questo,
amico, bensì vieni con noi. Prima però vogliamo ancora dare un’occhiata
all’altro: forse non è così malconcio”.
46. È così, infatti, solo un sorso
d’acqua fa miracoli; ma quello trema ancora potentemente di paura. Dice Anton:
47. “Tremi perché hai tanto freddo,
o hai dolori?”.
48. Risponde l’interpellato: “Sì, è
per tutto questo, ma ancora più per la grande paura; perché dopo la grande
disgrazia, non ho ancora avuto un momento buono”.
49. Come gli altri vedono che Anton
è così preoccupato, si avvicinano esitanti, e uno di loro chiede: “Potremmo
anche noi avere un sorso d’acqua? Stiamo morendo di sete. L’aria qui è tanto
secca e torrida. Di te avevamo un'altra opinione”.
50. “Se non avete più brutte
intenzioni, allora venite qui: quell’Uomo può fare molto più di me, io sono
accolto solo per misericordia”.
51. Allora uno di loro ha l’ardire
di andare dal Signore, e domanda:
52. “È vero che Tu potresti essere
qualcosa di più? Noi siamo disgraziati, e non sappiamo più che cosa fare dalla
fame e dalla sete”.
53. Il Signore: “Se il vostro
desiderio di aiuto è serio, e se la vostra brama per un’esistenza migliore vi
colma, allora siete sulla strada giusta! Se venite da Me, sia però a una
condizione: che da voi scompaiano ira e odio. Voi siete spiriti e abitanti del
mondo degli spiriti, e non più uomini; quindi, ogni aiuto è inutile. Così,
prendete dapprima un sorso da questa brocca: tutto il resto non dipenderà da
Me, bensì da voi”.
54. Johanna riceve un cenno, prende
da Maria la brocca che è già piena d’acqua. Allora ognuno beve, ma la brocca
non si svuota. Anche Anton chiede per sé ancora un sorso, Johanna glielo porge,
e dice: “L’Amore di Gesù benedica questa bevuta, affinché ti sia concessa per
la salvezza”.
55. Anton, con emozione, guarda
Johanna, esita a bere, ma poi tira un lungo sorso esclamando:
56. “O Gesù, che Uomo devi essere
stato Tu! Poiché in questa brocca c’era sicuramente del vino, e d’un tratto mi
sento molto meglio. Ma mi dispiace di averla vuotata, poiché anche agli altri
avrebbe fatto un buon servizio. Adesso però, non fermiamoci qui a lungo:
andiamo finalmente fuori da questa fossa”.
57. Maria: “Sì, Anton, lo vorrei
anch’io, ma dove vuoi andare con costoro? Li possiamo prendere con noi?”.
58. Il Signore è subito accanto a
Maria, rassicurandola: “Maria, non ti preoccupare, e lascia parlare Johanna:
lei conosce il Signore meglio di te, e presta bene attenzione, poiché tutto
accade per il grande Amore del Salvatore”.
59. Johanna alza la mano e li
saluta con le parole: “L’Amore di Gesù vi fa pervenire il Suo saluto e vi
invita nella nostra comunità, la quale vuole solo la salvezza e il benessere
degli altri. Voi siete ancora forestieri in questo mondo, in amore i vostri
cuori sono poveri, perciò il Salvatore vi fa pervenire l’invito tramite me, e
vi offre così il Suo aiuto. Esso suona: venite con noi nella nostra comunità!
Di fatto, dovrete cambiare radicalmente la vostra vita, poiché voi siete senza
qualsiasi fede e amore, e senza possesso di bene spirituale, ma lì ci sono
molti che vi aiuteranno volentieri e vi saranno fratelli veri. Sono convinta
che non vi deluderò, e che benedirete l’ora in cui mi avete dimostrato
fiducia”.
60. Anton si fa avanti, e
controbatte: “Ragazzina, non serve che tu parli tanto: l’Amico qui è migliore
garanzia che, la cattiveria, per noi, avrà una fine. Mi potete credere, è da
tanto, tanto tempo, da quando si sono separati da me i miei compagni. Come mi è
andata, nessun uomo lo può descrivere. Guardate il mio corpo: questo l’ha fatto
l’inferno proveniente da me! Guardate come splende Maria: questo l’ha fatto il
Salvatore Gesù proveniente da lei! Noi vogliamo andare da questo Salvatore,
anzi dobbiamo, altrimenti andremo tutti insieme in rovina. Io penso di parlare
nel vostro sentimento, se dico all’Amico: ‘Sii Tu la nostra Guida, come sei
stato una Guida per le sorelle. E perdona le mie diffamazioni, con le quali io
Ti ho insultato”.
61. Il Signore: “Vedi, Anton, così
Mi piaci di più. E poiché non posso certo portarti con noi nel tuo stato
segnato dall’inferno, allora ti voglio toccare, e sarai soddisfatto”.
62. “Toccami, buon Amico angelico,
e sarà una dimostrazione che mi hai perdonato; ma permetti che adesso
m’inginocchi almeno dinanzi a Te!”.
63. Anton cade sulle sue ginocchia,
mentre il Signore ponendo la Sua destra sul suo capo, dice:
64. “Lascia che l’amore diventi la
tua vita, e rallegrerai anche il Salvatore; così, ora sii vestito!”.
65. Anton scorge subito il
cambiamento: ora porta un lindo mantello grigio, ed esclama: “Ti ringrazio
mille volte! Con lo stesso zelo con cui un giorno ho servito il mondo, io
servirò d’ora in poi Dio. E per questo Ti prego, Signore Gesù: per il Tuo
perdono e per la forza. Amen!”.
66. Gli altri vedono il
cambiamento, osservano Anton, Johanna e il Signore. Uno di loro dice:
67. “Saremmo pazzi, se dovessimo
ancora indugiare; noi veniamo con voi, se è possibile”.
68. Johanna conferma: “Potete! Voi
siete invitati, e non perdete un minuto, poiché la felicità vi aspetta, essa si
chiama: Gesù, il buon Salvatore”.
69. Così tutti, colmi di speranza,
si mettono per strada, e ai nuovi sembra infinitamente lunga. A questo punto il
Signore fa fermare il corteo, e dice a Johanna, così che tutti possano sentire:
70. “Johanna, qui Io ti lascio: hai
la meta davanti agli occhi! Il Mio servizio è compiuto. Non essere triste,
predisponete tutto per una grande festa, affinché tutti riconoscano il prodigio
dell’Amore liberatore!”.
71. Una stretta di mano, e il
Signore è scomparso. Gli altri chiedono: “Dov’è andato?”. – Anton domanda: “Chi
era questo Amico?”. – Ma Johanna dice: “Non domandate, perché in voi tutto è
ancora curiosità; in breve tempo saremo nel luogo della nostra destinazione,
che è la mia patria, e diventerà anche la vostra. Quindi venite, nel Nome del
Signore, che è l’eterno Amore!”.
72. Finalmente è raggiunta la meta.
La porta sembra più grande. Hendrick e Anna aspettano il corteo, aprono la
porta e li invitano tutti a entrare.
[Indice]
۞
La
crescente conoscenza
Anton
è reintegrato nel gruppo come guida, ma preferisce essere l’ultimo, per
adempiere la Volontà del Signore. – Maria va con Johanna nella sua abitazione
per assistere oltre 1000 malati. – Quando viene Gesù, ne è attratta, Lo
riconosce e le è data una nuova veste. – Preparativi per il Natale veniente.
1. Nella grande sala di Hendrick, per quelli che stanno
arrivando, è apparecchiata una tavola con pane, frutta e latte. Anna, indicando
la lunga tavola, annuncia: “Siate calorosamente benvenuti nel Nome del Signore
Gesù! Fortificatevi dal lungo cammino che vi ha reso affamati e stanchi. Qui
sarete ben al sicuro. Ma prima mangiate e bevete: questo ve l’ha preparato
l’Amore”.
2. Anton: “Vi ringraziamo per il saluto di benvenuto,
e per i doni d’amore. Certamente noi tutti non siamo degni del grande Amore, ma
io credo di interpretare il sentimento degli altri, se dico: non vogliamo
deludere il vostro amore e vogliamo dimenticare la nostra passata vita
desolata”.
3. “Così va bene” dice Hendrick: “prima saziatevi, poi
continueremo a parlare”.
4. Il pasto è buono; solamente, essi non osano
servirsi.
5. Ma Anna li esorta: “Non siate così esitanti,
prendete liberamente! Il pane non finirà mai, perché qui, alla tavola del
Padre, non c’è nessuna mancanza in eterno!”.
6. Ora sono sazi, e ogni stanchezza è scomparsa;
allora Anna istruisce i nuovi sull’ordine cui ognuno si dovrà subordinare.
7. “Tu, Anton, sarai la guida della tua piccola
comunità. Fratello Gotthold t’istruirà in tutto, e con i tuoi fratelli vi preparerete
una dimora secondo il vostro desiderio e il vostro amore”.
8. Anton: “Io non vorrei essere alla guida, ma se il
Signore ordina così, allora sarò il più piccolo dei servitori. Ma, come mai
dobbiamo prima prepararci una dimora? Per quanto ne so, sta appunto scritto che
è il Signore a voler preparare la dimora”.
9. “Sì, Anton, hai ragione! Per tutti quelli che
credono in Lui e fanno la Sua Volontà, questo è anche vero; ma voi, dove avete
il frutto della fede? Voi dovete cominciare daccapo, e ci vorrà molto lavoro,
molta fatica, poiché il luogo che diventerà la vostra dimora, sarà appunto la
fedele immagine del vostro mondo interiore. Non vi voglio scoraggiare, e per
consolazione v’informo che qui ci sono moltissimi aiutanti per servirvi. Ti
devo però anche dare un dispiacere: Maria rimarrà presso Johanna. Anche lei
dovrà dapprima rinascere, affinché più tardi possa occupare completamente il
suo posto, dove l’eterno Amore la metterà. Più nessuna domanda, ecco che viene
Gotthold! Preparatevi ad andare alla vostra nuova destinazione. Chi avrà
desiderio di parlare, ci troverà sempre qui”.
10. Entra Gotthold, e saluta tutti assai
amichevolmente, dicendo: “Tu sei il fratello che il Signore ha stabilito! Mi
congratulo con te per questa magnifica funzione, e spero che adempirai il tuo
dovere”.
11. Anton: “Tu sei dunque Gotthold! Io sono deciso ad
adempiere totalmente la Volontà del Signore, ma tu dovrai aiutarmi. Perché
finora io sono stato un diavolo”.
12. Gotthold: “Se il Signore ti ha chiamato a questo
meraviglioso servizio, allora Egli ha anche tracciato una riga dietro il tuo
passato. La prima cosa che ora hai da fare è questa: che anche tu tiri una riga
dietro la vita tua, e quella di coloro che ti sono affidati. Con l’entrata in
questo mondo ha preso il suo inizio, una nuova vita. Abbiate giusta pazienza,
giusta fiducia l’uno per l’altro, e molto presto sarete enormemente felici.
13. Tu, Johanna, prendi con te Maria, però vieni
presto a visitarci”. Così essi prendono congedo. Maria andrebbe volentieri con
Anton ma Anna l’avverte:
14. “Figliola, il Signore sa tutto. La Sua provvidenza
bada solo alla tua beatitudine e, nel nuovo, dimenticherai presto gli altri.
Amen!”.
15. Ora Anna va con Johanna e Maria nella loro
stupenda abitazione. Hendrick invece accompagna gli altri al loro nuovo luogo
d’azione.
16. Quanto si stupisce Maria, nella casa di Anna!
Quasi non osa muoversi davanti alla bellezza che si presenta ai suoi occhi; ma
Anna dice, dopo averla stretta tra le braccia:
17. “Johanna, portala nella tua abitazione, e dì a
tutte le sorelle che la festa di Natale dovrà essere festeggiata magnificamene
da noi, e che vi devranno partecipare tutti, anche quelli che adesso hanno
fatto sosta presso di noi. Tu, Maria, non ti spaventare davanti alle bellezze
che si mostrano ai tuoi occhi, perché in te se ne trovano ancora di più
meravigliose. Esse però possono essere generate solo nel vero amore. Ora,
correte: gli altri sono già impazienti del vostro arrivo”.
18. Quali occhi spalanca Maria, quando passa
attraverso i molti giardini: non finisce più di meravigliarsi!
19. “È questo il Cielo nel quale ci troviamo?”.
domanda. Johanna però risponde: “Se per te è il Cielo, allora sì; ma esistono
bellezze mille volte più meravigliose, e per queste noi non siamo ancora
mature. Non pensare però che questi fiori e frutteti prima fossero così, oh,
no! Li abbiamo fatti noi, solo con la Grazia e l’Amore di Gesù.
20. Là c’è la nostra casa: le sorelle già corrono per
salutarci”.
21. “Oh, Johanna, nella mia veste scura e sudicia mi
dovrò certo vergognare! Perché non mi hai detto che qui tutto è così
meraviglioso?”.
22. “Oh, lascia tutto questo! Diventa amore, e tu
splenderai ancora più fulgidamente di noi! Ora però, presta attenzione a quello
che stai per sperimentare!”.
3. Entrambe sono circondate; nessuno riesce a dire
qualcosa, la gioia è travolgente, è una gioia che la Terra quasi non conosce.
Un giubilo, e nel giubilo entrano in casa. Allora Maria indietreggia di scatto!
“Devo io dimorare in questa casa? Mi toglie il fiato!”, sussurra. Johanna
allora la trascina alla tavola che l’Amore ha preparato.
24. Johanna riferisce del suo vissuto, descrive tutta
l’afflizione. Compiange tutti, spiegando che l’eterno Amore è così preoccupato,
e Lui stesso fa il Manovale per salvare gli smarriti.
25. Maria non comprende questo tanto bene. Allora,
dice Lisa: “Johanna, ci sono nuovamente molti malati, e io vorrei andar di
sopra: là hanno urgentemente bisogno di me! Riposati prima, poi vieni anche
tu”.
26. “No, Lisa! Maria ed io veniamo subito con te, va’
pure avanti. Maria, ora ascolta: vuoi assumerti con me la cura dei malati?
Anche per te, sarebbe una benedizione”.
27. “Lo voglio, Johanna! Insegnamelo, affinché io
diventi finalmente una creatura utilizzabile”.
28. “Non così, Maria: l’Amore ti dovrà guidare, poiché
ciò che verrà adesso è scuola, dura scuola. Dovrai dimenticare l’amore per il
mondo passato, dovrai nobilitare in te l’amore per gli uomini e appropriarti
solo di una volontà: diventare un soccorritore, come Colui che è diventato
Soccorritore per te!”.
29. “Voglio tentare, Johanna, non mi lasciare! Io non
posso far nulla senza il tuo amore!”.
30. “Allora vieni!”. Un cenno d’intesa, un saluto;
poi, mano nella mano, salgono una scala.
31. Appena entrate nella porta dischiusa, entrambe
ammutoliscono: una sala con forse mille letti, e molti tavoli e panche, si
offre ai loro occhi; allora Lisa si fa avanti, e dice:
32. “Guarda, Johanna: tanti così non ne erano ancora
arrivati! Ci sono molti malati gravi tra loro, e con ardente desiderio noi ti
aspettavamo. E tu sei Maria! Sii per noi calorosamente la benvenuta! L’amore
che sentiamo in noi per te, ti dovrà aiutare a portare il peso, affinché presto
tu possa diventare libera e lieta. Gesù sia con te!”.
33. Maria impara ora a conoscere la miseria, ed è
instancabile: fianco a fianco con Johanna fa ciò che le è ordinato. Quando
proprio non ce la fa più, va con Johanna in giardino. Allora si raccoglie in
sé, e questo la rende nuovamente coraggiosa.
34. Poi arriva il meraviglioso Padre, come Dottore in
un camice bianco, e va con Johanna da letto a letto, da tavola a tavola,
porgendo ovunque una parola buona, oppure dando una carezza sui capelli
scompigliati. Allora un’ondata di gioia passa attraverso la sala, e le
dimostrazioni di esultanza non vogliono finire.
35. Maria Lo guarda con sguardo penetrante, è
potentemente attratta da Lui. Ma lotta contro questo, credendo sia la vecchia
passione che l’attirava agli uomini. Poi, non potendo fare diversamente, va da
Lui e implora:
36. “Dottore, perdonami, io devo almeno una volta
stringere le Tue mani: l’infelice passione mi ha di nuovo afferrata! Perdonami,
anche se mi butterai fuori, non posso fare diversamente!”.
37. “Maria, tu ora sei guarita: ecco qui le Mie
mani!”.
38. Allora lei le afferra, e vorrebbe stringerle al
suo cuore, ma scorge i segni dei chiodi. Si spaventa e grida:
39. “Cos’è questo? Tu sei Gesù! Oh, che cosa ho fatto
io, infelice!”. Cade giù e piange, bagnando con le sue lacrime i Suoi piedi, ma
non nota subito i segni dei chiodi su questi. Solo quando ha smesso di
piangere, vede anche ai piedi i segni dei chiodi. Allora vuole fuggire. Lui
però la trattiene, dicendo:
40. “Maria, dove vuoi fuggire? Tutto è, in ogni caso,
Regno Mio! Io ho vera gioia per te, e per dimostrartela, ora avrai anche tu
un’altra veste. Continua così, figlia Mia, libera completamente il tuo cuore,
affinché ti nutra di un solo desiderio: diventare assolutamente amore, e anche
tu essere benedizione per gli smarriti!”.
41. “O Gesù, allora non mi serbi rancore per il mio
tradimento?”.
42. “Maria, ciò che hai fatto nella tua cecità, lo hai
anche dovuto espiare; ma poiché hai spianato la via al tuo fratello perduto,
hai riparato tutto. Impara con sollecitudine nella tua scuola attuale, allora
afferrerai anche la Mia Vita, che è Amore e Misericordia. Solo stando nella Mia
Vita, infatti, potrai crescere e maturare completamente. La Mia pace sia la tua
forza, e il Mio Amore, la tua vita. Amen!”.
43. Il Signore è scomparso. Dopo una pausa, lei dice:
“Oh, Johanna, se questo è il più celestiale, allora è anche alla fine. Guarda:
ho una veste azzurra e un camice bianco. Ti devo però chiedere, Johanna: tu lo
sapevi che il Dottore è il Salvatore Gesù?”.
44. “Certamente, Maria, ma nel nostro mondo è diverso
che dal mondo terreno. E qui lo devi trovare da sola, affinché la tua vita
interiore sia arricchita del divino e celestiale. Ora, sei felice?”.
45. “Sicuro! Io però mi sarei comportata
diversamente”.
46. “Maria, noi qui non recitiamo, come a teatro! La
Vita è una santa serietà, e non costringiamo a nulla; solo il tuo spirito che
dimora in te, dovrà spingerti a migliorare, altrimenti non sarà possibile
nessuna crescita”.
47. È il momento. Molte, molte mani sono attive per la
festa di Natale in arrivo. I malati sono al punto che non usano più i letti.
Nella sala tutto è diventato più confortevole e più gradevole. La permanenza
all’aperto rende tutti molto più felici.
[Indice]
۞
La
festa del Natale, con canti e frutta. – Appare Gesù e lascia loro una Parola di
conforto e benedizione.
1.Tutti vanno verso la casa di Anna.
Con sorpresa, vedono una grande arena con diecimila posti. Nel mezzo una tribuna,
dove trovano posto più di cento persone. Qui ci sono dei controllori che
indicano i posti. Johanna, con i suoi assistiti, si sistema nella parte sud.
Arrivano sempre nuove schiere di conoscenti e anche di sconosciuti; tutti sono
collocati comodamente e senza difficoltà. È una gioia, una silenziosa
accettazione di questa buona attività che la Terra proprio non conosce ancora.
2. Molti adornano la tribuna, e in brevissimo tempo i
fiori sono il punto centrale di ogni spettatore. Intorno alla tribuna stanno in
migliaia con strumenti musicali, e in vesti splendenti. I loro occhi brillano
di gioia. Arriva madre Anna, con un meraviglioso angelo. Subito gli strumenti
cominciano a suonare. Nessuno conosce quello che si suona, ma i toni afferrano
i cuori di tutti. Allora l’angelo dice:
3. “Pace e gioia ci uniscono! Il mio saluto è anche il
mio ringraziamento a voi, a voi che siete figli del mio Signore e Dio mio. Con
cuore dolente e ferito vengo dai campi della vostra Terra passata, dove si fa
della festa dell’amore la vittoria dell’odio. I miei occhi hanno visto miseria
su miseria, afflizione su afflizione, il mio cuore però ha provato ancora più
grande sofferenza, perché gli uomini guidati nell’errore, legano le mani di
quelli che vorrebbero soccorrere e mitigare. Ho chiesto al Signore il permesso
di vivere presso di voi la festa, perché anche voi, che siete ancora legati
alla Terra, avete ancora bisogno di molto di ciò che a poco a poco diventerà
vostro.
4. Le mie parole valgono innanzi tutto per quelli che sono
ancora con la veste scura, e parlo a costoro nel Nome del Signore: siate
consapevoli che ogni vita ha bisogno del suo adempimento, e vi sia chiaro che
solo la vostra stessa volontà è il motore che vi farà avanzare nella vostra
attuale esistenza. Se in questo santo giorno, che è festeggiato in tutti i
Cieli, anche voi potete festeggiare in unione con dei beati, ciò è la più alta
Grazia e il più grande dono d’Amore del nostro Dio e Padre Santo. Voi invece in
vesti bianche e fulgenti, voi adornati con il premio dell’amore: irradiate
tutti e tutto con l’Amore, che è la vostra Vita! Il vostro occhio sia rivolto
ai poveri, il vostro cuore rimanga il luogo che offre ancora rifugio ai
lontanissimi da Dio. Il vostro amore, anche per i Cieli non è rimasto senza importanza,
perciò vi dovrete rallegrare anche dei beati che stanno vicino al vostro cuore.
Preparatevi per gli ospiti celesti!”.
5. A un tratto, l’arena si fa ancora una volta più
grande. Innumerevoli sono venuti dai loro cari, per rivelare ancora di più il
prodigio dell’Amore di Dio.
6. Presso Johanna c’è la nonna Helene: la gioia del
loro rivedersi è inesprimibile. I musici suonano melodie soavi, i più squisiti
frutti sono portati sulla tribuna.
7. Fanfare suonano, un corteo di giovani fanciulle
adornate, guidate da un’assistente raggiante, si recano sulla tribuna e
rappresentano la scena di Betlemme, dove i pastori cercano il Neonato. Guidata
da un angelo, una giovane dice:
O beato momento, dove i miei occhi possono un
Fanciulletto
contemplare,
nato in questa notte:
Tu che
sei venuto nel tempo dalle Eternità,
e hai
preso nelle mani tutti i poveri e gli smarriti!
Sii in tutti i tempi, il mio Pastore e
il mio Paladino,
lasciami percorrere le Tue vie, come
piace a Te soltanto.
O beato
momento, nato come Fanciulletto in questa notte,
hai
fatto me per figlio, hai eletto me per salvatore.
Puoi
andare nella notte, per ogni cosa illuminare,
con la
Tua Luce di Grazia ora Te stesso per rappresentare.
O
delizioso Atto di Grazia, cosa Tu ci sei diventato,
la Tua
Essenza interamente lasciami afferrare.
O Gesù,
Padre mio, oh, vieni, e presso di noi rimani,
come noi
presso di Te rimaniamo!
Oh,
ascoltate l’annuncio di gioia:
un giorno nato come Fanciulletto,
esso
risuonava da bocca angelica;
ma ora io esclamo come figlio
in quest’ora di Grazia:
Tu,
Gesù, sei la Vita, la Salvezza per il mondo intero,
Ti vuoi
dar del tutto come Padre,
dove Ti avvolge filiale amore.
Qui
questi doni sono da Te,
lasciameli ora distribuire,
affinché
tutti quelli che qui dimorano,
al fianco Tuo siano guariti.
8. Ora lei fa un cenno, e le fanciulle adornate
prendono rapidamente i frutti che, in cestini graziosi, sulla tribuna aspettano
di essere distribuiti. Esse corrono velocemente sui posti, dai presenti. Silenziosa
e veloce si svolge la distribuzione dei frutti, ma i cestini non si svuotano,
anzi, quanti più frutti prendono, tanto più essi aumentano. I cestini vanno di
mano in mano, e quello che ne è tolto, s’integra da sé. I frutti sono portati
anche nelle file di quelli vestiti di scuro, ed ora tutti hanno nelle mani
questo prezioso dono, così che ancora una volta esso sia una gioia per tutti:
il Padre Santo è diventato visibile!
9. Benedicendo, Egli alza le Sue mani, poi dice a
tutti: “La vostra gioia è anche la Mia gioia, cari figlioletti, e nel Mio Cuore
di Padre v’è somma beatitudine quando vedo crescere in voi la Mia Vita, e che
vi appropriate del Mio Spirito di Salvatore. Io vengo dai luoghi della miseria
più profonda, e vorrei ricordare ancora una volta, a voi che siete attivi nel
Mio Spirito di Salvatore, che nessun Cielo e nessuna bellezza del Cielo può
rallegrare il Mio Cuore come mi rallegrate voi, che ora siete strappati alla
miseria, e fate della vera gioia e della vera Vita la vostra felicità. Il nemico
di ogni Vita crede di poter festeggiare la vittoria su ogni Vita: egli
schernisce il Mio Amore di Salvatore e glorifica il suo essere che si ritiene
migliore del Mio Amore di Salvatore. Ma qui ora, guardando il vostro amore del
cuore, che fa splendere i vostri occhi come candele accese, Io sono risarcito
per tutto il dolore che il Mio Cuore ha afferrato nel tumulto del mondo
tenebroso e smarrito. O figli, ascoltate: il Mio Cuore è sempre con voi! Il
flusso del Mio Amore e la Mia Forza, non cesseranno mai di ravvivarvi! Ma vi
prego di una cosa: nella vostra felicità non dimenticate i poveri! Gustate ora
i frutti che il Mio Amore ha creato per voi; essi devono essere l’espressione
del Mio Amore e del Mio ringraziamento. Amen!”.
10. Sebbene tutti, più di ogni altra cosa,
correrebbero volentieri dal Signore, rimangono tuttavia calmi, e gustano il
puro frutto dell’Amore del Padre. Poi le fanciulle cominciano a cantare, e i
suonatori s’inseriscono coi loro strumenti. In questo meraviglioso oratorio,
tutti dimenticano che anch’essi, un giorno, si sono trattenuti nella miseria.
11. Dopo ore, la festa è terminata, e i beati
ritornano di nuovo nel loro Cielo, portando con sé l’espressione della gioia
ricevuta; e i rimasti sono immensamente beati.
12. Così le schiere si perdono e ritornano nei loro
stupendi luoghi di dimora. Gotthold, paziente, rimane con i suoi assistiti,
finché questi possono raggiungere padre Hendrick e madre Anna, dove ci sono già
Johanna con Maria, Lisa, Rosel, Christa e Lena. I loro assistiti sono condotti,
tramite altri, nelle loro abitazioni, e il meraviglioso angelo li accompagna su
ordine dell’eterno Padre, il Quale è in conversazione con Hendrick.
[Indice]
۞
L’Amore
non finisce mai
Dopo
il saluto ai festanti, Anton è a colloquio col Signore, ma senza riconoscerLo.
– Gli è offerto quel pane che non volle, e si pente. – Il piccolo gruppo dei
grigi va nei giardini di Johanna. – Nuove scoperte, emozioni, profumi e case,
piccole fuori ed enormi dentro. – I malati riconoscono Gesù ma Anton non
ancora.
1. Arrivati da Hendrick, Anton non riesce a tenersi. Corre
dal Signore, esclamando:
2. “Caro Amico, poiché ti rivedo per la prima volta,
il mio cuore brama di ringraziarTi, e pregarTi di permettermi di ringraziare
anche Johanna e Maria, che io quasi non riconosco più”.
3. “Fallo, Anton! Io sono informato del tuo lavoro e
del tuo impegno: devi solo avere ed esercitare ancora più pazienza. Qui nel
Regno dell’Eternità è assai diverso dalla Terra. Poiché dove tu sei e stai, è
già il tuo regno, e se tutto ti va troppo lentamente, dovrai deciderti per il
vero amore! Solo così avrai collaboratori, e anche soccorso.
4. Ecco, guarda quest’opera d’arte: l’ha creata solo
l’amore, e nel tempo più breve immaginabile. Tu con i tuoi fratelli
impiegheresti un’eternità! Va con loro là, dove Johanna e Maria esercitano il
loro amore: allora avrai la risposta a molte domande che si muovono in te.
5. Saluta ora le tue sorelle, e non t’irritare per via
della tua veste: quando sarà il tempo e l’ora, anche per te una veste di luce
rivelerà la tua entità reale”.
6. Il saluto è caloroso ma Anton non è libero; egli
scorge l’abisso che c’è tra lui e gli altri. Johanna lo esorta:
7. “Sull’abisso costruisci un ponte, esso si chiama
amore! Abbi vera fiducia, e presto sperimenterai il prodigio dell’Amore. Ti
sarà anche concesso visitarci, ma fino allora abbi pazienza! Anche i tuoi
fratelli vorrebbero assaporare tutta la Grazia di entrare qui da madre Anna”.
8. Tutti si accalcano verso madre Anna, questa li
accoglie: “Venite, figlioli, dovete entrare anche da me, ma non vi spaventate
per le bellezze”.
9. Così, in casa, lei va avanti, ma loro non hanno il
coraggio di avanzare. Allora arriva il Signore, con Hendrick, e dice:
10. “Venite dentro, amici, perché siete personalmente
invitati: non urtatevi in nulla, altrimenti madre Anna avrà motivo di urtarsi
in voi”.
11. Allora i fratelli si avvicinano. Anna li invita
alla grande tavola, dove ci sono vino, pane e frutta in vasi d’oro trasparente.
12. Anton è angosciato, ma il Signore lo prende al
fianco Suo. Ecco che ora siedono accanto, come fossero entrambi dei poveri
peccatori, allora Egli dice:
13. “Rallegratevi della Grazia di sedere a questa
tavola. Poiché chi ha mangiato e bevuto a questa tavola, ha ottenuto pieno
perdono. Ovviamente nel vostro mondo interiore non può essere trasformato tutto
il vecchio in nuovo così velocemente, ma voi non sperimentate come il Salvatore
e l’Amore paterno vi aiutano? Tutti quelli che vivono qui e fuori, nei
magnifici prati, erano uomini smarriti e in parte quasi perduti e, nondimeno,
sono stati salvati. Essi sono felici nella loro esistenza. Anche voi lo sarete
completamente e pienamente. Ora via i pensieri turbati, avanti lo sguardo nel
futuro, e mano all’opera: essa riuscirà!”.
14. Madre Anna aggiunge: “Figlioli, l’Amore non
finisce mai, di nuovo la tavola è apparecchiata per tutti voi! Mangiate con
cuore allegro e riconoscente, affinché con l’Amore diventiate assolutamente
felici e soddisfatti. Lasciatevi afferrare dalla vera Vita che ci è donata
attraverso Gesù Cristo. Il Suo Amore e la Sua Benedizione agiscano su di voi.
Amen!”.
15. Johanna prende il pane e, porgendolo al Signore,
Gli domanda: “Non vorresti mangiare con me da un solo pane?” .
16. “Volentieri, Johanna, noi tutti mangeremo del
pane! E sii assicurata, esso basterà per tutti!”.
17. Allora il Signore ne prende un pezzo e dà la metà
ad Anton, lo spezza e dice:
18. “Dà la metà al fratello tuo, e così via.
Basterà!”.
19. Così avviene. Tutti assaggiano di nuovo il pane,
ed esso piace sempre di più. Allora Anton piange, chiedendo:
20. “Amico, perché gli uomini non sperimentano il
miracolo? Ogni peccato cesserebbe, ed essi domanderebbero solo del Creatore e
Donatore di questo pane!”.
21. “Anton, così dici tu adesso. Non è il miracolo
giornalmente visibile sulla Terra? La Terra non produce tutto ciò che è di
utilità, e giova agli uomini? E come stanno le cose? Adesso tu riconosci la
Grazia e ti stupisci della tua domanda, così essa dimostra che stai
conquistando gioia nella Vita. Continua così nel tuo agire, prenditi come forza
motrice il vero Amore; allora non ci vorrà molto, e sarai felice”.
22. “Dio lo voglia”, dice Anton, “ne avrei bisogno!
Solo, assai difficilmente posso dimenticare il passato. Se penso di aver
calpestato con i piedi il meraviglioso pane, mi prenderei a schiaffi”.
23. “Abbi pazienza, Anton, presto l’avrai superato”.
24. Anton: “Lo dici tu che, forse, non hai mai
peccato! Sì, se solo potessi parlare una volta col Salvatore Gesù, chissà, Lui
mi potrebbe guarire. Mi cerco sempre il lavoro più difficile, per riuscire a
dimenticare. Se però ci riposiamo un po’, il ricordo diventa di nuovo presente.
Le cicatrici al mio piede e alla gamba sono già il marchio del mio grande
peccato”.
25. Il Signore: “Anton, tu disconosci la tua
condizione! T’intrattieni tra i beati, ora mangi alla tavola del Padre e non
puoi slanciarti in alto alla gioia che si trova in tutti i Cieli? Vieni,
Johanna, versaci del vino, affinché egli si ridesti alla Vita!”.
26. Johanna lo fa. Il Signore porge ad Anton una coppa
piena del più puro vino, dicendo:
27. “Lascia che la tua vita diventi amore!”, Egli beve
alcuni sorsi, e il Signore aggiunge: “Bevi, e dallo oltre: tutti devono sapere
che il Signore è Amore!”
28. “Quale dono, questo vino!”, esclama poi madre
Anna; “figlioli, prendete ancora di questi frutti e venite a visitare questo
paradiso che l’Amore ha generato”.
29. I visitatori depongono la timidezza, poi vanno
fuori, sotto la guida di Anna. Tutti non smettono di meravigliarsi.
30. L’arena è scomparsa. Al suo posto c’è un boschetto
di fiori assai meraviglioso, che diffonde un profumo per il quale non esiste
nessuna espressione in grado di descriverlo. Anna però li conduce oltre, in
giardini più grandi, colmi di fiori e frutti. In fondo vi sono piccole casette
bianche; due abitanti salutano e fanno un cenno. Quando essi si avvicinano, la
gioia è grande. Johanna balza loro incontro, e avverte:
31. “Prudenza, non tradite il Signore!”. I visitatori
si avvicinano.
32. Anna li invita: “Venite, entrate e guardate che
cosa è possibile all’Amore”.
33. Anton però osserva: “Ma, amici, non si pretende
troppo? Noi siamo in trenta, e qui, cinque vi entrano appena”.
34. Allora dice il Signore: “Ti sbagli di grosso! Non
ha detto Anna: ‘guardate che cosa è possibile all’Amore?!’ ”.
35. I due abitanti di questa casa s’inchinano
profondamente, ed ora i visitatori restano impressionati dalla grandezza che vi
è all’interno, e della bellezza che si offre ai loro sguardi. In fondo si
estendono meravigliosi giardini, nei quali passeggiano molti uomini.
36. Dice Anton: “Caro Amico, questa cosa non va nel
verso giusto, e qui si ferma ogni mia capacità di comprensione: all’esterno, la
più pura baracca di ciliegio e, all’interno, be’, non so proprio che cosa
dire!”.
37. Il Signore però risponde: “Anton, pensa sempre che
il Signore sia espressione del più grande Amore!”.
38. Vanno oltre, verso la casa di Johanna.
Naturalmente questa è un po’ più grande, ma ha un aspetto grazioso, ed è bianca
come la neve. Johanna dice:
39. “Entrate nel nome dell’Amore, e benedetto sia il
vostro ingresso!”.
40. Non si trattengono a lungo al piano terra, essi si
abituano lentamente alle bellezze e all’affabilità degli abitanti, il cui splendore
degli occhi si trasferisce anche a loro, così che tutti dimenticano ciò che li
angustiava. Allora si congedano e salgono di sopra. Là i malati si muovono
liberamente, gli si avvicinano, e la loro gioia è grande: perché hanno
riconosciuto il loro Dottore!
41. Le esplosioni di gioia che Anton sperimenta, lo
afferrano completamente nell’intimo. Quale uomo deve essere stato questo
Dottore, perché i cuori di questi deboli d’intelletto e malati Gli vadano
incontro così raggianti. E, per prima l’assistente: come brillano i suoi occhi!
C’è un’armonia che rende Anton completamente arrendevole. E poi, Maria: che
cosa le è successo? Lei ha solo ancora occhi e orecchi per il Dottore. Non si
sarà mica innamorata di lui? Glielo devo chiedere, pensa egli fra sé. Allora il
Signore si volta, e dice:
42. “Anton, perché ti perdi di nuovo dove non troverai
ancora te stesso? Non ti ho detto forse che devi sempre pensare: il Signore è
Amore? Tutto il tuo pensare deve essere fatto col cuore, altrimenti non
giungerai ad alcuna certezza!”.
43. Anton: “Sai, caro Amico, ogni parola è un mistero,
e ogni sguardo che si dà, racchiude un arcano. Ci vorrà ancora molto, prima che
io veda chiaro, ma sono diventato più ricco di una cosa: la consapevolezza che
noi, come uomini, eravamo i più grandi stupidi, e la stupidità si appiccica
addosso anche qui, come se la stupidità e l’uomo appartenessero allo stesso
genere. Oh, caro Amico, non volermene per il mio discorso. Mi sono veramente
perduto nelle bellezze di questo mondo!”.
44. Il Signore: “Anton, non nelle bellezze, ma nella
tua stupidità! E ora fa sul serio, nello spirito dell’amore, poiché tutti
quelli che vedi qui, sanno che l’Amore è la causa e il fondamento essenziale
della vera Vita. E non un Amore che vuol godere, ma donare e aiutare”.
45. A una lunga tavola ci sono grandi e stupendi
fiori, dal profumo indicibile. I visitatori se ne separano malvolentieri.
Allora Johanna, incoraggiando:
46. “Prendetene ognuno un mazzo e portatelo a casa vostra;
piantatelo nei vostri giardini, così i fiori non appassiranno e, per giunta,
porteranno nuovi stupendi fiori. La mia missione è adempiuta, e spero di
potervi visitare tutti. Una cosa però, devo dire a te, Anton: Maria non può
ancora venire con te, poiché questo non dipende da noi, ma dal Signore. Solo
Lui conosce ogni cosa; noi, invece, solo ciò che il Suo Spirito ci rivela.
Andate in pace. Tu, caro Gotthold, sarai presto dispensato dal tuo silenzio, e
dovrai parlare molto”.
47.Così i visitatori si separano dai malati e dagli
assistiti.
48. Maria confessa ad Anton: “Anton, solo qui io
sperimento il vero Amore! Sii assicurato, solo in quest’Amore è possibile
diventare felici per tutte le eternità. Credi e spera, e allora ti riuscirà
d’afferrare, come noi, lo spirito che rende veramente felici e beati. Getta via
tutto il passato da te, e vivi completamente nello spirito di questa Vita che
ora hai conosciuto, così sarai a Casa, dove il Padre Santo ti aspetta. L’Amore
di Gesù, ti renderà forte!”.
49. Il Signore, invece, benedice coloro che se ne
vanno, i quali salutano continuamente.
[Indice]
۞
Il
grande prodigio dell’Amore
Una
proposta di Johanna a Maria: visitare il gruppo degli amici, e con due mazzi di
fiori vi si recano. – Anton è cresciuto interiormente, ma deve ancora liberarsi
dai desideri terreni. – Mangiano tutti squisiti frutti e Anton accetta di
piantare i fiori nei giardini. – L’Amico forestiero lo aiuta.
1. Le fanciulle lavorano senza sosta. Maria ha ritrovato
se stessa, e il suo cuore arde di struggimento quando pensa al momento in cui
ha riconosciuto il Signore. Un caldo soffio passa sul suo cuore, e alla fine i
suoi impulsi sensuali fanno posto a un santo anelito. Con enorme struggimento,
lei aspetta il Signore.
2. In un momento simile, Johanna le propone: “Maria,
non vogliamo andare una volta dai tuoi amici? Sento il loro ardente desiderio
di noi”.
3. “Volentieri, Johanna, ma preferirei che fosse qui
il buon Salvatore: ho un potente desiderio di Lui”.
4. “Se il tuo desiderio nasce assolutamente
dall’amore, allora, Maria, Egli è anche già qui! Se però questo desiderio è un
impulso proveniente dalla tua anima, allora esercita pazienza, poiché sappi: il
Signore e Padre Santo ti darà ciò che serve per la salvezza tua e degli altri.
Noi, però, vogliamo ancora dare una vera gioia ai tuoi e, anche nostri amici”.
5. Allora, preparato un cesto con i fiori più belli e
molti frutti stupendi, le due prendono la via, accompagnate dalla benedizione
degli altri. Madre Anna le aspetta con gioia. Quando arrivano, le conduce nella
sua abitazione, per rallegrarle ancora una volta ampiamente. Innanzi tutto,
prende Maria ancora al suo petto, incoraggiandola:
6. “Figliola, continua così, nell’ardore di
quest’Amore che ora è diventato tuo; allora il tuo desiderio raggiungerà il
grado che ti porterà al pieno adempimento. Ma pensi ancora troppo a te, e le
bellezze perdono in splendore e magnificenza; se invece il tuo desiderio
ardente sarà del tutto per il Signore per amor degli altri, allora avvolgerai
con il tuo amore le bellezze che ti circondano, e tutto diventerà più bello.
Non pensare che il Signore quieterà il tuo struggimento, quando Egli sarà del
tutto presso di te; sii però rassicurata che sarai veramente felice soltanto
quando sarai diventata servitrice nel Suo Spirito, e rappresentante del Suo
santo Amore”.
7. Piene di gioia, le due passano da meravigliosi
giardini e casette. Molti arrivano di corsa, per scambiare con loro solo un
paio di parole di vera gioia e di comprensione, finché esse arrivano alle
residenze dove Gotthold opera con gli altri.
8. Là vi è sorta una bella casetta, con un grande
giardino antistante.
9. Robert, che è appunto presente, dice ad Anton:
“Ecco, guarda: un nuovo raggio di Sole arriva adesso nella casa tua e dei tuoi
fratelli! Sono venute qui, nientemeno che Maria e Johanna!”.
10. Anton accorre, porgendo alle due il benvenuto, e
volentieri abbraccerebbe Maria, ma il cesto con fiori e frutti che esse potano,
non glielo rende possibile. Colmo di gioia chiama Gotthold e quelli che
lavorano nel grande giardino.
11. Quale gioia c’è, quando Anton conduce le due nella
loro casetta, pregandole di rimanere abbastanza a lungo e di riferire
dell’Amico che gli ha dato la possibilità di costruire con gli altri una nuova
vita.
12. I fiori sono messi nei vasi, i frutti nei vassoi,
così che la grande stanza si riempie del profumo più delicato, tanto che Anton
osserva:
13. “Dovete aver portato ancora qualcosa, perché è
impossibile che i fiori possano avere un profumo così incantevole; mi sento
infinitamente bene, come ancor mai è accaduto nella mia vita”.
14. Johanna: “Presumi il giusto, caro Anton, l’amore
che noi sentiamo e portiamo nei nostri cuori sarebbe sminuito, se espresso solo
con le parole, perciò i fiori manifestano ciò che la nostra bocca preferisce
tacere. Ora però, guidaci attraverso il tuo regno, affinché possiamo aver
conoscenza anche del tuo amore”.
15. Qui tutti hanno lavorato energicamente, e Johanna
non lesina con la sua lode ma Anton dice:
16. “Io lo sento che tutti siamo diventati diversi da
com’eravamo prima, ma guarda, la mia vita precedente pesa ancora potentemente
su di me. Sì, se potessi sradicare tutto, e fare come non fosse mai avvenuto,
allora le prospettive sarebbero buone; oppure, se fosse qui quel buon Amico
Spirito con la Sua forza e sapienza, Lui sì, che trasformerebbe molto in me.
Ora penso: finalmente l’ho afferrato! Ma nell’attimo seguente, tutto è di nuovo
col vecchio. Maria, mi manca!”.
17. Johanna: “Amico, da quando i frutti maturano in un
giorno? Perché hai nostalgia di Maria? Lei stessa deve fare ancora i più grandi
sforzi per maturare nello spirito, il che significa ‘la vera Vita’. Solo di
‘Uno’ che ti può essere di pieno sostegno tu hai bisogno, e questi è Gesù, il
nostro buon Salvatore. Che cosa saremmo noi, senza di Lui? Che cosa e dove
saremmo rimasti, se Egli non fosse venuto da noi? Guarda Maria: con l’aiuto del
meraviglioso Guaritore lei è finalmente riuscita a diventar libera dall’infelice
passione che stava nella sua anima. Da allora è stata anche demolita la
barriera che la separava dal suo Salvatore e Signore”.
18. Anton: “Ti capisco, figliola! Anch’io voglio
dimenticare drasticamente il passato, riparare la mia vita rovinata, e lotto
nella preghiera per la liberazione, e sono per i miei compagni il migliore
amico. Gotthold mai mi rimprovera, ma sono così lontano dalla meta, tanto che
mi sento disperare”.
19. Johanna: “Caro amico, non mi dici nulla di nuovo!
Proprio così è andata a me, a Maria e a tutti, tutti quelli che stanno nella
scuola dello sviluppo. Noi non ci conoscevamo l’un l’altro, tutto era riposto
sull’esteriore e ignoravamo l’interiore; l’esteriore, però, imprimeva
impietosamente il timbro sulla nostra anima, la quale qui è il nostro corpo.
Perciò esistono solo ‘un Aiuto’ e ‘una Salvezza’, attraverso Gesù, il buon
Salvatore”.
20. Anton: “Figliola, lo voglio! Ho sì la volontà! Ma
come sarà possibile?!”.
21. Johanna: “Tutto ciò che vuoi che si faccia a te,
fallo tu prima agli altri! In te c’è ancora troppo della tua stessa volontà. Fa
che la tua volontà diventi il più grande desiderio ardente, di essere per i
tuoi fratelli non solo amico e compagno ma vero fratello; allora il tuo stesso
spirito che dimora in te, sfonderà la barriera, e potrà essere un manovale allo
Spirito del Salvatore”.
22. Anton è rattristato. Guarda Maria, e domanda:
“Maria, tu mi ami! Anche tu mi parleresti così, come ha parlato Johanna? Questo
significa perderti, perché io lo vedo chiaramente: tu sei colei che vive in
me!”.
23. Maria: “Anton, io ho trovato il ‘grande Tesoro’,
attraverso il Quale noi tutti, anche tu, possiamo diventare veramente beati:
esso è il Salvatore Gesù. Finché vive in noi ancora qualcosa che non collima
con quest’Amore del Salvatore, non si conseguirà la vera beatitudine. Mi
rallegro molto di voi tutti, perché avete la volontà. Ora, però, fa diventare
operante anche l’amore per il tuo Salvatore, e non quello sensuale, bensì il
celestiale, il quale vuole solo dare e, di nuovo, dare. Lo so per esperienza
che cosa costa, e credevo anche che non sarebbe stato possibile, ma ora io ti
dico: nondimeno è riuscito! E sai tu chi mi ha aiutato in questo? Quel buon
Amico!”.
24. Johanna mette la mano sulla bocca di Maria,
dicendo: “Maria, i fratelli guardano con ansietà ai frutti: non vuoi
distribuirli? Prega pure Anton che chiami tutti qui. Noi parliamo troppo e,
certo, mancano ancora quelli che anche vogliono rallegrarsi”.
25. Anton si guarda intorno, ed ecco che si gratta il
capo, e ammette: “Adesso ho veramente dimenticato gli altri: hai ragione tu,
Johanna, penso troppo a me!”.
26. Allora va velocemente nel giardino, e chiama tutti
ad alta voce. Quando tutti sono presso di lui, dice: “Venite, l’Amore è venuto
da noi!”.
27. Ora tutti vogliono sapere, ma Anton dice solo:
“Venite, e vedete!”.
28. Quando il saluto è terminato, Anton provvede a che
tutti trovino posto. Maria distribuisce i frutti; nessuno, però, osa mangiare.
Tutti guardano Anton e aspettano da lui una parola.
29. Johanna: “Anton, i tuoi fratelli non sono liberi:
da che cosa potrà dipendere? La loro gioia non è ancora pura. Fa che in te il
duro tratto caratteriale diventi amore, sii tu modello nell’Amore! E invece
voi, fratelli, deponete ogni timidezza, affinché non solo la vostra casa, bensì
anche il vostro interiore, diventi raggio di Sole! Mangiate con gioia i frutti
nella vostra mano, ce ne sono qui ancora! Venite, non indugiate più a lungo:
non li abbiamo portati per la contemplazione”.
30. Anton guarda Johanna e Maria, poi fa un cenno col
capo agli altri e da’ un morso alla mela che ha in mano. Adesso esclama:
31. “Oh, che dono, o fratelli, non indugiate più a
lungo. Mangiate, mangiate! In verità, qui si dimenticano tutte le
preoccupazioni”.
32. Finalmente anche gli altri cominciano a mangiare,
e solo allora la gioia diventa gioia. Ecco che uno di loro chiede a Johanna:
33. “Se anche nel nostro giardino potessimo piantare
un albero così meraviglioso che portasse tali buoni frutti! Già il solo
guardarli è una gioia, senza parlare del mangiarne!”.
34. Johanna: “Fratelli, gli alberi portano i frutti
secondo l’amore che portiamo in noi; non solo gli alberi, ma tutto ciò che
cresce nel nostro giardino è uguale al nostro amore interiore. Non è come sulla
Terra, dove si lascia e si deve disporre tutto secondo le leggi. Qui nel grande
Regno degli spiriti esistono certamente anche Leggi, ma l’amore dà loro il
compimento. Mirate dunque verso ciò che può rallegrare gli altri, e tutto
diventerà più bello e migliore!”.
35.Anton: “Johanna, esiste dunque qualcosa del genere,
che oggi l’albero dia frutti aspri e più tardi di dolci?”.
36. Johanna: “Anton, perché dubiti della magnificenza
di Dio che si rivela solo attraverso l’Amore attivo? Ecco qui: prendi questi
fiori e piantali, ma nello spirito del vero amore fraterno, e il prodigio
dell’amore per Dio diventerà manifesto”.
37. Anton: “Davvero? Allora proverò!”.
38. Johanna: “Ecco, prendi i più belli, essi sono le
nostre piccole chiavi del Cielo [margheritine] che mai appassiscono, se sono
piantate nel terreno”.
39. Anton: “Johanna, mi aiuteresti in ciò?”.
40. Johanna: “Volentieri!”.
41. Gli altri rimangono indietro. Anton prende i
fiori, va verso il suo giardino e vuol subito collocarli ma Johanna dice:
42. “Anton, non così. Pianta i fiori prima nei giardini
dei tuoi fratelli, allora prospereranno bene, e sii certo, per il tuo giardino
ne rimarrà sempre ancora qualcuno. Se invece pensi solo al tuo giardino, essi
basteranno a malapena per te. Nel frattempo vado di nuovo da Maria, lei ha
bisogno di me”.
43. Anton pianta ora i fiori belli e grandi nei
giardini dei suoi fratelli, ma più ne impiega, più questi non diminuiscono,
piuttosto aumentano. Allora si meraviglia di un tale prodigio.
44. Doveva aver ragione Johanna? Su di lui scende una
grande gioia, così da essere spinto a lavorare con sempre più diligenza.
45. Alcuni giardini sono già piantati, ed ecco che
arriva un uomo solitario, e li ispeziona a destra e a manca. Anton pensa: chi
sarà mai? È il primo uomo forestiero che si avvicina a questo luogo. Allora su
di lui viene un’illuminazione: questi è nientemeno l’Amico forestiero che l’ha
aiutato ad uscire dall’inferno. Gli corre incontro con i fiori nella mano, e lo
saluta con visibile gioia.
46. Allora l’Amico forestiero chiede: “Anton, perché
sei solo? Dove sono i tuoi amici? Ti hanno abbandonato?”.
47. “Oh, no, caro Amico, essi sono in casa, dove
Johanna e Maria sono venute in visita. Io volevo solo piantare i fiori che le
due hanno portato, affinché i nostri giardini avessero un aspetto un po’ più carino”.
48. “Hai fatto bene! Vieni, ti aiuto, così che finiamo
presto e possiamo andare dagli altri. Voglio proprio vedere come siete maturati
per la vostra felicità”.
49. “Sarebbe già bello, ma lascia che io stesso,
pianti i fiori; in primo luogo vorrei seguire il consiglio di Johanna, e in
secondo luogo, ciò mi da’ gioia, perché
così posso sperimentare un grande miracolo”.
50. “Perché miracolo? Nel Regno degli spiriti non
esistono miracoli. Io dovrei pur saperlo”.
51. “Ebbene, se questo non è miracolo! Quando i fiori
non diminuiscono, che cosa deve essere allora? I fiori piantati diventano
insieme un grande mucchio, ma prima erano solo un mazzo!”.
52. “Anton, rimani con la tua convinzione, ma ora
lascia lo stesso che ti aiuti, già per il motivo che ciò Mi dà gioia. Vieni,
damMi la metà dei tuoi fiori, Io non sono un cattivo giardiniere; presto
saranno piantati, e mentre lo facciamo Mi racconterai come ti è andata nel
frattempo”.
53. “Sai, buon Amico, seguirò comunque il buon
consiglio di Johanna e traccerò una linea dietro al passato, poiché se lo
racconto ancora una volta, in me subentrerà nuovamente tanta amarezza.
Nonostante la buona volontà, infatti, non sono andato avanti”.
54. “Ma no, Anton, hai un aspetto abbastanza buono.
Allora hai sofferto miseria?”.
55. “Sì e no, buon Uomo. Dipende da com’è considerata
la cosa. Qui non soffriamo fame e sete, e anche il lavoro va avanti; tuttavia
c’è qualcosa che non va. Il peso terreno opprime ancora troppo, e poi, non
riesco a dimenticare Maria: lei mi manca”.
56. L’Uomo è ora diventato del tutto zelante. I fiori
volano nel terreno, e Anton suda, poiché non vuole rimanere indietro. Alla fine
c’è ancora un giardino da adornare con i fiori, allora l’Amico osserva:
57. “Anton, guarda: Io ho ancora sette fiori! Quanti
ne hai tu?”.
58. “Solo due, buon Uomo, ma non fa nulla, perché
questo giardino è il mio; l’importante è che gli altri giardini diventino
bellissimi, in modo che i fratelli possano rallegrarsene!”.
59. “Anton, piantiamo i fiori con molto amore: allora
sì, sperimenterai il vero miracolo!”.
[Indice]
۞
Senza
amore nessuna riuscita
Il
colloquio con l’Amico giardiniere presso la compagnia. – Paul riconosce il
Signore e Lo bacia, Anton invece no.
1. I fiori sono piantati velocemente. Anton spera che si
moltiplichino come negli altri giardini. È deluso, ma l’Amico domanda:
2. “Anton, perché hai ombre nei tuoi occhi? Speravi
che i fiori si moltiplicassero, perciò sei deluso? Più tardi potrai coltivarne
di nuovi dai semi, e accrescere così la magnificenza dei fiori secondo la tua
gioia e il tuo piacere. Oppure ti spiace, di aver dato più generosamente agli
altri?”.
3. Anton prende le mani dell’Amico, e confessa: “Vedi,
caro Amico, io sono di nuovo caduto nel vecchio errore, ed è bene che Tu sia
qui, altrimenti credo che avrei fatto la più grande stupidità e sarei andato a
prenderli dai giardini dei fratelli, per non essere da meno”.
4. “Anton, Io credo che tu commetta una stoltezza,
perché giudichi male i tuoi fratelli. Io piuttosto credo che essi ti ameranno
molto di più. Quanta ragione avrò avuto lo vedrai quando verranno. Ecco, stanno
già arrivando; abbiamo ritardato, e vogliono venire a prenderti”.
5. Arrivano tutti, anche Johanna e Maria. Quest’ultima
vorrebbe precipitarsi sul Signore, Johanna la trattiene, dicendo:
6. “Ferma! Massima prudenza! Non tradire nulla! Tu sai
che il Signore vuole essere riconosciuto da sé”.
7. A questo punto i fratelli si meravigliano dei loro
giardini. S’informano poco dell’Uomo. Uno di loro, però, dice ad Anton:
8. “Fratello, fratello! Io non so che cosa devo
pensare di te: il mio giardino è una pura meraviglia di fiori, mentre il tuo è
così vuoto. Ho sempre avuto un certo timore di te, ma d’ora in poi ti voglio
amare, perché sei certamente tu il migliore!”.
9. Anton: “Non dire così, Paul. Ringraziamo piuttosto
Johanna, e il buon Amico. È Lui, infatti, che mi ha aiutato!”.
10. Paul: “Sì, ma chi è quest’Amico? È lo stesso del
quale tu parli sempre tanto? Come si chiama?”.
11. “Se solo lo sapessi, Paul! Io so solo che Gli
siamo obbligati con la massima gratitudine, poiché senza di Lui staremmo ancora
nell’estrema miseria. Se penso alla festa e all’ospite, qualche volta anch’io
sarei voluto diventare un così grande angelo!”
12. Paul: “Ma Anton, perché non Gli chiedi stato e
nome? Credo a malapena che potrebbe arrabbiarsi con te”.
13. Anton: “Egli è un grande Medico, e i malati di
Johanna rivivono letteralmente, quando Lui è presente”.
14. Paul: “Anton, credo che tu sia un grande stolto, a
me non sarebbe difficile chiederGlielo. Lo farò al posto tuo. Io ho grande
fiducia in Lui”.
15. Gotthold si consulta col Signore, allora Paul si
avvicina, volendo ascoltare di nascosto il loro discorso. Ma il Signore gli
domanda:
16. “Volevi qualcosa da Me? Io sono venuto per tutti!
Sappi però, che non soddisfo alcuna curiosità. Il Mio Amore vuole la vostra
eterna salvezza”.
17. Paul: “Caro Amico angelico, hai visto giustamente!
Ma vedi, Anton Ti ama, eppure non sa chi sei. Io vorrei aiutarlo, e Tu mi puoi
essere d’aiuto in questo, perché ho grande fiducia in Te!”.
18. Il Signore: “Paul, è lodevole da parte tua, e Io
ti aiuterei anche volentieri. Però, perché non viene Anton stesso? Qui
nell’eterno Regno degli spiriti può diventare ed essere di proprietà, solo ciò
che ognuno guadagna da se stesso. Dunque, a lui non porterebbe nessuna utilità,
piuttosto, un danno. E in ogni modo che importanza ha il Mio nome? Se ti dico
il Mio nome, tu sarai ancor sempre lo stesso. Solo se Mi hai riconosciuto in
te, ed accolto, secondo l’esteriore siamo evidentemente due, ma interiormente
‘uno’. Come anche, finché per te, il fratello Anton è ancora Anton, siete due;
ma se lo riconosci bene, puoi supplire per tutto ciò che egli fa nel suo amore
o nella sua debolezza. Allora sarai uno con lui! E allo stesso modo, dopo,
raggiungerai il livello in cui potrai riconoscere veramente Dio e accoglierLo
anche in te. Mi hai compreso?”.
19. Paul: “Compreso? No! Ma sospetto si tratti di
qualcosa di grande, e di così naturale, al punto che non potrebbe esserci nulla
di più naturale di questo. Posso parlare del tutto liberamente? Tu dici: se
supplisco per il mio fratello, allora è raggiunto il livello. Dunque vorresti
Tu, caro Amico, supplire anche per le mie stupidità?”.
20. Il Signore: “Ma certo! Poiché sappi, Paul:
stupidità che sono commesse nel puro amore, sono comunque da correggere, e lì
sorge sempre ancora qualcosa di magnifico. Il vero Amore, infatti, trova sempre
dei mezzi per disporre tutto nel vero rapporto”.
21. Paul: “Ti ringrazio! Ora però, la prova, non Ti
spaventare! Io, infatti, Ti dico che Tu non sei un Amico angelico e nemmeno un
dottore, ma il Signore stesso! E poiché vuoi supplire Tu per le mie stupidità,
allora faccio ciò cui mi spinge il cuore!”.
22. Egli abbraccia il Signore, imprime un bacio sulla
Sua fronte, e dice: “Ora sto bene, anche se tutto crollerà!”
23. Il Signore: “Rimani nella tua fede, ma in ciò, non
dimenticare i tuoi fratelli! Non a tutti è dato di conquistarMi con
tempestività: ci vuole molta pazienza ma ancora di più, fiducia. Non Mi
tradire, ma testimonia del Mio Amore e della Mia Comprensione. Nel fratello
Gotthold hai un fedele sostegno. Va di nuovo da Anton, affinché anche in lui si
faccia ordine”.
24. Quando Paul torna da Anton, questi è impaziente, e
dice: “Paul, io non amo siffatte tenerezze che tu hai riservato al nostro
Amico! Esse mi rammentano le mie misere debolezze che non riesco a superare.
Hai ora saputo chi è Lui?”.
25. Paul: “Fratello del cuore, io non ho più bisogno
di saperlo, poiché mi è stato rivelato il Suo Amore. Se tu, quando Lui ti ha
aiutato a piantare i fiori, Lo avessi ringraziato nel modo giusto, ossia non
con la bocca, bensì col cuore, allora sapresti forse più di me. Una cosa ti sia
detta: se l’Amico mi dicesse ‘Paul, vieni con Me!’, io andrei con Lui senza
indugio, fosse anche fino alla fine di tutto il mondo!”.
26. Anton: “Paul, tu sei un fanatico. Per me tutto è
santa serietà, e mai più vorrei addolorare Dio. Poiché la mia colpa non è
ancora stata espiata!”.
27. Paul: “Anton, tu non sei solo uno stolto ma un
grande sciocco! Vivi già chissà da quanto tempo nel Regno della Grazia, e passi
oltre al grande Amore che spira costantemente intorno a noi. Raccogliti
finalmente, e non sottovalutare il tuo valore! Se non fossimo stati preziosi
per il Signore, Egli non ci avrebbe cercato. Se il Signore ci avesse
considerato ancora come i vecchi capri espiatori, allora questo meraviglioso
Amico non sarebbe venuto da noi. Poiché tramite Lui è venuto da noi l’Amore
liberante. Perciò: cuore aperto, e bocca chiusa! Peggio di come ci è andata,
non ci potrà andare. Lo dimostrano certamente i fiori, quale meraviglia sia
l’Amore”.
28. Anton: “Paul, vorrei che tu avessi ragione”.
29. Paul: “Ma che ragione, – credi, e osa qualcosa! Quanto
hai osato, nel mondo terreno, mentre qui, nel Regno dell’Amore, rimani ancora
un ragazzino! Guarda come tutti sorridono al mio discorso; anche il buon Amico
mi fa cenno col capo. Quindi, ciò non può essere un errore”.
30. Johanna e Maria, che contemplano ancora i giardini
degli altri, si avvicinano ora ad Anton. Allora Maria osserva:
31. “Anton, meravigliosi sono i giardini dei tuoi
fratelli, ma il tuo diventerà ancora più meraviglioso, perché hai intrapreso la
giusta via. Solo, mi è incomprensibile come tu hai potuto farlo”.
32. Anton: “Maria, a questo ha partecipato il buon
Amico con il Suo aiuto. Piantare fiori deve essere la Sua specialità. Io,
infatti, quasi non riuscivo a starGli dietro”.
33. Maria: “Anton, sei ora convinto che, cominciando
dal Signore, e fino a me, che sono la più piccola, noi vogliamo la salvezza tua
e quella di tutti? Non ti sei ancora reso conto di che cosa sia veramente
l’Amore nella sua essenza fondamentale, e che cosa voglia? Finché in te
esistono ancora queste confusioni, difficilmente ce la farai. Io lo so:
quest’Amore è la vera Vita. Senza quest’Amore, in questo mondo non è
assolutamente possibile uno sviluppo per la libera esistenza; perciò io non
penso più a me, ma a come poter diventare completamente ancella soltanto e
rappresentante di questo Amore. Da questa condizione mi è facile passare
liberamente in un’esistenza migliore, e non ho più desideri per me, ma solo
ancora per gli altri”.
34. Anton: “Maria, se lo potessi, anch’io non vorrei
niente con tanto ardore!”.
35. Maria: “Anton, hai intrapreso tuttavia l’inizio,
pensando per ultimo al tuo giardino”.
36. Anton: “Niente da fare! Johanna mi ha dovuto
dapprima esortare a far questo”.
37. Maria: “Ma lo hai fatto in ogni caso, e con la
visita di quest’Amico hai appreso che cosa possa produrre l’Amore. Egli ti ha
aiutato, e i fiori non sono diventati di meno. Che cosa vuoi di più?”.
38. Anton: “Maria, non mi mettere alle strette! Sono
proprio ancora la testa ostinata di sempre, e questo mi rende infelice”.
39. Maria: “Anton, allora non potrai essere più
aiutato! Chi è cieco e stolto, lo potrà anche rimanere, ma tu, pensa seriamente
alla Parola del Salvatore: ‘Il Regno dei Cieli ha bisogno di violenza!’, e
s’intende, non violenza con la tua forza di volontà, ma col cuore. Tuo fratello
Paul è stato mille volte più sensato di te, e anche se lo hai rimproverato di
essere un fanatico, lui ora sta dinanzi alla porta spalancata della Vita,
mentre tu non la vuoi vedere. Di più, non ti posso dire. Ora agisci secondo ciò
che brama il tuo cuore”.
40. Anton vorrebbe reagire, allora guarda il Signore,
il Quale gli sorride. Lentamente va verso di Lui, e dice:
41. “Amico, Tu sei ora l’Unico che mi potrebbe capire.
Sempre si parla dell’amore, e adesso che ho bisogno di questo, i miei compagni
mancano. Non voglio biasimare nessuno, ma è così, ad eccezione di Te”.
42. Il Signore: “Mio caro Anton, non vorrei perdere la
buona opinione che tu hai su di Me, perciò preferisco tacere; ma che cosa
diresti tu, se si dessero a un fanciullo sempre buoni consigli, e questi non li
seguisse? Ora ti domandi: sono io un fanciullo così? Ho certo la migliore
volontà! Allora Io ti dico, poiché conosco la vita: durerà ancora a lungo,
prima che tu possa costruire una nuova vita sul tuo personale fondamento, piuttosto
che sul fondamento che il Signore stesso ha posato come Redentore. Esemplare è
il tuo fervore, ma ti paralizzerai nelle tue forze, poiché vuoi espiare da te
stesso la tua colpa. Il sangue del Salvatore non è stato versato anche per te?
Il Suo morire sulla croce non dovrebbe portare la Vita anche a te?”.
43. Anton: “Caro buon Amico, portami dal Salvatore
Gesù, affinché io Gli possa riferire la mia miseria; se ha soccorso migliaia,
potrà soccorrere anche me!”.
44. Il Signore: “Anton, tu hai un falso concetto
dell’aiuto del Signore e Salvatore Gesù. Egli non vuole che noi elemosiniamo e
imploriamo il Suo aiuto, ma il Suo Spirito deve diventare proprietà di ogni
uomo, o spirito. Secondo la tua immaginazione, Egli dovrebbe trasferirti dal
tuo mondo nel Suo mondo. Ma, hai riflettuto che per quasi quarant’anni hai
vissuto nel mondo della Grazia, e in più, hai fallito? Tu pensi fra te: che
cosa potevo fare io se sono stato educato così? Allora Io ti dico: hai un
giudizio che poteva esaminare e ponderare tutto, e un cuore che poteva davvero
percepire. E tuttavia la Parola di Dio ti era indifferente. Per la gente
cosiddetta devota avevi sempre pronto il tuo disprezzo, però, proprio per
questo, il Salvatore Gesù non ti ha mai lasciato cadere. E adesso Egli si sforza
ancor sempre di guadagnarti per il Suo Regno, e per il Suo lavoro”.
45. Anton: “Amico: che cosa devo fare? Dillo con
parole semplici e chiare”.
46. Il Signore: “Anton, ascolta: quando i discepoli
domandarono al loro Maestro chi sarebbe stato un giorno il più grande nel Suo
Regno, Egli disse: ‘chi tra voi sarà il più piccolo, questi sarà il più
grande!’. Da ciò puoi desumere che ogni pensiero di dominio e ogni inclinazione
che non concordano con i pensieri del Salvatore, dovranno scomparire
completamente”.
47. Anton: “Ahimè, allora la lepre si trova nel pepe!
Detto onestamente, io credo di essere ancora assai lontano nella conoscenza.
Ora Ti credo che il Salvatore Gesù non mi potrà più aiutare”.
48. Il Signore: “Comunque sia, Anton, con la Sua forza
Lui ti fortificherà, ti verrà nuovamente incontro con il Suo Amore, dovrai solo
volerlo vedere; allora tutto diventerà più facile. Ora però, mostraMi anche la
tua casa!”.
49. Anton: “Caro Amico, non la mia, bensì la nostra
casa! E non io solo, ma ci devono essere tutti”.
50.Il Signore: “Anton, questo Mi rallegra! Informa i
tuoi fratelli che vorrei entrare da loro”.
۞
Sguardi
nel mondo interiore
A
tavola, Paul offre dei frutti a tutti dopo la benedizione del Signore, il Quale
perdona loro i peccati commessi. – Anton, da solo col Signore, si getta ai Suoi
piedi e chiede perdono. – Frida chiede aiuto a Johanna per comprendere i suoi
errori ed è guidata, insieme con gli altri, a un’introspezione interiore,
ciascuno nel proprio mondo spirituale.
1. Questa è una gioia, quanto volentieri conducono l’Amico
nella loro casa! Presto tutto è stato visitato, ed Egli non lesina con la lode;
solamente, osserva che tutto dovrebbe respirare amore, come per esempio questi
fiori e questi stupendi frutti.
2. Anton: “È vero, caro Amico, ma il nostro amico
Gotthold non ha detto ancora nessuna parola su questo; anzi, per lui era tutto
giusto così”.
3. Il Signore: “Certo, tu però devi pensare che siete
spiriti liberi, e non dovete operare secondo direttive e comandi, ma trovare
questi in voi stessi, lasciando libero corso anche al vostro spirito
indipendente!”.
4. Tutti occupano posto a tavola, allora dice Paul:
“Io vorrei volentieri offrirTi di questi frutti che Johanna e Maria ci hanno
portato. Rifiuteresti questo piccolo dono?”.
5. Il Signore: “No, Paul! Ma perché vuoi escludere gli
altri? Devi solo essere convinto che il Signore benedirà il tuo amore, così che
bastino per tutti!”.
6. Allora Paul prende il vassoio e lo porge al
Signore; poi distribuisce a tutti. I frutti bastano, allora Anton confessa:
7. “Paul, avrei avuto paura di fare una figuraccia, se
non fossero bastati”.
8. Paul: “Ma non sarei certo andato in rovina per
questo. Ora però che abbiamo il giusto aiuto, tutto riuscirà. Solamente, avrei
una preghiera per Te, caro, buon Amico. Comincia a farsi giorno: rimani con
noi, affinché nella luce riconosciamo la Grazia, l’Amore e la Misericordia che
Tu ci manifesti!”.
9. Il Signore: “Paul, ascolta, Io ritornerò; e non
quando Mi pregherete, bensì quando i vostri cuori si saranno spalancati! E per
dare la dimostrazione a tutti, Io vi dico che vi amo! E così, mangiate questi
stupendi frutti che il nostro Paul ha distribuito e lasciate che tutto in voi
diventi amore!”.
10. Allora tutti cominciano a mangiare, e mangiando, a
tutti viene il pensiero che questi sono frutti provenienti dai Cieli, e di
conseguenza, anche che il Signore non è lontano.
11. Anton è silenzioso; in lui lavora energicamente, e
diventa attivo un ardente desiderio: trattenere qui quest’Amico! Anche gli
altri diventano più vivaci e più liberi.
12. Johanna descrive la sua occupazione, le sue
fatiche e le sue gioie e, con ciò, risveglia sempre più la brama per il vero
Salvatore. Ma non basta: lei descrive anche la brama del Signore e Salvatore
Gesù per i figli Suoi, poiché Egli è il Padre celeste stesso. Descrive la
propria esperienza, e cioè, come nel mondo meraviglioso lei abbia cercato il
Salvatore e ottenuto la risposta: il Signore non è qui, ma presso i poveri e
gli abbandonati, finché tutti non Lo avranno trovato.
13. Allora Anton domanda: “Caro Amico, il racconto di
Johanna è pura verità, oppure solo un’esperienza valida per lei soltanto?”.
14. Il Signore: “Come tu la consideri, caro Anton! Per
Johanna non è solo un’esperienza, ma anche verità. Perciò è diventata più
zelante, e presto lei riceverà la più bella ricompensa!”.
15. Aggiunge Johanna: “La più bella ricompensa è amare
ed essere amata. Io sono operosa in quest’Amore attivo e, in eterno, sarò
figlia Sua. Il Suo Amore paterno si rivela sempre di più, e fa scaturire in
ciascuno di noi pensieri che tendono all’adempimento. Anche tu Maria, mi
comprendi, adesso che sperimenti la grande beatitudine che solo l’Amore può
dare! E voi, fratelli, siatene certi: se potrete imporvi la ferma decisione di
considerarvi completamente fratelli, allora sarete anche entrati nella
figliolanza di Dio, la quale vuole adempiere assolutamente la Volontà del Padre
Santo.
16. O Padre Santo, quieta la brama, e fa che
diventiamo grandi nell’amore! Fa che sperimentiamo il Tuo Spirito di Salvatore,
così da poter alleggerire la sorte degli smarriti. Fa che non pensiamo più alla
nostra felicità, perché sei Tu, la nostra più grande felicità. Fa che doniamo
tutto ciò che il nostro amore scorge in Te. O Padre Santo, accetta il
ringraziamento, perché hai preso a servizio il figlio Tuo; accompagnalo
continuamente con la Tua benedizione, affinché tutti siano guadagnati per la
Tua grande meta paterna. Amen!”.
17. I poveri fratelli si stupiscono che Johanna abbia
potuto parlare così liberamente. Anton afferra la mano di Maria, e dice:
18. “Maria, non voglio promettere niente, ma una cosa
so: io sono sul monte. Ritorna molto presto, sento che si avvicina l’ora della
liberazione. Anche tu, Johanna, non mi dimenticare! Quando starai nella
beatitudine più grande, prega per me, affinché io ottenga il pieno perdono”.
19. Johanna: “Fratello mio, ancora povero, ciò per cui
tu mi preghi, io non lo farò, ma oso qualcosa di più grande, e ti dico:
continua nell’amore per i tuoi fratelli! E ti dico anche, dallo Spirito del mio
meraviglioso Padre Gesù: ogni colpa è cancellata e, da lungo tempo, cancellata
attraverso il Suo Amore. Ora però cancella anche tutte le colpe che vedi ancora
in tutti gli altri. Santa è la Vita, più santa ancora dell’Amore: afferrala!
Allora avrai afferrato anche tu il Signore; perché Egli è la Vita stessa. Fa
che le parole diventino nel tuo cuore verità, e ogni colpa sarà cancellata in
eterno”.
20. Il Signore porge la Mano ad Anton, concludendo:
21. “Anton, Io volevo sollevare il tuo cuore ma
Johanna Mi ha preceduto. Dipende ora da te, se vorrai e potrai riconoscere
questa promessa come verità. Io voglio fare ancora di più. Così, fratelli Miei,
ascoltate tutti: anche per voi sarà cancellata ogni colpa che sta ancora nel
Libro della Vita, ma, per questo, dovrete amare l’Amore e far prevalere tra voi
il vero amore fraterno, il quale renderà completamente liberi gli altri da ciò
che di terreno essi hanno portato da questa parte e ancora gli resta attaccato
addosso. Ora Io vi lascerò, ma il Mio Amore vi appartiene. Diventate liberi e
felici, e preparatevi per i vostri futuri compiti. Quali veri figli di Dio, voi
dovrete diventare liberatori attraverso la Sua Potenza, Grazia e Misericordia.
22. Così Io vi benedico, e la Pace del Signore sia
sempre con voi! Amen!”.
23. Il Signore e le due si congedano da tutti. Anton
rimane in fondo e, come ultimo, esce col Signore dalla casa. I fratelli
accompagnano le fanciulle, Anton rimane indietro col Signore. Allora cade ai
Suoi piedi, e premendo il suo volto nelle Sue mani, esclama:
24. “Signore e Salvatore, ora Ti ho riconosciuto! Io
non dico ‘rimani qui!’, ma Ti prego, ritorna molto presto. Voglio darTi il
benvenuto con i frutti dell’Amore. Ora che sono libero da ogni colpa, o
Signore, Ti appartengo completamente; la mia vita sarà un ringraziamento! Se
però incorrerò di nuovo nel vecchio errore, allora sii con me clemente, e la
Tua Misericordia diventi la mia misericordia”.
25. “Allora Io dico, Amen! Mio Anton, ora che tu Mi
hai riconosciuto, rimanga tutto come prima. Il tuo amore, però, ti sia da guida
e adempimento!”.
26. Gli altri hanno notato la mancanza del Signore e
di Anton, perciò li aspettano entrambi. Allora vedono come Anton sta
inginocchiato dinanzi al Signore, e Paul ammette:
27. “Alla fine, la benda dai suoi occhi è caduta.
Fratelli, guardate il prodigio del grande Amore del Salvatore!”
28. Johanna: “Fratelli, tornate di nuovo nella vostra
casa, e trattenete Colui che ha fatto diventare figlio il nostro Anton! Ora la
via è libera per la Vita. Rallegratevi, come ci rallegriamo noi!”.
29. Quando i due entrano nella loro abitazione, è
tutta una gioia. Johanna però osserva: “Cari cuori, non così ad alta voce,
affinché non ci sfugga la venuta del Signore! Abbiamo sperimentato qualcosa di
bello, ma voi sperimenterete qualcosa di ancora più bello, quando sarete
completamente guariti, diventerete liberi e felici e, come noi, sorelle e
serventi. Voi, infatti, non dovrete rimanere per sempre assistiti, e questo non
è certo vostra volontà. Noi siamo state presso fratelli che, nel loro
smarrimento nella vita terrena, ancora ne sopportano le conseguenze così
duramente, ed è costato loro molto, molto lavoro difficile, sbarazzarsi di
tutto questo. Essi hanno dovuto costruirsi una casa, ottenere giardini,
disboscando tutto e lavorando continuamente, affinché l’erbaccia non soffocasse
ogni cosa. Ora il lavoro principale è fatto, ed essi non possono più ricadere
nell’errore, poiché il Salvatore è venuto in mezzo a loro ed Egli stesso ha
posto il fondamento per la vera beatitudine in eterno. Così Egli verrà anche da
voi e vi preparerà per il Suo Amore, per la Sua santa Opera e per la Sua Vita”.
30. Una sorella si stringe a Johanna, e dice: “Ahimè,
Johanna, perché ci fai attendere così a lungo il Salvatore? Perché ci vuole
tanto tempo, prima di essere guarite?”.
31. “Ma Frida, non sai tu che il Salvatore, nella Sua
smisurata bontà, ti ama sopra ogni cosa? Egli non esiterebbe un secondo, per
visitare e guarire te e tutte le altre, ma così voi soffrireste nel vostro
sviluppo. Vedi, l’eterno, misericordioso Amore vuole aiutare tutti voi, perciò
tutto è ordinato da Lui in modo che, ciò che vi beatificherà in eterno, voi lo
dobbiate conquistare dalla Sua Grazia. Egli è ben morto per tutti a causa del
Suo immenso Amore, e ha portato una Redenzione; ma tu devi poter credere. Devi
essere completamente d’accordo con tutto ciò che Egli ha pensato di darti. Lui
sa tutto, solo quest’unica cosa non vuol sapere: quando tu sceglierai di voler
appartenere completamente a Lui. Egli questo lo brama, e lo spera soltanto!”.
32. Frida: “Ma Johanna, allora il Signore e Salvatore
soffre proprio come noi! È dunque questo possibile?”
33. Johanna: “Purtroppo è così! Egli, il Signore del
Cielo e della Terra, il Creatore e Conservatore di tutte le cose, ha fatto
l’uomo così grande al punto che egli possa, altrettanto come un dio e creatore,
stare accanto a Lui e, con Lui, vivere nella più grande armonia e beatitudine.
Purtroppo, però, l’uomo nel suo stesso amore ha abbandonato il fondamento sul
quale avrebbe potuto in ogni tempo aver relazione con Lui, e le conseguenze
sono riconosciute esattamente solo quando egli entra nell’Eternità. Per questo,
ci esercitiamo personalmente a voler conoscere e approfondire ciò che ancora
vive in noi, e che trattiene il Padre Santo a visitarci e a soccorrerci”.
34. Frida: “O Johanna, questo è difficile: riconoscere
se stessi! Io lo sperimento già in me, infatti, non riesco a interiorizzarmi,
come fai tu e le altre sorelle”.
35. Johanna: “Presto lo potrai fare anche tu, devi
solo volerlo fermamente. E allora non dovrai irritarti, se scorgerai in te cose
che non ti piacciono”.
36. Frida: “Oh, Johanna: mi potranno anche agitare
immagini spaventose, ma certamente io non sono più una creatura cattiva, e amo
tanto il Salvatore”.
37. Johanna: “Allora, vieni alla giusta quiete,
mettiamoci mano nella mano nel giusto silenzio, e siine certa, con ciò
imparerai molto”.
38. Ancora parecchi vogliono partecipare a
quest’esercizio d’interiorizzazione. Allora si afferrano per le mani, e Johanna
dice:
39. “Ora fate svanire il mondo esteriore,
raccoglietevi in voi e prestate accuratamente attenzione a tutto ciò che
avviene. Con nessun suono dovrete disturbare il silenzio degli altri”.
40. Secondo la misura del tempo terreno, hanno bisogno
di due ore, poi Johanna dice: “Ora ergetevi di nuovo nella vostra realtà! Tu,
Frida, riferisci ciò che hai contemplato in te. E voi altri, ascoltate, perché
ognuno di voi ha sperimentato qualcosa di diverso, e vi dovrà essere data una
nuova dimostrazione: quanto differente sia il mondo interiore di ognuno, e
quanto è importante ciò, per il vostro sviluppo”.
41. Frida: “Ho chiuso gli occhi, sentivo l’energia
proveniente dalla tua mano. Allora ho visto una stella rossa venirmi incontro,
che diventava sempre più grande. Dopo un breve tempo, dove stava la stella, è
comparso un uomo che portava sulla schiena uno zaino, nella mano destra aveva
un bastone, e veniva verso di me.
42. Nonostante il suo sforzo per raggiungermi, la
lontananza rimaneva ugualmente grande. Io ho pensato: l’uomo viene verso di me,
e comunque non si avvicina. Che cosa succede veramente? L’uomo faceva la fatica
più grande, ma non mi raggiungeva. Alla fine ha ammesso il suo fallimento,
allora si è fermato, cercando probabilmente un punto d’appoggio per riposare.
Non trovava nulla! Nonostante il suo guardarsi in giro, non scorgeva altro che
sabbia, e alcune macchie di prato. Dopo un po’ sono arrivati degli uomini molto
piccoli, ma erano villani. Essi hanno gettato all’uomo ancora più sul suo
zaino. Egli si è difeso, ma i piccoli uomini cattivi l’hanno deriso e sono
scomparsi.
43. Dopo un po’ sono arrivati nuovamente altri uomini,
passando davanti. Allora il povero uomo ha detto: aiutatemi una buona volta a
togliermi il peso dalla mia schiena, non riesco ad andare oltre. Ma essi,
altezzosi, se ne sono andati, lasciandolo stare, e non degnandolo nemmeno di
uno sguardo.
44. Dopo un po’, è giunta una madre col suo giovinetto
di sette anni. Questa l’ha visto, è andata da lui e ha detto: ‘Ahimè, padre,
oggi hai qualcosa di molto pesante sulla schiena! Ma dove vuoi andare con
questo?’.
45. Ha detto il pover’uomo: ‘Ho ancora una lunga
strada da fare. Mi manca solo un appoggio, dove poter sistemare una buona volta
il mio carico. Vorrei riposare un po’, e da solo non riesco a metterlo di nuovo
sulla mia schiena. Mi aiuteresti tu?’.
46. La madre: ‘Naturalmente! Il mio ragazzo dopo potrà
procurare un carro, allora ne sarai libero. Lui potrà venire con te fin nel
prossimo villaggio; oppure vuoi rimanere un po’ con noi?’.
47. Egli ha fatto solo un cenno col capo. Lei l’ha
aiutato a togliere il carico dalla schiena, e vedendo che la sua giacca era
sciupata, ha detto:
48. “Ma, buon uomo, non puoi caricarti così, questo non
è certo necessario!’. Allora il povero uomo ha detto: ‘Non io, ma altri mi
hanno addossato questo carico; e nessuno mi leva qualcosa! Io cerco e cerco, e
non trovo nessuno che mi aiuti. Gli uomini sono ciechi e sordi, e senza
disponibilità di cuore!’.
49. A questo punto tutto è scomparso davanti ai miei
occhi, solo il carico è rimasto. Io però ero avida di sapere che cosa c’era
veramente in quello zaino. Ho tolto alcuni involucri e, oh, spavento, c’erano
animali vivi di ogni specie. L’involto è diventato stalla, dove accanto a
maiali, vi erano cani e gatti, e anche altri animali, di cui si dovrebbe aver
timore, poiché ho visto anche alcuni ratti. Allora sono fuggita, lieta che era
stato solo un avvenimento”.
50. Johanna: “Ora Ida, riferisci tu la tua esperienza,
ma senza timore, perché siamo fra noi e ci comprendiamo tutti”.
51. Ida: “Ahimè, sorella Johanna, c’è poco da
riferire: io sono di nuovo a casa e, strano, mamma e papà non ci sono.
Naturalmente mi cerco qualcosa da mangiare e mi metto comoda. Trovo, infatti,
ciò di cui avevo ardente desiderio. Quando sono così nel più bello del mio
banchetto, arrivano due fanciulli dei vicini e mi guardano, pieni di speranze.
Faccio loro un cenno col capo. I due non dicono niente, ma la ragazzina mi
tende incontro la mano, implorando. Allora io dico: ‘Andate tranquillamente di
nuovo a casa, voi avete più di me da mangiare, perché io qui sono solo in
visita!’. I due mi guardano pieni di rimprovero e, prima che io possa pensare
qualcosa, scompaiono. A un tratto però, il cibo non mi piace più, ora so di
aver commesso un errore. Ritorno nel soggiorno. Qui tutto è estraneo, tutto è
completamente diverso; mi sento, a un tratto, abbandonata, e comincio a
piangere. Corro fuori per cercare mamma, e mi risveglio dal sogno”.
52. Johanna: “Voi tutti potete riferire le vicende, ma
non interpretare ciò che queste vi vogliono dire. Tu, Frida, puoi immaginare
chi era l’uomo con lo zaino, e il suo strano contenuto?”.
53. Frida: “No, carissima sorella, e ancor mai ho
visto quell’uomo nella mia vita!”.
54. Johanna: “Ebbene ascolta, e non ti spaventare!
Quell’uomo nel tuo mondo corrisponde al Signore e Salvatore Gesù, sul Quale con
i tuoi concetti sbagliati hai caricato tutto. Gli uomini piccoli e cattivi
corrispondono al tuo amor proprio che accolla sempre nuovi carichi al Signore.
Gli uomini altezzosi corrispondono al tuo amore per il mondo, il quale pensa
solo a sé e mai agli altri. Con il tuo ingresso nella nostra comunità hai dato
spazio al grande Amore del Padre, il quale si rivela nella madre col
giovinetto, che ha sgravato il Signore e Salvatore. E con ciò hai ottenuto uno
sguardo di quel che vive ancora nel tuo mondo”.
55. Frida: “Ma, sorella Johanna, questo è tuttavia
spaventoso. Io non ne so proprio nulla. Il mio mondo, oppure come tu già hai
detto spesso, sarebbe peggio di una stalla di maiali?”.
56. Johanna: “Sì, hai ragione, ma devi pensare che
questi abitanti sono solo rispondenze. In realtà tutte le inclinazioni di
questi uomini e animali giacciono in te, e perciò bisogna lottare, lottare e,
di nuovo lottare, affinché il Signore, trovando una casa ripulita, possa
interamente dimorare in te.
57. Tu, Ida, in questo stai notevolmente peggio! La
tua vicenda, infatti, ha dimostrato che godi senza scrupoli le benedizioni
dell’Amore, ma rimani povera nell’amore. Che ti sia sentita sola nel tuo mondo,
e sia venuto su di te un pianto, è la tua fortuna, poiché la porta della Grazia
è ancora aperta, e dovrai solo attraversarla. Il Salvatore aspetta tutti voi, e
sarà qui, quando il vostro amore entrerà in quella maturità, senza la quale
Egli non può venire incontro a tutti noi”.
58. Ida: “Sorella Johanna, questo è grave, eppure, io
amo tanto il Salvatore, e mi struggo per Lui!”.
59. Johanna: “Sì, questo certamente Egli anche lo sa,
meglio ancora di quanto tu Glielo possa dire, ma non è il giusto amore. Nei
figli dei vicini, infatti, Egli è venuto a te come un bisognoso. Questo non è
un rimprovero o una critica, ma un insegnamento; e solo attraverso
l’insegnamento, potrai giungere alla Verità. Se lo fai, allora il tuo stesso
spirito, il quale si manifesta continuamente in te come desiderio ardente, ti
verrà in aiuto. Adesso basta. Andiamo nei nostri giardini, e vediamo che cosa è
maturato in frutti”.
60. Maria dà gioia a tutti! In lei è vivente lo
spirito che penetra sempre di più nella profondità della sua anima. Verso
l’esteriore lei porta il suo essere purificato, così che tutti hanno la loro
gioia.
61. Gli assistiti sono guariti, e presto verrà un
messaggero che sistemerà questi cuori altrove. Johanna avverte un impulso del
Signore in sé: lei sa, questo è il segno che le aspetta un nuovo compito,
perciò con le sue sorelle ora desidera visitare Anton.
[Indice]
۞
Finalmente
ancorata saldamente
Nuova
visita di Johanna da Anton, poi ricambiata da questi alla sua casa, che si è
ancora ingrandita. – Meraviglia di Anton e Friedewald.
1. Maria: “Johanna, come puoi sapere tu, che il mio
desiderio più segreto è di rivedere Anton?”.
2. Johanna: “Ma, Maria, non sai ancora che, quando due
sono diventati una cosa sola, non può più insinuarsi nulla di estraneo tra
loro? Il Signore rivela ogni cosa, anche cose come queste, che rallegrano, o
rendono felici le mie sorelle”.
3. Più di trenta sorelle, adornate con fiori, e
cariche di stupendi frutti, compenetrate dalla gioia, s’incamminano verso la
casa di Anton.
4. Gotthold le aspetta con gioia, perché di Anton può
riferire solo del bene. I giardini prosperano in pienezza, ovunque se ne scorge
la mano amorevole e provvidente.
5. Anton è felicissimo, abbraccia Johanna e Maria, poi
dice: “Vi ringrazio per tutto, voi, amate: ora non c’è più nessuna ricaduta! Mi
sono sforzato, col clemente aiuto del Signore, affinché il nemico di ogni vita
non avesse più il suo predominio in me”.
6. Johanna: “Caro Anton, ho saputo che l’amore ha
riportato la vittoria, ora però, se arriveranno delle prove, mantieniti
valoroso”.
7. Anton: “Johanna, se ti dico che mi sono sforzato,
con l’aiuto del Signore, allora è anche così, e non ho più bisogno di nessuna
prova, poiché ciò che sono, lo sono mediante la Grazia Sua. Il Suo Sacrificio
sul Golgota non è stato vano, io Gli appartengo completamente, succeda quel che
vuole. E allo stesso tempo i miei fratelli ora intendono l’Amore e la Grazia
del Signore. Quanto ci rallegriamo di essere dei salvati! Questo te lo
testimonierà Gotthold, il quale ci ha guidato nell’inesauribile Amore e nella
Fedeltà nell’Essenza di Dio”.
8. Johanna: “Anton, sii per una volta del tutto
aperto. Ti piacerebbe in eterno questo lavoro, questa gioia?”.
9. Anton: “Perché me lo domandi, Johanna? Non abbiamo
abbastanza motivo di ringraziare? Non conosciamo nessuna miseria, ci
comprendiamo, perché non mi dovrebbe piacere per sempre questa condizione?”.
10. Johanna: “Anton, voi siete dei salvati, siete
felici, poiché siete stati sottratti alla miseria; ma, hai già riflettuto che
ancora molti devono essere salvati? Guarda bene il nostro mondo: quanti
potrebbero ancora trovare qui la felicità e la vera Vita, ma mancano salvatori
e soccorritori! Potresti tu, da te stesso, diventare un salvatore per gli
smarriti e i perduti? Guarda, il Signore ed eterno buon Padre rinuncia al
ringraziamento proveniente dalla tua bocca, ma non può rinunciare al
ringraziamento proveniente dal tuo cuore”.
11. Allora Anton afferra la mano di Johanna, e dice:
“Johanna, posso e devo questo davvero? Pensa, quale uomo duro e brutale ero io!
Non mi copriranno d’ignominia e di vergogna?”.
12. Johanna: “Ma Anton, non hai detto che ti sei sforzato?
Che cosa ti preoccupa il sudiciume? Si tratta appunto di essere liberatore. E
chi si trovava nel più profondo sudiciume, può comprendere meglio di tutti le
miserie. Rifletti però anche: non è il Signore il primo, e miglior aiuto?”.
13. Anton: “Hai ragione, Johanna, e ti ringrazio per
questo suggerimento. Tu mi mostri una via che fa di me veramente un servitore
del Suo Amore. Ma, dimmi, Johanna: perché il Signore non viene più da noi?
Quali errori facciamo ancora?”.
14. Johanna: “Nello Spirito Egli è in ogni caso tra
voi. Ma che cosa dovrebbe ancora fare presso di voi? Io penso che la Sua
presenza sia più importante presso i poveri e gli smarriti”.
15. “Di questo Gotthold non ha ancora detto una
parola”, risponde Anton, “ma mi appare chiaro, e come un fulmine sta davanti a
me un’immagine completamente diversa da quella che mi ero fatta del Signore. O
Johanna, mi vengono i brividi, per quest’insondabile Amore che cerca solo i
poveri e gli smarriti. Oggi mi hai dato il massimo che uno possa dare all’altro.
Sia lode e ringraziamento al Signore!”
16. Le ore passano veloci; i loro cuori battono di
gioia, con amore accolgono la meravigliosa consapevolezza: “Ci apparteniamo!”.
17. Johanna: “Fratello Anton, rimetti tutto al
Signore! Anche Maria doveva maturare completamente, ma il momento, Lui solo
doveva indicarlo. E ora, arrivederci a molto presto da noi, nella nostra casa
dell’Amore!”.
18. In brevissimo tempo arriva Anton, con i suoi
fratelli. Sosta da padre Hendrick e madre Anna. Ci sono ancora molti visitatori,
e tra gli altri, Friedewald con la sua donna Hulda.
19. Per questo c’è una grande gioia, ma non sono del
tutto d’accordo sulle loro aspirazioni. Friedewald è soddisfatto del compito a
lui affidato, Anton desidera riceverne di nuovi. Ma sta a madre Anna, come
rappresentante di questo meraviglioso mondo, di assegnare i nuovi incarichi.
Durante la conversazione arrivano Johanna, Maria, Lisa, Christa, Rosel e Lena.
Ciò che è offerto nell’Amore, è difficile da descrivere. La casa di madre Anna
somiglia a un mondo di fiabe, mentre presso padre Hendrick tutto è rimasto
uguale.
20. È un’ora di festa che tutti sperimentano, poiché
madre Anna trova le giuste parole per impersonare lo Spirito del Salvatore, il
Quale certamente si trova in molti come desiderio ardente, ma non ancora come
loro proprietà.
21. Con queste parole termina il suo discorso:
“Grandi, gravi tempi ci ammoniscono che siamo nati nella Grazia di Gesù e
custoditi nel Suo Amore. Siamo beati, ma per che cosa siamo ammoniti? Dobbiamo
diventare ed essere liberi e autonomi, e non sempre sperare e attendere
l’ordine del Signore. Non è il Suo Spirito, diventato il nostro spirito, e il
Suo Amore, la nostra vita? Perché allora i nostri pensieri vagano ancora nel
mondo terreno, il quale porta ancora tanti non liberati, anche di noi?
22. Vedi, Anton, fratello mio, in te c’è il giusto
fuoco, e come una valanga tu vorresti circondare tutto con il tuo amore rinato,
ma non vuoi affrontare nuovi compiti senza l’ordine del Signore. Tu, invece,
Friedewald, sei più tranquillo, poiché il tuo mondo è limitato. Vedi però, ciò
che a te sembra ancora incredibile, per Anton è diventato un mondo nuovo. Il
Signore ha sufficienti servitori per formare mondi che si supererebbero l’un
l’altro in bellezze; ma passare in quei Cieli, – là il Signore vi è di rado
Ospite. Perciò il Suo desiderio è per i figli, dove Egli è di casa, dove
nessuna legge obbliga a qualcosa, bensì dove il puro Amore è creatore, e genera
sempre qualcosa di nuovo.
23. Contemplate questa casa: l’amore filiale ha creato
bellezze che rallegrano eternamente, e non stancano! Nel giusto spirito è
presente anche il Signore, però non come Signore, ma come amorevole Padre,
Soccorritore, Fratello e Amico.
24. In questo Spirito noi siamo guardiani del nostro
mondo, custodi e soccorritori delle anime affidate a noi, ma anche creatori di
nuovi pensieri e idee d’amore che, con impegno, si lasciano anche realizzare.
In questa nostra comunità sono uniti oltre ventimila cuori fedeli. Che cosa ci
dà allora la sicurezza e la forza di compiere tutto nello Spirito del Signore?
La certezza: io sono figlio Suo, e sto qui in luogo del Padre. Ricordate:
nessuno deve rimpiangere il meraviglioso Padre e Salvatore! E voi stessi avete
ancora ardente desiderio della Sua personale venuta? Sorgete nel vero amore
fraterno, affinché tutti i cuori splendano in magnificenza, chiarezza e forza
per ogni salvezza e beatitudine, e anche per la beatitudine del Padre Santo.
25. Mangiate i frutti a vostro piacimento, e il vostro
cuore vi mostrerà le giuste vie; poiché ricordando il motivo per il quale siete
venuti qua, gioirete a vicenda!”.
26. Ora tutti si avviano per entrare nella casa
dell’Amore presso Johanna e Maria.
27. Quando già da lontano vedono la casa più grande di
molto, Anton domanda chi l’abbia costruita. Johanna lo informa che è stato
l’eterno Amore stesso, e che per Lui non fa nessuna differenza, costruire una o
cento case in un attimo.
28. Allora Anton guarda del tutto sconcertato Johanna,
e dice: “Per il Signore tutto è possibile! Ora però vorrei sapere: perché
invece noi abbiamo dovuto costruire la nostra casa col più grande sforzo?”.
29. Johanna: “Sì, talvolta è così! Quando si giunge in
questo mondo, poveri e senza una ragione di vita, si deve appunto recuperare
ciò che si è trascurato nella vita terrena. Sii certo: se nel tuo amore hai
bisogno di dieci o più case, le avrai. Ciò che vuole il tuo amore, lo vuole
anche il Signore; e non ti urtare mai in qualcosa, sia bello o non bello, ma
regolati del tutto secondo l’Amore, e tutto verrà naturalmente. Ecco, ora ci
siamo: nel Suo Nome siate affettuosamente benvenuti!”.
30. Anton è sorpreso: qui tutto è diventato molto più
bello, e anche più grande, ma i molti, molti uomini ne occupano solo la più piccola
parte. Allora osserva: “Johanna, da quando l’hai ingrandita, qui potrebbero
trovar posto ancora dieci volte tanti”.
31. Johanna: “Anton, non ci ho proprio badato! Di
questo, infatti, mi rendo conto: il Signore non ci vuole mai mettere in
imbarazzo, quando l’amore filiale osa qualcosa che a un angelo sembra
impossibile!”.
32. “Come mai?”, chiede Anton, “gli angeli non sono
anch’essi portatori della Volontà del Signore?”.
33. Johanna: “Precisamente! Hai ragione! I figli
invece sono portatori dell’Amore, di quell’Amore che ha sacrificato la
propria Vita per portare e rendere possibile la Salvezza a tutti.
34. Tu non ti rendi ancora conto della grande miseria,
ma quando la vita incalzante sarà diventata in te completamente tua, allora
dimenticherai i tuoi stessi desideri e cercherai di donare vita nello Spirito
del meraviglioso Amore del Padre e Salvatore. Pensa a ciò che madre Anna ha
detto: ‘A nessuno deve mancare il magnifico Padre e Salvatore attraverso il
nostro amore, e noi stessi bramiamo che il Signore venga ancora da noi
personalmente!’. – Vedi, tu hai riposato sul Suo petto, e da allora tutta la
tua vita è una vita nuova. Il Signore, infatti, ha messo la tua vita passata
sul Suo conto, e ora aspetti che Egli venga, e ti dica ciò che sai già da tempo?
Vedi, questi molti, molti cuori sono attaccati a noi in spirito di
ringraziamento, e la loro gioia è la nostra gioia, ma manca ancora molto, prima
che essi entrino nello Spirito che vuole del tutto redimere e liberare. I tuoi
fratelli erano di cuore grato e volenteroso. Avresti tu anche il coraggio di
guidare i renitenti, i malati e gli smarriti nello Spirito, fino a che questo
li rendesse figli liberi? Se ti riuscirà, allora, fratello, sarai diventato
vincitore nell’Amore, e servitore e rappresentante assoluto dell’Amore!
35. Ora venite, e guardate ciò che ci dona l’Amore.
Non meravigliatevi di nulla, e rendetevi sempre conto che in voi questo è
ancora molto più meraviglioso!”.
36. Essi assaggiano alcuni frutti, il cui buon sapore
la Terra non conosce, poi tutti vanno nei giardini e nelle piantagioni, cosa
che suscita in loro una grande meraviglia.
37. Anton, alla presenza del fratello Friedewald,
osserva: “Johanna, non avresti dovuto darci questa gioia, poiché misera è la
nostra casa, e là, noi non riusciamo a trovare un tale senso della bellezza”.
38. Johanna: “Ma, fratello, consideri così poco
l’Amore del Signore? Noi non vogliamo creare bellezze, bensì allietare! Tutto è
diventato così da se stesso, attraverso l’Amore del Signore e la Sua Grazia.
Per che cosa hai bisogno del senso delle bellezze, se l’Amore è la tua sola
necessità? In te tutto si trova in ogni caso ancora molto più
meravigliosamente!”.
39. Parla Friedewald: “È difficile da credere, come
Johanna sistemi tutto. Ci troviamo davanti al più grande mistero, e osiamo a
malapena pensare, davanti a una simile formidabile magnificenza e grandezza”.
40. Johanna: “L’Amore del Padre Santo, che fa di noi
tutti figli Suoi, è la cosa più semplice e più naturale che esista. Non è colpa
del Padre, se tu sei ancora non-libero e prevenuto, ma è tua stessa colpa. Se
t’imporrai per ottenere questa libertà, che farebbe di te un figlio libero, ti
staranno certo a disposizione tutte le forze di Dio e la Sua Sapienza. Ma
l’Amore, no; questo dovrai trovarlo tu, in te stesso, e dovrà essere la forza
motrice di tutto il tuo volere e operare. In questa tua gratitudine, tu
rimarrai più servitore che figlio, e i tuoi fratelli ti saranno appunto solo
fratelli. Vedi, ciò che ti dico è la mia stessa vita, perché in ogni fratello
io vedo un salvatore in divenire che potrebbe portare milioni di fratelli
smarriti alla loro vera destinazione. In ogni sorella, una madre che potrebbe
partorire vita infinita proveniente da Dio!
41. Vedi, per questo io non ho bisogno di nessuna maturazione
nella mia anima, bensì solo della consapevolezza: io sono figlia Sua! La Sua
morte sulla croce è il mio certificato di nascita, il Suo Amore, l’eterno
lascito. Il pensiero che io possa sbagliare, proprio non mi viene, perché Egli
stesso mi dona il Suo Spirito, tramite il quale devo agire e operare.
42.Vedete, cari fratelli, il Signore non una sola
volta mi ha detto: ‘Se tu vuoi, io ti guiderò nel tuo mondo, che in bellezze
rappresenta molto di più meraviglioso!’, ma io ho detto: lasciami qui, Padre mio;
qui è il mio posto, perché si tratta di trapiantarvi la Tua vita. Se Egli quale
Signore ed eterno Padre, ancor sempre va come supplicante da cuore a cuore, da
anima ad anima, qual è allora il mio dovere, come figlia?”.
[Indice]
۞
Di
beatitudine in beatitudine
Continua
la visita di Anton e tutti si recano in una vicina casa, da Christian. –
Accoglienza nell suo mondo-casa e visita all’eremo dalle sette porte. – Nuove
esperienze per comprendere il mondo interiore più profondo, poi il banchetto
con pane e vino, e la presenza nascosta del Signore.
1. Passano davanti a delle piccole casette. Friedewald non
ha ancora mai visto qualcosa del genere, e osserva:
2. “In una casetta così piccola, con intorno questa
superba magnificenza, si dovrebbe riposar bene!”.
3. Johanna: “Vogliamo visitare per una volta una casa
così, affinché anche tu possa sperimentare le meraviglie dell’Amore che è così
infinito”.
4. “Noi tutti?”, dice Friedewald, “là c’entrano appena
dieci persone, e noi siamo quasi mille!”.
5. “Vieni e guarda, fratello; là ci aspettano già il
fratello e la sorella che sono proprietari della casetta. Non meravigliatevi!
Poiché voi state sul suolo del più puro Amore di Dio!”.
6. Quasi curvati, attraversano la stretta porta, e si
trovano in una stanza che contiene migliaia di persone; anzi, essa non è una
stanza, bensì un mondo nel quale vivono molti, molti uomini”.
7. Friedewald: “Fateci tornare indietro, questi
prodigi mi opprimono; davanti a quest’Amore di Dio, io rimango polvere e
cenere!”
8. Dice il proprietario della casetta: “Siate salutati
e benvenuti mille volte, voi sorelle e fratelli! Rimanete finché volete, e
fateci deliziare nel vostro amore, che ci porta una gioia così grande. Ma a te,
Johanna, io vorrei rimproverare più di tutti, perché non mi hai ancora portato
neppure una volta le tue sorelle”.
9. “Non era ancora tempo, fratello Christian, e non
c’è stata neanche occasione, poiché altri avevano bisogno del nostro amore.
Rallegrati però, oggi il frutto sta maturando!”.
10. “Questo lo sento volentieri, Johanna, e anch’io
posso darti una grande gioia: là nella casa successiva è venuto ad abitare un
buon conoscente con la sua donna; entrambi ti hanno conosciuta bene nella tua
vita terrena, e hai goduto un po’ d’amore attraverso di loro”.
11. “Allora devo subito andare a trovarli, perché per
allietare, non si deve indugiare troppo a lungo!”.
12. “Così va bene. Tutti però rimanete ancora un po’
qui. Il mio cuore è traboccante, tanto che vorrei stringere ognuno al mio
petto, e la mia Auguste riflette già su come potrebbe sorprendervi con
delizie”.
13. Johanna invece propone: “Questo no! Oggi siamo noi
quelli che portano. Le mie sorelle hanno provveduto abbondantemente, portando
qualche meraviglioso mazzo di fiori che vi dovrà a lungo rallegrare”.
14. A questo punto Lisa, Christa, Rosel e Lena, con i
fiori che gli assistiti hanno portato, cominciano a decorare le poltrone di
riposo, mentre cantano la canzone: ‘O raggio dorato del Sole!’. Tutti sono silenziosi,
e ascoltano il canto. Con questo cantare, però, sono attirati anche altri
abitanti della casa, e presto in essa regna la più grande gioia.
15. Anton non sa cosa gli succeda, allora Christian e
Auguste lo prendono in mezzo a loro e lo persuadono a osservare ancor di più e
meglio, questo mondo.
16. “Perché proprio io?”, obbietta Anton, “Friedewald
è, di gran lunga, il migliore”.
17. “No, fratello! In te c’è un fuoco divampante che
io vorrei ancora alimentare. Tu sei in fermento. Con ciò il tuo amore rimane
nell’orbita dell’Amore del Salvatore e puoi tranquillamente vedere cose che non
conosci in nessun caso. Ci devono accompagnare solo Friedewald e le cinque
giovinette. Non ci dobbiamo preoccupare per gli altri, poiché la mia donna ha a
disposizione i giusti aiutanti”.
18. Anton guarda Johanna, lei fa cenno col capo,
allora domanda che cosa sarà di Maria! Risponde Johanna: “Lei rimane qui con la
donna di Christian, poiché il fratello Christian ha indicato solo noi cinque ad
andare con lui”.
19. Senza dir molto, essi seguono Christian attraverso
stupende piantagioni, giardini e case. Infine arrivano in un eremo, in zona
deserta.
20. Christian: “Posso portarvi qui attraverso la
Grazia del Signore. All’esterno piccolo e poco appariscente, la porta bassa ma
larga, all’interno però si rivelerà a voi molto. Apriamo la porta, nel nome del
Signore!”.
21. Quelli che entrano non vedono che sette porte.
Christian spiega: “Questo eremo ha sette porte. Non sono chiuse, ma non vorrei
che le apriste da voi stessi ed entraste nelle stanze, poiché là vi è ancora
molto di estraneo e di sconosciuto. Voglio essere io la vostra guida, ma non
dovrete parlare, non vi dovrete meravigliare né spaventare: dovrete solo
guardare, ascoltare e percepire.
22. Qui alla prima porta c’è molto di ciò che vi è
ancora noto dalla Terra, allora ci tratterremo di meno. Venite, entriamo!”
23. C’è buio nella stanza, ma si fa sempre più luce.
Qui essi vedono una città, con molti, molti uomini che agiscono con
precipitazione e di corsa; nessuno ha tempo. Diventano visibili grandi edifici
e case commerciali, e una grigia foschia incombe su questa città.
24. Christian: “Ecco, guardate come nel mondo degli
spiriti questi poveri, poveri uomini sono ancora catturati. Ci vuole qui ancora
un lungo tempo, prima che si possa aiutare, poiché questa grigia foschia è il
segno che essi sono ancora soddisfatti. Seguitemi alla seconda porta!”.
25 Anche qui il paesaggio è buio, ma presto si fa più
luce. È una fiera, con molti, molti caffè-concerto, e molte persone acconciate.
Si divertono, perché tutto è libero e non costa nulla; è una vita in movimento,
uno spettacolo cento volte peggiore che nel mondo terreno.
26. Christian: “Anche qui ogni amore è prematuro;
quest’affaccendarsi, infatti, è la loro vita. Andiamo alla terza porta”.
27. Là è già più chiaro, e si può abbracciare con lo
sguardo il paesaggio. Vi sono, in una progressione, molte chiese. In ogni
chiesa vi sono servitori che invitano i passanti, i quali sono riccamente
curati. “Vogliamo visitarne una? Tu, fratello Anton, decidi in quale dobbiamo
entrare”.
28. Anton: “Andiamo nella terza chiesa, perché è la
terza stanza”.
29. Christian: “Io lo sapevo che avresti scelto la
terza”.
30. Pieni di gioia ricevono dal servitore un trattato,
ed entrano. Li accoglie una grande chiesa, addobbata con molte immagini e
specchi, i quali sono concavi, rotondi, lunghi e anche larghi. In ogni
direzione si può contemplare se stessi, e anche gli altri, cosa che talvolta
causa parecchio buon umore. L’altare porta solo un ornamento: una candela
ardente.
31. Christian: “L’unica cosa buona in questa chiesa è
la candela. Sediamoci in una fila, e tratteniamoci un poco”. Arrivano sempre
più visitatori, si stipano davanti agli specchi. Una campana suona, molti cercano
posti nelle file, ed ecco che arrivano anche i sacerdoti, acconciati con talari
variopinti. Un organo suona una melodia sconosciuta, un sacerdote pronuncia un
paio di parole che non sono comprese; dopo, gli altri sacerdoti distribuiscono
mostrine che hanno sulla parte posteriore una piccola immagine.
32. Christian dice: “Venite, non abbiamo bisogno delle
loro mostrine! Ma rifiutarle sarebbe un insulto, poiché questi sacerdoti si
potrebbero molto arrabbiare”.
33. Lasciano la chiesa e restituiscono al servitore il
trattato. Christian nota: “Qui è coltivata solo la vanità, e sarebbe sbagliato
se si volessero convertire questi uomini. Andiamo alla quarta porta”.
34. Vi entrano, e si trovano in una grande casa e in
una grande sala. Alle pareti pendono ritratti di grandi personaggi, alcune
effigi sono perfino guarnite con fiocchetti. Sono presenti molti uomini: è
un’assemblea dei grandi, i quali criticano le condizioni sulla Terra. Gli animi
sono accesi; gli uni sono felici, gli altri indignati. La conferenza diventa
sempre più tempestosa. Allora si vede come le teste degli uomini diventino
teste di animali. Dopo un difficile dibattito, stanno ancora di fronte solo
bestie, le quali più di tutto preferirebbero sbranarsi.
35. Dice Christian: “Venite, qui possono intervenire
solo spiriti forti. Convertire si presenta molto difficile, infatti, questi
sono politici incalliti, e hanno anche un grande seguito che controlla le
condizioni della Terra”.
36. Christian continua: “Al loro confronto i nostri
malati sono certo esseri molto più ragionevoli; per lo meno conservano la loro
sembianza umana!”.
37. Christian apre la quinta porta. È buio fitto, e
molto tempo ci vuole prima che sia abbastanza chiaro. Tutti si trovano in un
cimitero. Ci sono molte tombe fresche.
38. Christian: “Qui vi posso parlare, perché non siamo
ascoltati né visti. La morte ottiene un ricco raccolto, e quasi tutti quelli
che sono sepolti qui, si trovano ancora in, e presso le tombe.
39. Qui c’è un grande campo di lavoro per spiriti
servitori, i quali lavorano con grande successo. Questi, infatti, sono vittime
di questo tempo, perché non si sono preoccupati dell’Eternità. Molti di loro
non sanno nemmeno di essere morti, e perciò accettano anche molto difficilmente
la verità. Ci vorrà molto tempo, prima che si possa portar loro aiuto, poiché
non vogliono pregare. Ora andiamo alla sesta porta. Qui si dovrà avere grande
prudenza”.
40. Sono circondati dall’oscurità. Christian prende la
mano di Anton, anche gli altri si prendono per mano, così Christian si tira
dietro tutti. Stanno davanti a una grande tomba che ha una finestra, attraverso
la quale si può guardare dentro.
41. Si è fatta un po’ più di luce. Allora Christian li
fa guardare uno dopo l’altro, e ciò che essi scorgono è il prodotto del
puzzolente orgoglio. Ecco che vedono uomini gonfiati come ranocchie, scimmie,
pavoni e ogni altra specie di altri animali. La loro più grande gioia, però, è
quando possono frugare nella carne degli altri con affilati coltelli.
42. Christian mette il dito sulla bocca, e tutti
tornano indietro silenziosi. Poi spiega:
43. “Qui l’inferno è nel suo elemento! Qui ancor mai
un angelo ha potuto servire con successo!. Essi dovranno essere purificati
attraverso sofferenze e tormenti. Ora ci resta da visitare la settima porta. Ci
vorranno pochi attimi, ma non è cosa per fanciulle, perciò, esse aspetteranno
qui”.
44. Christian accenna ad Anton e Friedewald alla porta
aperta. Guardano in una stanza, dove uomini di entrambi i sessi sono impegnati
a mangiare e bere lautamente. Anton guarda Christian e dice, a bassa voce:
45. “Ma, esiste dunque una cosa così? Gli uomini
mangiano genitali delle donne, e le donne, quelli degli uomini? E tutti
schioccano le labbra, come se fosse il migliore cibo del Cielo!”. – “Continua a
guardare”, dice Christian. I piatti si svuotano. Allora impazziscono quasi di
libidine. Arrivano a tal punto che, con i denti, strappano a morsi la carne dei
genitali degli altri e la mangiano con il massimo piacere.
46. “Venite, è abbastanza”, dice Christian, “questa è
la cosa più brutta; qui non c’è niente da fare. Qui solo la malattia e il
dolore possono operare il necessario, prima che costoro diventino ricettivi per
una parola di vita dell’Amore e della Grazia di Gesù”.
47. Tornando verso casa, Anton dice: “Fratello
Christian, se siete davvero abitanti liberati e beati di questo mondo, come mai
in questo tuo mondo esistono ancora tali esseri e luoghi così infernali? Con le
prime tre porte potrebbe ancora andare, ma con le altre?”.
48. “Hai domandato bene, fratello mio. Poiché ciò che
abbiamo visto, si trova purtroppo ancora nel nostro mondo. Finché noi non
saremo perfetti, anche lo sviluppo non sarà completato. Ci vorrà proprio una
lunga evoluzione. Ciò che vediamo come effetto, giace ancora come seme in noi,
ma se camminiamo sulle vie del Signore e cerchiamo di diventare completamente
simili al Salvatore e Padre Gesù, quel seme del falso e sbagliato non potrà
manifestarsi. Perciò è bene che diventiamo sempre più consapevoli di tutte le
cose che attendono in noi la resurrezione. Quello che in me sta di legato, io
cerco di scioglierlo negli altri. Ciò che deve vivere in me, io lo desto negli
altri; per questo il Signore ci dà la forza e la riuscita!”.
49. Quando sono di nuovo rientrati, tutto è nella più
grande gioia e armonia. Allora Maria domanda a Johanna: “È stato bello,
Johanna?”.
50. Lei dice: “Maria, ciò che abbiamo visto sta, su di
me come una nuvola pesante. Dobbiamo imparare ancora molto, appropriarci ancora
di molto amore; solo con questo saremo armati davanti ai votati alla morte”.
51. Maria: “Sei triste, Johanna, ma per questo, io
vorrei, e potrei esserti completamente d’aiuto!”.
52. Johanna: “Triste, no! Ma penso a quanto deve
essere triste il buon Padre, perché tutto il Suo Amore ha avuto così poco successo.
Non meravigliamoci dunque, se non abbiamo subito il risultato; non possiamo
comprendere la grandezza della Pazienza del Padre. Quando saremo finalmente al
punto da poterLo comprendere del tutto?!”.
53. Christian: “Johanna, l’Eternità ci porterà tutto,
l’impulso in noi a essere degni rappresentanti del Suo Amore e della Sua
Misericordia, attingerà forza dalla Sua Forza e Vita dell’Amore proveniente
dalla sua Vita d’Amore. Per voi, cari Anton e Friedewald, gli avvenimenti siano
solo un meditare su voi stessi, un esaminare e riesaminare il vostro amore, per
capire fin dove potete andar dietro ai perduti.
54. Finora tu, caro Anton, hai potuto avvicinarti alla
tavola del Padre mediante la Grazia Sua. Se ora diventi fratello – e chiunque
lo voglia, potrà esserlo – , e mangerà alla tua tavola che il Padre celeste
sempre apparecchierà. Vedi, come tutti i tuoi fratelli si saziano alla mia
tavola, che per me è la pura tavola del Padre! E se ne arrivassero centomila,
tutti sarebbero saziati, se in me l’impeto di essere vero fratello per tutti
loro è vivente. Da ciò dipende la riuscita. Non ti meravigliare dunque, se i
tuoi nemici saranno i primi che ti verranno incontro, poiché essi saranno
spinti a cercarti dal loro odio. L’Amore però, quale unico mezzo, sarà capace
di essere vincitore, e la gioia sarà per te la più meravigliosa ricompensa.
55. Per te invece, Friedewald, sarà più facile! Tu
avevi meno nemici, ma chi potrà averti per amico, sarà eternamente tua
proprietà. Ora andate avanti, l’eterno Amore sia la vostra Stella polare. La
Grazia di Gesù sia sempre con voi e in voi!”.
56. Johanna dice: “Fratello Anton, vai con i tuoi
fratelli nel tuo luogo d’azione, e non attendere più la chiamata del Padre, ma
agisci secondo l’impulso ch’è in te!
57. E tu, Friedewald, vieni ancora una volta con tua
sorella Hulda dall’amico del padre mio terreno: ti porterà certamente grande
benedizione”.
58. Friedewald manda i suoi fratelli alla loro casa e
promette di seguirli molto presto, poiché vuole prima accompagnare Johanna.
59. Johanna invia le sue sorelle dai suoi assistiti;
esse dovranno portare velocemente molti meravigliosi fiori, e ciò vuol dire dar
loro una grande gioia. Le sorelle corrono via come il vento e dopo pochi minuti
sono di ritorno, ognuna con un abbondante mazzo dei fiori più belli.
60. Nel frattempo Johanna cammina tra Friedewald e
Hulda, e insieme rivivono alcuni ricordi. Ecco che giungono nella casa di Bruno
e Marien.
61. Anche questa all’esterno è piccola, si accompagna
assolutamente alle altre. Essi sono attesi nel giardino antistante.
62. “Sii calorosamente benvenuta, piccola Hanny!”,
dice Bruno. Marien invece la stringe tra le braccia, e dice:
63. “Sulla Terra era compassione, quando ti
dimostravamo amore, ma qui è santo Amore che unisce i nostri cuori”.
64. “Anch’io ho gioia di potervi visitare. Qui anche
le mie sorelle e i nostri assistiti, vi vorrebbero dimostrare il loro amore.
Non avrete certo nulla in contrario, se nel loro amore abbelliscono ancora un
po’ la vostra bella casa!”.
65. Marien: “Ma naturalmente, Hanny! Non è solo la
nostra, ma è anche la Gioia del Signore”.
66. In pochi minuti la casa è adornata, ed è
inconcepibilmente bella. Il tetto poggia sopra molte colonne, e ogni colonna ha
un colore diverso. Nel mezzo c’è una lunga tavola con molte sedie ai muri; a
destra e a manca vi sono meravigliose nicchie, e ognuna di queste, è di nuovo
un mondo a sé.
67. Bruno: “Lascia che tutti occupino posto a tavola,
come per un banchetto d’amore. Ciò che sulla Terra era per noi sacro dovere,
qui è l’esigenza più grande. Quando nelle ore di quiete rivive di nuovo
qualcosa di terreno, in me penetra talvolta un pentimento, e penso che avrei
potuto fare ancora di più; ma ora sono libero, e tutti devono sperimentare
nella mia casa, che è anche la casa del Padre, che cosa sia possibile al puro
amore”.
68. Johanna vorrebbe dare alla sorella indicazioni per
i posti a sedere, ma Bruno dice: “Lasciale muoversi del tutto liberamente, e
anch’io lascerò a loro la scelta”. Allora esclama ad alta voce:
69. “Voi sorelle, ascoltate: Johanna con le sue
sorelle sono mie ospiti, voi invece siete ospiti del Padre Santo; perciò
occupate posto alla tavola solennemente adornata, tavola che voi,
inconsapevolmente, avete abbellito per il meraviglioso Padre. Nella mia casa vi
serviranno fratelli e sorelle. Noi siederemo là nella nicchia, così da poter
abbracciare tutto con lo sguardo. Voi invece siete assolutamente libere, e fate
così come se foste del tutto nella vostra stessa casa”.
70. Bruno invita Johanna con le sue sorelle, come
anche Friedewald, a sistemarsi in questa nicchia, che somiglia a un palazzo
magico. Una tavola con dodici sedie, invita a sedere. Ora giungono anche le
sorelle serventi con pane e vino, e i calici più fini. Quando la tavola è
apparecchiata, e i calici sono tutti riempiti, le sorelle serventi e Bruno
occupano il loro posto.
71. Bruno si alza, e dice: “Voi figli del Padre mio
celeste, non posso salutarvi uno ad uno, e anche non lo voglio, poiché non io,
ma l’eterno Amore vi vuol salutare e ringraziare, per essere finalmente venuti
qui. Mangiate il pane che è stato donato per queste ore di festa, e gustate il
vino che l’Amore ha prodotto, affinché entrambi, pane e vino, diventino in voi
Vita e Amore. Ognuno prenda il suo calice, e beviamo alla salute di tutti
quelli che noi amiamo!”.
72. Bruno alza il suo calice, e soggiunge: “Tu, Padre
meraviglioso, benedici noi e questo pasto, affinché diventiamo completamente
una cosa sola con Te. Amen!”.
73. Allora tutti bevono, e stendono la mano per
prendere il pane, che è tanto buono, mentre passa una gioia attraverso le file,
come non è possibile sulla Terra. Anche quelli nella nicchia sono colmi di
gioia, e i loro cuori diventano traboccanti di delizia e beatitudine.
74. Commenta Friedewald: “Non ho mai potuto sperimentare
una gioia simile! Anche da noi era magnifico e bello, ma questa è una gioia
diversa; non riesco proprio a capire perché”.
75. Bruno: “Sì, Friedewald, ti comprendo
perfettamente. Da voi erano necessarie occasioni dall’esterno, per provare
gioia e sentirvi beati, ma qui è un impulso dall’interno che produce tale gioia
e beatitudine. Ciò che voi chiamavate gioia, era frutto del vostro amore. Ciò
che provate qui invece proviene dal Signore che, nel Suo Spirito e, anche
personalmente, è completamente tra noi”.
76. “Ma dov’è Lui?”, chiedono tutti come da un’unica
bocca. Bruno e Marien sorridono: essi sanno che il Padre Santo serve come
fratello, affidato alle cure di Hanny. Johanna Lo ha notato, e Bruno dice: “Là!
Egli siede tra Frida e Ida!”. Le due sono lì senza sospettare nulla, ma i loro
cuori ardono di gioia.
77. Adesso tutti Lo notano, perciò Bruno avverte: “Non
rivelateLo! È l’espressione d’Amore del Padre Santo, servire senza essere
riconosciuto. Puoi tu immaginare perché, cara Hanny?”.
78. “Non ho ancora riflettuto su questo. È perché Egli
vuole risvegliare ancora di più l’Amore?”.
79. “Anche questo, Hanny, ma guarda: questa casa è
fatta in modo tale che anche il nemico con i suoi spioni abbia occasione di
osservare tutto con occhi acuti. Quando il Padre Santo col Suo Amore
contrassegna quelli ancora immaturi, e che non appartengono ancora totalmente a
Lui, allora essi sanno che questi sono perduti per loro. Perciò vi è gioia
presso di noi, e invece là, nel campo nemico, vi è delusione”.
80. Anche quest’ora festiva volge alla sua fine. Il
momento più bello però, è quando il Signore versa il vino a quelli nella
nicchia e, su loro preghiera, ne condivide il brindisi.
81. Colma dei presentimenti più beati, Johanna guida i
suoi amati verso casa.
82. Anche Friedewald e Hulda si separano, con la
consapevolezza che un nuovo periodo comincia per la salvezza loro, e per quella
degli altri.
[Indice]
۞
Nella
provata fornace incandescente
Sotto
un impulso interiore, Anton vuole recuperare degli amici che sono ancora
nell’inferno. – Parte la spedizione con Johanna, Lisa e altre donne. – Un
angelo li segue per l’aiuto. – Anton nell’inferno invita gli ex amici terreni a
seguirlo; alcuni accettano, altri restano, e sono accerchiati da diavoli.
1. Dopo un tempo brevissimo, Anton va da solo nella casa dell’Amore. Non può
fare diversamente, l’impulso in lui è così potente che deve prendere congedo
dai suoi amati e correre da Hendrick e madre Anna, dove è calorosamente
accolto. Dopo un breve e beato intrattenersi, l’impulso lo induce anche da
Johanna e Maria. Queste nuovamente lo aspettano, poiché il Signore lo ha
rivelato loro.
2. Senza dar troppe spiegazioni,
Anton dice: “Johanna, per me è ora: devo andare dai miei fratelli e sorelle
smarriti, perché la loro miseria mi rende infelice. Lo sento, io appartengo a
loro, e loro a me. Mi aiuteresti, tu?”.
3. “Volentieri, Anton; ma sappi
che in seguito non avrai la tua parte di gioia, poiché ricorri a un aiuto estraneo”.
4. “Johanna, io non voglio
proprio nessuna ricompensa, bensì che gli altri si trovino e gioiscano con noi.
Non posso resistere più a lungo a tale impulso”.
5. “Se è così, Anton, allora non
vogliamo temporeggiare: il tuo amore è anche l’Amore del Signore! Non ci vorrà
una lunga preparazione, poiché noi siamo pronte. Questa volta però, sorelle
mie, venite tutte con noi!”.
6. Questa è una gioia. Lisa
abbraccia Johanna, e dice: “Finalmente siamo degne per opere più grandi. O
meraviglioso Gesù, quanto buono sei Tu!”.
7. Dopo un breve commiato da
tutti gli amati, inclusa madre Anna, essi s’incamminano verso quel mondo a loro
conosciuto ma tenebroso. Corrono verso Ponente, dove li conduce una brutta
strada.
8. Johanna domanda: “Anton, hai
una meta stabilita, oppure vuoi lasciarti guidare dal tuo amore?”.
9. Anton: “Johanna, sono attirato
dai miei amici, i quali anche vivono nel Regno degli spiriti, ed erano già
morti, prima che io lasciassi la Terra”.
10. Allora viene loro incontro un
angelo, saluta amichevolmente, e dice: “Io sono assegnato a voi come servitore,
secondo la Volontà del Signore. Sono al vostro servizio con tutta la forza e la
potenza che stanno a mia disposizione, poiché questo fratello è ancora
inesperto. Dovete solo ordinare, e vi servirò prontamente e volentieri”.
11. Johanna: “Come ti possiamo
chiamare? Io sono Johanna, questo fratello è Anton; Maria, Lena, Lisa e Rosel è
la prima volta che vanno dai non redenti”.
12. “Chiamatemi Gotthard: anch’io
come voi sono un servitore dell’Amore, ma il mio essere è severo come è severo
Dio”.
13. “Questo non l’ho mai sentito
ancora, che Dio debba essere severo; io Lo conosco dal lato più amorevole!
14. “Imparerai anche tu a
conoscerLo da questo lato, poiché dove Dio è solo Dio, Egli è solo santa Serietà,
santo Ordine e santa Verità. Anche tu, infatti, hai dovuto conoscere questo”.
15. “Ora ti comprendo, Gotthard,
e il tuo servizio con noi ci legherà in eterno insieme”.
16. Gotthard suggerisce:
“Avvolgetevi con questi mantelli: siamo già vicini a quelle sfere che non
possono sopportare nessuna luce. Tu, Anton, non ne hai bisogno, poiché la tua
veste è ancora di colore scuro. E di nuovo un buon consiglio, caro Anton: tu
sei la guida di questa schiera. Come tratterai coloro che ci verranno incontro?
È faccenda tua! Innanzi tutto non temere, e confida nel Signore, il Quale è tra
noi nel tuo amore. E anche voi sorelle non temete, siate senza paura, e forti
nella fede, poiché potete contribuire alla riuscita della santa opera. Io
invece non potrò contribuire a nulla per la sua riuscita, ma dovrò proteggervi,
secondo la Volontà del Signore”.
17. Giungono in una contrada
abitata. Diventa sempre più buio, ma anche si fa visibile un chiarore
rossastro, come di un incendio.
18. Dice Anton: “Là deve bruciare
una città, secondo l’ampiezza del fuoco, deve trattarsi di un gigantesco
incendio”.
19. “Ti sbagli, caro amico,
questa è la sfera esteriore di quelli che voi volete visitare. Quanto più
violenta infuria la discordia tra gli spiriti lì dimoranti, tanto più rosseggiante
è per noi il loro aspetto. Sono esseri molto iracondi e litigiosi, e se andiamo
lì in mezzo a loro, non avvertiremo nulla della chiarezza di quel fuoco. Quindi
coraggio e fiducia: siamo alla meta!”.
20. Una moltitudine di spiriti è
concentrata in uno spazio ristretto. Uno di loro ha tenuto un discorso che,
all’apparenza, non ha avuto successo. Nella moltitudine, infatti, c’è un pigia
pigia, e corrono spintoni. Parecchi vogliono andare là, dall’oratore, il quale
ha parlato su di un malfermo monticello di sabbia.
21. Alla fine egli sale su di un
altro sul monticello, e allora si fa silenzio. Egli dice: “L’oratore precedente
ci ha fatto sperare in un qualche aiuto, ma ha dimenticato di dirci dove troveremo
il pane, perché non io, bensì noi tutti abbiamo una terribile fame; egli è
rimasto anche debitore di spiegarci soprattutto come siamo arrivati qui. È buio
già da lungo tempo, quasi non ci riconosciamo più l’un l’altro, ed io ora
domando: che cosa dovrà effettivamente accaderci e che cosa possiamo fare? A
casa gli affari sono perduti, chi mi risarcirà i danni?”.
22. Uno di loro urla: “Hai sempre
davanti agli occhi i tuoi affari, ma qui si tratta di cose ben più grandi: noi
vogliamo essere i padroni, e non servi!”.
23. “Allora auguro a tutti voi
molta fortuna. Io vorrei essere a casa, nel mio commercio!”.
24. Alcuni buttano a terra
l’oratore dal suo monticello di sabbia, e manca poco che lo calpestino. Allora
arriva un altro e va sul monticello di sabbia, aspetta un momento, poi dice:
“Gente, nessuna lite! Siamo quasi giunti alla meta. Se state compatti dietro di
noi, non esisterà potere che ci potrà scacciare. Tutta la città è nostra, tutti
gli abitanti dovranno disporsi secondo quanto decidiamo noi. Gli indocili sono
nelle prigioni. Ancora un po’, poi tutti elemosineranno il pane!”.
25. Anton arde di zelo, non ha
più quiete; si spinge dall’oratore e riconosce in lui un suo acerrimo
concorrente.
26. Lo investe costui: “Che cosa
vuoi tu qui! Vuoi venire con noi?”.
27. Allora Anton dice: “No!
Tutt’altro: esortarvi a venire voi, con me”.
28. “Allora ti sei scelto un
brutto momento, perché il tempo è a noi favorevole!”.
29. Ora Anton diventa quieto; non
va sul monticello di sabbia, ma dice ad alta voce: “Amici, ascoltate ciò che ho
da dirvi: io vengo da un mondo di Luce e di Pace, dove vivono migliaia e ancora
migliaia di esseri in gioia e soddisfazione. Pane e i migliori frutti, vino e i
migliori succhi di frutta stanno a nostra disposizione, così che nessuno ha
fame. Conosco molti di voi. E tutti voi, siete morti, come lo sono anch’io;
siete spiriti e non più uomini, prigionieri della vostra cupidigia e avidità di
dominio.
30. Che cosa volete ancora
perseguire? Volete dominare su quelli che avete catturato, perché erano
migliori di voi! Non vi è ancora venuto il pensiero che presso di voi, qualcosa
non si accorda? Perché da voi non diventa mai giorno? Perché da voi non splende
nessun sole, nessuna luna, né stelle? Da quanto tempo non avete più mangiato nulla?
Queste sono realtà che dovrebbero incitarvi alla riflessione!”.
31. Allora l’altro gli urla: “Tu,
spiantato! Hai fatto bancarotta, e ora vai a caccia, per prenderti degli stolti
che ti dovranno di nuovo far salire? Paga prima tutti quelli che tu hai truffato!
Oppure lo hai dimenticato, quanti sono andati in bancarotta a causa tua?”.
32. Anton si porta alla calma
interiore, e aggiunge: “Non ho dimenticato nulla. Infatti, è per riparare la
grande ingiustizia che vi ho causato come uomo, che sono venuto da voi. Credete
questo, una buona volta: voi siete morti, e non avete più bisogno di cose
terrene!”.
33. “Taci!”, urla il precedente
oratore. “Tieni la tua verità per te, oppure impareai a conoscerci dall’altro
lato. Ti abbiamo creduto una volta, e mai più ti crederemo di nuovo!
Soprattutto, non allargarti troppo con la tua compagnia: con un pezzente come
te non vogliamo avere più nulla a che fare!”.
34. Anton vorrebbe reagire,
allora dice Johanna: “Fratello, se ti senti colpito dagli accusatori, allora la
partita è persa! Rimani quieto in te: qui si tratta di glorificare l’Amore del
Signore”.
35. “È più difficile di quanto
pensassi. Non vedo più proprio nessuna via. Mi respingono. Prova una volta tu
la fortuna”.
36. “Se ti posso servire,
volentieri”. Lei si mette davanti all’oratore, e dice: “Amico, io non sapevo di
aver arrecato sofferenza a te, oppure a un altro di voi! Io posso ripetere
l’appello di Anton, e domandarvi: volete conservare questa triste vita in
eterno? Perché è così come ha detto Anton: noi siamo spiriti, e non più uomini!
Non lo volete credere, eppure è così e non altrimenti! A te, caro amico, non è
ancora venuto in mente che sei separato dalla tua famiglia?”.
37. “Chi sei tu dunque,
veramente, ad avere un tale interesse per noi? Se siamo morti o no, vi dovrebbe
perfino essere indifferente; noi non vi abbiamo chiamato, perciò sparisci,
altrimenti useremo la forza!”.
38. “Vorrei consigliarti, caro
amico, di non essere così millantatore: la forza che voi possedete, infatti, è
ben poca. Ma se non vuoi essere ragionevole tu, non hai tuttavia nessun diritto
di impedire agli altri di esserlo, né d’impedire a noi di dirvi la verità sul
vostro stato. Perciò ora mi rivolgo a voi, cari ascoltatori, e vi domando:
siete veramente soddisfatti del vostro stato?”.
39. “No! No!”, gridano i
presenti, “noi vogliamo andare a casa”.
40. Allora urla il precedente
oratore: “Che se ne vadano, vi aiuterò io!”, e vuol percuotere Johanna.
41. Gotthard subito s’intromette,
e intima: “Ancora una mossa, e sentirai tutta la durezza di Dio, tu impotente
oratore chiacchierone!”.
42. A questo punto Gotthard è
colpito, e all’istante, il braccio di quello che lo ha colpito è in fiamme.
43. La moltitudine indietreggia
terrorizzata. L’uomo urla dai dolori, si getta a terra, vuole spegnere il
fuoco: ma è inutile, il suo braccio continua a bruciare! Tutti sono
terrorizzati di questa torcia ardente. Ora però costui corre via come spinto
dalla furia.
44. Allora dice Johanna: “Non vi
spaventate, cari amici: noi siamo venuti per servirvi, per aiutarvi, affinché
giungiate a una vita giusta e vera! Che vostro fratello abbia dovuto incassare
il rimprovero, è per sua stessa colpa; infatti, egli era stato avvertito da
questo messaggero di Dio. Riflettete molto bene se volete accettare o no il
nostro aiuto: noi siamo vostri amici!”.
45. Si fa avanti un uomo, e dice:
“Quanto volentieri vorremmo credervi, e accettare il vostro aiuto, ma non è
semplice. Siamo legati ai nostri creditori: sono loro, quelli cui dobbiamo
obbedire”.
46. Anton riconosce l’uomo, e
dice: “Lorenz, tu sai certamente chi sono, e da parte mia, tu non hai sofferto
nessun danno. Io però ti dico: staccatevi dai vostri creditori, se perseverano
sulle loro posizioni. Qui tutti i debiti sono pagati da Gesù Cristo, se si è
disposti a credere in Lui, e a consacrare la propria vita a Lui. Allora tutto
sarà nel giusto ordine, perché voi non siete più uomini!
47. Anch’io ho dovuto prima
imparare a comprendere e a credere a questo. Che cosa avete fatto voi, da
quando siete nel Regno degli spiriti? Nient’altro che cercato a vuoto, patito
la fame e ascoltato ciò che i vostri creditori vi dicevano. Mentre io, con
molti vostri amici, ci siamo ravveduti, abbiamo afferrato la mano soccorritrice
di Gesù, e ora conduciamo una vita ben ricca in lavoro, e ancora più ricca in
gioia”.
48. Allora molti si accalcano lì
attorno, esclamando: “Dì di sì! Noi vogliamo una vita ordinata. Lorenz, non
aver paura, il messaggero di Dio ha punito il nostro aguzzino perché lo aveva
colpito”.
49. Ma poi ne arrivano degli
altri, e sbraitano: “Lorenz, guai a te se diventi un traditore, siamo noi i
padroni, e nessun altro!”.
50. Dice Anton all’angelo: “Caro
messaggero di Dio, abbiamo bisogno del tuo aiuto. Qui, infatti, siamo
impotenti. Guarda ora come si rimpicciolisce la grande moltitudine, davanti a
quel paio di uomini”.
51. Risponde l’angelo: “Anton, io
non posso aiutarvi, sono qui solo per proteggervi; parla però con Johanna, e
vedi che cosa dice lei”.
52. Anton: “Johanna, hai sentito
che cosa ha detto l’angelo? Che cosa succederà adesso?”.
53. Johanna: “Ma, Anton, perché
sei così scoraggiato, e di poca fede? Non è il Signore tra noi, nel Suo
Spirito? Perché non osi, nel nome del Signore, di imporre la tua volontà? Qui
in questo mondo, vincitore è chi ha la volontà più forte. Abbi coraggio, e sii
degno della grande Grazia che ti ha chiamato a diventare un soccorritore!”.
54. Anton rientra in se stesso,
prega intimamente, poi dice: “Lorenz, vorrei continuare a parlare con te. E
voi, che siete i loro padroni, adesso dovete tacere. Qui si tratta di aiutare
quelli che cercano aiuto”.
55. Allora uno di loro grida:
“Che cosa? Tu, fallito, vuoi ordinarci di tacere? Avrai immediatamente la tua
ricompensa!”.
56. Anton riceve con una sferza
un fendente al viso, ma ribatte: “Fermo! Nel Nome del Signore Gesù! Io ti
perdono questo colpo, perché sei stato il più danneggiato a causa mia. Però ti
dico: con un secondo colpo tu percuoterai il Signore Gesù, il Quale vive in me,
e questo lo dovrai espiare pesantemente!”.
57. Allora costui alza il braccio
per colpire. Anton tiene alta la sua mano, dicendo: “Nel Nome del Signore Gesù,
getta via la sferza, altrimenti brucerai come ha bruciato il tuo amico!”.
58. L’altro indugia. A questo
punto la sferza comincia a bruciare. Egli la getta subito via, e questa
continua ad ardere sul terreno.
59. Anton prende coraggio, e
dice: “Voi tutti avete sperimentato e imparato a conoscere la Potenza del
Signore Gesù. Nessuno si spaventi per questo: noi vogliamo aiutarvi, perciò non
pensate più a lungo e lasciatevi guidare in un’esistenza migliore.
60. Tu, Lorenz, chiama i tuoi
amici: essi sono nostri amici! Tutti voi che volete, sarete accolti”.
61. Dice Lorenz: “Anton, dove ci
vuoi portare? Se è vero che siamo morti, allora dicci: dove conduce il viaggio?
Adesso tutto mi è spaventoso”.
62. Anton: “Lorenz, per tutto
questo ci sarà tempo più avanti. Innanzi tutto raduna quelli che vogliono
venire con te, affinché ci sia concordia tra noi”.
63. Anche Lorenz riflette, poi
dice: “Gente, avete sentito che cosa vuole il nostro amico Anton? Chi vuol
venire con me in un’esistenza migliore, può farsi avanti!”.
64. Molti vanno con Lorenz. Tra
gli altri c’è ancora esitazione; allora si fa avanti Johanna e dice:
65. “È dunque così difficile
credere in un’esistenza migliore? Se già non credete al vostro conoscente,
credete per lo meno a me, a me che sono la più piccola ancella e servitrice del
Signore Gesù. Ecco, guardatemi! Ho io l’aspetto di una creatura infelice e
insoddisfatta?”. Si sfila il mantello scuro, lasciando vedere la veste
raggiante, la fascia frontale sfavillante e la splendente cintura. Allora tutti
sono come incantati. Johanna però si rimette addosso di nuovo il mantello
dicendo: “Mi avete visto nella mia vera essenza. Non l’ho meritata in nessun
caso, ma la devo solo all’Amore, alla Grazia e alla Misericordia del Signore
Gesù, del vero ed eterno Salvatore e Redentore. Un tempo ero miserabile proprio
come lo siete voi, e sono stata comunque accolta. Certamente ho dovuto imparare
molto, e ancora di più, a levarmi di dosso ciò con cui ero cresciuta insieme.
Ma sin dal primo soccorso e aiuto del Salvatore Gesù, sono comunque una salvata
e redenta, e ho un solo un desiderio: che tutti coloro che vivono ancora nel
falso e nello sbagliato, possano trovare il Signore di ogni Vita e di ogni
Esistenza. Non esitate più a lungo, afferrate la mano salvatrice del Signore e
Salvatore Gesù, mano che Egli vi tende incontro, attraverso di noi.
Ringrazierete solamente. Ringrazierete, e mai vi pentirete”.
66. A questo punto, molti si
accalcano attorno a Lorenz. Diventano sempre di più. Allora si fa anche sempre
più chiaro, così che ogni volto può essere riconosciuto. Un centinaio, per lo
più uomini, si fermano, non si uniscono a loro; allora Anton domanda:
67. “Fratelli, non volete andare
con gli altri? Guardate là, presso di loro, com’è diventato luminoso e
splendente! Che cosa vi trattiene ancora dall’afferrare la vera vita?”.
68. Dice uno di loro: “Anton, io
non ti credo! Se deve esistere un Cielo, allora è impossibile che un mascalzone
come te possa essere in un tale Cielo. Noi certamente non siamo i migliori, ma
in confronto a te, eravamo puri agnelli. No, no, questo è un trucco con il
quale tu ci vuoi adescare! E queste donne? Be’, preferiamo tacere! Presso di
noi, la tua arte viene meno”.
69. Anton: “Amici, questa volta
voi mi sottovalutate. Vi comprendo se dubitate che io sia un abitante del
Cielo. Infatti, non lo sono; ma vivo in un mondo che io, con degli amici,
abbiamo in primo luogo reso un paradiso. E poiché ho potuto sperimentare
l’infinito Amore e la Grazia del Signore Gesù, il mio pensiero ritornava a voi.
Vorrei così riparare nello spirito dell’Amore redentore, e cedervi il mio
paradiso, dove si può vivere magnificamente e bene. Credetemi solo quest’unica
volta ancora. Se resterete insoddisfatti, potrete di nuovo tornare indietro.
Presso di noi c’è la massima e più grande libertà”.
70. Dice il precedente oratore:
“Anton, io non sono contrario, e credo, nemmeno gli altri. Ma chi ci dà la
certezza che tu sia sincero?”
71. Anton: “Dittrich, adesso ti
riconosco: già da uomo mi hai sfiduciato! La tua prudenza è buona e anche
nell’ordine delle cose, noi però, siamo spiriti. Quest’amico, un angelo e
messaggero di Dio, è assegnato per la nostra protezione, così che sulle vie del
Signore che ora percorriamo, non diventiamo vittime di diavoli, come voleva
accadesse Meinhard. Oppure credi che il Salvatore Gesù ci dia il Suo angelo per
diletto? Avete imparato a conoscere il suo potere. Non è questa una sufficiente
dimostrazione?”.
72. Dittrich vorrebbe rispondere,
ma in quel momento passa un mare di fiamme, che viene sempre più vicino. Anton
domanda all’angelo che cosa significhi tutto ciò.
73. Questi risponde: “Fratello,
adesso viene la prova. Costoro sono tutti innocui, essi sono tutti da
convincere con i mezzi che l’Amore ti ha messo a disposizione. Adesso però
vengono i diavoli, i quali sono accesi dalla fiaccola dell’ira. Accoglili nel
Nome del Signore, e non temere. Quando la loro ira sarà sbollita, tutto
sembrerà poi meno grave”.
74. Sono, infatti, arrivati.
Circa un centinaio che agitano le fiaccole ardenti, e circondano l’orda che è
rimasta indietro.
75. Lorenz è già andato avanti,
su ordine di Johanna, poiché la strada conduce alla loro destinazione.
76. “Dove sono gli altri?”,
sbraita uno ad Anton. – Questi però, dice: “Meinhard, il tuo odio è inutile, e
impotente la tua collera, poiché noi siamo nella sicura protezione del Signore
Gesù. A te, però, io dico che gli altri sono già sulla via che porta alla loro
futura patria, dove regnano Amore, Pace e Gioia. Il tuo potere è finito! Dimmi
invece: che cosa hai potuto offrire, in questo lungo tempo, ai tuoi amici?
Niente, proprio niente!”.
77. Meinhard emette un gemito furioso,
gli altri alzano le loro fiaccole e vogliono colpirlo. Allora l’angelo alza la
mano, ed essi le gettano via, poiché queste sono diventate assai roventi. Solo
il braccio di Meinhard continua a bruciare.
78. L’angelo fa il segno della
croce su Meinhard, allora il fuoco si spegne; il braccio rimane ustionato, come
altrettanto rimane il dolore.
[Indice]
۞
Salvati
mediante l’amore
Il
capo dei dissidenti resiste ancora, ed è punito. – Johanna si mostra a tutti nel
suo splendore di spirito, e ammonisce e invita. – Buon intervento di Anton che
riesce a convincere Meinhard ad accettare l’aiuto e l’invito, e quest’ultimo
invita, a sua volta, tutti i rimanenti diavoli a seguire la compagnia. – Tutti
s’incamminano, mentre madre Anna e padre Hendrick vanno loro incontro e li
accompagnano alla loro abitazione per offrire a tutti, pane, latte, e frutti. –
Poi tutti vanno alla dimora di Anton, che s’è trasformata all’interno in un
mondo in cui tutti sono accolti.
1. Johanna si presenta dal furente, e dice: “Nel Nome del
Signore Gesù cessi il dolore, affinché tu riconosca che è nostra volontà
salvare te e gli altri. Se vuoi accettare un consiglio, allora sia questo:
credi che noi non vogliamo la tua sfortuna, ma la tua e la vostra salvezza. Se
vuoi rimanere nel tuo elemento di cupidigia e avidità di domino, non ti
ostacoliamo, ma pretendiamo che nemmeno tu ostacoli gli altri, se si vogliono
separare da te”.
2. “Che cosa ho io a che fare con te? Sei forse in
cerca di uomini? Seppur hai catturato Anton, con me non avrai la stessa
fortuna!”.
3. “Il tuo sbraitare, la tua ira, sono solo impotenza!
Ma per non irritarti ancora di più, voglio parlare nella mia giusta maniera con
te e gli altri, e ti dico nel nome del Signore Gesù: taci, perché l’Amore
misericordioso di Dio non è per i diavoli, ma è santa Serietà”.
4. Johanna si toglie il manto che l’avvolge, sta nella
sua essenza luminosa e raggiante davanti alla grande moltitudine, alza la mano
e dice:
5. “Nel nome di Gesù, io avverto tutti voi che volete
annientarci in collera e furore! La Potenza del Signore è con noi, e la Sua
santa Volontà è che tutti possano entrare nel Suo eterno Regno, se rigettano la
loro precedente vita e si convertono! In altre parole: se vogliono vivere una
vita diversa! Voi siete sprofondati molto in basso, e andare più in basso,
quasi non si può più. Allora non vi si potrà tendere nessuna mano salvatrice,
poiché nell’abisso più profondo la brama per Gesù è soffocata. A te, Meinhard,
che adesso hai bestemmiato Gesù, nel nome del Signore Gesù restituisco il tuo
dolore! Esso diventerà sempre più bruciante, finché non ritirerai contrito
l’imprecazione. A voi tutti io consiglio: convertitevi, non lasciate passare
inascoltata questa chiamata, altrimenti vi attenderà una vita nella più grande
miseria e nel massimo bisogno”.
6. Meinhard si contorce dai dolori, vorrebbe
imprecare, ma non riesce ad emettere una parola. Gli altri indietreggiano.
7. Anton va da Dittrich, e dice: “Non indietreggiare!
Il potere di Meinhard è alla fine. I suoi accompagnatori sono creature
deplorevoli, e tali e quali a voi, chiamate per la redenzione; se tu e voi non
volete credere a me, credete almeno agli altri, per amor della vostra
salvezza”.
8. Dittrich: “Potrai aver ragione, e il tuo pensiero è
giusto, ma pensi che io pianti in asso Meinhard? Vedo la Potenza del Signore,
ma non so che cosa c’è dietro di te. Tu pensi che io ti debba credere, ma
quante volte ci hai ingannato? Quanto amare furono le conseguenze del tuo
inganno, anzi è stato il tuo modo di agire che ci ha portato in questa
miseria!”.
9. Anton: “Dittrich, riparerò tutto! Io sono stato
accolto dal Signore Gesù. È stato il Suo infinito Amore che ha reso vivente in
me il desiderio che mi ha guidato a voi, per aiutarvi e portarvi fuori dalla
miseria, e strapparvi a colui verso il quale vi dirigete. Considerate che
anch’io abbia dovuto assaporare la miseria fino all’ultima goccia. Vi prego di
fidarvi di me!”.
10. Meinhard si contorce dai dolori. Anton va da lui,
e insiste: “Meinhard, hai sentito ogni parola: perché soffri, quando ti è data
la possibilità di liberarti da ogni dolore? Chiedi perdono a Gesù, al
meraviglioso Guaritore, e sarai libero dalle tue sofferenze!”.
11. Meinhard ribatte duramente: “Sei tu colpevole di
questa mia disgrazia! Chi ti ha chiamato? Adesso saremmo stati i padroni su
tutti gli abitanti, ma tu con le tue donne, e quell’angelo camuffato, avete
cancellato i miei calcoli”.
12. Anton: “Meinhard, perché vuoi rimanere sordo e
cieco? Dunque è così difficile per te accogliere l’Amore, quando non ne hai
nemmeno la più piccola parte? Rompi con tutti i concetti terreni! Tutto il
terreno è solo immondizia aggravante! Qui siamo spiriti, e il mondo degli
spiriti offre prospettive completamente diverse. Ciò che nella vita terrena
potevi ottenere solo con i mezzi più sofisticati, ti cade gratuitamente nel
grembo, se la tua vita respira amore”.
13. Meinhard ascolta attentamente, e domanda: “Che
cosa hai detto? Anche qui si può essere padroni e possidenti?”.
14. Anton: “Sì, Meinhard, e non nello spirito
dominante, bensì nello spirito servente. Guarda Johanna! Come creatura lei era
una delle più povere e la più disprezzata, e la sua casa adesso è così grande
che vi possono dimorare, come minimo, diecimila esseri, conducendo una vita
come in paradiso. Nella sua casa trovi una bellezza che nessun principe terreno
può vantare, e le sue compagne di casa la adorano come una madre, o una regina.
Guardala! Il diamante, è il dono dell’eterno Amore per la sofferenza che lei ha
dovuto portare!”.
15. Meinhard: “Anton, liberami dai dolori acutissimi,
essi mi consumano!”.
16. Anton: “Lo farei volentieri, ma non posso! Qui
nell’eterno Regno degli spiriti, una parola pronunciata è come una legge. Solo
il Signore può farlo, perciò chiedi a Lui!”.
17. Forte, ad alta voce Meinhard si lamenta. Johanna
lo avvolge col suo amore, e alla fine egli dice: “Signore, ho bestemmiato, ma
se Tu vuoi, perdonami, e togli dal mio corpo questo il bruciante dolore”.
18. All’istante il dolore scompare; il braccio
carbonizzato però dà testimonianza dell’ammonizione ricevuta.
19. Meinhard va da Johanna, e dice: “Tu, Johanna, sei
una gran signora. Prego anche te per il perdono!”.
20. “Non è più necessario, caro Meinhard. Errare non è
ancora un delitto, solo perseverare nell’errore può avere amare conseguenze!
Noi siamo spiriti liberi, artefici della nostra beatitudine, come anche delle
nostre sofferenze. L’eterno Ordine è naturalmente da osservare in tutte le
cose, ma ciò è così semplice, così meraviglioso e bello, che lo può comprendere
anche il più piccolo tra noi. In questo mondo, ciascuno di noi è, e rimane il
suo stesso signore, come anch’io e tutti siamo il nostro stesso signore. Vedi,
quest’Ordine è stato creato da Dio, ed Egli l’ha stabilito per eterna legge. E
poiché Dio stesso si è fatto Uomo ed ha costruito in Se medesimo un mondo
secondo l’Ordine da Lui posto, ha fatto del Suo Amore un Rifugio e un Cielo
aperto per tutti quelli che Lo amano. Così anche noi dobbiamo, e possiamo, tenere
aperta la porta del nostro stesso mondo, per quelli che amiamo. E poiché
l’Amore non è la nostra stessa vita, ma vita del Signore, allora puoi
immaginare che cosa serve per giungere a quell’Amore, che è accessibile a
tutti, anche a te!”.
21. “Johanna, tu parli in maniera ragionevole: ma, hai
dimenticato che io e i miei compagni siamo dei diavoli?”.
22. “Io l’ho dimenticato; ma questo, non ho
dimenticato: che il Signore in me è anche Signore su tutti i diavoli! E non
dipende nemmeno da che cosa pensi il Signore di te, ma da come mi pongo io
verso di te. Al mio Signore e Salvatore è gradito tutto ciò che io intraprendo
nel Suo spirito d’Amore, e perciò ti prego: accogli la proposta che noi ti
offriamo!”.
23. “Ma, Johanna, che cosa sarà dei miei compagni?
Essi saranno dell’inferno se io li abbandono!”.
24. “Ciò che tu farai con i tuoi fratelli, non è
faccenda mia, ma tua; a me sta bene ogni cosa, perché qui c’è spazio per
tutti”.
25. “Devo prima parlare un’ultima volta con loro,
poiché senza di loro la mia vita non sarebbe nemmeno vita”.
26. “Fallo, noi aspetteremo volentieri!”.
27. Allora Meinhard dice: “Ascoltate, miei fedeli! Mi
sono convinto a fondo che finora abbiamo vissuto in un grande errore. La mia
opinione è questa: accogliamo l’invito! Se non ci piacerà, ritorneremo di nuovo
alla nostra vita di prima. Io però, già adesso vedo che sarà un completo
successo!”.
28. Sono tutti d’accordo, allora Meinhard aggiunge:
“Reprimete le vostre passioni. Noi, infatti, vogliamo sfuggire all’inferno e
alla rovina, e afferrare la vita, vita che ci è stata rivelata da questi fedeli
dell’eterno Dio”.
29. Johanna annuncia ad alta voce: “Così io vi saluto
nel nome del Signore Gesù, e vi do il benvenuto! Mai vi pentirete della vostra
decisione. Che però non veniate da subito in un meraviglioso Cielo, vi sarà
comprensibile. Vostro fratello Anton porterà i più grandi sacrifici per
rendervi felici. Ascoltatelo! Egli vi offrirà la sua casa, dove avrete tutti
posto. Mai più avrete fame o freddo, poiché il Signore dona in grande
abbondanza!”.
30. Mentre si mettono in cammino, Anton dice a
Johanna: “Johanna, avranno dunque tutti posto nella mia casa? Hai dimenticato
completamente i miei fratelli?”.
31. “No, Anton! Ma tu dimentichi il Signore e la Sua
paterna Provvidenza. Oh, Anton, quando sarai finalmente del tutto figlio Suo?”.
32. “Ahimè, Johanna, mi potrei prendere a ceffoni. E
tu, Maria, che cosa dici?”.
33. “Io non dico niente, ma m’immedesimo nell’Amore
misericordioso di Gesù”.
34. Lorenz, con la sua grande schiera, si ferma. A lui
è così sgradevole andare verso una meta che non conosce, perciò prega che tutti
possano aspettare. Grande è ora la gioia, quando sono di nuovo insieme; tutti
hanno solo uno sguardo per la raggiante Johanna. Infine sono alla meta. Anton e
Johanna assicurano che ora il cammino è concluso, e qui è la prima fermata.
35. Madre Anna benedice l’incalcolabile schiera e
invita tutti a entrare, dove li aspetta una tavola imbandita.
36. Lei va avanti con Hendrick e, oh, miracolo! Si
apre un immenso vestibolo, dove stanno preparati tavoli e tavolini con pane,
latte e frutti. Allora Anton dice:
37. “Qui c’è nostra madre, la rappresentante del
Salvatore Gesù; qui padre Hendrick, il portatore della Volontà di Dio. Qui
ognuno ha il diritto di esporre tutti i desideri e le rimostranze: entrambi
saranno per voi padre e madre”.
38. Parla madre Anna: “Amici, siate i benvenuti, vi
attende l’Amore di Gesù! Sarete guidati alla vostra destinazione. Talvolta sarà
dura, ma servirà alla vostra salvezza. Chi vuol tornare indietro, lo può fare,
la porta è sempre aperta e non è sorvegliata. Chi non riesce a subordinarsi
alla comunità, cessa di farne parte da se stesso. Io però, so che voi
ripagherete il nostro amore di nuovo con amore e, altrettanto, la nostra
fedeltà. Di pane non c’è nessuna mancanza, perciò prendete e gustate
gratuitamente il dono del Signore, il Quale è clemente e immensamente buono.
39. Con impeto, tutti vanno all’assalto del pane e si
saziano, poiché è da molto tempo che non hanno più avuto un vero pane tra i
denti. Nella foga, non si sono accorti per niente del suo buon sapore ma madre
Anna chiede se piace loro, e solo allora essi si accorgono di quel meraviglioso
sapore; i frutti però richiamano davvero la loro attenzione; una cosa del
genere, sulla loro lingua non è ancora mai arrivata. Ora tutti sono lieti,
anche quelli che hanno seguito il gruppo mal volentieri.
40. Anna e Anton si accostano alla tavola: essi vedono
solo facce riconoscenti. Qui e là Anna dice qualche parola, cosa che suscita
nuovamente gioia. Allora, lei consiglia ad Anton:
41. “Ora, fratello, sta al tuo amore conquistarli
tutti, e non ti urtare delle loro particolarità ma abbi vera pazienza. Che cosa
ne pensi, se Johanna chiamasse le sue sorelle per rendere ancora più bella
quest’ora? Potrebbero entrare in casa con un canto”.
42. “Sarebbe bello, farò a Johanna un cenno”.
43. “È già fatto! Subito dopo aver occupato posto,
infatti, Johanna è corsa via con le sue sorelle, per andare a prendere le
schiere tutte adornate”.
44. Non ci vuole nemmeno molto che arrivino le schiere
beate con le loro assistite, e presto esse intonano canti che commuovono tutti.
Anche gli esseri smarriti si stupiscono dei felici cantori, i quali sono tutti
vestiti di bianco. Adesso, quando guardano i loro abiti scuri, si rendono anche
conto di essere già stati perduti.
45. Allora Anna dice: “ Care sorelle, fratelli e
figli, è il nostro modo di agire quello di rendere volentieri gioia e preparare
delizie, perciò Johanna è andata a prendere le sue sorelle, che ora vi
allietano.
46. Come siete voi adesso, così erano una volta anche
questi esseri bianchi e beati. Io ho sorvegliato il loro sviluppo, e
sorveglierò anche il vostro, affinché siate anche voi ben presto felici e beati
come lo sono loro. Ascoltate però: per tutto ci vuole pazienza, fede e fiducia.
Anton sia vostro fratello, sacerdote e guardiano; le sue disposizioni vi
saranno di salvezza, ciò nonostante siete tutti liberi.
47. Vegliate l’uno sull’altro e gettate lontano da voi
ciò che vi si è appiccicato di terreno. Come abitanti del mondo degli spiriti
avete solo dell’eterno davanti agli occhi, perciò non meravigliatevi di nulla.
Questo mondo ha precisamente le stesse leggi del mondo transitorio, e ogni
abuso avrà amare conseguenze. Rallegratevi, siete stati accolti dal Signore!
Egli ha pagato anche la vostra colpa col Suo Sangue, e ora diventerete figli
riconoscenti attraverso la Sua Grazia, il Suo Amore e la Sua Misericordia.
48. Così andate in pace, accompagnati dal nostro amore
e dalla nostra benedizione. Come vi accompagnano adesso uomini felici, così
rallegratevi voi stessi, e non temete nessuna fatica, nessun lavoro; si tratta
della vostra esistenza e della vostra vita”.
49. Anton non ha fatto molta fatica, poiché tutti lo
seguono volentieri; soprattutto, vogliono avere la loro patria.
50. Ma il lui c’è una preoccupazione: i molti, molti
uomini, e la piccola casa. Allora Johanna gli si avvicina, e dice: “Anton,
perché sei non-libero? Non è il Signore l’Alfa e l’Omega, il Principio e la
Fine?”.
51. Allora egli sorride, e ammette: “Hai ragione, sono
uno sciocco. Io sarò una bella guida, per loro!”.
52. “Così sembra, Anton, allora Maria dovrà certamente
rimanere qui. Questa però non è mia, bensì faccenda del Signore”.
53. “C’è qui il Signore, Johanna? Io proprio non Lo
vedo ancora!”.
54. Finalmente giungono in casa di Anton. Tutti i suoi
fratelli lo aspettano con ardente desiderio, Gotthold per primo; allora Anton
gli chiede:
55. “Gotthold, aiutami! Come alloggerò i molti uomini?
Essi sono migliaia!”.
56. “Il Signore ci ha aiutato, fratello mio, non ti
spaventare davanti all’Onnipotenza di Dio! Ciò che noi non avremmo raggiunto in
mille anni, è stata l’opera di secondi. Spalanca la porta, e dà a tutti
cordialmente il benvenuto nella tua casa!”.
57. Allora Anton esclama: “Benvenuti in casa, e la
pace e la benedizione di Dio sia con tutti voi!”.
58. Anton si stupisce più che mai: questa casa,
infatti, è un mondo! Naturalmente con ancora molti giardini improduttivi, e
case vuote. Le sorelle di Johanna hanno tutte istruzioni interiori di condurre
le schiere nella loro dimora, così che, secondo il tempo terreno, è necessaria
a malapena un’ora per dare a tutti la casa appropriata.
59. Nelle loro abitazioni essi trovano tutto il
necessario, poi le sorelle si congedano dai nuovi arrivati con buoni consigli.
60. Adesso anche Anton è soddisfatto e assai felice.
Ritrova la sua casa, i suoi fratelli e il Signore.
61. Gli cade ai piedi, e dice: “O Signore e miglior
Salvatore e Padre, se non ci fossi stato Tu, dove sarei io! Oh, Ti ringrazio!
Mille volte grazie, e dammi la giusta sapienza e il giusto aiuto!”.
62. “Anton, figlio Mio, così Mi piaci molto di più.
Ora hai una grande famiglia, e a volte avrai delle preoccupazioni. Ti voglio
lasciare Maria, la quale Mi ha pregato intimamente di poterti aiutare. La vuoi
accogliere, come dono del Mio Amore?”.
63. “O Signore e Padre, Tu mi rendi infinitamente
felice! Mi voglio render degno della Tua Grazia, ed essere completamente al Tuo
servizio, Tuo figlio nel Tuo Spirito, ed anche Tuo servitore”.
64. “Allora accoglila. – Qui, Maria: ecco il tuo uomo
in eterno! Anton, guarda, la tua donna! Io l’ho preparata per te:
Rimanete a Me
fedeli, affinché il Mio Spirito vi ravvivi. L’amore per la tua grande famiglia,
richiede avvedutezza
e sapienza. Perciò provvedi che Io sia e rimanga il Punto centrale
in, e intorno
a voi, allora diventerete l’opera perfetta che Io ho iniziato. La Mia
benedizione
sia come una
Fonte che scorre. Il Mio Amore in voi la forza che prende tutto su di sé.
La Mia pace in voi, che porta pace a tutti!
Amen!”.
65. La gioia è immensa. Un banchetto nuziale è
preparato, dove il Signore stesso è l’ospitante. Nella più grande gioia, Egli
porge ad Anton e Maria una veste azzurra e bianca; tutti gli altri vecchi
fratelli ricevono abiti splendenti.
[Indice]
۞
Il
mondo senza amore
Una
richiesta del Signore a Johanna, per una spedizione sul mondo senza amore. –
Lei chiede l’aiuto di quattro sorelle e l’angelo Gotthard le accompagna. –
Incontro col sacerdote Josafa, che accetta la loro missione. Preparativi per la
festa al tempio del giorno dopo. – Nell’attesa, visita a quel mondo, con degli
esseri di luce di quel mondo.
1. Il Signore dice: “Figlioletti, ora devo ancora portare
a casa Johanna. Prendete congedo da lei, poiché per un lungo tempo non la
vedrete. Io ho per lei altri piani”.
2. Dice Johanna: “Non siate tristi ma gioiosi, perché
quando il Padre Santo ha un’intenzione, vi sono sempre la più grande gioia, la
più grande felicità e i più grandi compiti. Presto ci rivedremo. Il mio amore
rimarrà sempre con voi”.
3. Presso madre Anna, fanno una sosta. Lei abbraccia
ancora una volta Johanna, la bacia e dice:
4. “Johanna, il Signore ha bisogno di te in un altro
luogo. Alle tue sorelle è provveduto meravigliosamente, e in questo stupendo
mondo esse vanno incontro a tutti i compiti che una donna deve adempiere;
grazie al tuo amore, ora sono pronte”.
5. Allora lei corre dal Signore e dice: “O Padre, come
mi rallegro per le sorelle e per i fratelli; ma mi rallegro ancora di più per
il nuovo compito che Tu mi darai”.
6. Il Signore: “Sì, Johanna, Io ho bisogno di te.
Finora ho lasciato a te tutto ciò che il tuo stesso amore voleva, adesso però
ho un bisogno: la Terra è in chiare fiamme, ed Io devo stare di fronte ad ogni
miseria con mani legate, con malinconia e tristezza. Ci sono ben molti che Mi
pregano per l’aiuto, ma Io devo, per amor della salvezza di tutti, essere muto
e sordo. Nei grandi e meravigliosi mondi, i quali vedono anche la grande
miseria di questa Terra, c’è indifferenza, non c’è ancora nessun desiderio di
elargire forze, poiché a loro sono estranei il Mio santo Amore, il Mio
struggimento, e soprattutto la Mia grande sofferenza. Potrei mandare degli
angeli, ma allora sarebbe opera Mia, poiché essi agirebbero solo secondo il Mio
mandato. I Miei figli invece devono agire secondo il loro stesso amore.
Comprendi tu ora il Mio bisogno?”.
7. “Sì, Padre, ma dammi insieme Lisa, Christa, Rosel e
Lena. Anche nel loro cuore, infatti, arde il desiderio di diventare
assolutamente degne del Tuo Amore”.
8. Il Signore: “Per Me è tutto giusto, Mia Johanna, e
non voglio nemmeno sapere come comincerai; dovrà essere completamente l’opera
del tuo amore! Come prego te adesso, così ho pregato ancora molti, perché Io
adopero la Terra come semenzaio e istituto di perfezionamento”.
9. “Caro Padre, quando potrò cominciare? Mi preme,
poiché Tu sei il mio Amore!”.
10. Il Signore: “Potete cominciare subito. L’angelo
Gotthard continuerà ad accompagnarvi, poiché anche lui, come voi, è un
discendente di questo vostro precedente mondo”.
11. Johanna: “Mio buon Gesù, Padre mio, mio Tutto! Io
non prendo nessun commiato, perché Tu sei personalmente con noi. Dovunque io
vada, anche Tu sei con me, la Tua forza è in me, poiché senza di Te io sono
niente!”.
12. Allora l’angelo Gotthard sta davanti alle cinque,
e dice: “Sorelle, il momento è giunto: sia fatta la Volontà del Signore!”.
13. Ancora un abbraccio e un cenno giubilante, e a
questo punto i sei scompaiono, calcando già nell’attimo successivo il mondo che
Johanna conosce. Allora lei dice: “Qui io sono già stata: è il mondo senza
amore!”.
14. Gotthard allora osserva: “Johanna, non avrai una
posizione facile, poiché questi esseri sono molto orgogliosi e sapienti. Qui,
noi non abbiamo ancora potuto conseguire nulla”.
15. Johanna: “Ti credo, fratello, e a me non importa
nemmeno di arrivare oltre, ma vorrei portar loro l’Amore che rende liberi e lieti”.
16. Nel loro essere luminoso e raggiante, corrono
verso il tempio che se ne sta lì, solitario e abbandonato. Gli abitanti,
infatti, stanno facendo preparativi per una festa. Spoglia sta la croce
sull’altare; allora Johanna dice: “Se solo avessimo dei fiori arrivati dal
nostro giardino, allora sarebbe facile adornarvi questo tempio!”.
17. Dice Gotthard: “Se vuoi, sarò di nuovo qui in
alcuni attimi”. Allora Johanna fa cenno col capo.
18. E così è. Non appena l’angelo è andato via, egli è
di nuovo qui, con un enorme cesto dei fiori più belli.
19. I cinque cominciano ad infiorare la croce e i
candelabri. Ci sono anche abbastanza tende, così che l’altare offre una vista
meravigliosa. Allora si presenta un anziano sacerdote, saluta gli operosi e
dice:
20. “Che cosa fate voi, qui? Noi adorniamo l’altare
solo quando lo desidera il grande Spirito, ma finora non ho ancora ricevuto
nessuna direttiva”.
21. Johanna s’inchina davanti al sacerdote, e dice:
“Perdona, padre Josafa, perché abbiamo obbedito all’impulso del nostro cuore.
Noi conosciamo il grande Spirito diversamente da voi. È nostra esigenza
esprimere il nostro amore e ringraziamento, così come il grande Spirito l’ha
posto in noi”.
22. Josafa: “O fanciulla, che lingua parli! È contro
ogni sano intelletto umano, fare qualcosa per la quale non è stata data ancora
nessuna direttiva. Tu asserisci di conoscere diversamente il grande Spirito.
Questa è presunzione, e non saggezza!
23. “Caro padre, potrai aver ragione, perché tu sei
solo un servitore e sacerdote di questo mondo bello e grande. Tu chiami il mio
più alto e più santo sapere, presunzione e non saggezza, e certamente è così,
come io ho detto. Quando un po’ di tempo fa, con la Grazia di Dio, eri
inginocchiato presso quest’altare, fosti proprio tu a dirmi: ‘Il Signore non è
qui, Egli è sulla Terra per cercare il perduto!’. Vedi, noi veniamo da questa
Terra, con Lui abbiamo assaporato le più grandi beatitudini. Egli, che ci ha
tirato fuori dalla più grande miseria, dalla più grande sofferenza e smarrimento,
è diventato per noi non solo un Salvatore e Redentore, ma un Padre, il Quale
merita il più grande ringraziamento e il più grande amore che sia possibile nel
nostro modesto e semplice amor filiale”.
24. “Figliole, questo linguaggio io l’ho sentito da
servitori del grande Spirito. È stato molto, molto tempo fa, quando ci fu data
la notizia che il grande Spirito sarebbe stato sulla Terra povera di Luce, per
portare a tutti la Redenzione. Ma qui, questa non è necessaria. Qui tutto è
ordinato e predisposto saggiamente. Noi non conosciamo nessuna sofferenza e
nessuno smarrimento, e neanche abbiamo il bisogno di conoscerli, ad eccezione
di quelli che preferiscono vivere su quella Terra povera di Luce la scuola
della vita. Ciò però accade per lo più su iniziativa di servitori del grande
Spirito, i quali vivono in sfere superiori.
25. Non volete però dirmi quale scopo voi perseguite,
con questa visita? Siete esseri provenienti dall’Eternità. Volete ancora una
volta essere rivestiti con il corpo di carne?”.
26. Johanna: “Padre Josafa, noi non vogliamo
nient’altro che sottoporre agli uomini e abitanti di questo stupendo mondo, una
preghiera, e risvegliare in loro l’anelito di imparare a conoscere il grande
Spirito così come Lo conosciamo noi e, se possibile, anche aver relazione con
Lui”.
27. Josafa: “Figlia mia, io non t’impedirò questo,
poiché certamente già non avrai nessun successo. Non vedo nemmeno perché, e per
che cosa! Qui ci basta perfettamente adempiere le direttive degli angeli
provenienti da sfere superiori”.
28. Johanna: “Padre Josafa, tu avevi certamente una
moglie, e dei figli. Non ti è mai venuto in mente che una volta avrebbero
potuto rallegrarti veramente da se stessi? Certo, ora che hanno raggiunto la
loro indipendenza, questo sentimento ti è divenuto estraneo, perché voi tutti
presentate l’amore – che per noi è la cosa suprema – come debolezza”.
29. Josafa: “Figlia mia, la ragione ci proibisce di
ribellarci alle leggi che esistono per questo mondo. Perché aspirare a un grado
superiore, giacché il nostro ci soddisfa totalmente? L’occhio del grande
Spirito sosta compiacente su di noi, e questo è per noi gioia e beatitudine”.
30. Johanna: “Padre Josafa, tu non hai ancora
riflettuto che il grande Spirito, che voi tutti adorate con la massima
riverenza, potrebbe avere anche un ardente desiderio che i suoi liberi e
meravigliosi esseri e creature vogliano prepararGli una volta una gioia, una
gioia extra? Certamente voi avete delle leggi sagge, ma per quanto ne so, non
c’è nessun divieto di esercitare l’amore, o di dare amore. Voi tutti sapete che
il Signore ed eterno Dio s’intrattiene sulla Terra povera di Luce per
completare la Sua opera di Redenzione cominciata là. Credi che noi, come anche
voi, se Lo aiutassimo secondo le nostre deboli forze, raccoglieremmo la Sua
disapprovazione? Io ho la più ferma convinzione che a Lui, al grande Spirito,
al nostro meraviglioso Salvatore e Redentore, si debba preparare una gioia che
ancora nessun angelo o servitore Gli ha preparato”.
31. Josafa: “Figlia mia, il tuo linguaggio è quello di
un figlio minorenne, e il tuo desiderio quello di una donna matura; entrambi
non sono proprietà della sapienza e possono portare più svantaggi che vantaggi,
e di ciò, non ne abbiamo certo bisogno”.
32. Johanna: “Padre, allora anche l’opera di
Redenzione ha da fare i conti con i più grandi svantaggi? Io sono di altra
convinzione, poiché conosco la miseria, la sofferenza e il bisogno, e la
raccapricciante disperazione non mi è estranea, poiché proprio questa è la
forza motrice che lega il grande Spirito e Salvatore Gesù alla miseria che
colma quella Terra. Il grande santo Amore deve essere certamente qualcosa di
molto più grande e più poderoso, altrimenti il Signore ed eterno Dio, Creatore
del Cielo e della Terra, rimarrebbe presso gli uomini belli e quasi perfetti e
si delizierebbe della loro purezza; oppure, come sacerdote del grande Spirito,
mi puoi menzionare un’altra spiegazione?”.
33. Josafa: “Figlia mia, ci è estraneo l’ardore del
tuo cuore e ancor mai abbiamo indagato i motivi per i quali il grande Spirito
ci evita e si trattiene là, dove si è indegni di Lui. Le Sue disposizioni sono
per noi eterna Legge: stravolgerle, lo vieta la nostra sapienza”.
34. Johanna: “Padre Josafa, perché allora avete
costruito questo tempio? Quest’altare con la croce disadorna, questa croce, non
ricorda giornalmente e ad ogni ora, l’Amore che Egli ha vissuto fino in fondo
come Gesù? Come vuoi unire la Sua morte sulla croce con la tua sapienza? Io lo
so, vi rimarrà incomprensibile che Egli, come Signore su ogni Vita, possa
essersi sacrificato al legno della maledizione e, con ciò, abbia portato la
Redenzione che apre a tutti, a tutti, le porte della Vita. Anche a voi, che
credete di non conoscere nessuna morte”.
35. Josafa: “Figlia mia, a questo tuo linguaggio io non
voglio opporre nessun contrasto, perché non è il linguaggio di un messaggero
del grande Spirito, ma come se fosse del Signore stesso”.
36. Johanna: “Padre Josafa, ora la via è libera verso
i tuoi fratelli, e i loro cuori. A te non parla il grande Dio, bensì una figlia
del grande Dio e Padre e rappresentante del Suo Amore di Redenzione. Ti prego,
lascia che dimoriamo presso di te insieme all’angelo assegnatoci dal Signore”.
37.“Alla tua richiesta non c’è nessun ostacolo, figlia
mia; ma se questo fratello è un angelo, io mi stupisco del suo silenzio”.
38. Dice l’angelo: “È la Volontà del grande Spirito,
lasciare a questi Suoi figli piena libertà. Io sono assegnato solo alla loro
protezione, perché il nemico di ogni Vita vuole impedire il libero amore dei veri
figli. Per me è beatitudine sublime, questo servizio, poiché esso serve alla
Liberazione e Resurrezione del vero figlio di Dio”.
39. “Di quale figlio di Dio parli, tu? Nel nostro
mondo, noi sappiamo che il grande Spirito come Figlio di Dio ha messo il piede
sulla Terra povera di luce, per portare una Redenzione”.
40. L’angelo: “Fratello nel Signore, a questa domanda
Johanna darà una risposta, rivolta anche a tutti i tuoi figli. Io ho istruzione
di non dare nessun insegnamento”.
41. Nella casa del sacerdote c’è pace e comodità. Dei
cibi, i sei non mangiano nulla, perché il sacerdote è uomo. Qui però si trovano
spiriti pieni di luce, con i quali i cinque s’intrattengono sapientemente;
l’angelo però, tace.
42. Il sacerdote ascolta e guarda gli esseri di luce
del suo mondo, come se anche loro fossero uomini ma Johanna percepisce
distintamente che essi si muovono sullo stesso piano del sacerdote Josafa.
43. Quando i preparativi per la festa imminente sono terminati,
il sacerdote riceve la notizia che tutto è pronto, com’è stato ordinato.
44. Solo ora i figli del sacerdote si accorgono dei
sei. Chiedono al loro padre chi siano questi, allora Josafa dice: “Quando
domani comincerà la festa della luce, lo verremo a sapere!”.
45. Gotthard suggerisce a Johanna: “Sarebbe di grande
utilità, se andassimo ad osservare ancora qualcosa di questo mondo; questi
esseri di luce ci accompagneranno”.
46. Johanna prega per questo. Nell’attimo successivo
s’incamminano, accompagnati da meravigliosi esseri di luce, per magnifiche
strade e stupendi prati. Ciò che vedono qui, va oltre i concetti terreni.
Ovunque è la stessa cosa: grandi costruzioni, bellezze in palazzi e frutteti;
gli uomini, nello stesso modo: belli ma freddi.
47. Johanna già lo sapeva, eppure questi uomini la
toccano in ogni modo particolarmente. Allora lei domanda all’angelo se essi
siano visti, o sentiti da costoro.
48. “No! Da questi uomini no! Solo i sacerdoti hanno
il dono di dar loro la facoltà di vedere, se lo richiede la sapienza. Se tu hai
il diritto di parlare, allora essi vi vedono, non prima”.
49. “Possiamo entrare una volta in una casa così
grande?”, chiede Johanna, “finora abbiamo visto tutto solo dall’esterno”.
50. “Possiamo. Là c’è una grande casa con molti
abitanti. Poiché le porte non sono mai chiuse, possiamo entrare subito”. Gli
esseri di luce che li accompagnano rimangono fuori.
51. Nella casa è esattamente come all’esterno:
certamente grande e bella, ma una stanza somiglia all’altra; gli arredamenti
sono semplici, ma anche dappertutto uguali; gli uomini riposano dal loro
lavoro, e sono taciturni. In un’altra stanza c’è musica, ma nessuno manifesta
un qualche raccoglimento.
52. Gotthard guida i cinque oltre: grandi templi,
grandi laghi, e sempre nuovamente grandi e sfarzosi palazzi. Allora Johanna
domanda all’angelo: perché gli uomini costruiscono qui tutto così in grande,
giacché le case sono abitate solo a metà?
53. “È il loro modo di fare! La sapienza è previdente,
e una crisi degli alloggi significherebbe il contrario della loro sapienza. Qui
è proprio diverso dal tuo mondo terreno: là l’interiore è il vero e stabile,
qui invece lo è l’esteriore”.
54. “Ma allora gli uomini non sono così ricchi come
sembra! Piuttosto vorrei definirli poveri”.
55. “Hai visto giusto! Qui non esiste ricchezza né
povertà, poiché tutto è in abbondanza. Non c’è avarizia, ma nemmeno generosità.
La vita familiare è l’opposto di quella sulla tua Terra. I figli non sono
educati dai genitori, ma da educatori, e i matrimoni sono contratti come lo
ordina il sacerdote. In ogni cosa la vita umana è regolata da leggi ferree. In
questi uomini non esiste la propensione così spiccata per il bene e per il
male, come da voi uomini della tua Terra, bensì essi hanno la loro misura. Sopra
di questa, o al di sotto, tutto è possibile solo ai sacerdoti. Le malattie sono
a loro estranee, e la morte è una continuazione della loro bella, ma secondo i
tuoi concetti, povera vita”.
56. Gli esseri di luce si stupiscono delle risposte,
ma Johanna esprime loro ciò che lei sperimenta, da quando è abitante dello
spirituale ed eterno mondo.
57. Per gli esseri di luce questo è incomprensibile ma
ora essi non hanno nessun desiderio di conoscere di più.
58. Johanna prega l’angelo di tornare di nuovo indietro:
lei ha bisogno di silenzio e raccoglimento. “Devo prima mettere ordine in
queste impressioni”, dice alle sue sorelle, le quali come Johanna non finiscono
di stupirsi. Si accampano davanti all’abitazione del sacerdote, rientrando nel
loro mondo, e raccogliendosi nella loro quiete.
[Indice]
Il
tempio si riempie. – Inizia il sacrificio e il sacerdote attende i messaggeri
del Signore. – Gli ospiti invece si presentano come divini messaggeri. –
Johanna parla a tutta la comunità come se parlasse Gesù. – Il sacerdote si
converte alla proposta e invita il suo popolo alla riflessione.
1. Il giorno dopo è sabato. Il sacerdote sacrifica già all’alba al suo
piccolo altare domestico, fiori e piccoli frutti che i figli hanno portato dal
giardino. Un buon profumo senza pari riempie la casa e sembra produrre
un’atmosfera gioiosa tra i suoi abitanti.
2. Johanna domanda se il profumo
proviene da questi. Gotthard lo conferma, e spiega che il buon profumo dovrebbe
essere il segno che il sacrificio è stato accettato e gradito dal grande
Spirito.
3. Dopo l’offertorio, il
sacerdote saluta i suoi ospiti e consiglia loro di andare avanti, verso il
tempio a colonne, affinché essi ricevano una spiegazione della gioia che anima
tutti, quando sono invitati al tempio.
4. Così è! Da tutte le direzioni,
su strade ben curate, arrivano schiere su schiere di uomini ben acconciati
senza figli; molti portano graziosi cestini, che offrono ai servitori del
tempio. Nonostante i molti uomini conversino, ciò non disturba, al contrario:
tutto risuona come musica lontana.
5. I sei sono entrati nel tempio.
Presso l’altare c’è una sopraelevazione, da dove essi abbracciano con lo
sguardo l’arrivo dei visitatori.
6. “In quanti verranno?”, domanda
Johanna.
7. L’angelo: “Diecimila non
basterebbero, poiché tempio a colonne ha posto per tre volte tanti. In
occasioni straordinarie, sarà occupato ogni posto”.
8. Ne arrivano sempre di più. Non
si nota nessuna ressa, poiché ai posti si accede da tutte le parti, e ogni
visitatore ha anche il suo posto stabilito.
9. I visitatori notano parecchi
sacerdoti. Essi non manifestano nessuna gioia particolare, e non danno
nessun’importanza ai visitatori forestieri.
10. Ora arriva il sacerdote
Josafa, nella solenne veste sacerdotale, mentre gli altri sacerdoti portano le
offerte che sono state consegnate dai visitatori, come fiori, arbusti e frutti.
Josafa prende assai poco dalle offerte portate, e posa tutto sull’altare. Egli
prega, e nel frattempo si fa sentire un accordo musicale da un coro che si è
sistemato davanti all’altare. Poi Josafa si guarda intorno, come se aspetti
qualcuno. Dopo una lunga pausa, mentre la musica non s’interrompe mai, egli va
dall’angelo e dice:
11. “O tu, messaggero del
Signore, parecchi messaggeri del Signore e di grandi Spiriti sono stati
annunciati, ma è la prima volta che questi non si sono presentati per
l’immolazione. Non possiamo, tuttavia, celebrare la festa senza i messaggeri?”.
12. Gotthard risponde:
“Venerabile padre e sacerdote di tutti i tuoi figli, qui, queste cinque sorelle
sono più che messaggeri del Signore, esse sono figlie Sue, figlie del Suo Amore
paterno. È Volontà del Signore di ascoltarle”. Senza replicare una parola, il
sacerdote si fa dare del fuoco. Tra la preghiera e il ringraziamento, incendia
le offerte del sacrificio. Il fuoco fiammeggia vigorosamente, diffondendo un
soave profumo.
13. La musica ora tace, e un
uragano di voci s’inserisce: tutti i presenti intonano un canto, glorificando
la grandezza e la potenza di Dio. Il canto dura finché arde il fuoco. Quando la
fiamma si spegne, la cenere ancora fumante diffonde sempre maggior profumo,
mentre il canto va disperdendosi.
14. L’anziano sacerdote si
accosta all’altare, raccoglie la brace incandescente in un vaso, e annuncia:
15. “Figli, e figli dei figli,
seguendo le istruzioni, noi ci troviamo qui per presentare adorazione,
ringraziamento e sacrificio al grande Spirito, il Quale ci ha nuovamente
inviato dei messaggeri che ci portano la Sua Volontà. Così vuole il Signore:
che voi tutti li contempliate e ascoltiate ciò che Egli ha da farci
sottoporre”.
16. Allora i sei diventano
visibili a tutti i visitatori; Johanna si mette al fianco del sacerdote,
benedice tutti i presenti, e comincia:
17. “L’Amore e la Grazia del
Signore, la Sua santa pace, siano con voi! Il ringraziamento dalla vostra bocca
è andato morendo, l’offerta, che fiammeggiava sull’altare, bruciata; ma il mio
cuore non è colmato con la gioia, gioia che potrebbe diventare sublime
beatitudine, se a tutti e a tutto non mancasse la vera consacrazione che il
Signore stesso è in grado di dare. Qui noi cinque non siamo messaggeri per
sottoporvi la Volontà del Signore, bensì inviati e rappresentanti dell’eterno,
misericordioso Amore paterno, che vuol fare di tutti, tutti figli del Suo
Amore. Le bellezze del vostro mondo dilettano certamente gli occhi, ma la
vostra vita si svolge come un programma rigidamente stabilito, cosicché il
grande Spirito e Creatore del vostro mondo, lasci inalterata la vostra esistenza.
In quest’esistenza voi vi accontentate, e non presentite quanto vi manchi la
cosa più bella, vale a dire, il Signore stesso. Noi che siamo avanzati tra i
più grandi sacrifici, siamo qui per testimoniare del Suo infinito Amore, per
ridestare lo spirito dormiente in voi, il quale, una volta ridestato, vi potrà
guidare alle delizie più grandi, cioè al Signore stesso.
18. Non rabbrividite, per la
grandezza di questo pensiero, poiché a noi, che ci chiamiamo figli, esso è la
cosa più vicina e più naturale. Ciò che per voi sta in un’infinita lontananza,
è per noi assolutamente vicino. Sì, noi, figli del Suo Amore, mai possiamo
essere senza il Suo Spirito, poiché non possiamo fare nulla senza di Lui; e con
Lui, tutto! Perciò, anche le parole che io dico, non provengono da me stessa,
ma dal Suo Spirito. Ora voi non udite me, piccola creatura, bensì lo Spirito
che ha fatto di me una figlia Sua.
19. Non è necessario parlare del
vostro mondo, poiché lo conoscete tutti, ma è necessario parlare del mondo che
il Signore e grande Spirito ha fatto per semenzaio e istituto di
perfezionamento, dove Egli vuole allevare dei figli che siano chiamati e scelti
per il sommo e il sublime. Tuttavia, io non voglio parlare di noi, bensì del
Signore stesso, il Quale, come noi, divenne Uomo e rivelò a ciascuno la vera
Vita.
20. Della vera Vita voi non
sapete quasi nulla, vivete ancora nei limiti delle vostre leggi; al grande
Spirito e ai Suoi guardiani finora è riuscito, di tener lontano da voi e dal
vostro mondo il nemico di ogni vita, ma se rimarrà così, starà a voi farlo. Sì,
a voi! Dunque ascoltate, e sorprendetevi di tali parole: il nemico di ogni
vita, infatti, vuol soffocare ogni ordine proveniente da Dio, e sostituirlo con
il suo stesso ordine, il quale dovrà distruggere tutto l’esistente ed
espropriare Dio della Sua Potenza e Grandezza.
21. Dio ha creato una via tramite
la quale può liberare e redimere tutto l’esistente che è catturato e giudicato,
ed Egli stesso vi ha dato l’inizio sulla nostra Terra; diventando Egli stesso
Uomo, ha adempiuto strettamente a tutte le Leggi che richiedeva il Suo ordine,
e ha rivelato da Sé uno Spirito che finora era proprietà della Divinità. Il
nemico della Vita conosce questo Spirito in tutta la sua grandezza, e costringe
l’Uomo di Dio alla realizzazione di questo nuovo Spirito rivelato.
22. Gesù – così si chiamava
l’Uomo di Dio – non indietreggiò neanche davanti alla più grande umiliazione, e
sacrificò Se stesso. Morì sulla croce, com’è visibile a tutti voi nel piccolo
tempio. Certamente, dopo la morte dell’Uomo di Dio, il nemico della Vita e il
suo grande seguito trionfarono, ma dopo tre giorni tutti gli ostacoli furono
superati: l’Uomo divenuto Dio-Gesù venne fuori dalla morte come la Vita stessa,
e lasciò come libero ed eterno dono il Suo Spirito di Redenzione scaturito
dalla croce, a disposizione libera di tutti, tutti, anche vostra!
23. Voi domanderete: che cos’è
veramente questo Spirito di Redenzione? Noi non ne abbiamo bisogno, poiché
viviamo già nel giusto ordine! Lo dite e domandate con ragione, perché tutto
ciò che nacque dal nemico della vita, vi è totalmente estraneo e sconosciuto.
Dio, però, quale eterno Amore, non vuole diventare sleale a Se stesso e
distruggere il Suo avversario, ma è alla ricerca di mezzi per fare di tutto e
di tutti, figli Suoi. Nel Suo infinito Amore Egli ha dato a tutti, a tutti la
massima libertà, anche ai Suoi nemici. Questi però, sfruttarono la grande
occasione, e fecero solo ciò che recava danno alla Vita di Dio e all’ordine da
ciò risultante.
24. Sulla nostra Terra sembra
adesso come se non esista più nessun Dio e nessun ordine. Gli abitanti si
trovano in un annientamento che nessun mondo ha mai visto. Con parvenza di
giustizia stanno uomo contro uomo, fratello contro fratello; l’odio peggiora di
ora in ora. Su tutto, però, l’Amore eterno deve tacere, perché è in gioco la
salvezza di tutti, di tutti!
25. Sarebbe un gran trionfo del
nemico della Vita, se Dio si servisse della Sua Onnipotenza e ponesse fine alle
devastazioni; significherebbe perdere il diritto all’Amore e alla Redenzione.
Ma ciò che è impedito al grande e Santo Dio e Creatore a causa della
Misericordia e Compassione dimoranti in Lui, lo può realizzare un portatore del
Suo Spirito. Come portatore del Suo Spirito di Redenzione, la sofferenza
dell’altro diventa la mia stessa, la miseria dell’altro la mia, e il dolore
dell’altro il mio dolore. In questa consapevolezza che in me è diventata amore,
Egli cerca dei mezzi che, ancora inutilizzati, anzi sconosciuti, giacciono in
ogni uomo, e possono essere risvegliati e riconosciuti solo attraverso l’Amore
dello Spirito di Gesù, o del Redentore donato a tutti noi.
26. Da quando Egli come Uomo di
Dio divenne un Salvatore, ogni uomo attraverso il suo Amore, la Sua Grazia e
Misericordia può diventare salvatore. Ogni pensiero proveniente da questo
Spirito di Redentore diventa raggio di Sole, forza nascente e aiuto invisibile.
27. Vedete e udite, sorelle e
fratelli miei provenienti da Dio: questo Spirito, questo meraviglioso Dono di
Grazia, nato sulla croce, fa di ciascuno di noi un salvatore, ed è il ‘Figlio
di Dio’ che deve giungere alla vera Resurrezione in tutti, anche in voi.
28. Senza il nascente Figlio di
Dio in noi, tutti gli espedienti, di fronte al nemico della Vita, sono inutili
e ci rendono deboli; ma in chi è riuscito a fare del proprio cuore una dimora
per tutti gli smarriti, perduti e confusi, allora il Figlio di Dio è nato, e
può risorgere nella sua grandezza, potenza e magnificenza. Così, in questo
Spirito del Salvatore io amo e cerco di aiutare! Io non vi domando se anche voi
volete essere come me soccorritori e redentori, oh, no; vorrei però domandare a
ognuno di voi: non vorresti tu, fratello o sorella, conoscere una volta il
Salvatore Gesù, il vero Dio, che divenne per tutti Padre e Fratello, e vederLo,
parlare una volta con Lui, andare con Lui e sperimentare che cosa siano la vera
felicità e la beatitudine? Comprendetemi bene: a ognuno è spianata la via che
conduce alla vera Vita, e con essa ciascuno ha la possibilità di diventare un
figlio, del quale Egli è l’eterno Padre Dio stesso, che ha ardente desiderio
dei figli del Suo Amore”.
29. Ora Johanna tace; sente il
gelo che le viene incontro, ed è già quasi scoraggiata, allora si muove in lei
il Padre Santo: “Figlia Mia, non perderti d’animo. Nessun albero cade al primo
colpo! Qui stai al posto Mio e semini la Mia semenza!”.
30. Il sacerdote precede di un
passo al lato di Johanna, e commenta: “Figli, e figli dei figli, oggi udite un
altro linguaggio, che quello di un messaggero di Dio! È mio dovere mostrarvi la
differenza: i messaggeri di Dio venivano dalle sfere di Luce, questa figlia
invece è venuta dalla Terra povera di Luce. I messaggeri di Dio comunicano il
loro messaggio come l’hanno ricevuto, questa figlia invece non ha nessun messaggio,
ma solo il suo amore vivente in lei, che vuole renderci ricettivi per lo
spirito redentivo dimorante in lei.
31. Figli, e figli dei figli,
ieri e anche oggi ho consideravo l’inutilità di promuovere quest’Amore, ma ora
sono di un’altra convinzione, e mi domando: come mai ci dobbiamo accontentare
dei messaggeri di Dio, mentre là sulla Terra – povera di Luce – il Signore e
grande Spirito ha portato il più grande Sacrificio? Chi di voi può dare una
risposta?”.
[Indice]
۞
Sapienza
senza amore
Alla
domanda conclusiva di Josafa, nessuno risponde, e così Johanna gli dichiara che
essi non sono un popolo maturo, poiché la loro sapienza viene dall’intelletto e
non dal vero desiderio di amore filiale; quindi, anche i sacrifici esteriori
nei loro templi, restano un abominio davanti al Signore. – Si recano al piccolo
tempio della croce e lì aspettano insieme agli esseri di luce, mentre la croce
è tutta circondata di luce.
1. La grande moltitudine continua a tacere, allora Johanna
dice: “Padre Josafa, in voi tutti non è ancora mai arso il grande struggimento
di vederLo e ascoltarLo, perché per vederLo e ascoltarLo e andare con Lui come
figlio Suo ci vuole anche maturità. Non una maturità dalla sapienza raggiante e
dal chiaro intelletto, ma una maturità di vero amor filiale, amore che fa degli
uomini i cittadini del Cielo più alto e gli eredi del Suo eterno Regno”.
2. Josafa: “Figlia mia, che cosa bisognerebbe fare per
raggiungere questa maturità?”.
3. Johanna: “Una parola dalla Sua bocca suonava così:
‘Se non diventate come questi fanciulli, non potete ereditare l’eterno Regno!’.
4. Oppure, padre Josafa, volete sostenere che questo
vostro stupendo mondo sia vostra proprietà? Nel momento in cui il nemico della
Vita sparge da voi la sua semenza, nonostante la vostra sapienza, siete
consacrati alla morte. Perciò, la preghiera e il mio consiglio sono:
5. Rinascete come figli che anelano al Padre Santo e
che hanno un solo desiderio: risorgere completamente nella brama e nello
Spirito del Suo Amore liberante, Amore che ebbe origine, per tutti, sulla
croce.
6. Diventate amore, come Lui, nostro Padre Santo, è
Amore. Cercate di rendere vivente in voi ciò che vi fu posto come eterno dono
proveniente dal cuore di Dio, allora sarete tutti sulla via che porta a Lui, e
in voi quella via sarà libera, sulla quale anch’Egli vi potrà raggiungere”.
7. Josafa: “Ascoltate, figli, e figli dei figli:
queste fanciulle sono più sagge di noi! Esse hanno in pienezza ciò di cui noi
non abbiamo ancora nessun presentimento, e poiché la nostra sapienza c’insegna
a non rifiutare nulla di ciò che ci potrebbe essere di utilità, pregherò le
fanciulle di rimanere con noi, finché non ci sarà piena chiarezza. Rimanete perciò
nelle loro spiegazioni, lasciatevi istruire, poiché la prospettiva di una Vita
eterna non è certamente questa vita, e costoro invece hanno ricevuto la Vita da
Colui che è la Vita stessa”.
8. Rivolgendosi a Johanna, egli domanda: “Sei
soddisfatta di noi, figlia mia nel Signore?”.
9. Johanna: “Sì, padre Josafa, lo sono! Sarebbe però
meglio se anche voi tutti foste soddisfatti di me. I vostri cuori sono
difficili da scaldare, e io non posso difendermi da un dolore simile. Lascia
finire questa festa, poi andrò con i miei al tempio della croce, per essere
servitrice a ognuno di voi”.
10. “Ma, carissima figlia, vorresti abbandonare la
festa, senza prender parte al sacrificio del ringraziamento?”
11. “Sì, padre Josafa, tutti questi sacrifici di ringraziamento
sono proprio un abominio per il Signore! Lui guarda al cuore, e questo, Gli è
ancora estraneo. Solo il sacrificio che Egli portò alla croce dischiude il
cuore e ne fa un altare, dove l’uomo deve sacrificare il suo io, le sue
concezioni e i modi di essere sbagliati; e, per questo, egli riceverà lo
spirito che lo guiderà nella giusta Verità e Sapienza attraverso la Grazia del
Signore Gesù Cristo.
12. Voi invece, sorelle e fratelli miei, accogliete
anche dal mio amore la benedizione del Signore. Essa suona così:
13. ‘La Grazia del Signore Gesù Cristo e la Sua santa
pace, sia con tutti voi!’. Amen”.
14. Johanna fa cenno col capo alle sue sorelle, allora
dice Gotthard: “Cara figlia, vorresti abbandonare il campo? Io non vedo ancora
nessun successo!”.
15. Johanna: “Caro fratello, il successo è più grande
di quanto potremmo sospettare. Noi dobbiamo portare i cuori stessi alla
fermentazione, poiché poco fa, in me c’era malinconia, ma adesso c’è grande,
grande gioia. E sperimenteremo del più grande ancora!”.
16. Gotthard scuote il capo, l’andare via da questo
posto gli sembra una sconfitta; Johanna invece la pensa diversamente. Vanno al
tempio. Quando entrano, la croce è circondata da una luce meravigliosa. I
fiori, l’altare, tutto ha un aspetto molto più grandioso.
17. Allora Gotthard osserva: “Cara Johanna, con la
forza del Signore hai fatto qualcosa per dilettare i nostri occhi?”.
18. “No, fratello: questa è la risposta del Signore
che non ci scoraggia, ma ci rende ancora più forti! Perciò rimarremo qui e
aspetteremo. Io lo so: l’Amore del Padre otterrà la vittoria!”.
19. Occupano posto davanti all’altare, s’immergono nel
silenzio e lasciano ancora una volta diventar vivo l’avvenimento. Allora
arrivano un po’ alla volta gli esseri di Luce e sommergono di domande i cinque.
20. Il successo con questi esseri di Luce è molto più
grande che presso gli uomini; esso va a finire in ardente desiderio: “Possiamo
anche noi cercare il Signore, e attraverso di Lui ricevere la Vita?”.
21. Ora sopraggiunge l’anziano sacerdote Josafa, con
alcuni anziani. Colpiti, si fermano, nel vedere con i loro occhi splendere
l’altare così ultra meravigliosamente; poi percepiscono l’armonia dei loro
beati, con i cinque. A questo punto, domanda Josafa:
22. “Che cosa dite ora, fratelli miei? È già stata
vista una volta tale pienezza di Luce, in questo piccolo tempio? Il linguaggio
di questi figli è più grande di quanto noi possiamo immaginare!”.
23. Dice un anziano: “Padre Josafa, dobbiamo
consultare le comunità e non rattristare il grande Spirito; sul nostro operato,
non c’è nessun’ombra! Solo questo, non riesco a comprendere: che le nostre
offerte debbano essere un abominio per il Signore! Poiché tutti i messaggeri di
Dio, apparsi finora, erano soddisfatti del nostro sacrificio di ringraziamento”.
24. Josafa: “Il nostro intelletto non vuole ammettere
che il grande Spirito, al Quale noi dobbiamo il sacrificio di ringraziamento, e
il Signore, che questi figli amano come un Padre, siano Uno, e Lo stesso Dio.
Ammetto che abbiamo ancora molto da discutere con questi due esseri divini; e
se la nostra comunità, e le comunità vicine, saranno con noi, io vedo davvero
il nostro saggio intelletto oscurato da molte nubi”.
[Indice]
۞
Superare
tutto tramite l’amore
Josafa,
a colloquio con i sei ospiti, comincia a comprendere la necessità di cercare il
Signore, e fa domande sull’essere ‘figli’. – Johanna propone di condurli nel
mondo dello spirito, e l’angelo lo consente. – Nel loro mondo sono ospitati in
una casa dove c’è il Signore, che essi però non riconoscono; pur cominciando a
desiderarne la presenza viva. – Ritorno a casa, con il proposito di esortare
gli abitanti del loro mondo a cambiare.
1. Johanna
saluta i venienti, e li benedice nel nome del Signore.
2. Josafa ringrazia, dicendo: “Figlioli, da quale
fonte avete la Luce sull’altare, e oltre l’altare? Tale meravigliosa Luce i
miei occhi ancor mai l’hanno vista”.
3. “Padre Josafa, non noi, bensì l’eterno buon Padre
ci ha donato questa Luce!”.
4. “Era qui il Signore stesso, oppure uno dei Suoi
messaggeri? Questa Luce meravigliosa, infatti, non può sorgere dal nulla!”.
5. “Nessuno dei due, ma l’Amore è creatore di tutto
questo. Poiché noi non abbiamo operato dal nostro amore, ma dall’Amore del
Signore, così anche l’Amore poteva solo di nuovo riflettersi, cosa che ha fatto
scaturire la stessa Luce”.
6. Josafa: “Questa è la prima volta che è venuto fuori
qualcosa senza il nostro intervento; che cosa possiamo dedurne, cari
fratelli?”.
7. Dice uno: “Non possiamo fare altro che attendere
nuove istruzioni; questi figli sono ben colmi di fervore ardente, del quale
però non sappiamo quasi nulla”.
8. Johanna: “Cari amici, come uomini, la vostra
prudenza potrebbe certamente essere buona, ma poiché siamo esseri dell’Eternità,
a noi è assai più vicino l’eterno che il temporale; tuttavia l’Amore tramite il
quale operiamo e testimoniamo, appartiene del tutto all’Eternità e include
anche tutto il temporale. Non pensiate che le vostre abitudini, il vostro modo
di essere e le vostre condizioni basilari di vita debbano essere cambiate, oh,
no! Dovete però cercare in voi l’eterno, lo spirito che è una particella
proveniente dallo Spirito primordiale, e che attende in voi la nascita, per
elevarsi, e voi con lui, in una Vita d’Amore, di misericordia e di compassione.
È questo spirito a far di voi figli, e di tutti gli uomini, dei fratelli e
sorelle. È in questo spirito che voi spalancate la porta del vostro cuore per
il grande Spirito, il Quale cerca una patria nel vostro mondo”.
9. Rivolgendosi a Gotthard, dice il più anziano: “Tu,
solenne messaggero del grande Dio, che cosa ci consigli? Il linguaggio dei
figli è a noi estraneo, e tuttavia non vorrei dir di no, sebbene io non abbia
nessun motivo per cambiare la mia concezione di vita”.
10. Risponde l’angelo: “Caro amico, il linguaggio
delle fanciulle è il linguaggio di quell’Amore che sperimentiamo solo in pochi.
Per noi servitori è spesso incomprensibile come il Santo Dio e Padre si metta
alla pari di questi figli. Per noi, il dono più grande è quando possiamo
servire questi figli, davanti alla cui vita crescente in loro, c’inchiniamo in
riverenza. Io conosco il vostro mondo, come anche i suoi abitanti, ma una tale
felicità e gioiosità di vita, non è stata mai vissuta, come presso i figli del
Santo e grande Dio.
11. In verità, in verità, io vi dico: queste fanciulle
non scambierebbero la loro dignità filiale con le più grandi bellezze del
vostro mondo, poiché per loro l’Amore del Padre Santo è la più grande grazia e
beatitudine. Se osservo i vostri esseri di Luce, sulla cui bellezza e purezza
non vi è nulla da eccepire, e osservo i figli che hanno costante accesso nei
sublimi Cieli dell’Amore, allora, cari amici, non mi è difficile dedurre che i
vostri esseri di Luce sono certamente solo povere marionette, mentre i figli
sono colmi della Vita proveniente da Dio, Padre loro!”.
12. Josafa: “Fedele messaggero del grande Dio, tu
sconvolgi la mia posizione come sacerdote e pastore di questi miei figli, e
figli dei figli. Eppure io sono dotato di forze provenienti dal grande Dio, e
opero secondo le istruzioni che il grande Spirito mi fa giungere. Ma come
opererò, quando verranno ancora più numerosi i figli del grande Dio? Io ti
prego, dammi un tuo consiglio”.
13. Gotthard: “Caro amico proveniente da Dio, anch’io
sono solo un servitore come te proveniente da Dio, il Signore; anch’io,
dispongo di forze con le quali potrei misurarmi con ogni nemico e, nonostante
ciò, non posso andare oltre i limiti del potere, perché allora cesserei di
essere un fedele servitore. Queste fanciulle invece, non hanno proprio nessun
mandato. Nelle loro azioni, esse sono totalmente libere, conoscono solo una
volontà e un’aspirazione, e in tutto il loro fare e in ogni cosa, operano così,
come opererebbe il Santo Dio! Esse pensano meno di tutto a se stesse, ma il
loro amore, la loro vita è il Signore stesso, e questo, nemmeno noi messaggeri
del Signore lo troviamo presso gli abitanti di questo vostro mondo”.
14. Josafa: “La tua risposta è dura come la volontà
irremovibile, e ora non c’è più bisogno di parole, poiché adesso io ci vedo
chiaramente”.
15. Poi rivolgendosi a Johanna, egli dice: “Figlie del
grande Dio, il vostro amore è riuscito a scuotermi nei miei fondamenti vitali!
Lasciate me e i miei fratelli soli. Non vi nego la mia dimora, ma vi prego,
rimanete nelle mie vicinanze, poiché avrò ancora bisogno di voi”.
16. Johanna: “Padre Josafa, la tua preghiera è sorta
già dal tuo amore! Continua così: presto sperimenterai il prodigio dell’Amore”.
– E così è. L’Amore rimane vincitore; la resistenza degli anziani diminuisce
sempre di più, finché Josafa chiama i sei, poiché essi ora bramano di vedere il
Signore e poterGli parlare.
17. Johanna: “Padre Josafa, finché tu sei ancora uomo,
non ti sarà possibile, ma quando lo struggimento per il Signore e Dio, il buon
Salvatore e Padre Santo, sarà ben più grande, allora l’eterno Amore ti
trasformerà in uno spirito beato. Ricorda però che tu, come uomo, quale figlio
di Dio in divenire, devi ancora adempiere pienamente una missione:
18. Insegna ai tuoi figli l’amore che senti in te,
insegna ai tuoi figli che esiste solo una piccola via per l’eterno Cuore del
Padre, ed è l’amore per il prossimo, poiché nel tuo prossimo vive l’eterna
scintilla di Dio, la quale vuole risorgere a figlio di Dio. Ma per dare a te,
padre Josafa, una volta l’occasione di sperimentarlo, allora tu, insieme ai
tuoi fratelli, sii una volta tra noi, e non come ospite, sacerdote o uomo,
bensì come fratello”.
19. Acconsentendo, Josafa si china, e Gotthard pone a
lui e ai sette anziani, le mani sul capo. Allora da questi corpi sorgono
bianchi e raggianti esseri di Luce, i quali sono salutati amorevolmente da
Johanna.
20. E Johanna dice a Gotthard: “Fratello, guidaci
secondo la Volontà del Signore nel luogo soave, dove Egli aspetta tutti noi. La
Sua Volontà sia la nostra Vita!”.
21. In pochi attimi si trovano tutti in uno stupendo,
magnifico giardino, dove dimorano uomini del tutto semplici.
22. Essi sono attesi in una piccola casetta dal
proprietario, il quale, colmo di gioia, li invita a entrare.
23. L’affettuosa accoglienza, questo stato oltremodo
magnifico proveniente dall’interiore, li colpisce, ma il fratello – che è il
proprietario – sa rendere liberi i loro cuori, e li conduce a un tavolo, dove
la sua donna siede con un Ospite.
24. Presto essi assaggiano i frutti oltremodo gustosi,
come anche il pane e il vino, allora ogni dubbio scompare in Josafa, il quale
esclama:
25. “Fratelli, fratelli, se tutto questo lo potessero
sperimentare i nostri figli, si ridesterebbero come noi a una vita diversa! O
Tu, grande Dio, nella Tua grandezza noi, [come sacerdoti] eravamo diventati
idoli, mentre in questo Tuo Amore diventiamo anche figli! E tu, caro padre
della casa, io ti ringrazio per il tuo amore che rivela una tale grandezza”.
26. Il padre della casa: “Caro fratello, il
ringraziamento spetta al Signore! Solo a Lui, infatti, dobbiamo la beatitudine
di poter rendere felici. Ma ora vieni, e guarda i nostri giardini, il nostro
lavoro, i nostri compiti, affinché si accresca in te la brama di diventare come
noi un cittadino del Cielo, dove il Padre Santo è il nostro amore, la nostra
vita e la nostra esistenza. Il vostro mondo è incomparabilmente bello, ma
rimane proprietà del Signore ed eterno Dio; questo nostro mondo invece è nostra
proprietà per la Grazia del Signore che noi, mediante l’Amore proveniente da
Lui, abbiamo formato in noi stessi in così tale bellezza. Perciò il Signore
viene anche così volentieri da noi, poiché Egli è il nostro Amore e la nostra
beatitudine”. Tutti gli occhi si riempiono di lacrime, anche quelli di Johanna
e dei quattro; essi, infatti, nell’Ospite hanno riconosciuto il Signore. Egli
fa cenno di tacere, cosa che loro comprendono assai bene.
27. Così entrano in contemplazione di un mondo che può
dare solo beatitudini, vedono solo uomini felici, che sono tutti stati provati
dalla sofferenza, perché nelle fasce intorno alla loro fronte, portano ciascuno
dei splendidi diamanti.
28. Josafa si fa spiegare tutto, avendo individuato
l’Ospite che, nella sua voce risonante, concede così volentieri ogni
chiarimento.
29. Solo alla domanda: “quando verrà il Signore”, Egli
dà una risposta negativa; poiché ciò dipende dalla brama per la Sua venuta, è
questa che muove il Signore.
30. “Questo mi è incomprensibile, caro Amico! Anche
noi abbiamo un ardente desiderio di vedere il Signore, e nonostante ciò a Lui
non è ancora venuto in pensiero di visitarci”.
31. “Sei sulla strada sbagliata, caro amico; la Sua
venuta, è anche un pericolo per i nostalgici. Come frutta immatura
danneggerebbe la vostra salute, così anche agli immaturi la venuta del Signore
non porterebbe la benedizione che Egli unisce con la Sua venuta. Il
Comandamento supremo del Signore, che Egli dà a Se stesso, è la tutela della
libertà dei Suoi combattenti e nascenti figli; oppure credi, caro amico, che se
il Signore venisse da te all’improvviso, tu diventeresti subito un figlio Su?
32. Il Signore considera certamente tutti come figli
Suoi; ma veri figli, essi lo sono solamente quando risorgono nel giusto spirito
filiale, e cercano l’adempimento dei desideri del loro Padre Santo!”.
33. “O Amico, finora io non avevo mai riflettuto bene
su questo, e la mia brama di vedere il Signore era solo per la soddisfazione
dei miei desideri. Johanna ha capito di risvegliare in me ciò, ma Tu mi riveli
l’ardente desiderio del Signore: avere figli liberi, che condividono, come Lui,
il Suo struggimento!”.
34. “Adesso hai parlato bene! Lascia maturare tutto in
te e, quanto più metterai nel cuore dei tuoi figli il vero amore e il desiderio
ardente, tanto più sorgerai tu stesso nella vera essenza di figlio. L’Amore
diventa struggimento e porta anche adempimento, di questo sii certo, poiché
vedi, questi uomini trascorrono qui la maggior parte del tempo per rendere
felici i loro fratelli e sorelle e, inoltre, senza dimenticare gli smarriti e i
perduti. Ogni cuore conquistato diventa per loro, altrettanto, come se tu nel
tuo mondo costruissi un nuovo tempio”.
35. “Ti ringrazio, caro Amico! Io vorrei che Tu
potessi fare il possibile per essere una volta anche nostro Ospite; con ciò Ti
potresti convincere fin dove siamo maturati nella nostra volontà e nel nostro
desiderio di raggiungere la libera figliolanza di Dio”.
36. “Questo può essere possibile, caro amico. E ora
vieni: abbiamo quasi dimenticato gli altri!”.
37. Essi hanno visto ancora molto, molto di bello,
allora Gotthard dice a Josafa: “Fratello, io ho l’ordine di riportare indietro
te, e i tuoi fratelli; Johanna si tratterrà ancora un po’ di tempo qui con le
sue sorelle, poiché lo scopo del loro amore è adempiuto”.
38. Risponde Josafa: “È qui il Signore che ti ha dato
l’ordine? Ti prego, rivelalo a me, affinché io Gli possa sottoporre il mio
struggimento”.
39. Gotthard: “Il Signore è qui, ma tu Lo troverai
solo con il cuore. Accontentati di ciò che hai vissuto e contemplato con i tuoi
fratelli, e utilizzalo per la salvezza tua, e loro”.
40. Con la separazione Josafa conclude: “Cari amici,
il mio intimo è colmo di gioia, adesso però sento dolore nel dover andare via
da voi; ma la Volontà del Signore è da adempiere. Solo una preghiera io vi
rivolgo: non dimenticateci nel vostro amore, poiché ora abbiamo davanti compiti
su compiti”.
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La
patria ritrovata
Il
ritrovarsi ancora col Signore, che vuole premiare Johanna donandole una casa
propria. - Minna le dona un nuovo abito e un nuovo diadema, e il Signore la
invita a entrare nella sua nuova casa. – Quale magnificenza essa è, e
all’interno ci sono tutti i salvati da lei, che l’attendono. – Il brindisi di
Johanna, e un’ultima parola dalla nonna-angelo Helene.
1. Johanna rimane con le sue sorelle presso il Signore.
Solo adesso che gli abitanti dell’altro mondo sono andati via, esse possono
togliere al loro amore ogni costrizione.
2. Il fratello e la sua donna [Johann e Minna] sono
assai felici di avere le cinque più a lungo ancora presso di loro; il Padre
Santo però, dice:
3. “Figlioli, Io ho ancora una missione da compiere, e
vorrei che tu, Johann, e anche tu, Minna, Mi aiutaste. A Johanna ho destinato
una dimora, dove lei potrà trovarMi sempre secondo il suo amore e il suo
desiderio ardente; i suoi compiti richiedono la massima quiete. Siete tutti
certamente una cosa sola con Me, ed è delizia sublime aver relazioni con voi,
così come è anche per voi. Johanna potrà poi dare nella sua dimora liberissimo
spiegamento al suo amore, per raggiungere quella maturità che le è necessaria,
per essere considerata come colonna nel Mio eterno Regno”.
4. Insieme visitano tutte le loro sorelle e i loro
fratelli, qua e là sostando secondo l’impulso del loro amore, che solo porta
adempimento. Questo è il momento più bello per le cinque, di tutto ciò che
hanno vissuto finora; spesso pensano alle loro sorelle e fratelli, allora il
Padre Santo dice:
5. “Figliole, solo adesso avete riconosciuto la vostra
eterna destinazione, e siete penetrate veramente nell’Essenza del Mio Amore.
Dalla più profonda miseria, fin su ai luoghi dell’eterna pace, avete raccolto
esperienze che sono radicate con la Mia Vita, con il Mio Amore e con la Mia
Brama. Te, Johanna, ti condurrò Io stesso a casa nel tuo Regno, nella tua
dimora, dove Mi troverai in ogni tempo, quando ti spingerà il tuo ardente
desiderio e il tuo amore.
6. Tu Lisa, Christa, Rosel e Lena dovrete essere
testimoni di come l’eterno Amore possa ricompensare tutto il vostro amare,
servire e liberare”.
7. Christa: “O Padre Santo, non possiamo rimanere più
a lungo con Johanna? Lei ci mancherà molto!”.
8. “Christa, e voi altre, ascoltate: anche voi andate
incontro alla destinazione cui va ora incontro Johanna. Da questo momento in
poi però, Johanna sarà uno spirito indipendente, mentre voi avete ancora
bisogno di una guida. Johanna vi visiterà quando la sua brama la spingerà a
voi, oppure voi stesse la chiamerete attraverso di Me. Rallegratevi con lei,
affinché il vincolo d’amore vi leghi ancor sempre più intimamente, per il tempo
e per l’Eternità”.
9. Chiede Minna: “Carissimo Padre, lascia a me, di
adornare Johanna dal Tuo scrigno del Cuore come Tua sposa, Tua figlia, sorella
e confidente!”.
10. “Minna, hai preceduto i Miei desideri: Mi rallegro
del tuo amore!”.
11. Dice il fratello Johann: ”Caro Padre, il pasto
d’Amore nella casa di Johanna è preparato, e mi ono attenuto completamente
all’impulso in me. Non sarai certamente in collera con me, per averTi tolto il
lavoro?”.
12. “In collera? No! Mio Johann, come potrei esserlo?
Speriamo che tu abbia pensato a tutto, e che non abbia dimenticato nulla!”.
13. “Padre, caro Padre, non ho dimenticato nulla,
perché Tu sei il mio Tutto!”.
14. Minna ha appena toccato Johanna, e lei ora sta lì,
in veste raggiante, con una cintura tempestata dei rubini più splendenti, e un
diadema nei capelli, arricchito con i più magnifici diamanti.
15. Le quattro sorelle si spaventano di tanta
magnificenza.
16. Allora Minna osserva: “Va bene così Johanna, caro
Padre?”.
17. “Minna, non sei andata troppo oltre con il tuo
amore?”.
18. “Oh, Padre, per Te non esiste un troppo oltre! Tu
mi hai dato tutto già prima. Johanna, tu invece non ti spaventare, davanti a te
c’è una santa ora! E voi sorelle, rallegratevi, perché siete testimoni di
quest’inconcepibile Amore e Grazia!”.
19. Allora il Signore prende per mano Johanna, e
nell’attimo seguente entrambi si trovano in un meraviglioso giardino, presso
una piccola casetta bianca come la neve, dalla quale ora esce la nonna.
20. “Padre, Tu caro e magnifico! Tu stesso porti
Johanna. Com’è colmo il mio cuore di gioia più grande!
21. Sii benvenuta, Johanna!”.
22. Dice il Padre Santo: “Figlia Mia, ora sei a casa!
Guarda questa tua dimora: essa è del tutto secondo i tuoi nostalgici desideri
che il Mio Amore è stato ad ascoltare nel tuo amore. Finalmente sei a casa!
Tutto è tuo, e tu sola potrai disporne secondo la tua volontà.
23. Ora vieni, conducici nella tua dimora!”.
24. “Io, caro Padre? Io, la piccola Hanny, deve
guidare Te e gli altri?”.
25. “Sì, tu Johanna! Poiché ora sei un angelo come tua
nonna, come Johann e Minna! Hai paura nella tua casa, dove ci sono solo amici?
Non hai avuto paura nell’inferno, presso esseri estranei!”.
26. “Padre, hai ragione, sono diventata un po’ debole
solo per un momento; Padre, adesso però Tu mi fortifichi, e non vorrei
arrecarTi un disonore!”.
27. “Sia, figlia Mia! La Mia benedizione sia la tua
forza!”.
28. Johanna apre la porta e dice a tutti: “Entriamo
nel Regno dell’Amore, Regno che dovrà essere la patria di tutti!”.
29. Johanna si guarda intorno, e il suo cuore è sul
punto di scoppiare! Tutto è così semplice e, ciò nonostante, così
magnificamente bello. Le pareti sembrano aver vita, le finestre sono grandi e
lasciano entrare raggi di luce che fanno risplendere tutto in un meraviglioso
fulgore. Nel mezzo c’è una grande tavola, apparecchiata con i vasellami più
fini.
30. Dice Johann: “Johanna, non ti spaventare del
numero degli ospiti che sono invitati al tuo giorno glorioso: apri là la porta,
e chiamali. Adesso, infatti, sei tu la padrona e rappresentante del Padre
Santo!”.
31. Allora Johanna apre la porta, e guarda in una grandiosa
sala, dove molti, molti ospiti l’aspettano in vesti raggianti. Sono tutti
conoscenti che fin dalle prime ore l’hanno aiutata nell’aldilà, in ciò che
adesso ha raggiunto. Lei dice:
32. “Sorelle e fratelli, l’Amore ha chiamato, e voi
avete risposto. Vi ringrazio! Mille grazie per la vostra venuta! Occupate posto
alla tavola del Signore: si tratta di ringraziare e glorificare Lui!”.
33. Non può stringere la mano ad ogni singolo, lei ha
solo lacrime di gioia.
34. Tutti hanno trovato posto, e si affrettano già
anche cuori pronti ad aiutare, portando del pane migliore, i frutti migliori e
del vino ancora migliore. Allora il Signore si alza e dice:
35. “Figli del Mio Amore, una figlia beata è il motivo
grazie al quale Io posso deliziarMi nel vostro amore! Quest’ora però è dedicata
innanzi tutto a lei, a Mia figlia Johanna, che ci ha guidato nella sua dimora.
A lei va il Mio ringraziamento, poiché nel suo cuore è potuto sorgere il Mio
Spirito di Salvatore e Redentore, Spirito che porterà a tutti, a tutti gli
esseri, la Redenzione. In questa santa ora dovete nuovamente essere tutti
testimoni del Mio Amore paterno, della Mia fedeltà e della Mia riconoscenza.
36. Tu, Johanna, finalmente ti sei fatta valere, e hai
trovato la via di casa che porta a Me, poiché tu avevi solo un’ambizione:
possedere assolutamente Me, tuo Salvatore! A te è riuscito. La tua sofferenza
passata, la tua vita, colma di rinunce, erano i gradini per risorgere nello
Spirito, Spirito che pochi contemplano e riconoscono in Me. Ciò che Io non
potevo dire e svelare a nessuno, tu lo hai presentito, e hai voluto realizzarlo
nella tua anima coraggiosa: il Mio segreto bramare, sperare e desiderare! Sei
stata fedele nel piccolo, perciò ti posso lasciare in un mondo che corrisponde
unicamente al Mio Amore e alla Mia Misericordia.
37. Prosegui la Mia opera. Tutte le Mie Forze, l’Amore
e la Sapienza, ti devono essere proprie!
38. Accogli la Mia benedizione e il Mio bacio paterno!
Amen!”.
39. Johanna risponde: “Miglior Padre e fedelissimo
Salvatore, Tu mi chiami figlia Tua! Mi trasferisci in un mondo, nel quale io
devo padroneggiare e servire. A me mancano le parole per ringraziarTi, ma Tu
sai come stanno in me le cose.
40. Finché sentirò in me ancora un impulso, esso mi
verrà da Te; finché vedrò una sofferenza negli altri, sarà il Tuo Amore che mi
spingerà ad aiutare! Io ti ringrazio, mio eterno e miglior Padre, Tu però avrai
difficoltà a placare quest’ardore in me, poiché ora Tu stesso mi hai tolto
quegl’impedimenti che ancora mi trattenevano per venire da Te!
41. Ascoltate tutti, sorelle e fratelli miei, voi
fedeli aiutanti e sostenitori del Padre Santo! Anche il vostro struggimento è
colmato, poiché io potevo maturare anche grazie al vostro contributo, per crescere
in questa Vita ora a me donata in eterno. Il Signore e miglior Padre mi ha
certamente posto molto in alto, ma ciò nonostante io rimango la vostra Hanny,
la quale conoscerà sempre di nuovo soltanto un ardente desiderio: amare,
servire e rendere beati!
42. In questo Spirito vogliamo unirci tutti ancor di
più, e amare il Padre Santo dal nostro sacro Amore, che vuole da Lui e per Lui
la cosa più meravigliosa. Beviamo insieme, affinché la Sua santa speranza di
Redenzione trovi completo coronamento, e tutti si trovino a casa, nel santo
Cuore paterno, come mi sono trovata a casa io stessa, grazie al Suo Amore e
alla Sua Grazia, e unitamente al vostro amore!
43. Ora prendete tutti in mano le coppe riempite:
questa bevanda tocca al nostro Padre e alla Sua eterna opera! Amen!
44. Ancora un sorso! Esso tocchi alla povera, lottante
Terra e ai suoi abitanti, affinché il meraviglioso Spirito redentore diventi
del tutto, e finalmente, sua proprietà! Amen!”.
45. Dopo il banchetto, è un gioire immenso. Tutti
vogliono stringere Hanny al loro cuore. Ma il momento più bello, è quando il
Padre Santo colmo d’Amore si tiene abbracciato con Helene, [nonna di
Hanny-Johanna] e Johanna.
46. Helene dichiara: “Ora tu sei sorella mia, poiché
da un unico Petto riceviamo Amore e Vita! Qui c’è adempimento, qui c’è quiete,
Fonte di Luce e Potenza! A questo Petto c’è la vera patria! Chi si può
stringere qui, senza timore e ansietà, sospinto dall’Amore del Salvatore, avrà
davvero la patria ritrovata!”.
–
FINE –
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[1] Si ricordi che siamo in Germania, e il 14 luglio
1933 fu varato il programma di eugenetica che, per preservare pura la razza,
ogni individuo con delle malformazioni era sottoposto a sterilizzazione.