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Scene deliziose della Vita Terrena di
Gesù
Ricevute in visione da Max Seltmann
1928
Libretto II
Vita di Gesù
Gesù a 25 anni con Giulio, poi al lavoro con Giacomo presso il vecchio
Zaccheo fa vivere avvenimenti interiori
Cap. 1 Gesù e Giacomo, sulla via che porta al
nuovo posto di lavoro
Cap. 2 Alla locanda di un vecchio oste,
l’incontro con Giulio
Cap. 3 Con Giulio, Gesù dialoga sul ‘Padre’ in
noi
Cap. 4 Presso il vecchio Zaccheo
Cap. 5 Commenti tra il giovane Zaccheo ed il
vecchio Zaccheo
Cap. 6 Avvenimenti interiori sotto il cielo
stellato
Cap. 7 Al mattino del Sabato, sulla collina –
Nuovi avvenimenti interiori
Cap. 8 Giacomo benedetto nella quiete del
Sabato
Gesù e Giacomo sulla via che porta al nuovo posto di lavoro
1. Freschi in un bel mattino marciano per le campagne Giacomo e Gesù con gli attrezzi del mestiere in mano e sulle spalle. Taciturni attraversano per lungo tempo villaggi e borgate, finché Gesù rivolgendosi a Giacomo gli domanda: “È ora finalmente quieto il cuor tuo?”.
2. “Ancora non completamente”, – risponde Giacomo, – “francamente sono già abituato a camminare come un muto accanto a Te. – Vedi, fratello mio Gesù, non ho dimenticato niente, io spero e credo! Ma poiché una volta finalmente mi permetti di parlare e noi due siamo soli, – allora, mio Gesù, permettimi di essere aperto e Ti dica: questo è stato un tempo difficile! – Difficile per noi, difficile per Te! E ora dimmi solamente: tutto questo era ed è necessario? –
3. Il dispiacere a casa; il vecchio padre Giuseppe quasi non riesce più a far niente. E Tu, Gesù, Tu uomo buono, riesci sempre a rimanere solitario, muto e schivo? Hai dimenticato così velocemente ciò che Tu stesso ci hai insegnato? – Quando Io rileggo le annotazioni, mio buon Gesù, allora credo di star seduto sulla Porta dell'eterno Cielo. Ma se adesso considero il Tuo comportamento, siedo alle porte dell'inferno, e conflitto su conflitto si trova nel mio cuore. È ben vero, Tu compi il Tuo dovere meglio di tutti noi; pure non posso comprendere questo Tuo comportamento.
4. Quando Tu eri ancora fanciullo allora venivi dal Tuo Giacomo, e ora che ci potremmo comprendere ancora meglio, ora Tu mi eviti? – Mi meraviglia soltanto che il padre abbia permesso che noi due dovessimo vivere e lavorare per circa quattro settimane lontano da casa, e che Maria, Tua madre, l'abbia senz'altro approvato”.
5. Risponde Gesù: “Mio Giacomo! Non fare troppe domande in una volta! Tutto doveva avvenire così, perché Io volevo così! E che abbia scelto te per questo viaggio di lavoro, alla fine lo comprenderai da te stesso. Bada bene a tutto! Non emettere giudizio su nulla, nemmeno sulla più piccola cosa! Perché tutto ha il suo motivo! – E che Io non sia più venuto, come da bambino, a te nella scuola della vita, trova la sua soluzione nel fatto che non ne ho più bisogno. Io però ti do, fratello Mio Giacomo, il buon consiglio: vieni ora tu quanto più spesso puoi da Me e fatti consigliare da Me! Perché nel Mio Cuore vive pienezza ed ultragrande ricchezza.
6. Quanto avreste potuto essere tu e voi tutti felici, se – memori delle meravigliose Rivelazioni piene di Grazia – aveste creduto ed aveste con ciò contribuito al fatto che tutto si sarebbe potuto risolvere più facilmente e più velocemente. Oggi, Mio Giacomo, Io sto veramente non soltanto con uno, ma con due piedi sul vero Terreno di Dio, e quello che Mosé soltanto sentiva, Io lo so: questo terreno è sacro! E dove potevo acquisire tutto questo? – Vedi, soltanto nel silenzio e nella solitudine! Con una potente, solida Volontà dovevo dominare il Mio Cuore. Grave per Me e per voi; voi non volevate comprendere questa Mia necessità di Vita. Per questo – divenni taciturno – e chiuso.
7. Tutto il dispiacere nella casa di Giuseppe bruciava nell’anima Mia; ho versato lacrime su lacrime, e dolore su dolore trafiggeva il Mio Cuore. Esso voleva gioire con voi, voleva anche essere lieto e giocondo. – E sarebbe stata certo la morte, la morte spirituale per molti. È facile parlarne quando lo si ha già superato; ma credi, ancora molto, molto è da superare! – Che la madre si preoccupasse e soffrisse terribilmente, è comprensibile; ma che voi l’abbiate sostenuta nel suo falso agire e reso perfino ridicolo il santo amore che ci legava (perché lei Mi amava soltanto come figlio suo) era ingiusto, amaramente ingiusto! Ma ora anche questo è superato! E il periodo della nostra vita ora veniente, finché siamo ancora insieme, sarà ben più affettuoso e tranquillo.
8. Ascolta, Mio Giacomo! Io volevo essere adesso in questo tempo solo con te e lavorare. Non impiegherò forze soprannaturali di nessuna specie, perché il ‘Mio tempo’ non è ancora venuto! – Ma in casa di Zaccheo, dove lavoriamo, lascia a Me, come il più giovane, il piano e l’iniziativa del lavoro. Abbiamo una buona reputazione come carpentieri; e Zaccheo, quale un discendente della stirpe di Abramo, deve essere preparato per il lavoro al Regno di Jehova. E lui deve più tardi – per tutte le Eternità – diventare un’importante testimonianza.
9. Certamente Io non posso dire che sarà così o così – o che Io lo voglia! Perché la volontà dell'uomo deve essere per Me sacra, anche la tua! E per questo fondamentale Principio di vita, in futuro voglio fare tutto così che non sia esercitata nemmeno la più piccola pressione. Fa attenzione a questo, Giacomo fratello Mio! E così rimaniamo silenziosi per un po' di tempo, nel prossimo villaggio trascorreremo la notte.
10. Quindi sii memore delle Mie Parole”.
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Alla locanda di un vecchio oste, l’incontro con Giulio
1. Così i due continuano il loro cammino, Giacomo col cuore in conflitto, e Gesù con sul suo volto un’aria meditabonda. –
2. Dopo un lungo, faticoso cammino raggiungono la locanda. Secondo il costume dei giudei si lavano i piedi e chiedono nel Nome di Jehova da mangiare, da bere e un giaciglio per la notte, cosa che l’affabile oste promette loro volentieri.
3. Dalla stanza attigua giunge un caotico chiasso di gozzoviglianti soldati romani; ma entrambi fanno come se questo non li riguardasse.
4. Dopo aver mangiato e bevuto, il vecchio oste viene e domanda come stanno. Gesù ringrazia con Parole amichevoli e chiede poi all'oste: “Poiché tu ci hai domandato con buona intenzione e buon sentimento, allora permetti anche a noi di chiederti: Sei tu felice e soddisfatto?”.
5. Allora il vecchio oste Lo guarda con i suoi occhi penetranti dicendo: “Giovane amico! Tu sei veramente il primo che mi domanda di soddisfazione e felicità. Ma se devo risponderti sinceramente, devo dire: 'No!'. Poiché dispiacere su dispiacere colma il mio cuore. Senti questi stranieri quante arie si danno? – Come si comportano da signori, e si deve assistere impotenti quando imprecano su tutto ciò che ci è sacro. Se poi vengono i templari, e ci si lamenta per il proprio dispiacere, allora secondo loro non abbiamo pregato ed offerto abbastanza! E quanto ho sperato che la nostra bella patria diventasse nuovamente degna di ospitare tutti i giudei come uomini liberi e felici, amati e benedetti dal Signore Iddio Zebaoth!
6.
Ora sono diventato
canuto e vecchio; chissà quando potrò raggiungere i miei padri! – E quanto ho
sperato nel Salvatore, nel Messia! Come ho accumulato in silenzio amore su
amore, bene su bene, per onorare Colui che guiderà fuori il nostro popolo dalla
babilonia romana! Circa 25 anni fa passarono di qui su cammelli dei savi e
sacerdoti indiani e ci diedero qui a questo tavolo notizia e speranza di Uno
che era nato a Betlemme e che doveva essere chiamato da Dio a liberare il paese
dall'invasore e doveva portare
7. Risponde Gesù: “Tu, caro locandiere, ci hai detto più di quanto volevi;– ma attratto dall'amore in noi per te, tu non potevi tacere. Poiché ti dico: Io comprendo il tuo ardente desiderio, la tua speranza e anche il tuo dolore. – Anche nel Mio Cuore vive la saldissima fiducia: presto verrà la liberazione! Presto verrà il tempo! – Certo, tu difficilmente lo vedrai. – Ma ora va dai tuoi ospiti, ti chiamano”.
8. La porta si apre, e con le guance arrossate viene un sottufficiale al nostro tavolo e c’invita entrambi ad entrare nella stanza accanto, visto che anche noi siamo soli. Ma Io rifiuto ringraziando e poi lo invito: “Siediti pure al nostro tavolo! Vedi, abbiamo camminato quasi tutto il giorno ed abbiamo ancora un lungo viaggio davanti a noi, perciò abbiamo bisogno di riposo. Ma un momentino ancora possiamo rimanere insieme”.
9. Il sottufficiale guarda Gesù e gli porge la mano dicendo: “Se ti guardo così, allora qualcosa si muove nel mio cuore che mi rende oltremodo giulivo. – Non può essere per il vino bevuto. – Con te potrei stringere subito amicizia!”.
10. Gesù si alza da tavola, gli porge la mano destra e
dice: “Allora il tuo desiderio deve essere esaudito!
– Adesso, in quest'ora, Io ho nient’altro da offrirti che
11. Tutto il Mio cuore è colmo dell'unico pensiero: soltanto come fare affinché tutti gli uomini
possano riconoscere quale grande felicità li attende, se rivolgono la loro
attenzione a fare gli altri felici. Vedi, tu sei un pagano, Io sono un
giudeo. I nostri cuori però non domandano: ‘Chi
sei tu?’ - ma noi due ci siamo lasciati afferrare dallo stimolo dell'amore,
per separarci – ben secondo il corpo – ma non più secondo l'amore! –
12. Io sono – Colui che sono! Il Mio grande Compito sta
dinanzi a Me come un meraviglioso paesaggio visto dal monte, e vedo chiaramente
la via che devo percorrere. Quando sarà venuto il tempo, allora annuncerò al
mondo in ascolto che il loro odierno falso ed assurdo operare è la rovina del
mondo intero. E che ogni uomo deve lavorare e darsi da fare solo in sé, per
spezzare le catene che ci legano veramente ‘con
il mondo’ così strettamente.
13. GuardaMi tranquillo, Mio caro Giulio! Io conosco il tuo nome, ma non da oggi, già da lungo tempo ti conosco, e anche tu desidererai conoscerMi più da vicino. Dammi la tua parola d'onore di tacere su ciò che ti dico, e questo giorno diventerà per te pieno di benedizione! Tu guardi ‘Colui’ del Quale tuo fratello ti raccontò così tanto e ti mise nel cuore: «Se incontri Gesù, allora trattieniLo! TrattieniLo – se possibile – tanto stretto affinché Egli diventi amico tuo!».
14. Certo, il Mio fratello Giacomo è stato qui testimone di
così tante meravigliose potenti Rivelazioni di Dio. Ma anche a lui è accaduto
come a tuo fratello Cornelio: essi non hanno ancora riconosciuto lo Spirito in
Me. Ma tutto ha bisogno del tempo suo! Tu però riconosci l'eterno Dio dei
giudei e Lo accogli in te! È Lui che può darci
15. Tutte le beatitudini hanno la loro origine nella propria interiore dimora del cuore! Ma finché ancora delle passioni dominano completamente l'uomo, non potrà sorgere in lui nessuna vera felicità!
16. Tu domandi: «Come ti devo comprendere, mio Gesù?». Io ti
dico soltanto questo: osserva i tuoi soldati quando sono in servizio e fuori
servizio, quando sono sobri e quando sono pieni di dolce vino. Allora scorgerai
17. La più grande felicità dell'umanità consiste nell'essere ‘senza desideri!’ – Ma i gradini per questa felicità non portano verso l’alto, all’onore e alla gloria, ma verso il basso, al ‘non-voler-essere niente’, ad essere pronto a ‘servire’ al ‘sacrificio ed animo soccorritore’.
18. Tu sei un romano, che è un uomo di volontà. Quindi vuoi, e
noi non ci separeremo mai più in eterno, anche se siamo lontani fisicamente
l'un dall'altro. Ma in questo, pensa come Me: chi ha
19. Per questo Io Mi preparo alla lotta contro il mondo, per servire coloro che Mi concedono la loro amicizia, per aiutarli a raggiungere la magnifica meta!”. –
20. Ora entra nuovamente il vecchio oste, e Giulio dice: “Mio caro oste! Portaci ancora un boccale di vino e due coppe, perché io ho stretto amicizia con questo giovane artigiano, e questo deve essere festeggiato”.
21. L'oste esce fuori; ma prima manda ancora un lungo sguardo a Gesù. – Nella stanza regna il silenzio ed è come se quanto detto da Giulio ricevesse ancora vita. Poi viene l'oste, pone un boccale di vino sul tavolo e vuole riempire le coppe. Ma Giulio dice: “Lascia che versi io stesso! …a Te, mio Gesù, per primo! …poi a te, Giacomo, e a te, oste, come testimone, …e a me per ultimo!”.
22. E così Giulio prende la coppa colma nella mano sinistra, afferra con la destra la mano sinistra di Gesù e dice: “Vieni! Brindiamo alla nostra amicizia, e voi confermate, affinché lo Spirito e l'essenza del puro, vero amore fraterno e d'amicizia ci leghi finché siamo uomini! – Affinché oscuri, torbidi tempi non portino dubbi nella nostra amicizia, bensì che ci aiutiamo e ci serviamo in tutti i tempi del bisogno”.
23. Allora
Gesù prende ancora una volta
24. Giulio non vuole sentir ragioni e crede che il giorno che vive oggi sia un’eccezione; ma Gesù rimane fermo e determinato e dice: “Ora vogliamo per oggi prender commiato. E se Dio vuole, allora ci rivedremo presto nuovamente!”. –
25. E
Giulio, senza domande, prende nelle sue due mani
26. Poi si affretta alla porta. Allora Gesù ancora una volta dice: “Giulio! Quello che tu Mi hai fatto oggi in e per amore, lo farò Io – nello Spirito – giornalmente, se tu non Mi smarrisci dal cuore! – E così ‘l'Amore’ ti benedica!”.
27. Sorpreso
è il vecchio oste e non sa raccapezzarsi: un romano stringe ‘amicizia’ con un giovane giudeo? – A
questo, Gesù dice: “Sì!
– Credi tu forse che tra i romani non ci siano uomini ai quali dobbiamo rendere
il massimo rispetto? Io sono pienamente cosciente di non aver reso felice un
indegno con
28. E così si conclude un importante giorno sul sentiero che porta alla Sua meravigliosa meta!
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Con Giulio, Gesù dialoga sul ‘Padre’ in noi!
1. Al mattino di buon’ora – appena spuntano i primi raggi del Sole – i due si ritrovano già nella sala con il vecchio oste, il quale non vuole rinunciare a porgere la mano a questi ospiti straordinari, prima della loro partenza. E così siedono per fare colazione. Dalla cucina si ode un canto dai Salmi di Davide intonato dagli altri abitanti della casa.
2. Allora il vecchio oste dice a Gesù: “Caro giovane amico! Perdona me vecchio perché non vi comprendo nella vostra giovinezza! Come ti è stato possibile stringere amicizia con i nostri nemici che sono pagani? Non è quasi credibile con quale leggerezza tu tratti gli altri! E del fratello tuo ti curi appena? Veramente non riesco proprio a comprenderti!”.
3. Gli risponde Gesù: “Mio caro oste! Tu uomo fedele e giusto! Forse, oltre al Mio padre adottivo, non ve n’è un secondo come sei tu. Ma lasciati dire questo da Me: tu non hai nessun’idea della vera Vita, per non parlare del sapere! Vedi, quello che Io ho fatto e faccio, è dalla Vita dell'Amore di Dio! Quello che tu fai, è l’osservanza di rigide leggi!
4. Vedi! Il Mio Principio e Scopo della Vita è: rendere felici – e deliziarsi nella felicità degli altri! –
5. Tutto ciò che è creato è destinato alla e per la felicità degli uomini. Ma l'uomo tracciò dei confini, s’impadronì di cose che dovevano servire a tutti, e così sorsero le differenze, dove l'uno non ha nessun sentimento per le bellezze spirituali e s’immerge senza danno nel godimento dei sensi, e l'altro per preoccupazioni ed angosce non può trovare gioia per queste bellezze. Ma Io amo tutto il bello e vorrei rendere bello anche tutto il brutto.
6.
Nel petto di questo
soldato ho scorto un’anima bella. Perciò ho avuto piacere per questa ed ho
potuto mettervi un Pensiero dell'Amore come Vita proveniente da Dio, Vita che
un giorno splenderà in bellezza attraverso
7.
Anche in te Io scorgo un
desiderio, un impulso – ma non può realizzarsi. Il tuo animo è orientato
diversamente. Tu servi riluttante i romani e li consideri nemici, come
avversari di Jehova. Io ti dico fuori dal Mio Spirito: non posso affatto
immaginarMi un araldo migliore, come l’oppressione di un’occupazione straniera!
Essi frenano il tempio da cose che porterebbero certamente al paganesimo. E
qualcuno è costretto a riflettere su questo ‘perché’
e ‘per che cosa’.
8.
Infatti, tutti i giudei giustamente
pensanti ed obiettivi sono amici dei romani e incoraggiano senza dubbio in loro
il riconoscimento dell'eterno Iddio! I romani non combattono Dio e il culto di
Dio, ma essi ragionano obiettivamente su tutti i dogmi e precetti del tempio e
le loro false, avide tendenze!
9.
Perciò sforzati a fare
tutto spontaneamente e volentieri ciò che Dio permette, e in te sorgerà la vita.
Ti risveglierai dal tuo lungo sonno e riconoscerai ‘i segni’ del nostro tempo.
10. Guarda Me! Io, di gran lunga il più giovane, conosco
questa Vita meglio di te, anche se tu hai raccolto esperienze di mille anni
terreni. Perché Io sono in intima unione con lo Spirito che portò all’esistenza
da Sé te e tutta la Creazione. E anche se oggi come semplice artigiano ho
ancora bisogno di pane e guadagno, diventerà comunque manifesto a tutto il
mondo attuale, quando sarà giunto il Tempo Mio: che il Regno dei Cieli è venuto
a loro. Se tu potessi renderti conto che Io ho soggiornato come Ospite in casa
tua, in verità d’ora in poi tu saresti ultra beato! Ma tu lo riconoscerai
soltanto un giorno nel Mio Regno.
11. Il nostro cammino continua, ma ti lasciamo la nostra Benedizione
d'Amore! Cerca di accoglierMi nel tuo cuore, così come hai accolto ognuno dei
tuoi figli – allora gli anni che hai ancora da vivere diventeranno per te una
serata estiva, e sarai felice al ricordo di essere stato insieme a Colui che ti
può preparare eterna felicità. E ora, nel Nome di Jehova, vogliamo proseguire!
L'Amore e
12. Prima che il vecchio oste si possa render conto, rapidamente ci allontaniamo da lì e, in adorazione nel cuore, ci affrettiamo sulla strada sterrata.
13. Ecco che ad un bivio ci aspetta un drappello abbastanza numeroso di soldati in file ben ordinate; e come siamo vicini, viene avanti il comandante subalterno e ci fa salutare. Noi ringraziamo e poi viene avanti Giulio – poiché è lui che ci aspettava – e ci prega di accettare la sua scorta, poiché i suoi sottoposti fanno soltanto esercitazioni di marcia e la meta non ha nessuna importanza.
14. Gesù
fa cenno di sì con la testa, e Giulio impartisce allora l'ordine di continuare
la marcia. Egli stesso rimane indietro per proseguire con Gesù e Giacomo. Gesù porge
15. Risponde
Giulio: “Sì! – e no! – mio ottimo Gesù, perché il senso
del tuo discorso mi conduce alla mia vita interiore. – Ma io non so ancora
bene: ‘Per quale motivo?’. – –
16. Vedi, tutta la mia educazione fu diretta a fare di me un uomo di cultura, di onore e di riguardo e di occupare il mio posto. Di essere possibilmente giusto con tutti, di evitare il peccato e cattiveria e di riconoscere il più forte. E con ciò hai la ‘mia immagine’. – Ma se hai ancora qualcosa da aggiungere, allora ti prego per questo, quale mio amico, intimamente”. –
17. “Caro Giulio! Io ti conosco, e questo già da molto tempo!
E poiché Io so tutto quello che si svolge in te tra dovere e onore, e conosco
anche la tua buona, onesta volontà, per questo Mi son fatto trovare da te! E se
tu credi che lo voleva il caso, allora Io ti dico che non esistono casi e non
possono esistere, ma soltanto guide della vita! –
18. Io ho bisogno di
te, perché conosco la tua volontà! Tu Mi hai esposto la tua educazione, e così
lascia che ti esponga la Mia: dalla prima
giovinezza Io sono cosciente della Mia Missione. Il Mio padre adottivo era
ed è severo e giusto e sempre si adopera di adempiere la legge di Mosé. Così
anche a Me venne inculcata la consapevolezza: la legge è da adempiere!
19. E così in infantile obbedienza e con energia ferrea, in Me
si sciolse qualcosa che a te potrebbe sembrare inesplicabile. Così in Me si unì
il Mio Spirito con lo SPIRITO di ogni Vita. Ma intravedevo anche tutti i grandi
ostacoli che ancora M’impedivano di divinizzare in Me, come un uomo totalmente
libero, tutto ciò che era legato e incatenato.
20. Così vissi una vita nell'interiore. – Esteriormente facevo
e faccio il Mio dovere verso ognuno. Ma
interiormente sono già da tempo slegato e svincolato dall'esistenza terrena.
Oggi Mi chiama con un cenno, vittoria e ricompensa. E meglio e più
magnificamente nessun imperatore o principe può ricompensare, come sono
ricompensato da Dio! Sebbene, infatti, Io
sia un abitante della Terra, porto tutti i Cieli e tutte le Magnificenze e
tutta
21. Mi occorre soltanto un breve tempo ancora, per attendere
22. L'umanità si ottenebra sempre di più. Qui paganesimo, là
idolatria! Qui superstizione e là incredulità! Questa è in generale
l'esteriorità dell'uomo. A questo si aggiunge ancora l’avarizia e l’ambizione,
unita alla più grande cattiveria. Dimmi, Giulio Mio, potresti tu tacere se
fosse in te Verità e Luce, Forza e Consapevolezza – e, in più, uno Spirito che
ti spinge come l'acqua viene spinta fuori di una sorgente? –
23. Tu dici in te: ‘No!’, – e per questo Io ti dico: anch’Io non posso e non tacerò, ma Mi metterò totalmente al servizio del Mio Padre celeste, il Quale vive in Me e Mi rivela tutto! –Ma senza il Suo Spirito Io non sono più di te. Ed anche tu puoi sciogliere il tuo spirito dall'essere animico passeggero, così che Esso ti serva e ti mostri la vita nella sua pienezza”.
24. Risponde
Giulio: “Mio Gesù!
Come posso afferrare tutto questo così velocemente e comprendere così
giustamente? – Ciò che io ho vissuto con te in queste poche ore, è per me
troppo nuovo ed inafferrabile. Poiché qui tu non sei più un debole, piccolo
uomo, dunque tu sei un inviato del tuo Dio?! – Ma allora non riesco a
comprendere bene perché eviti il tempio, poiché pure tua madre è stata allevata
nello stesso? (sebbene a causa della sua gravidanza venne nel più grande
conflitto con il tempio)! –
25. Vedi, da Cornelio sono stato informato anche di questo;
ed avrei dato molto se fossi potuto rimanere sempre accanto a lui. Con profondo
affetto egli raccontava cose meravigliose di te, cose a cui quasi non potevo
credere; ma poi le notizie cessarono. – Quanto si rallegrerà quando verrà a
sapere che tu sei rimasto lo stesso, ed egli ti sarà sempre fedele per il tempo
della sua vita! Puoi continuare a parlare del Padre tuo che vive in te?!
26. Dimmi, …questo non lo comprendo: ‘Chi? Che cosa? – e, dov'è il Padre tuo? Posso vederLo anch'io, come vedo te – oppure si nasconde Egli dietro al fato, dietro al quale si nascondono i nostri déi? – Vorrei pregarti dal profondo del cuore di liberarmi dalla mia poca chiarezza, affinché impari a comprenderti completamente, e deponga ciò che ho coltivato per anni inutilmente”.
27. Risponde
Gesù: “Sì, Mio caro
Giulio, tu chiedi molte cose. Ma se la risposta ti soddisferà, – non voglio
ancora indagarlo nel Mio Spirito. Perciò ascolta: il Padre Mio da Eternità in
Eternità – è lo Spirito di ogni Vita proveniente da Dio e si chiama: l'eterno infinito Amore.
28. L'amore di tua madre per te, dimMi, Giulio Mio, chi, che
cosa e dove esso era? – Esso era proprio come un santo, invisibile impulso, un
sentire e percepire e viveva soltanto nel cuore della buona madre tua. – E ciò
che voleva quest’amore, mani e piedi, occhi, orecchi e bocca lo portavano a
compimento.
29. E così vive in Me questo santo amore come una vita piena di
potenza e consapevolezza! E ciò che in tua madre erano mani e piedi e tutte
le membra, – Lo sono Io nella Mia stessa persona. Soltanto là le membra
compiono meccanicamente la volontà, mentre Io lo faccio coscientemente e
volontariamente e sempre lo farò!
30. Hai compreso quest’immagine? Tu fai cenno col capo, ma il
dubbio vive nel petto tuo; perché per te è troppo nuovo il senso di tutto il
Mio discorso.
31. Tu hai udito parlare del Dio dei giudei, il quale dovrebbe
dimorare nel tempio a Gerusalemme ed attesta
32. Perciò comincia da te! Accogli ogni Parola di Dio nel tuo
cuore: ogni Parola è un cristallo! Protetto e conservato è un possesso
meraviglioso, ma se cade a terra, non soltanto puoi perderlo, ma può anche rompersi;
e l’hai perduto per sempre.
33. Soltanto chi accoglie
34. Egli era da Eternità in Eternità! E questo Spirito si
chiama: AMORE! – AMORE! – AMORE!
35. Io, come Figlio dell'uomo, ho scelto il vessillo dell'Amore. Con questo Mi sono
arricchito in fedeltà e scrupolosità nell'accettazione ed adempimento dei Suoi
Comandamenti nello Spirito dell'Amore, così che nel Mio Cuore non vive altro
che questo MIO eterno meraviglioso PADRE!
36. E come fedele Testimone della Sua essenza Io ti porgo nuovamente
la mano per il patto di fratellanza. Vedi, Io ti dico che ho bisogno di te! E
ora che Mi riconosci come Colui che vuole testimoniare della vera Vita di Dio
nell'uomo, allora ti prego: proteggi tu i Miei, poiché Io dalla Forza di Dio in
Me, non lo posso fare!
37. Vedi, voglio evitare Nazareth e tutti i luoghi dove ho
vissuto da fanciullo e giovinetto, affinché tutti gli abitanti non debbano
essere costretti ad accettare qualcosa, mentre il loro interiore è ancora
contrario. Certo tu puoi facilmente esaudire questa preghiera poiché in futuro
sarai spesso da quelle parti.
38. Anche tu, Mio Giulio, non accettare mai qualcosa che il
tuo cuore non potrebbe confermare! Soprattutto in futuro cerca tutto in te e
troverai Me, il tuo Gesù, il tuo Amico e Fratello!
39. Ci dobbiamo separare, perché la tua carica, il tuo dovere
richiede altre vie! Ma ciò nonostante pensa alle Mie Parole! Vivificale in te
dal profondo – e sarai libero da tutti i dubbi! Non cercarMi altrimenti che
solo in te! Fa sì che la Mia Immagine e il Mio Spirito sorgano in te, e potrai
intendere, …Me! – E in modo amabile comunicherai anche tu, presto, con il Padre
Mio; come Io comunico con Lui!
40. È abbastanza per oggi! Al ritorno nella nostra casa paterna t’incontrerò di nuovo. Poiché il Mio tempo non è ancora giunto. Richiama i tuoi soldati, affinché riposino ed Io li possa benedire al passaggio! – E così, sii benedetto dalla Forza dell'eterno Amore, dal tuo Gesù! Amen!”.
41. I due continuano il cammino, ed in breve tempo sono scomparsi dagli sguardi di Giulio e dei soldati. Giulio rivolgendosi a questi dice: “Voi avete visto un uomo che è diventato il mio migliore amico, da quest’uomo procedono torrenti di felicità, verità, luce e forza, ed egli diventerà una potente benedizione! Imprimetevi la sua immagine e le sue sembianze! Egli è un inviato del Dio dei giudei e non disprezzerà nemmeno noi tutti, ma, secondo la sua testimonianza amerà anche noi! Ed ora… dietro front!”.
42. Nel frattempo Gesù e Giacomo continuano il cammino verso la loro meta. E senza posa e riposo, senza parlare con la bocca, ma tanto più nel cuore, arrivano, spinti dalla Forza del Signore, al calar del Sole alla loro meta. –
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Presso il vecchio Zaccheo
1. Essi sono attesi dal vecchio Zaccheo, il quale ora non fa nulla di più urgente che ospitare i nuovi arrivati e concedere loro ristoro.
2. Non ci vuole molto, così tutto è ordinato, e il fratello Giacomo brama ardentemente il riposo. Ma Gesù vuole parlare con il Suo ospitante e committente di alcune cose ancora, perciò dice a Giacomo: “Fatti indicare la nostra camera e nel frattempo va a riposare. Fra un paio d’ore ti raggiungo”.
3. Il vecchio Zaccheo dà ora istruzioni affinché i due ospiti possano andare a riposare. Ma Gesù rimane col padrone di casa per discutere del lavoro da eseguire. Nel corso del colloquio Gesù dà ragione a Zaccheo sul fatto che una grande sala come fabbricato aggiunto alla spaziosa casa avrebbe rimediato alla mancanza di spazio lamentata finora.
4. C'è legname in gran quantità e vengono impiegati anche alcuni operai e servitori. Quando si deve parlare del salario, dice Gesù: “Mio caro Zaccheo, rimanga ciò che hai concordato con Giuseppe, il Mio padre adottivo! E con ciò sia concluso nuovamente il nostro contratto”.
5.
I due s’intrattengono ancora per un po’, finché
Zaccheo chiede di Giuseppe, di Maria, dei fratelli e anche del ragazzo
prodigio. – Gesù sorride e dice: “Stanno tutti bene. Ed è sempre ben fatto quando è
adempiuta
6.
Se tutti gli amici e
vicini fossero rimasti fedeli alla promessa fatta a Giuseppe, ossia di tacere
di Lui, allora storie e leggende non avrebbero preso il loro corso, cose che
hanno causato al vecchio padre Giuseppe parecchie lotte e qualche prova di
fede.
7.
È purtroppo quasi sempre
il caso che tutto ciò che è elevato viene insudiciato e altre cose basse
vengono presentate come oro davanti alla grande curiosità degli uomini.
8.
Voi due, tu e Giuseppe,
siete stati dei buoni amici, ma per quanti anni non vi siete visti? Tu avresti
guadagnato molto, moltissimo, se fossi rimasto in contatto con la casa di
Giuseppe, ma ora non parliamo di questo. Possiamo parlarne ogni sera.
9. Una preghiera rivolgo ancora a te, anche a nome di Mio fratello: lasciaci nella tua casa la massima libertà, finché rimaniamo qui, poiché sono abituato a rimaner da solo per un’ora al mattino presto! E se di sera per la benedizione serale dovessimo essere assenti, allora scusaci, perché noi due ci procuriamo ore complete di pace alla vista delle magnifiche costellazioni. In casa di Giuseppe non è mai sorta disarmonia per questo, e in casa tua Mi sento anche come a casa Mia”.
10. Il giudeo acconsente con la testa e domanda se, di quando in quando, non potesse anch’egli prendervi parte, cosa che viene subito accettata con gioia.
11. E così termina la giornata.
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Commenti tra il giovane Zaccheo e il vecchio Zaccheo
1. Ora seguono giornate d’intenso lavoro, ma alla vigilia del Sabato ed il Sabato che segue regna nella casa di Zaccheo la massima quiete. Suo figlio, anche lui di nome Zaccheo, viene in visita a casa dai genitori e si rallegra in sommo grado sul lavoro già molto avanzato, dicendo al padre: “Ascolta, questo è veramente un capolavoro dei due carpentieri; – e che speciale, ingegnoso lavoro! E' stato proprio bene chiamare i Nazareni!”.
2. “Sì, figlio mio, hai ragione! Ma tu non puoi immaginare quanto sono attratto dai due; – soprattutto dal più giovane! Sai, ho trovato un tal procedere consapevole, una tale modestia e buone maniere, che non trovi tra i più ricchi, cosa che mi procura il più grande piacere stare ad osservarli”. –
3. Dice il giovane Zaccheo: “Sì, ma dove sono oggi: nella sinagoga?”. –
4. Risponde il vecchio Zaccheo: “Non lo so! Perché entrambi sono già usciti insieme di primo mattino ed è ben difficile che ritornino ancora oggi, poiché il maggiore ha portato con sé pane e vino. D’altra parte questi due sono, ogni giorno che passa, un grosso mistero. Pensi che parlino insieme? – Nemmeno una parola, nemmeno un suono, soltanto un lieto, allegro cenno del capo. Talvolta anche una stretta di mano, come due innamorati, e di più non si vede e non si sente nulla”.
5. “Ma padre, è questo dunque possibile? – Deve pur aver luogo un’intesa? Osserva soltanto l'ottimo lavoro, qui non ha certo lavorato ognuno con la sua propria testa! – Sai una cosa? – Sabato prossimo invitali a rimanere presso di te; anch'io vorrei conoscerli. Mi hai incuriosito. Ora però non parliamone più!”.
*
6. Più tardi i due rientrano a casa. Hanno fatto visita ad un buon amico, al quale Gesù un giorno rese un grande servigio.
7. Nei giorni successivi lavorano ancora molto; poi alla vigilia del Sabato Zaccheo stesso riferisce ai due il suo desiderio e prega di rimanere domani, Sabato, a casa, poiché suo figlio, che vive fuori, vorrebbe volentieri conoscerli.
8.
Allora Gesù dice: “Sì, mio caro Zaccheo! Anche noi vorremmo conoscerlo
meglio. Siamo qui già da quindici giorni e ci siamo quasi solo visti. E tu sai:
dal vedersi, sorge il desiderio di comunicare.
9.
Tuttavia ho Io un buon
motivo di rimandare il Mio desiderio. Ma Mi rallegra tanto di più di conoscerci
più da vicino. Permettici quindi di finire soltanto; in otto giorni siamo
pronti, allora ci riposeremo ed insieme potremo servirci dei Doni che l’eterno
Creatore ha concesso ad ognuno.
10. Stasera però vogliamo ancora andare sulla collina e ristorarci al bel Cielo stellato!”.
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Avvenimenti interiori sotto il cielo stellato
1. Tutti e tre vanno in silenzio sulla collina vicina ed occupano posto sotto un albero. Per un po' guardano ed ascoltano come gli uccellini si augurano la buona notte; poi si fa silenzio e, rapida sopravviene la notte. La luna sorgente diffonde un debole chiarore e il Cielo splende in una magnificenza portentosa.
2. Allora Zaccheo apre la bocca dicendo: “Da settantadue anni dimoro in questo angolino della Terra e non ho mai avuto la consapevolezza di quale bellezza offra il Cielo di notte. Mai ho visto il Cielo come oggi. O Signore! Quanto sono belle le Opere Tue, perché possiamo rallegrarcene, e in questa bellezza ottenere un saggio di come Tu hai edificato i Tuoi Cieli spirituali!”.
3. Ora parla Gesù: “Miei cari! Così belli come le stelle splendenti, così quieto e tacito come la serena, bella serata, e così come agiscono le stupende costellazioni armoniosamente sui nostri cuori, così fu creato l'uomo. – Che cosa sono tutte quelle magnificenze nell’infinito cosmo rispetto a quelle non immaginate e non viste nel proprio cuore! – Come in pace e nel santo ordine una stella serve l'altra con la sua luce, e con questo genera vita, così dovrebbe un uomo servire l'altro col santo patrimonio ereditato dai Cieli, col quale ogni uomo è provveduto.
4. Allora la nostra Terra sarebbe ancora più che un paradiso! Sarebbe il luogo e il posto, dove per le più grandi Beatitudini non esisterebbe nessuna espressione! Perciò, chiudiamo i nostri occhi e più strettamente la nostra bocca e guardiamo all'interiore, affinché nella volta celeste del nostro cuore sorgano anche per noi delle stelle e ce ne possiamo rallegrare!”.
5. Subentra un lungo silenzio. – Ma all'improvviso Zaccheo comincia a parlare: “Ora vedo meraviglie – su meraviglie! È come se non fossi più sulla Terra, ma su una di queste belle stelle”. –
6. Allora Gesù gli dice: “Taci ancora un’oretta, poi ne parleremo! – Avvenga dunque!”. – E così i tre uomini siedono come se dormissero; soltanto qualche respiro profondo indica che sono ancora svegli.
*
7. Poi Gesù dice: “Ora alzatevi e andiamo in casa, affinché il vecchio padre Zaccheo non si raffreddi nella frescura notturna!”. E così tornano indietro silenziosi a casa.
8. Là tutti sono già andati a riposare, perché tutta la casa si è preparata al Sabato quando nessun tipo di lavoro deve essere svolto.
9. Arrivati nella stanza, i tre si mettono comodi e poi Zaccheo comincia dicendo: “Sì, cari amici, e soprattutto Tu, mio caro Gesù, spiegami ciò che abbiamo vissuto oggi! Se non sapessi che sono stato sveglio, allora crederei di aver sognato! Ma è così meraviglioso!”.
10. Allora
parla Giacomo: “Ti
prego, raccontaci la tua esperienza, affinché anch'io possa veder tutto
chiaramente”, – e Gesù, accennando con
11. “Sì, lasciami raccontare”, comincia Zaccheo, – “Mi trovavo su
un alto monte, sulla cima più alta, dove non vi era posto per un secondo uomo –
e guardavo in lontananza il paesaggio tanto bello, il mare con le navi e barche
e mi rallegravo del bellissimo panorama.
12. Allora, ad un tratto il Sole si oscurò! – Si fece buio, come se venisse un grosso temporale, ed io volevo tornare indietro. Ecco che non potevo ritornare, poiché era troppo ripido e non si vedeva nessuna via. Cominciai ad avere angoscia e preoccupazione per me e la mia esistenza e mi fecero divenire sempre più inquieto, – eppure nessuna via d'uscita! Si fece sempre più buio, mi venne paura e cominciai ad invocare e pregare:
13. «O Jehova! Aiutaci! Non ci abbandonare! Perché qui
minaccia la rovina!».
14. Infatti, malgrado fossi solo, nella preghiera e supplica
pensai a voi, e ansiosa e supplichevole divenne la mia invocazione; sarei
volentieri sprofondato a terra, ma non mi fidavo, perché era troppo piccola la
cima su cui stavo. Mi sembrava come se in lontananza ci fosse un lampeggiare;
ma non riuscivo a riconoscere più nulla a causa della fittissima oscurità.
15. Ecco, quando non seppi più cosa fare, venne verso di me
una bella, piccola, scintillante stella, così come se ne vedono quasi
giornalmente nel cielo, e più si avvicinava, più grande diventava e anche intorno
a me diveniva più chiaro.
16. La stessa veniva sempre più vicina, e la sua luce divenne
chiara come il Sole. Adesso era già molto vicina e mi sembrava che fosse una
chiara splendente nuvola e si avvicinava sempre di più. Volevo gridare e non
potevo. Percepivo la vostra vicinanza e non potevo fare nessun segno. –
17. Ecco, all'improvviso la nuvola passò attraverso di me! Ci
stavo nel bel mezzo e speravo che se ne andasse. Allora mi accorsi che non era
più una nuvola, bensì mi trovavo ad un tratto in un giardino! Tutta la luce,
tutto ciò che era estraneo, era scomparso. Mi trovavo di nuovo da qualche parte
sulla Terra, eppure mi era tutto estraneo e sconosciuto.
18. Mi guardai intorno e cominciai a muovermi; allora mi
sembrò come se avessi le ali, tanto potevo andare veloce e ora mi allontanai
rapidamente – eppure – senza meta!
19. Bellezze meravigliose contemplai durante il mio viaggio,
e letizia mai sospettata attraversò il mio cuore. Allora all’improvviso mi
prese angoscia grande; ero solo. E così mi passò ogni letizia e con ciò
scomparve anche il senso per il bello.
20. Sotto una palma, che aveva un’altezza e mole
incommensurabile, mi misi a sedere e cominciai a riflettere sulla mia
situazione. – Allora poco lontano vidi scorrere un piccolo ruscello. Ci andai,
vidi ed assaporai l'acqua. Oh, aveva il sapore del vino migliore, e allora
bevvi ancora una volta con due mani a pieni sorsi, e passarono ancora nuove
letizie nel mio cuore.
21. Così alla fine mi raccapezzai di nuovo, mi rivolsi a
Jehova. Mi inginocchiai con riverenza e riuscii a dar sfogo al mio cuore!
Ringraziai per i benefici e pregai per un cambiamento della mia situazione;
perché vivere nel meraviglioso paradiso e da solo? – dite, cari amici, questo
diventa un tormento!
22. Ecco che ad un tratto arrivò da lontano un uomo, e voi sapete chi era? – Tu! Gesù, Tu stesso eri! Ma il tuo volto era serio e la tua barba più lunga; soprattutto, il Tuo arrivo era molto più dignitoso che adesso. Mi venisti incontro, mi porgesti la Tua mano e dicesti: «Sì, Zaccheo, la tua preghiera sarà esaudita! Però tu stesso devi animare e popolare questo tuo mondo! Ed a questo scopo ti voglio mostrar la via! – Io, Gesù di Nazareth, il Figlio dell'Uomo, secondo l'amore interiore, il Figlio di Dio!».
23. Poi sentii: «Ma ora
alzatevi, …e andiamo in casa!».
24. Allora i miei occhi si aprirono, mi vidi tra voi, e tutto
era come prima. Questa è la descrizione veritiera della mia esperienza vissuta,
ma chi di voi può darmi una luce che possa soddisfarmi?”.
25. Allora risponde Gesù: “Caro Giacomo! Racconta anche tu al nostro amico e padre di casa la tua visione!”. –
26. Giacomo dice: “A Te
innanzi tutto, o Signore e Dio Jehova Zebaot, sia lode e ringraziamento per le
nuove così meravigliose rivelazioni di Grazia!
27. Mi trovavo qui sulla collina e guardavo le stupende
stelle. – Allora fu come se fossi sollevato dalla Terra e portato da morbide
Braccia, e venni premuto ad un Petto di un Essere che non riuscivo ancora a
riconoscere.
28. Allora l'Essere parlò: «Oh non
temere, tu fedele servitore e pastore del nostro fedele Iddio, il quale ha
preso carne e sangue al par di te! – voglio portarti nella tua magnifica, bella
dimora, affinché tu possa deliziarti e fortificarti secondo le tue necessità!».
29. Tra miriadi di stelle, allora una ci venne incontro. Noi
corremmo verso di lei e in pochi attimi non fummo solamente là, ma sulla stessa
stella, che era un grande, grande meraviglioso mondo.
30. Si vedevano giganteschi palazzi, ogni immaginabile
magnificenza, ogni ricchezza a profusione. Le strade erano strette, ma
luminose, lastricate con oro e argento, e gli uomini, quanto erano belli! …ma
semplici; portavano un mantello candido come la neve e una cintura intorno alla
vita! Le donne e le ragazze portavano i medesimi vestiti, nei capelli solo un
cerchietto d’oro tempestato di rubini.
31. Così ci vennero incontro e ci salutarono con un magnifico
canto di benvenuto. – Ovunque spaziassero i nostri occhi, vedevamo solo persone
liete, felici e beate! E un grido risuonò dal centro della moltitudine, «Benvenuto! Chi viene nel Nome del Signore!».
32. Seguì un gran silenzio. – Un coro di cantori con arpe ed
altri strumenti si schierò dinanzi a noi, e un inno o Salmo, risuonò così
grazioso e bello, come io non l’ho mai sentito in vita mia.
33. E, immaginatevi, allora dimenticai di riconoscere Colui
che mi aveva portato lì sulle Sue potenti Braccia, e ad un tratto era
scomparso! –
34. Non mi mancava niente, poiché il nuovo e magnificamente bello catturò completamente i sensi miei. Allora si avvicinò a me un uomo attempato dall’aspetto molto bello, nella mano destra portando una coppa mi disse: «O signore di questa tua casa! Sii benedetto nel Nome del Signore! Ma non rifiutare la bevanda, come dimostrazione del nostro amore per te! Aspettiamo con ardente desiderio il tuo ritorno! Noi sappiamo che il Tuo tempo non è ancora giunto, tempo in cui Tu devi ancora svolgere il santo servizio d’Amore nella grande Opera di Dio; ma fortificati, affinché anche noi veniamo fortificati attraverso il Tuo amore per noi!».
35. Io presi la coppa e bevvi; allora il mio interiore si colmò, …volevo gridare… Allora, amato Gesù, sentii la Tua Voce: «Andiamo in casa!», ed ero di nuovo veramente il Giacomo che ero prima!”.
36. Gli occhi del vecchio Zaccheo si spalancano sempre di più e non finisce più di scuotere la testa, poi dice: “Sentite! Non è strano tutto questo? – Per me è sommamente incomprensibile!”. –
37. Risponde
allora Gesù: “Miei
cari, amati amici! Sì, tu caro padrone di casa, – è tutto in ordine! Solamente
che ti è nuova quest’esperienza! Vedi, quando tu, Zaccheo, hai escluso i tuoi
sensi, il tuo essere naturale ha cominciato ad allontanarsi e tu hai
contemplato, in immagini e rispondenze, il tuo stato interiore. L'alta cima del
monte rappresentava la tua giusta vita dinanzi a Dio. Tutte le bellezze del tuo
mondo naturale però non poterono resistere quando si trattò di penetrare nel
tuo vero mondo spirituale. Non la stella venne a te, ma tu fosti attirato a lei
e fu allora che riconoscesti il tuo vero mondo interiore, mondo che un giorno
sarà la tua Patria eterna. Tutte le bellezze del tuo mondo interiore, sono le
conseguenze del tuo giusto e savio modo di pensare; e poiché ti sei sforzato ad
osservare la legge di Mosé, allora questo tuo nuovo, vero e proprio mondo, era
in grado di offrirti come ringraziamento, una bevanda! Ma che tu non abbia
incontrato nessun abitante, sta nel fatto che in tutta la tua vita non sei mai
andato oltre la legge nel purissimo, disinteressato amore. – – Tu hai offerto e
credevi di aver fatto abbastanza. Per questo Io sono venuto da te, non soltanto
nel tuo mondo spirituale, ma anche nel tuo naturale, – per mostrarti la via che
conduce alla Vita proveniente da Dio – alla vera beatitudine e felicità!
38. Vedi, essere felice
significa rendere felice, …e con l'ingiusta
mammona, lenire lacrime, soccorrere e incoraggiare, ciò che procura preghiere
di gratitudine e benedizione per te e la tua casa!
39. Ogni benedizione dal cuore grato diventa un abitante del
tuo mondo interiore, che eternamente ti servirà con gratitudine e lavorerà per
la tua felicità!
40. Ed ora non voglio dirti di più che questo: tu puoi credere
e disporre la tua futura vita di conseguenza, ma puoi anche continuare con la
tua vecchia vita! Io, infatti, non dico: ‘Fa
questo!’, o ‘Fa quello!’, …il tuo
cuore deve essere decisivo e l’impulso dell'amore ti porterà chiarezza. –
41. A te, fratello Giacomo, non ho bisogno di dirti che: ‘Continua a fare il tuo dovere, …e in
avvenire taci dinanzi a tutti’.
42. E ora vogliamo andare a riposare. – Buona notte! – La benedizione di Dio sia con voi!”. –
43. Gesù s’inchina davanti al vecchio padron di casa e con Giacomo abbandona la stanza.
44. Ma che cosa fa costui? Egli rimane seduto al tavolo e riflette su ogni Parola ben molte volte, e mormora parole incomprensibili. –
45. Poi alla fine si alza e dice: “Devo prima consultarmi con mio figlio; ora però vado anch’io a dormire”, – ma non trova nemmeno un minuto del sonno ristoratore.
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Al mattino del Sabato, sulla collina
Nuovi avvenimenti interiori
1. Le ore passano, e Zaccheo è in piedi per primo, per attendere di nuovo i due amici nella mattina del Sabato. Non ha bisogno di aspettare a lungo, che la porta si apre ed entrano Gesù e Giacomo nella stanza. Essi sono sorpresi di trovare l'uomo anziano già sveglio e dopo il saluto comunica loro che non ha dormito, perché il suo interiore era troppo agitato. –
2. Allora Gesù dice: “Ma non hai invocato Iddio il Signore, affinché ti togliesse la tua agitazione?”.
3. Costernato Zaccheo guarda Gesù e dice: “Sì, giovane amico, potevo io farlo? – Tutti i miei pensieri erano occupati su quanto ho vissuto e non mi ha permesso di arrivare ad un chiaro modo di pensare, finché mi sono proposto di consultare mio figlio. – Ma ora che siete qui, mi sento meglio; – ma adesso andiamo a fare colazione!”. –
4. Gesù però rifiuta modesto e dice in tono amabile: “Non ci accompagneresti di nuovo sulla collina? Se ieri notte abbiamo visto il cielo così bello, deve essere ancora più bello al sorgere del giorno!”. E Zaccheo dà risposta affermativa con un cenno del capo.
5. Pian piano i tre salgono sulla collina e il Sole comincia a colorare l'orizzonte di un rosso splendente. Come Zaccheo vuol dire qualcosa, parla Gesù: “Vogliamo osservare tutto tacendo, affinché non ci sfugga nulla, ma proprio nulla!”. –
6. E così i tre si siedono con il volto verso il Sole nascente, sulla panca di muschio fresca di rugiada.
7.
Quiete e silenzio provocano uno svincolarsi dal
terreno, e con attenzione Zaccheo e Giacomo osservano tutti gli avvenimenti nel
cielo e nella valle sotto di loro. Gesù sembra essere come spiritualmente
assente; soltanto profondi sospiri e profondi respiri rivelano
8. Il Sole sale sempre più in alto e gli occhi dei due si sentono stanchi di tanta delizia, infatti Zaccheo dice a Giacomo: “Ora ho visto abbastanza di meraviglioso e mi ha del tutto ristorato! Ma Tu, mio caro Gesù, sembra invece che hai dormito. – Poiché hai avuto gli occhi più chiusi che aperti”.
9.
Risponde Gesù: “Niente affatto, Mio
vecchio e buon Zaccheo, perché già da tempo Mi sono abituato: tutto ciò che tu
guardi con i tuoi occhi come fuori da te – lo contemplo in Me! Vedi, infatti,
tutto quello che tu hai visto è stato ristoro e godimento per il tuo mondo dei
sensi! Ma ciò che Io contemplo in Me, è Vita su Vita nel Mio mondo del cuore!
Ma Io ti domando: che cosa è stato che ti ha tanto preso? Raccontalo
liberamente, affinché
10. Ora
comincia Zaccheo: “Innanzi
tutto, affinché non mi venga nessun biasimo, lasciami ringraziare Iddio: Dio! Tu Eterno! Nessuno è come Te, e tutto è
Tuo!
11. Ebbene, cari amici! Io guardavo e vedevo come
12. Ma più il Sole saliva in alto, tanto più diminuivano le
chiare nuvolette, finché non ne scorsi più. Veramente, allora anche non potevo
più guardare nel Sole! – Ma tanto più i miei pensieri divenivano occupati con
gli avvenimenti della natura. – Nella valle vedevo ancor solo dei lembi di
nebbia, ma non si abbassavano, bensì erano assorbiti dalla luce del Sole, e poi
tutto diveniva vivente! Uccelli, coleotteri, colombi, galline, tutto cercava
con fervore… e cercava acqua e cibo. – E poi non guardai più, ma facevo
confronti e nonostante tutto divenni stanco di delizie!
13. Ora Gesù rivolto a Giacomo dice: “Non vorresti anche tu raccontare la tua visione?”. –
14. Giacomo comincia: “Sì,
miei cari! Il mio cuore è traboccante e abbondantemente ricompensato per quanto
15. E Lui rispose: «Un
fervido Grazie, voi fedeli del Padre Mio, per la vostra volontà! Ma non è
ancora il tempo! – Poiché da solo e come primo devo compiere 'la santa Opera!'. Ma alla fine dei
grandi Tempi, allora avrò bisogno di voi: per sostenere coloro che vogliono
completare
16. Ed affettuose e benedicente le sue Mani si stesero verso la schiera, per poi, rivolto alla Terra, inviarle torrenti di fluido. E così anch'io feci dei paragoni e deplorai di essere già adesso un abitante della Terra. Perché io pensavo, là Lui parla: ‘Da Solo – e, come Primo, Io devo compierlo!’, mentre in tempi lontani: ‘Ogni uomo sarà capace di fare questo’! – E poi venni strappato dai miei pensieri”. –
17. Allora parla Gesù: “Avete parlato giustamente e bene, ma cercate anche la spiegazione, essa vi verrà!”. –
18. Allora Zaccheo prega: “Carissimo giovane amico! Non ci racconteresti anche Tu quello che hai visto e osservato, come dicesti, in Te?”. –
19. Risponde Gesù: “Sì, volentieri, dovete ascoltare! Questa volta ho
soltanto visto come tu, Zaccheo, e tu, fratello Giacomo, riposavate al Petto
del Padre Mio santo! E nella vostra felicità Mi si riversò una santa gioia! E
di questa Io ne avevo bisogno come corroborante per
20. Lentamente ritornano. Gesù, in mezzo, afferra per mano a destra e a sinistra i due, e senza proferir parole giungono alla meta.
*
21. Un messaggero va incontro a Zaccheo e porta notizia che Zaccheo, il figlio, non può venire nella casa paterna per la visita del Sabato, perché importanti lavori e trattative col comando romano lo trattengono. Arriverà soltanto a metà della settimana e prega pure di cuore di non lasciar partire i due Nazareni prima che lui stesso abbia parlato con loro.
22. Pensoso Zaccheo mostra a Gesù questo scritto; – ma Gesù dice: “Io conosco il contenuto. Lo desideravo così, e così è stato, affinché tu trovi oggi il tempo di giungere con te e in te alla celebrazione del Sabato! E così ci congediamo! Domani per il lavoro noi due saremo nuovamente qui!”. –
23. Zaccheo prega: “Rimanete qui pure oggi, altrimenti io sono solo”.
24. Allora
velocemente s’intromette Giacomo: “Non pregare Gesù perché modifichi
25. Allora dice Gesù, afferrando le mani di Zaccheo: “Vedi, per causa tua oggi ti lasciamo, affinché tu divenga padrone della tua propria libera volontà! Poiché per quello che tu decidi, deve avvenire per libero impulso! – Se Io fossi tutto il giorno ospite tuo, non verresti per nulla ad un’indipendente decisione! Perciò rimanga così, perché così è meglio! E ora sii benedetto per la giusta celebrazione del Sabato in te!”.
26. E così i due si allontanano e vanno in sala, per satollarsi, nonostante il Sabato! Sul tavolo, infatti, c’è ancora la colazione del mattino non toccata.
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Giacomo benedetto nella quiete del Sabato
1.
Poi escono e dirigono i loro
passi verso un boschetto vicino. Allora Gesù
dice a Giacomo: “Ti ringrazio intimamente, perché Mi
riconosci e non Mi sveli! Pure ti prego: vedi in Me soltanto il ‘fratello tuo’, finché sarà venuta la
soluzione ed ‘il tempo’! – Anch'Io,
infatti, scorgo in Me ancora qualcosa che è legato e irrisolto!
2. E poiché non volevo lasciarti solo, allora facciamo sì che concludiamo questo giorno in silenziosa, contemplativa quiete in solitudine, affinché i desideri che cominciano a farsi sentire ci diventino nella loro radice fondamentale sostegno fortificante! – Poiché Io ti dico, Giacomo Mio: questo è adesso il servizio più santo in noi stessi! Per essere armati un giorno per il grande Servizio nell'Opera del Signore!”.
3.
Risponde Giacomo: “Caro Gesù!
4. Risponde Gesù: “Mio caro Giacomo, la troverai in te! E ciò che hai trovato, non lasciartelo riprendere da concetti umani! – Significherebbe ‘legarti’, se volessi darti spiegazione sul Mio Essere. E in ogni caso non diventeresti libero dal dubbio. Dubbio e ricerca sono lotte, e attraverso la lotta si arriva alla meta! Questo sia il tuo motto, come lo è anche il Mio! Soltanto ciò che hai conquistato con fatica, …rimane tuo, …per l'Eternità! – Vedi, infatti, per te, uomo, l’importante è: ciò che tu sei, – e ciò che fai, …è: come stai dinanzi a Dio e agli uomini! In amabile armonia tutto si completerà! – E così mai diventerai una palla da gioco dei tuoi pensieri e dei capricci che ne derivano! – Quanto più diventi saldo, tanto più reale è il tuo mondo, nel quale ieri hai potuto guardarti intorno! – E così in seguito tieni conto di questo! – In breve tempo saremo una cosa sola in tutto! Hai tu compreso questo?”. -
5.
“Sì, mio Gesù! Tu sei
la mia salvezza, e senza di Te io sono nulla!
6. E così Gesù lo benedice dicendo: “Affinché diventiamo 'Uno' – in eterno! Amen!”. –
7. Si fa silenzio intorno ai due; e i cuori divengono gonfi d'amore! E in questo silenzio ‘lo Spirito’ che a tutti gli uomini dà conforto e forza, delizia e beatitudine, viene nuovamente fortificato!
8. Così i due non hanno altro desiderio che soltanto maturare, per diventare atti a servire come strumento dell'eterno Amore!
9. Il giorno volge al tramonto; allora si alzano e tornano indietro senza parlare, verso casa, per consumare la cena e prendere alloggio per la notte. –
10. E così …seguiteMi – nella cameretta interiore! - Amen!
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