1872 - 1962

Georg Riehle

 

 

MEDITAZIONI  DOMENICALI

Parole dell’eterno Amore a noi uiomini

 

 

Meditazioni tenute a Politz nel 1932-1933 dal fratello Georg nella prima domenica di ogni mese dinanzi a circa trecento fratelli e sorelle spirituali

 

Gesù x meditazioni

 

Titolo originale: SonntagsandachtenWorte der ewigen Liebe an nuns Menschen

Traduzione di Clara Battistella

Edizione italiana a cura del gruppo “Amici della nuova Luce” www.legamedelcielo.it

ISBN        978-88-98788-20-0

Stampato per conto della Casa editrice GESÙ La Nuova Rivelazione (Sant’Omobono Terme – BG

 

INDICE

                            Rivelazioni delle misericordie di Dio                                    

                            Premessa

Cap. 1                Mettere in pratica l’amore altruistico                                                 febbraio 1932

Cap. 2                La vera religione                                                                                     7 febbraio 1932

Cap. 3                “Diventate simili al Padre vostro”                                                        3 aprile 1932

Cap. 4                Non giudicate ma pregate per ogni uomo                                          5 giugno 1932

Cap. 5                Dobbiamo aspirare a diventare figli di Dio                                          3 luglio 1932

Cap. 6                “Noi spiriti, attendiamo l’Uomo-Dio nell’uomo                                7 agosto 1932

Cap. 7                Ogni uomo è al posto giusto                                                                 4 settembre 1932

Cap. 8                Il ritorno di Cristo è in noi                                                                     2 ottobre 1932

Cap. 9                Pregare per non peccare                                                                        6 novembre 1932

Cap. 10              Le vere armonie sono il vostro amore                                                 20 novembre 1932

Cap. 11              Chi ama veramente Dio?                                                                       4 dicembre 1932

Cap. 12              Il Pane dai Cieli, il nutrimento della nostra anima                             1 gennaio 1933

Cap. 13              Dio si fa trovare da chi Lo cerca                                                            5 febbraio 1933

Cap. 14              Amare Dio significa conoscere la Sua volontà                                    5 marzo 1933

Cap. 15              Noi dobbiamo essere il sale e la luce della Terra                                2 aprile 1933

Cap. 16              La nostra vita deve essere un continuo servire                                  7 maggio 1933

Cap. 17              La vera guida è in ognuno di noi                                                           4 giugno 1933

Cap. 18              La pace di Dio si raggiunge solo lottando                                            2 luglio 1933

Cap. 19              Un uomo pronto a servire rimane sempre presso Dio                      6 agosto 1933

Cap. 20              L’anima si sente a casa quando dimora nell’amore                           3 settembre 1933

Cap. 21              Gesù vuol dimorare nel nostro cuore                                                  1 ottobre 1933

Cap. 22              Combattete il mondo congiungendovi a Gesù nell’interiore            5 novembre 1933

Cap. 23              Ognuno di voi deve diventare sacerdote e profeta!                          5 novembre 1933

Cap. 24              Il Padre ci mostra le debolezze del nostro prossimo tramite le nostre stesse                            3 dicembre 1933

 

 

Premessa

A suo tempo il Salvatore pronunciò le seguenti parole: «Io sono con voi ogni giorno, fino alla fine del mondo» [Matteo 28,20].

Questo richiamo del Suo grande Amore agli uomini vale ancora oggi, giacché Egli che è la stessa Verità ha il compito di realizzare questa Sua promessa in tutti noi.

Questo libretto vuole essere la testimonianza della presenza di Gesù durante le ‘ore di meditazione’ tenute nel 1932-1933 dal fratello Georg nella piccola Politz[1] – nella prima domenica di ogni mese dinanzi a circa trecento fratelli e sorelle spirituali – per aiutare coloro che cercavano la vera Vita, a ritrovare e riconoscere Gesù celato nella Parola.

Infatti: «L’uomo non vive di solo pane, ma di ogni Parola che esce dalla Bocca di Dio» [Matteo 4,4].

È questa Parola che corrisponde alla Luce, la quale è condizione preliminare alla Vita interiore. Tuttavia nella Parola di Dio lo Spirito è proprio la stessa Vita inarrestabile che opera da ogni eternità!

Il nostro fratello spirituale Georg Riehle di Dresda fu prescelto dall’eterno Amore per porgere ai suoi fratelli questo Pane dello Spirito proveniente dai Cieli. Difatti la parola di Dio può essere rivolta direttamente a noi solo tramite la bocca di colui la cui intera vita interiore è messa a disposizione dell’eterno Amore. Ecco come ciascuno può scoprire in se stesso la nuova vita quale Perla preziosissima. Ed è così che si diventa gioiosi collaboratori del grande Piano di redenzione del nostro Padre Santo, il Quale vuole prendere dimora presso il Cielo interiore dei Suoi figlioli. Amen!

 

*

«Le porte dorate dei Cieli splendono da lontano

come non era mai avvenuto da eternità,

giacché si avvicina il tempo d’incoronare i figli

che sulla terra percorrono le Vie dell’Amore»

(Otto Hillig)

 

 

Introduzione alla vita sul cammino spirituale di Georg Riehle

a cura di Teofilo di Oberland

 

ESTRATTI DALLE «ORE DI MEDITAZIONE»  E COPIATI DAL FRATELLO HANS E.

 


 

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Cap. 1

Mettere in pratica l’amore altruistico

Politz, febbraio 1932

Saluto nell’Amore di Gesù coloro che son qui riuniti. Non pensate di essere venuti da Walter Bauer per un caso fortuito. E’ bene sappiate che ognuno di voi vi è stato condotto da uno spirito angelico, poiché nell’arco dell’intera esistenza non avviene mai nulla per caso, e i nostri incontri sono dovuti a sagge disposizioni di Colui che guida la vostra vita.

Indubbiamente, presso di noi, il Nome di ‘Gesù’ viene onorato; ma lo Spirito d’amore di Gesù non viene ancora messo abbastanza in pratica, poiché la Sua dottrina di salvezza che riscalda i cuori è discordante con la nostra fredda concezione intellettualistica delle cose. Non è sufficiente che oggi ci sia annunciato l’Evangelo. Oh, no! È la vita dello spirito che oggi deve renderci testimonianza di Lui.

Finché la nostra aspirazione di vedere il Salvatore, e per così dire toccarLo con mano, è superiore alla brama di far propria la ‘Sua vita interiore’, noi non siamo ancora Suoi seguaci.

Per il vero cristiano l’inferno è un ospedale, e gli ammalati nell’anima devono essere guariti da noi. Ogni atto d’amore compiuto qui sulla Terra, desta nelle coscienze infernali un dolore che penetra nei più profondi abissi dell’inferno.

Adesso anche Michael è qui, e vuole manifestarsi attraverso la nostra forte natura di combattenti. Sì, è venuto il tempo dell’ultima battaglia, in cui Michael si misurerà con il dragone. Non è dunque detto nelle Sacre Scritture [Malachia 4,56]: «Ecco Io vi manderò il profeta Elia, prima che venga il grande e tremendo Giorno del Signore, ed Egli ricondurrà il cuore dei padri ai figli, e il cuore dei figli ai padri, affinché nella Mia venuta non percuota la Terra maledicendola»?

In quel tempo lo Spirito di Michael si incarnò in Elia, più tardi in Giovanni Battista [Matteo 11,14; 17,11-13], e oggi egli opera nuovamente sulla Terra.

Il grande e spaventoso giorno del Signore’ rappresenta l’ultima lotta, e consiste nella potente e definitiva vittoria sull’egoismo, cioè sul dragone nel cuore dell’uomo, conseguita con la santa spada dell’amore altruistico!

 

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Cap. 2

La vera religione

Politz, domenica 7 febbraio 1932

Cari fratelli, voi vi domandate in che cosa consiste la differenza tra Cielo e inferno. Ascoltate dunque.

Nell’inferno ognuno vuol essere il maggiore e il primo, ed è per questo che sorgono una continua prepotenza e una continua lotta per dominarsi a vicenda. Invece nel Cielo ognuno preferisce essere l’ultimo, per potersi perfezionare nel servire altruistico e trovare così la beatitudine.

Quando nel cuore si desta quest’amore di aiutare e di servire, allora il Cielo è già in noi, e attraverso di noi tutto ciò che ci circonda ne viene come attratto, e può così tramutarsi in Cielo.

Quando Gesù, quale Uomo, volle insegnarci quest’Amore, dovette per prima cosa essere compenetrato dalle sante Leggi di quell’Amore divino. Parimenti, voi sapete però che Egli è il Dio immutabile, e che Giovanni disse di Lui: «Iddio è Amore» [Ia Giovanni 4,8]. Tuttavia nella Sacra Scrittura è pure detto: «Non sarò Io (quale Dio) a giudicarvi, ma la Parola che vi ho enunciato, quella vi giudicherà!» [Giovanni 12,47-48].

In altri termini questo significa che la parola di Dio ascoltata, se non è messa in pratica, un giorno illuminerà comunque la nostra coscienza: ecco cosa ci giudicherà e ci priverà della beatitudine.

I cristiani devono passare dall’adorazione esteriore di Dio all’amore pronto a prodigarsi in favore dei bisognosi. Questa è l’unica e vera adorazione di Dio. Non dobbiamo conservare il nobile ‘granello di frumento’ dell’Evangelo nella coppa d’oro della venerazione di Dio; esso deve essere tolto da quest’aurea coppa e interrato nel fertile terreno, cioè nel terreno dell’amore verso Dio e verso il prossimo. Questa è la vera religione.

Per poter comprendere rettamente il proprio prossimo, ci si deve trasferire, per così dire, nella sua vita interiore, nel suo sentire. Per far ciò non bisogna ricorrere all’intelletto, affinché ci renda di vista acuta, ma soltanto all’amore, poiché è questo che ci permette di intravedere esattamente quello che occorre a ciascun’anima e di che cosa essa ha bisogno.

In ognuno di voi scorgo ciò che dovreste fare per raggiungere al più presto la Sua alta Meta. Non sappiamo dunque che tutta la nostra vita deve tendere verso il Signore? Nessun pensiero deve sorgere nella nostra vita interiore senza averlo prima di tutto deposto ai Suoi piedi. Nondimeno questo dietro-front ci appare molto duro!

Ecco la grande Legge originaria del nostro eterno Padre che vige nella Patria celeste: Egli solo è il Padre nostro, e noi tutti dobbiamo diventare figli Suoi, e abbiamo il compito di tenderci fraternamente le mani per l’eternità.

*

In questo momento, Gesù parla così in me: «Se adesso vi apparissi visibilmente nella pienezza del Mio Amore, cioè nella stessa misura in cui il Fuoco di quest’Amore arde per voi, un tale evento consumerebbe la vostra vita interiore. Ecco perché Io vengo a voi velando lo splendore della Mia Divinità, affinché non influenzi il vostro libero sviluppo evolutivo!».

*

In questo stesso momento interviene una potenza delle tenebre dicendomi: «Noi però vi ostacoleremo, affinché questa Meta, cioè la Sua venuta visibile tra di voi, non si realizzi, poiché voi tutti volete vivere ancora volentieri nel mondo esteriore!».

*

Ma Gesù risponde: «Rallegrati Terra Mia, poiché quando Io irromperò con le Mie schiere armate di spirito d’amore e d’umiltà, allora vincerò!».

 

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Cap. 3

“Diventate simili al Padre vostro”

Politz, domenica, 3 aprile 1932

Per l’umanità, la felicità consiste nell’essere liberi da ogni desiderio di tutto ciò che è terreno, tuttavia i gradini verso questo eterno stato di felicità non portano né agli onori né alla gloria, ma solo al sacrificio e all’impulso in se stessi ad essere di aiuto al prossimo.

Occorrono uomini che con amore disinteressato si preparino a collaborare con l’Opera; ma finché le passioni dominano i nostri cuori, non vi potrà essere nessuna vera felicità derivante dall’amore.

*

Dice ora il Salvatore: «O voi unti, voi che siete unti con l’Olio della divina Verità, ricordatevi che il Padre vostro è un Re divino, e che dovete diventare simili a Lui. Aprite i vostri cuori, e dopo aver accolto la Mia parola, conservatela con semplice, santa e umile determinazione».

I dubbi vengono permessi affinché gli uomini imparino a pensare autonomamente. Tutto ciò che vi accade dovete affrontarlo e risolverlo con fedele senso del dovere e in piena ubbidienza alla divina Volontà.

Noi, abitanti della Terra, siamo le uniche creature che col pensiero, la fede e la libertà di agire, possiamo trovare ovunque il Padre divino, e se nei nostri cuori regnano la pace e il silenzio, se ci siamo liberati da ogni desiderio, se la nostra sottomissione alla Sua santa Volontà è completa, solo allora Egli può guidarci ancora più in alto. Ma ogni parola pronunciata vanamente è un’azione sprecata inutilmente.

Se vogliamo arrivare al Padre e veder realizzato il nostro alto e intimo fine, allora dobbiamo precludere al nostro cuore l’accesso a qualunque desiderio per tutto ciò che appartiene al mondo.

La Parola di Dio deve rendere vivente l’intero uomo, e solo allora si manifesterà automaticamente la Forza della convinzione. Se dietro la Parola c’è questa Forza, il risultato è indubbio, giacché questa santa Forza non è altro che l’Amore redentore.

*

Un giorno il Padre Celeste mi disse:

«Con Forza redentrice operano solo coloro dei quali Mi posso già servire per purificare dai loro falsi concetti chi si è ormai smarrito. La Mia parola illuminerà e santificherà ogni anima impura e peccatrice, così da farla risplendere come un Sole nel Mio nuovo Cielo!».

Ogni volta che pregate per qualcuno, dal più profondo di voi si riversa un torrente di benedizioni su colui per il quale pregate. Ma l’invocazione ‘Padre nostro’ deve sgorgare dalle profondità della nostra vita interiore, poiché solo allora parte da noi un vincolo d’amore che ammanta l’intera Creazione.

Voi chiedete: “O Padre, come può la Mia piccola Scintilla d’amore produrre un simile effetto sull’intero universo?”. – E Gesù mi risponde: «Perché, in qualità di Dio in Gesù, con il Mio esempio Io vi ho spianato la Via per modellarvi secondo l’immagine Mia».

 

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Cap. 4

Non giudicate ma pregate per ogni uomo

Politz, domenica 5 giugno 1932

La Creazione visibile, nel complesso, appare come un grande Uomo, in altre parole è un Macrocosmo, il cui cuore (spirituale) è l’umanità di questa Terra. Infatti, tramite la Scintilla divina che è in noi, solo noi abbiamo la facoltà di entrare in vivente contatto con la Divinità!

Tuttavia, se questo cuore è ammalato, cioè non più in armoniosa unione con Dio, allora la ‘pulsazione’ di tutta la Creazione ne soffre: questo è il male diffuso nell’immenso infinito.

Quindi non formulate giudizi su nessun fratello, per quanto traviato esso sia; pregate invece per ogni uomo, affinché possa riconoscere la giusta via, e beneditelo.

‘Diventare viventi’ significa riconoscere il proprio Padre e poi, pieni di brama amorosa, affrettarsi verso di Lui! Colui che non ha ancora la forza di muoversi, preghi che il Padre gli venga incontro!

Perciò tendete anzitutto alla conquista del Regno di Dio in voi, e tutto il resto vi sarà dato in sovrappiù [Matteo 6,33].

Non voglio intrattenervi su ciò che stimo essere la cosa più grande’, voglio parlarvi soltanto di quello che tramite me, Egli, nella Persona del nostro fratello Gesù Cristo, vuol farvi conoscere.

*

Il Padre Celeste parla ora in me:

«Non abbiate timore, perché Io veglierò su di voi affinché ai Miei figli non venga estorto inutilmente nemmeno un capello, e quello che permetto che vi accada, lo devo permettere per purificarvi e rendervi interamente liberi dai lacci della materia. L’Amore che v’insegno non è un amore che spinge a voler dominare un essere umano, il Mio Amore invece vuole insegnarvi a servire il vostro prossimo, per il vostro e per il suo avanzamento».

 

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Cap. 5

Dobbiamo aspirare a diventare figli di Dio

Politz, domenica 3 luglio 1932

Oggi sento che qui siamo circondati da una solenne e santa aura, colma di benedizione. Vogliamo dunque ritirarci nel nostro silenzio interiore per poter realizzare e vivere questo Spirito: lo Spirito del santo Amore del Padre.

Tuttavia così facendo – cioè quando i nostri sforzi sono unicamente volti ad amare il Salvatore – non siamo di nessun aiuto né al Padre nostro né al mondo. Dobbiamo procurare invece di mettere in pratica il Suo Amore nei confronti del nostro prossimo.

Di sovente accade anche che sia permesso al male di accostarsi a chi vive in stretto contatto con il suo Salvatore, ma esclusivamente affinché l’Amore di Questi lo benedica quando egli detesta il male, giacché il Suo desiderio è di purificarlo per riportarlo poi al Padre.

Colui che legge con devozione le Sacre Scritture, oppure ascolta volentieri dalla bocca altrui la Parola di Dio, non è ancora un ‘figlio’, pur essendo sulla via per esserlo, poiché si trova ancora nel vestibolo del ‘Luogo santo’. Solo chi percepisce in se stesso la voce del Padre e la vive visibilmente mettendola in pratica, può dire: “Ora anch’io so che sono figlio Suo!”.

Prima di questo avvenimento egli è continuamente aggredibile, poiché oscillando tra la fede e il desiderio, spera ancora in una prova visibile di essere divenuto figlio di Dio!

*

Una Voce parla appunto in me:

«Conseguite questa certezza nel vostro cuore! Ogni angelo è pronto a servirvi quando decidete di seguire la via, apparentemente gravosa, dell’amore altruistico. Oh, certo, contro il vostro cuore vibreranno ancora dei colpi violenti, ma non temete. In quel momento fate uso del vostro privilegio di figli, in modo tale che la vostra vita sia compenetrata dalla Luce dello Spirito di Verità. Sì, fatene uso, e comandate alle forze della natura. E’ allora che avrete la prova che siete ‘figli’ del vostro grande Padre».

Nondimeno, a nessun uomo Gesù può dire: “Io ti conferisco il potere sugli elementi e le forze della natura”. Ciò, infatti, significherebbe mettere dei ceppi alla libertà data all’uomo; tuttavia a ciascuno è concesso di riappropriarsi da sé, del diritto di figlio.

Un angelo può perfino controllare il cammino degli innumerevoli eserciti di stelle nelle orbite stabilite, ma durante lo sviluppo dell’essere non gli è concesso di intromettersi nelle cose riguardanti il libero arbitrio.

In questo mondo non abbiate timore né degli uomini né delle autorità, temete piuttosto il nemico che è nel vostro stesso cuore, cioè la vostra stessa giustizia e il vostro egoismo.

Finché non abbiamo accolto la ‘Vita del Figlio’, Egli non può manifestarsi in noi come ilGrande Padre’. Decidiamoci dunque a erigere un altare a questo Padre Celeste, sul quale arda un fuoco che distrugga tutto ciò che appartiene al mondo, per poter poi affermare ‘Io voglio’ e ‘Io voglio continuare a combattere’. Naturalmente, non per conquistare una corona ma per attirare la benedizione su molti.

*

Gesù dice:

«Io non sono venuto nel mondo per fare la Mia Volontà, ma la Volontà di Colui che Mi ha mandato [Giovanni 5,30].

Padre, Io so che Tu desideri glorificare il Figlio. Perciò le parole: «Lazzaro vieni fuori!» [Giovanni 11,43], rappresentano l’amore filiale, l’amore altruistico che risorge dalla tomba. Infatti, non vi trovate forse su questa Terra affinché la Vita di Dio risorga in voi liberamente? E perché molti cristiani, che si dicono credenti, vagano nell’errore su quanto attiene alle Verità eterne?

Il motivo è dovuto al fatto che essi credono alle guide esteriori, e non cercano la loro divina ‘Guida interiore’, e non la seguono fino alle Verità più profonde. Gli eruditi del mondo cercano la verità nei libri; invece coloro che sono ammaestrati da Dio la cercano in un cuore pieno del più puro Amore, giacché essi sanno che l’umiltà del cuore, il coraggio di servire, nell’universo rappresentano il più alto livello di evoluzione.

A chi accoglie l’eterna Verità, Essa dice: “Io ti porto con Me nella Mia eterna Patria, e là il Salvatore ti condurrà nelle Sue divine altezze!”.

Tuttavia, seguirLo là significa realizzare la Sua parola nella propria vita interiore; e chi la realizza in sé, il Suo Spirito prenderà dimora in lui per l’eternità.

Quando la nostra anima comincia ad aspirare al Divino, allora incomincia ad espandersi anche la vescichetta che si trova a sinistra del cuore, e la Scintilla che dimora lì inizia a palesare la Sua vita divina.

Tutte le parole che vi annuncio qui sono unicamente cibo per l’uomo esteriore, un richiamo per l’uomo interiore e un ponte per lo spirito verso la vita spirituale.

Però per noi, le Sue parole non devono diventar leggi alle quali sottoporci servilmente, ma devono essere solo amorevoli consigli che ci permettano di conformare sempre di più la nostra vita alla Sua vita. Perfino al più grande virtuoso risulta impossibile tirar fuori un brano di musica armonico da uno strumento male accordato. Così, neanche lo Spirito divino prende dimora presso di noi se tutte le corde della nostra anima non sono state accordate alla purezza.

L’uomo è un agglomerato dell’insieme di Idee del Creatore; ovvero, come disse il nostro pensatore e poeta: “L’uomo è un microcosmo nel macrocosmo, ed è per questo che tutta la creazione visibile raffigura un immenso uomo”.

Le nostre anime, derivate dalla Creazione, consistono in parte di particelle sostanziali del grande Uomo, tramite cui possediamo la capacità di accogliere in noi, o di rigettare, la Parola di Dio: quella Parola dinanzi alla quale i massimi spiriti angelici s’inchinano riverenti!

Se l’agglomerato si eleva verso lo Spirito divino, allora lo Spirito che domina l’universo diviene unPadre’, mentre le creature, i ‘Suoi figlioli’! Per Gesù non vi è Gloria e Maestà maggiore dello sviluppo della Vita nei Suoi figlioli!

Sulla Terra ci viene offerta la possibilità di tramutare in Leggi paterne piene d’Amore le immutabili Leggi divine che regolano la natura.

Qui viene offerta alla nostra anima la possibilità di indirizzare e condurre, attraverso il nostro amore filiale, lo Spirito del Padre laddove vi è qualcosa da raccogliere con l’arma della preghiera e della benedizione. Così, col nostro aiuto, anche al nostro prossimo viene reso accessibile l’accoglimento degli alti intenti, progettati per noi dal Padre nostro.

*

Egli ora mi dice:

«Sii un retto pioniere, poiché questa è la giusta via che porta all’eterna Casa paterna».

Sapete che cos’è in gioco se l’uomo continua a voler porre innanzi a sé le sue presunte eccellenti intenzioni? Solo rinunciando sempre di più agli influssi del suo ‘io’ inferiore, potrà accogliere in sé maggiormente la Vita santa. Quanto meno si bada a se stessi, maggiori diventano le benedizioni del nostro operare per il mondo.

Un giorno Gesù disse ai Suoi discepoli: «D’ora innanzi voi vedrete gli angeli di Dio salire e scendere» [Giovanni 1,51]. È vero, non possiamo ancora mirare i loro incantevoli aspetti, poiché per noi ciò si muterebbe in un giudizio; tuttavia le loro energie ci sono utili.

La nostra Legge fondamentale deve essere: “Le cose che non possiamo adempiere con la forza del nostro amore, dobbiamo sforzarci di ottenerle con la preghiera”.

*

Sapete cosa vi dice ora il Salvatore? – «Oh se potessi trovare uno solo tra di voi in grado di accoglierMi interamente in sé, e fosse pronto a servire solo Me. Il Mio gioco è dolce e il Mio carico leggero!», tuttavia noi siamo appena in grado di vivere momentaneamente la Sua vita.

La Tua Volontà sia fatta!’ deve essere la nostra santa professione di fede. In aggiunta a ciò, dobbiamo avere un cuore colmo d’amore disinteressato verso il prossimo: per tutto il resto provvederà poi il Padre.

Il nostro Padre Celeste ha bisogno di uomini perfetti. Per poter raggiungere la propria beatitudine non occorre molto; ma per poter essere di costante aiuto ai propri fratelli e sorelle occorre molto di più!

Per diventare un Salvatore occorre moltissimo, e infine, per diventare unfiglio’ occorre impersonare l’uomo perfetto, cioè avere un cuore pieno d’amore congiuntamente alla più profonda umiltà.

*

Ed ecco ora un richiamo di Gesù a noi:

«Il Mio tempo è giunto, e lo è anche il vostro tempo. Perciò lavorate attivamente alla grande Opera dell’Amore liberante, perché Io verrò nella Persona del Padre e in quella del Re di ogni Amore. Enumera i granellini di sabbia della Terra, e ad ognuno di essi assegna mille anni: allora avrai la misura della Mia Pazienza e della Mia Misericordia! A colui che è capace di trionfare sarà certamente dato molto da vincere, ma a vittoria ottenuta egli risorgerà molto più splendidamente. E ora andate, cercate l’‘Uomo interiore’; lottate e combattete per conquistarlo, e procurate di divenire liberi. Svincolatevi dal vostro ‘io’ inferiore ed entrate nel grande ‘Io’ divino»

*

Un principe angelico parla attraverso Georg: «Salute a voi, abitanti di questa Terra! Salute a voi, santificati dal grande Maestro Emanuele! Esaminate le parole che avete udito in questo luogo, e allora vi sarà facile governare la vostra vita con quanto avrete ravvisato, che tali parole sono santa verità in voi. Vedete, ci siamo affrettati a venire qua da lontananze incommensurabili, però celiamo il nostro splendore dinanzi alla santa Vita precipitata, su questa Terra, così in basso.

Ogni angelo piange, perché il vostro Salvatore fa cordoglio! Egli fa cordoglio per la perdita di molti dei Suoi figli. Nel Suo Amore che abbraccia ogni cosa, Egli voleva ospitarli nel Suo Cuore; invece scorge che precipitano sempre più in basso, e vede come l’abisso s’ingrandisce sempre di più. Oh, se io potessi sacrificare per l’eternità la mia vita angelica. Oh, se potessi anch’io assumere la forma terrena! Oh, se potessi lottare e soffrire per Lui, e scendere nelle tenebre della vita terrena!

Ecco, il solo pensiero che mi è stato permesso di portare la stessa veste che un giorno ha indossato l’infinito Signore, mi fa fremere di commozione fin nel profondo del mio essere. Invece devo ritornare là negli eterni campi di Luce del Padre vostro. Perciò vi prego ardentemente di seguire il Padre vostro che è in Cielo, e di procurarGli gioia! Includete giornalmente l’indegna umanità nelle vostre preghiere suggerite dall’amore, e liberate in voi ogni santa virtù che conduce all’Amore!

Oh, terreni giovani ‘figliol d’uomo’, voi che siete più ricchi di tutti i principi dei Cieli, che disponete del Cuore paterno, e siete atti ad aprire il flusso dello Spirito d’amore, affinché questo scorra in tutti gli abissi e in tutti i monti dell’infinito! Noi scorgiamo la pena del Padre vostro! Anche se la mia potenza è assai grande – basterebbe un soffio della mia bocca per annientare un intero sistema solare – tuttavia né io né i miei fratelli potremmo scostarci, nemmeno di un capello, dall’Ordine stabilito da Dio. La nostra più grande gioia è invece quella di mettere ai vostri piedi la nostra potenza angelica. Ciò può essere fatto soltanto quando in voi è maturato lo spirito d’amore!

O cari, se poteste vedermi, lo splendore della mia Luce vi dissolverebbe più in fretta di un fulmine. In questo modo però non realizzerei nulla: ecco perché mi velo con il corpo carnale di questo fratello. Ogni angelo è pronto a scambiare la sua veste di Luce con quella dell’oscurità e della Grazia terrena per richiamare in voi la Vita, affinché questa aspiri con tutte le forze verso il Padre della Luce.

Duemila anni fa anch’io fui testimone di ciò! Sì, io vidi come ai Suoi veri seguaci sia possibile compiere cose veramente più grandi di quelle che Egli stesso poteva realizzare. Adesso a voi è offerta la più affascinante e la più grande occasione di riportare tutto all’Origine, tramite lo Spirito del vostro Amore! Quando avverrà quello di cui il fratello Georg vi ha parlato, allora il Maestro ritornerà ai Suoi figli come Padre. Allora pure a noi sarà concesso di non essere più avvolti da veli.

Verremo dunque in tutta la nostra bellezza, nella nostra veste di Luce, e sederemo ai vostri piedi; qui il vostro potente Padre ci dirà: «Servite i Miei figlioli!». Mantenete vive queste parole nel vostro cuore, e cercate di non dimenticarle. Il tempo vi chiederà ancora molto; infatti, come il Cielo cerca ‘uomini veri’ e li ricongiunge affinché vi rendano felici, parimenti anche tutto ciò che è infimo si aggrega per abiurare il più possibile ogni meta elevata. Mettete la vostra vita a disposizione del Salvatore, perché solo allora i Cieli si aprono e gli angeli di Dio vi servono! Amen!

In questa sacra ora, questo vi dice uno dei minimi Servi del grande Tempio della Creazione, unitamente alla preghiera di considerare seriamente tutto e seguire Lui. E ringrazio te, caro fratello Georg, che hai accolto le mie parole di Vita: perciò io proteggerò la tua semente. È vero che ora ritornerò nel mio essere primordiale, però al mio spirito è permesso di rimanere qui quale custode, finché ognuno di voi non riposerà sul petto del Padre. Amen!»

 

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Cap. 6

“Noi spiriti, attendiamo l’Uomo-Dio nell’uomo

Politz, domenica, 7 agosto 1932

Due sono le vie che conducono a Dio. La prima è il richiamo all’amore da parte dell’eterno Amore! La seconda è quella gravosa delle nostre esperienze e delusioni. E siamo noi, a seconda del nostro modo di sentire, che scegliamo l’una o l’altra.

Quanto più un’anima fa propria la vita divina, più aumenta in essa la possibilità di penetrare col suo sguardo nei misteri dell’Essere eterno. Quanto più un uomo brama di ‘sapere’, tanto più, interiormente, sentirà il vuoto. Invece, quanto più persevera nel mettere i suoi desideri ai piedi del Salvatore, tanto più lo splendore dell’eternità entrerà nella sua anima.

L’uomo-Dio è la ‘compiuta’ idea di Dio. Quest’uomo è l’anello di congiunzione tra Dio e la Sua Creazione. Quando il Creatore desidera manifestarsi alle Sue creature, Egli ha bisogno del figlio. Ma un siffatto figlio non può crearselo. Iddio può solo dotare l’essere creato di quelle facoltà che gli permettano di giungere, attraverso la sua forza e il suo libero volere, a stringersi, essendo Suo, al Cuore del divin Padre.

Una volta, tramite il mio uomo interiore, vidi la Terra avvolta nelle tenebre oscure, e gli uomini nel buio si agitavano lottando tra loro. Tali tenebre raffigurano la meschina condizione di vita da parte degli uomini, e quel lottare simboleggia la loro avidità e il loro egoismo. E vidi degli angeli immobili che formavano un cerchio intorno agli uomini in lotta, e dissi loro: “O servitori del Padre mio Celeste, voi che siete messaggeri di Dio, come potete contemplare così passivamente questi uomini che vogliono distruggersi a vicenda?”.

Un giovinetto mi si avvicinò e s’inchinò dinanzi a me. Allora chiesi: “O splendido messaggero, perché t’inchini dinanzi a me?”

Il giovinetto rispose: «Io m’inchino dinanzi alla Vita della tua Scintilla divina che si risveglia». – Poi aggiunse: «Vedi, noi attendiamo l’Uomo-Dio nell’uomo. Infatti, le forze redentrici atte a liberarvi dalle tenebre interiori devono essere prodotte dalla Terra stessa, e poiché il Signore nostro è divenuto Uomo su questa Terra, Egli ha sgomberato in voi la via a queste forze redentrici. Solo quando gli uomini incominceranno spontaneamente a collaborare con questa grandiosa Opera di redenzione, noi porteremo loro molta Luce, così che questa lotta annientatrice possa terminare».

Nell’Evangelo di Luca, precisamente nel cap. 17,21, è scritto: «Non si dirà: eccolo qui o eccolo là; poiché il regno di Dio è dentro di voi».

Il Salvatore non voleva essere un nuovo Legislatore, ma uno Spargitore di Luce per coloro che la cercano. Non si può biasimare il mondo se non vuole intendere la parola di Dio che gli giunge dall’esterno; tuttavia esso non potrà sottrarsi allo Spirito di Dio che noi sperimentiamo vivendoLo

La santa lotta che nell’infinito si perpetrava tra i due grandi fronti, che ora si trovano faccia a faccia, si ultimerà nei nostri cuori. Ogni uomo deve decidere da sé se stare con il nobile Amore altruistico o con l’egoismo: il suo felice o triste destino dipenderà dalla sua decisione.

I miracoli compiuti da Gesù non erano fatti casuali fini a se stessi, essi avevano lo scopo di rivelare le differenze tra la vita dell’inferma anima degli uomini e le Forze apportatrici di salute che sgorgano dalla Vita divina!

*

In questo momento il Salvatore mi dichiara:

«In occasione del Mio prossimo ritorno, non porterò più niente con Me, ma aspetterò e troverò ogni cosa presso i figli Miei!».

Oh, tempo mirabile che ora ci accogli in veste di uomini, tempo presente che mai più ritornerà con un significato tanto elevato, ma che non ritornerà neppure al fine di far cadere l’umanità. Una caduta tale da non essere mai stata così profonda come adesso, ma è per questo che proprio adesso ci viene offerta l’opportunità di svilupparci splendidamente come in nessun’altra epoca.

*

Più tardi il fratello Georg ci riferì ancora:

Ultimamente a Dresda, prima di prendere parte ad una riunione molto importante del martedì, intendevo concedere un’oretta di riposo al mio corpo affaticato. In quel momento bussarono alla porta, e sei fratelli provenienti da un’altra località entrarono in casa inzuppati da capo a piedi dalla pioggia, pioggia che durante il lungo tragitto in bicicletta non era mai cessata! Precedentemente avevo pensato che fosse necessario un giusto riposo per servire di sera il mio Redentore. Egli volle invece destare in me, prima del servizio, un’autentica opera d’amore. Aiutai i fratelli a rivestirsi con i miei panni e, così facendo, sentii che una divina santa Forza penetrava in me, poiché alla sera si manifestò in potenti celestiali armonie!

 

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Cap. 7

Ogni uomo è al posto giusto

Politz, domenica, 4 settembre 1932

La Sacra Scrittura afferma: «E le stelle cadranno sulla Terra!» [Marco 13,27].

Questo significa che i grandi Spiriti dell’epoca dei primi Padri, quelle stelle che per noi splendono da grandi distanze, ritornano dai Cieli in veste umana qui in basso, su questa Terra (come a suo tempo Elia in Giovanni Battista), per essere l’estensione (la destra) del Padre Celeste. In questo modo essi collaboreranno alla grande Opera di redenzione, e prenderanno parte alla grande battaglia finale tra la Luce e le tenebre nei cuori degli uomini, cioè tra Cielo e inferno sulla Terra.

Tuttavia, Egli, il Salvatore, avrà ancora molto da soffrire e sarà rigettato anche dalla presente generazione, prima di manifestarSi a noi in tutta la Sua Magnificenza, come il Risorto.

Iddio si avvicina all’uomo solo interiormente attraverso il Suo Spirito d’Amore, ed è questo Spirito che ci libera dal nostro ‘io’ inferiore. Tale Amore è la vita divina che risorge nel cuore dell’uomo.

Quello che il nostro occhio ancora non vede, si sta già attuando nel Mondo spirituale.

Il Padre non può essere Uno con te, se in te stesso tu non intravedi prima la capacità di amare e perdonare tutti.

L’amore di ‘Maria’ e la saggezza di ‘Giuseppe’ devono aver cura della vita divina che si ridesta in noi.

Ogni uomo è stato collocato nel posto più appropriato dove il Padre Celeste lo alleverà e lo adopererà. Perciò, anche se troviamo molto scomoda la posizione che abbiamo dovuto assumere, tuttavia essa è la più utile per il raggiungimento della meta finale.

Se tento di innalzarmi da solo, perdo il gradino sul quale mi ha posto il Padre mio.

Noi non dobbiamo esprimere ciò che vogliamo, ma dobbiamo esprimere solo ciò che ci stimola il cuore, altrimenti è molto meglio tacere.

Ogni pensiero impuro che coltiviamo coscientemente è una forza impura che si annida in noi. Tu che sei figlio di Dio, liberati da ogni passione! Devi intendere che aspirare all’infimo è al di sotto della tua dignità.

Ogni cerimonia religiosa erige una parete divisoria tra la nostra Guida interiore e la nostra mente esteriore, e Lucifero tiene in gran conto questa parete divisoria, per impedire che le anime raggiungano il Dio vivente!

Anche le grandi scoperte del nostro tempo ci avvertono che ci avviciniamo alla fine di una delle grandi epoche dell’eternità. Quindi chi ha occhi per vedere, veda; e chi ha orecchi per udire, oda ciò che ci dice lo spirito di questo tempo.

Come noi teniamo qui le nostre ‘ore di meditazione’ e di raccoglimento, similmente il Padre Celeste raduna i Suoi figlioli su tutta la Terra.

Chi porta in sé la vita divina, santifica qualunque luogo della Creazione, dovesse trattarsi perfino dell’inferno. Chi invece permette all’egoismo e alle basse passioni di regnare in lui, profana qualunque luogo, fosse pure in Cielo.

Colui che porta in sé la vita divina non ha che un unico desiderio: “Rendere felici gli altri e dispensare beatitudine!”.

 

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Cap. 8

Il ritorno di Cristo è in noi

Politz, domenica, 2 ottobre 1932

Solo le cose che provengono dal cuore possono ridestare nuova vita negli altri. La vita, infatti, non dimora nell’oratoria, ma solo in un cuore infiammato dall’amore!

La fede è l’occhio dell’anima che comincia ad aprirsi. Attraverso la fede l’anima guarda dal carcere del suo involucro carnale. La fede desta nell’anima un’energica forza interiore: la fiducia! In questo mondo, quanto più viviamo una vera vita di fede, e ad essa ci accostiamo sempre più profondamente, tanto più sperimentiamo quali miracoli desta nella nostra anima la vita divina. Tramite la fede subentra un avvicinamento a Dio, ed è mirando i cuori gioiosi dei figli di Dio che si osserva la vicinanza del Padre Celeste. Purtroppo molto spesso l’uomo si lascia influenzare dalla sua sensualità; tuttavia, tutti coloro che dimorano su questa Terra sono chiamati a diventare simili a Dio!

Nella Creazione, sia che osserviamo il minuscolo atomo sia che osserviamo il più grande corpo celeste, constatiamo dappertutto la stessa previdente cura. Tutti siamo nati per morire. Però dobbiamo morire al mondo volontariamente, per vivere ed avvicinarci così all’eterna meta.

Nonostante ogni iniquità si fosse scagliata contro il Salvatore, tuttavia Egli rimase sempre fedele fino alla morte alla Sua voce interiore. Nel Suo petto, il Redentore stesso sottopose il proprio ‘Io’ al santo Alito di fuoco che Egli chiamava Padre Suo. E giacché nella Sua Anima accordava sempre più spazio a questa piccola Scintilla, quella diventava un contenitore aperto atto ad accogliere il divino Amore del Padre Suo.

Ma in cosa consiste il ritorno di Cristo? Per ognuno di noi il ritorno di Cristo è una fusione vitale della nostra vita con lo Spirito della Vita di Gesù. Tutta la nostra vita deve essere conforme al Suo Amore e al Suo Ordine. Sia che la viviamo nei campi o in ufficio, sulla terra o sottoterra, il nostro Salvatore deve essere sempre presso di noi, affinché l’Ordine del divino Amore possa rendersi manifesto attraverso di noi. In qualità di nostro Maestro, con la Sua vita terrena il Salvatore fu il primo a darci un esempio di come in noi stessi si possa diventare Uno col Padre, e di come deve essere plasmato un vero figlio per ottenere il compiacimento del Padre Celeste.

Voglio ora menzionarvi la parabola di uno scultore. Uno scultore cesellò da un blocco di marmo una bellissima scultura. Non ci mise dentro niente, si limitò soltanto ad eliminare il materiale superfluo, così che la statua sorgesse in tutta la sua bellezza. Noi pure dobbiamo usare lo stesso procedimento. Dobbiamo allontanare da noi stessi tutta la materia superflua che non trova più utilizzo. Solo allora sarà manifesta la nostra splendida immagine interiore. Non ci ha creati Egli a Sua immagine? Spesso scalpello e martello corrispondono a un duro destino, ma l’Amore guida la mano dello Scultore. Nondimeno, per comprendere questo Amore bisogna essere dotati di sensi spirituali. L’amore puro si riscalda alla felicità e alla gioia altrui. Il distacco rafforza l’uomo interiore, invece il piacere lo debilita.

Ogni gioia è triste su questa Terra, poiché troppi sono ancora gli esseri che languono nella più squallida miseria. Non siamo noi, forse, membra di uno stesso corpo, per cui, quando un membro soffre, tutto l’organismo partecipa a questa sofferenza?

Perciò procurate di destare in voi l’amore, giacché solo esso è perennemente pronto ad aiutare il prossimo nel suo miglioramento.

 

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Cap. 9

Pregare per non peccare

Politz, domenica, 6 novembre 1932

Ogni ‘ora di meditazione’ che ci viene offerta qui, dovrebbe essere considerata un capitolo importante della nostra vita.

Per evitare il peccato dobbiamo pregare giornalmente il Signore, affinché ci elargisca Forza e Luce; in questo modo saremo sempre più indulgenti verso il nostro prossimo e sempre più umili di fronte alla Sua imperscrutabile Volontà. Quindi, in colui che diventa sempre più simile a Lui si manifesterà la ‘Parola interiore’.

*

Proprio ora scorgo un angelo che si presenta davanti a me recando una fiaccola. Egli la posa ai miei piedi e dice: «Con questo fuoco io vorrei infiammare la volontà dei tuoi fratelli e delle tue sorelle che tu ammaestri come ‘salvatori’, affinché possano raggiungere più celermente la meta finale».

*

Adesso è il Padre Celeste che si rivolge a quest’angelo:

 «Affinché questo compito che ti sei assunto spontaneamente ti sia reso facile, Io voglio cancellare d’un sol tratto le mancanze e i peccati di ogni singolo, così che per l’eternità non ne rimanga più nemmeno il ricordo. Sia il loro passato perdonato e dimenticato! Incominci oggi per questi figli un nuovo principio!».

Georg dice ancora: “Io vedo ora schiere di angeli adolescenti avanzare portando cestelli di fiori che vengono sparsi su di noi. E dietro di loro, in schiere innumerevoli, stanno gli angeli adulti”.

Oh, io vorrei inginocchiarmi dinanzi a questa pienezza di Grazia che in questo momento ci viene impartita. Fateci cantare con rendimento di grazia:

“Grande Iddio, accogli le nostre lodi!”

*

L’angelo che ci fa da guida è ancora qui.

Tutti i suoi compagni dicono: «Noi intuivamo che l’oscurità si sarebbe manifestata su questa Terra, ma che una simile notte spirituale sarebbe piombata su di voi non ce lo saremmo mai aspettato. Ciò che nel nostro Padre Celeste è Misericordia in noi è compassione, e quando sentirete questa compassione la vita divina si desterà e divamperà anche in voi sempre di più. Riportare al Padre ciò che è precipitato nell’abisso; per l’Infinito è cosa molto grande».

*

La sera, mentre ci trovavamo ancora riuniti presso i fratelli Meke, su invito del fratello Georg, unimmo le mani per cantare un inno. In quel momento Georg disse: “Un tempo noi percorrevamo sentieri sommersi di Luce celeste! Oggi invece i nostri sentieri sono tenebrosi, tuttavia essi devono nuovamente essere rischiarati dall’Amore luminoso che sorge dal nuovo sentire del nostro cuore”.

 

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Cap. 10

Le vere armonie sono il vostro amore

Aussig, 20 novembre 1932

Mentre il fratello Kurt suonava il violino e una sorella lo accompagnava con la chitarra, Georg disse: “Io sento nel mio cuore una voce che dice: «Queste armonie si trovano sul gradino più basso della scala della Creazione, perciò, riempite il vostro cuore con un amore sempre più grande, per poter presentire già da qui le armonie che vi aspettano in avvenire»”.

L’Amore di Gesù per noi uomini, e la Sua Umiltà nei confronti della Volontà di Dio, sono l’autentica università che può trasformare gli uomini in sacerdoti consacrati a Dio.

*

E ora il Salvatore mi rivolge le seguenti parole:

«Attraverso la vostra odierna riunione, Io Mi sono avvicinato di un passo alla grande Meta della Mia Creazione. La Mia venuta in voi non avviene con lampi o con l’uragano, ma con un lieve sussurro del cuore. Percepite voi questo sussurrare nel vostro intimo? Il Mio ritorno è il Mio graduale sorgere in voi, fino a quando la vostra vita interiore non sarà divenuta simile alla Mia. Allora si dissolverà la nube che ancora Mi divide da voi. Quanta fatica occorre per istruirvi e per destare in voi questo riconoscimento. Oh, se nei vostri mondi interiori poteste scorgere gli effetti del Mio Amore; dinanzi a tali doni vi prostrereste davanti al vostro Padre Celeste! Tuttavia, a causa del vostro libero arbitrio, è molto meglio che veli il vostro occhio spirituale, e che rimaniate consci della vostra umana debolezza!».

Disse Georg a un fratello: “Solo la vita interiore ti renderà libero. Quando la tua vita interiore assomiglierà a quella di Gesù, solo allora sarai liberato dagli impedimenti che senti in te, e potrai aiutare affinché si liberino di questi anche coloro che ti vivono accanto. Nondimeno, la nobile Verità che ci divide da un fratello non lo aiuta. Solo ciò che ci unisce ha valore”.

Il nostro carattere è interamente visibile agli angeli. La nostra vita interiore è come una grande tabella sulla quale sono scritte, sotto forma di sentenze, le nostre caratteristiche più segrete, le quali si manifestano nelle nostre azioni e nei nostri pensieri. E con ogni pensiero puro, con ogni buona azione, gli angeli nutrono gli abitanti del nostro mondo interiore, e agli uomini di questa Terra tale nutrimento proveniente da noi, fluisce sotto forma di buoni pensieri che ridestano Vita.

Invece, quanto d’imperfetto c’è ancora in noi, sommerge il loro amore, finché tali imperfezioni non si saranno tramutate in bene. Le tentazioni superate vittoriosamente non ritornano più nei loro oscuri e melmosi abissi, poiché con il superamento si sono tramutate in forze luminose.

Dio non può inviare i Suoi angeli dicendo loro ‘redimete le sfere tenebrose!’. Al contrario, Iddio affida la liberazione degli spiriti più infimi, amanti dell’oscurità, alla libera volontà redentrice dei Suoi figli. E sono solo le forze dell’amore divenute libere e sgorganti dai cuori dei figli di Dio che possono essere usate dagli angeli per la trasformazione delle tenebre.

Sebbene l’uomo sia forte, egli non può elevare ciò che è vile, lo può solo fare l’uomo che ama. Io devo imparare a superare coscientemente tutte le potestà delle tenebre che vogliono tentarmi, perché così facendo le redimo.

Nessuna tentazione può accostarsi a noi, se nell’uomo esiste già una forza nascosta di natura corrispondente a tale tentazione: è con tale mezzo che ci si può liberare da essa.

Ogni tentazione che si supera, equivale ad un passo avanti sulla via della redenzione della nostra anima, e nel contempo alla ‘liberazione’ di forze divine che dormono in noi.

Voglio darvi un esempio tratto dalla vita. Quando incontriamo per strada qualcuno che ci ha reso spesso l’esistenza difficile, involontariamente pensiamo: “Ah, se non l’avessi incontrato!”. Ebbene, sappiate che non è giusto pensare così, perché quell’incontro è stato disposto proprio da un angelo per desiderio del Signore, per offrirci l’occasione di perfezionare il nostro modo di pensare.

Una volta lessi al fratello Hillig qualcosa che avevo scritto, al che il fratello osservò: “Georg, non sei andato troppo oltre?”. – Io risposi: “No, giacché lo Spirito precede sempre l’anima. L’anima non si persuade mai della sua alta Meta e del convincimento con cui lo Spirito, appunto, la sopravanza”.

Un giorno noi tutti ci troveremo davanti al Padre nostro. Potrà la nostra vita interiore resistere senza danno agli infuocati flutti del Suo Amore? Sarà possibile solo se i nostri cuori si saranno sottoposti anzitutto a una lunga preparazione, poiché essi stessi devono diventare una meraviglia di Dio.

Oggi voi avete celebrato una festa in Cielo, e il Cielo ha celebrato con voi una festa sulla Terra.

 

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Cap. 11

Chi ama veramente Dio?

Politz, domenica d’Avvento, 4 dicembre 1932

Il periodo del vero Avvento richiede molta quiete divina nel cuore, ecco perché in questo momento noi viviamo in questa santa attesa. Infatti, solo nel silenzio interiore della ‘Sacra Notte’ è possibile tale divino Avvenimento.

Anche in un terreno infestato dalla zizzania può svilupparsi la divina celeste Parola, la Quale a somiglianza del nobile granello di frumento, cresce fino a diventare la spiga dorata del divino riconoscimento. E grazie ai semi maturatisi nella spiga, può aver inizio una vita interamente nuova, così che l’intero mondo interiore si tramuti in un santo Natale.

Quello che fecero i tre sapienti venuti dall’Oriente, adorando la Divinità nel Fanciullo neonato, ponendo ai Suoi piedi ciò che essi avevano di più prezioso, ora lo fanno gli angeli nei confronti della vita divina che si ridesta nell’uomo.

Chi mette in pratica l’amore, e considera gli errori del prossimo come ferite provenienti dalla sua anima, questi ama Iddio.

*

Un giorno io vidi ritto davanti a me un angelo in vesti molto semplici e gli dissi: “O mio caro e luminoso fratello, non è dunque concesso ai miei occhi mortali di ammirarti in tutta la tua bellezza?”. – E l’angelo rispose: “Se ora volessi mostrami a te nella mia radiosa bellezza, tale splendore sarebbe di ostacolo allo sviluppo del libero Amore per Dio nel tuo cuore. Solo quando il compiuto figlio di Dio indosserà il suo abito da festa, anche noi, quali servitori di Dio, potremo splendere dinanzi a voi nella piena bellezza del nostro essere angelico”.

Qui nella nostra vita di prova non dobbiamo lasciarci guidare dal freddo intelletto, ma imparare a prestare ascolto al dolce sussurrare del cuore.

Io devo vincere! Col tempo devo imparare a dominare le brame sfrenate e i desideri terreni che – come Erode – vorrebbero attirare verso il basso, nella materia, il mio puro amore che è il neonato figlio di Dio, ma in questa mia lotta non devo dimenticare di pregare il Padre, affinché mi conceda forza e aiuto, poiché solo attraverso di Lui si può riuscire vittoriosi sui pericoli delle tenebre che sono in noi.

Guardatevi dunque dal lasciarvi allettare dalle meraviglie del vostro mondo interiore, le quali vi fanno balenare la possibilità che da esse possano derivarvi miracolose forze di Luce. Infatti, ciò rappresenta soltanto una prova per constatare se effettivamente in voi predominano l’amore e il disinteressato desiderio di servire.

Duemila anni fa gli uomini riconobbero Gesù dagli episodi della Sua vita. Ora invece i figli Lo riconosceranno nella Sua santa vita d’Amore: vita d’Amore che ognuno di noi può far propria, facendo entrare nel suo cuore il Salvatore. Solo allora si potrà dire: “Non più io vivo – non più tu vivi, ma è il Cristo che vive in noi, e attraverso di noi!” [Galati 2,20]. Amen!

 

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Cap. 12

Il Pane dai Cieli, il nutrimento della nostra anima

Politz, domenica, 1 gennaio 1933

La cosa più notevole non è quella di sapere che il Divin Padre nostro è l’onnipotente Reggitore di tutti i mondi, poiché per noi, quello che più importa è il nostro stesso operare, affinché quando Egli verrà in noi, possa trovare cuori preparati.

Nell’udire queste parole, forse qualcuno dei presenti dirà: “Ah, se pur io potessi percepire questa Voce interiore!”. – A queste parole io rispondo con l’affermazione della Sacra Scrittura: «Le Mie pecorelle odono la Mia voce!» [Giovanni 10,3]. Dunque se voi non riuscite ancora a percepire nemmeno un mormorio della Sua voce, vuol proprio dire che i vostri sensi interiori sono ancora troppo rivolti al mondo esteriore. Tuttavia, chi cerca in se stesso troverà Lui ugualmente!

Anche quando amiamo molto il Salvatore, nonostante le nostre ripetute preghiere, Egli non allontana subito da noi i fardelli che ci aggravano, anzi, talvolta ne aggiunge degli altri, ma chi trionfa su ognuna di queste forze opprimenti, acquista sempre più grazia e sapienza davanti a Dio e agli uomini.

Quando la mia vecchia madre giaceva gravemente malata e in preda a forti dolori, io spesso pregavo fervidamente il Padre Celeste di aiutarla, poiché solo Lui può alleviare ogni sofferenza. Mi venne allora mostrato che in seguito a questo mio pregare, altre due persone erano state chiamate a soffrire: il Signore e io stesso! Il Padre, infatti, avrebbe voluto volentieri esaudire questo mio desiderio, giacché Gli avevo già restituito parecchie anime smarrite. D’altra parte non poteva esaudirmi perché l’anima di mia madre Lo aveva pregato di accordarle la Grazia di poter un giorno portare con sé nell’aldilà, al momento del suo commiato da questa Terra, quante più anime smarrite possibili. Quindi i suoi dolori erano la testimonianza che mia madre stava trascinando con sé una moltitudine di bassi spiriti e portarli al Padre suo Celeste, grazie alle sue preghiere e alla pazienza dimostrata nelle sofferenze.

Non è molto facile rilevare dalle parole della Bibbia l’essenza del Padre Celeste nostro e i Suoi fini superiori nei confronti dell’umanità. Infatti, noi non siamo ancora in grado di scorgere la santa rispondenza spirituale che si cela sotto il significato letterale.

Per poterLo amare realmente come nostro meraviglioso Padre, è indispensabile quindi cercare di conoscere qualcosa della Sua natura più intima. La nostra attuale conoscenza si trova in un periodo di sviluppo ben diverso da quello di duemila anni fa e, corrispondentemente alla presente ‘fame psichica’ degli uomini, ci viene elargita da Lui una ‘Nuova Rivelazione’ (tramite Jakob Lorber) che, in risposta alle nostre preghiere e in rapporto alle nostre possibilità di comprensione, ci offre a nostro riguardo importanti chiarimenti sui Suoi disegni.

La nostra anima non troverà pace, cioè non potrà liberarsi da questa sua ‘fame psichica’, finché non avrà la possibilità di ‘nutrirsi’, attingendo alle stesse Forze dalle quali essa ha avuto origine.

La nostra carne invece, non è altro che il rivestimento materiale della nostra anima. E quando parliamo dell’‘io’, non dobbiamo pensare al nostro perituro corpo carnale, ma alla nostra anima, giacché noi siamo ‘anima’.

In questa nostra vita terrena non ci sentiremo soddisfatti, finché non saremo in grado di nutrire giornalmente la nostra anima con quel Pane che il Padre nostro ci offre con tanta abbondanza!

Tale Pane, per la vita interiore di ogni anima, è la divina Verità della Sua parola data a questa umanità; infatti: «L’uomo non vive di solo pane, ma di ogni Parola che procede dalla bocca di Dio!» [Matteo 4,4].

Il nostro Amore per Dio ci unisce a Lui, ma è nell’amare il prossimo che noi camminiamo con Dio! Com’è spedito il nostro cammino attraverso questa vita terrena, quando per ogni uomo ci disponiamo ad essere un fratello che chiede solo di servirlo. Allora nessuno mi potrà offendere, nessuno mi potrà fare del male, perché il mio Dio procede accanto a me e mi protegge.

Attualmente viviamo alla fine del sesto periodo della Creazione, e il settimo periodo avrà inizio non appena il Padre potrà dire: “Io e il Mio grande Figlio siamo diventati Uno, e sulla Terra regna la pace”.

Diventare Uno con lo Spirito di Dio che è nel nostro cuore, dovrebbe essere lo scopo di ogni nostra lotta e di ogni nostro sforzo, ma la nostra perfezione la potremo raggiungere allorché cammineremo sulla via che conduce agli abissi che sono in noi, sulla quale il nostro Salvatore ci ha preceduti.

A questo scopo il Signore non richiede predicatori dalla potente oratoria, ma uomini semplici e silenziosi che accolgono profondamente in sé la Sua parola e trasmettono il Suo Amore dopo averlo tramutato in opere di bene.

Una volta fui rapito fuori dal mio corpo mortale, e sentii in che modo, nel suo Amore, la mia Scintilla divina abbracciava la Vita di tutta la Creazione. Mi ritrovai in una grande sala dove si trovavano riuniti i primi padri, i primi patriarchi, i profeti e gli arcangeli. Il Signore sedeva accanto a loro ed essi Gli chiesero: “Signore, riusciranno i ‘figli dell’uomo’ a ottemperare ai loro alti compiti sulla Terra?”. – A questo punto il Padre Celeste si alzò e con molta serietà disse: «Io ho fiducia nella Potenza d’amore dei Miei figlioli!».

Solo con una vita spesa al servizio dell’Amore io posso far avvicinare il mio prossimo al Salvatore Gesù Cristo.

Noi dobbiamo diventare la ‘Progenie benedetta’ a favore dei fratelli, la quale illumina il mondo con le sue preghiere e lo santifica con le benedizioni.

Che cosa vale di più: il mio ‘io’ sul Suo petto, o il Suo ‘Io’ nel mio petto? Nulla dovrebbe poterci separare dall’Amore per il Padre, e nulla dovrebbe poterci separare dal nostro prossimo.

*

In questo momento, nel mio cuore sento dire: «Attingendo da Me, benedici i tuoi fratelli e le tue sorelle; così facendo la tua benedizione sarà una Forza spirituale che penetrerà in ognuno di voi, così che impariate a benedire questa Terra traviata in Spirito e Verità! Ed ora puoi dire a tuoi fratelli: “Andate in pace!”»

 

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Cap. 13

Dio si fa trovare da chi Lo cerca

Politz, domenica, 5 febbraio 1933

Anche se queste nostre ‘ore di meditazione’ sembrano semplici e modeste, tuttavia esse arrecano molte grazie sia a noi che ai nostri ascoltatori che non riusciamo tuttora a vedere.

Come duemila anni fa i discepoli di Gesù non sospettavano minimamente che fosse l’eterno Signore stesso ad ammaestrarli, così succede anche oggi. Nella Sacra Scrittura non è forse detto chiaramente: «…e saranno ammaestrati da Dio»? [Giovanni 6,45].

Il Suo infinito Amore per noi non Gli concede mai riposo né sosta; e nella Sua splendida e incommensurabile Opera è proprio attraverso il Suo Amore che ci libera dall’attrazione della materia.

Noi non siamo obbligati a confessare Dio né l’eternità, e il nostro freddo intelletto può anche arguire che tutto il Creato derivi da una cellula primordiale! Tuttavia, giacché in se stessi non si può negare di avvertire un’inspiegabile nostalgia di una patria lontana nel tempo, il conoscere la nostra origine da tale cellula primordiale non può soddisfare la nostra anima.

Se una persona seguirà l’impulso di questa sua brama interiore e cercherà un Dio e la Patria della sua anima presso di Lui, allora anche l’Iddio grandissimo si farà trovare da Lui quale Padre amorevole.

Nondimeno, in base alle nostre inclinazioni, per poter plasmare questa nostra vita interiore veramente in piena libertà, dobbiamo – senza esserne influenzati e per libera scelta – cercare l’Amore del Celeste Padre nostro, sentire questo Amore e poi manifestarlo.

Ildivino’ non ci piove addosso così facilmente, perché per prima cosa dobbiamo conquistarlo, poi svilupparlo in noi con la lotta e attraverso ogni sorta di errori.

Il Signore una volta mi disse: «Ho forse commesso un errore nel creare l’uomo così grande? È, infatti, dalla libera evoluzione di questa umanità che Io ho fatto dipendere la restituzione dell’intera Creazione materiale!».

Perciò, nostro costante pensiero deve essere che l’onnipotente Iddio non intende portarci personalmente alla perfezione attraverso i diversi stadi di sviluppo, poiché tutti coloro che desiderano diventare Suoi figli devono essi stessi lottare per raggiungere tale alta Meta, perché sono proprio essi che devono elevare allo stato di Padre il loro Dio e Creatore.

Oh, quale capolavoro il nostro Creatore ha ideato! È scritto, infatti: «Il Signore creò l’uomo a Sua immagine» [Genesi 1,27]; perciò avvenne soltanto in germe. Egli offrì agli uomini la possibilità di ‘diventare perfetti com’è perfetto il Padre nostro che è nel Cielo’ [Matteo 5,48]. L’opera redentrice del Signore consiste appunto nel fatto che nell’uomo le parole ridestano nuove forze tali da renderlo capace di debellare ogni tentazione mondana, per potersi infine riunire, grazie a questa vittoria, al Divino che è in noi.

È così bello trascorrere l’esistenza dicendosi in piena coscienza: “Io qui sono soltanto un pellegrino, un forestiero; e vi resterò finché non potrò ritornare nella Casa paterna. Quindi, affinché possa testimoniare del mio Divin Padre, resterò povero e pellegrino soltanto per un breve tempo! Ecco perché sento che la mia Patria perenne non è qui, ma lassù, nella Casa del Padre mio!”. Perciò, l’uomo dovrebbe sempre sentirsi e ritenersi un figlio di Dio.

Amare, significa adempiere con gioia tutto il possibile per l’evoluzione degli altri. Un amore diventa spirituale solo quando tutta l’attività della nostra vita viene concentrata coscientemente nell’aiutare e servire il nostro prossimo.

La nostra preghiera mattutina dovrebbe pressappoco essere recitata così: “O Padre mio Celeste, voglio sforzarmi di utilizzare nel migliore dei modi i miei momenti di grazia. Dammi Luce e Forza, e l’opportunità di colmare con la Tua santa Volontà anche l’odierna giornata di prova della mia vita!”.

Non dobbiamo dunque essere dipendenti dagli eventi esteriori. Se siamo uniti con il Padre nostro, allora quello che succede all’esterno dipende unicamente da noi. Perciò, cacciamo l’egoismo dal nostro cuore, perché esso è il peggiore nemico per lo sviluppo spirituale. Egli è tuttora il Dio dei miracoli, è Colui che guidò i Suoi figli perseguitati attraverso il Mar Rosso, Colui che li nutrì per quaranta anni nel deserto. Se il Signore è il mio Pastore, pure a me non mancherà nulla [Salmo 23,1]. Se non ho pane, ma non perdo la mia fiducia nell’aiuto di Dio e perciò non cesso di pregarLo fervidamente, il Padre mio Celeste m’indicherà nuove vie, sulle quali adempiere come uomo i miei doveri. Così facendo anche a me verrà dato il ‘Pane quotidiano’ quale dimostrazione di Grazia del Suo eterno Amore verso ogni uomo.

Egli che provvede per i passeri non si dimenticherà neppure di me. Grande è il Suo Amore! Esso non ci abbandona: è lo spirito del mondo che si frappone tra Lui e noi, sottoponendoci alla prova. Però, con la fiducia nel Padre Celeste nostro non dobbiamo vacillare, ma dichiarare con il coraggio della Fede: “Io mi sono rivolto al Padre mio che è in Cielo, e ora intendo perseverare! E anche se molte prove dovessero cadere su di me, continuerei a perseverare senza fiatare, nella quiete e nel silenzio». Infatti, la Sua più grande gioia è la perseveranza di un uomo!

Ora il Padre mi comunica questo: «Giacché la Luce è Amore, Io guiderò tutti quelli che agognano di raggiungere il Mio Cielo, siano essi spiriti o uomini, poiché nelle tenebre non c’è né Luce, né Pace, né Gioia».

Su, su! Non lasciamoci sfuggire di mano il vessillo del nostro Amore per Dio, affinché, grazie alla Luce che ne deriva, possiamo illuminare tutto il mondo spirituale e la stessa Creazione.

Una volta, volendo ringraziare il Padre mio, m’inginocchiai e Lo pregai con cuore traboccante. In quel momento, Egli così mi parlò: «O figlio Mio, non è ai Miei piedi che devi inginocchiarti: devi giacere al Mio petto, affinché Io possa trovare la Mia gioia in te che sei il Mio Santuario».

Non è l’adempimento di un’azione che ne stabilisce il valore, ma ciò che l’ha ispirata. Quindi si deve fare il bene per amore del Bene, e non in vista di una ricompensa. Ad esempio, se viviamo in ristrettezza economica per poter con quanto risparmiato venire in aiuto a qualcuno più bisognoso, tale comportamento manifesta il vero e giusto sentire di un figlio di Dio.

Infatti, non è straordinario, allorquando tu puoi aiutare uno stanco viandante, oppure quando, a chi cerca la sua patria, tu puoi illuminare la ‘via’ con una calda parola tolta dai tuoi divini tesori?

Camminare con Lui, poveri e modesti, attraverso quest’esistenza, rendersi liberi da ogni attaccamento a ciò che è terreno, e attingere tutto, proprio tutto, dal grande Amore del Padre, sono cose che richiedono molta abnegazione, molto coraggio e molte lotte. Perciò vi ingiungo di lottare per elevarvi e poter così diventare ‘redentori’ di molti altri.

Per trarre le anime fuori dal loro pantano interiore, al Padre Celeste occorrono molti uomini che hanno assimilato l’‘Origine dei divini Ordinamenti’! Chi può dire di essere una tale guida? Colui che in se stesso è divenuto padrone consapevole degli abissi tenebrosi. Solo un uomo simile può essere ‘salvatore’ del mondo che lo circonda.

Attualmente vengono formati ovunque degli autentici condottieri, i quali, spiritualmente, marciano in testa per guidare con ‘dignità’ gli altri.

Infatti il termine ‘Würde’ (dignità) deriva da ‘werden’ (diventare). Ogni uomo è una Creazione in divenire. Adamo perdette il suo paradiso interiore, perdette cioè la coscienza della sua ‘dignità’ spirituale!

Tale umana dignità si sviluppa in noi quando dominiamo tutti gli impulsi naturali – le bestie nell’uomo – e riconosciamo, vogliamo e confermiamo le nostre opere alle divine sante Leggi d’Amore.

Ogni esistenza che sia ancora racchiusa in un involucro carnale, è tuttora soggetta alle forze delle leggi della natura. Una vita diventa libera non appena si conforma alla divina Volontà.

Ora, ogni uomo deve diventare un nuovo Adamo, in quanto deve tentare di riportare nel paradiso della comunione divina i popoli traviati del suo mondo interiore.

Siate perciò severi con il mondo dei vostri pensieri![2] Esso è il grande seduttore attraverso il quale la vostra anima viene profanata. Infatti, senza la purezza e la nobiltà dell’anima, né la lettura né l’ascolto delle sante parole di Dio, possono far sorgere in noi dei celesti sentimenti.

Tutto è in attesa di un nuovo Cielo! E la ‘Pietra angolare’ che i ‘saggi costruttori’ hanno ritrovato, è l’amore disinteressato verso il prossimo, è quell’amore condiscendente tra amico e nemico.

La parabola dei ‘costruttori avveduti’ [Matteo 7,24] riferisce che il primo di essi fabbricò la sua casa (il suo punto di vista) nella valle, il secondo sulla sabbia, il terzo la fabbricò invece sulla Roccia. Quale significato ha per noi questa parabola? Costruire in fondo alla valle significa consolidarsi nella più vile vita intellettiva. La sabbia rappresenta le nostre occupazioni e le nostre preoccupazioni circa inezie prive di significato. La Roccia rappresenta il Padre Celeste allorquando stabilisce il Suo Trono in noi. Ogni terreno su cui si vuol fabbricare vacilla facilmente, quando non ha come fondamento la Roccia delle eterne e incrollabili Verità. Perciò teniamo a mente la Sua sentenza: «Cielo e Terra passeranno, ma le Mie parole non passeranno!» [Matteo 24,35].

 

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Cap. 14

Amare Dio significa conoscere la Sua volontà

Politz, domenica, 5 marzo 1933

Amare Dio sopra ogni cosa significa cercare di riconoscere sempre di più la Sua Volontà e viverla poi felicemente. Amare il prossimo significa essere tolleranti, significa compatire le debolezze dell’umanità. Se si vuole aiutare il prossimo nel suo lavorio di perfezionamento è necessario usare pazienza, indulgenza e perdono, e quindi elargire amore continuamente.

Il mondo non ama essere vinto, ma redento con lo Spirito dell’eterna Verità.

Chi tra noi è il più grande? – Colui che a tavola siede all’ultimo posto. In Cielo il servire è la cosa più grande, e tale volontaria assistenza ci rende simili a Dio. L’umiltà, infatti, non è altro che il coraggio di servire.

*

Gesù ora mi dice: «Io sto in ansiosa attesa davanti alla porta del vostro cuore. A chi conosce solo la Mia parola, Io gli passo davanti spiritualmente. Quando invece qualcuno Mi ama, Io entro nella sua casa e ceno con lui, ma posso stabilirMi eternamente solo presso colui che è capace di amare, soffrire e servire come Me, e che non ha altra volontà se non la Mia. La ‘Nuova Gerusalemme’ corrisponde all’Amore dei Miei angeli, ed è qui che Io dimoro in mezzo a loro, e poiché questa celeste Gerusalemme sta ora discendendo sulla Terra, ma solo in seguito potrò dimorare presso i Miei figli!».

Vedete, il Redentore si presenta a noi in modo così poco appariscente che Lo possiamo riconoscere solo dal Suo Amore, ma se Egli dovesse giungere rivestito dal Suo Splendore, non credete che saremmo presi dall’angoscia, fino a tremare? Quando invece Lo vedo povero, a piedi scalzi e implorante, tutto il mio cuore Gli si precipita incontro! Tuttavia ogni cosa è inferma, moribonda, e non sa nulla dell’alitare del Suo Spirito, ma attraverso il nostro Salvatore Gesù Cristo, si può e si deve prestare aiuto a ogni uomo!

Le cose che tu fai, sia le buone sia le cattive, toccano il tuo Salvatore! Quando giudichi un fratello è come se percuotessi Gesù! E chi di noi vorrebbe ferire il suo Redentore?

Il vero cristiano parla soltanto quando la sua vita interiore glielo permette, altrimenti lascia parlare le sue opere.

Se la vostra anima fosse compenetrata dalla vita del vostro Spirito, voi vedreste accalcarsi ai vostri piedi miriadi di esseri che chiedono pane spirituale. Infatti, il vostro pane che ogni Cielo cerca è sull’altare del vostro santuario interiore. Ecco perché i Suoi figli portano nel petto quello che l’intera Creazione non può dar loro, cioè la Vita e la comprensione per le alte mete del Padre concernenti l’umanità. Il grande nemico, cioè il nostro egoismo, procura sempre d’oscurare tale comprensione.

Il Suo pane – quello che Egli un giorno prese, che spezzò, e lo diede da mangiare ai Suoi discepoli – fu appunto la Sua parola di redenzione, con la quale noi tutti dobbiamo nutrire le nostre anime, affinché crescendo possiamo entrare nel Suo Regno.

Il Padre desidera un solo luogo di riposo: quel cuore dell’uomo colmo d’amore che può essere tale. Oggi, anzi in questo momento, durante l’ora di meditazione questa casetta è divenuta Betlemme, ma trascorsa quest’ora, Betlemme sarà laddove si trovano l’amore e l’umiltà più grandi. I nostri occhi non Lo hanno ancora intravisto, ma i nostri cuori Lo riconoscono meglio di ogni occhio che Lo vide circa duemila anni fa.

Oh, il Suo ritorno sarà uno spettacolo insuperabile. Non udite gli inni di lode degli angeli di Dio? Non vedete gli uomini che si prostrano nella polvere? Solo da questi uomini, Iddio estrarrà tutto ciò che è stato posto in loro quale Sua immagine.

*

Adesso, così ci ammonisce Gesù: «Tu, marito, abbi considerazione di tua moglie come una figlia di Dio a te affidata. Tu, moglie, abbi considerazione di tuo marito come fosse un inviato di Dio da servire. Voi, genitori, ravvisate nei vostri figli dei fratelli e delle sorelle. Voi, figli, ravvisate nei vostri genitori il Padre Celeste. Siate come fratelli e sorelle verso tutti gli uomini, poiché in quel momento il vostro Padre Celeste non tarderà molto a venire a voi visibilmente. Amen!».

Così dice Colui che non si serve di nessuna testimonianza, giacché ha scelto il vostro cuore quale pietra angolare! Amen!

 

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Cap. 15

Noi dobbiamo essere il sale e la luce della Terra

Politz, domenica, 2 aprile 1933

Una guida al di fuori di noi può abbandonarci. La ‘Guida’ in noi, mai! Questa infallibile Guida in noi non è altro che il risveglio alla vita divina che, in qualità di figli, vuole ricondurci alla Casa paterna. Verrà il momento in cui gli uomini di Dio che portano nel loro cuore questa vita divina, saranno invitati a occupare il loro giusto posto.

*

Gesù ora dice: «Se qualcuno ti chiedesse: “Chi ti ha insegnato ciò?”. – E tu rispondessi: “La Bibbia!”, oppure: “Le Rivelazioni divine”, o infine: “Un angelo”, allora tu saresti ancora sulla strada che conduce a Me. Ma se soltanto tu potessi rispondere: “Me lo dice la nuova Vita in me!”, solo allora tu sapresti che sei figlio Mio!».

Molti tedeschi credono che la sapienza più elevata sia quella goethiana, ma sul letto di morte Goethe implorò: “Più Luce!”.

Non bisogna credere che fosse compito degli angeli portare Luce sulla Terra, in realtà essi attingevano tale Luce da ciò che traspariva dai cuori dei figli del Padre Celeste. Non fu proprio Gesù a dire, già allora: «Dovete essere voi il Sale e la Luce per questa Terra!»? [Matteo 5,13]

Se la nostra anima non ha superato le prove che Iddio ci ha assegnato, subentra un vuoto tale da renderci insoddisfatti. Tuttavia questo vuoto che Dio ha voluto non deve renderci infelici, anzi deve servirci da sprone per suscitare una più seria e ferma volontà. Infatti, sarebbe un’offesa alla Santità del nostro Padre Celeste, se io volessi coprire le mie debolezze con il Suo Amore, e così facendo la Mia vita di prova su questa Terra sarebbe resa vana.

Com’è delicato e affettuoso il nostro meraviglioso Salvatore. Egli non dirà mai: “Giuda Mi ha tradito!”, oppure: “Il mondo Mi ha crocifisso!”. Egli ha soltanto dichiarato: «Essi non sanno quel che fanno!» [Luca 23,34]. Dichiarò questo perché ogni grandezza crea separazione tra gli uomini, mentre l’umiltà del vero amore crea unione.

Oh, cari cuori fraterni! Non lasciatevi guidare e dominare dal vostro intelletto, ma esclusivamente dall’amore che si rivelò a noi attraverso Gesù Cristo.

Talvolta il vero cristiano si sente debole di fronte alle molteplici perplessità in cui s’imbatte nel mondo, ma non appena chiede aiuto, tramite Gesù, egli diventa forte. Non disse Egli stesso: «Senza di Me non potete far nulla!»? [Giovanni 15,5] – E ciò che Gesù disse allora, vale ancora oggi. Quando affermò: «Non rimarrà pietra sopra pietra» [Matteo 24,2], volle dire che il vento spirituale che incominciava ad alitare, avrebbe scosso profondamente il generale sentire mondano, per quanto solide si potevano considerare le sue basi.

Diventate viventi! Pregate il Padre affinché vi dia più Luce, più istruzione e più misericordia, così che possiate riconoscere i ‘segni dei tempi’.

Se quei pochi uomini che coltivano la parola di Dio nei loro cuori fossero al governo, tu o patria mia, saresti salvata dalla rovina!

Una volta il Redentore affermò: «Non sai che la sola Fede, allorchè nessun dubbio la oscura, può dominare tutti gli elementi e tutte le forze? Se la vostra fede fosse grande persino come un granello di senape, voi potreste spostare le montagne!» [Matteo 17,20].

*

Adesso un angelo splendente mi rivela:  «Oh, con quanto rispetto ascoltiamo queste divine parole che un giorno percepimmo come provenienti da un Fuoco inaccessibile. Ora invece quelle stesse parole ci giungono dalla bocca di un uomo imperfetto! Rendete il vostro amore e la vostra volontà di sacrificio verso il prossimo sempre più operante. È così che noi angeli possiamo disporre di forze per la trasformazione dei cuori».

E il Padre Celeste mi dice: «Poiché ti sei congiunto così intimamente, saldamente e indissolubilmente con Me, quindi con il Mio Amore e con la Mia infinita Grazia, e inoltre ti senti talmente unito con la Mia vita divina, ora posso impartire la Mia Benedizione di congedo ad ogni tuo fratello. – Amen!».

 

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Cap. 16

La nostra vita deve essere un continuo servire

Politz, domenica, 7 maggio 1933

Se vogliamo allontanare il pericolo di guerra che incombe minaccioso, dobbiamo continuare a pregare con fervore. La preghiera di un figlio di Dio può molto quando è in grado di rinsaldare con la sua vita operosa il suo amore per il prossimo. La preghiera di un vero figlio di Dio può risultare di benedizione su troni e regni.

Queste nostre ‘ore di meditazione e di raccoglimento’ non hanno solo lo scopo di farci udire la parola di Dio, la loro finalità è soprattutto quella che l’Amore di Dio possa influire sul nostro animo. Noi viviamo in un’epoca interamente nuova, nella quale le Sue parole si mutano invita perfetta’ nei cuori dei Suoi figli.

Quando Gesù ci comunica qualcosa, non ce la comunica esteriormente. Egli, infatti, illumina i nostri cuori affinché possano accogliere la verità che deve esserci rivelata attraverso la Sua parola. Per confermare la verità della Parola pronunciata, l’intelletto pretende spesso una prova; però non la pretende mai per la Parola vissuta nella piena consapevolezza.

*

In questo momento il Salvatore dice nel mio cuore: «Il Mio Amore per voi è così grande che Io Mi uniformo all’intendimento dei Miei figli, tuttavia la Mia più grande gioia la ritraggo quando posso dividere con i Miei figli ogni Mio tesoro e, tramite loro, procurare gioia pure agli altri».

Solo quando i popoli si dichiareranno fratelli nello spirito del divino Amore, non si sentirà più dire: “Aiutami!”, ma: “Io ti aiuto e ti servo volentieri per il tuo perfezionamento”.

Laddove la divina verità ha fatto il Suo ingresso, nessuno pretende di considerarsi superiore al meno evoluto, anzi si vuol servirlo, poiché in quel momento lo si guarda con l’occhio di Dio.

Come Lo è sempre stato, il nostro Padre Celeste rimane per ogni eternità l’Amore eterno!

Se qualcuno dovesse chiedermi: “Qual è il posticino più santo su questa Terra?”, gli risponderei: “Laddove un cuore umano è pronto a servire il suo prossimo con disinteressato amore!”. È un uomo di tale sentimento che gli angeli servono apertamente. Egli non solo vede Dio ovunque sia, egli è uno con Lui perfino nella vita.

Il Padre Celeste dedica una cura particolare a ciascuno affinché gli faccia raggiungere l’alta Meta che si era prefissato per lui. E’ da questo Suo atteggiamento che possiamo rilevare l’importanza dell’esistenza di ogni singolo essere.

Tuttavia, finché il concetto ‘Amore’ non ci ha compenetrati, non siamo ancora perfetti, e l’Opera di Gesù non ha ancora messo salde radici in noi.

Certamente è una Grazia quando possiamo soffrire per Lui; esiste quindi un fuoco purificatore molto più delicato, che consiste nel servire con un amore privo di egoismo.

Tutta la nostra vita deve essere concepita come un continuo servire, però non dobbiamo compiere quest’amore solo in favore dei buoni; al contrario, non si devono dimenticare neppure i duri di cuore, affinché la Potenza che l’amore racchiude possa compiere il miracolo della loro conversione.

Per una madre, qual è la più grande felicità? Quella di essere d’aiuto al suo figliolo nella sua crescita. Quindi ogni vita che vuol servire la nuova Vita è beata. E beati sono gli angeli quando è loro concesso di aver cura della vita divina che si ridesta nel petto dei Suoi figli, affinché si formi in noi il Regno dei Cieli.

È scritto che il Cristo ritornerà nelle nuvole del Cielo . Tali nuvole sono i nostri limitati concetti, i quali velano ancora lo splendore della Sua Luce e della Sua Grandezza. Sciogli perciò il concetto che hai del Cristo dai ceppi della tua limitatezza o dalla tua opaca vita di fede, solo allora Egli potrà squarciare le nuvole e manifestarsi a te come Luce!

Nessuno, neppure un angelo può redimerti. No! Può farlo solo la Vita del Salvatore che in te è divenuta libera. Chi però non si prende la briga di liberarla da sé, non può essere aiutato nemmeno da Dio.

Nessun uomo ha mai parlato come la nostra Guida, quando affermò: «Noi vogliamo innanzitutto lavorare in noi stessi, per riacquistare il nostro onore e lottare contro l’inganno e la menzogna con tutti i mezzi a nostra disposizione, dopodiché potremo presentarci dinanzi al nostro onnipotente Padre, e dire: “Signore, noi siamo mutati fin nelle profondità del nostro essere! Ora aiutaci Tu a proseguire!”»

Questo desiderio di redenzione attraverserà tutti i Paesi come le onde di un immenso mare, finché i cuori non saranno purificati. Successivamente apparirà un’altra stirpe di sacerdoti che ci insegnerà come l’uomo debba trascendere ogni dolore, affinché il suo soffrire divenga un mezzo per la sua purificazione, e gli serva per raggiungere una beatitudine che non cesserà per l’eternità.

Se il Padre Celeste fosse qui e Lo pregassimo dicendo: “Padre rendici puri”, Egli risponderebbe: “Miei cari figlioli, adesso vi devo innanzitutto chiarire il concetto di ‘purezza’. Udite dunque: essere ‘puri’ significa essersi liberati dall’egoismo. Chi considera le debolezze e gli errori del prossimo con indulgenza, e sulla via del suo perfezionamento – molto spesso assai faticosa – vuole aiutarlo e servirlo con pazienza e amore altruistico, costui è una persona pura ai Miei occhi. Gli uomini peccano e spesso lottano tra loro, e la Mia Misericordia aleggia sopra tutti i loro errori; ma per diventare puri, ognuno deve sforzarsi da sé”.

La porta che conduce al Santuario dell’adorazione che ci è dentro, rimarrà chiusa per noi, finché vi sarà ancora un solo uomo al quale non abbiamo perdonato. È buona cosa porre sopra i nostri giacigli la scritta: ‘Riconciliati con tutti e con tutto!’.

Essere tolleranti significa adattarsi alla convivenza col prossimo senza mormorare, ponendo principalmente l’accento non sulla cruda verità, ma sull’amore. Infatti, l’indulgenza è il primo precetto della sapienza.

Se in me c’è ancora qualche macchia, il Padre Celeste me la toglie, lasciando però che mi dispiaccia dell’altrui comportamento. Ascoltate bene: Egli intende con ciò precludervi la via della sofferenza, facendovi scorgere in tal modo, attraverso i fratelli, i vostri stessi errori.

Oh, sì, solo un egoista, vale a dire un essere così imperfetto, incespica ancora ovunque, giacché il suo occhio spirituale, ancora chiuso, non gli permette di scorgere intorno a lui tutti i diversi gradi di sviluppo della Vita libera.

Sono sicuro che per il momento molti di voi non comprendono ancora queste parole, parole che sono sempre pronte ad illuminarvi, e risplenderanno come stelle nei vostri mondi interiori.

 

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Cap. 17

La vera guida è in ognuno di noi

Politz, domenica di Pentecoste, 4 giugno 1933

Come millenovecento anni or sono, grande fu il Dono che gli apostoli ricevettero in questo giorno, altrettanto grande è il rispetto col quale essi considerano il Dono che ora viene posto in noi!

Lo Spirito di Dio, lo Spirito Santo, venne allora trasmesso soltanto in coloro su cui gli apostoli imposero le mani. Oggi invece, lo Spirito che deve divenire operante può essere patrimonio di tutti. I discepoli che oggigiorno sono pronti a mettersi al servizio di questo Santo Spirito nell’amore, sono diventati veri ‘Figli di Dio’.

Dove regna questo Spirito d’amore, la paura è bandita. Dove non c’è paura c’è forza, e dov’è sovrana la forza divina, là c’è la vittoria.

È passato il tempo in cui venivamo istruiti dall’esterno, come pure il tempo in cui si era condotti per mano. Il grande orologio che segna il tempo del mondo, chiama tutta l’umanità al risveglio, affinché ciascuno riconosca che la nostra ‘vera Guida’ vive in ognuno di noi. È questa che ci chiarirà nel suo santo significato interiore, l’eterna parola di Dio. Gesù è la Porta, Gesù è la Via che vi conduce; però non ilCristo storico’, ma il vivente Spirito di Gesù, cioè lo Spirito dell’Amore di Dio e del prossimo, che solo può aprirci la Porta che conduce al Regno dei Cieli che è in noi.

Occorre soltanto una cosa: mantenere quel posto nel quale l’Amore ci ha collocati. Infatti, rispetto all’eternità, noi siamo su questa Terra solo per alcuni secondi; poi ritorneremo alla grande Casa paterna, dove mangeremo da piatti d’oro e berremo da bicchieri tempestati di gemme. Perciò rallegrati anima amata, e lasciati compenetrare dalla Luce del Suo Amore, affinché ne siano illuminati anche i più reconditi recessi della tua coscienza.

Questa Luce interiore non accecherà l’uomo esteriore, anzi, grazie a questa, l’intelletto dell’uomo esteriore ne trarrà vantaggio, e gradatamente pure esso potrà essere compenetrato da una tale Luce.

Ciò che l’occhio percepisce, l’intelletto lo riflette, ma quello che l’Amore brama appartiene già all’uomo interiore.

Un giorno un professore mi disse: “Io sono pronto a credere in Dio se lei mi mostra dov’è!”. – Ed io risposi: “Signor professore, dov’è il suo ‘io’?” – “Dove sono io? Io sono qui!”, affermò il professore. – Allora osservai: “Non intendo ‘lei’ ma il suo ‘io’ cosciente. È nella sua testa? Si trova forse nel cuore o nel piede, oppure altrove?” – “Questo non lo so”, rispose il professore. – Ed io: “Il suo ‘io’ è laddove si trova la sede dei suoi sentimenti, e là si trova pure la sua coscienza, e infine pure Dio si trova là. L’amore è il sentimento che deriva da Dio, e colui che dimora nell’amore, dimora in Dio, e Dio in lui!” [Ia Giovanni 4,16].

La fede in Dio è l’occhio dell’anima ed è il grande Dono del divino ai Suoi figlioli, grazie al quale l’uomo può mettersi in contato con il suo Dio. La fede prepara quindi l’anima alla vita divina, e la natura di tale fede corrisponde sempre al carattere della nostra vita interiore.

L’uomo di Dio non accumula le proprie esperienze usando il pensiero, ma conquista la sua Luce interiore seguendo fedelmente ciò che gli suggerisce la divina Volontà che gli si manifesta.

Una volta, mentre pregavo il Salvatore di darmi delle direttive per il lavoro della settimana, così mi parlò: «Comportati in modo che nessuno intorno a te si accorga della mancanza del Redentore!».

Diventare come il Salvatore significa vivere in un paese in cui tutte le debolezze sono risanate, essere cioè un abitante dei Cieli in questo nostro semplice involucro umano, poiché il Cielo non è più in qualche luogo lassù, ma in noi.

Il Padre non desidera più dimorare in un Cielo da Lui stesso coniato, ma vuole risiedere nel Cielo che Gli è stato edificato dall’amore dei Suoi figli.

Io non sono venuto qui per battezzarvi con l’acqua, però, coloro che si lasceranno battezzare con l’Acqua della Vita di queste parole, saranno battezzati dal Padre con l’Acqua infuocata del Suo Amore, Amore che in noi distruggerà poi ogni impurità.

La Sacra Scrittura afferma: «Ed Egli li scruterà nel cuore e nei reni» [Apocalisse 2,23]. Questo significa che il Signore scruta gli uomini di dentro e di fuori, per vedere se permettiamo che le cose del mondo prendano posto in noi così da esserne tiranneggiati.

Noi ce ne siamo preoccupati e la nostra esistenza è stata turbata, ma finché ci affanniamo il Padre Celeste nostro non può prendersi cura delle nostre cose.

Le preoccupazioni generano inutili inquietudini e angosce, ma il Padre si prende cura della nostra crescita e del nostro progresso spirituale. Per guadagnare il nostro pane quotidiano Egli ci ha dato le qualità intellettive, tuttavia, quando arrivano momenti di esteriore penuria dobbiamo rientrare in noi stessi, pregando il Padre affinché ci liberi dalla ristrettezza.

Ecco perché si afferma: «Riversate su di Lui ogni vostro affanno, affinché Egli abbia cura di voi!» [Ia Pietro 5,7]. Infatti, nel momento in cui nel nostro intimo pronunciamo la parola ‘Padre’, rimettiamo tutto nelle Sue mani, anche i nostri affanni. E quando, in quiete, ci manteniamo silenziosi davanti a Lui e ai Suoi Consigli, Egli, che tutto vede e tutto sa, ci guiderà in modo da essere spiritualmente vittoriosi. Però, conformarsi con il nostro intelletto a queste sottili, e talvolta quasi inattese vie d’uscita dalla nostra ristrettezza, dipende dal nostro libero volere e dal grado di fiducia che abbiamo riposto in Lui.

Di fronte alle necessità, sia pure urgenti, non dovete lasciarvi impaurire dalle minacce del mondo. O fratello, temi piuttosto l’egoismo nel tuo cuore: è questo il tuo più grande nemico.

Chi tenta volentieri di giustificarsi, inganna se stesso,  mentre chi ha superato l’egoismo non ha più nemici. Dinanzi a Dio egli è puro ed è diventato un abitacolo dell’eterno Amore.

Tuttavia, in colui che si manifestano ancora dei moti peccaminosi, il Padre non si può manifestare, poiché Egli accetta solamente ciò che è Suo e respinge quello che appartiene a Lucifero.

La preghiera è un luminoso sguardo nella meravigliosa Vita amorevole del Padre nostro, e nel contempo è uno sguardo nella nostra vita con Lui.

A colui che si rimette completamente in Lui, si renderà manifesta la Sua Grandezza. E come ci si rimette in Lui? Ripetendo con fede profonda in ogni momento: “O Gesù mio, sia fatta la Tua Volontà!” [Matteo 6,10].

In aggiunta a ciò, Gesù ci ammonisce dicendo: «Perciò amatevi gli uni gli altri, come Io ho amato voi, affinché il mondo intero sappia che siete Miei veri discepoli!» [Giovanni 13,34-35].

Rinuncia completamente a te stesso, all’‘io’ umano, perché così facendo Dio accorcerà la distanza che ti divide da Lui. Chi però vuol prevalere su suo fratello, vive ancora nella falsa luce, e non certo nella Luce dell’amore. E l’amore batte senza posa alla porta del nostro cuore, affinché gli accordiamo un accesso affettuoso. Ieri sera (sabato a Windisch-Kamnitz, durante l’ora di Meditazione) feci l’esperienza di come il Salvatore pone una veste bianca, pulita, sopra ogni cuore sviato. – Cosa significa la veste bianca?

*

E’ il momento in cui il Redentore mi dice: «Come il Mio Amore vi ha nuovamente benedetti, così voi dovete benedire daccapo coloro che vi stanno attorno. Anche voi dovete porre la bianca veste della misericordia sopra quella grigia dei popoli di questa Terra. Tutti i popoli languono. E’ vero che essi aspirano raggiungere alte mete, ma per ottenere ciò non vogliono rinunciare al loro personale piccolo ‘io’».

Come splenderebbero i vostri occhi se adesso mettessi una grossa pietra preziosa nelle mani di ognuno di voi! Però, in questa sacra Ora pentecostale, voi percepite tante gemme spirituali che le vostre mani non possono racchiuderle tutte. Come dovrebbero splendere di gioia i vostri occhi spirituali, ma nonostante ciò molti cuori rimangono ancora vuoti.

Dovete considerare come transitorio tutto ciò che è visibile, giacché solo i tesori spirituali sono realtà eterne.

In questo momento dinanzi al mio sguardo spirituale si aprono degli abissi di Luce come se avanzasse verso di noi un santo, dolce mare di fuoco. Oh, in questo luminoso mare del Suo Amore salviamoci dalle tenebre tempestose del mondo. Amen!

 

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Cap. 18

La pace di Dio si raggiunge solo lottando

Politz, domenica, 2 luglio 1933

Gesù ci dice: «Siete beati quando Mi riconoscete come il vostro Padre Celeste! Siete doppiamente beati quando, in profondo raccoglimento, porgete ascolto alle Mie parole! E siete tre volte beati quando udite la Mia voce nel vostro cuore! Beato sono Io quando le Mie creature Mi riconoscono. Doppiamente beato quando posso parlare con i Miei figli. E sono tre volte beato quando odo la Mia voce esprimersi attraverso i figli!».

Quanta umiltà! Il Signore mette la beatitudine dei figli al primo posto.

Il Salvatore continua a dire: «Miei cari figlioli, finché udite le Mie parole e le accogliete solo con i vostri sensi, voi non Mi comprendete ancora; ma quando in voi percepite le Mie parole come Vita santa, solo allora le comprenderete nel loro significato spirituale. Perciò non ascoltate le Mie parole per poi dimenticarle, ascoltatele invece per ritrovarle nel vostro stesso petto, come Vita!».

Di conseguenza, la pace è il risultato della vita divina; ed essa è laddove regna la vita divina.

E il Salvatore in aggiunta dice: «Io non sono venuto per portarvi una pace che duri nel tempo, ma una pace che abbia valore in eterno».

Nondimeno, questa pace si raggiunge solo lottando contro tutte le sozzure che si annidano ancora nel cuore.

Il simbolo della lotta è la spada. Il Signore afferma che tale spada rappresenta la Verità che ci reca, e che ci libererà dalla menzogna. E quando saremo liberi avremo anche pace, e poiché al giorno d'oggi la Sua parola di verità ci viene offerta a piene mani, non dovete far altro che accoglierla.

Il nostro Salvatore Gesù Cristo non vuol essere più lo sconosciuto Forestiero di millenovecento anni fa, Egli vuol essere la ‘Vita ritrovata’, ilFiglio riconosciuto’ del Suo eterno Padre, il Quale da un semplice figlio dell’uomo ha modellato un luminoso Figlio di Dio.

L’Unione con il Padre che Gesù ha realizzato in Se stesso, desidera ora realizzarla in noi. Questi però non esercita su di noi alcuna pressione, ciononostante vuol essere compreso, affinché realizzi in noi il suggello dell’Opera, che è la nostra rinascita alla Vita spirituale.

Negli anni passati mi sentivo beato quando potevo leggere le opere della ‘Nuova Rivelazione’ (tramite Jakob Lorber). Allora dicevo: “Allorché lascerò questa Terra vorrei portare con me i miei libri”. Oggi però dico: “Oh, quanta beatitudine provo per non aver bisogno di alcuna ‘Rivelazione’ esteriore, giacché la porto in me stesso; e al posto dei libri mi porterò questa Vita che mi palpita dentro”.

Una volta il Padre Celeste mi disse: «Poiché hai riposto la tua fiducia in Me, innumerevoli schiere del tuo mondo interiore si sentono liberate!». Quali uomini, noi dobbiamo compiere nel piccolo, quello che Gesù ha fatto nel grande, cioè redimere il nostro mondo interiore.

Un giorno quando avrete conformato la vostra vita a quanto sopra detto, allora percepirete che è giunto il momento di sperimentare gli effetti delle ‘ore di grazia’ trascorse qui. Verranno da voi a migliaia per implorare una Parola di Vita.

La Terra spiritualizzata diventerà la ‘cameretta di smeraldo’ per tutta l’infinità. La Terra, infatti, ha veduto e ospitato, quale Uomo, il Signore e Creatore. Anzi ha persino accolto in sé il Suo prezioso e santo Sangue.

Chi ha riconosciuto il celeste richiamo non lavora più per ricevere un premio, ma solo per disinteressato amore verso Dio e verso i suoi poveri fratelli.

Nell’‘orto dei Getsemani’ solo dopo una strenua lotta interiore, e dopo che Gesù ebbe pronunciato le parole: «Padre, se è possibile, allontana da Me questo calice; tuttavia non la Mia, ma la Tua Volontà sia fatta» [Luca 22,42], si fu in grado di intervenire dall’Alto per rafforzare la Sua Anima.

Per la conservazione della Creazione, il Divino dovette assumere l’umano, ma l’Umano (l’anima di Gesù) con le parole ‘Sia fatta la Tua Volontà’ doveva appunto rinunciare a Se stesso e rivestire il Divino.

Allora, se in Gesù l’umano avesse fallito, la Divinità si sarebbe dovuta ritirare nelle Sue profondità primordiali, e tutta l’Opera di redenzione, in un attimo, si sarebbe sciolta nel nulla[3].

*

Poco tempo addietro, il Padre ci disse: «Sono così pieno d’Amore nei vostri confronti, che vorrei presentarMi a voi visibilmente e portarvi tra le Mie braccia nella Mia Casa paterna. Tuttavia, non voglio essere Io a perfezionarvi, poiché con la Mia vita terrena, Io stesso ho percorso la via per la quale dovete incamminarvi voi per raggiungere la perfezione. Perciò è più santificante dire ‘Prendete la vostra croce e seguiteMi!’ [Marco 10,21]. Anch’Io duemila anni fa, non diedi ascolto ai Miei desideri, né feci uso della Mia divina Potenza, ma Mi rimisi alla Volontà del Padre Mio Celeste».

Un maestro che si pone al di sopra della sua opera non è un grande maestro. Lo è invece colui che eleva la sua stessa opera fino a sé. Il Signore non è grande solo perché è il Creatore di ogni cosa, ma Egli è grande specialmente perché ama servire ogni Sua creatura.

*

In questo momento, così parla nel mio cuore il Salvatore: «O Terra, che cosa Mi dai! Tuttavia ti toccherà una tale esperienza, dinanzi alla quale l’intero Infinito tremerà!».

*

A questo punto, il Salvatore (rivolgendosi a Georg, e parlando sempre attraverso di lui) dice: «Ed è una gioia per Me che tu non sia più solo, giacché, quali figli, coloro che ti ascoltano vogliono procedere con te!».

E noi tutti, dall’innario[4], intonammo l’inno che dice: “Nella mia miseria accoglimi per misericordia, Gesù prendimi come sono”, e in chiusura, sempre attraverso il fratello Georg, il Salvatore cantò: «Figliolo, Io cerco il Figlio. Solo in te trovo il Mio riposo! Dona il tuo Amore a Gesù».

*

Solo attraverso il suo amore l’uomo eleva il suo Creatore al rango di Padre, e se stesso a quello di Suo figlio. Tramite lo Spirito d’amore verso Dio e verso il prossimo, il compito dell’uomo è di trascendere le Leggi di Dio, trasformandole in Leggi d’amore. Grazie a tale Spirito, ciascuno può emanare una Forza che proviene dalPaese d’origine’, e che può trasformare in ‘Luogo d’origine’ qualunque posto in cui ci si trovi. Facciamo in modo che i nostri occhi e i nostri orecchi siano meno volti alle cose esteriori, e che tutta l’attenzione sia invece rivolta a seguire una via parallela a quella percorsa dal Salvatore, affinché tutti i nostri sensi si aprano. Se ancora una volta volessi riassumere tutto ciò che è stato detto, mi esprimerei così: “La vostra eterna Patria si trova in voi. Essa vi offre la Vita del Padre, la Vita dello Spirito; e chi vive di questo Spirito, questi è a casa sua in qualsiasi luogo, e da ‘uomo esteriore’ diventa ‘uomo interiore’, e sarà un salvatore del suo prossimo”.

Adesso, la Vita interiore mi dice questo: «Non scoprire troppo il tuo ‘uomo interiore’ ad altri, poiché tutto ciò che essi non sono ancora capaci di far proprio, va di nuovo disperso. Basta che tu dica loro: fratelli, datevi la mano in segno di fraterna amicizia».

Laddove, infatti, ci sono dei veri uomini, tra loro non c’è solo stima e considerazione, ma anche profondo rispetto per la Vita che ognuno porta in sé.

Avete udito il mormorio delle Acque primordiali in queste parole? Non lasciate che esse scorrano invano davanti a voi; non lasciate che il loro mormorio si estingua. Fate invece che vi risveglino, affinché possiate lottare per raggiungere la meta!

Gesù c’invita: «Oh, voi che siete chiamati, destatevi, affinché Io possa dar inizio in voi all’Opera di redenzione». Ora è venuto il tempo in cui la vita divina vuole risplendere da ogni uomo come una fiaccola infuocata.

Al Pozzo di Giacobbe [Giovanni 4,5-38], ilriposo’ di Gesù rappresenta la ‘coscienza’. Ilpozzo’ raffigura l’‘uomo intellettuale’; qui il Divino trova un punto di sosta. Il Divino non vuole dominare l’umano, ma nell’umano vuole trovare un fratello. La ‘donna’ simboleggia la ‘nostra anima’, con le inclinazioni contenute nel cuore e la sua brama di sapere dove si deve adorare il Signore.

La Creazione esteriore visibile non è la realtà; essa rappresenta solo una necessità per destare nell’uomo domande come quella di cui sopra. Attraverso queste riconosciamo che solamente il significato interiore ancora celato nella parola di Dio, può soddisfare la nostra sete di verità. Il nostro Amore e i nostri principi non devono essere né parziali né settari, ma devono aiutare a superare le differenze. Anzitutto si deve tentare di superare quelle ancora esistenti nella nostra famiglia, e solo dopo gettare il ponte che ci congiunga a una sfera di Vita più vasta.

È giunto ora il tempo in cui Gesù vuole edificare il Suo Regno. I futuri governanti vorranno essere i grandi servitori dei loro popoli, giacché il servire’ è un atto dello Spirito divino. Infatti, solo lo Spirito di Dio può ridestare nell’uomo lo Spirito divino.

Millenovecento anni or sono, Gesù non si appoggiò all’autorevole fede ufficiale; quindi i seguaci a Sua disposizione furono solo uomini modesti, di cuore semplice, vale a dire uomini che ponevano il sentimento in prima linea e l’intelletto in seconda.

Anche oggi Egli può bussare esclusivamente alla porta di uomini dotati di simile indole, per i quali il mondo esteriore è piccolo e limitato, mentre quello interiore è vasto. A tali uomini Egli ha però elargito una Forza speciale che è in rapporto con la loro vita interiore; e la vita interiore è la porta che si apre sulla vita divina.

Il bambino deve sempre tenersi stretto alla mano paterna; quando però è il padre che afferra la mano del bambino, egli deve costantemente aver cura che la mano del piccolo non si svincoli nuovamente dalla sua.

In questo momento Gesù parla nel mio cuore: «Io ho posto in voi Forze che portano alla risurrezione, non solo per elevare il vostro ‘io’ traendolo dalla tomba delle cose terrene, ma anche per rendere indipendente il Mio ‘Io’ nella vostra tomba».

Certamente, ma se io non ho ancora fatto l’esperienza che la Sua Volontà è sempre veritiera, non posso neppure far mia tale Volontà. Infatti, è solo grazie a questa che Egli potrebbe risorgere in me, la cui azione verrebbe testimoniata dalla Sua luminosa presenza.

Lucifero, l’angelo di Luce – che aveva in sé la pienezza della Luce e della Potenza divina – si perdette, ma per mezzo dell’immane lotta con lui, il Figlio ha in sé il potere di richiamarlo nella Sua Patria. Amen!

*

Nel pomeriggio, in una ristretta cerchia, così parlò il fratello Georg: “Oh, una grande responsabilità pesa su di me, e talvolta sembra debba schiacciarmi a terra. Un solo atto d’amore incompiuto, non solo ritarda lo svolgersi dell’opera della mia vita, ma ritarda anche la stessa Opera di redenzione del Padre nostro! Duemila anni fa il Signore fu in grado di cancellare la spaccatura che si era formata nel corso dei tempi tra Dio e l’umanità. Il mezzo per raggiungere tale scopo fu il santo sacrificio della Sua morte in croce. Tuttavia, in seguito al perverso modo di pensare e di agire degli uomini, si è nuovamente formato un profondo abisso, e oggi la vittoria dipende esclusivamente dalla maturità d’essere dei Suoi figli.

Gesù non può far altro che ripetere il Suo ammonimento: «Perseverate nella lotta e rimanete fedeli a Me».

 

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Cap. 19

Un uomo pronto a servire rimane sempre presso Dio

Politz, domenica, 6 agosto 1933

Ogni roseto naturale, se non deriva da radici selezionate, ha bisogno di essere innestato per lo sviluppo di una bella fioritura. Ed è grazie all’inserimento di tale nobile virgulto che la pianta può dare delle rose profumate. Così anche il Cielo ha bisogno di ‘uomini nobili’ per trasformare il seme dell’umanità, cioè la sua discendenza naturale, in una nobile stirpe.

Attraverso le parole di Gesù ‘Amatevi gli uni gli altri’ [1a Giovanni 4,7], venite invogliati a nobilitarvi spontaneamente, e poiché siamo liberi, dobbiamo dimostrare pure fiducia al Giardiniere che ha cura di noi! Solo così ci mettiamo sotto la protezione del Suo grande, paterno Amore.

Non tutti possono essere grandi, ma piccolo lo può essere ciascuno. Voler essere piccoli significa non adoperarsi per far risaltare le proprie facoltà intellettive; essere piccoli significa dare sempre la precedenza alla propria vita di fede, la quale si riassume nelle parole: “Padre guidami Tu!”.

Una volta un fratello mi chiese: “Fratello Georg, come posso ottenere uno dei seguenti doni: chiaroveggenza, imposizione delle mani, guarigione degli infermi, ecc.?”. – Allora risposi al fratello: “Pensi dunque che siano questi i più grandi doni di Dio? Il dono più grande di Dio è l’uomo dal cuore umile che Lo ami sopra ogni cosa!”.

Un uomo pronto a servire non viene mai deluso; egli rimane sempre unito a Dio. I prediletti di Dio sono quelli che portano spontaneamente anche i pesi degli altri. Una volta a Windisch-Kamnitz, tramite me, il Signore disse: «Miei cari figlioli, voi cercate la Vita in Me, e Io cerco la Vita in voi!».

O Amore, Tu che sei la mia Vita, io non potrò mai più perderTi!

Un altro giorno il Signore mi disse: «Io non ho prestabilito per nessuno l’ora della morte, ma quando scorgo che uno ha conseguito il massimo che doveva raggiungere su questa Terra, allora per lui è arrivato il momento di essere richiamato».

Tutte le ghiande delle pregiatissime querce sono simili, ma solo quelle piantate in un fertile terreno possono svilupparsi fino a diventare robuste querce. I ‘fiori’ rappresentano gli angeli; ma per quanti se ne piantino nel terreno, non danno frutto. Le ‘foglie’ sono gli abitanti dei Cieli. I ‘frutti’, cioè le ghiande, sono i figli di Dio. Quando le ghiande sono mature, si staccano dall’albero che ha dato loro la vita, e né preghiere né implorazioni servono ad indurre la quercia a impietosirsi, e accoglierle nuovamente tra i suoi rami, maternamente protettivi. E affinché una ghianda possa raggiungere l’indipendenza, non c’è che un mezzo: che essa si lasci piantare nel terreno, in maniera tale che tramite la progressiva crescita si possa sviluppare da frutto ad albero, il quale reca in sé la Forza dalla Forza primordiale, e la vita dalla Vita primordiale. Tutti noi siamo chiamati a diventare splendide querce, ma solo quelli che tramutano in frutti la Dottrina di Gesù sono eletti.

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Il Salvatore dice: «Amatevi perciò senza posa. Amatevi con l’Amore con cui Io vi ho amato, e con il quale vi amo ancora oggi! In qualità di Uomo misi la Mia vita al servizio dell’Amore. Perciò pure voi dovete mettere la vostra vita al servizio del Mio Amore, affinché Io possa risorgere in voi! Amen!».

Laddove l’amore non è ancora operante, neanche la vita può manifestarsi; e là il freddo egoistico intelletto continua a predominare. La vita esteriore della maggioranza degli uomini non è il risultato della loro vita interiore, ma è il risultato dell’intelletto e dei suoi concetti, e una vita vissuta così appartiene a Lucifero.

Nel vostro intimo ora scorgo l’immediato accendersi di una Luce, così come avviene a mezzogiorno quando il Sole irraggia un panno bianco: è la Scintilla divina che vi stimola. Quando sulla Terra scorgo un uomo che è pronto a sacrificare quello a cui tiene di più, solo allora Dio può far sorgere in lui quello che ha di più caro. Non appena accogliamo le parole di Gesù nel nostro cuore, esse destano in noi le divine energie della Vita.

Quando un momento fa si stava avvicinando un violento temporale, dissi queste cose al Padre mio: “O Padre Celeste, proteggi gli esseri umani nel corpo e nell’anima, e non permettere che si scatenino le forze tenebrose”.

Allora così rispose il Padre: «O figliolo, Io devo permettere che le forze della natura si sfoghino, che si raccolgano sulla superficie terrestre. Se così non avvenisse, con la loro tumultuosa raccolta esse raggiungerebbero una potenza tale da distruggere tutta la Terra. Tuttavia puoi stare tranquillo sia per te che per quelli per cui hai pregato, giacché essi stanno sotto la Mia sicura protezione».

Il male esercita il suo potere solo se in noi trova una qualche rispondenza. Quando invece esso non la trova più, si allontana da noi, poiché il suo potere è soffocato; e allorché nel proprio intimo le forze delle tenebre sono state vinte, anche nel mondo che ci circonda si acquista potere su tali forze.

Nessun uomo potrebbe risorgere se ogni giorno non fosse aggravato da nuovi fardelli, perché solo superando le difficoltà le nostre forze rinvigoriscono. Tuttavia nessun pensiero e nessuna azione possono realizzarsi, se non sono approvate dal nostro intimo.

 

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Cap. 20

L’anima si sente a casa quando dimora nell’amore

Politz, domenica, 3 settembre 1933

Luomo esteriore non intende niente del Regno di Dio, perché il Padre Celeste non lo costringe affatto. Nondimeno la Sua parola ci eleva oltre questa vita terrena, e ci indica la via che nel Suo Regno conduce a una vita differente. Questo concetto dell’immortalità del nostro vivere non sorge allora dal fondamento della divina Potenza, ma dalla libera accettazione dei Suoi figlioli.

Noi andiamo avanti, ma Gesù resta con noi. Un giorno ci divideremo, ma Gesù resterà con noi. E Gesù vuole condurci tutti alla porta della nostra eterna Patria, affinché impariamo ad intendere da soli l’Amore del Padre.

Come nell’acqua il pesce si trova nel suo ambiente perché essa è il suo elemento e l’uccello si trova nell’aria che è il suo, così la nostra anima si sente a casa propria quando dimora nell’Amore scevro da egoismo, poiché questa vita divina è l’elemento della sua origine.

È meraviglioso essere cittadini della Patria celeste, ma più ancora – come fece il Salvatore – aiutare coloro che non hanno ancora trovato tale Patria. Chi attraverso Gesù pratica questo amore disinteressato, può, grazie allo Spirito divino, diventare cittadino dei Cieli, e guida per indicare ai traviati la via che conduce là.

Alcuni giorni fa sono stato invitato ad una riunione con alcuni fratelli, ve n’erano circa un migliaio. È stata un’ora meravigliosa, ed io non sapevo se ero ancora un uomo della Terra oppure se non mi trovavo più su di essa. Mi trovavo in una cerchia regale, ed ho udito il mio Signore e Redentore parlare come se stesse fuori di me. Fino a quel momento non avevo mai udito una simile voce umana, una tale dignità, precisione, chiarezza! Nell’udire il suono di quella Voce, pensai: “Questi è il Verbo dal Quale furono formati Cielo e Terra”. – Egli disse solo due parole: «Figlio Mio!»; ma le disse con un tale tono, che avvertii che dinanzi a Lui l’intera Creazione non era così importante quanto ‘Suo figlio’.

In tutto l’arco della nostra esistenza non si ripresenterà mai più, così come ci è offerta ora su questa nostra Terra, l’occasione di poter frequentare una simile Scuola per la maturazione della divina figliolanza.

E il Salvatore continuò a parlarmi in questo modo: «Volgiti verso Settentrione e benedici la Terra nel Mio Nome!»”. Ed io mi volsi verso Settentrione. Ed Egli continuò: «Volgiti verso il Meridione e benedici la Terra nel Mio Nome! Poi volgiti verso Oriente».

Perciò implorai: “O Padre, io non sono molto sapiente nella conoscenza delle cose del Cielo!”. – Ma il Salvatore disse: «O figlio Mio, non importa ciò, basta che tu abbracci tutti con il tuo amore, e li benedici nel Mio Nome, siano essi angeli o figli delle tenebre, figli di Dio o uomini del mondo».

Le parole ‘Io e il Padre siamo Uno’ [Giovanni 10,30], significano che il Suo Amore (Padre) e la Sua Parola (Figlio) sono un’unica e stessa cosa! Se noi fossimo stati chiamati all’esistenza dalla Forza primordiale per poi ritornare nel nulla, non avremo nessuna coscienza della nostra Vita immortale. La grande Opera compiuta dal nostro Padre Celeste è che Egli ci diede una vita talmente libera, da poter dubitare persino dell’esistenza del nostro Creatore. Questo però è possibile solo su questa Terra, luogo in cui devono essere formati i figli di Dio! Infatti, un figlio di Dio non è cosa che si compera, giacché è l’uomo stesso che deve sforzarsi per diventarlo di propria volontà, con fede e fiducia verso il Padre suo. Egli deve quindi pensare e volere soltanto ciò che è divino, e seguire in piena coscienza i propri impulsi, poiché ognuno di noi sa cosa dovrebbe e cosa non dovrebbe fare.

Quando nelle Sacre Scritture si legge: «E non rimarrà pietra sopra pietra» [Matteo 24,2], significa che tutte quelle pietre che il sapere umano ha posto una sull’altra, costruendo un edificio fatto di nozioni provenienti dalla scienza terrena, un giorno dovranno cadere, per lasciare il posto allo Spirito di Gesù, ma solo un uomo umile può avvicinarsi a Lui, e solo un uomo capace di amare Lo comprende.

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Vicino a me in questo momento sento la presenza di un angelo luminoso che ci saluta nel Nome dell’eterno Amore: «O tu, potenziale figlio di Dio, vedi, il Padre mi ha destinato fin dall’eternità ad essere un reggitore di mondi. Oh, se su questa Terra potessi ora indossare la veste di carne e diventare su questo vostro pianeta un reggitore di popoli! Oh, esercitatevi maggiormente nell’amore, affinché possa associarsi la stessa Creazione, e il sistema solare che io dirigo possa essere conquistato dal sistema solare del vostro divino Amore!».

Nel mettere la nostra vita al servizio dell’Amore divino, nostra cura costante deve essere la ricerca della statura e della magnificenza più elevate.

Amare il prossimo significa, prima di tutto, aver sempre di mira la sua eterna salvezza. Bandite da voi la paura, ma confidate nell’eterno Amore offrendoGli l’opportunità di rivelarvi la Sua presenza.

Il Salvatore disse: «Le Mie pecorelle odono la Mia voce. Esse fuggono il mercenario e seguono il Pastore!» [Giovanni 10,3-5], e inoltre: «Dove due o tre sono riuniti nel Mio Nome, Io sono in mezzo a loro» [Matteo 18,20]. Perciò dobbiamo procurare di unirci con tale Spirito, affinché nessuna apparente verità abbia più il potere di rallentare il nostro cammino. Ogni singolo essere viene allevato, ogni singolo essere viene utilizzato, ma ogni singolo essere deve esaminare se è abbastanza forte da non permettere che le sue sofferenze diminuiscano la fiducia in Gesù. Infatti, la fiducia è veramente tale, quando, preclusa ogni umana risorsa terrena, la speranza nel Suo aiuto non viene meno.

Ecco quella fede che smuove le montagne. Ecco la ‘chiave’ che apre la porta affinché il Salvatore faccia il Suo ingresso. Lo ricopra la nostra fiducia, poiché la fiducia Gli fa riavere ciò che fin dalle origini era di Sua proprietà. Infatti, non avremo mai più l’occasione di frequentare questa spirituale scuola dei figli di Dio, dove con l’amore e il sacrificio, un abitante di questa Terra può diventare cittadino dei Cieli più elevati.

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Dice Gesù: «L’obiettivo della Terra non è quello di esaltare il Nome di Dio, ma di annichilirLo, poiché solo chi ha imparato ad ubbidire può anche comandare; e solo a chi ha ridotto al minimo le sue necessità, Io posso affidargli una grande ricchezza. Spesso la Mia ricchezza Mi distingue dai Miei figli, ma se tale Mia ricchezza è nelle mani dei Miei figli, essa Mi ricongiunge ad essi!».

Nondimeno, il Padre non può affidare le Sue ricchezze ai Suoi figli finché essi non sono divenuti liberi. Un potere miracoloso sugli elementi ci separerebbe dal nostro prossimo, e allontaneremmo l’umanità dalla meta stabilita da Dio, conducendola verso una meta di potere. Perciò, non aspiriamo a nessun’altra forza se non a quella dell’umiltà e dell’amore per Dio, forza che influisce miracolosamente sul cuore del nostro prossimo.

Voi non siete invitati in questo posto soltanto per fare qualche esperienza, ma affinché da tali esperienze possiate trarne dei risultati, e quindi operare conformemente in piena libertà e sotto la vostra stessa responsabilità.

Nelle nostre chiese siamo istruiti sulle cose di Dio, ma la verità la impariamo dalla parola di Dio solo attraverso un’appropriata consapevolezza. Colui che si aggrappa alla ‘lettera’, alla Parola, uccide la vita indipendente del proprio spirito. Chi invece scruta la parola di Dio alla ricerca del suo profondo significato spirituale, viene mosso a compassione da tale significato, alimentando la sua vita spirituale.

Lo Spirito Santo vuole insegnarci una religione ‘del servire’, mentre l’intelletto si crea una religione ‘del comandare’. Il progresso del tempo attuale metterà l’uno contro l’altro i popoli potentemente armati, dopodiché verrà un tempo molto triste, in cui tutti alzeranno le mani verso il Cielo, implorando la pace nel mondo. Il mondo combatterà le sue guide dalle corte vedute e le schiaccerà, mentre le guide inviate da Dio eleveranno il mondo, anzi arriverà persino un momento in cui i nemici si vergogneranno delle loro stesse armi. E più presto di quanto si possa immaginare, il Signore ingiungerà loro: «Fin qui e non oltre!». Anzitutto dobbiamo purificarci interiormente e imparare ad amare tutti gli uomini come fossero parte di noi stessi.

Ora un angelo dice: «Quindi non durerà molto che vi staremo accanto visibilmente».

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(Quel giorno nel giardino di Walter Bauer erano radunati per l’ora di meditazione parecchie centinaia di fratelli e di sorelle i quali volgevano sguardi preoccupati verso il cielo che andava coprendosi di nere nubi minacciose. Allora il fratello Georg, in tono gioioso, disse: “Oggi qui non pioverà, giacché abbiamo esercitato il nostro potere di ‘figli di Dio’!”. E la pioggia venne fermata. Infatti. quando il Fratello Georg incominciò a parlare, il cielo che era interamente grigio e carico di pioggia, si rasserenò dalla parte di Tetschen, e tutte le nubi furono spinte in direzione opposta. Così in pochi minuti il cielo ridiventò completamente azzurro e il Sole ritornò a splendere sopra di noi, poiché Gesù è nostro intimo Amico e Fratello e ogni cosa ci va bene, anzi benissimo.)

*

E il Salvatore ci dice: «Ed è appunto perché vi amo che accetto perfino dei consigli da voi. Io posso resistere a tutto, ma non al vostro amore filiale quando esso è puro!».

Il Signore usa la Sua Volontà il meno possibile, e quando lo fa, poiché la nostra salvezza dipende da essa, anche allora lo fa solo per aiutare, mai per dominare.

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Ora un’altra voce parla in me: «Salute a voi figli in divenire! Tenetevi stretti alla mano dell’eterno Amore, in maniera tale che possiate raggiungere in breve tempo la vostra meta. Succederanno ancora grandi cose su questa Terra, e nessun uomo potrà opporvisi, sì da impedire il sorgere di una nuova Era!».

Un essere che nell’accettazione divina diventa ‘uomo’, è uno spettacolo per gli angeli; questo evento lo si comprende solo quando ci si dispone ad essere fedeli nel piccolo. Fate quindi in modo che questo istante di Grazia non vi sfugga; assimilatelo e tenetelo stretto, finché non ne avrete più bisogno, cioè finché il vostro spirito sarà diventato guida!

Noi vogliamo glorificare il Suo Nome. Vogliamo imparare a far uso del nostro Amore e dei nostri diritti di figli. Manca solo poco tempo e tutti i popoli si riconosceranno come fratelli. Si scorgono già i preparativi, e il Regno della Pace è già cominciato. Lo Spirito che ci viene dispensato è una Forza che vince il mondo, una Forza della quale vogliono servirsi gli angeli per trasformare la Terra. Oh, potesse risuonare subito l’Alleluia, nel quale gli uomini intonano: “Lodato sia Colui che viene nel Nome del Signore!”.

 

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Cap. 21

Gesù vuol dimorare nel nostro cuore

Politz, domenica, 1 ottobre 1933

Non vi è alcuna risurrezione dei morti, vi è solo una risurrezione alla Vita di Gesù non appena ce ne siamo appropriati. Viviamo in un tempo in cui ciò che nell’uomo è interiore, diviene esteriore; il piccolo, il grande, e il debole, diventa forte. Sì, un tempo in cui un uomo pieno d’Amore diventa nobile.

A Reutlingen, un angelo parlò più o meno in questi termini: «Il vostro Padre Santo, grande Dio da ogni eternità, ha versato il sangue del Suo Cuore su questa Terra, ed è ritornato nel Suo Regno privo di esso. Ora gli angeli, in una coppa d’oro raccolgono sulla vostra Terra il Sangue del Cuore del Padre Celeste che sgorga dalle azioni d’amore dei Suoi figli. Ogni uomo che attraverso la lotta desta in sé l’Amore di Dio e dei suoi nemici, fa gocciolare dal proprio petto un po’ di sangue del Cuore di Gesù Cristo, ma non deve essere solo una goccia, perché tramite il continuo ripetersi dell’amore che perdona ad amici e nemici, il sangue del Cuore del Suo eterno Amore deve sgorgare a fiotti dai Suoi figli».

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Adesso il Padre vi dice: «Col Mio ‘Fiat’ ho chiamato all’esistenza la Mia grande Creazione! Invece voi, figli Miei, siete stati creati da Me non con l’onnipotenza della Mia parola, ma nel momento in cui fui sopraffatto dal Mio Amore. Infatti, in questo stato, innumerevoli particelle di Vita sfuggirono dall’intimo del Mio Essere nell’Essere esteriore. Perciò voi non farete ritorno a Me come al vostro Creatore, ma ritornerete direttamente al Mio Amore; e grazie a ciò diverrete, nella piena libertà del vostro essere, Uno con Me!».

Parimenti, anche a noi è consentito di accogliere liberamente nel nostro cuore l’Amore. Così facendo ogni altro pensiero viene dominato tanto da poter vivere in Lui.

Ogni angelo è felice allorché sente scorrere in sé le Forze celesti. L’uomo invece può essere felice solo quando la sua natura si è prima di tutto uniformata a quella del Padre suo.

Il nostro affettuoso Gesù vuol dimorare nel vostro e nel mio cuore come un Tempio consacrato da Dio, affinché ciò che è mortale divenga servo rispetto alla vita eterna. Nondimeno, finché ciò che è mortale desidera tuttora nutrirsi delle vinacce del mondo, ciò che è eterno non può ancora vivere in noi. Quando il mondo scorgerà e riconoscerà i Suoi seguaci, solo allora conquisteremo i popoli, così come l’Uno ha conquistato il Suo popolo. Tuttavia non conquisteremo i popoli con belle parole, ma solo con il nostro esempio, con un cuore pieno d’amore verso il prossimo.

Pertanto, per noi, la Dottrina dell’Amore non è più legge, ma una santa via per la quale bramiamo incamminarci. Rallegratevi, rallegratevi o uomini, giacché il Cielo discende quaggiù! I suoi santi abitanti si accalcano per venire sulla Terra, e vorrebbero collaborare alla costruzione delnuovo Cielo’, il quale si manifesta nell’uomo, quindi anche in noi, attraverso lo Spirito vivente di Gesù.

Una sera mi sentivo molto stanco, pregai perciò il Padre Celeste dicendo: “O Padre Santo e amorevole Gesù, ho ancora tante cose da dirti. Forse è possibile farlo in sogno”.

In sogno, invece, il Salvatore mi disse questo: «Alzati, poiché il tuo Salvatore desidera parlarti, e molti fratelli e sorelle già ti attendono».

Quando il Salvatore vuol dirci qualcosa, Egli desta nel nostro cuore la Vita d’amore verso il nostro prossimo. Quella volta dovetti alzarmi presto per distribuire il Pane della Vita ai tanti che aspettavano.

Noi dobbiamo aprirci, dobbiamo diventare sul serio dei figli di Dio, poiché il tempo incalza e, nonostante ciò, ogni cosa dorme ancora intorno a noi. Alle forze esplosive bisogna contrapporre la diga della genuina spiritualità. Grazie alla potenza del suo puro Amore, ognuno deve diventare resistente al fuoco. Egli sa che cosa ci necessita, ma con la preghiera dobbiamo dimostrare che ci ricordiamo di Lui.

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Nel Mio cuore ora sento dire: «Saluta dunque da parte dell’invisibile Salvatore tutti i tuoi uditori, e palesa loro che essi devono aprirsi per poter conquistare la vita eterna, così che poi possa presentarMi visibilmente fra di voi».

 

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Cap. 22

Combattete il mondo congiungendovi a Gesù nell’interiore

Bodenbach[5], domenica mattina, 5 novembre 1933

Il fratello Georg che poco prima aveva discusso calorosamente con noi, si raccolse silenziosamente in sé per una decina di minuti, e dopo che la pace di quell’ora benedetta ebbe unito spiritualmente i presenti, un angelo parlò attraverso il fratello Georg in questo modo: «O cari amici e fratelli, praticate spesso questo esercizio di raccoglimento spirituale, poiché solo durante tale santa quiete interiore il Cielo può comunicare con voi. Il dono celeste che il Padre vostro eterno ha riversato su di voi è assai grande, giacché dovete diventare come unfaro’ conficcato incrollabilmente in mezzo al mare. Questo irradia la sua Luce sopra l’ondeggiante superficie dell’acqua, affinché l’incerto navigante possa ritrovare la patria riva.

La lotta non è ancora finita, anzi si scatenerà intorno a voi ancora più potente e piena di bisogni, affinché possiate esercitarvi nell’istruire ed esaminare se la base su cui vi appoggiate è realmente solida. Per noi angeli sarebbe estremamente facile intimare il ‘basta’ alle forze delle tenebre, tuttavia lo usiamo come scudo solo nella lotta. Innanzitutto è nell’oscurità che la vostra Luce interiore può dimostrare la sua potenza illuminatrice, rischiarando così la notte che impera nella vita dei vostri fratelli e sorelle traviati.

Anche l’incidente[6] occorso oggi al fratello è stato permesso dall’eterno Amore, affinché poniate mente sulla santa serietà della vita e vi congiungiate più intimamente con Gesù, giacché, quando Egli vi dimora nell’interiore, nessuno può dividervi da ciò che è in voi. Invece, quando resta nell’esteriore, allora il mondo ha ancora la possibilità di intromettersi. Comunque non dovete avere alcun timore di queste forze che incalzeranno sempre più potentemente. Per coloro che amano Dio, ogni cosa si risolve per il meglio [Romani 8,28]. Non ha Egli lasciato a voi uomini parecchie prove del Suo immenso Amore? Sta a voi ora dimostrare che sapete restarGli fedeli, che Lo amate e che non siete incerti! Sono appunto le Sue prove d’Amore che devono costituire la base della vostra sicurezza, qui come nell’aldilà, in qualunque circostanza della vostra vita.

Vi sono riservate delle magnificenze dinanzi alle quali persino gli angeli più elevati tremano. Tuttavia, tale splendore non regge di fronte al grande compito che qui sulla Terra solo voi potete svolgere: diventare un saldo ‘faro’ sulla roccia, nel mare in tempesta; arginare il danno delle potenze distruttrici, per illuminare così la via del ritorno in Patria agli erranti naviganti, non soltanto qui su questa Terra, ma anche nel grande e libero aldilà.

E ora andate in pace, ma conservate la vostra pace perché ne avrete bisogno. Non passerà molto tempo che anche nel vostro paese comincerà un roseo albeggiare, e lo Spirito di verità attraverserà i confini che il mondo ha eretto tra noi. Siate vigili e restate uniti nell’Amore, giacché solo allora la vostra vita poggerà su quella base che conferisce alfaro’ la sua solidità!».

*

E un altro angelo parlò nuovamente tramite il fratello Georg: «Santa vi sia la vita su questa Terra. Nel Suo Regno siete voi a ricercare l’Amore, ma nel vostro regno è Lui che lo ricerca. E laddove si cerca l’Amore, là lo si trova in tutta la sua pienezza; però l’Amore lo si può cercare soltanto secondo la misura dell’amore per l’Amore! Sottolinea queste parole nel tuo cuore, affinché tu acquisisca forza per la lotta della vita, e intraveda l’alto dono che ti attende, per poi dire: ‘Io ne ho la capacità, e quindi mi è concesso di cercare il grande Amore e, appunto, farlo mio!’

E tu lo sai: questo grande Amore è Dio, Colui che tu promuovi al grado di Padre quando pratichi l’amore scevro da egoismi, facendone il tuo eterno Bene. Prima di tutto, però, scrivetevi nel cuore queste parole:Il Regno dei Cieli dove dimora Dio è in voi, ed è solo l’amore che vi unisce a un tale Regno e vi rende atti a percepire le onde di Vita che si dipartono da esso.

Ora me ne vado, non voglio approfittare del vostro breve tempo terreno, così che possiate impegnarlo con l’amore operoso, favorendo la crescita della vita del vostro ‘Io’ per il regno della Pace che s’avanza, a gloria del vostro eterno Padre».

 

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Cap. 23

Ognuno di voi deve diventare sacerdote e profeta!

Politz, domenica pomeriggio, 5 novembre 1933

Tra Dio e l’uomo non c’è più bisogno di alcun mediatore, poiché Dio divenne Uomo per mostraci la via che conduce al Suo Cuore paterno. Vigila su te stesso e sui tuoi fratelli, affinché non ti si prenda per un mediatore. Il Regno di Dio è in voi, e Gesù è la porta che vi conduce.

In ciascuno di noi c’è una Scintilla, e in ciascuno esiste la possibilità di far divampare in un fuoco d’amore questa Scintilla! L’anima è il mio ‘io’, il corpo è solo il suo rivestimento materiale, e noi siamo stati provvisti di questa Scintilla divina per poter entrare nella liberissima Vita di Dio, uscendo spontaneamente da una vita di giudizio. Gesù disse ai Suoi discepoli: «Voi non conoscete il Padre, però Io Lo conosco!» [Giovanni 8,55]. Il Padre è il divino Amore, e chi cammina sul sentiero di quest’Amore, questi conoscerà presto il Padre.

La lotta non è mai più grave di quanto sia grande la forza di lottare che sonnecchia nell’uomo e, parimenti, il peso della Croce è proporzionato alla forza di colui che deve portarla. Quando stimiamo che Cristo è morto per noi, questo non ci libera ancora dal peccato. Infatti, ciò che ci libera dai nostri peccati è il voltare loro le spalle. Il Cristo ci indicò la via del sacrificio proprio per vincere la forza del peccato.

‘Vivere’ significa illuminare ogni essere. ‘Vivere’ significa essere uniti a Dio per l’eternità, ed essere coscienti di stare al di sopra di ogni esistenza. Potrebbe Egli darci questa Vita anche senza lottare? No! Se facessimo così saremmo simili ai Suoi angeli. Questi devono sempre attenersi ai Suoi ordini, ai quali non possono trasgredire. Invece Egli ci ha forgiati tanto liberi da darci la facoltà di diventare Suoi collaboratori nella grande Fucina della redenzione, ed è proprio grazie a questa libertà che possiamo appianare o gettare ponti sugli abissi. Colui che in se stesso libera il Figlio, questi è libero. Ma chi ha trovato il Padre, questi è egli stesso il Figlio.

Adamo uscì puro dalle mani della Divinità, tuttavia divenne impuro; e se, essendo puro, non è stato capace di mantenere la sua purezza, come potrebbe conservarla chi è indegno? È per questo che Dio divenne Uomo, perché essendo purissimo potesse santificarci. Quindi neanche il puro può sussistere dinanzi a Lui, ma lo può solo l’uomo umile. L’umiltà è il silenzioso ‘Io’ divino, ma l’amore è l’‘Io’ divino parlante. Nell’uomo umile la Vita di Dio si forgia interamente da se stessa.

La nostra ‘Guida’ ha detto: «Ognuno di voi deve diventare sacerdote e profeta!». Così come la fermentazione del mosto elimina le sostanze impure, parimenti agiscono i tempi di lotta tra gli uomini, poiché solo in questo modo l’umanità si purifica da se stessa. Noi non abbiamo né cannoni né armi; le nostre armi sono gli ideali spirituali. Ogni popolo cristiano si trova in questo momento alla vigilia di una nuova era nella quale regnerà la pace.

Secondo il vero cristianesimo i nemici non esistono, esistono solo anime traviate e ammalate. Egli non ci ha insegnato a portare alla ribalta il nostro ‘io’, ma ad adattarlo in qualità di membri della grande umanità. La Verità non mi è stata data affinché primeggi: la Verità che il Padre mio Celeste mi fece sperimentare, l’ho ricevuta per divenire con essa servitore altrui.

La nostra preghiera non deve essere una momentanea lode o un’unione momentanea, giacché tutta la nostra vita deve essere una preghiera. Colui che procura di adempiere ai suoi doveri secondo le intenzioni e lo Spirito di Gesù, questi lo prega in spirito e verità.

Noi possediamo quel grande potere di poter pregare per tutti gli uomini, poiché la preghiera in favore del prossimo è lo sviluppo della vita divina, quella che può manifestarci la vita divina che abbiamo fatto nostra. Quando il Salvatore disse: «I Miei discepoli faranno cose più grandi di quelle che ho fatto Io» [Giovanni 14,12], voleva dire che, quale Signore, doveva attenersi all’Ordine stabilito da Lui stesso; a noi, però, Egli ha insegnato l’Amore, e non ci ha dato nessun’altra legge.

Gesù disse a Marco: «Mio Marco, da questo momento vi do una duplice vita: la vostra vita, che dovete elevare nel più alto dei Cieli, così che vi ricompensi con magnificenze tali che non ne hanno sentore nemmeno gli angeli più grandi, e la Mia Vita, che voi avete l’obbligo di diffondere fin nelle profondità più basse dell’inferno. Solo così potete ricompensarMi di tutte le sofferenze subite per amor vostro».

Egli è nostro Padre e rimane tale anche per chi fosse caduto così in basso, poiché il Suo Amore non benefica solamente chi è giusto, ma anche chi è ingiusto, non solo il puro, ma perfino l’impuro.

Non è meraviglioso apprendere un simile messaggio? In questo Amore la via che conduce al nostro Padre eternamente buono è libera. Infatti, un uomo ricolmo di pace, che ha fatto suo un tale Amore, può dire al suo nemico: “Vieni ti conduco nella mia casa, e anche se i tuoi peccati fossero numerosi come i granelli di sabbia della Terra o le gocce d’acqua del mare, io ti tendo la mano nel Nome del Signore. Vieni e offri le tue lodi all’Amore, poiché l’Amore vuol redimere pure te da ogni male!”.

L’amore è sempre vittorioso. L’uomo buono è sempre vincitore; anche quando si trova in mezzo a una banda di malvagi ed esteriormente ha la peggio, rimane tuttavia interiormente vittorioso.

Non esiste nessun’altra via che possa riportarci alla Casa paterna, oltre a quella che lo stesso Salvatore ci ha indicato: la via dell’Amore disinteressato! Chi pratica quest’amore si congiunge a Dio, e chi è unito a Dio Gli appartiene! Per questi vale il detto: «Le Mie pecorelle odono la Mia Voce!» [Giovanni 10,3], e laddove c’è amore vi dimora anche la verità.

Una madre, in base a che cosa sa quello che necessita la sua famiglia? Solo in base all’amore. Questo ci insegna la giusta via che conduce al cuore del fratello. L’amore ci da’ la forza di riportare sulla retta via il fratello traviato e ci difende quando siamo in battaglia, affinché nemmeno un capello ci venga tolto.

Lo Spirito della vita interiore non viene destato nelle università. No! Là si sviluppa solo l’intelletto. L’uomo che è vivificato dallo Spirito, in effetti, è già congiunto con l’eternità, non ha più bisogno di alcuna conferma da parte dell’intelletto, giacché egli è già unito con la Verità!

Tramite questo Spirito noi diventiamo sacerdoti e profeti, di conseguenza ogni servizio divino esteriore diviene superfluo. Le nuove genti procederanno come fa un gregge con il suo pastore. Noi siamo diretti verso l’eterna Casa paterna, per adunarci con Lui, e siamo messi su questa Terra per assistere la costruzione del ponte sopra l’abisso che separa Lui dal mondo.

Non si deve lottare per raggiungere ciò che è giusto per amore del giusto, ma bisogna impersonarlo per amore della salvezza del nostro prossimo. Attraverso il processo di fermento dei popoli il desiderio di verità si manifesta sempre di più, e nel contempo in tutto il mondo giunge anche il momento in cui si fanno avanti gli uomini consacrati da Dio.

Come duemila anni fa nella domenica di Pentecoste i ‘chiamati’ uscirono senza paura per le vie del mondo, similmente anche nel tempo che si avvicina, uomini nei quali lo Spirito Santo sfavillerà e tuonerà ne seguiranno le orme. Questi non potranno sottrarsi al Suo impulso interiore.

Una volta alcuni scienziati mi dissero: “Dimostraci una buona volta come un uomo della Terra può, per così dire, trasformarsi in un uomo di Dio!”.

Io risposi loro: “Come nel grembo materno l’anima (il nostro ‘io’) è capace di forgiare il nostro uomo esteriore, allo stesso modo essa è dotata della capacità di comprendere le cose più sublimi e riconoscere le più meschine, ed appropriarsi di tutte le forze elementari. Perciò anche nel nostro ‘io’ deve esserci la possibilità di forgiare dal nostro essere ordinario un uomo-Dio che sia il coronamento di ogni creatura, ma dipende da me se faccio di me stesso un uomo terreno ancora legato al mondo, oppure uno spirito libero che desidera vivere al di fuori dei comandamenti divini, ovvero un uomo che ama, o infine un uomo celeste. Dunque, noi entriamo nella vita eterna con l’uomo interiore che ci siamo creati da noi stessi secondo le azioni dell’anima. Perciò, l’uomo interiore formato dalla sostanza dell’Amore, non compenetra solo l’infinito, ma tutti i Cieli. L’uomo umile trova in se stesso l’infinità e l’intera Divinità, giacché egli è stato formato dalla più pura essenza divina. Portiamo allora la nostra croce non con sospiri, ma con gioia, poiché essa ci libererà da ogni desiderio materiale. La nostra vita in Dio acquista forza redentrice solo quando abbiamo resistito lottando”.

Con le prediche moraleggianti non si riportano gli uomini nella Casa paterna, ma solo con l’esempio della nostra vita, e con un cuore aperto e colmo d’amore e d’umiltà. Infatti, tutti coloro che vagano smarriti per le vie del mondo e cercano pace, trovano presso di noi comprensione e conforto.

*

Il nostro Salvatore ci dice: «Non credete che sia proprio il vostro Salvatore e Maestro ad intrattenersi con voi? Non credete che non vi sia nulla di più santo per Lui che potersi unire con i Suoi figlioli? Non credete che sia proprio Lui stesso ad annunciare ai Suoi figli la Sua venuta sulla Terra dalla bocca del fratello vostro?

Oh, se ogni nube che Mi separa dai Miei figli si dissolvesse, e giungesse il momento che implorassero:O Signore, dissolvi dunque l’effetto della nuvola!’. Allora, nello stesso momento in cui pronuncerei il Mio ‘Hephata’, Colui che vi ha creati si adatterebbe a voi, e la vittoria su di voi non la riporterebbe la Mia Potenza, bensì il Mio Amore.

Il Mio Amore deve anche diventare la Vittoria dei Miei figli, rendendoli così idonei a divenire Uno con Me. E un tale Amore vuole fondersi con Me e manifestare quell’immagine alla quale, fin dall’eternità, anela il Mio paterno Amore.

Oh, tu, piccola schiera, testimone di un grande ciclo di eternità nel corso del quale Io Mi posso congiungere con i Miei figli nella santità dell’umiltà; ciò è reso possibile dalla vita del fratello vostro. Un giorno con occhi trasfigurati testimonierete che il Re dei re s’intrattenne in mezzo a voi con il Suo seguito celeste, per poter, come allora, lavare nuovamente i piedi ai Suoi e alle Sue vergini (la polvere sui piedi corrisponde alle idee profane che ci facciamo della Sua Magnificenza), affinché vi inviti con il Suo Amore e vi mostri ciò che ancora vi separa dal vostro Santuario.

O figli Miei, questa Terra non è la vostra Patria, ma è solo un istituto educativo. La vera Patria si può schiudere solo davanti a colui che ha fatto propria la Vita di questa Patria. Io sono venuto per confermarvi, così che – dal momento che vi cammino accanto – possiate procedere senza paura, anche se doveste calcare serpenti e scorpioni. Tuttavia non posso darvi tale potere quale Salvatore, perché è il Mio Amore la radice di tale Forza, e siete voi a dovervi appropriare di questo Amore.

Ora è giunto il tempo in cui il mondo deve conoscere che Gesù dimorava sia là che qui, e che Egli vi ha allevati nello spirito. E’ così che il mondo conosce che l’Amore è la Vita, e trova la via del ritorno al Fondamento originario della Verità che rende liberi. Porgetevi perciò la mano spiritualmente, così che il vostro fratello Gesù si possa unire a voi, rallegrandosi che sia giunto il momento in cui può dimostrare ai Suoi angeli che la Sua Vita d’amore su questa Terra non è stata vana. Attraverso una semplice bocca umana, questo vi dice nella Sua Umiltà e nel Suo Amore il Fratello vostro e Salvatore Gesù, affinché si compia quanto è scritto: “Dove due o tre sono riuniti nel Mio Nome, Io sono in mezzo a loro” [Matteo 18,20].

Nondimeno, il mondo saprà che laddove il Mio Nome e la Mia immagine occupa il primo posto, là ci sono anch’Io! Ecco perché festeggerete insieme a Me la Mia vittoria nell’epoca della grande Era, in cui il Mio Amore appianerà la via all’Avvento del Regno apportatore di pace. Amen!

Oh, siate benedetti. La pace, la santa pace vi accompagni lungo la vostra vita fino alle soglie dell’eterna Patria, dove sarete accolti da Colui che qui, quale Salvatore, nel Suo grande Amore si è preso cura di voi. Là voi Lo vedrete in tutta la Sua Bellezza, la Sua Grandezza e la Sua Potenza! Tuttavia Egli vi manifesterà la Sua Bellezza non prima che anche la vostra sia giunta alla Luce.

Il Mio Amore è la vittoria che ho conseguito per voi: questa Mia vittoria vi permetterà di raggiungere la vostra piena bellezza di figli di Dio, e in quel momento Io verrò nella Mia Magnificenza come il più Bello tra i belli, come Servitore dei Suoi figli, come Custode d’Israele che non dorme e non sonnecchia! E verrò come Colui che in questo medesimo istante vorrebbe manifestarsi a ogni uomo, che tuttavia non Lo riconoscono, non Lo vogliono né Lo comprendono!

Infiammatevi d’amore per il Mio Cuore paterno, ma similmente infiammatevi pure per quelli che non Lo conoscono, affinché essi possano conoscere se stessi e la falsa via sulla quale camminano, così da essere maturi per avviarsi su quella strada che conduce in Patria.

Come uomini, voi volete che la pace regni sulla Terra. Questa volta però noi vinceremo anche esteriormente, poiché ho fiducia nell’amore dei Miei figli e nella forza del loro amore. Essi, infatti, sanno che senza di Me non possono far nulla, e con Me invece possono tutto!

Io non vi ho affidato il solo globo terrestre, vi ho dato pure l’intero infinito, e voi dovete far uso di questi doni per poter diffondere in tal modo la Mia vita luminosa in tutti gli spazi, affinché verdeggino e splendano attraverso lo Spirito dell’amore. In tal modo diventerete Soli, e in voi anche l’umano s’infiammerà.

Potrei mettervi a disposizione miriadi di angeli, ma a Me interessa principalmente la vostra felicità. Infatti, creare degli esseri traendoli dalla pienezza della Mia Potenza Mi è facile, ma formare degli esseri che possano appropriarsi dei mezzi di grazia del loro Creatore per crescere nella piena libertà, è difficile. Tuttavia, quale Uomo, ebbi come meta quella di raggiungere il Padre Mio, e nell’orto dei Getsemani seppi crescere fino al bivio. Ed è qui che ho ricongiunto lo Spirito del Padre Mio con l’Anima di Gesù, così da poter ora realizzare l’ultima e grande alleanza con i Miei figlioli! Amen!

Io sono il vostro Gesù, il Fratello e Amico vostro, il Salvatore e Padre vostro, nella santità del Suo Amore, Umiltà, Mansuetudine, Pazienza e Potenza, affinché il Mio Amore sia rivelato in tutto il mondo spirituale!

Ricordatevi di quest’ora con profonda venerazione, e siate testimoni di essa. Il mondo non comprende ancora quello che voi avete conosciuto, tuttavia offritegli un raggio solare del vostro amore, affinché, disincantato, possa sentire il calore che ha perduto. Io sono pronto ad accogliere tutti coloro che il vostro filiale amore Mi riporterà.

Egli mi sarà sacro se il vostro amore Me lo riporterà, si trattasse perfino di un figlio sprofondato nell’abisso più profondo e che Mi ha causato solamente dispiaceri e dolori. Il vostro amore, infatti, è la Mia più grande ricchezza. Amen! Amen! Amen!».

 

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Cap. 24

Il Padre ci mostra le debolezze del nostro prossimo tramite le nostre stesse

Politz, domenica, 3 dicembre 1933

Gli uomini che sono disposti a sacrificarsi pur di aiutare e servire gli altri, meritano di trovare l’eterna Verità! Tuttavia il sacrificio di se stessi costa molta rinuncia. Nell’aldilà ogni passo che noi facciamo per avvicinarci al Signore viene favorito; qui sulla Terra invece, ogni passo verso di Lui viene osteggiato da mille difficoltà.

La vita dell’uomo appartiene a se stesso; la vita degli angeli appartiene a Dio. L’angelo non può peccare; l’uomo può peccare. Solo laddove è possibile peccare è possibile anche appropriarsi della vita divina. E laddove si tiene il proprio ‘io’ in seconda linea, c’è pace eterna, mentre laddove si pone il proprio ‘io’ davanti a tutto, c’è lotta eterna, giacché forze ignobili trovano accesso in noi. Può essere padrone sul Cielo solo chi è divenuto dominatore dell’inferno. Infatti, la pace è duratura solamente quando ci siamo elevati al di sopra delle nostre debolezze e sopra le debolezze del prossimo. Tuttavia, allorché abbiamo di mira un giusto metodo che si riassume nelle parole ‘Date al mondo quello che è del mondo, e a Dio quello che è di Dio’ [Matteo 22,21], nessuna potenza delle tenebre può interrompere l’armonia della nostra pace.

Gesù diceva spesso: «La pace sia con voi» [Luca 24,36]. Dietro a questo Suo saluto apportatore di pace si celava però anche tutta la Sua vita spirituale. Quando il Padre Celeste nostro ci ha posti in un dato mondo, scegliendolo come nostra dimora, Egli ci ha pure dotati della forza necessaria per dominare tale mondo. Solo qui possiamo scandagliare le forze latenti in noi, affinché acquistino il necessario vigore per affrontare il mondo. Non si diventa interiormente lieti quando si viene in possesso di beni terreni, ma solo quando si conquistano dei tesori spirituali. Se degli uomini trovano da ridire sulle debolezze dei loro fratelli e delle loro sorelle, significa che essi stessi sono ancora imperfetti.

Sappiate perciò che il Padre Celeste ci mostra le debolezze del nostro prossimo tramite le nostre stesse debolezze. Al puro, infatti, ogni cosa è pura. E per noi è grazia incommensurabile avere in Gesù il nostro Modello.

*

Adesso, Gesù ci dice questo:  «Si, sul Mio petto ti fortifichi, ma tu puoi crescere quando il tuo ‘io’ si sottomette alla Vita d’amore che vuole rinascere in te!».

Una vera guida spirituale non lusinga coloro che l’ascoltano promettendo il Cielo, né li minaccia con l’inferno, ma attira la loro attenzione sulla vita interiore che ancora sonnecchia in loro e che deve essere destata.

Quando un cuore carico d’affanni o di peccati si rivolge a me, io gli rispondo così: “Non guardare indietro alla tua vita trascorsa, ma guarda avanti verso il tuo Salvatore. In questo modo il tuo sguardo diventerà più luminoso e più acuto, e allora ti guarderai bene dal continuare ad offendere il tuo buon Salvatore”.

I Suoi veri figli desiderano offrirGli gioia, ma per far ciò hanno bisogno del Suo appoggio. Da se stessi devono sperimentare la Vita di Dio, e potranno farlo se seguiranno la Via dell’amore.

I redenti sono coloro che hanno accolto l’Amore liberatore in sé, e ai quali sarà anche affidato il grandioso Giudizio che colpirà il mondo. La loro spada è il misericordioso amore fraterno, il quale vuol riportare in Patria perfino il più traviato degli esseri.

Un cristiano deve avere un occhio spirituale talmente illuminato, da poter indicare minuziosamente a ogni conducente la via che deve seguire. Un cristiano è un unto del Signore. Un cristiano diviene re nell’amore di Gesù, grazie alla sua umiltà.

Il battesimo di Fuoco è un battesimo di Luce che compenetra le tenebre dentro di noi, e consuma il nostro egoismo.

L’amore degli uomini per il loro Dio e Creatore aveva preparato per la Sua venuta di allora solamente una stalla, e il Signore che aveva creato il Cielo e la Terra venne nella Sua proprietà, ovvero nella stalla di Betlemme. Egli non si manifestò a noi per Colui che era, cioè come Dio da ogni eternità, ma si mostrò a tutti come un dolce Fratello e un Amico pronto a servire.

E per superare il male sulla Croce del Golgota, Gesù non prese la Forza dalla pienezza della Sua Divinità con la quale aveva plasmato tutto l’universo, ma dalla Scintilla posta nella Sua Anima che in Sé aveva maturato a Figlio di Dio.

Gli eruditi dicono che Gesù era certamente un uomo come nessun altro, ma non sanno che, quale Uomo, Egli dovette conquistare la Sua Divinità con difficoltà, così come ogni uomo deve meritarsi faticosamente l’avvento del Divino in sé.

Quando Egli dice: «SeguiteMi!» [Matteo 14,19], …

Nel medesimo istante mi dichiara: «Io non avevo altra forza che quella che avete voi. E non ho raggiunto la perfezione con la Mia Forza divina, ma ho compiuto la Mia Opera sottoponendo la Mia Vita interiore all’eterno Amore! Questo Amore primordiale della Divinità, essendo Padre Mio, compì in Me l’Opera di redenzione. Così pure Io, quale Padre vostro, voglio compiere la vostra opera di redenzione».

Perciò lasciamo che Egli operi, e rivolgiamo a Lui queste parole: “O Padre, sia fatta la Tua volontà!”.

A cosa mi serve la Sua Potenza se non posso e non so utilizzarla? Per prima cosa è necessario quindi che in noi risorga l’Ordine divino, perché solo allora il magnifico Regno di Dio viene da sé. Il vero Cielo non è altro che una vera attività d’amore. La nostra vita poggia sull’attività, e questa ci rende liberi e felici.

A sua volta la vera vita ridesta l’impulso a realizzare vera Vita. Ognuno deve essere una ‘pietra’ per l’edificazione del Regno di Dio sulla Terra, e quando sarà giunto nell’aldilà, allora vedrà se è stato una pietra angolare, un intero arco o pilastro di sostegno, o una colonna pronta a sopportare il peso di altre pietre. Tuttavia alcuni constateranno che essi non hanno contribuito affatto a tale edificazione, giacché si sono limitati a dire parole vuote. Al contrario, qualche candida mammina che ha spesso pregato ardentemente in silenzio, sarà diventata un possente ‘mattone’ per l’edificazione dello splendido Tempio di Dio.

Trasformatevi tutti in amore, e col vostro piccolo ‘io’ appoggiate la realizzazione del grande Piano di redenzione del Padre. E’ come dire: appena diventiamo migliori, anche le condizioni esteriori ben presto migliorano. E ciò che avvenne allora a Betlemme, si verificherà anche qui. La redenzione comincia con un piccolo gruppo di uomini, finché il chiarore di quella non diventa una forza che vince il mondo: è questo il trionfo della Luce sulle tenebre.

Qui sulla Terra noi guardiamo nel Cuore del Padre Celeste, invece là Lo guarderemo negli occhi. Ma Lo conosceremo solo quando Lo guarderemo nei Suoi occhi amorevoli. In passato il mondo guardò nei Suoi occhi, ma non Lo riconobbe.

Quale immensa Grazia ci è concessa di glorificare con la nostra vita il Supremo dei supremi. Per noi Egli vuole diventare il Sole di ogni sole. Dal seno di un angelo irradia da ogni eternità il Nome ‘Jehova’, ma dal seno di un figlio irradia il Nome ‘Padre Gesù’, di Colui che un giorno è stato il Figlio del falegname di Nazareth. Se talora la debolezza volesse impadronirsi di voi, ricordatevi che Gesù è nostro Padre, e noi siamo figli Suoi!

*

In questo momento, Gesù parla tramite me: «Quando il mondo conoscerà il Padre Mio come Lo conosco Io, nessuno più negherà Dio. Allora riconosceranno anche che è un Padre Santo, e che nel Suo zelo per i Suoi figli Egli li indirizza verso il loro interiore, verso l’Eterno, e constateranno anche che per Lui non vi è gioia maggiore di quella di edificare i Suoi figli, in modo che divengano sempre più atti ad accogliere l’amore divino. Un tale Padre, necessariamente, tutti Lo dovranno amare! Il Mio Amore per voi Mi schiaccia, perché vorrebbe sovvertire l’intero Ordine. Ora Io non desidero fare ciò, perché ho di mira il libero sviluppo dei Miei figli. Tuttavia voglio avvincere i Miei fedeli giorno e notte, affinché si accostino sempre più a Me.Spalancate le porte, allargate i frontoni, affinché il Re dei re possa entrare nella Sua proprietà! E la Sua proprietà Lo accolse. Amen!

I monti possono crollare e le colline abbassarsi, ma la Mia Grazia non vi sarà mai tolta!».

Amen! Amen! Amen!

 

 

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[1] Poliz: cittadina sul Mettau non lontana da Tetschen. (N.d.C.)

[2] Vedi nel libro “Segreti della vita” il cap. 12, dedicato al mondo dei pensieri, di Gottfried Mayerhofer pubblicato da questa stessa Casa Editrice.

[3] Georg in quest’occasione cita un punto della Nuova Rivelazione di Lorber in cui questo concetto era stato spiegato così.

[4] Innario: libro degli inni.

[5] Bodenbach: cittadina sull’Elba, nel distretto di Tetschen. (N.d.C.)

[6] Poiché il passaporto del fratello Georg non era proprio perfettamente in regola, gli furono mosse delle obiezioni in vista delle votazioni che dovevano aver luogo in Germania. Perciò fu nuovamente invitato al Commissariato alle undici e mezzo. Quando vi si recò, gli si fece incontro un impiegato che, restituendogli il documento, gli disse: “Le viene eccezionalmente accordato il soggiorno”.