Al cenno biografico di Georg
Riehle, dopo la su stesura, il nuovo amico (A. K.)
aggiunse quanto segue, quale prezioso completamento.
Completamento alla biografia di George
a cura di un amico di Georg,
A. K.
Nell'anno 1935 ho avuto alcune volte l'opportunità di partecipare come
solitario ricercatore a delle ore di devozione nella casa comunale di Löbtau a Dresda. Il mio desiderio di essere unito più
strettamente a questa cerchia diventò sempre più forte. Anche
la mia più lunga assenza da Dresda non cambiò, bensì l’ardente desiderio di
conoscere l'oratore di queste adunanze diventò sempre più potente, per
penetrare più profondamente nei misteri della vita.
Nel 1948 seguì l'azione. Con i miei due figli adulti e con
un amico ci recammo da fratello Georg, dopo essere
riuscito a trovare il suo indirizzo nei suoi
precedenti scritti e dopo aver constatato che l’indirizzo era ancora quello
giusto. Egli ci salutò con il suo modo semplice e schietto e, ciò nonostante,
con un’interiorità così calda che ogni timidezza e profondo
rispetto delle enormi profondità di Dio, profondità che egli annuncia in modo
puro e chiaro, venivano trasformate in fiducia e amore. Egli viveva nel
silenzio e ritirato, quando lo abbiamo visitato per la prima volta nel mese di
maggio. In lui non si trovava nessun splendore né
alcuno sfoggio; la sua abitazione era semplice e calda. Fece risuonare un
armonium nella sua cameretta. Dalla parete l’immagine del Salvatore ci guardava
con amore e serietà, e molti ricordi dei suoi cari amici ci parlavano . Un mondo d'amore! Una Parola del Padre diede tuttavia la
consacrazione, una parola che potemmo udire dalla sua bocca. Ci separammo
profondamente commossi, ma presto ci sentimmo di nuovo riattratti
da lui. Non appena osammo credere che il nostro amico diventatoci tanto caro,
avesse esaudito il nostro desiderio di farci visita, riuscimmo
appena ad aspettare quel giorno, poiché il 20 luglio 1948 era ancora lontano. –
Semplice, dimesso e senza cappello, solo con un bastone come sostegno, quel
settantaseienne entrò da noi con raggianti e puri occhi infantili, e il Padre
con lui, come lo Sposo con la sposa. Le sante Parole
dell'eterno Amore che fluirono in quel giorno, come molte altre comunicazioni
che fluirono dalla sua vita rinata, riportandone la vittoria, combattendo, noi
le abbiamo tenute strette. Così iniziò di nuovo il suo operare in tutto
silenzio, come dimostrazione vivente che Gesù è ritornato
e sorge in ogni uomo che fa propria la Sua Vita. Ben inteso, non
nel senso medianico spiritistico, ma riportando la vittoria combattendo nella
santa lotta dell'abnegazione, sottomettendo il proprio io cosciente
all'eterno Amore.
Fu di grande interesse anche quando un provato
combattente per Gesù, nell'anno 1949 tornò a Casa, e fratello Georg fu invitato a tenere l’orazione funebre. Solo dopo
che nessun altro fu trovato per questo, egli esaudì questo desiderio. Con un
potente discorso accese i suoi ascoltatori, tanto che
la conseguenza furono ulteriori incontri nella casa della vedova. Anche l'ispettore del crematorio vi si unì. Quest'ultimo aveva già assistito a molti ritorni a Casa e a
molti discorsi, ma da queste parole di vita perfino lui ne era
rimasto profondamente scosso. Fu così commosso che fece oltrepassare ampiamente
il tempo previsto per l’inumazione, e non interruppe la solennità.
Così operava nell'altruismo questo semplice e modesto
uomo di nome Georg –, spesso per amore verso i suoi
amici oltre le sue forze fisiche, quale oramai 79enne, nella strettissima
cerchia per glorificare il Padre suo per il bene della povera umanità, dalla
quale, nonostante il suo grande amore per la stessa, veniva
spesso misconosciuto e, malgrado le profondità di vita che fluivano in lui dal
centro del Cuore del Padre, non veniva compreso. Grande però è anche il numero
dei suoi amici. Ogni volta che avevo l'occasione di accompagnarlo nella
vecchiaia, mi intenerivo nel vedere con quale amore
fraterno era sostenuto, e anche quanto diventava saldo il suo legame d'amicizia
una volta stretto con loro. Con i suoi 79 anni conosceva ancora tutti i nomi
dei suoi amici, conosceva i loro genitori, perfino i nonni, conosceva le
singole vicende ed era in grado di descrivere particolari avvenimenti e
finanche ripetere le parole che aveva pronunciato in
particolari occasioni. Così si adempie la parola che un giorno un
praticante scrisse così misteriosamente per Georg: "Io accenderò una nuova Luce che non si
spegnerà più nell'Eternità", quella Luce, quella
Vita divina risorta nell'uomo, il Padre nel figlio.
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