In rima
Al lettore
Fermarsi un attimo talvolta a meditare
fa bene all’anima, e accarezza il cuore,
eleva oltre questa sfera
il pensiero,
rende il credente atto
all’alto Empireo,
fa sbocciare opere ben oltre il corporeo
e scrivere sul libro della vita, l’etereo.
Occorre però credere e
agire con competenza
pure impegnarsi con una
certa logica efficienza,
e se la volontà è pure indirizzata al servire
si raccoglieranno i frutti donati dall’interiore.
Comincia anche tu, ora,
mio caro nuovo amico
a fare qualcosa, e lascia
alle spalle tutto l’antico.
Non c’è nulla cui ciascuno pensi sia negato
occorre impegno e fede, ma non sia mercato!
Venite
al Padre |
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[ Altri versi… ]
Sembran
piccoli passi, quelli che si fanno
e
questi stan nascosti a quanti, ahimé,
non sanno.
Il procedere del tempo incalza, tutto spinge
prepara ciò che serve a chi cerca e legge.
Sì,
tutto ha uno scopo, e niente è a caso,
qui dall’Alto
arriva veramente, a chi ha inteso.
per dare a lui le basi della vera Dottrina
e renderlo degno dell’alta amorevole stima.
Così
un giorno tira l’altro, e invita a preparare
quel
lavoro da svolgersi, organizzato per donare
tutto ciò che un giorno per amore ci fu dato
per discernere il tempo della sorte e del
peccato!
Il
tempo sempre avanza, spremendo a tutti ogni sostanza
e
tutti noi trascina, inesorabilmente spingendoci alla china.
Nessun di noi, per quanto ci provi gli resiste,
e tutto è vano, anche se, sperando, gli
persiste.
Non
c’è nel mondo intero, una sol cosa,
che si
liberi, per certo, dalla sua presa,
e deve ben, ogni giorno, cedergli l’offesa,
di rinunciare, ahimé,
ad ogni bell’impresa.
Provar,
però, a ciascun, non costa invero nulla,
ma
tutti, ahimè, s’impegnano per un nonnulla.
Così è ineluttabile che i risultati sian senza speranza
e lui, il tempo, a ciascuno, ruba perfino
l’esistenza.
[indice]
Un
altro giorno passa, e ancora tutto lascia
che
nel suo verso, ancor più in basso, scafascia,
e aspetta, parco e tronfio d’ogni cosa
insulsa,
e riempie l’epa, giocando nella mente avulsa.
Tutto
è in attesa, ma essi questo non lo sanno,
e
insistono a ridere e scherzare, con inganno.
Una parola buona non la vogliono ascoltare,
né sullo spirito loro, voglion
mai meditare,
nell’illusione,
un giorno, di poter ricominciare
ancora
qui, sebbene senza mai ricordare.
Ma il giorno che un dì a loro fu indicato,
verrà presto e, certo, dovrà ben esser ricordato!
Solo
così tutti loro potranno ahimè imparare,
ciò
che il cuore, un dì, non volle affatto accettare.
C’è un
aspetto importante nella vita di ciascuno
quando
vuol valutar le azioni basse di qualcuno,
e analizzar così tutto ciò che è in suo
possesso
pensando di conoscere tutto, con un certo
nesso.
Solo
Uno, però, d’ogni cosa è Giudice supremo
e noi
tutti, siamo appena, proprio men che meno.
Nessuno potrà mai veramente all’uopo giudicare
ciò che Egli solo, ha ben diritto di fare e
disfare.
Così,
qui non resta molto altro che ‘imparare’
e
qualunque giudizio, lasciarlo proprio andare.
[indice]
La
luce? La luce! – Che gioia quando compare!
Scalda,
culla, riempie, …ti vuole sempre amare.
Tutto si lascia cullare, se accetta di farsi
baciare,
e cresce, sperando che essa, mai, …lo possa
lasciare.
La
luce è una forza potente, da scovar ogni serpente,
che
lascia un profumo di vita, …a chi le diventa servente.
Ma occorre aprire la porta, e inchinarsi
alla calorica forza,
vestirsi di luce, …e abbracciarne la sua
vera sostanza.
Però,
solo chi prima ha pulito per bene la casa
potrà
assaporare con gioia, di nuovo, …ogni cosa.
Nuove
idee vengono da ieri proposte con slancio
per
fermare l’atavico declino della ‘madre’ in bilancio
e sperare in un tempo nuovo, da quel Pietro
indicato
che rilanci nuove idee e, da tutti, esso sia
osservato.
Ancora
gira la ruota della criticata vecchia Chiesa
riparata,
ancora una volta, con un ottima impresa.
Il tempo però incalza, bussa e la fa da
padrone
affinché tutto si compia, e sia per tutti di
sprone.
Tutti
sospirano, augurano, sperano e, pregando, implorano
che
lui sia per tutti una guida, un faro, nel grande pantano.
Ma saprà farsi valere? Posto è vero sul
gradino più alto
per stimolar le genti, sì, ma non
espressamente un tarlo.
[indice]
Nuda e
cruda la verità mai può arrivare
e
spesso, un velo occorre perciò preparare;
infatti, la sua Luce molti potrebbe già
abbagliare,
e la si deve con parsimonia appena
ostentare.
Solo
con un po’ d’accurata preparazione
è
possibile imparare pazientemente la lezione,
e poi, col proprio cuore, seguire ben la
direzione,
affinché ogni tassello sia inserito nella
giusta posizione.
E se
troppo presto una verità dovesse esser data,
allora
ben duramente essa sarebbe ripagata,
poiché nessuna costrizione deve esser mai
imposta,
a chi non vuol saper, né far di suo alcuna
sosta
nella
propria vita incline alle tante avventure
godendo
impunemente ogni gioia, pur se son dure.
Non a lungo, però, la verità sarà oscurata
poiché ogni falsità, presto, sarà bandita
e solo
quella che giunge dai più alti Cieli
potrà
lenir la lunga attesa, dei Suoi veri fedeli.
Ogni
gesto, seppur piccolo, lascia un segno…
in chi
aspetta, da quel gesto, un pegno,
e aspira scoprire nell’altro un gesto
d’amore
per carpire cosa quell’altro ha nel cuore.
Non
servono grandi proclami, né speciali occasioni
né
enormi spese, o maldestre efferate soluzioni,
ma piccoli segni, e una cara spontanea
decisione
può lasciare a quell’altro una buona
impressione.
Solo
dei piccoli segni, impressi nel gran firmamento
salveranno
quell’anima, dal possibile bieco tormento.
[indice]
“Che buon odore c’è qui, stasera!”,
osserva
chi sa, conosce, e spera…
e vive ogni più piccola esperienza
con un sorriso, gioia vera, e pazienza,
e
invita gli altri accanto al proprio cuore
come
fosse ogni volta un convegno d’amore.
Come è saggia la vita di colui che insieme
al suo fratello spera, e trae ogni speme
e ben
supera le più tremende ostilità,
con
l’intima certezza di chi sa
che un giorno, forse prima ancor che sia
finita
tutto dall’Alto gli ridarà la sua stessa
vita.
Ogni
più piccola cosa è limpida e felice
per
colui che ama vivendo, e resta nella Luce,
mentre chi solo è dall’ombra posseduto
già vive invano, ….e se ne resta muto!
[indice]
Il
buio più fitto ghermisce sempre ogni cosa,
quando
la luce nel mondo, ognor più non posa,
e il mondo nel buio profondo par essere
assente,
pur sempre sperando nel gran Spirito
veniente.
Attonito
è lo sguardo di chi ancora L’attende,
e
scruta le piccole luci, le quali rischiarano niente.
La notte imperante ha ancora tempo, e
permane,
nonostante le fu imposto un limite, a mo’ di
cane.
Così
tutto spera e attende con ansia quel nascente Sole
a
donar vita e calore e, per tutti, quel grande Suo Amore!
Pioggia
che lava, rinfresca, persino scioglie
pure
le pietre, se non son dure e spoglie.
mentre il Sole, celato, pur sempre dà luce
a chi crede e s’impegna a cercar nella vetta
la pace,
e
lesto vi sale, dal desiderio spinto di veder la sfera
mentre
a valle imperversa e impera la dura bufera.
Egli attende lì, che si plachi e, da
quell’altezza,
prega che a tutti giunga una pronta salvezza
prima
che il tempo reclami il suo misero fio
da chi
luce non cerca, né implora, nel tramestio,
tra i rivoli inzuppati dei sogni scherniti
e cede a promesse e accordi, poi mai mantenuti,
di chi
soppesa e valuta un tiepido lottare,
con
mezzi ad arte preparati, solo a non perire.
Ma il giorno profetato, presto tutti
agguanta e raccoglie,
chi ancora spera, …e chi ancora insegue le
sue voglie!
[indice]
Scende
oggi la pioggia, ancora lenta lenta
e
bagna tutto ciò che vien dall’alta placenta
che aspetta un giorno, d’essere redento,
per ritornare là, da dove sorse contento.
Un dì
quel grave errore lui pagò
e
lacrime amare poi pure versò,
fino a ché una nuova speranza
gli bussò in petto con possanza:
attendere
con gioia rinnovata
la
venuta Sua e, in gloria, accettata.
E noi, che siamo qui di passaggio
per renderci beati, o inclini al peggio,
facciamo
finta di non saper proprio niente
e
passiamo la vita aspettando il frangente!
Luce
che sgorga, si appresta a scaldare,
tutto
si sveglia, aspetta presto di fare.
Le ombre scoperte devon
presto fuggire,
si lasci che il Sole le faccia perire.
Esse in
un gesto vorrebbero farLo sparire
devon
però, accettare la sorte e, …morire.
La gran ‘Luce’ anch’essa s’avanza un pochino
poi, presto, tutto quaggiù farà capolino!
[indice]
Tutto
passa, tutto del continuo si trasforma,
tutto
freme alla vita e, da lontano, là ritorna,
cerca luce, calore e, sempre, amore,
e ogni tanto trova una presenza, un cuore.
Ombre,
ad immagine dell’originaria Fonte inesauribile
che
desidera, ma prima, a tutti, dona un mondo labile.
Tutto si sveglia alla chiara luce del
silenzioso mattino,
mentre il sonno insiste, come un capriccioso
bambino,
e la
fresca rugiada della natura, bagna i suoi petali
per
sedare l’arsura dei suoi più piccoli insettupoli.
La sveglia però non aspetta e, senza
ritegno, sbotta:
“Drin!”, gridò, e
tutti senza cipiglio svegliò!
“Drin!”, ripeté, e con tenacia, al mondo reale, tutti
consegnò!
“Drin!”, sbuffò, e un bacio promesso, al suo bimbo gli donò!
E’ notte,
il volto della Luna splende,
ma la
sua effimera luce non scalda,
e ci
lascia solo intraveder le lande.
L’alba soltanto donerà ancora la sua luce,
a chi sempre a cercarla pur si accinge,
a chi in essa spera, e nel suo cuor riluce,
Essa
vorrebbe baciare tutti sulla dormiente fronte
quale
segno gaio del nuovo giorno nascente,
ma
cosa porterà loro, di certo essa ben lo sa:
solo se all’originaria Fonte ciascuno si
indirizzerà,
se, svegli, brameranno alzarsi solerti.
Poi, ancora una volta, su tutti
s’inabisserà!
[indice]
Sempre
vivo di giocare resta il cuore
ma
agli adulti non lo vorrebbe il Signore,
e liberi ci lascia di fare e disfare,
invitandoci spesso a non esagerare.
Lui
vuol solo a tutti darci amore
e
tenerci sempre, ogni istante nel Cuore,
mentre noi con le azioni poi Lo feriamo
e fin troppo, godiamo a restar nel pantano.
Se ciascuno
anziché cercar celebrità
donasse
di sé solo speranza e libertà,
tutta la Terra poi si salverebbe
e nessun bene più si perderebbe.
Solo
qualcuno apre però il suo cuore
allontanando
così, da sé, ogni dolore,
lasciando che solo il suo grande amore
diventi vita, affetto, e vero piacere
interiore.
Crescerà
così il suo Germe vitale
avendo
cura che nessuno stia male,
e ricucendo qualunque vecchio contrasto
evitando che alcuno l’accusi d’esser
molesto.
[indice]
E’ un
Natale senza neve questa sera
come
mai qui, sembra quasi primavera,
così anche il tempo, per tutti, propone
la solita atavica festa, con ripetizione,
affinché
in ciascuno possa spuntare
quell`umile
Bimbo, e faccia ancora sognare,
tutti quei bimbi che, per l’occasione
il santo Natale aspettano con trepidazione.
Ma i
grandi e maturi, che cosa chiedono:
un
aiuto, buon cibo, ma poi si siedono!
Son tutti felici in questo singolare momento
poi, domani, tutti quei doni sono un
tormento
per
quella parte, la più intima, interiore
che
ancora aspetterà quell`unico Signore.
Se almeno una volta potesse pur nascere
quell`umile Bimbo, e poi, poterLo pascere.
Adesso
il Natale è proprio passato
ma il
piccolo Gesù, è veramente nato?
Egli da sempre aspetta un piccolo segno,
ma che non sia legato al proprio bisogno!
Lui
s’aspetta che ciascuno Lo chiami
dal
cuore più puro e, da lì, L’ami,
senza riserva, né impedimento
ma con coraggio, fede e sentimento.
Cosa
farà, invece, l’uomo mondano?
Come
sempre, egli ne resterà lontano,
Saluti, sorrisi, abbracci, sì, e scambi di
doni
ciascuno vaneggia, ci prova, ma spende soldoni.
e un
altra occasione resterà non sfruttata
per lui
e per quelli che non l`hanno afferrata.
Solo i valenti credenti potranno gustarsi
il vero Amore, se insieme, sapranno amarsi.
[indice]
C’è un
giorno fortunato nella mente dell’innamorato
che segna
un solco e, lì, resta piantato e ben serrato,
e a volte, solo quello adorno torna in mente
e stimola il ricordo, come un dolce
espediente.
E
quando il tempo passa e la mente se lo scorda
basta
un niente e, di quel dato giorno, ci si ricorda.
Oppure, se un tempo da allora è già passato
e forse, oppressi ce lo si è dimenticato,
basta
un niente, e quel tal giorno fortunato
ripassa
alla mente, e tutto vien poi ricordato.
Il tempo a volte riapre le vecchie ferite
e queste raramente possono esser lenite,
così
non è di quel giorno vissuto e fortunato
poiché
esso, di certo, nel cuore sarà conservato.
O
figlia del gran Padre che sta in Cielo
che al
mondo sei venuta con mistero
che scruti dentro te, cercando la grande verità,
poco ancora conosci il passo di Chi dà.
Lascia
che il cuor tuo, Egli guidi silenzioso nella vita
così
che tu possa già ora, assaporare un poco la Sua guida!
Non cercar la vita là dove non la si può
trovare
ma avanza solo là, dove sai che ti si può
dare
tutto
ciò che serve per poter ben camminare,
e
anche agli altri, poi, con amore, potrai ben ridonare.
Solo, lascia a coloro che ancora non voglion capire
quanto sia vano il mondo, che è ben da
interdire.
Se tu
con zelo, amore, forza, e un tantino di pazienza
vorrai
conoscere solo Colui che guida con Sapienza,
ricolma sarai di ciò che riempie i cuori
amanti
e nulla mai più potrà lasciarti, fiele e
pianti.
Che tu
sia benedetta con possanza, figlia amata
possa
tu, già qui, percepir la vera Vita a te donata!
[indice]
Lunga
è la strada all’inizio del lungo cammino
la
fine è lontana, raramente appare vicino,
bisogna però incamminarsi e, con lena
affinché ogni giorno diminuisca la pena,
e
affrontare i pericoli con grande indulgenza
pregando
l’Iddio a superarli con pazienza.
Solo quando buona parte di strada s’è
affrontata
sarà chiaro come la fine lontana si sia
avvicinata.
Ma
indietro no, non dovremo mai più tornare
se la
sua conclusione, un dì, vorremo trovare,
per presentare in cornice quell’accorato
documento
e presentarlo ai posteri, con tutto il
proprio vanto.
Non
sono mai stato, né sarò, un oratore
mi
sforzo appena portar fuori, ciò che ho nel cuore.
Lo lascio sventolare verso chi mi chiede
e dopo non so mai cosa in lui succede.
Come
foglie, le parole le sospinge il vento
e non
son secche, vengono dal mio sentimento.
Io mi sforzo sì, di renderle del tutto amate
ma che dolore, quando invece son perdute.
Chiedo
anche di osservarle con attenzione
ma che
tristezza non riaverne alcuna osservazione.
E allora nel Maestro ancora io mi rifugio,
Egli solo dona a me amore e, …ogni
coraggio.!
[indice]
Si muovono
nel cielo eventi strani,
e
manifestano un tempo del domani,
voglion farsi
vedere anche dai più freddi
per ricordar loro, quanto son ebbri.
Solo
ben pochi, prima, riconosceranno
cosa
significano, e sotto a ‘Chi’ essi stanno,
per indicare a tutti un tempo assai vicino
che li spinga ahimé,
a vivere al lumicino.
Nessuno
vuol sapere di credere in un Dio
e
tutti ancora inseguono ogni ben di Dio
lasciando che il tempo, per loro, sia foriero
solo di farli godere d’ogni effimero
pensiero.
Tutto
invece cambia, spinge, si trasforma
e chi
non vuol sentire, perderà la sua forma!
Passa
la schiera dei giorni, ‘il tutto’ avanza,
illumina
ogni cosa, con la sua possanza.
Tutto si sporge avanti e cerca luce.
E invece cosa trova? Neanche pace!
Solo
‘una strada’ sarebbe da percorrere
ma
occorre lena, e impegno da assumere.
Poi, quando il cammino s’è di certo iniziato
non bisogna più guardare indietro, al
passato,
poiché
il nuovo, tutto spinge sempre avanti
e
toglie da ogni vita, i suoi molti tormenti!
[indice]
L’ultimo
dì settimanale, invita tutti noi all’azione
spingendoci
a quella più adatta utile occasione.
Un po’ di pace e d’armonia non formale
che lasci aperto quel tempo del messale,
dove
l’impegno sia quasi eccezionale
a
disposizione per tutto lo spirituale.
Solo così è possibile, un tempo, sperare
in quel sentimento puro, difficile da
trovare,
se non
s’impara in tale ripetuta occasione
di
crescere in coscienza con tale situazione.
Allora, un nuovo segno si farà certamente
trovare
basta volerlo e, sicuramente, lo si potrà
imparare!
Se si
potesse seguir sempre gli impulsi del cuore
e ascoltare
così, la tenue voce del Padre dell’Amore,
per comprendere interiormente ciò che è
giusto
e fare d’ogni azione un offerta, con
spirituale gusto,
allora
la vera Luce dai Cieli potrebbe illuminare
tutto
ciò che, nella vita, bisogna sempre fare.
E invece, troppo poco si conosce e si
comprende
lo spirituale che dall’aldilà sempre a noi
sottende,
e
con amore c’invita al probante
pentimento
a
seguir la voce del buon Padre in ogni momento,
poiché Lui aspetta paziente con le Sue
amorevoli braccia
che ciascuno di noi decida, solo, di seguir
la Sua Traccia!
[indice]
C’è un
tempo in cui tutto ben si risveglia
se i
ricordi del passato la mente li piglia,
allora tutto serve per andar svelti avanti
serbando nei ricordi ciò che serve
all’istante.
Così
un nuovo anno tira l’altro nella vita
e la
somma fa ampliare più o meno ogni sortita,
se tutto viene conservato bene nella mente
specie, tal giorno più importante solamente.
Però, di
tutti, un altro giorno è il più importante
ma non
è quello segnalato fra tutti il più allettante,
bensì, solo quest’uno è ben lecito ricordare:
quando si riesce a coniugare la mente con il
cuore!
Se io
potessi…
con un
gesto, il tempo oggi fermare
e
librarmi là, dove poi poter sperare
di
sollevarmi almeno di una spanna,
e
misurare il mondo da lassù con una canna,
lasciando
che tutto s’affretti alla sua meta,
nella
speranza di vederlo un dì cambiare strada…
Se io potessi…
vincere il sonno e al Padre celeste
mendicare
di vivere ancora il tempo di ieri con
ardore,
e dire a chi riposa, che tutto passa o muore
ed è perduto, se non è spinto dall’amore…
Se
io potessi…
donare
con le braccia aperte sempre più
ciò che
ho chiuso dentro, per tirar su
quel
vuoto, che a volte mi sorprende,
mentre
gli altri, a vivere briosi protende…
Se io potessi…
fermare con un gesto il tempo vezzeggiato
tornando speranzoso a tale, ormai andato,
lasciando tutto com’era vivo allora
nell’alcova
nei volti cari degli amici e, ai tanti persi
nella prova…
Se
io potessi…
chiedere
al buon Dio, dove e perché
tutto
si muove e avanza e cambia, e che cos’è,
quel
ricominciare e poi, di nuovo, tutto finire…
allora
mi sentirei forse, con sollecitudine, dire:
“Così e la vita: prendere o lasciare!
Io sono il
Padre, il sommo Creatore,
e,
dall’origine, l’immantinente Amore,
che da voi
desidera solo, e ve lo chiedo con ardore,
d’esser
tenuto in ogni istante, stretto nel cuore!”
[indice]
Quanto
affanno in questo mondo
per
chi ancora cerca in tondo,
di cavar con tanto impegno
tutto ciò che porta affanno.
Tutti
insistono a lottare
senza
un briciolo di cuore,
nel gran circo della vita
sol con quello che li invita,
a
sfruttare ogni occasione
per
far propria ogni intenzione.
Ma ora, la fine è decretata
non passerà l’attuale impennata,
e se
non impareremo tutti la lezione
ahimé,
qui resterà solo la benedizione!
Piccoli
segni a volte son anche necessari
per
cicatrizzare ferite e, a breve, rincuorare.
A volte si fanno così, senza pensarci,
eppure, diventano poi, momenti unici.
Non
necessitano di tempo per crearli,
basta
la spontaneità, e poi donarli.
E se la persona a cui sono indirizzati
ne gioirà, quei gesti saranno conservati!
Ma a
volte, quei segni proprio non si danno
e
allora, gli altri, …mai li conosceranno!
[indice]
Cos’è la
nostra vita, se non un breve inferno
vissuto
in Terra, ma destinato all’aldilà eterno?
Tutto qui per noi sembra aver consistenza
ma la crosta si sfalda, e cede la sua
essenza,
e ciò
che a noi qui appare così reale,
resta
illusione, per quanto si lasci toccare.
Un dì ci fu promessa la vista spirituale
per scorgere della materia il vero, e
ponderare
in
ogni più piccolo elemento qui donato
le sue
meraviglie, se con lo spirito è osservato.
Una promessa di vita ancor quaggiù vietata
ma dischiusa lassù, dopo averla cambiata!
Spesso sostano nel cielo, ma poi così spariscono,
nulla hanno di terrestre, perciò essi ci confondono,
sembrano luci, argentei piatti, sigari o dischi,
si muovono sempre danzando in silenziosi banchi.
Li chiamano dischi volanti, oppure oggetti sconosciuti,
e nessuno sa da dove, né quando, essi sono venuti.
Ma il Signore, i terreni, ci esorta a differenziali,
dagli altri apparentemente lontani, e a separarli,
a non lasciarci prendere dal troppo facile entusiasmo
ma razionalizzare il pensiero, e non cedere all’indovinismo.
Solo da quell’Uno è possibile conoscere la piena verità
mentre da quell’altro, ne può venire solo amene falsità.
Occorre approfondire molto la conoscenza dei militari terreni
e rinunciare alla sensitività verso i falsi amici dei piani alieni.
Solo chi nel profondo in tutte le arti ben si applicherà
l’enigma della più grande storia e impostura, scioglierà!
[indice]
Ombre
si stagliano senza alcun fulgore
sulle
lapidi battute dal vento
appena
rischiarate dal tenue chiarore
d’un
radioso mattino ancor spento.
E tutto quaggiù resta immobile
come perso nei ricordi degli orrori
appesi nelle nicchie dell’ignobile
che ne rubò della vita, gli anni migliori.
E
quella tenue, piccola ombra che riluce
nota
per caso, che attende quieta solamente
anche
una sola goccia d’olio per dar luce,
rischia
di spegnersi oggi nell’unico presente.
Eppure, essa ancora una volta danza
sospinta dalla debole brezza di maggio
rendendosi del tutto partecipe, senza
baldanza
al primo alitar del caldo vento del
meriggio.
Lievi
rivoli di pioggia scendono e imbevono ogni cosa,
gli animi
più svegli raffreddano e tutto adesso riposa,
essa bagna qualsiasi che cresce nella nuda
terra
e affoga la più infima creatura, e i più
sotterra.
Nel ciclo
della vita, ad altri porta ‘vita’,
risveglia
spiriti dormienti, e poi l’invita
a uscir dai loro gusci ormai disfatti
a rompere i legami stretti e ora inetti.
Pure una
sola goccia il suo messaggio sottende,
sia vita
o morte, tutto nel suo manto protende!
[indice]
Ancora un
giorno passa e nulla porta,
si
aggiunge ad altri uguali, e li trasporta
ancora senza forza, né spinta, né sostanza,
sospinti da un antagonismo che pretende
essenza.
E inerte
scorre il tempo, e ruba e frena ogni impulso,
lascia
ogni cosa perdersi o indurirsi, senza polso.
L’uomo lo vive, e guarda spesso avanti,
non comprende di far parte dei tanti
“Quando verrà il tuo tempo?”,
qualcuno gli sussurra.
“Quando deciderai la pace?”, un
altro gli rincalza.
L’attesa è certamente dura, per chi un segno
spera,
ma scorre invano il tempo, per chi vive la
chimera!
O madre,
che un dì per me fosti tra tutte sì cara,
un angelo
guidò in Terra te a curar la cosa più rara,
e ora che attendi al tuo scopo con un certo
tormento,
la tua quieta voce, più non pronuncia un
solo lamento.
La vita
per te, in sostanza, restò sempre preziosa
tenne
lontano il maligno, e la sua presa imperiosa,
giammai t’oppresse, il suo morso insistente
né distolse la fede tua di un passo, di un
niente,
poi che
il tempo del suo odio è contato, finito
e assi
presto, lo sai, gli verrà il benservito!
O cuore di madre, sii sempre tu la mia
guida,
ti conforti Dio, il Fedele, protegga te da
ogni sfida,
ti doni
la pace, ti salvi da ogni contesa
e un giorno
lontano, doni a te, vera luce!
[indice]
Oh,
‘ninna nanna’ gli canta la mamma
invita a
raccolta chi crede, e va a nanna
li fa sentire del tutto protetti
li rende docili, semplici e schietti
li
stringe al cuore con tanto calore
li mette
a nanna, con vero amore.
Nessuno li privi di chiedere tra i lamenti
son bimbi, cuccioli, son sempre contenti.
Fan tanti
capricci, gridano, e a volte piangono
ma a
letto sicuri, alla fine, pacati, vi entrano.
Voglion solo
coccole, e baci, e carezze
racconti di fate, di gnomi, e solo certezze,
da
morbide mani sentirsi ben abbracciati
e infine,
con gran sollievo, sentirsi amati.
In attesa
della Pasqua, ogni anno si festeggia
quel gran
giorno dell’ingresso con la palma che si osteggia.
E si canta e si fa festa, si sta insieme con
la testa,
si pretende tutti quanti quell’unzione un
po’ maldestra
di un
rametto, di una foglia d’ulivo benedetto
per aver
caro in casa, un segno non abietto.
Ma il Vangelo della vita pronunciato, cosa
vuole?
Solo segni, oppure la vera conversione del
cuore?
Di
sicuro, per avere il vero Amore del Signore
non
occorre quel rametto conservato con ardore,
ma una parola di pace, una mano sinceramente
data
un sorriso affabile, una briciola di pane,
veramente donata!
[indice]
Quando
pensi che tutto nella vita sia un sorriso
e dei
programmi tuoi, sei puntualmente persuaso,
ecco si frappone l’evento imprevisto,
micidiale
attraverso cui tutto il bene sperato, si
commuta in male.
E non
servono più santi, preghiere, lamenti
tutto
cede e sprofonda, anche coi più forti pianti.
Non basta nemmeno volgere al Cielo lo
sguardo serio
fintanto che il maligno riafferma con ardore
il suo imperio.
D’ogni
saggio pensiero egli si beffa ad oltranza
togliendo
persin del Mistero, la cara speranza!
E’ vero che il tempo per ora gioca a suo
favore
ma presto finirà, e gli s’impedirà d’agire.
Allora,
tutti i conti certo si pareggeranno
e tutte
le sue sfide, per sempre cadranno!
Luce
sgorgò un giorno da quel sacro elemento
in cui si
pensava di rinchiudere lo scomodo Intrigante.
Non avea lottato,
né d’una sola parola ci avea degnato
e tutta la Sua austerità, a un tratto, avea cancellato.
Il
terrore di un Suo gesto, ancora serpeggiava nelle menti
al
pensiero che, dalla croce, tosto, potea farci a tutti
quanti.
Ma il sangue copioso continuò da Lui a
sgorgare
e la Sua voce a stento, da lì, potevamo pur sentire.
I soldati
sapevano bene come trattare la crocifissione
mentre
noi, avevamo ottenuto tutto con soddisfazione.
Ma il cuore, per niente sollevato, così
restò,
e la notte, tutti nel più buio baratro, noi
lasciò.
E quando
la pubblica notizia, per ogni dove, s’era ormai diffusa
nessuna
speranza più per noi, ma stizziti, neanche la resa!
Da allora, tutti guardano lì alla croce con
trepidazione,
noi invece aspettiamo tutti, ancora con
rassegnazione!
[indice]
E’ Pasqua, tutto riluce dopo il servente digiuno
apriamo adesso, anche noi, le porte del cuore a
quell’Uno.
Lasciamoci
prendere tutti per mano, e ascoltiamo
ciò che
quell’Uno ci dona, e.. volenti, obbediamo!
Colui che un giorno morì per noi sulla croce
ci aspetta da sempre lassù, nel Suo Regno di pace.
Ci chiama a
gran voce, c’invita verace,
ci esorta a
cercare in noi stessi la Luce.
Aiutiamo qualcuno a uscir dalla sua miseria,
solo così, vien l’aiuto a chi è senza boria,
chi spera, chi
ama, chi brama dall’Alto l’aiuto,
chi cerca il
Maestro e non segue le idee del caduto.
Lasciamoci amare da Chi, gratuitamente, ci dona
e anche noi ricambiamo, il doppio, ad ogni persona!
Soffia
oggi un forte vento di maestrale
ogni cosa
poco salda, rischia un male.
Veloce tutto trascina violento nel suo corso
s’insinua, spinge e sibila, potente col suo
verso.
E’
invisibile, e l’occhio umano non lo può vedere
eppure
esiste e, alla sua forza, l’uomo deve cedere.
“Ma a
che serve?”, chiunque non creda, si domanda.
“Perché esso viene, o va? Che cosa sì forte lo sospinge?”.
A ciò,
risponde solo Colui cui tutto da sempre Gli sottende:
“Io solo so, e solo a chi ha fede, esso non
sorprende!”.
[indice]
Quando
sembra che tutto vada bene e a vantaggio,
e si
comincia a fare i conti buoni senza indugio,
ecco, comincia a spuntare, ma certo non da
vicino,
una piccola nube, un segno, che
all’orizzonte fa capolino.
Ancora non
la si nota, poiché da lassù è tanta la distanza,
però il
suo movimento è rapido, e pian piano essa s’avanza.
Nessuno ancora in certe previsioni, azzarda
o si diletta
e con grande speranza, un futuro termine ad
essa le adatta.
Ma il
tempo scorre, gli anni son tutti ormai alle spalle.
Si
chiede: “Quando verrà, di grazia, ciò che
da là s’appella?”
Risponde quell’Uno, dall’alto della Sua
Sapienza:
che
attende da noi, un libero gesto nella sua essenza:
“L’attesa promessa non si può oramai
posticipare,
e breve è il tempo in cui tutto si dovrà
realizzare!
Svegliatevi, o voi che ancora siete
addormentati,
credete, amate e servite, se volete esser
salvati!”
Quando d’intorno tutto nel buio è ancora avvolto
e silenzioso tace ghermito e nel pensiero è assorto,
ogni cosa
attende e osserva cheta l’orizzonte
cercando un
segno pur piccolo, a mantener la fronte.
Ecco che timide luci, invero ancor molto distanti
ravvivano l’attesa d’uno strano chiarore, già
frementi.
Essi vorrebbero
pur da sole questo mondo illuminare
ma scarse
così, neppur se stesse vanno a scaldare.
Solo la vera Luce, infatti, del grande Astro nascosto
disvelerà
Lui, tutto ciò che Gli è sottoposto,
e avanzando
da un altro Mondo assai lontano,
Si renderà
manifesto, quasi fosse umano!
[indice]
Comincia a
tratti un tenue brontoloso tremolio
e dov’esso
colpisce, tutti lascia senza alcun fio.
Scuote, vibra, mette a soqquadro ogni cosa
e a volte non si placa, e si ripete senza posa.
Molte son le
supposizioni degli altolocati studiosi
ed essi
ripetono le solite teorie, ai più curiosi.
Falde, croste, spinte, e perfino grandi spostamenti
vulcani e traslazioni, denunciano essi con vari
espedienti.
Osservano la
crosta e ne misurano il suo movimento
credono così
di prevedere in anticipo ogni evento.
Nessuno però chiede a Colui che tutto di sicuro puote
rifiutando così la Sua Parola, con tutte le sue note!
Da qualche
anno compare solo tutta a un tratto
senza
avvisare, né bussare, col suo atavico tatto.
Così, da un giorno all’altro, tutto si
trasforma
e cambia repentinamente la sua fredda forma.
L’aria
fredda dell’inverno, in fretta l’assedio interrompe
e in
pochissimi giorni, lascia passare il caldo, che subito irrompe.
Non un giorno di sosta aiuta la natura a
prender fiato
dovendo subito adeguare le sue tenere spore,
al Sole arroventato.
Il
gran coltivatore affronta il nuovo tempo previdente,
copre,
annaffia, pompa, se vuole far spuntare la semente.
Il piccolo ortolano s’impegna sì, e spera,
ma non prega,
e il suo raccolto salta e, ancora, deve
comprare a bottega.
Ma la
cara, vecchia, servizievole, arzilla primavera,
che
fine ha fatto? Poiché qui – buon Dio – non c’era!
[indice]
Inizia
oggi forse stanco, il nuovo giorno?
No!
Non dev’esser così per il buongiorno!
Tutto si riapre e ogni giorno ricomincia
a sperare, ancora, allontanando la rinuncia.
Così è
la fede di chi ancora veramente crede
se
oggi s’affida apertamente a Lui, e cede!
Tutto allora rinasce, se il suo cuore apre
gioioso
se a tutti gli si dona e, con amore, fa il
mieloso.
Tutto
allora si risveglia e spera, aprendosi al Mistero,
tutto
riprende e vive, sotto il nuovo scintillante emisfero!
Una piccola gemma spunta prima d’ogni cosa
mentre
il Sole la invita a crescere e a stare in posa.
E’ un ciclo di vita che ogni anno torna
insistente
e stimola ogni creatura, e a ogni vita tutto
acconsente:
semi,
fiori, alberi, frutta, tutto cresce e si trasforma;
larve,
uova, insetti, cuccioli, ogni essere rinnova la sua forma.
Per l’uomo è un mistero capir della vita il
senso primordiale
dà il suo parere, crede d’esser lui l’autore
finale.
Ma la
vera Essenza cui dal nulla, tutto alla vita perviene
non
giunge dalla Terra né dallo spazio, ma dallo Spirito proviene!
[indice]
Tutto passa,
sì, e indietro non ritorna più
lasciando
dietro sé, quel che un giorno fu!
E tutto vien portato là dove sempre starà
insieme a tutto quel che mai più tornerà!
Niente di
quel che fu, potrà più ritornare
e la vita
vissuta qui, tutta dovrà passare!
Così è stabilito da sempre, evidentemente,
per indicarci dove sta la vera vita, che non
mente!
Solo nel
tempo futuro, in quello immane, superiore
si
troverà l’essenza vera della vita la più interiore,
e anche nell’aldilà, il tempo scorre e va vissuto:
ma che diversità: il suo scopo, là, sarà da
Lui sostenuto!
Spunta
ancor oggi, la sfera luminosa che a tutti dà la vita
e tutto
avvolge e inebria, con la sua meravigliosa sortita.
I suoi diritti raggi provengono certo da
molto lontano
eppure, appena arrivano, per ogni dove
illuminano.
Il regno
delle ombre vorrebbe continuare a ghermire
ma dai
suoi potenti raggi, sempre, è obbligato a fuggire.
E così il Sole si presenta ogni giorno a
tutti quanti
esortandoci a vivere con le sue eterne leggi
imperanti.
Ma
l’uomo, che crede di conoscere la grande sfera lucente
che gli
dà un tempo di vita come fosse un essere vivente,
che crede su di esso si sviluppino solo
grandi esplosioni
e dalla sola osservazione basa tutte le sue
dissertazioni,
e solo da
queste vuol basare ogni puerile interpretazione
che lo
portano invece solo lontano da ogni comprensione,
mai da quest’astro egli apprenderà alcuna
perfetta verità
se prima, alla vera Fonte, non implorerà la
sua oggettività!
[indice]
Meteorologia
Continua fuori stagione, ancora
incerto il tempo
a presentarci un quadro
meteorologico con maltempo,
e in ogni dove regna sempre con timore l’incertezza
così i meteorologi lamentano previsioni senza sicurezza.
Nuvole si formano e si aggregano
per la perturbazione
poi svaniscono, o scaricano con
grande distruzione,
e venti turbinano, brevemente, o tutti in una sola regione
mettendo tutto a soqquadro: cose, edifici e ogni abitazione,
e pioggia cade dal cielo, spesso
in enorme quantità
spazzando via, o allagando, senza
alcuna apparente pietà.
Solo allora l’uomo un pochino osservante
domanda al cuore suo, vedendosi impotente:
“Perché avviene ciò?”, chiedendolo
immediatamente.
Ma dalla sola scienza, ahimé, non otterrà mai niente!
Qui il
tempo è ancor poco, men che stabile,
povera
natura, tutto è diventato così labile!
Si dice che l’uomo abbia la colpa del
disastro
e lo si addita, bollandolo come impiastro,
ma
quanto, questo incida su tutto veramente
lo sa
solo Colui che, sopra tutti, è il più eloquente.
Lui guida la natura, e fissa il quando e la
funzione,
e se a noi risulta sconvolta, lo è per
l’impreparazione.
Solo la
sapienza, donata ai fedeli più audaci
ripagherà
loro su ogni cosa, negata ai mendaci!
[indice]
O
Signore, la Tua Luce inebria l’universo senza tempo
e ogni
cosa tocca, e tutto vi risplende, se l’accetta nel contempo,
e porta vita, esortando, a lasciarsi guidare
senza affanno
a coprire quanto è vera la spirituale realtà
senza inganno.
Dice: “Accetta, credi e vivi in questa luce
onniveggente!
Non coprirla! Apri il cuore per assaporarla
ampiamente!”
Essa invita, essa dona; a ogni creatura essa
perdona
purificando e rinnovando tutto ciò che non
funziona
nella
parte spirituale, di chi ad essa, con fede, si abbandona
e rifiuta
di sentire l’altra via, buia e tetra, senza icona.
“O
buon Dio della vita, sia la Luce la Tua Guida
che
illumina ogni anima, che in Te, sempre, Ti si affida!”.
C’era una
volta, e lo si nota che ormai non c’è più
una tenue
stagione, pensata ad uopo, per noi, quaggiù.
Entrava in punta di piedi, spargendo su
tutto, tepore,
oppure bagnando ogni volta, ogni monte che
avesse un fiore,
e anche
il Sole pian piano scaldava, ma senza pretese
lasciandosi
a volte coprire da giovani nuvole, vogliose d’imprese.
Adesso però tutto è cambiato: da ciò che
proviene dal cielo,
e dal torrido caldo, si passa alla svelta
alla morsa del gelo.
Poi,
ancora, dalle continue e ventose piogge, si passa alla gran calura
e tutto
in natura si squarcia, si sfibra, e geme per la continua tortura.
“O
buon Dio, che hai ordinato ogni cosa, perché” – ti
chiediamo –
“lasci
che il tempo impietoso imperi e distrugga ogni cosa che abbiamo,
e delle quattro stagioni, le due più belle,
non si fanno vedere,
e imperano quelle più forti, spingendoci
tutti a lottare?”.
Risponde il Padre: “Vi ho dato la Legge! Studiate la sacra Scrittura!
Imparate a pregare, a servire, ad amare, compresa la vostra natura!”.
[indice]
O Sole
che splendi ogni giorno nel cielo turchino
illumina
ancora quaggiù tutti noi, un altro pochino.
Riscalda il terreno e caccia le ombre da
ogni emisfero
e al buio fitto, mai non lasciargli affatto,
l’impero.
La tua
essenza è laggiù, lontano lontano nel Cosmo
da dove
tu reggi e i tuoi raggi lanci senza alcuno spasmo.
Nessuno a occhio nudo ti può dalla Terra
osservare
né la tua distanza da noi, si può facilmente
contare.
Ma se
qualcuno un giorno volesse ben chiedere al Creatore
com’è fatto
il tuo suolo, o perché splendi a tutte le ore,
Egli direbbe a costui che da qui lo volesse
scoprire:
“Osserva il Creato, anch’esso è un gran figlio, da accudire!”
Eccolo!
Da un giorno all’altro arriva il gran caldo
senza
preavviso, impera e cuoce tutti, ben saldo.
Una volta si diceva: “Arriva dal Sahara, il birbante!”,
e lo si accettava, poiché al Sud, è il caldo
imperante!
Ma da
quando esso arriva, prima nelle regioni del nord
e poi con
calma, esso dilaga anche nelle regioni del sud
lascia pensare, sulla validità delle leggi
meteorologiche
affinché si comprenda l’inesattezza dei
principi delle lor logiche,
poiché il
vero studio e i principi che regolano la forza dei venti
non hanno
niente a che vedere con gli improvvisi, scatenati elementi.
Né la calura, né il gran freddo si può
prevedere senza disagio,
tutto è guidato da grandi spiriti che
osservano, e poi fan retaggio
di tutti
quelli che fluttuano, non arrendevoli che stan sotto
di loro
ma voglion solo disturbare noi, arroganti, senza alcun decoro!
[indice]
Passan tutta la
loro vita a ingrassare,
e spesso
molto devon veramente lottare,
cercano di godere d’ogni bieca possibilità,
inseguendo utopie che ne esaltino solo
beltà.
Possono
esser bravi operai e pure gran lavoratori
oppure si
ostinano ad esser puntigliosi ricercatori,
e ve ne sono pure tra gli studiosi
intellettuali
ma anche tra scolari e ancor giovani
liceali.
Pure ve
ne sono molte tra le zelanti massaie
e oggi
perfino tra i bambini se ne contano assai, e
sulla Terra oramai ve n’è un numero
sterminato
di esseri non credenti, atei, uomini che han
peccato.
Così il
Cielo osserva e, invisibilmente, guida ciascuno
nonostante
ben pochi se n’accorgano, e tra gli atei nessuno,
preparando ogni nostro istante, a
indirizzarci allo spirituale
ottenendo ben pochi frutti, senza crear
qualcosa di speciale!
Tutto ciò
che non si costruisce con impegno e fatica
che lo si
trova, si ruba, o lo si ha in dono dalla zia antica
che non dal proprio cuore è passato, né
dalle mani è stato lavorato
né col proprio impegno una sola goccia di
sudore s’è versato,
ha poco valore, e dal Regno dei Cieli non sarà
mai considerato
a meno ché, una buona parte non lo si dia in
dono al disgraziato,
e lo si
faccia amico per l’aldilà, nel tempo
del Signore
là dove
tutto si ripaga, e gli amici
restituiscono il favore.
Solo il sentimento a profusione, non dovrà mai
esser pagato
ma chi lo dona, godrà ben la gioia d’averlo
regalato
mentre il ‘materiale’, quello avuto, che non
lo si è sudato
sarà per certo sperperato, e mai da nessuno
ricordato!
[indice]
E’ questa
l’ora, quella della sveglia
che bussa
e chiama, vibra e trilla.
Dice a gran voce: “Ehi, che ti piglia?!
Apri i
tuoi occhi e guarda: ma non la poltiglia!
Sposta le tende, spalanca le finestre
odi la natura e il suo canto rupestre!
Poi
laggiù nel lontano chiaro orizzonte
osserva l’alba, che ti rivela quanto è potente
Colui che tutto guida, governa e regge
crea mondi, li anima e, con Amore, li
sorregge!”
Il
venerdì è giorno di preghiera
ma chi
può, chi fa digiuno fino a sera?
Solo il fedele riesce oggi a rinunciare
mentre l’infedele mai lo vorrà accettare,
poiché
ben diversa è la sua mera filosofia
da cui
non si distoglie nemmeno per simpatia.
Dice il Signore, ai pochi che son desti:
“Orsù,
date l’esempio per tutti, anche per questi!”
Mentre,
dice ai tanti che sempre scuoton la testa:
“Sta bene! Però un giorno, anch’Io di voi
farò festa!”
[indice]
Lento scende ogni giorno il gran carro di fuoco
e si spegne l’infuocato meriggio, a poco a poco,
e ogni colore
smette di brillare in su le cose
e le ombre
ammantano di grigio anche le rose.
Solo così la notte, nel suo incavo, tutto può
avvolgere
e tra le braccia sue ammalianti, tutto vuol stringere,
e ogni cosa allenta
la sua forte amena presa
e cede
facilmente le sue armi a ogni impresa.
Ma il tempo della notte, presto, suo malgrado vola
e già un tenue chiarore, in lontananza ci consola;
poi, riappare
il carro della vita, con tutto il suo fulgore
e tutto si
ravviva nel calore, e loda il Suo Creatore!
Da un bel
pezzo fu indicata oltre la china
e da lì,
essa, poi sempre s’avvicina.
E’ partita da laggiù roteando birichina
ma è comparsa orsù, come piccina.
Non è
dato di sapere quanto è ancora a noi vicina
ma da là,
si sposta e, perbacco, se cammina!
Si domanda: “Dove sta adesso, la strana asteroidella?
Quanto è grande, quanto corre, ma..., è anche bella?”
Dice il
saggio: “Solo il Padre sa dove adesso sta
la stella!
L’ha annunciata, l’ha guidata, l’ha inviata
per la via snella.
Sta
viaggiando per il cosmo, un po’ nascosta e non brilla,
si
cela tra le nubi, quelle sue, perciò ancora non sfavilla!
Si proietta per la Terra, quale terribile,
immane giovincella,
si prepara per l’impatto, ohimé,
contro l’anziana sorella!!”
[indice]
Sempre avanti
Ciò che
oggi è, già lo fu, e domani non è più
poiché
indietro, di certo, non si torna mai più!
E’ una legge eterna, dell’andare sempre
avanti
lo riconoscono tutti, ben gl’incoscienti
poppanti.
Gli
uomini vi scherzano e presentano il tempo movibile
come una
funzione trigonometrica, dal calcolo fattibile.
Non sanno essi, di sicuro, come nel tempo
tutto decade
e muta la sua forma, e più non torna ciò che
accade?
Povero
mondo, quanto lontano sei dall’interiore spirituale
e mai
vuoi ritornare allo spirito tuo, un tempo eccezionale!
Tal tempo ora è finito, e il mondo non è più
da salvare
per chi impera, …ma non per chi ha imparato
ad amare!
Luce, si
pretende quando il buio cala sulla Terra
e in ogni
dove tutti rimediano, specie là nel sottoterra.
Luci s’accendono, e il cammino di ciascuno
rischiarano
ma son deboli e, ben poca cosa, a tratti ne
illuminano.
Chi poi,
vuole da tutta la massa, nauseato allontanarsi
e
s’avventura pel sentiero incerto a incamminarsi,
annasperà alla cieca, oppure, rischiarato
dalla tenue Luna
avanzerà rincuorato, e potrà perfino superare
qualche duna.
‘Luce’, chiede allora
con forza – da solo – quel viandante,
rivolge
in sé i suoi sensi, chiedendo come un mendicante.
E bene fa, se alla fine con stupore le sue
coltri trova
e riconosce come queste ricopron
ben la sua alcova.
Allora un
po’ di ‘luce’ certo, avrà già in sé trovato
se, con
l’azione, ai suoi errori avrà anche rimediato!
[indice]
Tutto è
immobile nell’aria estiva del meriggio
e i raggi
fulgenti la trapassano infuocandola al peggio.
Tutto si ferma: volatili, rettili, insetti e
quadrupedi,
quelli striscianti o saltellanti, dagli
aracnidi agli umani bipedi.
E’ un
cercar ombra e refrigerio, dall’imperioso calore,
è un
salvarsi dal continuo rischio di stressare il proprio cuore.
“O
buon Signore…”, eleva il credente la sua voce per pregare,
“Facci la Grazia: manda a noi una sola goccia, per favore!
Qui tutto boccheggia, sospira, e nel cuor suo
geme.
Anche se in Te non crede, eppur, presenta a
Te le sue pene!”
Sia lode eterna
al caro nostro Padre nel Cielo
che a
tutti dona, e mantiene la vita con gran zelo.
Sia Gloria all’Altissimo, che regna su di
noi con mistero
ma apre ai Suoi figli valenti, ogni
meraviglioso sentiero.
Armiamoci
dunque di fede, aspettando con gioia il Pastore
portiamo
in dono ai credenti, qualcosa che l’inviti all’amore,
e a quelli cui ancora la Luce divina non è
penetrata
si porti con fede una riga, però da Colui
preparata.
Egli
lassù attende da ciascuno un infimo amorevole segno
apre le
braccia a invitarci, ad accettare il Suo santo impegno!
[indice]
Le S.
Scritture, da tanto, invitano a prepararsi
a
riconoscere i mea culpa al fin di liberarsi.
Molti fan delle ipotesi sul tempo e la sostanza
ma chi accetta la Parola di Colui che guida la danza?
Da
infiniti tempi tutto è stato decretato
e
arriverà al tempo suo, com’è profetato.
Già una piccola sfera attraversa lo spazio
ammaliata
vien da lontano, la sua strada percorre
contrita.
Essa è
piccola e la traiettoria non è costante
si copre
perfino, da una certa nebbia persistente.
Così, quando essa arriverà, tutti ahimé l’osserveranno
ma ben pochi, sapendo da Chi è spinta,
l’intenderanno!
O
Signore, manda una goccia su questa Terra riarsa,
da tempo
aspettiamo un po’ d’acqua che riempia i suoi corsi.
Siamo già tutti frementi per i tempi, le
guerre, i bisogni,
non accentuare le pene, che ai giovani
lascia già i segni.
Perdona a
noi i grandi soprusi e le azioni indegne,
abbi
pietà dei più deboli, che ben tacciono le loro insegne.
Qui attendiamo la pace, ma invece è ben
salda la guerra
perfino sui campi di grano, l’ascia non è
più sottoterra,
e la
natura soggiace sull’arida terra senza pace,
gemendo e
implorando dall’uomo un aiuto mordace.
O Padre clemente, sia fatta la Tua Volontà
immantinente
aiutaci a credere in Te, e a salvare se puoi
la Tua gente!
[indice]
Scorre
lesto il tempo e arranca a gonfi passi,
ci trascina
tutti quanti come dei piccoli sassi.
Tocca tutti: vecchi, giovani, e a volte
ragazzi,
la natura li richiama senza tregua, ma con
vezzi,
per
scrollare dalla mente a tutti il vizio
e
guidarli con ragione al buon servizio.
Sembra ch’esso porti pena in ciascun che
almeno spera
specie quando si prepara, e poi infuria la
bufera.
Ma è
l’unica speranza certa da lassù, per esortare
tutti
quelli che in Lui sperano, e vogliono osservare
i comandi del Mondo spirituale, e così,
forse amare
solo Colui che tutto guida, anche il tempo
da incalzare!
È una
giornata cupa oggi, quasi velata, e triste,
col cielo
grigio, il cuore chiuso, quasi non resiste,
chiede da un pezzo, ai più, d’esser compreso
ma ottiene solo incomprensioni, a volte
vilipeso.
Vorrebbe
sì, dare ciò per cui è cresciuto,
ma riesce
a dare agli altri, solo un breve saluto,
e tutto l’ardore, insito, che da lì preme
deve cedere al tempo, fiducioso, le sue
speme.
Ma un dì
verrà, lo sente, in cui tutto parlerà
dell’unico
Creatore, la cui mercede chiederà!
[indice]
Compare
all’improvviso un evento, e ti sbarra la strada,
non sai
mai in anticipo l’esito dalla sua masnada,
tu speri che quel giorno almeno te, un po’
ti scanzi
e preghi che, qualunque cosa, gli si pari
innanzi.
Ma ciò
che la natura a sorpresa dal nulla ha generato,
dalla
stessa forza distruttrice di certo è sempre guidato.
Lo chiamano tornado, oppure tromba d’aria
improvvisa
ma nella realtà, nessuno sa cosa si celi
nella sua forma concisa,
di certo,
tutto ciò che da essa ne è solamente sfiorato
si
scrolla, cede la sua gravità, e segue il mugghiato.
Ma se, appena appena,
l’uomo volesse un po’ imparare
cosa si cela oltre, tutto ciò da cui dentro
quell’aria traspare,
scoprirebbe
un invisibile mondo, giammai mendace
soggetto
a una sola legge: servire Dio, l’eterno Verace!
Busso e
ri-busso, ma non sente i colpi, chi di là si osteggia,
che ben
chiuso sta nella sua alcova, e mal dileggia,
ha i nervi stanchi, e non vede, né sente chi
lo incalza,
tiene ben chiuso l’uscio, e dal suo trono
nulla lo scalza.
Io ci
provo a donargli ciò che a lui ben servirebbe
ma i miei
modi egli l’interpreta male, e un calcio mi darebbe
se la verità gliela ponessi libera, e fin
troppo chiara,
tale da farlo scuotere, eccome, dalla sua
fredda bara.
“Ma un fratello è un fratello!”, dice il
Signore dal suo impero,
“E va sempre aiutato, specie colui che ancor
ne è fiero!”.
[indice]
Sempre
più il tempo nuovo non sostiene, e preme
ciò che
un tempo parea trascinar tutto insieme.
Svelte cambian le
cose, e ogni giorno stringe la sua presa
forgiando impari lotte, scatenando guerre a
sorpresa.
Ma quanti
vedono più in là del proprio naso, e aspettano
che si
realizzi la Parola, di Colui che
ancora pochi cercano?
Quel che nel profondo del cuore, senza
remore, bramano,
s’impegnano a diffonderlo col potente amor
cui credono?
“È ancora lunga l’attesa?”, chiedonsi ogni
dì i serventi,
“Su questo mondo, quanto ancor subire, per
via dei serpenti?”.
Consola
il Padre: “Breve sia la vostra mai pur
vana attesa,
pazientate un pochino, Miei amati, poi,
vedrete la Mia impresa!”
O Padre
sconosciuto, che a tutti noi doni la vita
che a
ciascuno concedi s’esprima in qualsivoglia sortita
che abbracci, guidi, esorti e mantieni con
amore
affinché qui si viva e si speri a crescere
col cuore.
Sia la
lode rivolta solo a Te, umile onniveggente Creatore,
che
ancora perdoni chi si rivolge al cieco ingannatore!
Consenti un altro tempo – pur breve – ai
figli tuoi dispersi
così che si convertano – forse – dai loro
atti ancor persi.
Poi, al
tempo convenuto, sia come sia ciò che è stato preparato
per tutti
quelli che non credono, e per coloro che han sperato!
[indice]
Passano
i giorni, passano veloci
senza
una meta, tutto scorre con le voci,
e senza una giusta guida, s’inebria la mente
e ogni cosa, tronfia, falsa, rovina la
Semente.
Chi
sa, aspetta paziente con le ‘armi’, e nell’attesa
scruta
i cuori e il cielo, conoscendo già l’impresa,
come gli fu consigliato con forza dal
Signore
ad affilare tutte le armi tendenti
all’amore.
“Ancora un poco!”, si sentenzia
dall’Empireo,
“Scavate un po’ dentro, ve lo dico in tono
serio!”
Ci han trattato come i bimbi analfabeti
ci han rubato la fiducia certa dei concreti,
han mostrato
foto e immagini suadenti
messe in onda
con filmati accattivanti.
Han rubato la decenza della viva intelligenza
han frodato le finanze per la propria grande panza,
e a tutt’oggi
pochi ancora han capito l’importanza
di far luce
sulla più becera, umana baldanza,
di quegli uomini che volarono bensì oltre il mare
facendoci credere d’essere arrivati sul suolo lunare.
Oh, povero
mondo, quanto falso e putrido tu osteggi!
Se non
riconoscerai il Signore, subirai le Sue Leggi!
[indice]
E’ un filo
tenue quel che lega due pensieri
ma non si
strappa, se è fissato da impegni seri,
se ciascuno esprime il suo punto di vista
e lascia all’altro uno spiraglio che non sia
arrivista.
Solo così
due cuori diventano calda capanna
e possono
bensì unirsi quando vanno a nanna.
Non devono però quell’atto ancora consumare
se aspirano alla gioia vera, ma devono
aspettare.
Poi, un
giorno, se ancor quel filo è annodato
è giusto
donarsi, ma solo se dall’Alto è consacrato!
O mio
Signore, che guidi con Amore dall’alto del Tuo Empireo,
proteggi
noi, tuoi figli sulla Terra, come sempre in modo serio.
Molto tempo è trascorso dalle osannate
parole profetiche
e si aspettarono segni, eventi, presentati
dalle rime antiche.
Si disse:
“È vicino! Fra poco ci sarà il
guiderdone!
Presto vedremo l’evento, e seguirà la Sua
benedizione!”.
E generazioni passarono da allora in vana
attesa,
e ancora niente fa supporre quella certa
stabilita impresa.
Si fanno
calcoli, si studiano oracoli, si paragonano tempi,
pochi
però osservano gli eventi conoscendo i profetizzati esempi.
Eppure, il giorno s’avvicina a grandi passi
per ciascuno,
ma prima verrà ben altro, che l’agognata
salvezza da quell’Uno!
[indice]
Scorre
lento il tempo, a volte
e poi
accelera così, altre volte.
Ci trascina, ci spampina,
alla gogna ci rovina.
“Cosa fare?”, ci si chiede,
“Fuggir dove? Con che fede?”.
E si resta qui, tutti quanti,
vuoti, pomposi e intriganti.
Lui,
il tempo, è senza fretta,
perciò
guai, a chi s’affretta.
Meglio essere prudenti
e aspettare, tutti quanti.
Ma
l’attesa non sia parca:
“Prepararsi, a tirare i remi in barca!”.
Siamo
giunti qui una volta, da molto lontano,
pur sapendo
di ricominciare in un misero pantano.
Abbiam scelto
consapevoli la lotta del cuore
preparati ad affrontarla con la grande arma
dell’amore.
Abbiam
visto guai, dissidi, rapine e imperi collusi,
sfide,
sperperi, furti, complotti, e immani soprusi,
qui dove la Grazia divina Si volle immolare
per salvare perfino il caduto, dalla sua
sfida immortale.
Tutti
noi dobbiamo qui provare la ‘carne’ e la sofferenza
per
scegliere poi, con giudizio, la propria libera appartenenza.
Poi torneremo lassù, nell’immenso perfetto
Creato,
lì dove tutto nasce, per essere ciascuno, da
Lui riamato!
[indice]
Tace
l’ostile natura, ma in pace
in
attesa di ordini superiori, dalla Luce,
e lascia ancora scorrere il nostro tempo
presente
nascondendo e limitando la sua forza
latente.
Chiama
a gran voce i suoi silenziosi spiriti pazienti
e li
istruisce preparandoli ad essere di Lui serventi:
“Non
un solo atto deve essere da voi intrapreso,
senza
l’autorizzazione dall’Alto, come avete inteso!”
Poi,
verrà il giorno in cui potranno chiamare
i
fratelli legati da tempo e, …invitarli a esortare
tutti coloro che nel mondo non vollero
credere,
a quell’Uno, Salvatore e Redentore, venuto
per redimere!
“Un segno!”,
fu la richiesta della parte avversa
al fin
di suggellare quella bieca, assurda farsa.
Ancora timorosi, nelle file, l’osservavano
furbeschi
non sapendo la reazione dell’Uno, senza i
Suoi fuggiaschi.
Lui,
accettava senza lamenti le tante offese contorte
nonostante
l’aveano ben accusato con falsità estorte.
Ma il romano signore cercava invece di salvarLo
mentre loro, accusando, continuavano a incastrarLo.
Restava
solo un ultimo atto, per ottenere la vittoria:
liberare
un delinquente, sì da ottener l’agognata gloria.
E il passa parola, per condannare
l’Innocente
fu di gridare tutti: “A noi, l’onta del Credente!”.
[indice]
Dice
il proverbio del vecchio eremita:
“Non rinnegare chi t’offre e t’invita,
accetta grato
quant’egli ti dona,
non biasimar,
se per te non funziona
lascia che il tempo ti faccia scoprire
quanto di vero lui tiene nel cuore”.
Se invece il suo gesto, con astio riponi
senza conoscer le sue pie condizioni
vale
per te la giusta, nobile innata sentenza:
“Qui, non più oltre! Rotta è per te la pazienza!”.
Sia
lode al gran Sovrano, che regna nel Suo Cielo
sia
pace in ogni cuore, che loda il Suo Vangelo.
Regni la Vita, quella spirituale più
interiore
agli zelanti figli del Suo grande illimitato
Amore.
Venga
la luce dalla sfera Sua servente
e
rischiari ogni mente ancora asservita al serpente.
Dona la gioia a tutti gli animi ancora
bambini
che aspettano aiuto, ma fanno i birichini.
Non
farci mancare mai la Tua dolce Guida
o caro
Padre, e istruisci sempre chi in Te confida.
Io Ti ringrazio, a nome dei figli tuoi in
cammino,
possa la Tua benedizione, far nascere in noi
un lumicino!
[indice]
“Padre!”,
qual più eccelsa nobile parola,
è da
pronunciar, nella Tua terrena scuola,
non per chiamarTi
‘Padre nostro’, impropriamente,
ma per cercarTi
col cuore e, amabilmente.
Quanti,
bensì, si sforzano con la lingua propria
a lodarTi, osannarTi, e servirTi, per l’altrui gloria,
e Tu, o Padre, che dal Cielo Tuo vedi e
guidi,
accetti ogni pensiero a Te, purché a Te
confidi.
Ma un
dì verrà, che solo il vero amore impererà
finché
il maligno, e ogni cosa avulsa, finirà!
Tutto tace nel silenzio della sera
e il pensiero vaga ancora, esso spera!
Una
luce, però, si può accendere davvero
se da
dentro spinge quel qualcosa di sincero.
Un saluto, un vero sincero sorriso
un comune cenno di pace, ben intriso.
Ma
occorre davvero prima possederlo
ciò
che poi si vorrebbe agli altri darlo.
Basta poco, solo un po’,
non si paga, ma si può!
“Cosa
dare?”, chiede chi non ha capito.
“Semplice!
Un solo gesto spontaneo, ma scolpito!”
[indice]
O mio
Signore, o Padre, o infinito Amore,
conduci
sempre il popolo al Tuo cuore,
così che ognuno riconosca il Fondamento
della Vita
e si lasci guidare in ogni cosa, rinunciando
ogni sortita.
Libera
ciascuno dal male cui è ammantato
se
osserva i Tuoi decreti, come Tu c’hai indicato,
e quelli più ostinati e spesso impertinenti
lasciali alle amorevoli cure dei veri figli
più osservanti.
Solo
dopo tempo, concesso a quei duri impenitenti,
li si
potrà salvare giustamente, dalla morte apparente!
Sia
ciò che sia nell’ultimo giorno sentenziato
in cui
si trasformerà qui, tutto ciò che è creato.
Nulla noi crediamo di un tal dì, un dì
profetizzato
ma arriverà, così come esso fu, per certo,
annunciato.
Dal
cielo e dalla Terra le cateratte si apriranno
e ogni
cosa che ha vita, in un baleno, inghiottiranno.
Solo chi ha fede e, timoroso, al Padre s’è
rivolto
sarà salvato, prima che inizi, per tutto, il
gran risvolto.
Chi
invece al maligno è rimasto ancora asservito
sarà
smembrato e, dalla terra, di nuovo assorbito!
[indice]
Attimi
fuggenti devastano la povera anima
avvinti
alla radice d’ogni cocente lacrima,
restano appesi, benché segnati nel suo lasso
di tempo
pur sapendo come stanno le cose nel
frattempo!
Vorrebbe
lottare a più non posso la tapina
ma non
si lascia correggere mai la birichina,
e nella melma delle azioni sue annaspa bieca
legata mani e piedi, chiusa nella propria
teca!
Rivoli
scendono lungo le sue scarne gote
bagnando
a tratti, labbra e amare attinte note,
sgorganti dalla mente, a un filo appese
tirate allo spasimo, oramai senza pretese!
E se
imperante soggiace dalle labbra sue l’arsura
lasciando
al tempo l’apprensione senza più paura,
resta lì, guardinga sì, ma a volte
speranzosa
di pace e Luce, ben chiedendo più di
qualcosa!
Se
solo si volgesse verso l’unico eterno Salvatore
le
sarebbe risparmiato tanto affanno e amaro dolore,
ma
ancora non lo fa, e attende invano
che le
si versi contro, tutto ciò ch’è insano!
Ardua
la vita, colma di sofferenza
ogni
cosa è travolta senza sapienza,
dolori e pene, lacrime amare infuriano
ogni dì lasciano il segno in questo pantano.
Ci si
affida a Dio, sì, per quieto vivere
ma
chi veramente ascolta Te, per crescere,
e attingere dalla Tua Parola grandi
insegnamenti
che aiutano, consolano, spiegano tutti gli
elementi?
Se
presto non si tornerà ad essere pii e osservanti
anziché
continuare a crescere altezzosi e arroganti,
dal cielo verrà un segno non proprio
sconosciuto
terribile, per esortare tutti, pure chi non
ha mai creduto!
[indice]
Scorre
finora il tempo, veloce come il vento
tutto
risucchia nelle sue spire, ne acchiappa cento,
e a questi, più esso non scorre lento lento
ogni passo è accelerato, e nessuno di loro è
contento.
Eppure,
dovrebbe essere uguale per tutti, l’elemento
che
conta i giorni, mesi, anni, e ogni rintocco spento,
ogni anima truce è sospinta a più non posso
s’aggrappa, ma è trascinata anch’essa nel
fosso.
Sono
i segni dell’odierno tempo indelebili
a
confermar le profezie degli antichi encomiabili,
e
presentare in ogni occasione all’ultimo credente
la
verità realizzata dall’Alto, per il cieco e il vedente!
Attimi
fuggenti passano quatti nella mente
sospingono
i meandri della fede che non mente,
creano immagini, toni, concetti molto labili
quali
basi di scelte che nel tempo diventano stabili.
Tutto
è guidato dalla santa mano del Creatore
che
esorta, giudica e condona con la verga del Pastore
tutti coloro che non si sottomettono alla
legge
i quali trovano artifici e scuse, che li
sorregge.
Ma a
quanti con ardore vogliono sottomettersi all’amore,
tutto
scivola via, poiché sono guidati dall’ardore
di voler ad ogni costo credere dando un
aiuto silente
affinché un dì possano vedere il Promesso
veniente!
[indice]
Il precursore
Venne
una volta con pio desiderio
per
annunciar l’Agnello in modo serio,
a preparar la via davanti al Salvatore
e raccogliere chi volesse tendere all’amore.
Era
vestito di pelli, ma di portamento elevato
per
aprire i cuori, e indicare a tutti lo stato
dello spirituale cui nessuno più tendeva
preferendo all’amore, il mondo e la sua
alcova.
E
ancora, è atteso nel tempo della fine
a
ripetere con voce tuonante, passi e rime
di quelle Leggi eterne da osservare fedeli
in attesa del Veniente, finalmente senza
veli!
Attimi
fuggenti si presentano agli occhi del credente
l'invitano
a cercare dentro la sua anima assente,
passano lievi, a volte imperanti nella mente
son creduti sogni, cui non dar conto di
niente.
Ascolta
sì, più d’uno, se questi si sforza e gli garba
ma
non accetta alcun segno che alcuno gli porga,
segue il suo gruppo, così, con suo gran
cipiglio
che l’ostina a chiudersi ai tenui richiami
d’appiglio,
e
Quel Dio che lui vorrebbe seguire, a par suo libertino,
resterà
lontano, né mai più, Gli si donerà un pochino!
[indice]
Battiti
del tempo si avvicendano da secoli
preparano
la via, scorrono tra gesti immobili
in cui nessuno più agisce a preparare i
cuori
che muti battono anonimi senza più timore
d’essere
scoperti, e giudicati da quell’Uno
che
nelle Sue mani tiene ben più di ciascuno.
Non ne sono rimasti molti, stabiliti, non
estorti
furono contati, per tutti i caduti, quasi
morti.
Ora
la fine si avvicina per tutti gli elementi
che
dissero ‘no!’, un dì, e non rimase loro niente!
Ombre
di nuvole nere si addensano al mattino
poi svaniscono,
non appena il Sole fa capolino,
e solo in lontananza, cirri ancora
persistono
a ricordar le ombre della vita, che restano.
Poi,
nel giorno tutto passerà al sereno,
solo
a sera, ancora, qualcuna ricorderà l’ameno
che nella notte impera e, ottuso, protende
ciò che la luce non tollera, né sottende!
[indice]
Sono
Io il Donatore: voi, solo ricevitori.
Come
pensate di ergervi a meri giudicatori?
Ciò che viene dallo spirito, solo Io lo
comprendo,
ma ciascuno si sforzi di capire ciò che sto
facendo
per
voi tutti, vicini e lontani, per raccogliervi un giorno,
quando
tutto trapasserà nel Giudizio a un Mio cenno.
Oggi, ancora molti dileggiano Me e la santa
Parola,
costruendo reti, bastoni, muri, e rifiutando
la Scuola.
Ma
verrà un giorno in cui chiederò conto degli atti
a
quelli che osarono tanto, che si nasconderanno come ratti!
Amor
dell’Amore, che miri a ogni cuore;
a chi
ti rivolgi, se bussi, se esorti al dovere?
Vorresti solo dei cuori pulsanti, ebbri di
Te
che impeccabili, bramino, desiderosi di un
Re.
Invece,
cosa trovi, o Eccelso, Tu solo, o Divino?
Mere
ripetitive preghiere, vociare di labbra, al tapino!
Nessuno domanda se in Alto il Maestro ha
elargito
una sola Parola e, così, abbia spiegato
l’arcano,
legato
a quel tempo lontano un dì ben segnalato,
in
cui tutto confluirà nell’evento, oramai percepito!
[indice]
O vita,
che incedi e per tutti disponi un percorso
che
aleggi, di fronte alle cose di quaggiù senza polso,
sii tu la gran dama che guida, che preme
che trascina in ogni bisogno, ma spreme
tutti
coloro che non voglion capire, né fare
ciò
che il Padre celeste esorta, da tanto a osservare.
Tocca, ti prego, quanti vorrebbero ancora
lottare
e nell’aiuto di nostro Signore ogni giorno
sperare
per
temprarli alle cose divine, del Cielo, agognate
e
affidarli agli amici passati, ora cresciuti e …alati!
Venne
una volta a preparare da solo la via
colui
che vestiva di semplici pelli, tuttavia,
senza fasto, né gloria, esortava tutti a
memoria
indicando loro un cammino fattibile, senza
boria,
accanto
ai fratelli bisognosi d’ogni più piccola cosa,
a
riconoscere errori e passioni, perdonando ogni offesa.
È ancora lontano il tempo della sua bieca e
vile cattura,
deve prima venire la Stella portatrice
d’ogni sventura.
Lui è
già pronto a gridare ai poveri sopravvissuti
di
mantenere alti l’amore e la fede davanti ai più bruti.
Solo così si potrà ancora forse salvare
qualcuno
dalla terribile morte promessa, a chi non
ama quell’Uno!
[indice]
“Sia Luce!”,
fu detto dall’Alto seggio del Santuario
per poterSi rispecchiare in qualcosa di ben serio,
e tre Luminari sorsero dal nulla, quali
figli
amorevoli, miti, serventi, e molto più che
belli.
Da
questi, altri sette vennero subito dal nulla creati
per
esprimere la Divinità nelle Sue caratteristiche, fondati.
Ma il più luminoso volle imperare sugli
altri due fratelli
e sprofondò nella cieca opposizione, contro
Quelli,
trascinando
con sé un mugolo d’altri, esattamente contro
l’invisibile
amorevole Padre, che da allora, aspetta pronto!
Vita,
dagli spazi infiniti prorompe in ogni dove,
saetta
fulminea e spande forza nelle umane alcove,
forma esseri, terre, rompe legami e unisce,
indirizza e guida, purifica, trasforma e
mesce.
Nulla
può fermare tal vita senza fine, potente,
né, chi
vorrebbe ancora sfruttare la sua forza nascente,
ma tutto deve inchinarsi e accettare
l’offerta
della sua condizione servile, senza niuna
sorta.
E Chi
la produce, al Suo fine la dona, e mantiene,
per
averne riscontro, un dì, da chi ricevette ogni bene!
[indice]
O mio
buon Gesù, che dall’alto del Tuo imperio vedi giù
guida
la Terra e i suoi abitanti, sempre osservati da lassù,
proteggi quanti praticano le Tue sante
Parole pronunciate
che pur credono ed hanno fede, benché ancora
ingannati
da
tutti quelli che al maligno gli son continuamente asserviti,
che
dileggiano la Tua stessa Parola e la Tua vita, mai impediti.
Consola, col Tuo Amore ognun che ancora
fortemente spera
di essere salvato, un dì, quando giungerà lì
nella Tua alcova,
e a
quei pigri, insolenti, che rifiutarono da sempre la Semente
istruiscili
Tu, Padre, cui nulla sfugge, coi Tuoi modi immanenti!
A un
Tuo cenno, o pietoso, nobile Signore
si manifestano
miriadi di Tuoi perfetti servitori
che gioiosi e a gara, eseguono sempre
zelanti
ciò che la Volontà Tua, ben chiede ai tanti.
Qui,
invece, tutto è così capovolto tra i figli
che
devono esser recuperati come nuovi gigli,
cui però ancora le folli tenebre li
avvolgono
e nella materia imperano e, aitanti,
pretendono.
Ma se
un giorno Tu volessi tornare nell’ovile
in
cui venisti a indicar la via ai più servili,
quanti vorrebbero da Te pure ascoltare
ciò che la Parola Tua un dì ebbe a
esternare?
Un
cenno ancora o Padre, ai Tuoi servi fedeli
e
sulla Terra, tutto porterà sangue e fiele,
per far crescere l’amore, la pietà e
l’aiuto,
tra quanti vollero ben servire il povero
caduto.
Ma ai
più pii e osservanti, quel giorno tirali via,
dal
putredine, fumo, falsità, odio e malattia,
e preservali Tu, in attesa della nuova Terra
bella
che nascerà dalle rovine di questa, ancora
procella!
[indice]
Nel
Tuo Nome, o Signore, tutto fu pensato
dal
nulla ebbe inizio l’immenso voluto Creato.
Vi si rispecchiava l’Amore, la Luce e la
Possanza
per orientar bene la Volontà filiale con
pazienza.
Ma
uno volle ergersi sugli altri suoi fratelli
dichiarando
guerra e falsità, a tutti quelli
la cui vita era stata data potente a
ciascuno
ma la cui unica forza veniva solo da
quell’Uno.
Poi,
una lacrima sgorgò dal più fedele dei tre,
disse:
“Salviamolo da morte certa, e gli altri con sé!”
Così esso fu smembrato, e nella materia
incarcerato
e insieme a lui, tutti i caduti che lo
avevano seguito
per
ritornare un giorno, pentiti, umiliati e rinnovati
dopo
il giusto rimediare, servendo i più disgraziati.
Ora, il tempo stabilito non è ancora
passato,
è prevista una pausa, al mondo oscuro
incatenato,
ma se
il richiamo non vorranno mai più ascoltare
pure
la materia, per millenni dovranno ben asservire,
e se il Tuo Nome non sarà dal cuore ben
pronunciato
siano disfatti, e lui, di nuovo, nella Terra
relegato!
Viene
la notte, un dì, e tutto ben si ferma
la
natura sospira, mugola, ma si rafferma
riposa un poco, in attesa della luce
veniente,
una piccola pausa, necessaria, per il giorno
nascente.
Tante
generazioni son passate, dall’Evento cruento
in
cui fu immolato l’Agnello, qui, fattosi Santo.
Ha insegnato l’amore, il donarsi, la vera
Dottrina
per far crescere i figli, guidandoli a un
nuovo cammino.
E un
tempo fu concesso al maturare dell’Opera
per
convertire il maligno esortato a ben credere.
Ma la ‘notte della vita’ giammai da allora è
finita
e il maligno negli uomini, impera nella lor vita,
non
demorde né implora, né cede neanche un pochino
e la
sua bava contagia, si spande, dal suo baldacchino.
Perciò, ora che il tempo fissato e quasi per
certo scaduto
la lotta s’infiamma, tra chi ama, e chi
ancora è asservito.
E la
notte dilaga, entra nei cuori, congela ogni impulso
sfida
apertamente il Divino, si vanta d’ogni insulso,
ma ancora per poco, nella tenebra, lui si
potrà divertire
poi, riderà bene, in ultimo, Chi in tal
Giorno potrà venire!
[indice]
Quante
esortazioni e ammonimenti vengon da Te
donati
dalla verità promulgata dai Cieli, qui, da me
e infiammano i cuori, e stimolano all’ardore
per decidersi in fretta, a donarsi tutti
all’amore.
Non
c’è più molto tempo per prepararsi alla lotta
dopo
il grande disastro annunciato, qual botta!
Solo chi per tempo si sarà già preparato,
potrà dal Signore, sulle nuvole, esser
salvato.
Ma
gli irriducibili infedeli, asserviti al serpente
saranno
relegati e, con lui, costituiranno semente!
Quanti
s’adoperano per Te, veramente, o Signore?
Ti
osannano e cantano: ma ti hanno nel cuore?
Ti cercano sì, perfino di Te parlano senza
posa,
Ti presentano quale Guida fra tanti, non
imperiosa,
poiché
la ‘mamma’, quasi sempre, gareggia da lassù
e
ruba cuori e azioni, sospiri e mediazioni, ben più.
E anziché votare il loro cuore al vero eccelso
Salvatore,
da voltagabbana un altro dio hanno eletto,
da usurpatore,
e di
quei comandamenti cui dovrebbero servire con onore,
mistificano
proprio il primo, reso nullo, con fervore!
[indice]
A
titolo informativo, amico, alcuni versi t’invio
per
aver tu, da me, ciò che proprio non è mio.
Essi non sono di grandi pretese, bussano
compiti
a ciò ch’è sopito, a uscir dai suoi schemi
asserviti.
È una
strada da intraprendere per ciascun credente
se
vuole crescere nello stimolo a diventar servente
di quella piccola schiera, ma così
importante veramente
per esser di monito a conservar la fede, al
fratello suo vivente.
Nessuno
ne è escluso, basta bussare alla ‘porta’ bianca
là
dove ogni risposta è conservata, in verità, mai stanca
di spiegare tutto ciò che è necessario
sapere
della vita passata, presente e, un dì, da
vedere.
Perciò
ti sia gradito solo immaginare con la mente
ciò
che ti aggrada, ma un solo Maestro sia veramente presente!
Passano
i giorni, si sommano ai tanti
alcuni
pochi, restano solo osservanti
tanti di loro, però, sono serventi
di quella gloria che non porta niente.
Io
nutro fiducia, e spremo la mente
lascio
che scorra, il ricordo suadente,
ma c’è una fiamma che ancora riscalda
e in questa Pasqua desidero usarla.
È un
dolce pensiero, caro e sincero
per
quel fiore bianco, che non fu mistero,
né teme più le spine, è caldo d’amore,
mi dà conforto, quell’amica del cuore,
che
da lontano mi dona tra i tanti
un
po’ d’affetto, a tirare avanti!
[indice]
Tutti
all’insù guardano attratti quel disco solare
da
ogni nazione l’osservano, quasi fosse speciale.
È solo un disco, che passa nel cielo,
oscurato
se agli occhi gli si posa un bel vetro
affumicato.
A
quel disco che avanza sospeso, lassù, come sempre
s’interpone
la Luna, e lo copre, e del tutto lo riempie.
Lassù, ben diverse sono le grandi distanze
importanti
gli astri fluttuano lievi, ma con ferree
leggi imperanti.
Qui
il piccolo uomo vorrebbe con gli occhi oggi scoprire
ma
gli riesce solo sognare e, un giorno, forse capire!
Doni
di grazia vengon dalla maestosa lingua del Creatore
per
aiutare, sorreggere, e ogni buon figlio consolare,
e chi riceve la Sua parola dai più alti
Cieli
serve l’amore e s’inchina, primo, tra i
fedeli.
Egli
non sa ancora il perché gli vien donato, né cosa
poi
gli sarà dato, con le prime righe ancora qualcosa,
ma trepidante, riporta sulla carta ogni
buona parola
ligio e servile, col cuore tronfio come
fosse a scuola.
Solo
alla fine del suo muto servire osserverà gaudente
l’Opera
non sua, avuta in dono nella missione servente!
[indice]
Un
giorno di letizia dev’esser ciò che fu mestizia
all’apparir
del Maestro ai due, per la notizia.
S’erano attardati sulla via, discutendo,
sull’evento
delusi e affranti di non esser stati
presenti a quel cruento.
Ma
quell’incontro inatteso, con lo Straniero sì caro
li avea rinfrancati, invitandolo a cena senza danaro.
Dai tratti velati la moglie di Cheopa avea capito
Chi si celava sotto il manto, così ben
compito,
ma
restò zitta e solo nel suo cuore, poté, piangendo
preparar
la cena, attenta, aspettando un comando.
Poi, solo quando in tavola tutto fu ben
pronto
qual parole maestose, fecero nascere in tutti, pianto!
Tutto
si ferma dopo la tempesta, e langue
per
riprendersi dalla batosta, come può, esangue.
E si rivolge in sé compito, riflettendo
sull’evento
per capire cosa c’è da imparare, ben senza
un lamento.
Né
turbini, né grandine dovrebbe temere il credente
che
sa qual è l’ordine della natura, ben servente.
Così, ringrazia dal profondo cuore quello
spirituale
che l’ha graziato, quale figlio, del primo
Ufficiale.
Al
Suo comando stanno legioni, e tutto sovrintende
per
Amor delle creature, cui Lui più non sorprende.
Per altri occorrono ben più energici alti
mezzi
per risvegliar la fede e l’amore, senza
vezzi!
[indice]
Quando
ogni cosa nel suo stato sembra bell’è pronta
e
tutti ne attingono, fruendo quel che più conta
così che la vita scorra lieta e ben
organizzata
con tutti quegli aggeggi di cui s’è
emancipata,
ecco
giungere inatteso, qualcosa dai contorni amari
che
annulla, lede, toglie, cose acquisite senza pari,
poiché l’uomo non deve tendere ben oltre le
risorse
ma adattarsi all’invito di Colui da cui
tutto sorse.
Solo
restando nell’alveo dell’ordine concesso
si
potrà restare immuni, e mantener l’accesso
alla Parola promessa nell’ultimo tempo ai
fedeli sinceri
che lotteranno con la spada dell’amore e
della fede, fieri!
Venite al Padre
La
Tua parola o Signore, arriva dai Tuoi arcieri
bussa,
esorta, chiama e aiuta gli umili e sinceri.
Grida a gran voce: “Venite senza alcun
timore
amate il Padre vostro con tutto il vostro
cuore!”
Ma ci
sono quelli, che non vogliono ascoltare
e
seguono altre vie, solo dell’oppositore
che tutti incalza e tira, con suadenti
parole
riuscendo a ottenere servi e serve, quali
prole.
Ben
però il tempo per tutti è già contato
non
manca molto all’evento, quel profetizzato!
[indice]
Scorre
lenta la vita di un giorno
trascina
con sé ogni cosa, nel bisogno.
E ciascuno s’adempie a tirare avanti
come può, con scelte a volte intriganti.
Nessuno
sa il perché si trovi quaggiù
non
vuol credere che deve tornare lassù.
Acquista, conserva e impera nella materia,
crede di vincere la morte, con la sua
storia.
Ma il
declino arriva un giorno per tutti
bianchi,
neri, rossi, gialli e mulatti
non si vuole proprio guardare oltre
ci si adagia, non si vuol credere inoltre
che
qui la vita terrena è un passaggio,
così
come sempre lo ha professato il saggio.
Corre
il tempo e stimola più di un lamento
tutto
è alle spalle, quasi dimenticato tra il vento
trascina pensieri, sogni, speranze e
intenzioni
ma si scontrano con la dura realtà e le
emozioni.
Serve
ancora rimpiangere il sicuro passato?
Sarà
ben guardare oltre, tra migranti e cielo avariato?
Poiché, se ciò che ci aspetta da tempo
profetato
sarà così, proprio come da tanti è stato
indicato
solo
il tempo darà a ognuno una risposta veritiera
a chi
arriverà a vedere questo e quello, senza visiera!
[indice]
Sia
come sia, vuolsi lassù dove regna il Messia
al
fine di disporre il Creato in bella armonia,
con canti di giubilo si accolga la vita
quantunque qui giunga spesso della vera
sortita.
Si
faccia spesso cordoglio dei propri peccati
si
scavi dentro agli errori, quelli assemblati.
Nessuno si senta accusato da chi sembra
pulito
siam tutti figli
caduti, come quell’un che ha tradito.
Ma se
si volesse qui la vita terrena allungare
neanche
di un giorno si riuscirebbe l’orologio a spostare!
Un
lieve bussare talvolta lascia intendere oltre
ciò
che quel tenue tocco vorrebbe sortire nel mentre.
Si vorrebbe aprire la bocca, stringere forte
offrire più di ciò che si fa dalla medesima
sorte.
Ma
non è facile esser sinceri, liberarsi del tutto
dai
propri cavilli, idee strampalate prese da sotto.
“Così non va bene!”, ripete da dentro il
bianco, l’alato.
“Prima occorre che tutto di sé sia
abbandonato!
Ci si
rivolga prima al Maestro con voce infantile,
poiché,
solo da Lui si potrà ottenere Luce e una Guida servile!”
[indice]
Si
rifaccia luce sulla nuova Terra
si
porti pace laddove c’era sempre guerra
si dia inizio presto, alla nuova creazione
si osi metter piede su, senza più tenzone!
Ma
chi riceverà la chiamata per ricominciare con amore?
Quanti
sopravvivranno al tempo duro, in mano al facitore?
E Cieli e terre, per servire, …saranno riformate
da anime incorporate, giunte per esser testate!
Da tempi eterni, un dì furon tosto relegati
per esser puniti dall’orgoglio, e là, impediti
a sprofondare ancor più nelle tenebre bandite
da quel Cielo, laddove il Divino ben risiede.
Ora tutta la Creazione è maturata un pochino
e aspira a esser redenta, o migliorare un tantino,
così da continuare a servire chi poi meriterà
d’esser salvato dal Giudizio, e con sé vivrà
sul suolo della nuova Terra inimmaginabili gioie
in un lampo create, senza assilli, men che men, noie!
[indice]
Si potea avere il mondo, ben tra le mani
coccolati
come ospiti, su poltrone e divani,
oppure da figli, si potea
aver premi, come miele,
meritati, se l’amore spontaneo fosse stato
fedele.
Invece,
caparbietà, disamore, impudicizia e timore
han
relegato l’umanità al Giudizio per tutti i senza cuore.
Ora non resta più molto tempo al grande
avvenimento
poiché fu ricevuta la nuova Parola a
indicare l’evento,
resta
il solo tradurre il tutto, in tutte le lingue dei figli
e
dare l’ultimo tempo, affinché, chi vuol capire, si svegli!
Passa
il tempo, veloce come il vento
trapassa
come lui, fin nel firmamento.
Non giudica, né storce mai ad alcuno
né volontà né desideri; andranno in fumo!
Tutto
prosegue come già è stato stabilito
dall'eterno
Creatore che a taluni ha svelato.
Però, nessuno pare voglia pur comprendere
ciò che aspetta ciascuno, da far
sorprendere!
Chi
ha legato il filo con l’Amore immantinente
conosce
già la Volontà che guida piedi e mente!
[indice]
Lasciati
in questo mondo, noi tutti orfani sembriamo
apparentemente
liberi, ma legati in ceppi corporali siamo.
Mentre tutto il fare di molti fratelli è di
edificare e avere,
desiderare e gioire delle cose terrene, e
tutto possedere.
Solo
pochi veramente non si lasciano sedurre dalla Terra
tendendo
ai beni spirituali, percepiti con l’amore senza guerra.
Da lassù, dalla Luce, non mancano gli aiuti
degli amici
donati solo per esser seguiti, per farci
diventar fedeli amici,
poiché
c’è un'unica meta che dovremmo tutti perseguire:
tendere
alla rinascita spirituale, e nell’aldilà proseguire!
Mio
buon Gesù che vivi nel Cielo
stammi
vicino, pur col tuo velo.
Donami luce e calore, segni di vero Amore
fammi sentire forza beatifica sgorgante dal
cuore.
Dalle
Tue piaghe io vorrei ben dissetarmi
ma
non son degno neppure di avvicinarmi.
Ti chiedo perdono, o Gesù, di tutto ciò che
ho fatto!
Lavami, salvami, purifica ogni mio brutto
misfatto!
[indice]
Credono
di poter gestire gli eventi della vita
affidandosi
a oracoli, pur essendo in fin di vita,
osannano la scienza e lo sviluppo
tecnologico
costruendo macchine e robot, per un aiuto
logico.
“Tutto deve migliorare!”, dicono gli scienziati,
“Diventerete saggi coi nostri attrezzi
avanzati!”
Così
tutti cedono all’oblio, sempre più ciechi,
illusi
di poter vivere meglio con dispositivi biechi.
Invece tutto lo spirituale sprofonda nelle
tenebre infernali
trascinando seco i peggiori, ma anche i
migliori iniziati.
E
c’è un solo modo per recuperare il decaduto malanno:
ricominciare
daccapo, togliendolo a chi ha fatto danno!
Breve
è il tempo restante prima dell’evento
per
crescere servendo, svelti come il vento,
poiché dopo sarà proprio impossibile
studiare
la nuova Parola, e capir le interconnessioni
rare
che
solo lo Spirito del padre a tutti può donare
per
ravvivar la volontà e la fede ai figli Suoi cari.
La richiesta è sempre la stessa dall’antico
Evo:
diventar veri esecutori dell’amore e dar
sollievo,
e
poi, coltivare il libero rapporto più interiore
affinché
la scintilla spirituale abbia spazio nel cuore.
Se no, nel tempo della fine mancherà proprio
quell’aiuto
possibile solo con la Parola, avuta in dono
dall’Assoluto!
[indice]
Sia
dato ancora un breve tempo giù da voi
a
preparar la Mia parola proveniente da noi.
Sia raccolta in tomi, e resa quanto più
ligia
epurata dalle umane idee, da renderla
grigia.
E
nelle varie lingue sia tradotta senza firma
da
poter essere ben diffusa sulla terraferma
a ogni religione, razza o nazione da
esortare
così interiorizzarla preparando il cuore ad
amare.
Presto
il vero Dio intende togliere dal Globo ogni male
desiderando
i Suoi riabbracciare, dopo il Giudizio finale.
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