Gottfried Mayerhofer
Predica n. 52
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Ventiseiesima dopo Pentecoste
( XXXIIIa del Tempo Ordinario)
[Matteo 13,
31-33, 44-50]: «Egli espose loro un'altra
parabola e disse: "Il Regno dei cieli è uguale a
un granello di senapa, che un uomo prese e seminò nel suo campo, il quale seme
è il più piccolo tra tutti i semi. Una volta cresciuto, però, esso è più grande
delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli
di sotto il cielo e dimorano tra i suoi rami". - Egli disse loro un'altra
parabola: "Il Regno dei cieli è simile al lievito
che prese una donna, lo mescolò con tre misure di farina finché tutto lievitò
completamente".»
«“Il Regno dei cieli
è, ancora una volta, simile a un tesoro nascosto in un campo che un uomo trovò
e lo nascose di nuovo. Egli poi andò pieno di gioia, vendette tutto ciò che
aveva e comprò quel campo. –
Ancora, il Regno dei cieli è simile a un mercante che cercava buone perle, e
poiché trovò una perla di gran valore, andò, vendette tutto ciò che aveva e la
comprò”. – “Ancora, il Regno dei cieli è simile
a una rete gettata nel mare, affinché si catturi ogni specie di pesci. Quando però
è piena, allora la tirano a riva, e sedutisi, raccolgono i pesci buoni in un
canestro ma i guasti li buttano via. Così sarà anche alla fine del mondo;
usciranno gli angeli e separeranno i cattivi dai giusti e li getteranno nella
fornace ardente; lì sarà pianto e stridore di denti”.»
(Il
3 maggio 1872)
1. In questi versetti il Regno dei Cieli è paragonato metaforicamente a cose differenti, per rendere comprensibile ai Miei discepoli e al popolo radunato attorno a Me, quale Regno li attendesse al termine della loro vita, e inoltre, per renderli attenti su come potessero divenir partecipi di questo e quale sarebbe stato il loro destino se, trasgredendo le leggi divine, si fossero resi indegni dello stesso.
2. Del Regno dei Cieli, dell’altro mondo spirituale, purtroppo gli uomini non hanno mai un giusto e vero concetto, poiché se lo avessero, allora certamente farebbero di tutto per guadagnarselo e per non perderselo con tanta leggerezza, come invece oggi accade.
3. Tutto ciò che è manifesto nel mondo, con la sua visibilità e tangibilità, ha molte più prove in sé di una Potenza spirituale che non si può vedere, o toccare, o pesare. Anche per questa ragione vi è un grande influsso di questo mondo materiale sull’animo dell’uomo, in confronto al mondo dello Spirito! È vero che se gli uomini afferrassero e giudicassero esattamente il mondo materiale così come esso è realmente, quale sia la sua consistenza, come sia mantenuto e per quale scopo esso esista, allora potrebbero anche leggere tra le righe di questo grande libro della Mia Creazione, cose che aprirebbero loro facilmente la porta per il mondo dello Spirito.
4. Se si osserva una qualsiasi macchina e s’impara a comprendere la sua disposizione, si riconoscerà che qualcuno deve averla costruita, e al suo costruttore si conferirà sempre più attenzione quanto più si penetrerà nei segreti di questa macchina. Sarà chiaro che non il caso, bensì un sistema ben calcolato, ha disposto tutto così e non diversamente.
5. Sarebbe da augurarsi che si facesse altrettanto con l’osservazione della Mia natura, ma purtroppo non accade! Ogni scoperta nel campo delle scienze naturali, è spiegata dai vostri scienziati in modo errato, e utilizzata solo per scopi materiali, da cui risulta poco guadagno per il Creatore di tale macchina naturale, fatta a regola d’arte. E anche se l’uno o l’altro trova tracce di una Potenza spirituale superiore, oltre agli elementi già da lungo tempo noti, allora fa ogni sforzo per negare, con lunghi giri e con grandi, scientifiche erudite parole, ciò che gli è così vicino, oppure lo spiega diversamente secondo la propria opinione, non volendo riconoscere nessun Dio. Se proprio deve essercene uno, allora vorrebbe esserlo lui stesso!
6. Questa concezione sbagliata della Mia natura, è la causa per cui proprio questo grande libro, che sta aperto giorno e notte davanti agli occhi dell’umanità, trae in inganno. Chiunque vi potrebbe leggere tutto ciò che Io compio per rendere comprensibile il Mio Amore alle Mie creature, e quanto breve sarebbe la via per venire a Me, se gli uomini rispettassero questa natura e le sue leggi anziché, contravvenendo alle Leggi divine con la falsa comprensione del materiale, visibile mondo, rendersi inaccessibile quello ampiamente più grande, ed eterno mondo.
7. In quel tempo in cui diedi al popolo per l’elaborazione spirituale queste parabole menzionate nel Vangelo, Io dovetti omettere tutti i confronti scientifici, e servirMi solo di quelli che potevano essere più facilmente compresi, come immagini conosciute.
8. La prima parabola citata del granellino di senape, testimonia che Io già feci un paragone con una semente ben nota al popolo, tanto come seme, quanto come pianta. In tal modo volevo indicar loro: come in questo piccolissimo seme è racchiusa una pianta così grande, altrettanto sta celato nel cuore umano l’intero futuro Regno dello Spirito, il Regno dei Cieli. Come al seme basta l’umidità, al cuore umano basta l’onnipotente Amore per fungere da sveglia spirituale, affinché questo germe rinchiuso di origine divina si sviluppi, procedendo in una così grande dimensione che – come dice il Vangelo – perfino gli uccelli sotto il cielo vi giungono, e prendono dimora tra i suoi rami. Spiritualmente, ciò significa che perfino gli angeli, i leggeri, beati abitanti delle sfere spirituali – come gli uccelli, gli abitanti dell’aria – prendono parte al Cielo che prorompe da un cuore ricolmo di ardore divino, e diffonde tutt’intorno, pace e gioia.
9. Con questa parabola di un piccolo granello di senape e del suo sviluppo, Io volli dimostrare quanto sia infinita la forza della Parola divina se, come il seme, essa cade su buon terreno e lì trova sostanza per il suo sviluppo.
10. La parabola successiva, nella quale il Regno dei Cieli è paragonato al lievito, rappresenta il processo spirituale che si svolge in un cuore umano, non appena lo stesso accoglie in sé la Parola e comincia a separare il bene dal male, così come il lievito provoca un processo di fermentazione in mezzo alla farina preparata con l’acqua, attraverso cui i differenti elementi delle sostanze farinose vengono in contrasto. Tale processo fa sì che il pane prodotto attraverso di esso, sia reso meno nocivo per l’organismo umano, cosa che è quasi indispensabile, specialmente con i differenti tipi di farine talvolta ottenute artificialmente.
11. Così con questa parabola doveva essere annunciata la lotta, la quale inizia non appena il cuore umano volge via lo sguardo dal mondano e si rivolge allo spirituale.
12. Più avanti è menzionata la parabola di un uomo che trovò un tesoro nascosto in un campo e vendette tutto per divenire proprietario di quel campo, e quindi del tesoro. Ciò significa: chi una volta ha riconosciuto quali benefici e quali gioie di beatitudini mai immaginate, provengano dall’accoglienza della Parola divina e dalla sua osservanza, costui lascia tutto il resto dietro di sé e segue solo l’impulso di non dover mai più fare a meno di tali benefici spirituali; altrettanto il mercante, il quale per amore di una perla sacrificò tutto, pur di assicurarsi il possesso di questa.
13. Così queste parabole rappresentavano le diverse immagini del Regno dei Cieli, e tutte indicavano qualcosa d’importante. La prima, il suo grandioso sviluppo quando esso per la prima volta mette radici nel cuore umano; la seconda, la lotta che quel Regno provoca tra il mondo e il Cielo, o tra la materia e lo Spirito; la terza, il suo valore e la quiete e la beatitudine che ne conseguono in chi lo possiede, poiché con un tale tesoro non può misurarsi né competere nessuna cosa terrena.
14. Abbiamo davanti ancora un’altra parabola, quella della rete che è gettata nel grande mare per ottenere una ricca pesca. Ciò sta a indicare che la Parola divina è accessibile a tutti, deboli e forti, buoni e cattivi, e che solo alla fine è selezionata la pesca, e i buoni riceveranno la loro ricompensa, mentre gli spregiatori di questa Parola avranno da attribuire a loro stessi le conseguenze.
15. Come dice la parabola, avverrà una selezione tra quelli che avranno accolto spiritualmente in sé la Mia Parola, che fu data a tutti, e quelli che la trascurarono. Ciò, per far comprendere ai Miei ascoltatori in quei tempi, che non stava a loro decidere di accettare o meno la Mia Parola, bensì che gli uomini possono essere indotti da diverse circostanze, a dare una migliore direzione alla loro libera volontà.
16. Io descrissi loro le conseguenze dell’inosservanza del Mio Insegnamento con le espressioni ‘gettare nel fuoco’ e ‘eterne tenebre’, cosa che è equivalente a tormentosi rimproveri spirituali e ad un cuore trascurato. Il Mio Spirito, però, doveva diffondere luce e non tenebre!
17. Perciò Io predissi loro la fine o la separazione che finalmente doveva venire tra chiaro e scuro e, così dicendo, tutti dovevano comprendere che un Dio assegna anche uno scopo a ciò che Egli crea, e che non è disposto ad abbandonarlo, per l’ostinazione degli uni o degli altri.
18. Che tali e siffatti discorsi provocassero una grande impressione tra il popolo, era prevedibile, poiché dai loro sacerdoti e dagli eruditi era resa a tutti molto facile e comoda la via che conduce al futuro godimento delle beatitudini spirituali, come anche il modo di agire, che essi legittimavano secondo i loro concetti; mentre Io, pur promettendo le medesime beatitudini, ne descrivevo il conseguimento come cosa non così facile, e li rendevo attenti sulle conseguenze delle trasgressioni delle leggi date.
19. Perciò il loro terrore per il Mio linguaggio, e perciò il loro risentimento su di Me, cosa che M’indusse al detto: «Nessuno è profeta nella sua terra!», una massima che è ancor oggi in uso presso di voi e può essere convalidata da migliaia di esempi.
20. Il mondo è pur sempre lo stesso, com’era ai tempi del Mio cammino terreno. Allora Io predicai a molti orecchi sordi, e adesso, altrettanto, è diventata di moda la sordità nelle cose spirituali, tanto che ognuno è portato a credere di non essere un uomo colto, se non può vantarsi di questa sordità. In quei tempi era frequente il caso che si nascondesse la propria sordità dietro parole ben risuonanti; invece nell’attuale epoca dell’informazione non ci si vergogna più della sordità spirituale, anzi si da’ una grande importanza al fatto di essere ben sordi come una campana, e in tal modo Mi si sfida perfino alla competizione, e a dimostrare qualcosa di meglio, sempre che Io ne sia capace.
21. Ebbene, a questi sedicenti spiriti forti Io contrappongo un’infinita, grande longanimità, e alla fine lo vedremo, se non si troverà un mezzo per guarire anche la loro sordità. Agli altri però – di numero molto inferiore – che hanno un lieve presentimento del Mio Regno celeste, Io faccio pervenire un piccolo granello di senape del Mio Amore, e osservo se quel granello ha il potere di crescere nel loro cuore e provocare una lotta simile al processo di separazione, o fermentazione del lievito, e se esso è in grado di rendere loro riconoscibile il valore nascosto del tesoro che hanno nel cuore, affinché rigettino tutto il resto, per possedere solo quel tesoro. E poi, aspetto per vedere quanto del seme sparso, ritorni nella Mia rete spirituale. Alla fine avviene la selezione, e si deciderà se l’uomo sia degno della beatitudine spirituale, oppure se egli, solo attraverso un lungo brancolare nelle tenebre, dovrà giungere alla comprensione che, in definitiva, ci sono leggi divine che non si possono trasgredire impunemente.
22. Per portare generalmente gli uomini a questo modo di vedere, e affinché non manchi loro l’occasione di mantenere in attività anche la più piccola scintilla del loro io migliore, già da lungo tempo sono stati fatti tutti i preparativi. Tutti gli eventi del mondo, come pure il destino dei singoli uomini, già mirano a preparare il terreno, affinché la Mia Parola sia accolta là, dove ancora non ha trovato nessuno, o soltanto poco consenso, e cominci, come un granello di senape, il suo onnipotente sviluppo.
23. Già in voi stessi avete sperimentato come, quando e con che cosa, Io sappia risvegliare gli uomini. Voi stessi conoscete i Miei mezzi. È vero, essi non erano, e non sono sempre i più gradevoli; ma Io soltanto, Quale il più grande e unico Medico dell’anima, so meglio di chiunque altro quale stimolante occorra per risvegliare le anime immerse nell’apparente sonno religioso.
24. Io vi ho risvegliato, e ho posato poi nel vostro cuore sanguinante, il granello di senape dell’Amore, mediante la comunicazione della Mia Parola, e sebbene il primo momento fosse un incitamento – e non proprio gradevole –in seguito avete però riconosciuto di dover ringraziarMi per ciò che Io vi ho dato, come risarcimento per ciò che vi ho tolto.
25. Così è subentrato in voi il processo di fermentazione, e poi avete finalmente riconosciuto il valore del tesoro nascosto nel vostro stesso interiore, e barattato tutto il resto per la preziosa perla. Così nel gettar le reti mi avete facilitato la pesca e la separazione del bene e del male, mentre voi, con il vostro esempio, avete salvato altri dalla rovina spirituale e avete loro considerevolmente abbreviato e facilitato la via che conduce a Me.
26. Continuate perciò a coltivare nel vostro cuore i granelli di senape dell’Amore; poiché il Regno dei Cieli – come Io dissi un giorno ai Miei ascoltatori – si trova in voi, non fuori di voi! E lo potete trovare dappertutto, se lo portate con voi. Attraverso il vostro interiore, tutto sarà spiritualizzato, se solo la parte più intima, il vostro cuore, è spirito.
27. Perciò non desistete dall’impulso verso la spiritualizzazione! Con tale progresso si accresceranno in voi i veri godimenti, e con il progredire nell’apprendimento, aumenterà anche la vostra conoscenza. Allora sarete maturi per l’altro, eterno, grande mondo spirituale, cui debbono servire qui da fondamento ogni azione e ogni operato terreni e, grazie ai quali, potrete restituirMi con abbondanti interessi, i talenti a voi affidati!
28. Preparatevi, e non abbiate paura! Chi è con Me e confida in Me, costui non si perderà d’animo, neanche dentro tutti gli orrori che eventualmente irromperanno ancora sulla vostra piccola Terra come in un processo di fermentazione, giacché Io ho posto nel cuore dei popoli la Mia Parola, quale lievito e mezzo erosivo. Costui sa che il Padre ha gettato la Sua rete nel grande mare delle anime e degli spiriti. E se anche lui vi è catturato, il buono potrà raccogliere sempre soltanto, e di nuovo, il bene.
29. Se siete provvisti della perla della Fiducia e dell’Amore, conservate il vostro tesoro fino alla trasformazione! In altri mondi e sotto altre situazioni, Io scambierò poi questo tesoro acquisito qui sulla Terra con uno più grande che, come completamento del precedente, ossia del granello di senape, rappresenterà il grande albero, sui cui rami gli angeli, con voi, intoneranno a Me l’inno della Fiducia e dell’Amore. – Amen!
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