Gottfried Mayerhofer
Predica n. 5
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Natale
( Natale )
[Luca 2, 1-14]: «A quel tempo un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il
censimento di tutta la terra. E questo censimento fu il primo di tutti ed accadde
quando Cirenio era governatore della Siria. Ed ognuno che si fece censire, andò
ciascuno nella sua città. Allora anche Giuseppe, che era della casa e della
stirpe di Davide, salì dalla Galilea in Giudea, dalla città di Nazaret alla
città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare con Maria sua sposa,
la quale era gravida. Ed avvenne che mentre si trovavano in quel luogo, si
compirono per lei i giorni del parto. Lei diede alla luce il suo figlio
primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, poiché non
c'era per loro camera nella locanda. E c'erano in quella regione alcuni pastori
nei campi che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. E vedi, un
angelo del Signore venne a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce, ed
essi furono presi da grande spavento. E l'angelo disse loro: "Non temete, ecco, io vi annuncio una grande gioia, gioia che
sarà di tutto il popolo; oggi vi è nato nella città di Davide il Salvatore, che
è il Cristo, il Signore! E questo vi sarà per segno: troverete giacere un
fanciullo avvolto in fasce in una mangiatoia". E subito apparve presso l'angelo una
moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva: "Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace sulla Terra ed
agli uomini di buona volontà".»
(l’11 dicembre 1871)
1.
Questo capitolo tratta della Mia nascita,
una festa che voi celebrate ogni anno il 25 dicembre, secondo l’usanza
ecclesiastica.
2.
Già
in passato Io ho parlato di questa festa. I particolari, che accompagnarono la
Mia nascita, li conoscete, in parte dalla storia della Mia infanzia[1], e
in parte dal Vangelo dei Miei apostoli; tuttavia ci sono ancora parecchi punti
poco chiari in questo atto della Mia prima apparizione visibile sulla vostra
Terra, il cui profondo significato voi non conoscete ancora nella rispondenza
spirituale. Allora prendendo spunto dal testo di questo capitolo di Luca, Io
voglio dare nuovi dettagli a voi e a tutti i Miei futuri figli fedeli, affinché
possiate vedere che anche la minima cosa che riguarda Me e la Mia apparizione
sulla Terra, ha un alto significato, e si ripeterà spiritualmente col Mio
Ritorno su questo piccolo pianeta, quale dimora dei Miei figli che un giorno
furono grandi.
3.
Come
una volta, secondo le condizioni della Terra, proprio quel momento e quel
popolo erano destinati a essere testimoni del grande atto di Grazia e d'Amore
che Io compii per voi e per l’intero mondo dello spirito, così anche per la Mia seconda visibile apparizione, sarà
scelto il tempo e il paese che saranno più di tutti adeguati per quest'Atto
finale.
4.
Non
per niente voi avete denominato questa festa "Notte consacrata". Era
una notte consacrata nella quale Io, per amor vostro e dell’intera Creazione
materiale, Mi consacrai come Sacrificio dell'Umiltà; notte in cui Io, il
Signore infinito della Creazione, indossai una corruttibile, fragile veste, la
quale, tra milioni di altri esseri viventi su altri
mondi, per quanto concerne l’esteriore, è di parecchio inferiore alla
suprema forma originaria dell'immagine umana. Molti di quegli abitanti ne sono
talmente dotati, che l'uomo di questa Terra sembra soltanto una misera
imitazione di ciò che Io misi dentro questa forma, quale immagine del Mio
proprio Io. E tuttavia nonostante gli uomini viventi su altri mondi superino
gli abitanti della Terra in molte cose, questi ultimi, dal punto di vista
spirituale, sono destinati a cose ben più grandi di quelli viventi sui mondi e
sui soli paradisiaci. Anche se a loro sorride un'eterna primavera, e vivono in
tali condizioni fortunate che la vostra immaginazione non può neanche
immaginare, eppure a loro manca la chiara conoscenza del Mio Io, della Mia
Creazione spirituale e del Mio Amore paterno.
5.
Essi
sono buoni, perché nulla di male li induce a essere il contrario. Riconoscono
un Essere supremo, si prostrano pieni di venerazione dinanzi a Lui, però
nessuno di loro osa pensare che quest’Essere supremo vorrebbe stringere al Suo
petto paterno una Sua creatura, e vorrebbe dargli il dolce nome di figlio.
6.
Questo
è riservato solo a coloro che vogliono conquistarsi una tale posizione con
lotta e vittoria; con ciò essi possono divenire figli di Dio! Quindi, dove c’è
la scuola di formazione di tali figli, deve esserci, accanto alla massima possibilità
di elevazione spirituale, anche l'opposto, la massima possibilità di
umiliazione, anzi la caduta dal bene. E per mostrarvi che, nel mezzo di tutte
queste avversità, è possibile un progresso verso il miglioramento, una vittoria
su tutti gli ostacoli, Io Mi vestii dell’involucro di una delle ultime
inconsiderate figure umane. Io stesso scesi qui su questo tenebroso globo
terrestre che, riguardo a dotazione e grandezza, nella Mia Creazione, può
essere annoverato al rango di un animaletto infusore nel mezzo di tante
bellezze e meraviglie della vostra Terra.
7.
Come
però nella Mia intera Creazione ogni cosa è formata con la medesima cura e
l'ultimo animaletto infusore, nella sua specie, è altrettanto perfettamente
formato come l'uomo, quale signore della Terra, così il Mio Principio creatore,
che pervade tutti i gradi della Creazione, vi dimostra che Io sono il massimo,
proprio nel più piccolo, e proprio nel piccolo sto lì come potente Creatore e
Signore. Questo fu il motivo perché Io scelsi uno dei più piccoli corpi
mondiali, per manifestare lì tutta la Mia Grandezza, dimostrando al Mio mondo
spirituale e animico, che proprio solo nel più piccolo è possibile il massimo
e, nella massima umiliazione, si può conseguire la massima magnificenza; anzi,
che proprio colui che dà tutto, è degno di possedere tutto!
8.
Così,
la Mia nascita non avvenne in un palazzo, e neanche da genitori altolocati,
bensì di basso rango. Ma in tutte le circostanze che lì concorrevano, doveva
essere accentuata la sublimità e la spiritualità della Mia nascita.
9.
Così
fu destinato che il censimento fosse ordinato attraverso Erode, e che Io
vedessi la luce del mondo, non in una casa costruita dagli uomini, bensì nella Mia casa, ossia in una grotta a
cielo aperto.
10.
Testimoni
della Mia nascita non furono imperatori e re, neanche uomini comuni, bensì solo
animali, creature che, non corrotte, erano tali e quali come Io le avevo
create.
11.
Il
censimento doveva inoltre contribuire a che Maria si mettesse in viaggio per
Betlemme, per adempiere ciò che contribuiva all'Onore del Re di tutta la
Creazione.
12.
Milioni
di spiriti superiori Mi cantarono l'inno di lode: «Gloria
a Dio nelle Altezze e pace agli uomini sulla Terra!». Questi,
e gli animali, com’erano usciti dalla Mia mano, erano presenti alla Mia
nascita. Tali testimoni onorarono Me, il Signore di tutte le schiere, avvolto
in fasce.
13.
A
causa del censimento, la Mia nascita non poteva restare inosservata. Doveva
proprio anche regnare il crudele Erode come governatore o tetrarca di
Gerusalemme, per rendere più difficili la Mia futura educazione e il Mio
seguente percorso di vita. Col superamento di tutte queste difficoltà si doveva
dimostrare che, nonostante Io Mi fossi posto nelle condizioni più basse, avrei
comunque assolto, al cospetto del Mio intero mondo dello spirito, il Mio
compito, vale a dire: oltre a dare esempio di umiltà e abnegazione, fare di
questa piccola Terra una scuola per i Miei figli, i quali sono destinati un
giorno, a trasformare l'immagine del grande Spirito e Creatore di tutta la
natura visibile, in quella di un Padre amorevole, agli esseri viventi sulle
altre stelle e soli.
14.
Ciò
che Io prestabilii eoni di tempi fa, e che iniziai più di mille anni fa, si
avvicina ora al compimento. La Mia Dottrina religiosa, la Mia Parola, che
non può essere sostituita da una migliore – per quanto gli uomini si possano
scervellare e pensare – e la Mia dottrina d'Amore, dovranno giungere alla validità
universale! Solo l'Amore dovrà regnare, e tutte le passioni del
cuore umano, che da Me furono messe al solo scopo di conquistare e guadagnare
l'Amore attraverso la lotta contro di loro, tutte queste passioni dovranno
essere dominate e deposte ai piedi dell'altare dell'Amore. Odio, vendetta, orgoglio e, comunque essi si
chiamino, questi potenti impulsi del male nell'uomo, dovranno essere tutti
messi a tacere. La croce, sulla quale Io fui un giorno inchiodato
chiedendo perdono per l'umanità smarrita, dovrà essere amata, onorata da ognuno
come simbolo di riconciliazione e, se qualcuno sarà messo alla prova, dovrà
portarla a ricordo della Via che Io vi mostrai, e che è l'unica che possa
guidare l'uomo alle Altezze spirituali.
15.
Come
alla fine del Mio cammino sulla Terra le circostanze sembravano lavorare contro
di Me, provocarono, apparentemente, la Mia caduta e morte e, tuttavia, con la
Resurrezione dalla materia e il ritorno a casa nel Mio Regno spirituale,
causarono il Mio massimo trionfo, così per gli uomini anche adesso si
moltiplicano apparentemente le sciagure e si moltiplicano i segni di terribili
catastrofi. L’uomo dovrà uscire incolume da queste, come la fenice dovrà
risorgere dalle ceneri delle bruciate opinioni e dei pregiudizi mondani, quale
prodotto spirituale del suo Creatore, quale figlio spirituale di un ancor più
sublime Padre spirituale.
16.
Tutto
tende in quella direzione! Lì spinge l'intera umanità come una nave senza
timone. Tutti i muri protettivi artificiali, che l’intelletto umano ha eretto
come corazze di ferro attorno al cuore battente per l'Amore, devono essere
abbattuti. Devono
essere distrutte le barriere di nascita, di rango e di sapere superficiale.
L'uomo deve smettere di pensare con l’intelletto e imparare a percepire col
cuore. Il caldo fuoco dell'Amore deve aver prima riscaldato tutta la
sua anima, e soltanto in seguito la Sapienza, quale impulso regolatore
dell'Amore, potrà mettere delle barriere e far sentire all'umanità tutto ciò di
cui Io l'ho provveduta, e a quale scopo l'ho creata così e non diversamente.
17.
Ogni
qual volta Io, quale Cristo sulla Terra, invocavo il Padre Mio nel Cielo, era
sempre la Sapienza che invocava l'Amore, per tenere a freno con
quest’invocazione il suo operato illimitato. Così come la Sapienza e l'Amore
possono sussistere solo insieme, altrettanto Io, quale Cristo, con Mio Padre,
l'Amore, ero unito in Uno, e per questo potevo dire: «Nessuno
Mi conosce all'infuori del Padre in Cielo, e solo Io conosco Lui!»,
oppure «Io vado a casa al Padre!» ecc. Con ciò Io volli dire: "L’intero
mondo è creato dall'Amore; ma la Sapienza ha regolato le sue condizioni".
L'Amore creò, la Sapienza conserva.
L'Amore quale ‘Padre’ rappresentava il massimo simbolo della Purezza, ed Io, la
Sapienza, quale ‘Figlio’ la dimostrai con i fatti. E come Amore e Sapienza,
solo se uniti, costituiscono l'Io completo della Mia propria Essenza e lì sono
presenti nell'immagine più perfetta, così anche l'uomo, quale derivato da Me,
deve essere l'espressione dell'Amore e della Sapienza. Egli deve innanzi tutto
amare, e poi imparare a essere savio, per riconoscere e comprendere
completamente Me, la Mia Creazione e la sua missione.
18.
Qui
tende la Mia aspirazione con voi: tutti gli avvenimenti v’incitano lì, a
compiere nell’interiore la rinascita del vostro Gesù. Egli vorrebbe condurvi e
guidarvi lì, come espressione di Sapienza e Amore, finché in breve tempo questo
Creatore di tutte le cose visibili, questo Signore di tutti gli eserciti
celesti, quale Padre[2]
unito col Figlio, ovvero il Cristo[3],
possa di nuovo metter piede sulla Terra personalmente visibile e pronunciare
per la seconda ed ultima volta, ciò che Egli esclamò più di mille anni fa sulla
croce, vale a dire: “È compiuto! – La grande opera
di espiazione è compiuta!”.
19.
Io
ho mostrato ai Miei spiriti, come sia possibile ciò che per loro era
impossibile. Io li ho preceduti con l'esempio, e ora, dei Miei esseri su questa
piccola Terra, ne ho fatto grandi abitanti del Mio Regno eterno, e li innalzo
ad unici figli Miei.
20.
È
compiuto, ciò che Io iniziai un giorno come fanciullo innocente nella culla in
una grotta presso Betlemme, ciò che fu là magnificato dal canto di milioni di
spiriti angelici, ma non compreso dagli uomini, tutt’al più da alcuni vagamente
presentito.
21.
Io ho compiuto l'Opera di
Espiazione, d’Amore e di Perdono.
Purificato è il mondo da tutte le scorie impure dell'egoismo, e anche se
tribolazioni e sciagure distruggono i corpi terreni degli uomini, esse non
possono danneggiare l'uomo spirituale e animico. Egli sta sopra le macerie del
mondo, le sue braccia protese verso il Salvatore divino, il Quale come già
avvenne un giorno, esclamerà a tutti: «Venite qua, voi tutti che siete aggravati, affinché Io
possa togliervi il vostro peso e vi possa ristorare». Venite
qua, voi combattenti per l'Amore e per la Sapienza, a voi sia la corona della
Vita, a voi siano aperti i cancelli del mondo dello spirito, in modo che possiate
vedere come giubilano di nuovo le schiere angeliche e intonano canti di lode al
Signore, al Padre, con le medesime parole di allora: «Gloria
a Dio nelle Altezze e pace agli uomini sulla Terra!». Egli, infatti,
è venuto nella Sua proprietà, e i Suoi figli Lo hanno riconosciuto. – Amen!
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