Gottfried Mayerhofer
Predica n. 41
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Quindicesima dopo Pentecoste
( XXIIa del Tempo Ordinario)
[Luca 7,
11-17]: «E Gesù dopo si recò in una città
di nome Nain; e molti dei suoi discepoli andavano con lui e molto popolo.
Quando fu vicino alla porta della città, ecco che si portava fuori un morto, il
quale era unico figlio di sua madre, e lei era una vedova; e molta gente usciva
con lei dalla città. E poiché essa vide il Signore, lo commosse ed egli disse
alla donna: “Non piangere!”, e oltre a ciò si
avvicinò e toccò la bara e i portatori si fermarono. Ed egli disse: “Giovinetto, io ti dico, alzati!”. Ed il morto si
sollevò e cominciò a parlare, ed egli lo diede a sua madre. E tutti furono
presi da timore, e glorificarono Dio e dissero: “Un
grande profeta è sorto tra noi, e Dio ha visitato il suo popolo”. E
questo discorso su di lui si diffuse in tutta
(Il
22 aprile 1872)
1. Qui avete di nuovo uno di quei miracoli che dovevano rafforzare il popolo e i Miei discepoli nella fede, riguardo al fatto che Io non fossi soltanto un uomo comune, o un profeta, bensì qualcosa di più grande, affinché tutti loro si lasciassero guidare più facilmente, e potessero entrare man mano più volentieri nelle Mie vie.
1. Anche gli esseni risvegliavano i morti, il ‘come’ però ve l'ho già fatto conoscere nel Grande Evangelo di Giovanni [1]. Quando Io volevo operare un miracolo, era sempre la circostanza, da ponderare; giacché i Miei miracoli dovevano essere operati in un modo diverso che i miracoli degli altri. Solo su questa via, e solo attraverso le prove più convincenti potevo persuadere questo popolo, fissato sugli insegnamenti e sulle cerimonie mosaiche, del contrario.
2. Un resuscitare un morto, come fu presso il giovane di Nain, non era ancora mai accaduto; perciò fu giustificato il loro stupore a causa del Mio potere su vita e morte, cosa che essi ancora non avevano mai visto negli uomini.
3. Così educai i Miei discepoli e molti del popolo, anche pagani, alla diffusione della Mia Dottrina di Fede e d'Amore. L’autenticità delle Mie parole e la serietà della Mia missione, il motivo, per cui Io venni su questa Terra, e quali fossero la meta e lo scopo della Mia carriera terrena come uomo, tutto questo Io dimostrai loro, ora con parabole, ora con discorsi, ora con miracoli. Pochi Mi compresero; ma certamente il seme era posto nel loro cuore, seme che un po’ alla volta germinò e, sebbene miseri, cominciò a portare frutti. Ovunque, Io Mi adeguai alle circostanze o tenni potenti discorsi, oppure operai prodigi che dovevano altresì contribuire ad annunciare il Figlio dell'Uomo per Colui che veramente era!
4. Anche il miracolo del risveglio del giovane di Nain, però, se deve essere d’utilità come predica, è da prendere spiritualmente. Noi dobbiamo spogliare quest’evento della sua veste naturale, per scoprire il suo significato valido in tutti i tempi, e riconoscere che in ogni atto degli anni della Mia predicazione, c'è qualcosa di celato che ha valore per tutte le eternità.
5. Qui, in questo Vangelo, avete dinanzi a voi un semplice funerale, presso il quale una madre piangente segue il feretro del suo unico, amato figlio. Un avvenimento comune che può sopraggiungervi ogni giorno: o nella propria famiglia, o presso amici e conoscenti. Ovunque, voi potreste imbattervi in una rigida salma e in un seguito piangente.
6. Tuttavia per spiegare spiritualmente quest’episodio, che riguarda una sequenza naturale della legge nella vita umana, dovete anche imparare a comprendere spiritualmente ciò che precede a un funerale.
7. Vedete, ogni caso di morte è un passaggio da un estremo all'altro, dalla vita alla morte, una trasformazione del corpo solido in semplici elementi, una separazione dello spirituale dal materiale, oppure, per esprimerci ancora meglio, l'inizio della vita spirituale e la fine di quella materiale.
8. Nella Creazione esistono una morte materiale-apparente e una spirituale-reale. Per questo, un funerale è da considerare: o come una sepoltura dello spirituale nell'uomo, oppure come un abbandono di tutto il mondano.
9. In questo caso, una madre piange il suo unico figlio e segue il suo feretro. Una triste scena di dolore in cui Io sopraggiunsi, inaspettato. La madre mi fece pena. Io fermai i portatori e ridestai suo figlio affinché egli rimanesse, in futuro, ancora il sostegno di sua madre, a lui affezionata.
10. Un gesto che, inteso spiritualmente, ha il seguente significato: adesso e ancor più spesso, i genitori piangeranno sui loro figli che hanno intrapreso una direzione sbagliata! Essi si affliggeranno quando vedranno come questi – nonostante le loro fatiche e le loro premure – siano quasi come spoglie materiali, contenenti in sé, più niente di spirituale, abbandonandosi solo al mondo e ai suoi piaceri, correndo così incontro alla morte spirituale.
11. A molti di tali genitori piangenti e afflitti Io Mi avvicino in casi simili, dove padre e madre devono riconoscere purtroppo solo troppo tardi, che essi stessi portano la colpa per la prematura morte spirituale del loro figlio; e richiamo di nuovo alla vita, alla vita spirituale, quei figli sprofondati nel peccato e nel suo peso, facendogli assaporare le conseguenze del loro modo di vivere in maniera amarissima. Io li ridesto attraverso sofferenze e malattie, distruggo la loro salute corporale e le loro condizioni mondane, ridonando in tal modo a quel figlio divenuto cadavere, lo spirituale, affinché possa ricominciare a riconquistare ciò che ha perduto; e così, attraverso il penitente ritorno, lenire i sensi di colpa ai suoi genitori e alleggerire la loro coscienza.
12. Di tali cortei funebri ve ne sono giornalmente, nella vita comune, come anche nella spirituale. Sulla vostra Terra è presente adesso più putrescenza che vita spirituale; quasi l'intera umanità giace seppellita sotto le brame materiali, in un certo qual modo immobile nella cassa da morto degli interessi e dei godimenti mondani. E quei pochi che ancora possiedono una vita spirituale, sono i parenti in lutto, i quali avanzano a passi misurati dietro al feretro e implorano Me per soccorso e liberazione, poiché essi compiangono i morti, il loro prossimo, ne hanno compassione, e tuttavia non li possono salvare!
13. Questo corteo funebre, nel piccolo come nel grande, come anche i lamenti dei pochi migliori, M’induce ad avvicinarMi al feretro e a destare i dormienti, o gli apparentemente morti, affinché non vadano persi per la vita spirituale. Io ridesto tanto i singoli uomini, quanto anche interi popoli attraverso avvenimenti e sciagure di ogni genere, e faccio sentir loro le conseguenze del loro sbagliato modo di vivere, poiché essi trascurano totalmente lo spirituale.
14. Vedete, questo grande corteo funebre si muove lentamente verso il luogo dove avviene la decomposizione del corpo materiale. Lo stato animico di molti uomini, come anche quello politico dei popoli, comincia a passare nella putrescenza, manifestando un generale processo di disgregazione, purificazione e separazione, come accade in ogni corpo che, abbandonato dalla vita e sottoposto alle leggi naturali, deve servire nuovamente come fondamento e materia di sviluppo per altre formazioni.
15. Nel mezzo di questo generale processo di dissoluzione dell'intera umanità che – espresso metaforicamente – giace senza vita nella cassa da morto dei godimenti mondani, sopraggiungo Io, mediante i Miei messi e scrivani, e faccio fluire nuova vita, nuova forza e un nuovo spirito nelle arterie dell'anima umana, ed esclamo all'uomo mondano addormentato, come un giorno al giovane di Nain: «Giovinetto! Io ti dico: alzati!».
16. L’umanità, com’è adesso, con la breve durata della sua vita di prove, somiglia a un giovane che ancora di gran lunga non ha adempiuto la propria missione. Anche l’umanità deve passare nell’età virile e poi nella senile, affinché diventi matura e si disponga a spogliarsi delle sue vecchie vesti di vedute terrene mezzo putrefatte per indossare una veste spirituale che mai marcisce, la quale è idonea, oltre che per questa breve vita terrena, anche per l’altra, più grande, vita eterna. A quest’umanità passante nella putrefazione, Io esclamo: “Alzati! Tu, infatti, non sei stata creata per percorrere la lunga e complicata via della materia, bensì quella più breve dello Spirito! Alzati e segui il Mio richiamo, prima che la completa rovina di tutti i legami sociali ti convinca purtroppo amaramente, – che esiste ancora un mondo completamente diverso da quello cui tu hai finora pensato, pieno soltanto di pure speculazioni, inganni e dispotismo!”.
17.
Vedete, come
allora, così anche adesso Mi addolora questo stato di putrescenza! Mi
addolorano i parenti in lutto, ma anche i morti, ai quali – poiché essi non
conoscono la Mia Parola – toccherebbe irreparabilmente il processo di
decomposizione spirituale, e che dovrebbero intraprendere di propria volontà la
lunga e gravosa via del riconoscimento, dall’interno. Mi addolora vedere
l'umanità davanti a Me come cadavere, poiché Io con la creazione degli uomini
diedi a ognuno in dote, una Scintilla spirituale della Mia stessa Essenza. Più
tardi, con la Mia discesa sulla vostra Terra, non solo portai questa Scintilla
di nuovo all’azione, pagando ciò con mortificazioni e sacrificio, – ma vi
prescelsi, tra così tante altre creature, a riconoscerMi non solo come sommo
Spirito, bensì anche come Padre e,
con Me e attraverso di Me, vi destinai a cooperare al perfezionamento di altri
mondi, ai quali poi portare nuove beatitudini e nuove verità. E questo recherebbe
a voi stessi, beatitudini ancora più grandi, affinché, quali figli del Mio
Amore, finalmente proviate che cosa significhi: essere i prediletti
dell'onnipotente Creatore e Signore dell'Universo intero!
18.
Perciò Mi addolora
questo corteo funebre, e per questa ragione risuona sempre la chiamata
attraverso le Mie parole e doni del Cielo, che Io faccio venir giù a torrenti
da anni su di voi e sull'intera umanità: “Alzatevi! Destatevi dal vostro sonno
mondano! Destatevi alla spirituale, eterna vita; poiché solo lì c’è la
soluzione della vostra esistenza! Lì soltanto ci sono l'inizio e la fine del
genere umano! Voi non avete bisogno di decomporvi come il corpo materiale, per
appartenere ad altre forme, esseri e cose! No! Voi, certamente memori della
vostra modesta origine, come anime ancora minori, dovete attraversare la
fanciullezza, l’adolescenza, e poi l’età virile, per passare nella vecchiaia,
con la consapevolezza delle buone opere e, con elevati sentimenti, in quel mondo
dove non giunge più nessuna putrefazione del mondano, ma dove tutto è Spirito,
tutto è Amore, tutto è Luce, dove tutto emana Calore ed eterna Vita, dove non
esistono parenti in lutto, ma solamente spiriti gioiosi e giubilanti! Essi
devono essere guidati, con e attraverso di voi, alla grande meta finale, nel
Mio infinito Regno dello spirito; e Io, quale Padre dei Miei figli, condurrò i
ridestati all'eterna Sorgente di luce della Vita. Solo allora essi Mi
comprenderanno completamente come Padre”.
19. Con tutte le Mie parole, Io voglio ottenere questa risurrezione dal materiale, dalla cassa da morto terrena, come un giorno con i Miei miracoli, le parole e le parabole, volli altrettanto proteggere e preparare il mondo di allora, affinché non marcisse spiritualmente.
20. In quel tempo i profeti, i Miei discepoli e gli altri credenti, furono i parenti in lutto; al giorno d’oggi lo siete voi, ai quali Io ho dato la parola della Salvezza e dell'eterna Vita, affinché, per quanto possibile, diate il vostro contributo all’opera di redenzione!
21. Lavorate a questo scopo nell’ambito delle vostre famiglie! Non lasciate sorgere lì nessun morto, o marcenti! Seminate il seme della Vita, che poi il Mio vento spirituale, come la tempesta autunnale, porterà il seme materiale sui campi fecondi, nei cuori preparati dalle sofferenze e dalle sciagure, affinché anche lì si ripeta la festa della Risurrezione! Poi, dell'intero corpo senza vita dell'umanità, non resterà che la cassa da morto, il mondo stesso, il quale – se vuole essere utile all’uomo – dovrà altrettanto spiritualizzarsi, attraverso l'influsso dell'umanità spiritualizzata. Così risorgerà di nuovo il passato paradiso, nel quale l'uomo, sorto dalla Mia mano creatrice quale creatura spirituale, sarà di nuovo signore spirituale su tutti gli animali, e perfino sugli elementi, e ciò sarà possibile solo se egli è il vivente, e non il morto ‘giovane di Nain’. – Amen!
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Prediche]
[1] Il Grande Evangelo di
Giovanni è la più grande Opera comunicata a Jakob Lorber di oltre 10.000 pagine
(10 volumi) nella quale vengono raccontati giorno per giorno i tre anni di
insegnamento di Gesù. [Rif.
vol. 8 cap. 192-196].