Gottfried Mayerhofer

 

Predica n. 31

 

 

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La vera giustizia

 

Quinta dopo Pentecoste

 ( XIIa del Tempo Ordinario)

 

[Matteo: 5, 20]: «Io vi dico: sia, infatti, la vostra giustizia migliore di quella degli scribi e dei farisei, altrimenti non entrerete nel regno dei Cieli”.»

(Il 2 aprile 1872)

1.         Qui questo capitolo sta davanti a voi tutta la Mia Dottrina, quale sostanza di tutto ciò che riguarda l'uomo. Vi è mostrato fino a che punto le sue sofferenze, i suoi sacrifici e le sue lotte avranno un giorno valore spirituale, e come egli deve utilizzare la propria coscienza – quale piatto della bilancia, e guida di tutti i pensieri, parole e opere – se vorrà un giorno essere chiamato figlio Mio.

2.         Questa Predica del monte fu la più potente che Io tenni durante il Mio cammino terreno, e proprio per questa ragione essa include tutto ciò che Mi mosse a scendere da voi su questa tenebrosa Terra, e a subire la più grande ignominia per il più grande trionfo Mio e della Mia Dottrina

3.         In questa predica Io esposi ai Miei ascoltatori e ai discepoli, la lieta prospettiva di tutte le beatitudini che toccheranno a coloro che osservano i Miei comandamenti d'Amore, e che a causa di questi, sopportano ingiurie e sofferenze. Esposi però anche l'importanza della loro missione in espressioni metaforiche, in quei versetti che trattano del sale della Terra, della città sul monte e della lampada accesa, affinché splenda e non arda nascosta sotto un moggio. Questo, perché Io non voglio predicare inutilmente la Mia Dottrina, bensì, che ognuno che l'ascolti, debba anche praticarla e diffonderla.

4.         Io dissi loro che essi sarebbero stati il sale della Terra, il quale corrisponde alla parte corrosiva, o stimolante, del mondo animico-spirituale, poiché è necessario per l'attività di eliminazione della parte nociva, nel metabolismo materiale.

5.         Dove non c'è sale, o sostanza irritante, lì non c'è vita, movimento, calore e luce. Come si dice nel Vangelo, dove il sale diventa insipido; in altre parole, dove è guasto, là sorgono risultati invertiti, e perciò esso deve essere rigettato, affinché la gente lo calpesti. Calpestato, divenuto polvere e sabbia, sarà d'aiuto in successive Creazioni su un'altra base, per una nuova trasformazione, così come il male commesso dagli uomini, attraverso i Miei decreti della provvidenza, dovrà alla fine contribuire al progresso, al miglioramento degli esseri spirituali, ma in una forma diversa, e sotto altre condizioni

6.         Così Io esortai il popolo e i Miei discepoli, che non dovevano solo ascoltare e tenere per sé la Mia Parola, ma anche comunicarla ad altri e realizzarla loro stessi fattivamente. Affermai che la Mia Dottrina non era nuova, ma rappresentava, nella vera luce, le istruzioni date da Mosè e dai profeti, spiegava il senso delle parole e mostrava all’intera umanità, come tutte le predizioni e le disposizioni divine, date da Me agli inviati, avessero sempre lo stesso scopo, e in pratica quello di insegnare agli uomini a riconoscere il loro valore spirituale, e prepararsi alla via più breve per entrare nel grande Regno dello Spirito, com’è utile a degli esseri che portano nel cuore una Scintilla divina proveniente da Me. Io assicurai a tutti che le Mie parole sarebbero durate eternamente, perché date dall'eterno Essere supremo.

7.         Dissi loro anche che avrei punito ogni denigrazione delle Mie leggi d’Amore, qui e nell'aldilà, poiché sapevo in anticipo che in tempi futuri gli uomini le avrebbero utilizzate come pretesto e, sotto di esso, perseguendo i propri interessi, avrebbero esercitato indisturbati le passioni dell'odio e della vendetta. Già ai Miei tempi, gli scribi e i farisei fecero altrettanto con gli insegnamenti di Mosè e dei profeti, per il cui motivo, ai Miei discepoli e al popolo radunato attorno a Me, Io pronunciai le parole: «Sia, infatti, la vostra giustizia migliore di quella degli scribi e dei farisei, altrimenti non entrerete nel Regno dei Cieli!».

8.         E dunque, sebbene per questa domenica sia stato dato solamente questo versetto, Io ho dovuto dapprima spiegare i versetti precedenti dello stesso capitolo, per giungere logicamente al ventesimo versetto e, da questo, poter proseguire.

9.         Poiché Io menzionai la falsa e ipocrita giustizia di quella casta, alla quale in quel tempo erano conferiti i poteri, nonché il diritto di promuovere e spiegare al popolo il senso, il culto e i dogmi della loro religione, e sapendo in qual modo essi esercitassero tale diritto – non nel Mio, bensì nel loro senso e secondo i loro piani – allora fui costretto naturalmente a spiegare meglio al popolo e ai Miei discepoli le leggi già esistenti, e rendere sensibile la loro coscienza. Lo dovetti fare anche perché, in quel tempo, i sacerdoti e i dottori della legge le spiegavano così che ad essi non costasse molta fatica adempierle, e con ciò restasse loro un ampio margine per commettere le più abominevoli azioni, all’apparenza senza contraddire le leggi della religione mosaica; anzi potevano destare l’impressione di praticarle in senso strettissimo.

10.    Per questo al ventesimo versetto seguono tutte le altre vere leggi d'Amore, in quel tempo considerate contrarie a quanto si credeva, proprio perché rappresaglia, vendetta, odio e persecuzione erano, all’apparenza, giustificate da particolari espressioni della religione. Anche per questa ragione si consideravano come contraddizioni, perché è molto più facile calmare la sete di vendetta e di odio, che perdonare colui che è malintenzionato, come pure, colmare di benefici chi ha intenzione di fare solamente il male.

11.    E proprio per tale motivo questa predica, in particolare dal ventesimo versetto in poi, è ritenuta la più importante, perché in essa fu da Me stabilito il simbolo dell'Amore, il vessillo dell'amore per il prossimo e il perdono da parte Mia, come unico filo conduttore per il cammino della vita, esclamando Io a tutti: “Solo sotto questo vessillo e con questo Amore tutto comprendente, con il quale Io, Dio e Creatore, abbracciai tutti i Miei esseri, solo con quest'Amore voi uomini potete divenire cittadini di un Regno spirituale, cittadini del Mio Cielo!”.

12.    Nei versetti successivi Io esposi differenti situazioni della vita, nelle quali l'uomo deve e può esercitare quest'amore fraterno, e l’amore del prossimo. Mostrai quanto lontano può, e deve giungere quest’amore, affinché le sue opere abbiano davanti a Me un valore spirituale. Io posi la pietra angolare dell'abnegazione, nella quale purtroppo, in quel tempo e fino ai giorni nostri, sono inciampati molti.

13.    Dissi ai Miei ascoltatori: come Io, quale Dio, faccio sorgere il Sole sui buoni e sui cattivi, e bagno con pioggia benefica i campi dei cattivi come quelli dei buoni, così anche i Miei veri seguaci – superiori a tutte le passioni umane, avendo sempre davanti agli occhi il Mio Esempio come Creatore, e anche come Gesù – devono aiutare tutti col medesimo amore, incuranti se riceveranno un ringraziamento oppure no!

14.    In questa predica, Io presentai l'ideale di un uomo elevato spiritualmente, e dimostrai Io stesso, con l'esempio della Mia condotta di vita, che si può vivere così, se si vuole. Il contenuto di questa predica, siano le promesse beatitudini per i sofferenti, i combattenti e i pazienti perseveranti, come anche il modo in cui si deve estendere l'amore per il prossimo, ha la stessa validità ora come allora, e mai la perderà finché esisteremo Io, il Mio mondo spirituale e il Mio mondo materiale. Solo attraverso queste leggi e la loro osservanza, infatti, sono nobilitati gli esseri viventi ragionevoli, diventando testimoni della loro origine divina, mentre sulla via opposta, maggiormente in uso, e purtroppo ancora adesso indicata da molti come giusta, invece di salire alle altezze spirituali, essi si abbassano profondamente nella materia.

15.    Nei seguenti capitoli di Matteo, questa dottrina è ulteriormente resa evidente, così che nessuno si possa scusare, come se non sapesse cosa sia l'amore per Dio e per il prossimo nel senso vero e proprio. Così nel sesto capitolo trovate anche l'unica preghiera che Io insegnai ai Miei, e che potete considerare ancor oggi come quintessenza di tutte le preghiere. Solamente, dovete afferrare il profondo senso spirituale di ogni singola parola in essa contenuta; poiché sapete: una cosa è quando voi pregate con le vostre parole, e un'altra, quando Io vi metto in bocca le parole che voi dovete rivolgere nelle afflizioni. Sissignore, anche giornalmente, a Me, affinché Io vi porga la Mia mano soccorritrice nelle confusioni di ogni nuovo giorno, così che non abbiate a cadere, ma abbiate sempre in mente – e davanti agli occhi – la Mia Predica del monte, come unica norma sulla via delle prove di questa vita terrena, per divenire partecipi delle beatitudini promesse all'inizio del nostro capitolo.

16.    Sì, figli Miei, anche a voi sia rivolto lo stesso ammonimento, come allora, a quelli che Mi ascoltavano nella Predica del monte, dove Io dissi: «Se voi non sarete più giusti dei vostri scribi e dei farisei, non potrete entrare nel Regno dei Cieli. Anche a voi Io dico: se non prenderete i concetti di giustizia, amore, umiltà e perdono, più seriamente di come molti vi predicano, e falsamente interpretano, voi non potrete venire nel Mio Regno e non potrete divenire figli Miei; potranno essere annoverati Miei figli, infatti, soltanto quelli che, seguendo il Mio esempio, portano volentieri la loro croce, e che come Me, quale esempio d’umiltà e abnegazione, mettono i piaceri mondani di molto indietro a quelli spirituali, e perseverano nella Mia regola principale che è riportata nella massima: «Il Mio Regno non è di questo mondo.

17.    I Miei figli non possono essere figli del mondo. Essi devono tendere a raggiungere la massima elevatezza morale che l'uomo può generalmente raggiungere. Essi devono, come Me, diventare maestri delle loro passioni, e accettare pieni di fiducia ciò che Io mando loro per il meglio. Non devono fuggire il mondo come un pericolo, bensì nel mezzo dello stesso, valutare tutte le sue caratteristiche, i piaceri e le tentazioni, secondo il loro vero valore, per non soccombere a questi. Devono avere la coscienza pura in pensieri, parole e opere, affinché gli altri non prestino fede soltanto alle loro parole, ma possano scorgere anche nelle loro opere, la vera e propria prova di quanto hanno detto. Essi devono, come si dice nel Vangelo, essere come una lampada, la quale sparge ampiamente la sua placida luce, la luce dell'amore, della fiducia e del perdono, oltre tutte le asprezze della vita umana.

18.    Solamente così, se essi stessi saranno più giusti, più amabili, più fiduciosi di molti altri figli smarriti, potranno servire a costoro com’esempio e come segnavia, e solamente così, dopo il compimento del ciclo di vita e di prove, essere accolti da Me come figli ed entrare nel Mio eterno, grande Regno dello spirito, nel Mio Cielo, dove per tutto quanto hanno superato e sofferto, riceveranno quelle beatitudini promesse all'inizio della Mia Predica del Monte.

19.    Prendetevi questo a cuore! Leggete spesso questa Predica che Io ho tenuto ai Miei discepoli e al popolo, quasi duemila anni fa! Essa racchiude grandi promesse e richieste, a voi e al Mio mondo dello spirito.

20.    Chi non vuole adempiere queste condizioni, farà somigliare la sua vita a un bel libro rilegato, che però contiene solo vuoti fogli bianchi.

21.    Aspirate quindi a portare con voi nell'altra vita, il vostro libro della vita pieno di buoni pensieri, parole e opere! Io vi ho mostrato, in questi versetti, come i pensieri possano essere già un peccato contro le Mie leggi d'Amore; spesso, infatti, manca solo l'occasione per metterli in atto. Se questa ci fosse, la volontà compirebbe ciò che altrimenti resterebbe solo in pensieri transitori.

22.    Perciò guardatevi anzitutto dai pensieri peccaminosi! Essi degradano il vostro uomo animico interiore. Evitate inoltre l'occasione di portare in esecuzione tali pensieri! Opponetevi ai pensieri, e sarete maggiormente potenti nell’operare! Ma se darete spazio ai primi, sarete già coinvolti nel regno del peccato, e basterà solo un momento opportuno e, con un'azione avventata, la vostra anima sarà derubata del suo intero ornamento, della purezza, della quiete, della soddisfazione e dei suoi bei proponimenti!

23.    Per questo, leggete tutti questi versetti, e molto spesso! In essi vi è mostrato, dove voi siete ancora deboli, e perché così spesso peccate contro voi stessi e contro di Me. Con ciò siete ancora lontani da avere una parte al Mio celeste Regno spirituale.

24.    Non borbottate se Io, mediante certe circostanze, vi do sempre l'occasione di esercitarvi in ciò che vi manca ancora più di tutto, in altre parole la fiducia in Me e la costante vigilanza sui moti del vostro cuore, per soffocare tutto il male e il cattivo, subito, in embrione!

25.    Così, esercitandovi di continuo, consoliderete la vostra forza; diventerete capaci di essere signori di tutte le tentazioni al tempo giusto. E, memori della Mia Predica sul monte, anche voi otterrete un giorno la ricompensa dei Miei discepoli, quando la vostra missione su questa Terra sarà terminata e la vittoria riportata, per poter poi, con nuova forza, soddisfare richieste maggiori, poiché chi amministra qui fedelmente il poco, costui Io lo metterò là sul molto.

26.    Rammentatevi del Padre vostro, il Quale non v’invia inutilmente tutte queste parole! Rammentatevi: Egli vorrebbe far di voi ciò per cui vi ha creato, vale a dire, Suoi figli spirituali e, con ciò, quegli esseri che un giorno, nel Suo Regno, dovranno diffondere sui mondi e su milioni di esseri, la luce dell'Amore e della Grazia del loro eterno Padre amante! E che a tali missioni appartengano esseri provati, quindi temprati in ogni sofferenza e avversità, s’intende da sé, perché essi, portando sulla loro fronte l’impronta della purezza di pensieri e opere, con l’elevazione del loro spirito, possano attirare gli altri in alto.

27.    Per questa ragione Io vi ho dato questa dettagliata spiegazione dei Miei comandamenti d'Amore, affinché voi non diate spazio agli influssi del vostro amor proprio, per giustificare proprio ciò che è forse davanti a Me il peccato più grave, vale a dire i giochi di pensieri, i quali sono il seme di ogni genere di intempestive e cattive azioni. – Amen!

 

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