Gottfried Mayerhofer

 

 

Predica n. 11

 

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La parabola del seminatore

Nella domenica di Sessagesima[1]

( VIa del Tempo Ordinario )

 

[Luca 8, 4-15]: «Poiché era radunato ora molto popolo e accorreva a lui gente da ogni città, disse egli con una parabola: "Un seminatore uscì per seminare la sua semente. E mentre seminava, parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli sotto il cielo la mangiarono. Un'altra parte cadde sulla roccia, ed appena germogliò si disseccò, perché non aveva linfa. Un'altra cadde in mezzo alle spine, e le spine cresciute insieme la soffocarono. Un'altra cadde su un buon terreno, germogliò e portò frutti centuplicati". Detto questo, egli esclamò: "Chi ha orecchi per intendere, intenda!". Ma i suoi discepoli gli chiesero cosa significasse questa parabola. Ma egli disse: "A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo in parabole, poiché vedendo non vedano, e udendo non intendano. – Questo è però il significato della parabola: il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l'hanno ascoltata; dopo viene il diavolo e porta via la parola dal loro cuore, affinché essi non credano e non diventino beati. Quelli sulla roccia sono coloro che, quando ascoltano, accolgono con gioia la parola, ma costoro non hanno radici; essi credono per un certo tempo, ma nell'ora della tentazione vengono meno. Il seme caduto in mezzo alle spine sono coloro che dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano sopraffare dalle preoccupazioni, dalla ricchezza e dai piaceri di questa vita, soffocano e non portano nessun frutto. Ma quello caduto sul buon terreno sono coloro che ascoltano la parola e la custodiscono in un cuore delicato e buono e portano frutti nella perseveranza".»

(Il 20 gennaio 1872)

1.         Questa parabola del seminatore e della semente, che Io diedi un giorno ai Miei discepoli e al popolo che Mi circondava è, secondo la forma nella quale è data, facilmente comprensibile, tanto più che nel Vangelo stesso c'è la spiegazione adeguata allo spirito del tempo, come Io la diedi ai Miei apostoli, ma non al popolo che stava ad ascoltarMi.

2.         Secondo questa spiegazione, la semente è la Mia Parola. Dove questa cade sulla via ed è calpestata, indica l'indifferenza di coloro che l'ascoltano, ma non se ne curano, la disprezzano e, attendendo solto ai loro interessi mondani, non ci pensano più. Il terreno pietroso, sul quale cade la semente, indica quei cuori che – come gli eruditi e i teologi – accolgono la semente solo nella misura in cui questa si adatta ai loro sistemi scientifici. Non appena però si fanno predominanti presso di loro altre opinioni, questa semente non trova poi sul fondo pietroso nessuno, o pochissimo nutrimento, e deve disseccarsi.

3.         Se il seme cade tra le spine e cresce insieme con queste, ciò significa che si crede e si vive secondo la Mia Parola solo se essa è conciliabile con le vedute del mondo. Se le urta contro, oppure la Mia Parola richiede spirito di sacrificio e di rinuncia, allora essa è accantonata, e perciò non porta anche nessun frutto. Al massimo, rimane alle belle parole, ma non alle azioni!

4.         Questa è la spiegazione che Io già diedi ai Miei apostoli. Ora si tratta di vedere come applicare questa parabola al tempo attuale, e se non ci sia da ricavarne un altro aspetto più importante.

5.         Prima di proseguire con la spiegazione, dobbiamo rispondere alle seguenti domande: che cos'è veramente la semente? A qual fine essa è sparsa? E qual è l'intento del seminatore stesso? – Solo dopo aver risposto a queste domande, potrà seguire una vera interpretazione e spiegazione attraverso la rispondenza spirituale; in generale, infatti, voi esprimete tante parole, e non siete tuttavia consapevoli del loro profondo e spirituale significato. Solo chi conosce il più profondo senso delle parole e la loro corrispondenza spirituale, è padrone del proprio linguaggio. Egli ha il dono di esprimere suoni con la bocca, compresi nel senso spirituale, e ogni parola che esce dalla sua bocca è un raggio di luce spirituale che illumina in lui l'anima, la spiritualizza e la conduce gradualmente all’unione con Me. Per questo c'è una gran differenza tra parlare e parlare. Si può parlare molto, eppure senza dire nulla, mentre il senso ponderato di un discorso spirituale può essere denso di contenuti.

6.         Dobbiamo quindi cominciare, prima, con la parola ‘semente’, ed esaminarla più da vicino nel suo significato.

7.         Vedete, nella semente sta l'infinità. Da un chicco, in continuazione, sorgono prodotti della medesima specie alla quale appartiene il seme.

8.         Così, al tempo della creazione del mondo materiale, fu stabilito che Io creassi le cose singolarmente una sola volta. Nelle stesse deposi già il germe per la loro successiva riproduzione, così che il primo risultato – la produzione da se stesse – non cesserà mai in eterno, finché esisteranno nel suolo e nell'aria gli elementi necessari per lo sviluppo del seme.

9.         Come il seme di un albero porta in sé tutti i semi della sua futura destinazione, altrettanto la Mia Parola che, quale prodotto del Mio Spirito, produce continuamente del nuovo che non passerà mai, e durerà in eterno. – Per questo, Giovanni disse: «In principio era il Verbo, e il Verbo era Dio!».

10.    Anch'Io sono la Semente dalla quale scaturirà sempre ed eternamente, solo il Divino. Ovunque questa Parola cade come semente, stimola il terreno, sul quale è caduta, all’attività, spesso in modo permanente, spesso solo in modo transitorio.

11.    Ma poiché Io sono anche il Seminatore che sparge la propria semente sull’intera Creazione, allora accade naturalmente anche, com’è detto nella parabola, che non tutti i semi crescano in modo uguale. L’uno, porta più frutti, l’altro di meno, il terzo addirittura nessuno. In primo luogo, perché perfino i mondi della Mia Creazione con i loro abitanti, non si trovano tutti su di uno stesso gradino, e per secondo, perché dappertutto gli uomini hanno la loro libera volontà di fare ciò che a loro par bene. Perciò i differenti risultati spirituali su tutti i corpi mondiali e presso tutti gli uomini, e perciò le vie, più lunghe o più corte, che tutti gli esseri creati devono percorrere per giungere alla loro meta, ossia alla spiritualizzazione della loro anima.

12.    Io, come Seminatore, spargo la Mia semente dappertutto. Dove essa è accolta con indifferenza, la colpa sta nelle anime stesse, se poi devono frequentare una dura scuola di prove amare. Dove la Mia semente cade su cuori duri come la pietra, dove non è facile restare perché ogni lieve venticello del mondo la disperde non lasciandone alcuna traccia, lì col tempo anche questa durezza dei cuori sarà ammorbidita. Dove la Mia semente cade su terreno spinoso e cresce con le erbe cattive, lì la sua sorte sarà anche quella dell'erba cattiva, che col tempo dovrà essere estirpata. A quegli uomini non rimarrà poi altro che l’intera desolazione del campo del loro cuore, sul quale non ha potuto crescere nulla di duraturo, né i vizi, né le virtù. Solo là dove la Mia Parola cade su buon terreno, dove i cuori furono da Me già preparati in precedenza, là spunterà il seme della Mia Parola, fiorirà e porterà frutti dai quali gli altri potranno prendere esempio.

13.    La Mia Parola quindi, come seme, venne ed è ancora seminata ogni giorno per fare degli uomini dei veri uomini, per renderli degni di Me, affinché divengano a poco a poco, immagine del Mio Io divino, cui li ho destinati.

14.    In tutti i tempi, dal Mio cammino terreno, è stata seminata la Mia divina Parola d'Amore da Me e dai Miei prescelti, e poiché a quel tempo i Miei ascoltatori consistevano di uomini con caratteristiche differenti, allora con la parabola Io volevo evidenziare all’uno la sua leggerezza, all’altro la sua indifferenza, e a un terzo la sua morbosità mondana, e così dimostrar loro quale risultato finale si ha, se solo si ascolta la Mia Parola senza applicarla attivamente. Ciò che Io dissi allora ai Miei ascoltatori e apostoli: «Chi ha orecchi per intendere, intenda, lo dico di nuovo adesso, poiché Io verrò presto come seminatore per fare il raccolto della Mia semente.

15.    La Mia Parola, più che mai adesso, quale seme spirituale della beatitudine eterna, è stata calpestata su tutte le vie e mangiata dagli uccelli, i quali volevano appropriarsene solo per il loro interesse. Essa è già caduta da lungo tempo sul suolo troppo pietroso degli egoistici cuori, dove deve seccare, essendo senza nutrimento. E dove spunta qua e là ancora un filino verde, esso si ritrova tra i piaceri del mondo, ed è tollerato e coltivato solo fintanto che si armonizza con le sue vedute. Se però si richiede del sacrificio, allora esso è rigettato al bordo, sia dai grandi sia dai piccoli.

16.    Sono pochi coloro che, nonostante tutte le avversità, lotte e sofferenze, mantengono la Mia Parola nel cuore, la coltivano con cura e la praticano anche nelle azioni. Come Io dissi un giorno, molti sono chiamati a guadagnarsi nell'aldilà una beatitudine duratura, dopo questa breve esistenza terrena, grazie al seme della Mia Parola divina; tra questi molti chiamati, però, solo pochi sono gli eletti a ottenere la palma della vittoria che Io stesso, come uomo, conquistai un giorno attraverso la croce, e sulla croce.

17.    Io, quale esempio, ho preceduto l'umanità. Come la Mia vita non fu contrassegnata da natali illustri o da altre condizioni favorevoli, ed Io, in ultimo, dovetti lasciare la Mia vita terrena al palo dell'infamia davanti alla moltitudine, come un malfattore, altrettanto avverrà per tutti coloro che Mi seguiranno. Anch'essi saranno perseguitati, disprezzati e maltrattati. Ma come la Mia Resurrezione, e più tardi il Ritorno nel Mio Regno, resero vani tutti i piani degli uomini, ed Io giunsi spiritualizzato nel Mio Cielo, così anche coloro che offrirono alle Mie parole il loro cuore come buon terreno, raccoglieranno un giorno ciò che Io ho seminato loro nel petto. Essi saranno ricompensati dalla consapevolezza di aver lottato, sofferto, ma anche vinto. Essi riceveranno la ricompensa, poiché mai – come vanitosi viandanti – hanno calpestato il Mio seme d'Amore sparso sulla loro via, e non lasciarono nemmeno impietrire il loro cuore, e tanto meno hanno trascurato il frutto nascente a causa delle gioie terrene, le quali sono spine per lo spirituale. Come un buon terreno essi porteranno nobili frutti, giacché anch'Io dissi un giorno: «Dai loro frutti voi dovete riconoscerli!».

18.    Così la semente è maturata affinché il grano sia finalmente separato dalla pula, e spine e cardi siano consegnati a una purificazione simile al fuoco, e il grano maturo sia raccolto nei Miei granai. Già vedete dappertutto come ha inizio la cernita. Io vengo a chieder conto della responsabilità per la Mia semente sparsa. Com’è il lavoro, così la ricompensa!

19.    La Mia Parola è semente divina, è semente dell'eternità per l'eternità. Anche se è disprezzata, anche se è calpestata coi piedi, anche se germoglia tra le spine, resta sempre il germe divino, e ne basta un unico granello per produrre del bene in abbondanza e riversarlo sul mondo. Perciò non importa se saranno sparsi inutilmente anche migliaia di questi semi. Quelli caduti sul buon terreno, in cuori credenti, diffonderanno luce su coloro che sono rimasti nell'oscurità. E così non sarà mai distrutto ciò che Io creai come Creatore, ciò che Io, quale Gesù, suggellai con la morte sulla croce e, ciò che Io, come Raccoglitore, porterò ora in breve tempo a casa dai campi della produzione spirituale. Anche se il raccolto sarà piccolo, starà proprio nel piccolo la prova che il grande mai appassisce, né si decompone se, avvolto nel più piccolo, è in grado di produrre i più grossi risultati.

20.    Perciò anche voi non lasciate pietrificare i vostri cuori, non lasciateli ricoprire di cardi e di erba cattiva! Teneteli sempre pronti a far, di fatto, germogliare la Mia Parola che ristora la vostra anima in modi così differenti, affinché non condividiate la sorte di coloro che l’accolgono solo superficialmente e poi, quando si arriva all'azione, dimostrano invece che il seme aderiva solo alla superficie del loro cuore, ma non v’era mai penetrato profondamente!

21.    Riflettete bene: un seminatore semina anche per raccogliere, un giorno! Il tempo del raccolto si avvicina! Preparatevi anche voi per essere accolti nei Miei granai, e non dover intraprendere un viaggio sulla via più lunga del miglioramento, costellata di spine e cardi!

22.    Perciò: chi ha orecchi per intendere, intenda, finché c’è ancora tempo! – Amen!

 

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[1] Sessagesima: sessanta giorni prima di Pasqua.