Rivelazioni
nel
1844 al mistico e profeta
In Colossesi 4,16 viene citata una lettera
ai laodicesi che non fu mai trovata. Tramite questa nuova rivelazione essa
viene riesumata per un completamento del messaggio di Paolo, affinché sia
compresa l’origine delle chiese nascenti a quel tempo.
Traduzione dall’originale tedesco “Paulus ‘Brief and die Gemeinde in Laodizea”
Casa Editrice: Lorber-Verlag - Bietigheim - Germania
Copyright © by Lorber Verlag
Copyright © by Associazione Jakob Lorber
Casa editrice “GESÙ
la Nuova Rivelazione” (BG)
Commento
al libro
Il
libro “Lettera di Paolo apostolo alla
comunità di Laodicea” è una lettera che l’apostolo Paolo aveva inviato da Roma
alla comunità di Laodicea, andò smarrita e non si trova più nella Sacra
Scrittura, ma ne viene citata l’esistenza in Colossesi 4,16. Tale lettera è di
enorme importanza, poiché pur essendo indirizzata alla prima comunità cristiana
di Laodicea, riguarda molto da vicino il comportamento dei cristiani di oggi e
le attuali istituzioni religiose.
Il
Signore tramite il Suo scrivano Jakob Lorber ha riconsegnato all’umanità in
maniera autentica quanto l’apostolo Paolo aveva comunicato alla comunità di
Laodicea. Il contenuto di questa lettera è alquanto sconcertante, non solo per
il duro linguaggio usato dall’apostolo Paolo, ma soprattutto perché si scopre
che già a pochi decenni dalla morte di Gesù sulla Croce una comunità di
cristiani, cioè quella di Laodicea, aveva già stoltamente dato inizio alla
rovina del vero Cristianesimo.
Tale
comunità, infatti, aveva gettato le basi della futura chiesa esteriore, con
tanto di vescovo e clero, facendo di Cristo un idolo. Avevano inoltre stabilito
di erigere un tempio, fissando un giorno festivo per pregare e onorare Dio, con
cerimonie e abiti fregiati. L’apostolo
Paolo, dunque, cercò di esortare seriamente e di ammonire duramente i
laodicesi, facendo loro comprendere che il vero intendimento di Cristo non era
quello di essere “onorato esteriormente”, ma soltanto quello di seguire
fedelmente quel Vangelo, da Egli stesso predicato e precedentemente
insegnato.
Con
questa lettera Paolo, il vero apostolo di Gesù, eletto da Dio, grida a gran
voce che il Signore, Dio, non vuole “morti nello spirito”; ma vuole soltanto
“un cuore colmo d’amore”, eternamente vivente in spirito e verità. Egli incita, sprona e mostra ai laodicesi
qual è l’infinita differenza fra il vero e puro cristianesimo e quello completamente
morto da loro fondato e basato sulle vuote cerimonie esteriori, sulle vesti
fregiate e sui precetti umani, ideati da certi apostoli di Satana, per ottenere
oro e saziare la loro avidità di dominio.
L’aver
riportato alla luce questa breve rivelazione è racchiuso un completo Vangelo,
con il quale vengono rivolti agli uomini, alle donne, ai fanciulli, ai servi e
ai padroni i più grandi Insegnamenti divini.
Associazione Jakob Lorber
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1. Paolo, un apostolo di Gesù Cristo per Volontà e per
Grazia di Dio, ed il fratello Timoteo;
2. alla santa Comunità di Laodicea, ed a tutti i
fratelli credenti in Gesù Cristo in essa, ed ai sapienti nello Spirito di Dio.
La Grazia sia con voi, e la vera Pace di Dio, nostro Padre, nel Signore Gesù
Cristo!
3. Noi ringraziamo, lodiamo e glorifichiamo sempre
Dio, Padre del nostro Signore Gesù Cristo, e ci prendiamo molta cura di voi, e
per voi preghiamo sempre Dio!
4. Poiché noi abbiamo appreso mediante lo Spirito del
Signore, e per mezzo dei fratelli Epafra e Ninfa, che voi siete decaduti sotto
parecchi aspetti,
5. e avete eletto un vescovo ed un clero, e volevate
fare di Cristo un idolo, ed avete stabilito un tempio, un giorno festivo e
degli abiti ornati,
6. così com’era in parte fra i pagani e fra i giudei,
allorquando la circoncisione della carne aveva un valore presso Dio, il Quale
l’aveva ordinata al tempo del padre Abramo, quale segno precursore della
vivificante circoncisione dello spirito in voi mediante Gesù Cristo.
7. Vi rendo ora noto questo, affinché voi comprendiate
quale lotta io abbia ora da sostenere per voi, che avete e non avete visto
materialmente la mia persona,
8. e affinché voi sentiate potente l’ammonimento nel
vostro cuore e possiate dopo di ciò concentrare il vostro amore, in cui sta
tutta la ricchezza del vero intendimento, per riconoscere il grande Mistero di Dio, del Padre, nel Figlio Suo Gesù
Cristo,
9. in Cui poi stanno racchiusi tutti i tesori della
Sapienza e della vivificante conoscenza nello Spirito.
10. Io però vi ammonisco, affinché nessuno vi seduca
con ragionati e fioriti discorsi e con la filosofia dei pagani.
11. Infatti la ragione è propria anche agli animali,
come la filosofia ai pagani, i quali sacrificano agli idoli morti!
12. Voi, però, grazie alla morte di quell’Uno, siete
riscattati alla vita eterna in Dio Padre; come potete voi dunque consacrare
nuovamente il vostro cuore, che ora è divenuto una dimora dello Spirito Santo,
allo spirito dei morti?
13. Benché io non mi trovi presso di voi nella mia
carne, vi sono tuttavia sempre vicino in spirito per la potenza di Cristo che è
in me, e vedo la vostra fede e le vostre opere;
14. e perciò voglio esortarvi seriamente e dimostrarvi
come parecchi di voi, amati fratelli, siano caduti in una grande stoltezza,
perché io conosco i loro fallaci motivi e so cosa essi vogliono.
15. E così dunque sia: tenete Gesù tale quale Lo avete
ricevuto e accettato da me, e così dovete procedere secondo il Vangelo che vi
ho predicato fedelmente,
16. ed in esso dovete mettere salde radici ed essere fermi
nella fede, nello stesso modo come ho insegnato a voi tutti nello Spirito del
nostro Signore Gesù Cristo, del Figlio del Dio vivente, il Quale dall’eternità
regna alla destra del Padre.
17. Ma, da come voi volete ora divenire e come volete
operare, vi dimostrate essere avversari di Cristo e della Sua Parola!
18. Cosa volete dunque? Tendereste forse a ridivenire
schiavi e servitori oppressi della Legge, del peccato e della morte; cose
queste dalle quali tutti noi fummo liberati per mezzo di Gesù Cristo?
19. Ascoltatemi! Io vi dico: “State bene attenti a non
lasciarvi sedurre e derubare dalla vostra sapienza mondana, e dalla più che
vuota dottrina di coloro fra voi che temono più i romani e i ciechi ebrei che
non il Signore della Magnificenza, il Quale ci ha redenti ed ha creato noi, il
cielo, la terra e tutte le cose!”.
20. Ora, mentre io mi trovavo fra voi, venne chiesto,
dai vostri dotti del mondo, quale differenza vi fosse tra Dio e Cristo Suo
Figlio. Io presi la parola e dissi loro:
21. “Udite o fratelli! Uno è Dio ed Uno è Cristo,
poiché, come vi è Un solo Dio, così anche vi è Un solo Cristo! Quale differenza
può dunque esistere fra Dio e Cristo? Dio è l’Amore e Cristo è la Sapienza in
Dio, ossia la Luce, la Verità, la Via e l’eterna Vita!
22. In Cristo risiede la Pienezza assoluta della
Divinità fatta Persona, e noi siamo perfetti in Lui, perché Egli è il
fondamento e la sommità di ogni Magnificenza, di ogni Potenza e Forza, di tutte
le dominazioni del mondo, ed è il Principe di tutti i principati della Terra!”.
23. Se io, Paolo, vi ho dette dunque tali cose in
spirito e in tutta verità, come mai ora vi lasciate stordire da dottrine umane
e da precetti mondani?
24. Voi siete stati circoncisi dallo Spirito Santo,
senza opera di mano e di coltello, poiché avete abbandonato la vostra vita
peccaminosa, la quale era una profonda radice nella carne del vostro corpo, e
questa fu una vera, vivificante circoncisione in Cristo!
25. Infatti voi foste sepolti per il mondo con Cristo
nella vostra carne peccaminosa, mediante il battesimo dello Spirito Santo, e
siete poi risorti nuovamente grazie a Cristo, per mezzo della fede viva e
dell’amore per Lui!
26. Cosa volete voi ora nuovamente con l’antica
circoncisione, che è cessata; cosa volete con le cerimonie che ormai non hanno
più alcun valore, perché Cristo era già fra noi ed è risorto, e noi in Lui;
cosa intendete fare del Sabato, se Cristo ha operato ogni giorno, e ancora
opera, e così ha fatto di ogni giorno un giorno del Signore e non ha
solennizzato il Sabato?
27. Io però vi conosco, e perciò vi dico: “Cristo,
come Egli è, vuole essere povero nel mondo, ma voi volete dell’oro! Questo è il
motivo per il quale voi volete avere un tempio, un giorno festivo e degli abiti
ornati!”.
28. Voi dite che Dio, per mezzo di Cristo Suo Figlio,
non ha revocato in alcun punto i precetti di Mosè, anzi li ha confermati meglio
nell’Ultima Cena; dunque dovrebbe sussistere anche una cerimonia di sacrificio.
29. Ma io, Paolo, vero apostolo del Signore, eletto da
Dio, sono pure colmo dello Spirito di Dio; come avviene, dunque, che lo Spirito
di Dio non mi abbia mai annunciato ciò, malgrado io, prima della mia vocazione,
fossi stato un servo ed uno schiavo del tempio, molto più devoto di quanto lo
siate mai stati voi?
30. Ma io voglio ora narrarvi: “Non appena lo Spirito
di Dio mi ebbe destato, allorché io mi recavo a Damasco a perseguitare quella
giovane Comunità di Cristo, io vidi anzitutto, già nella mia cecità, che il
Signore vuole essere onorato ed adorato in spirito e verità, ma mai in eterno
in alcuna cerimonia!
31. Infatti Dio non ha mai reso cieco nessuno prima di
chiamarlo al Suo servizio; io, però, dovetti dapprima diventare cieco al fine
di perdere tutto ciò che è del mondo, per poi divenire soltanto uno dei Suoi
più umili servi!”.
32. Ma perché dovetti prima divenire cieco? Perché il
mio intero essere, trovandosi sepolto nella materia del servizio del tempio, ne
venisse con ciò mondato!
33. Se dunque il Signore mi chiamò senza cerimonie,
dunque nella mia cecità, come avrei potuto fare della Cena una cerimonia?
34. Oppure non è dunque così come me lo insegna in
ogni tempo lo Spirito di Dio? Chi ha la luce degli occhi, osserva le cerimonie
del mondo e ne trae compiacimento;
35. ma per il cieco il mondo intero con le sue
cerimonie non esiste più, come pure l’antico servizio del tempio e tutti gli
abiti ornati!
36. Resta quindi verità eterna che il Signore non mi
ha chiamato per stabilire nuove cerimonie, bensì per raddrizzare i cuori,
intorno ai quali Satana già da migliaia d’anni ha forgiato il ferro delle sue
dure catene,
37. e per predicare ad ognuno la libertà dello
spirito, la pace dell’anima e per spezzare con ciò in Cristo il Signore gli
antichi duri lacci della morte.
38. A che giova però a me ed a voi la mia dottrina, a
che giova il Vangelo di Dio, se voi liberi volete far ritorno alla morte
antica?
39. Io però vi esorto, per amore della vostra vita
eterna: abbandonate tutto quello che l’antica schiavitù di Babele lasciò come
una dura eredità a tutti gli ebrei!
40. Vedete, il Signore ha distrutto Babele, la grande
meretrice del mondo, perché essa diede la morte a molti popoli! Ma cosa
guadagnerete voi, se vorrete convertire Laodicea in una nuova Babele?
Tralasciate dunque di fare quello che potrebbe riportare nuovamente l’abominio
della desolazione profetizzata da Daniele allorché si trovava nel Luogo santo!
41. Cristo, però, vi ha dato la vita quando giacevate
morti nei vostri peccati e nel prepuzio della vostra carne ed ha perdonato
tutti i peccati che voi avete commesso sempre nel tempio, come nel vostro
prepuzio.
42. Egli distrusse il manoscritto di sangue che stava
contro noi tutti – il quale è sorto dalle dottrine del mondo, e i nostri nomi
erano con questo scritto registrati nel Libro del mondo, nel Libro del Giudizio
e nel Libro della morte –, affiggendolo alla Croce!
43. Perché volete voi dunque strappare nuovamente
questo scritto a caratteri di sangue, distrutto da Dio Stesso, e che fu affisso
alla croce del Giudizio, dell’ignominia, della maledizione e della morte, e perché
volete scambiare i vostri nuovi nomi in Cristo con i vecchi, che erano stati
scritti col sangue nel Libro del Giudizio?
44. O voi ciechi e colmi di ogni stoltezza! Voi, in
Cristo, siete divenuti liberi, e volete ora nuovamente rendervi schiavi e servi
del peccato, del Giudizio e della morte! Non avete voi dunque udito che
maledetto è colui che viene crocifisso?
45. Ma Cristo ha preso su di sé la vostra vergogna, la
vostra ignominia, il vostro peccato, il vostro giudizio e la vostra morte, e si
lasciò inchiodare per voi sulla croce come un maledetto, al fine di ottenere
per voi tutti la piena libertà innanzi a Dio; ed, affinché voi poteste seguire
il sentiero dell’onore, Egli ha preso con Sé sulla croce tutta la vostra
vergogna ed ignominia!
46. Chi mai vi ha tratti in inganno, voi che siete
risuscitati in Cristo, che volete ora nuovamente darvi alla morte?
47. A che cosa devo mai paragonarvi che possa
colpirvi, come una freccia ben lanciata che colpisce il bersaglio? Sì, voi
assomigliate ad una meretrice dalla carne ardente, che abita in una città e che
tuttavia sia figlia di onesta famiglia!
48. Ascoltatemi e scolpitevelo bene in mente! A che
serve alla meretrice la sua buona discendenza, se la sua carne è tuttavia più
libidinosa del grasso di un ben nutrito capro espiatorio?
49. Lei non correrà da un punto all’altro della sua
stanza nell’ardore della sua carne, e non si sporgerà fino alla cintola, ora da
una ed ora dall’altra finestra, lanciando sguardi da tutte le parti, se mai
scorgesse colui che fosse atto a calmare le lussuriose ed ardenti brame della
sua carne?
50. E una volta scorto, lei gli dimostrerà con
l’ardore degli occhi il suo desiderio, e lei peccherà nella sua concupiscenza
con lui dieci volte più di una volgare meretrice con il suo amante sul letto
della vergogna.
51. Vedete, o voi di Laodicea, questa è la vostra
immagine! Ma sapete che cosa farà colui che avesse voluto onestamente aspirare
a divenire lo sposo di una tale donna, dopo che, passando davanti alla sua
casa, avrà scoperto la sua vergognosa libidine?
52. Egli la scaccerà subito dal suo cuore e dalle sue
labbra, e non la guarderà mai più in avvenire, neanche se lei dovesse cadere
nella più grande miseria!
53. Altrettanto farà il Signore con voi, poiché Egli
vi ha eretto un nuovo tempio vivente nel vostro cuore, dove dovrete attenderLo;
voi però disprezzate il tempio, questo sacro ambiente, e correte per pura e
semplice libidine mondana alle finestre del giudizio, e volete fornicare col
mondo per amore dell’oro, dell’alta considerazione e dell’avidità di dominio;
tutte cose queste a cui avidamente aspirate!
54. Io però vi dico: “Il Signore si ritrarrà, e vi
abbandonerà interamente alla vostra lussuria, all’antico giudizio ed all’antica
morte, se voi non vi convertite subito e non rinunciate interamente al clero da
voi stessi eletto, al vostro tempio, ai vostri giorni festivi ed ai vostri
abiti ornati, poiché tutto ciò è un abominio presso Dio, come un abominio
presso Lui è la femmina ardente di lussuria, che nel suo cuore è peggiore di dieci
meretrici di Babele”.
[inizio]
1. Fate, quindi, in modo di non avere più scrupoli in
avvenire a causa di chiunque, né a causa di vescovo o sacerdote non chiamato (cioè
da Dio), né di giorni festivi, e nemmeno di sabati che venivano festeggiati
in tempi antichi, né di noviluni,
2. nemmeno a causa di un tempio, né di cerimonie di
sacrificio, ne di abiti ornati e tanto meno ancora di cibi e bevande!
3. Nel mangiare e nel bere siate misurati; ciò è bene per
lo spirito, per l’anima e per il corpo, ed è gradito al Signore;
4. ma se qualcuno dice, insegna, pretende: “Non si
deve mangiare questo o quel cibo, perché secondo Mosè esso è impuro!”,
5. allora io rispondo: “Mosè ed i profeti hanno
trovato adempimento e liberazione in Cristo; a noi però il Signore non ha
proibito alcun cibo, poiché Egli Stesso mangiò e bevette con peccatori e
pubblicani,
6. ed ha esclamato: “Ciò che tu mangi, non ti
contamina; ma ciò che esce dal tuo cuore, come: discorsi maligni, perfidi
desideri, cupidigia, invidia, uccisione, ira, ghiottoneria ed intemperanza,
meretricio, adulterio e consimili, ebbene, questo è ciò che contamina l’uomo in
ogni tempo!”.
7. Ma dato che noi abbiamo ricevuto tale Vangelo da
Lui Stesso, Unico Signore di tutte le magnificenze, quanto mai stolti dovremmo
essere, se ci facessimo porre di nostra propria volontà l’antico e duro giogo
al collo?
8. Quale significato dovrebbe più avere ormai
quell’ombra, che in Mosè fu, è vero, di profetico annuncio per quanto poi
accadde dinanzi agli occhi nostri, per noi, che con Cristo ed in Cristo siamo
divenuti un corpo solo?
9. Io però vi esorto, e vi scongiuro perfino: non
lasciatevi prefiggere la meta da chiunque che, in seguito ad arbitraria
elezione, avanzi impettito in tutta apparente umiltà e pieno della spiritualità
degli angeli del Cielo, delle quali cose egli però non ha mai visto né udito
nulla, ma che sia comunque tronfio del fatto suo solo nel suo senso carnale,
10. e non si attenga al capo, dal quale l’intero corpo
riceve potenza d’azione per mezzo delle membra, delle giunture e delle
articolazioni, nonché mantiene ed unisce queste vicendevolmente, e così assurge
poi ad una grandezza divina,
11. bensì soltanto al suo senso, che è in sé pieno
d’immondizia e di fango, pieno d’egoismo, d’inganno e di menzogna, pieno
d’ambizione, di cupidigia e d’invidia!
12. E così è precisamente di colui che vuole imporsi a
voi come se egli fosse stato chiamato dal Signore o da me e poi eletto da voi!
13. Io però dico qui a voi tutti: “Questi ha in sé lo
spirito del demonio e si aggira fra voi quale un lupo nella pelle dell’agnello
e come un leone affamato e ruggente che tenta con ogni zelo di divorarvi!”.
14. Perciò scacciatelo subito dal suo posto e
volgetevi nuovamente a Ninfà, la cui casa è una vera Comunità di Cristo!
15. Infatti con Cristo voi tutti siete morti per il
mondo e per le sue dottrine; per quale motivo vorreste dunque rendervi ora
nuovamente schiavi di dottrine mondane, come se voi viveste ancora nel mondo?
16. Ma la casa del mio amato fratello Ninfà è rimasta
fedele nella sua libertà come io gliela diedi attraverso Gesù Cristo, il
Signore dall’eternità.
17. Ninfà ha riconosciuto il lupo, come io l’ho
riconosciuto mediante lo Spirito di Dio che è in me e che in ogni tempo mi
spinge, mi attrae e mi istruisce nelle diverse cose dell’unica vera Sapienza
presso Dio, come avviene al fratello Ninfà.
18. Perciò anche ora vi esorto, con la forza d’ogni
più giusto zelo in Cristo il Signore, a recarvi senz’altro da Ninfà e a formare
nuovamente una Comunità con la sua casa,
19. e a non prestare ascolto a coloro che, con aria
d’ipocrita pietà, dicono: “Non toccate questo, non assaggiate quello, non
prendete questo e non fate questo e quello!”, tutte cose queste che svaniscono
sempre sotto le mani e che in sé non sono altro che vana dottrina umana;
20. bensì ascoltate quanto io vi dico tramite lo
Spirito di Cristo, che è in me, affinché possiate divenire nuovamente liberi ed
ereditare veramente ed in modo vivo, con Gesù Cristo, il Regno di Dio in voi!
21. O fratelli, pensate qual è il giovamento che vi
possono portare coloro che hanno l’apparenza della sapienza ed una spiritualità
ed umiltà ipocrita e simulata, da essi medesimi assunte,
22. e che dicono: “Se tu guardi una donna, hai peccato;
se mangi cibi impuri, proibiti da Mosè, ti sei contaminato per tutto il giorno;
e se tu tocchi un pagano, e scambi con lui più di tre parole, devi renderlo
noto al sacerdote del tempio, affinché egli ti purifichi dinanzi a Dio!”,
23. nel loro interno però sono pieni di sporcizia, di
cupidigia e di meretricio, ed esercitano segreto commercio con tutti i pagani,
ed impiegano tutte le loro forze allo scopo di non guastare la segreta amicizia
che hanno con loro!
24. Ma io vi dico: “Il corpo ha i propri bisogni, al
pari dello spirito, perché esso ha le sue necessità e le sue esigenze”. Per
conseguenza dovete anche dare allo stesso, nella giusta misura, ciò che Dio gli
ha destinato, e voi dovete mangiare ciò che viene portato al mercato, poiché il
corpo ha bisogno di cure, come lo spirito ha bisogno della sua libertà. Perciò
siate liberi e non schiavi degli stolti ciechi del mondo!
25. Di cosa può dunque mai vantarsi colui che ha
digiunato nel suo stomaco, ma che ha riempito il suo cuore d’ogni sorta di perversi
pensieri, desideri e brame?
26. Non sarebbe ben più saggio digiunare nel cuore,
anziché nello stomaco? Come potete essere tanto stolti da farvi dare ad
intendere che al Signore è più gradito se taluno mangia un pesce condito con
l’olio, anziché dell’altra carne di un animale a sangue caldo, condita col suo
proprio grasso invece che con l’olio?
27. Io però vi dico: “Mangiate nella giusta misura, in
ogni tempo, ciò che vi piace e ciò che conviene alla salute del vostro corpo, e
bevete vino annacquato, come io stesso faccio purché ne possa avere, e non
fatevi scrupolo di ciò, così agirete bene anche a questo riguardo!
28. Infatti il Signore non si compiace del digiuno
dello stomaco, bensì di quello del cuore; nel cuore dunque digiunate giorno e notte,
e in tal modo digiunerete in spirito ed in verità!
29. Se digiunaste secondo le ipocrite dottrine di chi
dinanzi a voi si comporta come se stesse con un solo piede ancora in terra e
con tutto il resto del corpo già nel Cielo, allora voi digiunereste alla foggia
dei pagani, i quali nei loro giorni di festa mangiano le squisite leccornie, e
ne divengono poi più bramosi che nei giorni comuni, quando prendono il solito
cibo.
30. Ma essendo voi risuscitati ora con Cristo, cosa vi
importa mai di ciò che accade qui giù nel mondo e perché cercate di soddisfare
i precetti mondani, che altro non sono che opera d’uomo?
31. Cercate ciò che sta in Alto, dove Cristo siede
alla destra del Padre; ciò vi converrà meglio che non tutte le pazzie del
mondo, prive di qualsiasi valore!
32. Voi siete stati ridestati nello spirito e
risuscitati con Cristo, quindi provenite dall’Alto, ma non dal basso; cercate
dunque quanto sta nell’Alto, e non quanto è giù sulla Terra!
33. Infatti voi siete morti per il mondo, e la vostra
vita è celata con Cristo in Dio.
34. E quando Cristo, che ora è la vostra vita, Si
rivelerà, allora voi pure sarete rivelati con Lui nella gloria!
35. Uccidete perciò di nuovo il vostro mondo, che in
molte membra si trova sulla Terra, come le membra del vostro corpo, con le
quali vi siete dati e di nuovo vorreste darvi alla fornicazione, alle impurità,
alle oscenità, alla concupiscenza, all’avidità, all’invidia ed alla cupidigia;
tutte cose nelle quali è consistita sempre la vera idolatria dei pagani.
36. Ed evitate soprattutto la menzogna, perché essa è
la più prossima discendente di Satana! Spogliatevi dell’uomo vecchio e
vestitevi del nuovo in Cristo, che viene rinnovato per la conoscenza di Lui, e
ciò secondo l’immagine di Colui che lo ha creato!”.
[inizio]
1. Ma io dissi: “Evitate la menzogna, perché essa è la
più prossima discendente di Satana!” per il motivo che voi ora, come io
l’appresi da Ninfà e come mi suggerisce ugualmente lo Spirito di Cristo in me,
siete per la maggior parte passati ai precetti degli uomini.
2. Cos’altro mai è il tempio se non un’istituzione
umana, un’opera morta della mano dell’uomo, dunque un vano sogno che subito
svanisce, non appena l’occhio si desta dal sonno?
3. Ed essendo ciò, esso è una menzogna, nella quale
voi cadete per frodare ed ingannare voi stessi, poiché voi ritenete che facendo
ciò onorate Dio; e mentite a Dio Stesso se credete di rendere a Lui con ciò un
servizio ed un sacrificio importante!
4. O stolti! Quale servizio volete rendere mai
all’Onnipotente, il Quale creò cielo e terra prima ancora che voi foste da Lui
creati? Che cosa mai possedete voi, che non l’abbiate dapprima ricevuta? Ma se
l’avete ricevuta, perché dunque operate come se non l’aveste ricevuta?
5. Volete forse prestare un servizio gradito al
Signore adorandoLo in un tempio edificato da mani d’uomo, con cerimonie ed
incenso, e con morte preghiere scritte su lunghe o larghe pergamene?
6. Oh, vedete quanto vi ha ingannato un apostolo di
Satana! Cristo, in Cui dimora la Pienezza della Divinità, fu pure condannato
nel corpo alla morte nel tempio, e prima di ciò ha profetizzato Egli Stesso la
totale distruzione dello stesso tempio!
7. Come potrebbe Egli dunque trovare compiacimento in
quello da cui Egli ha tanto ammonito tutti i Suoi discepoli e me stesso in
spirito, quando diceva: “Guardatevi dal lievito dei farisei e dei sommi
sacerdoti!”?! E voi volete ora riedificare l’antico «luogo di giudizio», che
dinanzi a Dio è divenuto un abominio, e volete farne una dimora del Signore per
poterLo uccidere più volte!
8. Quanto dovete essere ciechi e quanto dovete essere
passati dalla parte del mondo per non aver riconosciuto una tale cosa di primo
acchito!
9. Non basta dunque che Cristo sia morto UNA VOLTA per
tutti e noi tutti ora con Lui, per risorgere con Lui, ancora nella nostra
carne, al vero riconoscimento del Suo Spirito che è in noi, ed al
riconoscimento del Padre che ci aveva amati ancora prima che fosse il mondo?
10. Quante volte ancora vorreste voi uccidere Cristo,
Lui, il solo Vivente in eterno, il Quale con la Sua gloriosa Risurrezione ci ha
destati tutti a suo tempo dalla morte alla Vita eterna?
11. Io, Paolo, però vi dico: “Andate e distruggete il
tempio, cancellate dai calendari il giorno di festa prescrittovi, scacciate il
falso vescovo ed i suoi servi, i quali, al pari di quelli di Gerusalemme,
vogliono ingrassarsi col lavoro delle vostre mani, e si sono fatti un grande
scrigno di ferro per riporvi i vostri risparmi in oro ed in argento,
12. e distruggete col fuoco gli abiti ornati, che ora
sono un orrore dinanzi a Dio; in tal modo voi renderete già con ciò un servizio
ben più gradito al Signore che non se vi abbandonaste per mille anni alla
mortificazione in un tale tempio!
13. Ma se voi volete proprio avere fra voi una casa
che sia realmente gradita a Dio, edificate allora un ospedale per ammalati, per
zoppi, per appestati, per storpi, per ciechi e muti, ed una casa per povere
vedove ed orfani, ed una casa per stranieri colpiti da sventure, senza
eccezione, non importa chi siano!
14. Questi accogliete con gioia e pietosi, e dividete
con loro, rendendoli compartecipi, tutta la vostra benedizione, come il nostro
Signore Gesù Cristo ha fatto a noi due volte, allorché Egli saziò migliaia di
affamati con la Pienezza della Sua Benedizione; in tal modo renderete a Lui,
l’unico Santo, un servizio veramente gradito per la vostra santificazione.
15. Perché Egli Stesso ha parlato in tal senso,
dicendo: “Ciò che voi farete al minimo fra questi poveri, l’avrete fatto a
Me!”.
16. Se Egli dunque ha più volte espresso
chiarissimamente quale sia per Lui il servizio più gradito, perché scegliete
voi quello che è per Lui un abominio, un odore nauseante e una pestilenza?
17. Ma a Dio, il Signore in Cristo, il solo gradito
tempio vivente è un cuore pieno d’amore, e questo Egli lo preferisce ad un
mondo pieno di templi di Salomone, che sono tutti morti, mentre il cuore è
vivente e può amare Dio e tutti i fratelli! Riedificate dunque questo tempio in
voi spiritualmente e in esso fate, in ogni tempo, vivo sacrificio al Signore!
18. Non il tempio, non le cerimonie, non il sacerdote
e non il vescovo, nemmeno Paolo ed i suoi discepoli; non il giudeo, non il
greco, né la giudaica circoncisione del prepuzio, nemmeno il tempio di
Salomone; così pure nemmeno il non greco, né lo sciita, né il pagano, né il
libero, né lo schiavo; neppure il Sabato, né il novilunio, nemmeno il giubileo
sono qualcosa per Dio, bensì Cristo soltanto è Tutto in tutto!
19. Tenetevi dunque fermi soltanto a Cristo quali
eletti di Dio, quali Suoi santi e Suoi diletti, con la viva fede, con l’amore,
con la misericordia affettuosa verso i vostri fratelli, con l’amicizia, con la
dolcezza, l’umiltà, la mansuetudine ed ogni pazienza.
20. In tutto ciò tolleratevi l’un l’altro e
perdonatevi vicendevolmente di cuore quello che uno ha contro l’altro, e come
voi perdonerete, così io pure vi perdonerò e vi perdonerà il Signore!
21. Non muovete querela l’uno contro l’altro, come
fanno i pagani che hanno appositi tribunali, ma siate invece trattabili e
vicendevolmente tolleranti, ed accomodate nel vostro cuore le vostre
divergenze; in questo modo vi comporterete di fronte al Signore meglio che non
osservando nel modo più scrupoloso tutti i precetti di Mosè, i quali sono
difficili da tenersi a mente e più difficili ancora da osservare; poiché il
Signore non trova compiacimento nei precetti di Mosè, ma soltanto in un cuore
puro che ami veramente Dio ed i fratelli.
22. E quindi ad ogni altra cosa preferite l’amore,
perché esso solo ha valore presso il Signore, ed in esso soltanto si compendia
in modo vero e pienamente giusto ogni compimento ed ogni perfezione!
23. Nell’amore e mediante l’amore regni nei vostri
cuori la vera e perfetta Pace di Dio, nella quale ed alla quale soltanto voi
siete tutti chiamati in un Corpo in Cristo il Signore; e quando Lo ringraziate,
ringraziateLo di ciò, sempre ed eternamente in spirito ed in verità,
24. ma non Lo ringraziate in un tempio morto, che non
è nulla dinanzi a Dio, il Signore e Datore di Vita, il Quale guarda soltanto al
cuore ed alla sua pace!
25. Fate che la vivificante Parola di Cristo dimori
abbondantemente fra di voi in tutto l’Amore e nella vera perfetta Sapienza che
da Esso proviene! Istruitevi ed ammonitevi, ed edificatevi vicendevolmente con
ogni sorta di cose e considerazioni elevate e spirituali,
26. con salmi d’amore ed altri inni di lode e
amorevoli canti spirituali; ma cantate nel cuore e non fate un vuoto rumore con
le labbra; in tal modo vi renderete più graditi al Signore che non i farisei, i
giudei ed i pagani, col loro vano vociare che dà molto da fare alle loro labbra
a causa dell’oro, mentre i loro cuori sono più freddi del ghiaccio!
27. Tutto quello però che volete fare, sia con le
parole sia con le opere, fatelo nel Nome del nostro Signore Gesù Cristo, e
ringraziate di ogni cosa Dio Padre per mezzo Suo, poiché Egli è il Mediatore
fra Dio e noi, e nel Suo Cuore dimora la Pienezza del Padre!
28. Ascoltate pure voi, o donne di Laodicea: il
Signore, nostro Dio dall’eternità, vuole che voi siate perfettamente sottomesse
ai vostri uomini in Cristo il Signore, poiché nell’uomo voi avete il capo di
Cristo.
29. E voi uomini, amate le vostre donne nell’adeguata
misura, e non comportatevi duramente con loro; ma nemmeno amatele
eccessivamente, affinché a causa loro non dimentichiate il Signore, poiché
l’amore per il Signore deve essere libero, così come se voi non aveste moglie.
30. E voi fanciulli obbedite completamente ai vostri genitori
in tutte le cose che non sono contrarie a Cristo, poiché tale è la Sua Volontà
e ciò è a Lui gradito.
31. Ma voi genitori non amareggiate l’animo dei vostri
figli con aspre parole e maltrattamenti, affinché non provino timore di voi e
non divengano poi vili adulatori ed ipocriti, poiché uno che è apertamente
caparbio voi potete renderlo mansueto con l’amore, mentre un ipocrita ed
adulatore è incorreggibile.
32. Così dico anche a voi, servi dei vostri padroni:
“Siate loro obbedienti in tutte le cose che non sono contro Cristo, ma non con
la vuota adulazione per piacere con ciò ai vostri padroni, bensì nella schietta
semplicità dei vostri cuori e nel costante timore di Dio”.
33. Tutto quello, però, che fate per i vostri padroni,
fatelo come se serviste Cristo il Signore con tutta la fedeltà del vostro
cuore, ma non come se serviste gli uomini; allora riceverete voi pure un giorno
da Lui la ricompensa della gloria.
34. Chi di voi commette però cosa ingiusta verso i
propri padroni, quegli lo fa nella stessa misura anche contro il Signore; il
Signore però non guarda la condizione – cioè se qualcuno è padrone o servo –,
bensì considera soltanto l’opera ed il motivo dell’opera!
35. A colui quindi che agisce male, il Signore darà un
giorno la ricompensa che gli spetta; voi potete bensì ingannare gli uomini, ma
il Signore non Si lascia ingannare, poiché i vostri cuori stanno sempre aperti
dinanzi a Lui.
36. Anche a voi, però, padroni, io dico di riflettere
bene sul fatto che i vostri servitori sono pure vostri fratelli dinanzi al
Signore; perciò fate loro, in ogni tempo, quanto è giusto presso Dio! Date
loro, a tempo debito e con l’amore in Cristo, la ricompensa pattuita, e pensate
che noi tutti abbiamo un Signore in Cielo, e Questi è Cristo, il Santo di Dio dall’eternità!
37. Non tralasciate la preghiera e pregate
continuamente con gratitudine, non però con le labbra, bensì in spirito ed in
verità con tutta la semplicità del vostro cuore, e con vera devozione
nell’amore per Cristo il Signore!
38. Ma pregate contemporaneamente anche per me,
affinché il Signore voglia tenermi sempre aperte le porte della vivificante
Parola, ed affinché io possa in ogni tempo parlare dinanzi a voi e dinanzi a
tutti i fratelli in Cristo del Suo grande Mistero e di quello del Suo Regno,
poiché io pure sono ancora vincolato al mondo, e sono un uomo del tutto comune,
che può profetizzare solo quando il Signore gli apre le porte della Sua Grazia.
39. Semplice e savio sia il comportamento dinanzi e
verso ognuno, anche verso coloro che sono stranieri, verso i giudei ed i
pagani! Voi non dovete giudicare nessuno, sia egli uno sciita, un pagano, un
giudeo, un greco oppure un non greco, ma sappiate adattarvi saggiamente secondo
i tempi e le circostanze!
40. Le vostre parole verso ciascuno siano sempre
condite d’amore, e siano piene del sale della vera Sapienza emanante da Dio;
quando parlate con qualcuno, attingete sempre a tale Sapienza, affinché l’altro
apprenda quanto differisce la Sapienza divina da quella dei savi del mondo.
41. Io, Paolo, ritengo di non aver tralasciato nulla
ora per dimostrarvi ciò che esiste fra di voi, e come esso sia una velenosa
zizzania, anzi, un dannosissimo albero venefico, il cui alito soffoca tutto; e
quindi non ho più nulla contro di voi!
42. Questo però, amati fratelli, sia in ogni tempo una
vera cerimonia fra di voi; e cioè che voi rendiate onore in spirito ed in
verità a Dio, il Padre nel Figlio, amandoLo in ogni tempo sopra ogni cosa in
Suo Figlio, il Quale è morto sulla croce per Amore di noi tutti, per ridonarci
la figliolanza di Dio, la quale i nostri Padri, da Adamo in poi, hanno sempre
demeritata.
43. Io però vi prego, per amor di Dio, che portiate
degni frutti di una completa conversione dal vostro nuovo paganesimo nella
vivente Chiesa di Dio, la quale dimora in voi, ma non nei templi, né nelle
vesti ornate e nemmeno in cerimonie di nessuna specie.
44. L’Amore di Dio e la Grazia del nostro Signore Gesù
Cristo siano con voi in ogni tempo ed eternamente!
45. Per quanto poi riguarda la mia vita a Roma, ciò vi
verrà reso noto dal fedele fratello Tichico, che ora vi mando, come pure ai
Colossesi, i quali come voi potrebbero lasciarsi sedurre da Satana.
46. Salutatemi tutti i cari fratelli, e Ninfà e la
fedele comunità della sua casa, poiché io testimonio di lui che egli è giusto
e, come faccio io, prega costantemente Dio per voi.
47. Salutate anche quelli di Colosse, se doveste
recarvi da loro, poiché vi sono alcuni fra di loro, che voi conoscete, che sono
sempre rimasti giusti e fedeli nella fede e nell’amore a Dio.
48. Però, quando i Colossesi avranno letto la lettera
a loro destinata, leggetela allora anche voi; come pure vi prego, per l’amore
del Signore, che voi a vostra volta facciate leggere questa lettera anche ai
Colossesi!
49. Infatti essa è necessaria a loro quanto a voi. Ed
infine io qui vi esorto tutti per iscritto, come lo farà verbalmente anche
Tichico, perché tanto questa lettera, quanto quella inviata ai Colossesi,
vengano lette in tutte le Comunità.
50. Il mio saluto di mia
propria mano: ricordatevi del mio amore! La Grazia del nostro Signore Gesù
Cristo sia con voi!”.
Scritta da Roma per mezzo di Tichico
e del suo compagno Onesino,
i quali vengono
ambedue inviati a voi,
come pure ai
Colossesi.
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