Estratto dal libro “Le
terre nel cielo stellato”
[pag. 65 – 66 – 67]
di
Emmanuel Svedenborg
(Versione
dall’originale latino stampato nel 1758 a Londra)
[Traduzione
di L. Scocia nel 1888]
Degli spiriti degli abitanti della Luna
[Versetto 111]: Alcuni
spiriti apparvero al di sopra del mio capo, e quindi io udii delle voci come
tuoni; perché le loro voci producevano assolutamente lo stesso effetto che i
rumori del tuono dopo il lampo. Io pensavo che fosse una grande moltitudine di spiriti,
che sapessero ad arte produrre dei suoni con tale strepitio. Alcuni spiriti
semplici, che erano presso di me, si beffavano di loro, e ciò mi stupì molto.
Il motivo della derisione mi fu ben tosto svelato: era che gli spiriti che
tuonavano in quel modo, lungi dall’essere molti, erano pochi, e ancora piccoli
come fanciulli, e perché precedentemente con tali suoni li avevano spaventati;
e nondimeno essi non possono arrecare in alcun modo il minimo danno. Affinché
io sapessi quali erano, alcuni scesero giù dall’alto luogo dove essi tuonavano,
e, quel che mi sorprese, l’uno portava l’altro sul dorso, e così essi si
avvicinavano a me a due a due. La loro faccia non pareva spiacevole, ma era più
allungata che quella degli altri spiriti. La loro statura era simile a quella
d’un fanciullo di sette anni, ma il loro corpo era più robusto; così erano
omaccioni.
Mi fu detto dagli angeli che erano spiriti della Luna.
Uno di quelli che era portato da un altro, venne presso di me, applicandosi al
lato sinistro, sotto il braccio, e quindi mi parlò, dicendo che, quando fanno
udire la loro voce, essi tuonano così, e che in questo modo spaventano gli
spiriti che vogliono far loro del male, e ne mettono taluni in fuga, e che così
vanno sicuri dovunque vogliono. Per convincermi che quel suono proveniva da
loro, quello spirito si ritrasse da me verso alcuni altri, ma non interamente
fuori dalla mia vista, e tuonò similmente. Di più, essi mi mostrarono che la
loro voce, emessa dall’addome a guisa d’un eruttazione, produceva così lo
strepitio del tuono. Io capii che questo proveniva da che gli abitanti della
Luna non parlano in forza del polmone, come gli abitanti delle altre terre, ma
in forza dell’addome, e così in forza d’una certa aria che vi si trova
rinchiusa; e ciò perché la Luna non è circondata d’una atmosfera simile a
quella delle altre Terre ([1]).
Sono stato istruito che gli spiriti della Luna, nel
Grandissimo Uomo, hanno relazione con la Cartilagine
scutiforme o sifoide, alla quale dalla parte anteriore sono attaccate le
costole, e d’onde discende la faccia bianca, che è il sostegno dei muscoli
dell’addome.
[versetto 112]. Che vi
siano degli abitanti anche nella Luna, gli spiriti e gli angeli lo sanno. Essi
sanno che ve ne sono, parimenti, nelle Lune o satelliti che sono intorno alla
terra Giove, e intorno alla terra Saturno. Quelli tra essi che non ne hanno
veduti gli spiriti, e non hanno parlato con loro, non dubitano per questo che
vi siano degli uomini anche su quelle Lune, poiché esse sono egualmente Terre;
e dove è una Terra, ivi è l’uomo, conciossiaché l’uomo sia il fine per il quale
una Terra esiste, e niente è stato fatto dal sommo Creatore senza un fine. Che
il fine della Creazione sia il Genere umano, perché ne sia formato il Cielo,
chiunque pensa secondo la ragione alquanto illustrata, può vederlo.
- - - - -
1 – L’esistenza d’un atmosfera lunare, messa
in dubbio, anzi, dagli astronomi decisamente negata, fu finalmente accertata
dalla Missione scientifica, inviata da alcuni Governi europei alle sponde del
Nilo per osservare l’eclissi totale del Sole, che ebbe luogo il 17 maggio
1882. (nota del traduttore)
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