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Scene deliziose della
Vita Terrena di Gesù
Ricevute in visione da Max
Seltmann
1929
Libretto VIII
Il venerdì e il Sabato santo,
nell’aldilà e nell’aldiquà
La crocifissione
Scene spirituali di Gesù sul Golgota spirituale con lo spirito di Giuda
Gesù nel tempio spirituale di Gerusalemme fra le anime dei mercanti
Lazzaro insegna
Cap. 1 Sul Golgota!
Cap. 2 Il capitano è visitato da un angelo
Cap. 3 Eventi sul Golgota spirituale
Cap. 4 Giuda nell’aldilà dinanzi al
Signore
Cap. 5 Il Signore nel tempio spirituale
Cap. 6 Il giorno del Sabato di Pasqua –
Giuseppe d’Arimatea è catturato e poi liberato
Cap. 7 Nella locanda di Lazzaro
Cap. 8 Il Salvatore è già atteso nel
tempio del Suo Regno spirituale
Cap. 9 Gesù in mezzo a spiriti di mercanti
giudei
Cap. 10 Lazzaro spiega perché Gesù dovette
morire
۞
Sul Golgota!
1. Impetuoso ed orribile risuona dalla moltitudine: “CrocifiggiLo – CrocifiggiLo!”, – ed attraverso gli uomini eccitati sembra che passi un'ondata d’ebbrezza sanguinosa. Un capitano della guarnigione romana, che staziona in Gerusalemme, segue attentamente le discussioni con Ponzio Pilato; la sua calma è ferrea! – e malgrado ciò segue con interesse interiore il procedere del triste avvenimento. Quando Gesù – una immagine del più profondo strazio – è riportato indietro, sembra come se questo capitano volesse correre verso di Lui ed intervenire nelle discussioni. Allora Gesù lo guarda con occhi che scuotono il romano fino nel suo più interiore. Poi il capitano esce; è troppo! – egli rimane nel vestibolo nell’attesa di ulteriori ordini.
2.
Ancora una volta segue un frastuono dall'esterno, e
poi c’è silenzio mortale! È pronunciata la sentenza di morte e confermata dal
popolo! Con denti stretti il capitano ascolta e poi attraversa agitato il
vestibolo; ecco che appare un messaggero e gli reca l’ordine di presentarsi dal
procuratore. Quivi giunto gli è dato l'ordine di eseguire ‘la crocifissione sul Golgota!’. Il capitano riceve in silenzio l'amaro incarico; ma dopo
una breve pausa dice a Pilato: “Fratello mio! Non ho
ancora potuto osservare in nessun criminale questa dignità, questa maestosità
come in quest'Uomo! Ora, se quest'Uomo è innocente, che cosa succederà? Tu
hai ben lavato la colpa dalle tue mani – con acqua, ma come vuoi lavare la
colpa dalla tua coscienza? Io servo il mio imperatore, e tu sei qui il suo
rappresentante! Quindi sia fatto secondo il tuo ordine! Dixi! – – Ma, fratello
mio, ascolta: se sulla via o sul Golgota dovesse presentarsi un testimone della
Sua innocenza, io impedirò l'esecuzione!”. Con queste parole il capitano
esce ed impartisce il suo ordine. E così
3. Migliaia di persone curiose, uomini e donne, si sono radunate; il capitano però fa comunicare che tutti i bambini devono subito lasciare l’altura. Poi segue l'intimazione di non partecipare a quest’avvenimento con nessun suono, parola o perfino atti di violenza! E risuona uno squillo di tromba! – Il capitano emana ancora un invito che suona così: “Guardate quest'Uomo! In base alla vostra accusa è stato condannato a morte! Ma non trovo testimoni che sostengano il contrario della vostra accusa! Gesù, infatti, non si è difeso! Nessuno ha il coraggio per questo? In forza della mia autorità ve lo domando e vi do ancora dieci minuti di tempo. Ma tu, condannato a morte, preparati! Congedati se hai degli amici!”.
4. Gli ufficiali del tempio guardano sorpresi il delegato del potere romano, i loro tratti sono pallidi; ed il capitano dice a loro: “Ascoltate, se qui accade un miracolo oppure si fanno avanti dei testimoni per l'innocenza del condannato, allora metto voi tre sulla croce, dovesse crollare il mondo! Perché un colpevole ha un altro aspetto! Aspettiamo dunque!”. – Dopo un po' si avvicina un sottufficiale e comunica che i dieci minuti sono passati. Allora il capitano dà un segnale perché il suo dovere glielo impone e la crocifissione comincia e, com’è noto, prende il suo corso.
*
5. Quando Gesù pronuncia le Parole: «Padre! – Perdona loro! Perché non sanno quello che fanno!», – un ardente desiderio afferra il capitano, tanto che corre alla croce e cerca con cuore dolorante ancora uno sguardo di Gesù; e Gesù, senza badare al proprio dolore, lo guarda sorridente! Allora il romano sperimenta in sé una sensazione di felicità che sta in strano contrasto di fronte a questo luogo della più grande ingiustizia. ‘A me è stato perdonato!’, pensa lui, e si sente liberato. Poi va’ dai templari e dice: "Guardate a quale Uomo puro avete procurato la morte! Come vi volete giustificare? Avete mai visto un delinquente chiedere perdono al suo Dio e Padre per coloro che commettono su di lui la peggiore delle ingiustizie? Non è mai successo un fatto simile! Non ho mai visto nessun condannato che, destinato ad una morte talmente violenta, abbia espresso altri sentimenti se non fosse collera, ostinazione o paura”.
6. E ulteriormente la fatalità prende il suo corso. Gesù sopporta con dignità i suoi terribili dolori; e Maria, destatasi dal suo svenimento, guarda in alto a suo Figlio; le sue dolci mani di madre si alzano cercando il palo della croce, raggiungono i piedi di Gesù, raggiungono i chiodi e risuona un grido che scuote profondamente tutti, popolo e soldati. Solamente una madre può sentir così per suo figlio! Una grande commozione attraversa il popolo, l’ebbrezza sanguinosa è scomparsa! Maria però guarda in alto, si alza e stringe i piedi sanguinanti e Gesù sorride a Sua madre! Con questo il cuore di Maria è colmato dallo Spirito della Forza e della Dedizione nell’imperscrutabile Volontà divina! – Ora si avvicina anche il discepolo Giovanni e riceve la sua particolare consacrazione dall'alto della Croce! – Un po’ alla volta molti abbandonano l’orribile luogo e si rifugiano in città; ma ora il capitano ordina: “Nessuno abbandoni questo luogo, finché io lo permetta! È stato un vostro desiderio! Ora badate che non vi capiti niente di peggio”. E subito egli impartisce l’ordine anche ai suoi soldati di impedire l'abbandono del luogo dell'esecuzione.
7.
Preso da profonda compassione il capitano ode le
ulteriori parole di Gesù morente; poi il suo cuore lo spinge verso le tre
donne, ed è sorpreso dalla sublimità del dolore della loro anima. Salutando si
avvicina e prega Giovanni di dargli chiarimenti su Gesù e
8. Sorpreso e commosso il capitano sta ad ascoltare, porge la mano a Giovanni e dice: “Ho già sentito spesso del Nazareno, ma non Lo avevo ancora incontrato. Se però Lo avessi riconosciuto prima così come oggi, non avrei eseguito questa crocifissione!”. – E rivolto ai templari esclama con voce minacciosa: “Voi, giudei e plebaglia del tempio, con voi faremo ancora i conti!”.
9.
“Non così”, –
dice dolcemente Giovanni, – “vedi, per il nostro Maestro sarebbe stato semplice
impedire tutto questo! Poiché tutte le Forze del Cielo e della Terra Gli stanno
a disposizione!
10. Il cielo si rabbuia, e subentra una grigia, desolante oscurità. Gesù chiede da bere; il capitano non può far altro che farGli porgere acqua amara mista con aceto imbevuta in una spugna. Sul Golgota diventa sempre più buio! – Quanto volentieri il popolo fuggirebbe, ma la paura dei romani trattiene tutti. Il capitano si rivolge ai templari e dice: “Cosa dite ora, voi che avete preteso la morte di quest'Uomo puro? Non vedete che è innocente?”. Ma i templari tacciono, ed il capitano continua: “Soltanto perché il Nazareno mi ha perdonato, tralascio tutto il resto! Ma badate che non vi capiti niente di peggio! Perché da questa vostra azione ingiusta sorgerà una cattiva semenza che dovrà portare a tutti voi la morte!”. Una terribile scossa di terremoto scuote all'improvviso la terra, così che tutti i presenti tremano di ansietà e paura. – Come un boato penetra nei loro orecchi l'esclamazione di Gesù: «È compiuto!». Gesù finalmente ha finito di soffrire!
11. Il capitano grida sconvolto: “Oh, – Tu! – Dio! Che soltanto oggi riconosco! Ti ringrazio che abbrevi questa sofferenza! Da ora in poi servirò Te! Perché in verità, questo Gesù deve essere stato Figlio Tuo!”. Poi si avvicina alle donne abbattute. Allora seguono altre scosse di terremoto, la terra trema! Ora non è più possibile trattenere nessuno: la moltitudine rompe la catena dei soldati, anch’essi essi spaventati, e si precipita, come spinta dalla furia, verso la città vicina, nella quale parecchi imponenti edifici sono caduti vittime di questo terremoto.
12. A poco a poco l'oscurità scompare, ed il Sole che volge al tramonto illumina ancora una volta il triste luogo. Il capitano fa radunare i suoi uomini ed ordina al suo sottufficiale di procurare delle portantine per le tre donne, affinché potessero giungere sane e salve a casa; poiché sono troppo deboli per camminare! Poi ordina: “Sorvegliate questo Crocifisso! Io corro dal procuratore”, monta sul suo cavallo e si precipita in città da Ponzio Pilato. Senza farsi annunciare corre nella sua abitazione, gli fa un dettagliato rapporto e chiede una forte sorveglianza della Salma di Gesù, poiché non si fida del tempio! Allora giunge già anche una delegazione del tempio da Pilato e chiede la deposizione della Salma di Gesù per la sepoltura. Il capitano però ottiene che questo avvenga soltanto sotto la sorveglianza romana!
13. Allora Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea rispondono: “Non temere! Noi stessi siamo Suoi amici! Ma se tu vuoi aiutarci, avrai il nostro ringraziamento!”.
14. Dubbioso
il capitano guarda i due e dice: “Voi dite di essere amici del Nazareno? Ma dove eravate
quando io chiedevo dei testimoni per
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۞
Il capitano è visitato da un angelo
1.
Arrivato in casa sua, il
capitano resta seduto al tavolo fino allo spuntar del giorno e fa scorrere
ancora una volta dinanzi a sé tutti gli avvenimenti. All'improvviso si fa un
gran chiarore intorno a lui! Un giovane in veste
splendente gli sta davanti, s'inchina e dice: “Caro
amico! – L'amore per il nostro Dio e Creatore che ci ha permesso di assistere
oggi alla Cosa più grande, mi spinge
a te, per ringraziarti per ciò che hai fatto nell'inconscio impulso del tuo
cuore! In questo Gesù, in Questo Figlio dell'Uomo, devi vedere nessun altro che
il nostro Dio da Eternità in Eternità! Per Dio, il Creatore di tutti gli uomini
ed esseri, non v’era più nessun’altra via, dopo aver tentato tutto, tutto per
salvare
2.
Colpito ed ammirato il
capitano si alza, porge la mano al forestiero e dice: “Caro amico! Io non ti domando: ‘Chi sei?’, oppure ‘Come sei
entrato qui attraverso le porte chiuse?’; oggi, infatti, ho vissuto già
troppe cose meravigliose, ed il mio interiore è emozionato come non mai! Ma
vorrei chiederti: «Dov'è Gesù adesso?», poiché Egli, secondo
3.
“Mio caro amico e
fratello”, – dice l'angelo, – “prima di tutto calmati completamente nell’interiore, affinché
io possa mostrarti
4. Il capitano fa come gli è ordinato e conclude poi con le parole: “Sì! – È la mia volontà! – Guidami, affinché in me si faccia chiarezza, – quiete e pace!”. L'angelo sfiora allora la fronte ed il cuore del romano, e lui cade in un profondo sonno! L'anima si libera come bella figura dal corpo del dormiente e, con l'angelo, alla velocità del pensiero, corre verso il Golgota!
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۞
Eventi sul Golgota spirituale
(in
visione interiore al capitano)
1. Nel luogo dell'esecuzione vedono un affollamento immenso di grandi schiere di spiriti! Gesù sta in una Luce che irradia tutto e mostra agli spiriti che si trovano ancora nella desolante, grigia oscurità, le Sue mani ed i Suoi piedi ancora sanguinanti. Come ad un silenzioso comando si apre tra gli spiriti uno stretto passaggio per i due venienti, e presto si trovano presso di Lui! Intorno a Gesù c'è un silenzio gravido di attesa, quando Egli dice: «Tutto quanto avete visto ed udito di Me, è stato Amore, santo Amore! E tutto il Mio operare è avvenuto da questo Spirito dell'Amore divino! Adesso però voglio dare a tutti voi una nuova conferma del Mio Amore liberatore. E così vieni, tu che sei stato crocifisso con Me ed al quale Io ho promesso: ‘Oggi stesso tu sarai con Me in Paradiso’ – vieni avanti senza esitare! Se sei stato testimone della Mia sofferenza, allora devi essere ora testimone della Mia vittoria! Ma una condizione è associata alla Mia promessa: che tu debba perdonare coloro che ti hanno ucciso!».
2.
Qui il ladrone
s’inginocchia, balbetta preghiera su preghiera per il perdono della sua grande
colpa, – e promette di estinguere tutto ciò che c’è ancora in lui come odio e
male! A questo punto Gesù lo rialza e dice: «Allora
va a prendere il Mio fratello perduto che ha messo egli stesso fine alla sua
vita nella sua cieca passione e disperazione! Lo troverai nel tempio!».
3. Il ladrone implora: «O Tu Maestro divino! La Tua Volontà sia fatta! Dammi coraggio e forza per questo, per il Tuo grande Amore!».
4.
E Gesù lo benedice e
lo lascia andare. Poi dice agli altri: «Voi
tutti che vi trovate nelle e presso le vostre oscure tombe! Volgetevi a Me,
nella Luce! Tutti voi che oggi Mi udite, potete credere che Io sono Colui nel
quale tutti i vostri padri speravano! Voi potete oggi contemplare Colui che vi
apre la porta, porta che finora era chiusa! Ascoltate: non per giudicare Io
voglio venir tra voi, oh, no, bensì per liberare! Perciò entrate in voi stessi!
È il tempo di Grazia della vostra esistenza! Se oggi voi riconoscete Me ed
accogliete la Mia Parola, potete venire tutti con Me al tempio, anche il più
tenebroso, ed essere testimoni come compio anche lì la Mia Missione! Chi viene
con Me, esce dagli elementi della morte per entrare nella libera, eterna Vita!
Una cosa però dovete lasciare tutti indietro: il vostro odio – le brame e le
passioni che si agitano ancora in voi! Poiché vedete: come Io ho operato e
creato nell'Amore dimentico di Me, così in futuro è possibile essere in
relazione con Me soltanto a coloro che operano pure in questo Amore disinteressato.
Se volete seguirMi, allora riconciliatevi con tutti nel vostro cuore ed il
seguito vi fornirà la prova che ci porgiamo le mani nello Spirito perdonante
dell'Amore. Perciò venite tutti da Me, voi che siete stanchi ed aggravati e che
siete in ansiosa attesa di Colui che vi può portare Aiuto nella vostra
necessità! Colui che vi porge il Pane della Vita! Colui che vuole guidarvi da
questa fredda, tenebrosa esistenza in una Vita d'Amore e di Gioia! Amen!».
5. Quiete, santa quiete segue a queste Parole! Poi si fa avanti un vecchio, piegato dal peso dei suoi peccati, avanza verso Gesù, cade sulle sue ginocchia e balbetta: «Oh, Tu che vuoi portarci Luce e Vita, con quanta gioia noi tutti salutiamo la Tua venuta! Eternamente lunga è durata la nostra prigionia! Come musica celeste risuonano le Tue Parole così piene di promesse! O Tu! Tu che dici che ci ami, in Te vorremmo volentieri contemplare il Salvatore! Il Salvatore! – L'Unto! Ma ora che Ti vogliamo seguire, in noi si accumulano barriere su barriere! Noi non possiamo seguirTi, poiché soltanto Tu hai adempiuto la Legge! Ma noi ci sentiamo colpevoli, carichi di colpe! O Dio! – O Jehova! – La Tua Legge ci schiaccia! E ciò nonostante noi come spiriti abbiamo visto tutto il Tuo operare, abbiamo visto la Tua sofferenza, la Tua morte innocente! Abbiamo visto che hai offerto aiuto, grazia e perdono ad uno crocifisso insieme a Te! Oh, mostraci come può venire anche a noi la salvezza! Vedi, volentieri vorremmo tutti venire da Te, ma il serpente di Eva è la catena che ci lega alla bassezza! O Signore! – o Gesù! – Aiuta! – Aiutaci Tu, come hai così clemente aiutato gli altri!». Lacrime scorrono dagli occhi del vecchio.
6. Gesù gli si avvicina, pone la Sua mano destra trafitta sul suo capo e dice: «Allora fatti coraggio nel tuo cuore, e riconosci liberamente, ma pieno di pentimento, la tua colpa ed abbi la volontà d’ora in poi di entrare nella vera Vita del disinteressato servizio d’amore! Poiché soltanto per questo Io vengo a voi, voi che siete stati testimoni della Mia più grande umiliazione ed avete potuto contemplare in Me il nuovo Spirito di grazia. Afferra ora questo nuovo Spirito e rivolgiti a Me! Perché in Me tu vedi Dio e Jehova!».
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Giuda nell’aldilà dinanzi al Signore
(in visione interiore al
capitano)
1. Nuovamente in silenzio si apre un varco tra gli spiriti innumerevoli, – ed il ladrone Dismas sopraggiunge con Giuda mano nella mano! Tremante Giuda viene davanti al suo Maestro. Ma Gesù lo guarda con occhi fervidi d’Amore e dice: «Giuda! – Riconosci tu adesso, dopo tutte le tue sofferenze, che ‘La vera Vita’ si trova solamente nell'Amore? Vedi, migliaia Io ho potuto aiutare, ed anche a queste migliaia di migliaia il Mio aiuto presto giungerà, poiché già scorgono ed afferrano la nuova Vita di grazia! Tu però non hai badato alle Mie parole! – Alla Mia dottrina che innumerevoli cuori hanno atteso con ardente desiderio, e che doveva servire anche al tuo cuore per la salvezza! Per questo ti mostro ora le Mie ferite! Queste ferite diventano, per tutti coloro che camminano nello smarrimento, indicatori verso la Grazia che tutto perdona. A tutti coloro che sono qui – Io ho potuto dire: venite con Me! Io vi mostro la via per la Vita! A te però ora dico: tu devi trovare da solo la via che porta a Me! Tu, infatti, conosci la Mia parola, la Mia dottrina e la Mia attività! Giuda, non posso né consigliarti né aiutarti! Posso soltanto perdonarti!».
2. Giuda cade prostrato davanti al suo Maestro e vuole abbracciare i Suoi piedi, allora Gesù gli dice nuovamente: «Giuda, tu misero! Quando eravamo ancora uomini, avrei potuto aiutarti, allora eri ancora ignaro! Ma qui, nel Regno della Vita spirituale, è decisiva soltanto la propria libera volontà! Ora sei un iniziato e puoi trovare la via verso l’Essere Mio soltanto attraverso il tuo sentimento ancora profondamente da abbassare! – In te ancora vive odio, ira ed amor proprio ferito! Ancora domina in te la vita del tuo intelletto mondano! Per questo però Io ti ho perdonato, perché hai agito nella cieca passione mondana! Ora però comprendi che il Mio Regno è un Regno spirituale! Il Regno della Vita eterna! E così fa tesoro delle Mie parole!».
3. Agli altri Gesù dice: «Ora andiamo al tempio! Chi vuole, venga con noi!». Di nuovo si forma un passaggio. Gesù passa in mezzo alla schiera di spiriti, un corteo senza fine Lo segue ed entra con Lui nel tempio. È come se i muri si allargassero: tutti vi trovano posto; ma Gesù prosegue fino nel santissimo. Soltanto due rimangono indietro sul Golgota: Giuda ed il ladrone della croce.
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۞
Il Signore nel Tempio spirituale
(in visione
interiore al capitano)
1. Nel tempio domina la più grande confusione, perché la preziosa cortina che deve coprire il Santissimo, è strappata e non può più essere ricucita; per quanto è stato tentato, sempre si strappa di nuovo. Ora arriva Gesù con il gran corteo di spiriti che Lo seguono nel tempio ed entrano nel Santissimo. Ma nessuno dei sacerdoti, nessun uomo terreno, ha un'idea dell'imponente avvenimento spirituale che ora deve accadere qui nel tempio. L'angelo ed il capitano romano hanno nuovamente trovato il loro posto nelle vicinanze di Gesù; ed entrambi seguono, con il massimo interesse, tutti i discorsi e tutte le azioni. Angeli con trombe si avvicinano al Signore; e ad un segnale di Rafael che li guida, le fanno insistentemente squillare! Allora si aprono le tombe, le catacombe sotto il tempio, ed ovunque compaiono esseri spirituali in veste di sacerdoti e sommi sacerdoti. Uno di loro si fa avanti e chiede ad alta voce: «Che cosa significa tutto questo?».
2.
E Rafael, il
messaggero di Dio, gli risponde: «Queste
sono le trombe dell'ultimo Giudizio! Adesso è venuto Colui che vuole accogliere
tutte quelle anime che vi erano state affidate! Ora il Signore riprende i
talenti sui quali voi eravate posti nella vostra carica! Rallegratevi se sarete
trovati giusti, altrimenti non vi andrà per il meglio!». Con sguardo severo
e capo chino ora il sommo sacerdote va da Gesù,
3. Allora il sommo sacerdote si ridesta, e Gesù gli dice: «Alzati! Oggi sono venuto Io stesso! Vi ho destato dalla vostra quiete, dal vostro sonno spirituale! Io, la Vita, ho spezzato le barriere! Io ho vinto la morte, per mostrare a tutti la via per la vera, eterna Vita! Fino nel più profondo del Regno degli spiriti è penetrato il messaggio della Mia esistenza sulla Terra! E molti potevano già ristorarsi alla Sorgente della Vita, ammaestrati dagli angeli Miei! Ma voi? Dove eravate voi? Come mai non Mi conoscete, e perché doveva prima squillare il richiamo delle trombe per aprire le vostre tenebrose camerette?».
4. Allora finalmente il sacerdote si riprende e domanda: «Sei Tu il Signore? – Iddio! – Zebaoth? Oppure inviato da Lui? Il Tuo Occhio ha lo sguardo mite, ma le Tue mani e piedi portano i segni di uno che è stato crocifisso! Chi sei Tu? Prima, quando Ti ho visto nella Luce, mi ha sopraffatto il sentimento: Tu – sei – Dio! Ora però che vedo le Tue ferite, Tu non puoi essere – Dio. E non Colui nel Quale noi speravamo, Colui che deve venire per liberarci e Colui che verrà soltanto accompagnato da grandi, santi angeli! Ma io non vedo altro che popolo, molto popolo intorno a Te! Che Tu sia penetrato nei nostri luoghi di riposo non mi dimostra che sei l'Onnipotente! E la Tua veste, così bella e pura, non è per me una conferma! Poiché già parecchi sono venuti da noi e pretendevano di essere inviati di Dio! Noi però non li abbiamo creduti. Ma io, come servitore di questo santo tempio, sono responsabile, e così devo pretendere da Te di dirci, chi sei! Le trombe, che hanno squillato come trombe del Giudizio, possono anche essere false, e la musica, la bella, magnifica musica, può anche essere un prodotto di magia per attirarci fuori del tempio! Perciò parla ora Tu! Perché io, il sommo sacerdote, qui ho il diritto, poiché ci troviamo nel santissimo! È già da tanto tempo che la cortina si è strappata (spiritualmente a loro sembra così), per questo io non Ti caccio da questo santuario, poiché Dio tollera qui la vostra presenza!».
5. Gesù dice: «Eljasib! Tu misero! Accecato! Per quanto tempo vuoi ancora rimanere qui? Non ti rendi conto che questo vostro tempio è soltanto apparenza o parvenza? Non hai ancora riconosciuto che il tuo servizio qui nel vostro ‘tempio fittizio’ è completamente privo di valore? Non ti sei accorto che sugli altari è sempre usato uno e lo stesso sacrificio? Non ti è ancora venuto il pensiero che, con i tuoi molti sacerdoti, fate solamente quello che vi piace? DimMi, quando volete cominciare a fare la Volontà di Jehova? Ti sei mai sforzato di indagare la Volontà di Dio? Sì, quando fosti unto, allora avevi i propositi migliori; e poiché nel cuore pregavi onestamente affinché Dio ti stesse sempre accanto nella tua nuova carica, perciò Io vengo ora proprio da te e ti rammento questo! Non ho mai dimenticato ciò che Io ti feci dire e promettere! Ma tu presto hai dimenticato il tuo Signore e Dio, il tuo Creatore, e tuttavia ti sei sentito bene nella tua alta carica!
6. Io però dico a te ed a tutti voi: le vostre ore qui sono contate! Poiché non avete avuto nessun sentimento per l'eterno Divino, poteva essere che dormivate e vi riposavate sui cuscini e giacigli nel vostro tempio apparente; e mai poteste udire l'Annuncio dei grandi, santi avvenimenti sulla vostra Terra! Tu ancora non hai udito l'espressione di Simeone: ‘Signore! Ora lascia andare in pace il Tuo servitore; perché i miei occhi hanno visto il Salvatore!’ [Luca 2,29]. Se tu fossi stato sveglio, avresti anche tu potuto vedere le Meraviglie nel Figlio di Dio! Guardate sopra di voi! Scorgerete molti che conoscete, i quali già godono beatitudini, poiché hanno riconosciuto il grande Tempo della Grazia, Tempo che è iniziato per tutti coloro che riconoscono e scorgono in Me, Colui del Quale parla la Scrittura e che porta libertà e vita a tutti coloro che Lo amano, credono in Lui e Lo vogliono seguire! Perciò a voi è rivolta ancora una volta la Mia chiamata: ‘Abbandonate questo vostro assurdo atteggiamento!’. Poiché da lungo tempo siete nel Regno degli spiriti! Ed Io stesso, come Spirito e Vincitore della morte, vengo ora da voi per guidarvi alla vera Vita! Io vi dico che siete poveri, più poveri di quello che pensate! E soltanto attraverso di Me, quale vostro Messia, voi potete giungere alla consapevolezza: ‘Dio vi ama ancora oggi!’.
7. Guardate qui: le Mie mani ed i Miei piedi, trafitti sul palo della Croce! Essi sono la dimostrazione visibile della Mia obbedienza alla Volontà di Dio e del Mio Amore che perdona tutti voi. La dimostrazione invisibile di gran lunga migliore vi verrà però solamente nel vostro cuore, se sentite che ho espiato ogni vostra colpa! Io pretendo da voi soltanto la fede e che Mi seguiate là, dove vi attende la vera Vita di un servitore di Dio nell'attività dell'amore disinteressato! Così Io ti domando, Eljasib: puoi tu crederMi?».
8. «No! Io non Ti credo!», – replica aspramente il sommo sacerdote. – «Se Tu fossi il Messia, avresti dovuto sapere che questo luogo è il Santissimo, sebbene la cortina non lo nasconde più! Ed io ti dico in forza della mia carica: lascia questo santuario con le Tue schiere, affinché almeno noi possiamo nuovamente purificarci!».
9.
«Basta! Non dire più una parola, cieco pazzo!», – risponde grave Gesù. – «Ciò che è
stato offerto a te oggi nella Luce della Grazia, lo dovrai cercare con molta
fatica! Ma voi altri come la pensate in merito a tutto ciò? Volete continuare a
vivere qui nella vostra illusione – o volete entrare nella Luce della Verità
nel Mio Regno? Il Mio Tempo è misurato; poiché ancora ad altri voglio portare
la Mia chiamata di grazia, a quanti attendono con ardente desiderio il tempo in
cui Io verrò, per aprire le prigioni del loro errore! Quindi terminiamo qui la
nostra missione! E tu, Mio Rafael, provvedi che, quando tutti coloro che sono
di buona volontà hanno lasciato il tempio, queste mura apparenti cadano in
rovine». – Ora gli angeli sollevano le loro trombe e sotto i loro suoni il
Signore si avvia con i Suoi verso il Monte degli ulivi. Egli fa portare qui
dagli angeli tutti i conquistati alle loro nuove destinazioni; e così il
Signore ha nuovamente strappato un bottino alla morte spirituale.
10. Quando nessuno più lascia il tempio, questo fallace
edificio spirituale crolla tra fumo e fuoco e seppellisce il sommo sacerdote
Eljasib con i suoi seguaci. A stento e torcendosi dal tormento e dolore si rialzano
poi di nuovo dalle macerie ed ora avrebbero volentieri seguito Colui che li
aveva pregati così seriamente; ma intorno a loro c’è buio, …e rimane buio!
11. E così anche per il capitano è passata la notte, la notte spirituale nella quale ha finora vissuto; e si è fatta Luce nella sua conoscenza sul divino e sull'umano! L'angelo lo riaccompagna in casa sua, lo restituisce alla realtà terrena e dice: “Non credere di aver sognato o che sogni ancora! Credi vivamente! – Ama veramente! – E servi fedelmente Colui che hai riconosciuto come vero! Poi potrai anche in seguito contemplare le conduzioni del nostro meraviglioso Iddio! E così ora ti lascio. Non temere nulla! Da ora tu hai il dono della vista spirituale! E se è la Volontà del nostro santo Iddio, allora io ti guiderò ancora! E così agisca in avvenire la Volontà di Dio con noi ed in noi! Amen!”.
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Il giorno del Sabato di Pasqua
Giuseppe d’Arimatea è catturato e poi liberato
1. Il capitano è solo, ed il mattino che sta per spuntare lo avvisa dei suoi doveri. Non sente la minima stanchezza, prende la sua colazione ed in compagnia di alcuni soldati s’incammina per controllare le guardie lasciate al sepolcro. Dall'esterno egli trova tutto nell’ordine migliore; i soldati però riferiscono che durante la notte s’era sempre sentito un dolce, meraviglioso delicato canto, presentato da molti cantori e nessuno aveva pensato a dormire! Uomini, però, non ne sono venuti nella loro vicinanza. Il capitano crede ai suoi soldati e grato guarda su al Cielo! – Qui scorge nuovamente angeli meravigliosi e Gesù in mezzo a loro! Ora però si muove un dubbio in lui: cosa c’è qui di vero?
2. Meditabondo guarda al sepolcro chiuso ed ora vede con l'occhio spirituale aperto: esso è vuoto! Ma si trovano dentro due angeli che lo guardano amichevolmente. Soltanto adesso è convinto della Verità delle sue vicissitudini spirituali! Ora egli sa: ‘Gesù vive!’, e gioia e felicità attraversano il suo interiore. In preghiera guarda in alto a Gesù, il Quale si trova in una veste di Luce raggiante come un Signore tra i Suoi.
3. Gesù fa un amichevole cenno al capitano ed ora la sua felicità non conosce più limiti; egli corre quanto più velocemente può da Nicodemo, il quale si è appena alzato e gli racconta le sue vicissitudini spirituali e, che Gesù vive! Nicodemo, stupito, tende gli orecchi, ma crede al suo nuovo amico; e poi si recano entrambi al tempio.
4. Nelle vicinanze del tempio il capitano vede nuovamente con l’occhio spirituale le rovine del tempio apparente e vede e sente come l'ex sommo sacerdote ed alcuni sacerdoti si chiamano l’un l’altro, ma non riescono a trovarsi a causa dell'oscurità e del grande cumulo di macerie. Il capitano racconta ora a Nicodemo anche gli avvenimenti vissuti nel tempio ed aggiunge il nome Eljasib. Allora Nicodemo si stupisce e dice: “Sì, Eljasib era un sommo sacerdote tanto tempo fa! Ma poiché ora non vuole riconoscere il Signore, dovrà ben cercare a lungo prima che egli giunga alla Luce”.
5. Ora vanno nel tempio. C'è molta gente, ed i templari sono in grave imbarazzo a causa della cortina lacerata. Con sguardi maligni guardano il capitano, ma questi non li considera affatto, si congeda da Nicodemo e va da Pilato. Pilato viene con lui di nuovo in seria conversazione; e quando il capitano asserisce: “Io so che il sepolcro è vuoto! Gesù si trova come Vivente tra i morti! Io L'ho visto nella Gloria della Sua Potenza e Magnificenza!”.
6. Allora Pilato ordina: “Aprite il sepolcro, affinché ci convinciamo della Verità delle tue parole!”.
7.
Il capitano però
replica: “Non è necessario far questo! Il Nazareno
sa l'ora in cui Egli stesso aprirà il sepolcro! E
8. Strada facendo, non lontano da Emmaus, il capitano vede la sua guida spirituale venirgli nuovamente incontro. E già l'angelo esclama: “Scendi dal tuo cavallo, ho da darti un messaggio del nostro Signore e Maestro! Torna indietro e va a Betania solamente dopo la festa! Ora Lazzaro è nella sua locanda a Gerusalemme. Cercalo là!”. Ed ancora: “Giuseppe d’Arimatea, che si è occupato della salma di Gesù e che Lo ha fatto seppellire nel suo terreno, è stato imprigionato dai templari! Non c'è da aspettarsi nessun aiuto da Pilato; va e liberalo tu in forza della tua autorità che la carica ti conferisce; poiché sei tu che hai disposto la crocifissione, la sepoltura ed il sigillo del sepolcro di Gesù. È un nuovo crimine dei templari, perché essi temono ancora adesso il Crocifisso! Non ti preoccupare! Perché Gesù, il Signore, ti guiderà e ti metterà in bocca ciò che dovrai dire. Non temere! Dovrai nuovamente sentire la Grazia di Gesù! Gesù è con te!”.
9. Scomparso è il messaggero di Dio! Il capitano fa marcia indietro ed a galoppo ritorna a Gerusalemme, nell’accampamento della guarnigione; egli impartisce l’ordine ad un drappello di soldati e va con loro nel tempio. Là giunto va dal sommo sacerdote e pretende la liberazione di Giuseppe d’Arimatea da loro imprigionato. Il sommo sacerdote ed i suoi consiglieri sono sorpresi, ma, nello stesso tempo, spaventati interiormente, e negano questo fatto.
10. Allora il capitano si mette davanti a loro con atteggiamento e voce minacciosa ed esclama: “Se non portate qui spontaneamente ed in brevissimo tempo il prigioniero, farò perquisire dai miei soldati il tempio dal più profondo sotterraneo fino alla cupola più alta! E quando l'avranno trovato farò appiccare il fuoco in tutti i lati e farò distruggere l'intero edificio! Ho dovuto uccidere un Giusto a causa del vostro diabolico agire! Ma i prossimi sarete voi, quanto è vero che sono romano! Su un errore passiamo sopra volentieri e lasciamo operare la massima clemenza, ma tali delitti come li commettete voi sotto gli occhi dei romani nel Nome del vostro Jehova, verranno puniti con la più grande severità!”.
11. Spaventati i sacerdoti si disperdono; ma uno si rivolge all’eccitato romano e dice: “Alto signore! Fa perquisire il tempio dai tuoi soldati; ti assicuro, io non so nulla dell’arresto di Giuseppe d’Arimatea! Egli è pure mio amico, e se dovesse essere scomparso, allora vogliamo anche noi cercarlo insieme a voi”.
12. A questo punto l'angelo vestito da romano si avvicina al capitano e dice: “Io libererò il prigioniero dalle sue catene e lo porterò qui! Ma risparmia il tempio, il Signore lo vuole!”. In breve tempo il messo di Dio porta lo stremato Giuseppe d’Arimatea in lacere vesti, il quale ringrazia il capitano con le lacrime agli occhi.
13. Il romano dice: “Mio caro amico! Ringrazia Colui che ci ha creato, e che vigila su tutti col Suo occhio acuto! Soltanto Lui devi ringraziare! Abbi ancora pazienza, presto, anzi molto presto sperimenterai il miracolo più grande!”. Nel frattempo gli altri sacerdoti si riuniscono e sono sorpresi di vedere il noto Giuseppe d’Arimatea in questo stato! E l'angelo conferma che tutti questi, ad eccezione di Caifa, non ne sapevano nulla.
14. Allora il capitano si reca dal sommo sacerdote e gli dice in faccia: “Sei stato tu! Sta attento che la misura della tua infamia è colma! Ben per te che io sono un discepolo di Gesù! Altrimenti senza processo ti farei ora mettere alla croce sul Golgota! Che oggi rimani libero ancora una volta – devi ringraziare solo Gesù di Nazareth!”. Poi prende Giuseppe d’Arimatea in mezzo ed esce con i suoi soldati dal tempio e si reca poi nella locanda di Lazzaro, non lontano dal Monte degli Ulivi.
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Nella locanda di Lazzaro
1. I soldati del capitano si fermano in cortile ed in giardino; Lazzaro ed il locatario salutano il capitano e sono molto sorpresi di trovare il ricco Giuseppe d’Arimatea in un tale misero stato in mezzo ai romani. Lazzaro chiede perché conducono con loro questo galantuomo e dice: “Lasciatelo libero; signore, garantisco io per lui!”.
2. Sorridendo il capitano ringrazia Lazzaro per questa prova d’amore, gli porge ancora una volta le mani e dice: “È diventato libero solamente per mezzo mio, in altre parole: sono stato lo strumento del grande Nazareno; il sommo sacerdote lo ha fatto segretamente catturare! Oggi ero già per strada per venire a Betania da te, quando ho ricevuto l'ordine da un messaggero di Dio che dovevo prima liberare quest’amico dalla sua prigionia e poi venire a cercarti qui nella tua locanda. Io ho obbedito, sono andato con i miei soldati nel tempio e ho preteso la liberazione del nostro amico! Allora mi è venuto in aiuto il messaggero di Dio nella veste di un mio soldato e lo ha liberato dalla sua profonda prigione. Poi è risultato che il sommo sacerdote ha compiuto quest’ingiustizia da solo, tutti gli altri sacerdoti non ne sapevano niente; e per questo, io penso, devo risparmiare i templari secondo la Volontà del Signore! Poiché la Volontà di Dio è adesso sacra anche per me!”.
3. Lazzaro è molto sorpreso e viene poi a sapere tutta la triste vicenda, vicenda che Giuseppe d’Arimatea racconta: “Al mattino presto la mia prima intenzione era di andare in giardino, verso il sepolcro; sprofondato in preghiera mi fermai lì e poi andai attraverso una porta secondaria al ruscello che si trova sotto il mio giardino. Allora vennero cinque uomini che apparentemente conversavano senza cattive intenzioni; ma nel passarmi accanto m’infilarono un sacco sulla testa. Nel momento successivo avevo mani e piedi legati e mi portarono via. Dopo un lungo tempo mi resi conto che si scendevano delle scale e sentii un catenaccio e una trave fare un gran baccano; poi mi deposero a terra, mi sciolsero le catene e liberarono il mio viso; non avevo ancora visto questi uomini; ma uno disse beffandosi: «Ecco, ora puoi riflettere come può riflettere anche il sommo sacerdote su come ridurti al silenzio». Poi lasciarono il luogo e lo chiusero dietro di loro. In alto al soffitto c’era un lucernaio, troppo alto per arrivarci, e così non mi rimase nient'altro che aspettare; infatti, chiamare e gridare era inutile. Mi venne però un pensiero che mi rianimò: ‘Dio! – Il Signore Zebaot! Non mi lascerà cadere!’, – e così divenni meravigliosamente calmo. Rimasi seduto a lungo per terra, quando silenziosamente si aprì la porta, …un soldato romano entrò e mi condusse fuori tenendomi per la mano. Vidi ancora come il catenaccio fu rimesso a posto e la prigione nuovamente chiusa; poi venni portato al forum dei sacerdoti; ma questo capitano mi ha poi liberato completamente ed eccomi qui. Su una cosa però devo ancora meditare: che cosa penserà il sommo sacerdote, visto che il catenaccio è ancora al suo posto!”.
4. Poi anche il romano racconta a questi amici che nella notte un angelo, un messaggero di Dio, è venuto a lui e lo ha portato nel mondo spirituale, dove Gesù, quale Signore, vive veramente ed insegna! Gli è stato anche permesso di guardare con gli occhi spirituali nel sepolcro ancora sempre chiuso – “Era vuoto!”.
5. Lazzaro, colmo di santa gioia, esclama: “Oh, se ci fosse qui Maria!”, – ed in quell’istante entrano Maria e Maddalena con Nicodemo.
6.
Le due donne sono calme e rassegnate, ed alla loro
vista il capitano si sente pieno d’ammirazione
per la seria bellezza di tale grandezza d'animo! Quasi timido si rivolge a
Maria e dice: “Soave donna e madre, comprendo il tuo
dolore! Ma lascia che io ti dica: presto subentrerà la più grande gioia nel tuo
cuore, infatti: infranta è la potenza della morte! Gesù – vive! Egli stesso mi ha lasciato intravedere questa Verità!
– E porto profondamente nel mio cuore una promessa: Egli ci colmerà sempre con il Suo Spirito e
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Il Salvatore è già atteso nel tempio del Suo Regno spirituale
(in visione
interiore al capitano)
1. E così subentra nuovamente gioia nei presenti. Anche Maria e Maddalena si sentono fortificate e sono colme di aspettativa. Quando si accorgono che il capitano guarda con occhi fissi un punto, diventano tutti silenziosi. Il romano comincia a parlare: “O cari amici, fatemi riferire ciò che adesso scorgo! Vedo un tempio colossale; l'ingresso viene raffigurato da due leoni che poggiano su due colonne[1], e l'arco che li sovrasta è adornato con fulgide pietre preziose in differenti colori. L'interno è una costruzione maestosa, magnificamente decorato. Sullo sfondo vedo un altare, sul quale arde una luce raggiante molto chiara. Ad ogni lato dell'altare sta un angelo, tenendo in una mano la spada rivolta verso il basso, nell'altra mano sollevata verso l’alto una corona tempestata di diamanti[2]. E davanti all'altare c'è Gesù, mostrando di nuovo le Sue Ferite; ed ora vedo il tempio riempito di innumerevoli uomini, ma tutti sono come trasparenti, quindi esseri spirituali.
2. Come nel tempio di Gerusalemme anche qui viene un sacerdote; la sua veste è adorna di cordoncini ed orli d’oro e d’oro un gioiello che porta al petto. S’inchina fino a terra, si presenta dinanzi a Gesù e dice: «Signore, finalmente il Tempo è compiuto! Finalmente anche per noi batte l'ora in cui diventiamo liberi, dove il tempo è passato quando stavamo sotto la costrizione di fare sempre soltanto ciò che ci rendeva grandi e potenti nella vita terrena. O Signore! Tutti coloro che Tu mi hai affidato, io Te li porto qui, e così depongo nelle Tue Mani con fiducia e gratitudine il mio ufficio di pastore di anime. Oh, grazie, mille volte grazie che qui possiamo vederTi! Quanto eravamo felici quando i Tuoi angeli ci annunciarono che Tu preparavi le vie sulle quali noi possiamo camminare, per essere guidati nella Luce della Tua Sapienza, di chiarezza in chiarezza! Oh, Ti ringraziamo! Tu eterno grande Iddio! Tu hai realizzato le Tue promesse, Tu volevi un giorno aprire le porte della morte e della notte! E Tu, magnifico Figlio di Dio! Tu martire della Tua Verità d’Amore! Anche a noi venga il Tuo Regno dell'Amore e della Giustizia! Annuncia ancora la Tua Volontà! Che cosa dobbiamo fare, affinché diventiamo degni di seguirTi?».
3. Gesù risponde amorevolmente: «Amici Miei ed anche figli Miei! Voi dovete riconoscerMi come Colui che doveva venire per liberare tutti i prigionieri, per liberare tutti coloro che erano legati! E dovete cambiare il vostro sentimento! Poiché da lungo tempo non siete più uomini, deponete tutto l'umano, e non temete di confessare liberamente e con gioia che voi siete tutti peccatori e che avete bisogno di Me quale Salvatore e Redentore! Tutto il resto dipende soltanto da voi!». Il sacerdote toglie le sue insegne; scioglie i legamenti della sua veste e vuol deporre tutto ai piedi di Gesù.
4. Allora Gesù scuote il capo, e così il sacerdote mette l’ornamento addosso ad uno degli angeli di guardia, s'inginocchia davanti a Gesù e dice: «Signore e Redentore, eccomi, e parlo in nome di tutti i presenti! – (ora tutti s'inginocchiano con lui). Noi siamo pronti a fare tutto questo! Noi crediamo in Te e nella Tua Missione! Oh, perdonaci ciò che abbiamo fatto nella falsa illusione! E se vuoi punire, Signore, allora punisci soltanto me e lascia liberi tutti gli altri! – Fa che sia io ad espiare ciò che è stato mancato e peccato; infatti, essi fecero soltanto ciò che io consigliai loro!».
5. Gesù allora si avvicina al sacerdote, lo guarda, lo rialza e dice: «La pace sia con voi! Io non vengo per chieder conto! Oh, no! Io vengo per aiutarvi, per mostrarvi la Vita nella sua massima magnificenza! Ma ciò che vi manca ancora è l'amore che perdona e che redime! Voi finora pensavate di aver fatto tutto ciò che vi rende giusti davanti a Dio con i vostri culti religiosi! Vi sbagliavate! Donare amore! Praticare amore! Conciliarsi amando! Ed aspirate solamente ad un’unica meta: rendere felici i poveri e gli oppressi! Questo vi manca ancora! E questo imparatelo ora da Me! Poiché Io sono Amore e Mansuetudine, Pazienza e Misericordia! Tutto l'Amore procede dal Padre! Il Padre però è la Mia Vita Interiore! Ed Io vi do questa Mia Vita intimissima d'Amore, se voi Mi date la vostra per liberissima volontà! Vedete: le Mie mani trafitte! Guardate: i Miei piedi trafitti! Questi sono e rimarranno per l’Eternità la prova esteriore del Mio Amore e della Mia Pazienza con tutti i caduti! L’interiore dimostrazione del Mio Amore però lo sperimenterete soltanto in voi, se operate secondo le Mie soavi Parole: amatevi! – e nutrite questo amore in voi col servire, col santo fervore, soltanto per compiacerMi e per sacrificare il vostro amor proprio! Se lo volete fare, allora alzatevi tutti e fortificatevi; i Miei angeli vi porgeranno il Pane e l'Acqua della Vita[3]».
6. Ed ecco adesso compaiono schiere di angeli con brocche e pane nella mano per portare ristoro a tutti. Allora uno dei sacerdoti si avvicina a Gesù, s'inchina profondamente, Gli porge il suo pane ed il suo calice e dice: «Signore, se non è presunzione, vorrei offrirTi la bevanda! Bevi Tu la parte destinata a me, io ne sarei tanto felice!».
7. Gesù gli risponde amichevolmente: «Fratello Mio, guarda, quanto il cibo piace a tutti, esso è il primo pasto dell'Amore che essi assaggiano! Ora vieni anche tu ed assaggiane con Me e non pensare più ai tuoi peccati! Perché se hai gustato con Me il Pane ed il Vino, anche tutto il passato sarà espiato! Io, infatti, sono la Vita e la Luce, sono il Pane ed il Vino! Gustane senza timore, affinché possiamo portare aiuto ai fratelli».
8. Ora vengono gli angeli e si schierano intorno a Gesù: Egli però dice a tutti: «Figli Miei! Seguite i Miei fedeli servitori nelle dimore che l'Amore vi ha preparato! Ma tu, fratello Mio, rimani presso di Me! Tu devi vedere ancora di più delle Mie Misericordie!».” –
9. A questo punto al capitano scompare l'immagine spirituale, e tutti sono profondamente commossi, perché hanno appreso qualcosa del loro Gesù! Anche il capitano è silenzioso. Uno sguardo dagli occhi interrogativi di Maddalena gli rivela il suo grande amore per il Signore, e non passa molto tempo quando lei si rivolge direttamente al capitano: “È troppo se domando: che aspetto aveva Gesù? Portava ancora tracce delle Sue sofferenze?”, ed i suoi occhi pendono dalla bocca del romano.
10. Costui risponde: “Soave
figlia di Sion! Gesù aveva l'aspetto di un Trasfigurato! I Suoi occhi
risplendevano come gocce di rugiada che il Sole illumina; ed intorno alle Sue
ferite c’era come una ghirlanda oscura. Gesù deve essere solamente felice!
11. Più tardi Lazzaro prega i suoi ospiti di recarsi in giardino e rallegrarsi degli alberi e dei fiori, “…perché il nostro cuore era colmo di cordoglio”, dice, “ma ora tutto è trasformato in attesa! Mi diventa troppo stretto il petto per contenere questo! Oh, se lo sapessero tutti i discepoli e tutti gli amici! Ma dobbiamo ancora tacere secondo la Volontà del Signore; perché per noi Egli non è ancora risorto! Quello che ha visto il nostro capitano, lo ha visto soltanto nel suo spirito; ma Gesù ha promesso di venire da noi! Quindi aspettiamoLo!”. E così tutti lasciano la casa.
12. Il capitano però rimane indietro perché egli vuol rimaner da solo. È troppo il vissuto in poche ore! Lazzaro rimane ancora alcuni minuti con lui e ringrazia ancora una volta per la dimostrazione d'amore ricevuta.
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Gesù in mezzo a spiriti di mercanti giudei
(in visione
interiore al capitano)
1. Le incombenze chiamano fuori Lazzaro, e così il nostro capitano ha l'occasione di riflettere ancora una volta tutto con calma. Nello stesso tempo viene nuovamente trasportato in spirito da Gesù, che ora egli scorge in un grande giardino! Molto popolo, soprattutto mercanti con le loro carovane si sono accampati intorno al giardino; ma tutte quelle migliaia di persone non sanno nemmeno che sono morte, ed il commercio è ancora tutta la loro ambizione. Ora Gesù viene tra loro ed una grande schiera di redenti è al Suo seguito. Gesù nel Suo Amore misericordioso guarda tutti quegli smarriti, ed un cocente dolore si muove nel Suo Cuore, eppure alla maggior parte di questi spiriti è stato concesso di assistere alle Sue opere, alla Sua sofferenza ed alla Sua morte! Per loro però è stato soltanto uno spettacolo, e tutti questi avvenimenti non possono scuoterli dal loro falso, insensato amore per il mondano!
2.
E Gesù ora esclama:
«Ascoltate tutti ciò che Io vi dico! Non
Mi riconoscete? – Voi avete visto tutte le Mie sofferenze e tormenti![4]
Dunque è già di nuovo tutto cancellato in voi? Riflettete, voi non siete più
uomini terreni! – Voi siete spiriti che vivete nell’illusione di trovarvi
ancora sulla Terra! Avete già riflettuto che cosa sarà, quando un giorno, tutta
la vostra merce ed i vostri beni scompariranno? E perciò Io vengo a voi per
annunciarvi che anche per voi è scoccata l'ora della liberazione, nella quale
dovete convincervi che la vostra salvezza ed esistenza eterna per voi tutti si
può trovare soltanto nel Mio Amore! Soltanto questo Mio Amore per gli uomini
smarriti Mi diede
3. Un vecchio giudeo si fa avanti e dice: «Sì, sei Tu! Gesù, Figlio del carpentiere Giuseppe! Come avviene però che vieni a cercare proprio noi? Noi credevamo che Tu fossi presso quelli nel tempio! Noi però non abbiamo più niente in comune con loro! La loro cupidigia, infatti, e la loro rigidità ci hanno portato ad un accorgimento migliore. Ma che cosa vuoi dunque fare presso di noi? Lasciaci la nostra pace, neanche noi vogliamo rubarTi la Tua. Ci dispiace che Tu abbia dovuto soffrire! Ma la Tua impotenza sulla Croce dice chiaramente che Tu stesso hai bisogno d'aiuto! Se ci troviamo ancora qui, è soltanto perché ci trattiene qualcosa di misterioso, altrimenti avremmo da gran tempo proseguito. Oppure hai Tu bisogno di noi? – Dicci se possiamo aiutarTi?».
4.
Esclama allora Gesù: «Guardate le Mie mani! Guardate il Mio
costato ed i Miei piedi! Ecco qui le
stigmate! – e chi le riconosce troverà anche comprensione per le Mie parole!
Queste Mie cinque ferite mostrano a tutti che uno scopo preciso Mi fece andare
sulla Terra! Perciò le Mie ultime parole suonarono “È compiuto!”. Non vi trovate in questo davvero niente da riflettere?
Siate dunque convinti una buona volta che questa vostra esistenza non può
durare più a lungo! Ed ora prestate attenzione: tutti i vostri carri e le
vostre merci spariranno, affinché riconosciate in Me – il Potere, ma anche
Colui che in Me è venuto a voi! È vero che Io sono il Gesù di Nazareth che voi
conoscete, ma questo Io lo dissi soltanto del Mio corpo! Il Mio interiore è
l'eterno Spirito di Dio! Con
5. Pieni di stupore tutti odono questo Messaggio! Ma delusione e paura si mostrano sui loro volti, quando scompaiono le loro carovane e nessuno sa, dove tutto fosse finito. Allora il vecchio giudeo domanda al Signore: «Dicci, dove sono andate a finire le nostre merci? Tutto il Tuo discorso mira al fatto che noi Ti dobbiamo seguire! Sì, ma dove? Noi non sappiamo dove ci vuoi condurre, e così Ti chiediamo di darci una risposta!».
6. Risponde Gesù: «Ascoltate, tutti voi poveri! I vostri carri ed i vostri beni non sono scomparsi senza lasciar traccia, ma in realtà tutto questo non esisteva affatto, perché soltanto il vostro amore ha creato queste carovane nei vostri pensieri! Questi schemi ora non potevano più sussistere, poiché la vera Vita in Me spinge tutto ciò che sembra morto in nuove forme e genera nuova vita, nuovi effetti! Come si scioglie la neve quando il Sole diventa più caldo, così svaniscono anche tutte le apparenti verità in un niente dinanzi a Me! Ebbene riconoscete cosa e chi siete! La vostra esistenza terrena è già passata da molti anni! Ma come abitanti del vostro mondo finora non sapevate di essere morti e potevate osservare ancora tutti gli avvenimenti sulla Terra. Proprio tu hai delle prove dell'Amore Mio per te; e voi che siete della stirpe di Davide, sappiate che anch'io sono della stessa stirpe! E se ora Mi volete seguire, allora vi conduco anche là dove si trovano Abramo e Davide! Là incontrerete molti compagni di stirpe, e soltanto allora diverrete consci di quello che avevate perduto e poi Mi ringrazierete, perché avete anche riportato ciò che era perduto. Perciò esprimete ora la vostra volontà!». – Silenzio, un gran silenzio si fa intorno al Signore!
7.
Allora il vecchio
giudeo s'inginocchia e prega di tutto cuore tra le lacrime, di perdonargli di
non averLo riconosciuto subito! Ora però egli sa che il Suo Amore è sincero e
le Sue Parole sono vere; ora egli Lo segue volentieri e vuole pregare anche gli
altri di andare con lui, – dove il Signore li vuol portare. Gesù pone
8. Subito il vecchio si alza ed esclama ad alta voce: «Fratelli tutti, ascoltatemi! Ogni parola dalla bocca di Gesù mi scuote! Le Sue parole sono Verità! E se c’è uno che può portarci aiuto, allora è soltanto Gesù di Nazareth! Lasciamo questo luogo dove ciò che avevamo in possesso ci ha lasciato! Io credo che in Gesù troveremo tutto! Se Egli ha dato tanto, ha aiutato tanti, allora Egli aiuterà anche noi! La Sua morte è diventata per noi la Vita, e la Sua sofferenza, l’assoluzione dai nostri peccati. Egli stesso si è offerto di condurci là dove sono i nostri padri; e così io vi domando: volete venire anche voi?».
9. All'unanimità risuona il «Sì!», – e così Gesù esclama: «Allora venite ed imparate a conoscere l'Amore e le Forze che si rinnovano costantemente! Amen!»”. Il capitano vede e ode ogni parola, ma poi la visione scompare!
10. Quando tutti ritornano dal giardino, Lazzaro si accorge che il capitano deve nuovamente aver vissuto qualcosa interiormente; va da lui, gli mette la mano destra sulla sua spalla e dice: “Fratello, tienilo per te, affinché i nostri cuori rimangano quieti ed anche noi possiamo poi vivere questa comunione con Gesù!”.
11. Le donne sembrano fresche e riposate; e si accordano di recarsi presto il mattino dopo al sepolcro, per adornare ed onorare ancora una volta il Corpo di Gesù. Poi parlano ancora di così tanti bei momenti che hanno vissuto con il loro amato Maestro. Maria Maddalena non può raccontarne abbastanza ed accentua ancor sempre che non potrebbe mai smettere di amarLo, perché tutto ciò che ha ricevuto, proviene soltanto da Lui, e che vorrebbe abbracciare ancora una volta i Suoi Piedi! “Vorrei soltanto riposare ancora una volta al Petto Suo, poi vorrei morire anch'io!”.
12. Maria però dice: “Mia cara, smettila di dire queste cose! Non strappare il filo! Non far che si disperda la consapevolezza che Egli è il Signore! Egli non rimarrà sempre nel sepolcro! Ma noi dobbiamo amarLo solamente nello spirito, dato che Egli stesso ci ha amato così ardentemente! – Soltanto adesso mi diviene chiaro ciò che Egli ha realizzato e portato a compimento! Il Suo Amore deve diventare la nostra vita interiore! Nel Suo Amore Egli si trova invisibile tra noi! E così Egli ci colma con la forza dalla Sua Potenza, con la luce dalla Sua Luce e dona pace e quiete al nostro cuore!”. Soave risuonarono le parole della madre Maria, e per tutti è come risuonasse un’eco, dolce e delicato, e così si fa quiete intorno ai presenti.
13. È sera. – Il capitano vuol ritornare con Nicodemo in città, ma Lazzaro gli fa notare che è sabato e che non sarebbe consigliabile andarci di notte. “Andate domattina presto, quando vanno le donne, allora sarà la cosa giusta!”. – E così tutti questa notte rimangono nella locanda di Lazzaro.
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Lazzaro spiega perché Gesù dovette morire
1. Quando tutti si accingono per recarsi a riposare, il capitano prega Lazzaro di rimanere con lui ancora un poco, poiché egli in tutto quest’avvenimento non trova ancora la giusta chiarezza. Lazzaro è con gioia consenziente e invita anche gli altri fratelli a donare ancora un'oretta al capitano. Le donne sono andate a riposare, e così gli uomini rimangono soli.
2. Lazzaro si avvicina al capitano, pone le due mani sulle sue spalle e dice: “Mio caro capitano! È giusto da parte tua chiederci apertamente una spiegazione, se in te qualche cosa risulta ancora oscura. Sii convinto che secondo la Volontà del Signore verrà anche a te su questo, piena luce e comprensione! E così rivelaci che cosa ancora non ti è chiaro!”.
3. Il capitano guarda i fratelli, su tutti i volti egli scorge una santa serietà e dice: “Fratelli ed amico Lazzaro! L'amore vissuto qui e lo spirito tra voi che qui si percepisce in modo così benefico, mi ha autorizzato a chiamare anche voi fratelli ed amico! E così vi prego di considerare la mia franchezza con lo stesso spirito e vi domando: perché Gesù di Nazareth, che era un giudeo, è dovuto morire proprio di questa morte pagana? – Non vi era nessun'altra possibilità che questa della più grande ignominia? Ed ancora: a quale alto scopo mirava Gesù con questo? E poi: come deve essere per me, un pagano, la Sofferenza e Morte di Gesù un Atto di redenzione e della massima Grazia di Dio? Vedete, questi sono punti che per me sono ancora terribilmente oscuri”.
4. Lazzaro porge la mano al capitano e dice: “Caro amico e fratello nel Signore, non chiamarti più un pagano! Tu hai fatto in verità il tuo dovere, – perché non potevi fare diversamente! Ma quando il tuo occhio vagò intorno cercando, il Maestro scorse in te la preghiera del cuore per il perdono! Egli ti guardò con gli occhi del Suo Amore, ed il Suo sguardo ti annunciò piena purificazione! Con questo nel tuo spirito qualcosa si mosse e divenne vivente! Gustasti l'aria del paese d’origine e per un attimo fosti colmato di delizie dalle regioni eterne! Tu approfondisti queste impressioni nel silenzio della notte, e Dio stesso, nel Suo eterno Amore e Misericordia, ti ha inviato un messaggero e ti ha rivelato nello spirito ciò che milioni non vengono a sapere! Tu non potevi respingere la tua visione e dovesti riconoscere che l’ucciso Salvatore e Maestro Gesù vive, ma una Vita che non è percepibile con i nostri cinque sensi! Il tuo intelletto si opponeva ancora e doveva opporsi, e giustificata è la domanda: ‘Ma se non è possibile uccidere Gesù, perché allora questo tormento, sofferenza e questo obbrobrio?’.
5.
Vedi, mio caro fratello!
Ciò che tu hai vissuto spiritualmente sul Golgota, è stata
6. Dio però non è soltanto Creatore, ma vuole essere anche Padre ed è preoccupato per i Suoi figli che vivono nell'errore! Ora si trattava di trovare una via del ritorno, via che poté essere percorribile anche al più lontano da Dio! E dopo lunghi corsi di tempo alla fine Dio stesso poté rendere possibile questo come Uomo e nell'uomo! Ci porterebbe troppo lontano se volessi raccontarti tutto ciò che già so in merito; ma accontentati di quello che ti dico ancora adesso: nell’Uomo-Gesù si mosse precocemente la Vita interiore proveniente dal Suo eterno Spirito di Dio! Già nell'età infantile Egli sapeva della Sua alta Vocazione e Missione, ed a dodici anni era ampiamente superiore ai templari nell'interpretazione delle nostre Sacre Scritture; perché in Lui c'era ‘Vita proveniente da Dio!’, e Dio stesso era la Sua Vita!
7. Delle lotte, esteriori ed interiori, e conflitti sempre più gravi Lo resero interiormente sempre più maturo e libero! Dio, infatti, poteva conquistare in Lui la ‘Vita’ soltanto fin dove, come Gesù, rinnegava liberamente in Sé tutto l'umano ed imparava a superarlo. La chiara consapevolezza: ‘Dio stesso vive in Me!’, creava Luce e Forza nel Suo mondo interiore! A questo si aggiunse l'Amore per la Sua alta Vocazione, e così Gesù conobbe soltanto ancora l’unico Desiderio: servire Dio in tutto ed operare solamente secondo la Sua Santa Volontà! Forze provenienti da Dio sempre nuove vivificavano il Suo Amore! Il Suo Amore però premeva verso l'Adempimento della Sua Missione ed Egli conosceva soltanto un desiderio: donare questo Spirito dell'Amore, questa Sorgente di ogni gioia, questa Miniera di eterna felicità, – anche a tutti coloro che ne hanno desiderio!
8.
Ma come poteva Gesù
dimostrare questo Spirito di Dio nel Suo interiore al Suo prossimo, anzi,
donarglielo? Egli bensì operò miracoli e potenti segni! Ben
1. Sì, io scorgo adesso nel mio spirito che cosa ha provocato questo completo Sacrificio sul Golgota e provocherà ancora in ogni futuro! La Croce, il simbolo del disonore, è stata scelta da Gesù stesso quale segno della Vittoria sul peccato, il quale vi ha impresso sopra la sua impronta. Nel segno di questa Croce e nello spirito del Golgota scompare ogni colpa ed ogni peccato! (dinanzi a Dio!). Soltanto nel Segno della Croce e nello spirito del Golgota si aprono le nostre sorgenti interiori e si riversano nell’unico sentimento: ‘Sono stato aiutato in grazia del Salvatore e Redentore crocifisso! In me, infatti, comincia a pulsare una vita totalmente nuova e fa di me un uomo nuovo e diverso!’. In questo nuovo spirito della mia vita interiore non esiste più sofferenza, ma ancora soltanto scuole, perché Gesù stesso porta tutto con me ed è il Mio soccorritore.
2. Vedi, tu non hai bisogno nemmeno di essere uno che professa con la bocca! Se però afferri questo nuovo Spirito che vuole aiutare tutti ad ottenere la salvezza, la vera felicità, e fai quello cui esso ti spinge, allora sorgerà interiormente la comprensione: non io, ma Gesù opera questa nuova Vita in me! Puoi ora afferrare questo e comprenderlo bene?”.
3.
Risponde il capitano: “Fratello ed
amico Lazzaro! Afferrare sì, ma alla
comprensione manca ancora! Poiché rifletti, tu e voi altri eravate amici di
Gesù ed eravate iniziati nella Sua dottrina e
nel Suo progetto! – Se ora
4.
Risponde Lazzaro: “Caro capitano, “anche qui ti
posso solamente dire che il Signore sapeva anche questo;
5. La morte di Gesù ha toccato anche noi nella vita, ed in noi è divenuto notte! Ma tanto più un giorno diventerà in noi splendente perché abbiamo ricevuto la Rivelazione: «Io vivo, ed anche voi vivrete!» [Giov. 14,19]. Questa sofferenza e morte significa, nella grande storia dell'umanità, la conclusione di un tempo! In primo luogo sin da quest'ora nessuno può più dire: ‘La più magnifica di tutte le magnificenze della nostra somiglianza con Dio è stata celata a noi uomini, perché siamo peccatori!’. Poiché Dio in Gesù ha rinunciato a tutte le Sue magnificenze ed in grazia a questo Spirito di silenzioso Amore liberatore pieno di abnegazione, ad ogni uomo offre la Chiave per raggiungere tutte le Sue Magnificenze.
6.
In secondo luogo:
soltanto con la Sofferenza e Morte di Gesù è venuto così precisamente alla
coscienza a noi ed a tutti gli uomini, il Suo vero, esemplare Servizio celeste!
Poiché soltanto in questo Spirito del servire nell'amore gli uomini di nuovo
diventano fratelli! Perché in questo Spirito ognuno soffre per gli altri e con
gli altri; e così sono superati dolori e sofferenze, tristezze e miserie e
diventano fonti di reciproca gioia e riconoscenza!
7. Ed in terzo luogo, caro fratello: finalmente la vita degli uomini ha di nuovo un santo scopo! Questa Terra come nostro banco di prova è di nuovo santificata dal Signore! Su questa Terra deve di nuovo essere riportato nelle braccia del nostro Padre celeste tutto ciò che vive nell'errore oppure vi cammina ancora! Qui, sul Golgota dove si è svelato il Cielo di tutto l'Amore di Dio, dove Dio e l'uomo hanno stretto un nuovo Patto, è stato edificato un faro, dal quale si dipartono fuochi luminosi e raggi di luce come indicatori della via che ci annunciano senza posa: da qui soltanto venite a conoscere la vera e giusta ‘Vita’ nel vostro interiore! Vedi, in questi chiarimenti troverai risposte alle tue domande! E ciò che tu scorgi di triste e terribile nella Morte di Gesù, deve diventare per tutti noi una certezza liberatrice: ora noi siamo Sua proprietà! Poiché per noi Egli si è sacrificato! E per tutte le Eternità colui che nella sofferenza e morte di Gesù vedrà l'espiazione per ciò che deve essere espiato, potrà diventare veramente lieto e felice!”.
8. Il capitano è sopraffatto da questa grandezza dell'Amore di Gesù, di cui Lazzaro ne può parlare con tanta semplicità, e dice: “Fratello! Ora c’è luce in me, e non ho bisogno d’altro! Poiché ciò che la fede e la conoscenza faranno ancora maturare in me, saranno poi anche dei pilastri basilari che nessuna tempesta potrà strappar via così facilmente! Però io stesso devo rivelare ancora questo: ci vorrà molto, molto tempo, prima che quanto udito oggi diventi proprietà dell'umanità! E molti ancora scenderanno nella tomba e si sentiranno abbandonati e respinti, poiché soltanto questa fede nell'Amore di Gesù può compiere per noi la più stretta unione con Lui! O Gesù, Maestro dell'Amore, quanto pochi Ti afferreranno nel Tuo Spirito primordiale, in questo Tuo Amore primordiale! E malgrado ciò Tu starai al fianco loro aspettando – e sperando! Oh, lascia che Ti afferri completamente! Lascia che anch’io, lo straniero, penetri nello Spirito del Tuo Amore! Colma Tu il mio essere con il Tuo Spirito! Ed io Ti voglio ringraziare con parola ed opere!”.
9.
Dice Lazzaro: “Così va bene,
fratello mio, continua pregando! Allora hai già afferrato la nuova Vita che fa
di te un figlio di Dio, e puoi penetrare nel Cuore di Dio che è aperto anche
per te! Allora soltanto potrai attingere (anche per gli altri), quando avrai
trovato in te la massima felicità: Gesù
è in te, Egli ha scelto il tuo cuore come Sua Dimora! Allora tutto
diventerà in Te ‘Vita’! Poi ogni
membro servirà soltanto ‘questa Vita!’,
Vita che divampa sull'altare del puro amore filiale! Credi fermamente: Gesù,
nella più grande Sofferenza, era tuttavia felice! Perché nel Suo Spirito
Egli vedeva già, quanto successo prometteva
10. E poi sorge già all'orizzonte il raggiante Sole della Pasqua.
* * *
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[1] I due pilastri
fondamentali, l’Amore per il prossimo e l’Amore per Dio.
[2] La pesante Legge e il raggiante
Amore vincitore.
[3] Pane = il bene
dell’operare. Acqua = riconoscimento dell’eterna Verità! Vino = Riconoscimenti
celestiali dell’Amore.
[4] Come spiriti avevano
assistito alle scene sul Golgota.