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Scene deliziose della Vita Terrena di Gesù

Ricevute in visione da Max Seltmann

1932

Libretto  VI

 

Gesù inizia il Suo Magistero

 

Brindisi coi familiari

Visioni su una stella

L’addio alla madre

Sul Tabor con Lucifero

Primo incontro con Giuda

 

 

magistero

 

 

Titolo originale : ‘ERLEBNISSE  MIT  JESUS’

 

Edizione in lingua italiana a cura del gruppo:

Amici della nuova Luce   -   www.legamedelcielo.it

ISBN  978-88-98788-30-9

Copy©right Casa editrice GESÙ La Nuova Rivelazione

Traduzione di Antonino Izzo – 2018

Casa editrice GESÙ La Nuova Rivelazione

Via Vittorio Veneto, 167 - 24038 Sant’Omobono Terme  (Bergamo)

Tel./Fax: 035.851163 - Cell.: 347.1041176

E-mail:  damianofrosio@tiscali.it

Sito casa editrice: www.gesu-lanuovarivelazione.com

Sito:           www.jakoblorber.it

 

 

INDICE

 Cap. 1             Brindisi d’addio in casa di Giuseppe

 Cap. 2             Ilario il greco

 Cap. 3             Gesù ed il Suo messaggero Gabriel

 Cap. 4             La ‘cena’ con pane e vino

 Cap. 5             Vicissitudini su una stella

 Cap. 6             Il congedo dalla madre

 Cap. 7             L’addio ai fratelli

 Cap. 8             Gesù e Lucifero sul monte Tabor

 Cap. 9             Sosta nella locanda di Joram ed Hanna, con Thirza ed Hiram

 Cap. 10           Gesù nella confusione nel mercato annuale

 Cap. 11           Primo incontro con Giuda al mercato

 Cap. 12           Di sera nella locanda

 Osservazione conclusiva  (da una lettera del Padre)

 

 

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Cap. 1

Brindisi d'addio in casa di Giuseppe

                         1.      Tutti ritornano silenziosi in casa. Maria ed Ada già cercano con gli occhi gli assenti e si rallegrano quando siedono nuovamente uniti a tavola. La piccola Lea è vispa e si siede fra Gesù e Maria. Ecco che arriva ancora il piccolo Davide[1] e cerca sua madre, perché lo spinge la fame e si rallegra alla vista del cibo. E gli è fatto posto accanto a sua madre.

                         2.      Maria ha preparato tutto. Gioiele ringrazia e benedice il cibo, e di buona lena ci si serve. – Quando il pranzo è terminato, Gesù dice: “Madre, porta le brocche e le coppe; perché questo è il pranzo d'addio che vogliamo festeggiare con i nostri amici!”.

                         3.      “Ma Gesù, certo non con acqua?”, dice Maria. “E vino in casa non ne abbiamo”. –

                         4.      “Fa secondo le Mie Parole, Maria; infatti, il Mio Cuore è colmo di gioia e vorrei che tutti quelli che si trovano oggi nella casa di Giuseppe si rallegrassero!”. – Maria esegue; – Gesù versa, …e un delizioso profumo riempie la spaziosa sala.

                         5.      “Venite e brindate con Me”, esclama lieto Gesù, “e ricevete il saluto che vi manda l'eterno Amore! In santa Serietà vi deve essere rivelato che Dio, come Uomo, come vostro Prossimo rinuncia a tutte le magnificenze e vuole rallegrarsi e ristorarsi dove i Suoi figli si rallegrano veramente. Questa è adesso l'ultima ora che Io, come vostro Fratello, come vostro servitore sono tra voi. E nello stesso tempo è la prima, la tanto ardentemente attesa ora, in cui ancor Io siedo anche come Fratello, ma adesso come Maestro e come Signore dinanzi a voi. Non vi spaventate! Il Mio Amore vi appartiene e rimarrà presso di voi per tutti i tempi. Oh, beati, beati tutti gli angeli! Oh, beati tutti quelli che vivono nella Luce! Ma ancora più beati saranno quelli che mi amano come mi ama questa piccola Lea. Imparate dai più piccoli, perché essi non domandano. E imparate a fondo da quest’infantile punto di vista, a credere e confidare! Ora consacro questo primo calice a tutti coloro che mi amano e mi vogliono seguire in e da questo Amore! – Vedete, così come questo delizioso vino è venuto dall'acqua, così deve da ogni azione in questo santo Amore – scaturire forza e nuova vita! Sì, ogni azione d'Amore deve provocare nuove Creazioni e nuove Benedizioni! – A te, madre, in quest’ora sacra però Io dico: adesso la Promessa è compiuta! – Lo Spirito in Me, infatti, è la Luce che ora splende in ogni oscurità, anche nella più profonda. Chi segue questa Luce diventerà anch’egli Luce e un luminare! – E così questa bevuta sia benedetta. A Me per la Gioia, per voi tutti però per la Salvezza eterna! Amen!”.

                         6.      Ora Gesù vuota il calice, e titubanti lo fanno anche gli altri! Anche la piccola Lea vorrebbe un sorso, ma la madre glielo vieta. Allora Gesù chiede dolcemente: “Lea, vorresti bere con Me, dal Mio calice?”.

                         7.      “Oh, mio caro Gesù, allora lo posso fare? La mamma non vuole, e Tu vuoi darmi da bere? Oh, Ti prego, preferisco di no, perché poi la mamma si rattrista”.

                         8.      “Vieni, piccola Lea, tua madre sarà contenta se bevi con Me, per te, infatti, ho un altro vino che non ti farà male, e così bevi tranquilla e lieta!”.

                         9.      Incoraggiata la fanciulla prende il calice dalle Mani di Gesù, guarda la madre, assaggia un sorso e dice: “O Gesù, quanto è buono; di questo devono bere anche la mamma e Davide”. – E subito porge il calice alla madre. Costei però guarda sorridente a Gesù, prende un sorso e lo restituisce alla fanciulla. Ora anche Davide può bere; ma lui vuota il calice! Lea è rattristata, lei, infatti, assai volentieri ne avrebbe bevuto ancora un poco. Con le lacrime agli occhi restituisce il calice a Gesù e dimentica di ringraziare!

                       10.   Allora dice Gesù: “Fratelli Miei, ed anche tu Maria e Ada, avete notato quest’avvenimento? Proprio così andrà a molti di voi e ai Miei seguaci: voi farete molto in credente fiducia in questa santa Forza d'Amore, e pure talvolta vi causerà grave delusione! Ecco, dove voi credete vi sia amore, sarete sfruttati e ingannati con freddo calcolo! Ma per questo, non rattristatevi mai; perché ogni servizio d'amore è scritto in eterno nel Libro della Vita! E in futuro, solamente l’amore e, continuamente, solo il santo serio amore può discolpare ed espiare! – Vedi, Nathan, il puro Amore vivifica te e altri, ma l'amor proprio uccide ogni Vita nel mondo interiore e rende il suolo duro e pietroso! Questo puro Amore disinteressato è il bene celeste che Io riporto alla Terra! Attraverso il Mio Amore retrocede ogni maledizione! Attraverso il Mio Amore cresce la Mia Benedizione, di cui tutti gli uomini potranno godere se riconosceranno in Me l'Amore! Amore che vuole salvare tutti dalla loro lontananza da Dio!”.

                       11.   Nathan ringrazia e dice: “O Gesù, se soltanto potessi comprenderTi appieno e venire con Te! Quanto è terribile se penso che ancora ieri ero Tuo nemico, ma oggi amico! Mi chiami anche fratello, quando Tu sai certamente che cosa ho fatto a Te e Tua madre! Oh, vorrei darmela a gambe, ma il mio cuore mi trattiene!”. –

                       12.   Dice Gesù: “Nathan, dietro di noi c'è il passato, davanti a noi il futuro; dietro di noi la lotta, davanti a noi la vittoria; dietro di noi la Legge, davanti a noi la Vita! DimMi, vuoi indietreggiare e morire, oppure vuoi vivere, vivere in eterno?”.

                       13.   Nathan implora: “O Gesù, perdonami! Voglio vivere! Vivere per rimediare! Vivere per servirTi! Perché soltanto adesso mi diventa chiara la Tua Missione: soltanto Tu puoi Essere il Messia da lungo tempo atteso! Oh, dov'erano i miei occhi, dov'erano i miei orecchi? – Ora vedo: Tu sei Colui di Cui sta scritto: «Colui che ci vuol redimere e salvare dalla mano del nemico!».

                       14.   “Caro Nathan! Calmati, poiché ora ti sei risvegliato. Perciò ti dico solo: credi in Me! Soltanto la tua fede ti rende veramente vedente”.

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Cap. 2

Ilario il greco

                         1.      In questo momento arriva un amico greco nel grande soggiorno. Egli è molto stupito nel vedere l'intera famiglia di Giuseppe ed anche Nathan e la vicina con i suoi bambini a tavola e dice: “Iddio sia lodato! Il laboratorio è vuoto – e tutti voi sembrate così contenti, quale ricorrenza si celebra qui? Da molto tempo non ho visto così tanti ospiti da voi!”, e nel salutare, porge ad ognuno la mano.

                         2.      Risponde Maria: “Caro Ilario, sii cordialmente il benvenuto!”. Lo invita al suo posto e gli porta un piatto di minestra.

                         3.      Poi Gioiele domanda: “Ebbene, amico Ilario, non sei stato contento del lavoro che hanno eseguito Giacomo e Gesù?”. –

                         4.      “Ma Gioele, come puoi soltanto pensare una cosa simile?”, risponde Ilario. “Il lavoro è stato buono e trova risonanza e plauso! Avrei volentieri lodato Giacomo e Gesù; ma Gesù non vuole lode. Già prima, ai tempi di Giuseppe, sono sempre stato soddisfatto, ma ora dire soddisfatto è troppo poco, i due armadi, infatti, sono addirittura un'opera d'arte!”.

                         5.      Gesù si alza e dice: “Ilario, noi celebriamo una festa della gioia. Perciò lascia stare questa tua lode, perché essa agisce in modo deprimente; e tu sai, ogni opera loda il suo maestro stesso! Confessa però apertamente che il desiderio di rimanere un po’ con noi ti ha guidato qui”.

                         6.      Sorridendo, il greco domanda: “Quale festa celebrate dunque, non posso saperlo?”.

                         7.      “Certamente, caro Ilario, – festeggiamo l'addio, perché domani è l'ultimo giorno che Io trascorro nella casa paterna!”.

                         8.      “E allora vi rallegrate, quindi siete felici? Oh, che specie di uomini siete! Altri piangono, quando si tratta di separazione, e voi vi rallegrate?”.

                         9.      Gesù dice: “Ilario, hai certamente ragione. Ma se tu conoscessi e comprendessi tutto, anche tu ti rallegreresti”. –

                       10.   “Dove vuoi andare, Gesù?”, chiede Ilario, “vuoi esercitare il Tuo mestiere da solo?”.

                       11.   “Ilario, ti ricordi quando in occasione dell'ultimo congedo ti dissi: ‘Come ti ho servito Io in questi giorni, così bramerai tu di servire un giorno Me!’, e tu gioisti per queste Parole, poiché le interpretasti a modo tuo. Lascia che Io ti dica che il Mio tempo è ora giunto, in cui non compio più il Mio dovere con pialla, sega e ascia, ma con la Lucetrovata in Me voglio adesso provare a mostrare a tutti gli uomini la via per la loro vera felicità!”.

                       12.   “Gesù, Tu sai, anch'io sono un cosiddetto savio, ma questa Tua Sapienza non trova in nessun caso la mia approvazione. Un artigiano come Te rimanga con l'artigianato. Un tale artigiano cerchi di soddisfare gli uomini, e tutta la miseria gli rimarrà lontana!”.

                       13.   “Mio Ilario”, ice Gesù benevole, “proprio perché Io so che la felicità bramata ardentemente in cose esteriori non può alla lunga rendere nessuno definitivamente soddisfatto, voglio mostrare agli uomini la via e i mezzi per diventare veramente felici. Poiché tutta la miseria degli uomini – ha la sua causa nella falsa supposizione che cose materiali possano rendere felici!”.

                       14.   “Carissimo Gesù! Finora io ho trovato in Te l’uomo migliore e mi sento anche particolarmente bene nella Tua vicinanza. Ma per diventar felice con Te, oh, dovrebbero tacere tutti i propri desideri e opinioni! Per quanto dai ragione a qualcuno, Tu hai anche così tanti ‘ma’ e sai a modo Tuo animare tutto così, che soltanto la Tua Opinione può essere la giusta! Non Te ne voglio per questo; ma è certo difficile dover come savio, ammettere che Tu sei mille volte più savio! Il futuro mi possa sciogliere anche questo grande mistero”.

                       15.   Dice Gesù: “Mio caro amico! Vedi, tu parlerai un giorno del tutto diversamente quando comprenderai ogni cosa in Me e di Me. Ma per Me è la più grande sofferenza che voi tutti, e anche tu, Maria, vi abbandoniate a false immaginazioni. Io mai diventerò e sarò ciò che voi desiderate, perché la Mia grande Opera è una pura Opera di Dio! Il Messia, che voi aspettate in Me, vi deluderebbe, perché lentamente, molto lentamente dovreste certo venire al riconoscimento che questa Salvezza e Liberazione dalla maledizione non deve tornare a profitto soltanto al popolo eletto di Dio, bensì a tutti i popoli della Terra! – Voi volete essere liberi, volete diventare liberi; questo è il vostro ardente desiderio. Ma per diventare liberi ci vuole molto di più che un debole volere; qui deve sorgere perennemente in voi nuova forza operante. Ma finché è alimentato il vecchio, comodo male, non sarete mai liberi! Un Messia vi potrebbe ben liberare facilmente dai romani, ma così sareste tanto maggiormente asserviti dal vecchio male, e questo sarebbe la vostra sicura rovina. Voi, fratelli, avete sentito che cosa ha sperimentato Nathan la notte scorsa. E ancora, avete visto vostro padre Giuseppe nel suo mondo, e ora potete dire con certezza, chi dei due è il più felice. Voi dite: 'nostro padre’ – e con ragione, poiché ora egli è libero da ogni male!”.

                       16.   Domanda Ilario: “Ebbene, Gesù, che cosa è veramente nella più profonda causa questo antico male, male che non ci permette di essere liberi e lieti, che ci può asservire così che mai gaiezza è possibile?! Non esistono qui le leggi di Mosé per sbarrare la via a tutti i mali?”.

                       17.   “Amico Mio”, risponde Gesù, “tu non sei un giudeo, ma interiormente sei fedele a Jehova che hai riconosciuto. Tu conosci i destini del nostro popolo e partecipi a tutte le sue gioie e sofferenze. Giuseppe ti è stato  un buon esempio, ma il male radicava anche in Giuseppe ancora profondamente, e questo era: l'amore per il vecchio tempio e la ferrea volontà di adempiere proprio la legge! Ma nel rigido adempimento esteriore dei Comandamenti di Dio e di tutte le cerimonie – crebbe lo spirito dell'amor proprio, quell'amore che deve essere sacrificato e deve morire liberamente! Perché fintanto che è determinante ancora l'amor proprio nell'esistenza degli uomini, i desideri e le brame mondane non si quieteranno! Soltanto chi può sottomettersi in tutto senza desiderio, si libera dal vecchio male e rende libero lo spirito in sé, spirito che è: Forza dalla Forza primordiale e Luce dalla Luce primordiale!”.

                       18.   Ilario domanda stupefatto: “Gesù, puoi dire Tu che sei libero da tutti i desideri e tutte le brame? Puoi Tu affermare che sei Forza dalla Tua vita interiore e vivi da questa nuova Forza sorgente? – Allora forniscici delle prove! Poiché sarebbe una gran bella cosa se Tu potessi esporre con Parole ciò che Ti colma interiormente, ma in verità spesso le cose stanno differentemente quando viene il momento della prova!”.

                       19.   Gesù risponde tranquillo: “Hai ragione, caro amico, se tu esamini quanto è stato detto. Io però dico a te e a tutti: se non vuoi prestar fede alle Mie Parole, allora crediMi almeno per il fatto che Io non sono in grado di dire bugie. È la Mia più grande Testimonianza che Io annuncerò: Io sono Verità! – Io sono Vita proveniente dalla Vita di Dio e vivo soltanto per la Verità di Dio! Ma se tu cammini sulle vie sulle quali Io vi ho preceduto, soltanto allora comprenderai interiormente che queste Mie Parole sono vere Parole di Dio! Ora però fortificati e sentiti veramente a casa tra noi”.

                       20.   È stata una bella giornata. Nessuno pensa alla separazione, finché i bambini si sentono stanchi, e Ada si congeda, ringraziando ancora una volta con sentito amore Gesù e Maria.

                       21.   Gesù dice: “Va a casa in pace! La vera Pace di Dio è promessa a tutti coloro che amano i loro simili. Ciò che Io ti ho fatto cerca di farlo tu agli altri, allora servi veramente Iddio. E così sii benedetta dallo Spirito dell'eterno Amore!”.

                       22.   Commossa Ada sta per lasciare la stanza, quando la piccola Lea si spinge a Gesù e solleva i suoi braccini verso di Lui. Gesù vede l'intenzione, la solleva, la stringe al Suo petto e dice: “Lea, Mia piccola figlioletta, ricorda sempre che Io ti amo come se fossi tuo padre, allora non mi dimenticherai!”.

                       23.   “Tu caro Gesù, perché non sei mio padre e io la Tua Lea? – Perché doveva morire mio padre e lasciarci così soli?”.

                       24.   “Lea! Il buon Dio nel Cielo sa tutto, e tuo padre è presso di Lui e non ti ha dimenticato. Ed anche quando non sarò più a Nazareth, Io ti vorrò bene come se fossi Io il padre tuo. Ora andate a casa e fate il vostro dovere!”.

                       25.   Il piccolo Davide si guarda timidamente intorno e veloce è fuori della porta. Allora lo chiama la madre: “Davide, non si va via così di casa. Tu hai una cattiva coscienza, mentre Gesù ci ha fatto così tanto bene. Presto, chiediGli perdono!”. Timido, il piccolo torna indietro da Gesù, ma non dice una parola.

                       26.   Allora Gesù gli dice seriamente: “Davide! Bene che sei ancora un fanciullo. Ma quando un giorno afferrerai tutta la grande Verità e piuttosto vorresti morire per pentimento e afflizione, allora pensa a Gesù che adesso ti dice: Io Amo anche te! Ora andate, la Pace sia con voi!”.

                       27.   Ora anche Nathan vuole andare, ma Gesù dice: “Nathan, perché vuoi andare? La tua casa è ordinata al meglio, e chissà quando ci rivedremo, poiché Io lascio Nazareth”.

                       28.   “Carissimo Gesù, la Tua Opera di salvezza, come la presenti Tu, non deve tornar utile anche ai nazareni? Allora comincia qui in questo luogo, io non Te lo impedirò se vai nella sinagoga”.

                       29.   Gesù dice: “La tua volontà è buona, caro amico; ma non posso rimanere, poiché il Mio Padre eterno mi ha già mostrato il Mio lavoro per i prossimi giorni. E per i nazareni non sarebbe neanche per la loro salvezza. Guarda, da quanto tempo sono tra voi, e nessuno ha mai pensato che Io potessi essere il Promesso. Qualche cosa di Me è trapelata, ma allora altri hanno fatto in modo che non è rimasto nulla di buono del Sognatore. – Qui sarebbe ora un campo di lavoro per te, Nathan! Ma anche a te Io non posso dire: fa questo o quello, perché allora non sarebbe un'opera del tuo libero amore, ma un'opera della costrizione. Io penso che tu adesso mi abbia compreso?”. –

                       30.   Domanda Nathan: “Sì, ma perché mi costringi a rimanere qui, perché anche questa è certo una costrizione!”.

                       31.   “Molto giusto”, risponde Gesù, “ma questo deve servire per la tua salvezza! Perché quello che tu fai dal tuo libero amore interiore, anche non deve servire a te, ma deve servire ai tuoi simili! E quanto più servi le loro anime, tanto più servi Dio!”.

                       32.   “O mio Gesù, mi sento i brividi davanti a tali profondità che ora riconosco in Te. Prevedo del Grande. Ma, caro Gesù, svelami questa cosa: perché sollevo soltanto oggi il velo con il quale Ti sei avvolto così misteriosamente? Perché veniamo a sapere soltanto adesso la Tua grande Intenzione?”.

                       33.   “Caro Nathan, ascolta: chi mi ha amato come Mia madre e i Miei fratelli, era stato informato. Chiedi a Giacomo da quanto tempo egli mi conosce già, e tutti in casa sapevano della Mia Missione. Certo, è stato per Me spesso non facile, non togliere ai Miei fratelli la loro libertà. Chiedi tranquillamente ad ognuno se Io ho esercitato soltanto una singola volta una costrizione, allora essi risponderanno: ‘No, non lo hai mai fatto!’ – Chiedi a Giacomo quanti giorni non abbiamo pronunciato nemmeno una parola, ma eravamo e siamo rimasti uniti nel cuore. Se i nazareni avessero creduto come i Miei fratelli hanno creduto, in verità, nessun Cielo avrebbe potuto essere più magnifico! Ma così, mi dovranno cercare, e difficilmente mi troveranno”. –

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Cap. 3

Gesù e il Suo messaggero Gabriel

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                         1.      Nessuno osa replicare una parola; allora si fa silenzio, sempre più silenzio. Nella sala sorge uno splendore dorato e, all'improvviso, un angelo sta dinanzi al Signore, visibile anche agli altri. “Signore, Tu Vita di ogni vita! Il Tuo Ordine è stato eseguito! Tutti gli spazi dell'Infinità sono ricolmi dell'attesa: Tu adesso annuncerai in maniera visibile e udibile, tutto il Tuo Messaggio. E ad ogni essere della luce e delle tenebre è ora permesso di udire lo stesso. Solo il motivo, molti non riescono a scorgere, perché Tu, o Signore, hai voluto tutto questo così”.

                         1.      Dice Gesù: “Ebbene, allora ascolta, poiché deve esser posto un altro Fondamento per ogni futuro. Tutto ciò che si crede grande deve essere abbassato! Ma quello che è piccolo e umile, deve essere innalzato! Voi avete osservato il nemico di ogni Vita; anche lui non è stato ozioso, e le sue schiere non possono quasi più aspettare il momento in cui egli vuol causarMi il più grande insuccesso. – Ma sarà la sua più grave delusione, perché il Mio Amore per tutti, per tutti gli esseri dona Forza e sempre nuove Forze. E sebbene c’è ancora molto, moltissimo da superare, Io potrò tuttavia esclamare un giorno: ‘È compiuto!’. Riferisci questo a tutti i veri interroganti secondo il Mio intendimento, e ora resta ancora un'ora tra i Miei fratelli!”.

                         2.      L'angelo s’inchina davanti ai fratelli, a Nathan e ad Ilario, e dice: “Amici di questo mondo, io vi saluto e mi rallegro di stare finalmente una volta tra uomini terreni, poiché noi angeli vediamo ben tutto il vostro agire e percepiamo i vostri pensieri e parole, ma voi non ci vedete. Oh, essere adesso uomo è Grazia su Grazia! Se voi immaginaste quale felicità vi attende, adornereste la Terra e tutto ciò che vi si trova tanto meravigliosamente, quanto è possibile soltanto al puro e vero Amore”.

                         3.      Giacomo porge la mano all'angelo e dice: “Meraviglioso servitore del nostro Signore e Dio, noi siamo poveri abitanti e pellegrini di questa Terra, ciò che per te è bello e magnifico, ci appare ancora offuscato e oscuro. Tu contempli con gli occhi dell'Amore – e tutte le cose ti strappano un inno di lode; noi vediamo più con gli occhi dell'intelletto in questo mondo, e così è spesso oscuro e buio intorno a noi. Vedi, il Signore si è già spesso meravigliosamente rivelato, ma oggi abbiamo vissuto la più grande Rivelazione: Gesù è il Signore, è il Salvatore, l'ardentemente Bramato!’. Ma credi a me povero pellegrino terreno, il giubilo nei tuoi mondi a te noti non può essere più grande di come è oggi presso noi pochi che abbiamo potuto vivere quest’esperienza: ‘Egli è il Signore! – Egli è il Signore! – Alzate in alto le porte e allargate i frontoni, affinché Egli entri con Potenza e Magnificenza’ [salmo 24,7]. Oh, quanto presto è passata quest'ora, …ma Egli rimane il nostro ardente Desiderio e il nostro Amore”. –

                         4.      Ora si avvicina Ilario, osserva l'angelo e dice: “Posso anch'io parlare con te, essere angelico?”. –

                         5.      “Certamente, amico mio e fratello terreno, perché anche tu ami il Signore, sebbene ancora a modo tuo. Oh, soltanto quando tu vedrai chiaramente, non avrai abbastanza spazio nel tuo petto, allora anche tu diventerai un giardiniere che vuole trapiantare questa fortuna in tutti i cuori umani. – Ma non sbagliatevi! Perché Egli è il Signore, il Signore Zebaot, Egli è l'Amore, e il Suo eterno Regno è nell’intera Infinità. Così come il Signore non ebbe riguardo di nessun singolo uomo o angelo a causa delle Sue alte Mete, così anche in seguito Egli seguirà soltanto la Sua propria Via! E ben per te se anche tu Lo vuoi seguire per operare secondo la Sua Volontà rivelata! Ognuno rifletta: il Suo Regno è un Regno eterno e le Sue Mete sono pure eterne, e tutto ciò che è terreno può essere considerato soltanto un'aggiunta. Io però vedo in voi ancora un dubbio, perché non siete in grado di afferrare questa Grandiosità. Voi sperate sempre nella liberazione dalle catene terrene. Ma vedete, qui sta soltanto un debole servitore di questo Signore, il quale però avrebbe così tanta Forza da annientare in un attimo, tutti i vostri nemici terreni. Ma quante Forze stanno a disposizione di Colui che un giorno chiamò tutto all'esistenza – e certo desidera solamente mostrare a tutti la via che porta alla perfezione! Amici, cari amici della Terra, afferrate, afferrate queste mie parole! Esse vengono da un cuore che per amore non rifugge da sacrificio alcuno”.

                         6.      Tutti odono queste parole e guardano ora al Signore, queste parole, infatti, non sono state soltanto esortazioni, esse nascondono anche un rimprovero. Gesù però domanda solamente: “Fratelli Miei, e anche tu, Maria: perché ad un tratto siete così silenziosi? – Vi è stato detto solamente ciò che avete sentito già tanto spesso! Io sono ancor sempre Lo stesso: il vostro Gesù! Ma in Me c'è Dio! E con Lui Io sono unito in eterno. E ciò che Dio vuole, lo voglio anch'Io!”. –

                         7.      “O fratelli, rallegratevi con Me!”, esclama Gesù ad alta voce. “Attraverso tutti i Cieli passa un sussurro, passa un giubilo, poiché ora la speranza nutrita da Eternità entra nell’adempimento: la riunificazione con il perduto. – – L'eterno Amore fa risuonare un nuovo richiamo: ‘Venite qui! – Tutto è pronto! – Venite, e ascoltate il Messaggio: le porte sono dischiuse![2] L'angelo con la spada fiammeggiante è stato allontanato, e al suo posto vi stanno ora due angeli con cuori fiammanti. È giunto finalmente il tempo in cui vi chiama con un cenno la Salvezza!’ – Che cosa pensate, fratelli Miei, non volete ora essere lieti anche voi?”.

                         8.       “Mio caro Gesù”, dice Gioele, “non mi è possibile riconoscere senz’altro questa grande, portentosa Rivelazione divina, poiché Tu, come nostro fratello Gesù, sei ancora Lo stesso. Da trent'anni io Ti conosco e da allora Tu sei uomo come me! Che Tu porti in Te uno Spirito gigantesco lo sappiamo già da quando eri ancora un fanciullo. Che l'alto funzionario Cirenio ed altri potentati ti abbiano riconosciuto come un Dio, poco m’importa, poiché in me è radicata la fede in Jehova! Non mi viene in senno: Tu saresti Jehova stesso! Mio caro fratello Gesù, già il pensiero è per me una profanazione! Che Tu porti in Te delle Forze, è dimostrato; ma che Tu possa essere l''eterna Forza primordiale stessa, Gesù, non volermene, io non lo posso afferrare, perché troppo spesso hai dato un'immagine del dolore e della miseria. Chi Ti ha visto, quando dopo essere rimasto lontano da casa per giorni, tornavi affamato e con la veste strappata[3], costui non Ti crederà che Tu sei alla meta del Tuo adempimento. La Scrittura c’insegna di Giosuè, di Elia; questi ed altri hanno fatto anche cose grandi, e così ben io credo che Tu sei il Promesso, ma Dio stesso – no, questo non lo credo!”. –

                         9.      “Fratello Mio Gioele, rimani nella tua fede!”, risponde Gesù. “Verrà ancora una volta il tempo, in cui Io offrirò un’immagine ancora maggiore di dolore e di miseria, allora riconoscerai anche tu quali grandi sacrifici sono necessari per percorrere la via dell'Adempimento”.

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Cap. 4

La ‘cena’ con pane e vino

                         1.      Ora però vogliamo ancora una volta celebrare insieme la ‘cena’! L'Oste è ora il Padre celeste in Me, e questo Mio Messaggero e servitore ve la preparerà. Vedete, come oggi questa cena è la conclusione del Mio periodo dell’infanzia e gioventù, così verrà celebrato con un’altra cena il compimento del Mio tempo d’Insegnamento. Ora però il Mio Cuore è colmo di Gioia. – Siatelo anche voi! Così sia!”.

                         2.      Senza che i presenti notino qualcosa, – la mensa con pane e vino è già preparata. L'angelo invita a prender posto alla grande tavola, e in silenzio viene consumato il semplice, ma delizioso pasto celeste. Mai una volta Ilario e Nathan hanno gustato qualcosa di così buono; i fratelli però pensano all’Egitto, dove già presero parte ad una cosa simile. Anche l'angelo partecipa alla cena, cosa che meraviglia molto Ilario e Nathan.

                         3.      Gesù prende il Suo calice, gira intorno al tavolo, beve con ciascuno un sorso dal Suo calice e guarda ad ognuno per un minuto profondamente negli occhi. Quando ha terminato questa scena d’Amore ed ha ripreso il Suo posto, i Suoi occhi splendono meravigliosamente; – poi dice: “Fratelli, pensate sempre a questa ora! Non lasciate mai sbiadire questo ricordo, perché un pezzo di Cielo è toccato a Me e a voi! Ora sapete quanto basta, ma il futuro vi insegnerà ancora molto su questo; perciò siate silenziosi, e imparate a tacere! Nel silenzio si raccolgono le forze e interiormente si diventa forti e lieti. – Ora il giorno volge al tramonto, e così andiamo verso la vicina collina e sprofondiamoci nel silenzio della meditazione con gli esseri beati e lieti che saranno presso di noi e intorno a noi”. –

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Cap. 5

Vicissitudini su una stella

stella

                         1.      E così anche avviene! – Ma quando sono giunti sulla collina e tutti hanno trovato un posticino tranquillo, manca l'angelo; – e Ilario dice: “Strano, non si è nemmeno congedato da noi”. –

                         2.      Dice Gesù: “Ilario, ti sbagli, non è andato via da noi. Lui e molti altri sono intorno a noi e si rallegrano di quest'ora. È anzi una grande sciagura per gli uomini il fatto d’aver perduto la possibilità di scorgere tutti coloro che ci hanno lasciato”. –

                         3.      Ilario chiede stupito: “Puoi Tu vederli, carissimo Gesù?”. –

                         4.      “Oh, sì, non solo vedere, ma sono unito con loro come sono unito con voi. Non soltanto ascolto e contemplo il loro agire, no, Io vivo con loro e scorgo i loro pensieri più profondi, così come scorgo i tuoi”. –

                         5.      “Ma questo deve essere spaventoso; – vedere tutto intorno a Te, le loro gioie, ma ben anche la loro collera e tutte le malignità. Allora preferisco che rimanga così com'è”.

                         6.      “Ilario, amico Mio”, risponde Gesù, “tu, un figlio della Terra, non puoi ancora afferrare questa contemplazione nel senso di che cosa in fondo deve essere veramente. Poiché considera che tu come uomo sei limitato, e i tuoi concetti di tutto lo spirituale sono altrettanto strettamente limitati. Vedi, sopra di noi l'infinita volta celeste notturna ti dà ancora annuncio di incalcolabili mondi stellari! Dimmi dunque, perché non vedi tu nessuna stella di giorno? Tu dici: ‘Lo causa il Sole con la sua luce: soltanto quando è buio le stelle si manifestano!’. Giusto! – Ora fa attenzione: Io voglio che tu prenda visione sull'essenza di queste stelle, e così divieni per una volta molto, molto calmo e silenzioso”.

                         7.      Ilario e gli altri diventano ora completamente quieti e rimangono silenziosi in raccoglimento ed assorbimento interiore. Si fa sera; le stelle cominciano a splendere – ecco che si libera una stella cadente e percorre rapida un pezzo di cosmo. Per questo motivo i presenti sussultano un poco e così guardano in alto e scorgono soltanto adesso le costellazioni. Ilario però vede come una stella viene verso di lui, diventa sempre più grande, più grande e luminosa, e all'improvviso si trova in un enorme giardino. Lì si trovano anche degli uomini; – non dicono una parola, ma Ilario sa quello che essi si trasmettono con i pensieri. Egli vede le loro disposizioni senza fare un passo; vede ciò che fanno nelle loro case, cosa mangiano e bevono, ed anche lui è visto.

                         8.      In un tempio si svolge la funzione religiosa; …vi è attratto! – E come con passo rapido è già lì! Ora il più anziano comincia a parlare; le sue parole suonano come accordi di organo e penetrano profondamente nel suo cuore! È un monito: “…rimanere nell'Ordine santificato, perché la Terra – che ora accoglie lo Spirito supremo - ha visto così tanta sofferenza su di essa a causa dell'ordine opposto…”. “Voi sapete”, continua a parlare, “un ospite è tra noi, un abitante di questa Terra da compiangere profondamente. E se voi tutti, figli miei e voi figli dei miei figli, volete rimanere in questa bella esistenza e stato, allora attenetevi all'Ordine, osservate l'Ordine di Dio! Ma ora a questa tenebrosa Terra è capitata una grande Salvezza! – Il Grande Spirito calpesterà la testa all’antico serpente ed eliminerà con il proprio Sangue ogni infamia e vergogna; e così unirà nuovamente tutto con lo Spirito supremo”.

                         9.      Ilario si avvicina ancora di alcuni passi, e ora l'anziano parla a lui: “Sii il benvenuto! Il buono, grande Spirito mi ha informato della tua venuta; ma i miei figli e i figli dei miei figli sarebbero felici se tu ci parlassi del tuo mondo, del tuo paese natio”.

                       10.   Ilario sente in sé un impulso e con un profondo sospiro comincia: “Cari abitatori di questo vostro magnifico e paradisiaco mondo! Con l'infinita Grazia di Dio, che è il Grande Spirito, ho potuto contemplare il vostro mondo ed osservare la sua organizzazione e devo chiamare tutti voi benedetti! Noi sulla nostra Terra non ce la passiamo così bene; la nostra Terra, infatti, non è per noi un luogo permanente, e non ve n’è uno che potrebbe rimanervi. Quando il tempo è compiuto, tempo che il nostro Dio e Creatore ci ha dato, allora arriva l'amara morte. Essa non si ferma davanti a nessuna porta, davanti a nessuna preghiera; essa afferra con mano fredda ciò che le spetta! Nessuno però sa che cosa è veramente la morte, possiamo soltanto credere a ciò che uomini savi ci hanno tramandato. Quando nasciamo siamo impotenti! Ogni essere vivente sta meglio che un uomo; perché dopo poche ore o giorni può quasi mantenersi da sé, mentre per noi sono necessari anni, prima che impariamo a pensare e giudicare. Tutti gli esseri viventi prendono, come nutrimento per sé, ciò che la Terra produce da sola, e prosperano magnificamente. Ma noi uomini dobbiamo lavorare duramente e con il sudore concimare il suolo della Terra, affinché ci dia quei frutti che sono necessari per la nostra conservazione. Del Grande Spirito che, come ha detto vostro padre, si trova sulla nostra Terra, io posso solamente dire che Egli è proprio un uomo come noi, e deve adempiere tutte le condizioni che la Terra richiede anche a Lui. Ma un'altra Testimonianza c’è in Lui! La Sua Essenza, infatti, è Amore, l'Amore più disinteressato. Il tanto lungamente Promesso ed Atteso sta dinanzi a grandi Compiti. E ora so anch’io: Egli compirà la Sua Missione e porterà non soltanto a noi, ma anche a voi la felicità suprema! È la grande Felicità dei Figli di Dio: noi possiamo divenire figli Suoi, ed Egli vuole essere nostro Padre in eterno! Egli annienterà la terribile morte! Edificherà il Suo eterno Regno dell'Amore, non soltanto sulla nostra Terra, ma anche presso di voi! Tu hai ordinato: «Attenetevi all'Ordine! Ordine! Ordine!» – Ma Egli, Gesù è il Suo Nome, ordina: ‘Attenetevi all'Amore! A quest’ Amore! E amate! – Perché Amore è la nuova Vita, e Vita è sviluppo! Ed Egli stesso è l'eterno Amore e l'eterno Sviluppo! Perciò anch'io prego tutti voi: amate, amatevi! – Ed Egli invierà anche a voi i Suoi angeli e messaggeri, i quali vi potranno ancora di più informare di questo, secondo la Volontà dell'eterno Iddio!”. –

                       11.   Gli uditori ascoltano pieni di riverenza, di migliaia è il loro numero. Poi parla l’anziano: “Ti ringraziamo! E come ricordo permanente porta con te sulla tua Terra la promessa: noi vogliamo sforzarci di amare e vogliamo veramente ringraziarLo per questo lieto annuncio. Dal momento che la nostra vita qui ci crea poca fatica, allora l'amore consigliato ci darà solamente gioia, e così vogliamo ringraziare, ringraziare, ringraziare!” – E senza proferir parole tutti si prostrano con le loro facce fino a terra e si immergono assorti con il loro cuore per il ringraziamento! – Dopo un po' di tempo questa Rivelazione per Ilario è scomparsa; e così domanda ora al Signore: “Carissimo Gesù, che cosa è stato questo?”. –

                       12.   Gesù risponde: “Amico Mio! Ciò che tu hai vissuto, lo hanno visto anche gli altri; perciò non può essere un’allucinazione. Mediante la Mia Volontà tu sei stato trasportato in quel mondo lontano, e quest’avvenimento è stato un Mio Dono per te e per Nathan. Serbatelo per voi in permanente ricordo. Poiché vi darà la certezza che il Mio Regno è un Regno eterno ed è imperituro. – E ora andiamo tutti a riposare; perché prima che domani spunti il giorno, Io sarò lontano! Ora non Io vivo più per Me stesso, ma per il Padre Mio. La Mia prossima Meta è di andare a trovare colui che è il Mio araldo e mi prepara la Via[4]. – E ora addio, e vivete giustamente, allora saremo sempre uniti! Amen!”.

                       13.   E con un saluto di benedizione Egli congeda i Suoi fratelli, Nathan e Ilario; “Ma noi, cara madre, rimaniamo ancora svegli”. – Con occhi lacrimanti si separa Ilario e anche Nathan, e solennemente promettono: “Noi ci ricorderemo delle Tue Parole e del Tuo Amore! Oh, se avessimo riconosciuto prima tutto questo!”.

                       14.   “Andate in Pace! Iddio è con voi!”, suonano le Parole del Maestro, …e poi si separano.

                       15.   Gesù ancora dice: “Fratelli, andate a riposare! Avete di nuovo vissuto molto, molto, e noi non possiamo più separarci! Siate grati, così come anch'Io sono grato, e rimanete fedeli al vostro Gesù!”. – Profondamente commossi, i fratelli afferrano le Mani del loro Gesù, augurano buona notte, …ed implorano ancora la Benedizione. E Gesù li benedice, …e in silenzio vanno a casa.

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Cap. 6

Il congedo dalla madre

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                       16.   Ora Gesù è solo con Maria. – Dolcemente Egli prende le sue mani e dice: “Maria, tu Mia cara madre, questo giorno ti ha causato molta fatica, ma anche grande ricompensa. Ora vorrei ricordarti un avvenimento – che accadde poco prima della Mia nascita. Ti ricordi del momento, in cui il padre Giuseppe ti domandò: “Perché tu piangi – e poi sei subito nuovamente lieta?”.

                       17.   Maria dice: “Sì, mio Gesù! – Io vidi piangere un popolo, e allora piansi anch'io. Poi vidi un popolo così felice, e allora fui felice anch’io; ma spiegare, ora non posso spiegarmelo precisamente. Perché me lo ricordi?”[5].

                       18.   “O Mia buona madre! Proprio perché quei due popoli ci stanno ora nuovamente dinanzi; ma non più piangendo o giubilando, ma interrogando. Anche loro, infatti, vengono alla consapevolezza di ciò che sta adesso in gioco. E così sii rassicurata: mai ancora i destini di tutti gli uomini ed esseri stanno così sul filo del rasoio come adesso! Quanto spesso mi avete domandato: quando cominci la Tua Missione? – Tanto spesso domandavano anche popoli interi: quando arriva il Liberatore e Redentore? – Vedi, Maria, ora vado via da voi, ma il Mio Amore rimane qui. Tu non puoi liberarti dal pensiero che Io sia solo il vostro Messia, il Salvatore del popolo giudaico? Quanto felice dirigerei allora i Miei passi nel deserto di Bethabara”.

                       19.   Risponde Maria: “Mio Gesù, ciò che Tu dici è così importante e tuttavia, guardami, forse non esiste nessuna madre che ha dovuto sopportare maggiori preoccupazioni e lotte. E ora Tu dici: finalmente sono giunto alla Meta! E mi spezzi comunque questa grande, potente speranza? – Vedi, soltanto un popolo libero può radicarsi nel suo eterno Dio e compiere lieto e libero la Sua santa Volontà! Ma un popolo oppresso ed asservito, perde anche l'ultima rimanenza della sua fede in Dio! Perciò, mio caro Gesù, io speravo ed ho sperato sempre soltanto in Te!”.

                       20.   Gesù prega: “Maria! Quest'ultima ora doveva portarci più comprensione e unione interiore. Perciò rifletti su questo: un popolo che è radicato in tutta la sua profondità dell'anima con Dio, non ha oppressori e nemici. Questa unità e comunanza interiore, infatti, è una Forza che anche altri popoli rispettano! Soffermati su questo: perché il popolo di Dio è così oppresso? …Perché ha perduto il suo Dio ed i Suoi servitori sono pieni della più orribile superbia! Che cosa è ancora la Verità? …più nulla! Per questo Io sono felice di poter finalmente servire davvero il Mio popolo e posso dimostrare a tutti: Verità è Amore! – Maria, diventa ‘Uno’, pienamente e totalmente Uno con Me! Allora tu sarai la prima che potrà dare la risposta ai popoli chiedenti: ‘Qui è il nostro Liberatore, che ci porta Verità e Amore! Qui è il Cuore che è pronto a portare ancora per tutti il più grande Sacrificio. Guardate a Lui, perché Lui sarà il nostro Liberatore!’[6]. Vedi Maria, se tu di giorno – quando hai persone intorno a te oppure percepisci essenze – pensi e veramente credi alla Mia Missione, allora produci onde di Luce e di Potenza che mi sostengono nelle Opere Mie. Ma a questo è presupposto: essere libera da ogni dubbio! Guarda gli uccelli sotto il cielo, essi sono liberi e sempre lieti, perché vedono il mondo e il loro ambiente circostante così com'è. Gli uomini però vorrebbero vedere il mondo e i suoi abitanti come lo desiderano loro, e perciò questi contrasti tra loro. Soltanto la letizia interiore ci dà la libera forza di prendere tutto così com'è in realtà. AiutaMi nella Mia Opera credendo veramente in Me, e tutti gli esseri ti manifesteranno la loro sconfinata gioia. E ora vieni, anche noi vogliamo andare a riposare!”.

                       21.   Commossa Maria dice: “Mio Gesù, ancora soltanto una domanda: Se Tu sei veramente Colui di Cui sta scritto – perché vai tu così tanto e da solo a pregare? Io so, anche ieri non sei venuto a riposare. Se Tu sei davvero Uno con Dio, l'Eterno, è ancora necessario cercare nella preghiera conforto, pace e forza?”.

                       22.   Gesù risponde: “Mia Maria! Vedi, tutto ciò che è in Me, dovevo prima conquistarMelo come Mia umana proprietà! Non potevo ottenerlo come regalo, affinché i nemici della vita non avessero un'arma per questionare con Me! Se avessi chiesto a Te oppure ai fratelli di sostenerMi nella preghiera, nel tacito divenire, avrei offerto dei punti deboli d'attacco. Ma ora che ho superato tutti gli impedimenti, senza alcun aiuto umano e senza nessun appoggio, tutto l'umano in Me è anche spiritualizzato e posso servire soltanto al Divino! – Iddio nella Sua eterna Essenza primordiale è Potenza e Amore! Questa Potenza e Amore è ora la Mia Vita interiore. Per questo Io sono Uno con Dio e non posso fare niente senza questa Sua Vita”.

                       23.   Maria fa cenno col capo e preme le mani del suo Gesù; e Gesù prega ancora una volta: “Vieni, andiamo a riposare! Soltanto nel silenzio viene risolta ogni questione”.

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Cap. 7

L'addio ai fratelli

                         1.      Presto è passata la notte; – i fratelli sono già in piedi ed aspettano la madre e Gesù. S’intrattengono bisbigliando – e ora vengono Maria e Gesù nella sala. Il saluto è breve. Maria maneggia al focolare, e alla fine porta la colazione. Nessuno dice una parola. La tristezza della separazione agita tutti i cuori; ognuno si domanda interiormente: ‘Che cosa sarà ora?’. E tace anche Gesù!

                         2.      Maria invita a mangiare. Gioele ringrazia e benedice il cibo, e in silenzio tutti gustano il preparato. Maria sparecchia la tavola e finalmente Gesù rompe il silenzio: “Maria! …e voi, cari fratelli, rimanete nel vostro mondo interiore, come anch'Io rimango nel Mio proprio! E badate che nel vostro cuore non si annida nessun falso pensiero, nessun falso impulso, che vada contro la Mia alta Missione redentrice! Voi mi avete aiutato nell'edificazione della grande Opera di Dio. E come ora continuo a lavorarci Io, così continuate anche voi a lavorare, poiché si tratta di compiere Opere che appartengono all'Eternità.

                         3.      Ora separiamoci lieti! L’incontrarsi nuovamente sta all'eterno Padre. – Mio Gioele![7] Tu, il più anziano, occupati sempre del mantenimento della nostra casa! Sforzati però di consolidare in amore anche lo spirituale di cui sei debitore alla casa di tuo padre Giuseppe! – Tu Giosué, sii la luce che si mostra sempre raggiante; poiché tu sei colmo dello Spirito di Dio! – E tu, Samuele! in te non vi sia altra volontà che quella che Io ti ho mostrato come tuo fratello! – Tu Simone, rimani nel vero Ordine! Venga quello che vuole, rimani nell'Ordine giorno dopo giorno! – Tu Mio Giacomo! Sopporta con pazienza ciò che gli altri non riescono ancora a sopportare! –

                         4.      E ora, madre, …continua ad operare in dolcezza e misericordia, allora nessuno sentirà la Mia mancanza nella casa di Giuseppe. – Nessuna lacrima deve luccicare nei vostri occhi, e nessun dolore deve colmare il vostro cuore, perché Io, come Gesù, Fratello vostro, seguo ora come Maestro ‘il Padre Mio’ che mi chiama alla vivente attività. In breve ci rivedremo e ci sentiremo nuovamente una cosa sola. Perciò, fratelli, rimanete fedeli, e passate al par di Me all'azione! – Amen!”.

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Cap. 8

Gesù e Lucifero sul monte Tabor

                         1.      Il Sole tramonta in un rosso ardente ed illumina in una luce rosseggiante le nuvole vaganti nel firmamento celeste. Il giorno è stato caldo ed un grande silenzio si è diffuso nella natura; non si vede nessun uomo, nessun animale, come se da tutti venisse bramata soltanto la frescura della sera e della notte. Chiari vapori nebbiosi si abbassano sulla cima del monte Tabor[8] per diffondersi poi sempre di più verso il basso. Presto si fa buio, si alza un vento rinfrescante. – Solitario, un Viandante si avvia verso il punto più alto del monte.

                         2.      È Gesù. I Suoi riccioli sono mossi come per gioco dal vento, dai Suoi Occhi traspare soddisfazione e pace radiosa. Leggero è il Suo passo, e senza aggravio raggiunge la cima. Le stelle salutano risplendendo; la Luna sorgente diffonde un’aureola di luce intorno a sé, ma intorno a Lui è buio. Gesù si cerca un posto e ora riposa; ma il Suo sguardo girovaga alle stelle e in lontananza. - “Se voi tutte foste così liete e libere come Me e poteste misurare la felicità di non essere più legate a nulla, – quanto più magnificamente ancora brillereste e splendereste!”, – dice Gesù alle stelle, e guarda e si rallegra di queste bellezze splendenti.

                         3.      Poi Gesù chiude gli occhi, – e in silenzio abbraccia con lo sguardo il Suo mondo interiore. Il Suo respiro accelera sempre di più, e ora in Lui diventa vivente: tutta la Sua Vita passa a Lui dinanzi! Intorno a Lui echeggia come magnifica musica dalle sfere celesti. Intorno Gli si raccolgono esseri magnificamente belli e Gli offrono la loro fedeltà. –

                         4.      Gesù però ribatte e dice: “Miei fedeli servitori e messaggeri colmi della Volontà di Dio! Io vengo incontro alla vostra preghiera e mi rallegro della vostra gioia e amore. Ma nulla è puro, nemmeno questa gioia, perché ancora troppi languono nella più profonda miseria! Voi vi rallegrate, dal momento che ho superato questo tempo del Mio essere vincolato, e vi rallegrate di ciò che Io ora opererò come Signore, come Maestro, come veramente Libero. Ma provereste ancora molta più gioia e magnificenza, se anche voi cooperaste a lenire il bisogno dei legati, dei veramente poveri e smarriti. Voi conoscete la Mia Missione, compiere come Uomo la cosa più Onnipotente, cosa che è: servire non più se stessi, ma soltanto Dio e gli uomini. Perciò portateMi il vostro fratello smarrito e mostrategli la vostra felicità!”

                         5.      Silenziosi gli angeli s’inchinano – e già il minuto successivo dinanzi a Gesù sta Lucifero nella figura di un vecchio, versato uomo. “Poiché non sei venuto spontaneamente, ho ordinato ai Miei Messaggeri di venirti a prendere, per darti occasione, davanti a questi Miei Servitori e Messaggeri – di rivelare anche la tua volontà! Non hai potuto impedire il Mio Progetto. Tu non hai potuto impedire, non hai potuto ostacolare che Io separassi ogni vincolo, anche il pur minimo – che ancora vincolante agiva tra la Mia e la tua essenza – dalla Mia essenza umana, dal Mio Io! Nulla può ancora trattenerMi! Nulla è in grado di impedirMi di vivere e di agire soltanto per Dio e il Suo eterno Regno! Perciò Io ti domando, Lucifero, tu punto di raccoglimento di tutta la luce e di tutte le magnificenze di Dio: non brami ritornare in quei lontani, lontani tempi, in cui tu quale incoronato adempivi la Volontà di Dio? Poiché dove eternità or sono ti circondava Luce su Luce, Vita su Vita, stai ora quasi solo con i tuoi a te rimasti ancora fedeli. Che cosa ti è rimasto ancora? – Nient’altro che la consapevolezza: tu sei il grande avversario di Dio!”.

                         6.      “Tu puoi aver ragione”, replica freddo Lucifero, “però non è ancora deciso se non rimango io il più grande e il più forte! Tu non mi puoi impedire di compiere la mia volontà, come io non potevo impedirla a Te. Ma quanti contrasti Tu mi prepari, tanti ne preparo io a Te e continuerò a farlo! Mostra dunque la Tua Onnipotenza ed annientami! Voglio ringraziarTi con l'ultimo battito del polso, se posso smettere di essere! Ma proprio qui si trova il Tuo lato debole, perché Tu devi lasciare esistere tutto l’esistente anche se dovesse passare nel caos! Nessuno può impedirmi di rimanere Tuo avversario, e nessuna magnificenza potrebbe stimolarmi a servirTi! Che cosa hai risposto al mio anelito, al mio desiderio, quando volevo vederTi ed essere in relazione con Te? – Niente! Ti facesti cercare e lo stesso non trovare; e per le mie preghiere avevi gli orecchi sordi! Di quando in quando penetrava in me una voce: ‘Io Ti devo cercare, sentire e trovare in me!’, – ma questi potevano anche essere i miei propri pensieri. Ora che io Ti vedo, Ti sento, …Ti dico davanti a questi mille testimoni: ho perduto ogni desiderio di riconoscerTi come mio Signore e Sovrano![9] – Io stesso voglio e sarò signore!”

                         7.      Gesù dice grave: “Lucifero! Signore è chi rimane vincitore! – Tu sai che Io mi metto al par di te. Divenni povero così proprio come te! – (così spiritualmente povero come uomo). E se ora dispongo di Forze e Ricchezze che vivono in Me, anche tu hai la possibilità in te di dischiuderle e utilizzarle per il tuo meglio!”.

                         8.      Lucifero risponde eccitato: “No, non Ti credo! – Le Tue Parole mirano soltanto a mettere tutto il mio potere, tutta la mia volontà nelle Tue Mani”.

                         9.      Gesù risponde aspro: “Lucifero! …non dire che non lo credi! …dì liberamente: ‘Non voglio!’, e allora dovrai provare che alla fine ti verrà preso tutto, tutto, anche la cosa più piccola! – Ora Io vado fuori nel mondo e procaccerò e farò luce come una fiaccola nella tenebrosa notte! Ma non costringerò nessuno, terrò comunque un occhio vigile su di te. Perché, Lucifero, ora è in gioco tutto! Proprio per prevenire il caos la Mia Missione è doppiamente importante! L'Amore per i Miei figli umani mi mostra la via e mi da Forza per il Compimento!”

                       10.   “Hai detto bene!”, replica Lucifero, “ad un Tuo cenno stanno a Tua disposizione Legioni, e nessuno può impedirTelo perché Tu sei loro Signore! Ma io sto qui abbandonato e solitario e devo stare a guardare come distruggi la mia proprietà[10]. Se però io vengo e mi voglio difendere, allora i Tuoi angeli si precipitano e vorrebbero distruggermi”.

                       11.   Gesù risponde calmo: “Niente affatto, Lucifero! Tutti gli angeli rispettano la Mia Volontà, e questa assicura anche a te la massima libertà del tuo volere. Ma se tu procedi violento e distruttivo, allora ti devono essere imposti dei limiti. Vedi, Lucifero! Ora inizia la battaglia finale tra Me e te! Io eliminerò tutto ciò che i tuoi fedeli scorgono in Me come ‘veramente divino’. Io sarò ‘Uomo’ e andrò agli uomini come uomo e tra gli spiriti come Spirito e quivi testimoniare la Vita di Dio nel proprio interiore conquistata mediante la lotta con la vita apparente. Guardati da misure drastiche, esse, infatti, avrebbero per te amare conseguenze! Soltanto chi viene con Me spontaneamente, viene da Me accolto. E chi vuol seguire te, deve anche farlo spontaneamente. Qui in tua presenza Io annuncio ancora una volta: lungi sia ogni violenza! Per questo sei ostacolato ad essere violento, dove tu ci vuoi in ogni caso provare”.

                       12.   “Così io devo nuovamente essere battuto”, lamenta Lucifero, “soltanto perché Tu possa arrivare alla Tua Meta? – Tu hai compassione degli uomini e degli abitanti del mondo degli spiriti, ma la mia sofferenza Ti lascia freddo[11]. Sei Amore di fronte a tutti gli altri esseri, ma nei miei confronti sei duro. Che cosa domando io della Tua lotta, lotta che Tu stesso hai voluto! Cosa mi riguardano le Tue Mete? Lasciami il mio diritto, il diritto del più forte!”.

                       13.   “Lucifero, tu povero accecato”, dice Gesù, “proprio a causa tua accade tutto questo! Per causa tua Io sono venuto in quest’inferiore esistenza! Ma in futuro, – chi vuole essere il più debole, il più piccolo e il più umile, deve essere colmato con la Mia Forza, per opporsi a te! Allora per tutti, tutti i tempi non devi aver bisogno di lamentarti, se si prende a te qualcosa! Perciò sia detto ancora una volta: a nessun uomo, a nessun essere Io porgerò qualcosa dalla Mia eterna onnipotenza! Voglio soltanto mostrare a tutti gli uomini e a tutti gli esseri, la via del loro sviluppo interiore fino alla più alta perfezione! Nessun uomo e nessun singolo essere deve ricevere una costrizione. Soltanto chi mi vuole, a questi Io vengo incontro a metà strada, come vengo incontro anche a te a metà strada! – Vedi, tu portavi in te la perfezione e credevi di non poterla mai perdere. Ma poiché disprezzasti Me, tuo Dio e Creatore, mi hai estromesso dal tuo centro di vita. Ora guarda queste schiere, ognuno singolarmente vorrebbe dirti: «Vieni e guarda: quanto è Buono il nostro Dio, e quanto è meraviglioso vivere nel Regno Suo!». Vedi, soltanto un desiderio porto Io inadempiuto nel Mio Cuore, e questo è: ritorna, ritorna nelle Braccia dell'eterno Amore di Dio, …Lucifero!Mio povero abbagliato figlio! – In quest’ora estremamente seria e santa Io ti porgo nuovamente la Mano e ti prego: torna indietro dal tuo accecamento; e tutte le Creazioni devono risorgere nel loro precedente Splendore! E ciò che finora hai compiuto di male, voglio prenderlo sulle Mie spalle! Io non ti sarò mai più così vicino come adesso da Uomo ad uomo. È l'ultima volta che ti prego! È l'ultima chiamata dalla bocca Mia. Ma se rimani dove sei, non potrai mai più afferrare così facilmente la Mia Vita e il Mio Amore, ma dovrai percorrere la via dell'Ordine della Vita, invece che la via della Grazia che Io mostro adesso ai figli Miei!”. –

                       14.   “Tu vuoi essere Signore e mi preghi?”, dice Lucifero con scherno. “Questo però suona male per la Tua Onnipotenza! E così io Ti dico: questa è una grande soddisfazione per me e mi dà nuova speranza di giungere lo stesso alla mia meta. Ma a Te voglio mettere ogni ostacolo sulla via e voglio cercarmi un uomo che deve mettere il Tuo Amore alla massima prova![12]. Ah, non pensare proprio di aver già compiuto la Tua Impresa e non pensare che sei atteso con tutta nostalgia! Per questo, infatti, i Tuoi cari figli umani hanno ricevuto qualcosa di troppo da parte mia – dal Tuo avversario più grande! Sulla Terra sono io ‘il signore e il loro principe’. E io voglio di nuovo colmare gli uomini con la mia essenza, solo perché Tu Ti penta di essere penetrato nel mio regno. Con nuovo fervore voglio seminare discordia tra i Tuoi aderenti, tanto che chiuderai da Te stesso le porte del Tuo Cielo”.

                       15.   Gesù risponde calmo: “Allora tutto prenda il suo corso. – Io non ti impedisco più. Con raddoppiato Amore e Dedizione però Io compio l’Opera Mia. Ma guai, guai, guai a te! Tutta la sofferenza, tutte le lacrime diventeranno un peso che ti schiacceranno! Sarai abbandonato e con orrore ti separerai un giorno dai tuoi propri figli! E allora pensa a quest'ora, la quale voleva risparmiare a te e a tutto il mondo la più grande sofferenza! Lucifero, quanto grande è la tua colpa, tanto profondamente mi opprimerà! Ma, quando tu mi vedrai nella più grande lotta e più dura sofferenza, – e un giubilo di trionfo vorrà invadere il tuo cuore, allora avrai giudicato te stesso, e una Voce ti ammonirà: «Questo toccherà anche te!». Ma ora le nostre vie si separano nuovamente!”.

                       16.   Con scherno sulle labbra, Lucifero si allontana, e tristi tutti gli angeli guardano a lui; – allora dice Gesù: “Ora andate anche voi e continuate a fare il vostro dovere! Così come Io raddoppio il Mio Amore, così anche voi con doppio zelo andate alle incombenze vostre, perché avete nuovamente riconosciuto le intenzioni del nemico della Vita”.

                       17.   In silenzio le figure splendenti magnificamente s’inchinano. Con compiacimento lo sguardo del Signore si posa su di loro; poi cala un leggero velo e Gesù è nuovamente solo. Solo, ma non in solitudine, il Suo sguardo, infatti, ritorna alla casa paterna e: “Il Mio Amore e la Mia benedizione vi colmi!”, – esprimono lievemente le Sue labbra. – “E ora attendo qui il mattino”.

                       18.   Gesù si cerca un luogo di riposo e si adagia per un sonno leggero. Come guanciale Egli si cerca un sasso, ma non se ne trova nessuno, perché non è ancora abbastanza chiaro, e così Egli poggia la Sua Testa sulle due Braccia e si addormenta. Al primo spuntare della luce, Gesù si sveglia, e in ginocchio benedice la Terra con i suoi abitanti. E con le Parole: “Così sia anche questo giorno consacrato al vero Amore!”, Gesù si alza, …e scende dalla cima del monte Tabor nuovamente al piano.

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Cap. 9

Sosta nella locanda di Joram e Hanna, con Thirza e Hiram

locanda

                         1.      È mezzogiorno. – In un luogo abbastanza grande tra Tabor e Naim si tiene il mercato annuale, e nella locanda c’è molto chiasso. Ecco che entra un Viandante, cerca un tavolo libero, ma è tutto occupato. L'oste è molto indaffarato e non ha notato il nuovo ospite; e così Egli saluta, quando Gli viene offerto un posto ad un tavolo, posto che Egli accetta ringraziando.

                         2.      È Gesù. Al tavolo siedono cinque uomini e due donne, e consumano il loro semplice pasto parlando animatamente. Gesù augura: “Buon appetito!”.

                         3.      Allora una donna Gli domanda: “Ebbene, non hai nulla da mangiare con Te e non vuoi ordinare qualcosa? Oppure vuoi accettare questo pane da me? Io ne ho abbastanza, e per dell’altro provvederà Iddio e mia madre”.

                         4.      Gesù risponde sorridente: “Thirza, il tuo amore mi ha satollato; non ho più bisogno di pane; ora ho soltanto sete, e l'oste porta già del vino, poiché egli adesso mi ha visto. A te però Io dico: ti ringrazio intimamente!”. – L'oste porta una coppa di vino e chiede se desidera altro. Allora dice Gesù: “Posso avere una camera per la notte? Perché vorrei proseguire domani prima dello spuntar del giorno. Ma, oste, Io ti dico: non ho denaro e nessun mezzo con Me”.

                         5.      Risponde l’oste cortesemente: “Rimani pure qui; e voglio incaricare mia moglie di provvedere a Te! Oggi viene più d’uno che non ha un soldo con sé”.

                         6.      “Iddio ti benedirà per questo!”, risponde Gesù. – L'oste ha molto da fare e poi va in cucina. Gesù però beve in silenzio il Suo vino! –

                         7.      La donna Thirza continua a guardarLo e pensa: ‘Che voce soave! Che begli occhi – e ciò nonostante come sono seri! Si potrebbe aver paura dinanzi alla sua serietà e malgrado ciò non sembra aver nessun dispiacere. – Come mai che conosce il mio nome?’. – Gesù beve la sua coppa e si accinge ad alzarsi.

                         8.      Gli uomini che nel frattempo hanno terminato anche di mangiare, ordinano a voce alta ancora del vino e l'oste ne porta una brocca piena e riempie le loro coppe. Uno di loro, Hiram, dice: “Ma oste, perché dimentichi il nostro commensale? Tu certo dovresti conoscermi che in questi casi non faccio diversamente”.

                         9.      “Hai ragione”, risponde l'oste, “nella fretta non ci ho pensato. – Ma ora, giovane amico, bevi e non volermene per questo!”

                       10.   “Oh, no!”, risponde Gesù. “Non te ne vorrò per questo, ma Hiram si sarebbe rallegrato se tu l'avessi fatto subito; ora per lui non è più una gioia particolare”.

                       11.   “Tu conosci dunque il mio amico Hiram?”, domanda sorpreso l'oste.

                       12.   Gesù risponde: “Conoscere è certamente dir poco, – poiché sta nella Mia particolarità penetrare da parte a parte ogni uomo. Vedi, tu sorridi e pensi: ‘Costui può raccontare molto, prima che io creda una parola. Ecco un fanatico!’, … non è così?».

                       13.   L'oste si spaventa e dice: “Uomo di Dio, come puoi Tu conoscere i miei pensieri? Ma hai pur ragione, …ho pensato così”.

                       14.   “Non ti spaventare per questo”, lo tranquillizza Gesù, “un’indole così leale come te, infatti, non ha bisogno di temere. Solo per questo ho preso alloggio presso di te, poiché Io ti conosco già da così lungo tempo, perché tu sei andato e venuto tanto spesso in casa del Mio padre putativo; certo non puoi ricordarti di Me, perché Giuseppe non ne parlava volentieri”.

                       15.   “Allora Tu sei Gesù, il figlio più giovane? – Sii per me cordialmente il benvenuto e sentiti qui a casa! Questa sera continueremo a parlare, perché adesso ho molto da fare. Quanto gioirà mia moglie!”, … e si allontana.

                       16.   Gli ospiti a tavola hanno ascoltato attentamente il discorso, ed Hiram domanda: “Tu, giovane uomo, dove abiti? …e dove Ti porta la Tua via? Non hai con Te il più piccolo bagaglio”.

                       17.   Gesù risponde amichevolmente: “A che serve ad un solitario Viandante del bagaglio, se Egli porta nel Suo cuore la solidissima sicurezza: ‘Non mi mancherà nulla!’. Vengo da Nazareth, – e la Mia meta è: far visita ad un amico d'infanzia che vive nelle vicinanze di Bethabara e, se possibile, per non lasciarci più”.

                       18.   “Allora hai ancora un lungo cammino”. dice Hiram. “Ora ci chiama il nostro dovere; ma questa sera ci ritroviamo di nuovo qui e allora possiamo discutere di più. Hiram si alza da tavola, porge a Gesù la mano per il congedo, poi fa cenno ai suoi compagni e alle due donne e lascia la stanza salutando. – “Se vuoi, vieni pure al mercato”, sussurra Thirza a Gesù, “ci troverai là”. Gesù sorride, ma non dice una parola e così il tavolo è vuoto.

                       19.   Il probo oste viene dopo un po' ed invita Gesù a pranzo, poiché sua moglie desidera così. Gesù fa cenno con la testa e segue l'oste. In cucina il tavolo è preparato per Gesù e la donna dice: “Vieni, figlio di Giuseppe, e sentiti come a casa! Purtroppo oggi c'è molto da fare, perché ci sono molti forestieri; ma un paio di minuti li troveremo”.

                       20.   Gesù ringrazia e dice: “È raro quest’amore che voi dimostrate a Me, ad uno che vi è completamente estraneo; ma Iddio nel Cielo ve lo ricompenserà! Purtroppo tra gli uomini molte cose che potrebbero servire per la felicità di molti si sono perdute, ma per questo non smettete di sperare in Dio, Egli, infatti, conosce i Suoi e non abbandona nessuno che crede in Lui”.

                       21.   Ora Gesù mangia, – e i due locandieri si rallegrano che il cibo piace al loro ospite. Nel frattempo l'oste serve ancora altra gente, e così Gesù è solo con la locandiera; gli altri della casa sono ancora nei campi. La locandiera, di nome Hanna, domanda: “Ebbene, dove Ti porta dunque la via?!”. –

                       22.   E Gesù risponde: “Donna, è difficile rispondere alla tua domanda, perché tu non mi comprenderesti, poiché non ho una via precisa. Io ho soltanto una meta, e alla meta conducono molte vie. Vedi. La Mia Meta è: portare redenzione e liberazione al Mio popolo legato e asservito. – E a tutti quelli che credono e confidano in Me, toccherà questa Grazia straordinaria”. –

                       23.   Hanna domanda incredula: “Come pensi tu debole e piccolo uomo, di portarci redenzione e liberazione? Rifletti, i potenti romani dominano su tutto; e chi si oppone, va in prigione”.

                       24.   Gesù risponde: “Ascolta, se i romani fossero il male maggiore, allora sarebbe cosa facile ai credenti liberarsi! Ma ‘il male’ purtroppo è molto, molto più profondo, e di questo ora ognuno è colpito. Esso è la mancanza d’amore! Esso è l'odio e l'invidia, è l'insaziabile avidità di denaro e la caccia a godimento su godimento. Purtroppo nessuno crede che questo male domina ognuno, e coloro che si spacciano per servitori di Dio sono i peggiori di tutti”.

                       25.   “Giovane uomo”, dice a bassa voce Hanna, “non far sentire questo a nessun templare, altrimenti ti andrà come a Giovanni, il predicatore del deserto. Essi già meditano come possono eliminarlo; e se non fosse noto che Erode è a lui ben disposto, chissà cosa sarebbe già successo!”

                       26.   Gesù dice: “O donna, ricorda: Io non sono Giovanni, bensì Colui che sono da Me stesso! Nessuno mi può resistere, perché Dio vive in Me ed Io sono disposto a  fare solo la Sua Volontà!”

                       27.   Nel frattempo entra l'oste, sente ancora le ultime Parole e così dice a Gesù: “Giovane amico! Tuo padre Giuseppe è stato l'immagine di autentica lealtà di fede, e umiltà viveva nel suo cuore. Ma tu sembri essere di altra natura, le Tue Parole, infatti, suonano come presunzione, come superbia”.

                       28.   “Mio caro Joram, qui ti sbagli di grosso!”, risponde Gesù. “Quello che ti sembra superbia in Me, è indipendenza ed è superiorità su tutto il male! E proprio perché Io possiedo questa grande distanza, conosco ‘il male’ sin dalla sua radice più profonda, e nessuno è in grado di farMi cambiare sentimento”.

                       29.   Dice l'oste: “Tu mio caro, giovane Gesù! Ascolta il mio buon consiglio: anch'io conosco gli uomini, …e amo chi posso amare. Ma non ho ancora mai incontrato nessuno che potrebbe testimoniare in tutta serietà: io sono il vincitore su ogni cattiveria e malignità! E anche Giovanni sembra che abbia già fatto qualche esperienza in ciò, perché la sua predica dice sempre: ‘Fate penitenza, e fatevi battezzare!’. Certo, è un periodo terribile, assai serio …e ‘l’animo e le aspirazioni degli uomini sono maligni fin dalla giovinezza!’. Ma ricorda, non è riuscito ancora a nessuno diventare signore di tutta la cattiveria e di tutta la malignità. Non farti inutilmente dei nemici, perché chi sa quando verrà il Messia e ci chiamerà a collaborare!”.

                       30.   “Joram, tu hai veramente buone intenzioni con Me”, risponde Gesù, “ma come vieni all’opinione che il Messia sia per strada per venir da noi?”.

                       31.   L'oste Lo vuole istruire: “Mio caro, giovane amico! Con la Tua visita al Giordano, dove Giovanni battezza, puoi sentire come egli insegna: ‘Io sono solo un araldo, uno che chiama! – Ma presto verrà Uno che era prima di me; ed io, al Signore preparo solo la via!’. A questo aggiungi la promessa dei profeti, …ed anche tu giungerai alla convinzione: il Messia viene!”.

                       32.   Domanda Gesù: “Joram, come t’immagini veramente il Messia veniente, il grande Redentore e Liberatore? – E cosa credi tu che Egli farà?”.

                       33.   L'oste risponde meditabondo: “Caro Gesù, su queste domande è già stato discusso molto, ma chi ci dà il giusto chiarimento? Guarda il tempio, lì c’è falsità e inganno. Tutto il resto del popolo spera e crede; ma soltanto l’iniziato potrebbe saperlo. Prendi tuo padre Giuseppe, quale speranza mise egli su di Te, ma il tempo e l'esperienza gli tolse la speranza che tu potessi essere l'Atteso. Ora egli è presso i padri; e per quanto durerà, lo sarò anch'io. – Ma vorrei tuttavia vivere il tempo necessario per vedere Colui che salverà il nostro popolo! – Se penso che anch'io potrei parlarGli, sedere con Lui ad un tavolo, …oh, allora mi sento bene! Allora passa tutta la tristezza che vive in me a causa del mio popolo”.

                       34.   Gesù continua a domandare: “Joram, ami tu soltanto i compagni della tua stirpe? – Non hai ancora riflettuto sul fatto che i pagani e tutti gli altri popoli discendono pure dal nostro primordiale progenitore Adamo? Cosa può farci un romano se i suoi genitori erano romani? – Oppure cosa hai fatto tu perché tuo padre fosse giudeo e tua madre giudea? Io penso che se tu partissi da questo presupposto, anche l'immagine, l’idea della Missione dell’atteso Messia dovrebbe essere diversa per te. Se Io ora ti dico: Egli annuncerà a tutti: ‘Il Mio Regno non è di questo mondo!’ E tutto ciò che si trova su e in questo mondo, deve essere soltanto un mezzo, per conquistarci il Suo eterno Regno spirituale”.

                       35.   “Questo non lo posso afferrare e comprendere”, risponde l'oste, “perciò è più giusto che non ne parliamo più; il futuro ci darà la conferma. – Ma ora voglio andare dagli altri ospiti”. –

                       36.   “Fa il tuo dovere”, gli risponde Gesù, “anch'Io voglio per una volta osservare tutti gli uomini al mercato, ma verso sera sarò nuovamente qui”.

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Cap. 10

Gesù nella confusione del mercato annuale

mercato

                         1.      Sulla piazza del mercato c'è molto schiamazzo per la ressa di molta, molta gente. Gesù sta in disparte ed osserva tutti gli uomini nel loro pensare ed operare. Hiram nota Gesù, Gli corre incontro e Lo tira al suo carro sul quale si trovano tessuti in tutti i disegni e colori e dove, Mira, la moglie del mercante, ha da fare con gli interessati acquirenti.

                         2.      “Dove sono i tuoi figli e le tue figlie?”, domanda Gesù. “Non sono con voi?”.

                         3.      Hiram risponde: “Costoro sono dall'altra parte, lì hanno un padiglione nel quale danza mia figlia Thirza. Io preferisco stare qui con mia moglie, ma posso portarTi lì”.

                         4.      Gesù rifiuta: “Rimani tranquillo qui; voglio vederla soltanto da lontano, perché non ho voglia di danza”.

                         5.      Mio giovane amico, tu hai un dispiacere?!”, domanda Hiram con partecipazione. “Allora confidati; perché ricordati: Hiram aiuta volentieri dove può aiutare. Naturalmente ci sono anche sofferenze con le quali non c'è nulla da fare”.

                         6.      Risponde serio Gesù: “Hiram, ascolta ciò che voglio dirti adesso: esiste un dolore, un dolore grande e potente, ed esistono anche altre sofferenze! – Ogni sofferenza è guaribile, ma non ogni sofferente! – Ma la sofferenza che Io porto profondamente nell’Anima Mia, nessuno Me la può togliere, poiché è proceduta dal Mio Amore per tutti gli uomini! Che cosa sentiresti se tu vedessi barcollare tuo fratello su un abisso, ed egli non volesse sentire il tuo richiamo d’avvertimento, ma ti separa un immenso baratro da lui e perciò tu non puoi corrergli incontro”.

                         7.      Dice Hiram: “Sentirei ovviamente un immenso dolore, …ma d’altro canto non saprei che cosa potrei fare”.

                         8.      Gesù continua: “Vedi, Hiram, questo dolore Io lo porto in Me! Poiché l'abisso è il mondo, nel quale ogni anima umana perisce, se non giunge soccorso e liberazione. Il baratro però tra il vedente e lo smarrito deve dapprima essere superato, e questo ponte è il nostro vero, puro Amore per il prossimo! Un Amore che non cerca altro che servire, per aiutare veramente l'anima smarrita”.

                         9.      Dice Hiram stupito: “Mio giovane amico, se tutta questa confusione del mercato annuale ti affligge interiormente, perché allora vieni qui? Sarebbe stato meglio se Tu fossi rimasto lontano”.

                       10.   Gesù risponde: “Caro Hiram! Se qui o là, è lo stesso. Sono comunque unito con tutti! E ciò che il Mio occhio non vede, me lo rivela lo Spirito che vive in Me, il quale mi fa sentire e vedere tutto, anche il più segreto. Che tu lo voglia credere o no, a Me nulla rimane nascosto!”.

                       11.   Grave, prega Hiram: “Smettila, giovane uomo con questi discorsi, altrimenti mi devo allontanare da te! Perché temo che tu non dica la pura Verità”.

                       12.   Risponde Gesù: “Hiram, il tuo amore per la Verità è noto, piuttosto perisci tu stesso prima che tu possa dire una bugia soltanto. Ma una cosa ti devo dire: la tua intera vita è comunque un’unica grande bugia!”

                       13.   “Come? – Che cosa? – La mia vita, una bugia?”, chiede agitato Hiram.

                       14.   Gesù gli risponde: “Hiram, ti spaventi di quest’espressione; ma Io ti voglio dimostrare quanto è vera la Mia Parola in te. Tu sei un giudeo, non di meno tua moglie e i tuoi figli; frequenti le sinagoghe, il tempio ed osservi tutti i precetti che devono servirti per la tua salvezza. Ma ciò nonostante sei interiormente insoddisfatto, il tuo cuore, infatti, brama ardentemente altro. Il tuo desiderio è di sapere: chi, e dov’è, Dio, il Creatore di tutte le cose, …e: come otterrò l'unica vera risposta su questo? Tu sei stato presso Giovanni al Giordano, il tuo cuore è rimasto insoddisfatto. Secondo il senso tu gli hai dato ben ragione, ma il tuo cuore è rimasto affamato e agognante. Da tua moglie e dai tuoi figli pretendi devozione, e incoraggi la fede in Jehova! Ma in te c'è contraddizione e desiderio verso qualcosa che non puoi esprimere a parole. Esteriormente sei un giudeo, ma interiormente confuso. E dalla confusione allo smarrimento c'è soltanto un piccolo passo”.

                       15.   Hiram domanda altamente meravigliato: “O Signore, chi sei Tu? – Come puoi conoscere il più intimo di me, intimo che io proteggo con tutte le forze? Tu sei più che un uomo! – Tu devi essere un profeta, e in Te Jehova ha visitato il Suo popolo!”.

                       16.   “Hiram, chi sono Io, non è la cosa principale”, risponde Gesù, “è più importante che cosa potrei essere per te! Poiché se Io potessi aiutare e servire tutti, compreso te, allora devi dire a te stesso: costui è interiormente più ricco con i suoi trent'anni che io con i miei sessanta! Ma l’intelletto non permette al tuo cuore di venire al suo diritto. – Vedi, migliaia escono insoddisfatti dalla casa di Jehova e là sentono l’energia del congiungimento celeste! Quanti di coloro che hanno ascoltato Giovanni si sono battuti il petto ed hanno fatto penitenza! Il tuo cuore però rimaneva indifferente! – Riconosci ora la Verità, quando Io ti dico: la tua vita religiosa è tuttavia una bugia!”.

                       17.   “Hai ragione”, risponde Hiram profondamente scosso, “ma questa rivelazione per me è terribile!”.

                       18.   Gesù continua a parlare: “Hiram, tu chiami questa conoscenza che ti è venuta ora, terribile? Ma perché non afferri con le due mani le Mie che Io ti porgo con Amore? – Perché hai paura e chiudi il tuo cuore al torrente dell'Amore che ti vuole liberare dalla falsa e assurda illusione. Adesso ti lascio solo; ma se hai desiderio di Me, allora chiamaMi! Io mi chiamo Gesù!”.

                       19.   Gesù lascia il mercante e prosegue. Costui però dice fra sé: ‘Gesù? …Gesù? Sì, ma dove ho già sentito questo nome? Devo essere già stato insieme una volta a Gesù. …Gesù? …Gesù? …Tu mi sei noto, …e tuttavia, così estraneo! Tu mi devi aver fatto in passato un gran beneficio, ma dove e quando?’. – Meditando, …e in pensieri, per e intorno a Gesù, il mercante ritorna da sua moglie.

                       20.   Gesù però va oltre, guardando il viavai, – e ora arriva al padiglione della danzatrice. Con forti richiami viene attirata la gente; la danzatrice si mostra in costume variopinto e molti si accalcano al padiglione da danza; ma nessuno ha voglia di entrare, poiché la sera è ancora lontana.

                       21.   Ora anche i suoi fratelli notano tra la gente Gesù; ed uno di questi, di nome Giosué dice: “Thirza, lì c'è il nostro vicino di tavolo, fallo entrare gratuitamente, forse altri lo seguiranno”.

                       22.   Thirza guarda, vede Gesù, Gli fa cenno e dice: “Vieni, amico, ed osserva le nostre arti, per te è già riservato un posto”.

                       23.   Gesù però scuote la testa negativamente e dice: “Grazie! Non mi va il divertimento, Io porto in Me un altro desiderio”. –

                       24.   “Ma, amico, vuoi respingere il nostro amore? Aspettavo con gioia proprio Te”.

                       25.   “Thirza, pensa pure che Io sia con voi”, risponde Gesù, “ma non posso entrare, perché mi aspettano troppe altre cose; ma prima che Io vada via da qui, ci parleremo ancora una volta!”. –

                       26.   E così Gesù prosegue lentamente. – Giosué domanda a sua sorella: “Che cosa ti ha detto?”.

                       27.   Thirza però dice seria: “Giosué, quest'uomo è qualcosa di speciale! – O Egli è uno molto infelice, e nasconde la sua situazione, oppure è uno molto grande, uno che è libero, signore delle sue decisioni. – Aspettiamo! Ancora una volta c’incontreremo, e allora tutto ben si rivelerà”.

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Cap. 11

Primo incontro con Giuda al mercato

                         1.      Gesù prosegue oltre, e ora arriva ad un banco da vasaio. Il proprietario dei vasi sa dire parole astute, e in questo modo non fa cattivi affari. E ora Giuda vede anche Gesù – e Gli offre alcuni dei suoi vasi.

                         2.      Gesù però rifiuta e dice: “Non sono venuto qui per comprare, bensì per vedere quanta verità e senso retto c’è ancora tra i mercanti! I tuoi vasi però potrebbero essere più a buon prezzo, ed avresti già venduto di più!”.

                         3.      “Allora dovrei mangiare pane asciutto con la mia famiglia”, replica Giuda, “e questo non aumenta la gioia della vita.

                         4.      Gesù dice: “Piuttosto pane asciutto, ma ottenuto con onestà e lealmente. Questa consapevolezza non porta soltanto gioia di vivere, bensì lo è già. Ma se avessi venduto questi vasi ed ancora tre volte tanto, tu non saresti lo stesso soddisfatto! Il tuo cuore, infatti, è pervaso dal pensiero: se tutte queste merci fossero mie, allora potrei decidere io solamente anche il loro prezzo”.

                         5.      Giuda domanda sorpreso: “E vi sarebbe qualcosa di male con questo?”

                         6.      “Giuda! – il peggio del peggio!”, risponde Gesù. “Perché tu apparterresti allora non più a te, ma ai tuoi vasi e non rifletti quanto è fragile questa merce; poiché se giacesse in cocci ai tuoi piedi, dì, che cosa succederebbe allora?”.

                         7.      Giuda guarda Gesù. – Egli però continua e dice: “Tutto ciò che tieni nelle tue mani, quanto facilmente può mancare. Ma ciò che vive nel cuore, rimane esistente anche fin oltre la morte!”. – Poi Gesù dirige i Suoi passi verso un vicino boschetto, dove non vi è chiasso e nessun diversivo intorno a Lui, e riposa esteriormente e interiormente.

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Cap. 12

Di sera nella locanda

                         1.      Col sopraggiungere dell’oscurità Gesù si reca di nuovo nella locanda. Joram, l'oste, è lieto di salutare di nuovo il suo ospite e lo invita a cena. Gesù però ringrazia e dice: “Joram, un altro mi ha già invitato nel suo cuore; è il mercante Hiram. Prepara il cibo nell'altra tua stanza, così che possiamo stare insieme indisturbati”.

                         2.      “Gesù!”,  esclama sorpreso l'oste. “Tu sostieni di nuovo qualcosa che potrebbe anche essere diverso! – Ma per causa Tua accada come vuoi tu”.

                         3.      Gesù risponde solenne: “Joram, questo non accade per Me, ma per voi! Veramente, voi non conoscete ancora Me e la Mia Missione. Ma fra poco splenderà la Stella anche su tutta la Samaria, Stella che alla Mia Nascita splendeva solamente su Betlemme. L’ardente grande desiderio che vive in te e in tutti i tuoi appartenenti di stirpe, non ti dà da pensare? Vedi, la tua sorte non è delle peggiori; i tuoi figli ti amano, e tu hai agito bene ad educarli nel timore di Dio; ma hai innestato il tuo anelito anche nei loro giovani sentimenti, anch’essi bramano un Liberatore, un Salvatore dalla miseria del loro popolo, che in realtà non è miseria. Ma presto verrà la Luce anche in te, e riconoscerai la grande Grazia che Iddio è sempre stato con il Suo popolo. Allora ricordati: Iddio non può mai separarsi dai Suoi figli; bensì il figlio può separarsi dal suo Dio!”.

                         4.      L'oste domanda strabiliato: “Gesù! …Gesù! …Chi sei Tu? …Che lingua parli? …Come giungi nei tuoi giovani anni a tale conoscenza?”.

                         5.      Gesù risponde: “Joram! Solo sulla via della conoscenza e umiltà di se stessi. Anche tu e tutti gli uomini dovete percorrere questa via! Allora si avvererà la parola di Mosé: «Guarda! Io mando un angelo davanti a te, per preservarti sulla tua via e per portarti nel luogo che Io ti ho preparato! Guardati da Lui (paura Santa) ed obbedisci alla Sua Voce (obbedienza) e non essere restio verso di Lui (rivolgersi al male); perché egli non sopporterà le vostre trasgressioni (perdonare); il Mio Nome (il Mio Essere), infatti, è in Lui!» [Esodo 23, 20-21]. Vedi, Io ho raggiunto questo luogo e questa meta e ora sono Miei propri! Per questo non parlo la Mia lingua, ma quella del Mio Dio ed eterno Padre!”.

 

* * *

 

Osservazione dall’Alto

(Da una Lettera del Padre)

                         1.      Tutte queste opinioni e dubbi naturali su di Me – (quale Gesù) sono vie spirituali necessarie per i Miei seguaci, per convincerli nel loro interiore della Mia Divinità, affinché né discorso né potere dall’esterno siano più in grado di separarli da Me.

                         2.      Tutte le anime che mi vogliono trovare devono fare questo percorso evolutivo della fede. Esse devono prima cercarMi e precisamente: con l'osservanza della Mia Parola.

                         3.      Si tratta, infatti, di conquistare una ferma convinzione della Mia Essenza e delle Mie Parole, prima di esaminare da se stessi attraverso l'azione, se le Mie Parole vi colmano di gioia e producono in voi delizia. Questo, però, solo nel caso, qualora voi vi sforziate seriamente di riconoscere l'eterna Verità. Perciò la scintilla divina in voi è stimolata all'attività, e le è concesso il diritto di guidarvi più di prima, ma anche di giudicarvi in tutte le vostre azioni terrene!

                         4.      Così il santo mistero divino al sentimento infantile, che si sottomette all'influenza dello spirito interiore, sarà molto più afferrabile che a colui che vuole ordinare la sua volontà attraverso se stesso oppure attraverso il suo intelletto, il quale viene sempre più influenzato attraverso i sensi esteriori!”.

Gesù

 quale Maestro nell'Amore

 

* * *

( Il divino in noi può essere afferrato solamente attraverso il Volere divino! )

 

 

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[1] Davide è il fratellino di Lea.

[2] Le porte del paradiso perduto dagli uomini. [Genesi 3, 24].

[3] [Vedi libro 3, cap. 2].

[4] Giovanni Battista

[5] Vedi “l’Infanzia di Gesù“. Di Jakob Lorber al cap. 14, 5-6 (dettato del 23/08/1843).

[6] Il popolo piangente rappresentava i pagani, i quali temevano che Colui da tanto tempo atteso escludesse loro dalla Salvezza. L’altro popolo rappresentava gli ebrei, popolo che giubilava per il prossimo arrivo del loro Messia, il Quale avrebbe fatto di loro nuovamente signori della Terra. Entrambi i popoli sono sempre stati testimoni dello sviluppo interiore del ragazzo, e più tardi del giovane Gesù, che ora era maturato in Sé fino al perfezionamento e cominciava a mettere all’esterno la Sua Luce interiore! Mediante questa Luce della Verità i pagani presagivano illuminazioni divine, mentre gli ebrei temevano già di dover tollerare anche altri popoli accanto a sé. Così entrambi i popoli stavano adesso come testimoni interroganti a questa svolta del tempo – (in Nathan come giudeo; in Ilario – come pagano). Entrambi sentono: “In Gesù opera un nuovo spirito come Luce divina che ci è completamente estranea. Essa ci giudicherà e condannerà – oppure ci libererà dall’oscurità spirituale, dalla quale bramiamo di uscire?”. A questo, Maria doveva dare la prima risposta.

[7] Qui sono elencati in ordine di età i cinque figli di Giuseppe: Gjoel (il maggiore) – Joses – Samuel – Simeon – Jakob (Giacomo). Quest’ultimo diventerà uno dei Suoi dodici apostoli. (vedi nell’ l’Opera “L’infanzia di Gesù“ di Jakob Lorber al cap. 13)

[8] Il monte Tabor dista da Nazareth circa 8 Km.

[9] Quale pensiero assurdo: cercare il proprio Dio come suo Sovrano! Ma l’eterno Amore non vuole stare sopra di noi come Sovrano, bensì essere riconosciuto dai Suoi figli che Lo amano.

[10] Lucifero considera sua proprietà l’anima dell’uomo, poiché essa nelle sue innate inclinazioni si sente sempre attratta per i terreni splendori esteriori. Gesù però vorrebbe liberare la nostra anima dalle sue inclinazioni per queste cose temporanee, la quale si trascina tanta sofferenza come rappresentazione apparente di felicità! Egli ci mostra la via nel nostro coperto mondo interiore con le sue imperiture, eternamente crescenti beatitudini!

[11] Si noti questo cambiamento di toni: ancora prima, atteggiandosi come il più forte, volendo essere il signore sulla Terra – e adesso il povero che cerca compassione.

[12] Si riferisce a Giuda.