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Scene deliziose della Vita Terrena di Gesù

Ricevute in visione da Max Seltmann

Libretto  XV

 

Filippo e il camerlengo proveniente dal paese dei mori

 

Filippo in Samaria sana un cieco, poi trasporta Themann nel regno degli spiriti, ed infine gli dà il battesimo

Il camerlengo guarisce e converte delle guardie del tempio, sana i condannati e li porta alla sua regina

[Atti cap. 8]

 

 

 

 

INDICE

 

 Cap. 1      Come si svolge la guarigione di un cieco

 Cap. 2      La presenza di Gesù è testimoniata da Filippo attraverso il Suo santo operare

 Cap. 3      Perché Gesù ci rimane invisibile  [Atti 8, 14]

 Cap. 4      L’ardente desiderio del camerlengo per il vero Dio  [Atti 8, 29-40]

 Cap. 5      Themann attraverso Filippo sperimenta Gesù nel mondo degli spiriti

 Cap. 6      Sul mistero dell’incarnazione di Dio – Battesimo di Themann

 Cap. 7      Themann quale strumento del Signore

 Cap. 8      Il dono di Dio alla regina

 

 

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Cap. 1

Come si svolge la guarigione di un cieco!

                         1.      In ed intorno a Gerusalemme, nelle file dei credenti c'è un gran lamentarsi, la durezza e cattiveria dei sacerdoti, infatti, ha lapidato pubblicamente senza rispetto l'amato Stefano, il potente testimone del Salvatore Gesù! I giorni della Pentecoste sembrano dimenticati, dimenticati i grandi successi degli apostoli. L'evidente odio del tempio ha fatto crollare i seguaci di Gesù nell’angoscia e nel terrore, così che molti lasciano frettolosamente Gerusalemme e cercano il loro rifugio presso amici e conoscenti fuori della Giudea.

                         2.      Filippo, il curatore delle elemosine, incontra un gruppo di tali cittadini nella loro fuga da Gerusalemme verso la Samaria, e saluta: “La Pace di Dio sia con voi!”. – “E con te, per tutti i giorni”, ringrazia il più anziano dei fuggitivi.

                         3.      Filippo chiede sorpreso: “Fratello Kinkar! Perché fuggite anche voi dalla vostra casa? È la paura per la vostra vita, oppure la paura degli sbirri del tempio? Non vi sentite al sicuro sotto la Custodia e Grazia di Dio?”.

                         4.      “Fratello Filippo”, – risponde triste Kinkar, – “vedi, mia moglie e i miei figli e tutti quelli che appartengono alla mia casa, hanno paura! Tutta la gaiezza si è ritirata da noi, e angoscia e sgomento fanno tremare i nostri cuori se qualcuno alla mia casa si avvicina. Non è allora meglio cercarsi la pace nelle lontananze? Soltanto ieri alcuni dei nostri fratelli sono stati nuovamente messi in prigione – e chissà, quale sorte attende loro?”.

                         5.      “Fratello mio”, – risponde benevolmente Filippo, – “la fede nell'Aiuto di Gesù Cristo possiede una Forza che è in grado di superare ogni angoscia e ogni sgomento! Là, dove il Risorto in realtà vive in noi, ogni preoccupazione o angoscia è infondata! Certo, adesso è della prova un grande tempo! Ma se penso, quale prezioso e meraviglioso bene abbiamo ricevuto, allora vale già la pena di lottare per questo. Che cosa è tutta la sofferenza, tutta l’angoscia e preoccupazione rispetto a ciò che abbiamo qui da proteggere! Non sei anche tu scelto ad essere colmato dello Spirito Suo, della Forza che rende libero e può rendere libero! Dimostrerei un cattivo servizio al mio Signore se non mi facessi guidare dal Suo Spirito Santo! La vostra paura è debolezza e rende forte l'avversario. Vedi, che cosa fece il Maestro? Dove poteva rivolgerSi Egli se non voleva essere sopraffatto anche Lui dalla debolezza? Egli aveva soltanto la santa Fede nella Sua portentosa missione, missione che gli era stata affidata dall'eterno Amore, dal Suo Padre Santo. Messo in mezzo ai Suoi nemici, Egli rimase fedele ed obbediente, e cercò – ed anche trovò – nella propria Profondità, la Sorgente della Forza, dalla Cui Forza Egli operava e procedeva”.

                         6.      Risponde Kinkar meditabondo: “Fratello! Tu non riconosci la nostra situazione, tu non senti le mie preoccupazioni! Vedi, se si trattasse soltanto della mia vita, rimarrei volentieri e lotterei con voi. Ma quando sento i tormenti dei prigionieri e vedo l’angoscia dei miei, mi manca tutto il coraggio. A questo si è aggiunta un'altra cosa ancora, e cioè: le nostre preghiere …non hanno più forza, e così ci sentiamo senza sostegno. E perciò è meglio evitare il pericolo e poi vivere là, per l'Onore di Dio, in una patria nuova!”.

                         7.      Risponde Filippo: “Ebbene, allora andate in pace per la vostra strada e cercate là la salvezza, salvezza che è in ogni caso Gesù Cristo stesso! Ma ricorda: Egli non si trova né qui né là, se tu hai perduto in te il collegamento con Dio! Avete tutti dimenticato dunque il tempo pieno di Grazia, quando il Suo occhio vi cercava clemente, e il richiamo del Suo Amore voleva portarvi il più grande Dono di Grazia? O Kinkar! Il Suo grande Sacrificio deve essere stato inutile, perché voleva fare anche di te e dei tuoi, Suoi figlioli? Adesso, quando il Signore ha bisogno di testimoni, fossero anche testimoni di sangue, voi cercate aiuto presso altri uomini? Non sono mai stato così compenetrato dalla forza e colmo di consapevolezza della vittoria come adesso, da quando mi trovo nella lotta di vita per Lui e per la Sua Dottrina e sento in me così vivente la Presenza misericordiosa di Dio”.

                         8.      Kinkar risponde meditativo: “Fratello! Non posso lasciar andare mia moglie da sola, dal momento che devo essere sostegno per lei e per i miei! Ma la mia fede nel Signore non diventa vacillante, poiché ovunque la Terra appartiene a Dio, e ovunque, Egli stesso ha chiamato degli uomini che credono in Lui. Quindi, non ci trattenere, poiché il dovere ci sollecita a continuare il cammino!”.

                         9.      “Hai certamente ragione, mio Kinkar, il dovere ci mette al nostro posto! Il tuo è presso tua moglie, il mio …è presso il mio Salvatore Gesù! Costui ora parla in me: ‘Non temere! Vedi, Io sono con te! E se tutto si rivoltasse contro di te, Io sono comunque il Signore, e tutto deve piegarsi alla Mia Volontà!’, – e questo non soltanto lo credo, ma ne sono certo! Egli è tutta la mia certezza! Ma a te dico ancora: non rinunciare mai, in nessun pericolo, alla tua fede nella Grazia di Dio!”.

                       10.   Così Kinkar prosegue ora con i suoi; – Filippo però prega nel cuor suo: ‘Signore! Se incontro ancora fuggitivi e portano nel cuor loro angoscia e sgomento, – che cosa devo fare?’.

                       11.   Allora Amore l'eterno risponde in lui: “Fortifica i tuoi fratelli! Fortifica la loro debole fede! È meglio che fuggano per paura, piuttosto che Mi rinneghino! Tu però sii senza apprensione! Io conosco i Miei e tutte le loro preoccupazioni! Tu però va a Samaria, là molto popolo ti darà ascolto!”.

                       12.   Filippo fa secondo la Volontà del Signore, torna indietro e prova sempre più vivente la Grazia dall'Alto. Quanto più testimonia del Risorto, tanto più aumenta in lui la forza proveniente da Dio e la sublime consapevolezza di poter servire con ciò al Signore!

                       13.   Così giunge a Sebaste, la capitale della Samaria, città che sorge alta sulle colline e fa una gradevole impressione. Ma gli abitanti di questa cittadina non gli mostrano alcun interesse, perché Simone, un mago che sta in collegamento con potenze inferiori, è riuscito a conquistarsi il favore del popolo. Un angelo, che gli comunica la Volontà di Dio, consiglia però a Filippo di non muoversi, ma approfittare di ogni occasione, in cui possa testimoniare del Signore e Maestro!

                       14.   Avendo l'intenzione di far visita al mago, gli viene incontro un cieco, guidato da una piccola fanciulla e chiede una piccola offerta. Filippo però non ha nulla da dargli, ma gli dispiace lasciar andare via il poveretto, e così prega nel cuore: ‘Gesù! Salvatore! – Tu salvezza di tutto il mondo! DimostraTi anche in questo cieco come il Meraviglioso, come il più magnifico Donatore di tutti i Doni!’.

                       15.   Allora risuona dolcemente in lui: ‘Se vuoi tu donare nello Spirito Mio, allora Io posso essere in te la Forza per la guarigione!’.

                       16.   Allora Filippo va verso il povero uomo cieco dicendo: “Fratello! Io sento la tua sofferenza come fosse mia; ma da ogni sofferenza, dei gradini conducono alla gioia!”.

                       17.   “Sì, hai ragione”, – risponde il cieco, – “quando Jehova libera finalmente noi poveri e andiamo nella fossa dai padri nostri! Questo è anche il mio ardente desiderio; purtroppo però sembra che Dio abbia una certa gioia quando dei poveri, miseri esseri, devono affaticarsi e tormentare su questo pezzo di Terra”. –

                       18.   Uomo! Non parlare così!”, – s’infervora Filippo. – “Questo, infatti, dimostra quanto ancora poco tu conosci Dio! Negli ultimi tempi, dunque, la vita è passata davanti a te e alla tua miseria in modo così insignificante? Non hai sentito come il grande Maestro e Salvatore Gesù ha guarito e reso felice così tanti uomini in tutti i paesi e città?”.

                       19.   Risponde calmo il cieco: “Sì, l'ho ben sentito, ma quando arrivavo io, Egli era già andato oltre. Siamo sempre arrivati troppo tardi, e non siamo mai stati in grado di sapere il momento giusto, quando Egli sarebbe stato di nuovo in questi paraggi. Ora però Egli deve essere morto, crocifisso con due grandi malfattori! Che cosa avrei ancora da sperare da Lui?”.

                       20.   Dice energico Filippo “Molto! – e se vogliamo, tutto! Poiché anche se è morto, Egli tuttavia vive nel Sua Essenza spirituale e può, anche se in modo invisibile – se si crede nella Sua Misericordia soccorritrice – operare gli stessi Miracoli come durante la Sua Vita terrena”.

                       21.   Domanda animato il cieco: “Tu vorresti dirmi, che anch'io potrei credere in Lui come il Soccorritore e Salvatore? Sarebbe davvero la più grande benedizione nella mia vita, se diventassi di nuovo vedente e non fossi più dipendente dalle elemosine degli altri!”.

                       22.   “Allora credi alle mie parole, – e prega nelle profondità del tuo cuore il Salvatore Gesù, allora Egli potrebbe ben aiutare anche te!”.

                       23.   Allora il cieco s'inginocchia e prega intimamente: “Io credo, Signore e Salvatore Gesù, che Tu non respingerai la mia preghiera, – e così aiuta anche me, come hai aiutato migliaia!”.

                       24.   Ora Filippo pone la sua destra sul capo del cieco e la sinistra sul capo della piccola fanciulla e prega ad alta voce: “Signore! – Gesù! – nel Tuo Nome e nel Tuo Amore! dimostraTi come l'Onnipotente in questo poveretto e guariscilo mediante la Tua Forza e la Tua Grazia!”.

                       25.   Un torrente di forza vivente fluisce da Filippo e di colpo passa all’ancora inginocchiato. – Costui però balza su all'improvviso e assai forte grida: “Vedo! …o Dio! …posso di nuovo vedere! …da quarant'anni non vedevo il Sole, nessun uomo, nessun albero, e ora ho di nuovo, come allora, la mia vista! O Dio! …o Gesù! …questo soltanto Tu potevi farlo! Perciò, ora appartengo anche completamente a Te!”.

                       26.   I passanti si accorgono, si affollano intorno ai tre e domandano: “Asser, perché ti comporti così come uno sciocco? Che cosa ti è dunque successo?”.

                       27.   “Io vedo! – Io vi vedo, – e vedo quest'uomo, mediante il quale sono stato aiutato!”.

                       28.   Filippo solleva la sua destra e dice: “Ascolta, amata gente! A questo vostro fratello che viveva soltanto delle vostre elemosine e del vostro amore, è toccata una grande Grazia! Il Salvatore Gesù che sul Golgota ha sacrificato la Sua vita sulla Croce ed è di nuovo risorto dai morti, vuole che a tutti coloro che credono in Lui come il Salvatore, tocchino anche le Benedizioni del Suo Amore e della Sua Potenza redentrice. Egli mi ha dato l'incarico di venire da voi per testimoniare di questa Sua Potenza redentrice e della Sua vera Vita in noi uomini.

                       29.   La sofferenza di questo vostro povero e cieco fratello mi ha straziato, come ogni sofferenza addolora anche il Signore e Maestro Gesù. E così è avvenuto che io, spinto dal Suo Spirito dell'Amore onnimisericordioso, abbia chiesto a Lui la Forza per la guarigione di questo fratello. E vedete, egli ha creduto in quest'Amore e nella Potenza salvifica di Gesù che in Spirito, dove Lo si prega e invoca, è sempre presente, e così costui ha nuovamente ricevuto la sua vista come Dono di Grazia per la sua fede. Per questo però non stupitevi troppo, perché Gesù, il Salvatore, adesso vive dappertutto! Egli però potrà operare tra noi solamente quando i nostri cuori invitanti stanno aperti per Lui. Non battevano i vostri cuori per Lui, quando Egli percorreva con i Suoi discepoli le vostre vie e viuzze? Non avete giubilato, quando Egli leniva le vostre sofferenze e a molti ridiede nuova felicità e la giusta fede in Dio?

                       30.   Egli vi ha lasciato la Sua benedizione e sperava che Gli rimanesse, conservato, il vostro amore. Il tempo però ha fatto dimenticare i Suoi Doni di Grazia! Sì, è capitato perfino che voi adesso applaudite altri uomini che compiono miracoli apparenti da fatti falsificati e rinnegano tutto il divino per vile cupidigia! Ma l'Amore di Gesù veglia ancor sempre su di voi e fa di nuovo, attraverso di me, esclamare a tutti voi: «Non dimenticate Dio e la Grazia Sua!». Ricordatevi il Suo modo di fare, pieno di Grazia e pieno d'Amore! Egli vuole consolidare la vostra salvezza e la vostra eterna felicità. Vi è annotata una condizione soltanto: credete nella Sua costante presenza, e agite nello Spirito del Suo Amore! Tu però, graziato dall'Amore di Gesù, va a casa e dà sempre l'onore a Lui!”.

                       31.   Gli ascoltatori sono diventati silenziosi al discorso di Filippo, – poi però esplode un giubilo, e ognuno vuole stringere la mano al guarito. Arriva sempre più gente e vuol sapere che cosa è successo. Asser, però, il guarito, dice a Filippo: “Tu caro uomo e amico di Dio! Io sono povero e non posso offriti nulla, a te però tutto l'amore del mio cuore, se vuoi puoi fermarti nella mia misera capanna e farne il tuo luogo di soggiorno. Così come Dio, il Signore, si mostra verso di me potente, allora possa mostrarSi anche misericordioso verso di noi e farti giungere cibo e bevanda!”.

                       32.   E Filippo prende alloggio presso questo poveretto. È soltanto un piccolo terreno che è lavorato dalla moglie e da suo figlio; duramente strappano lottando dal suolo i frutti, e molto parcamente i quattro se ne nutrono.

                       33.   La moglie caccia un urlo quando Asser le esclama pieno di gioia: “Io ti vedo, Eva! Vedo tutto, qui ed ovunque, perché Dio mi ha reso vedente!”.

                       34.   “Dio?”, – domanda Eva alla fine molto stupita. – “Non hai pregato e supplicato Dio per anni per la guarigione? Come mai che Egli ha ascoltato soltanto adesso la tua preghiera?”.

                       35.   “Chiedilo a lui, e guarda sulla strada”, – risponde Asser, – “c'è molto popolo che ci segue. Quest'uomo, infatti, è un amico di Gesù e un messaggero di Dio!”.

                       36.   “La Pace di Dio sia con te!”, – saluta Filippo entrando. – “L'Amore e la Grazia di Dio volevano che io venissi qua a Sebaste per annunciarvi la Verità su Gesù, il Risorto, e la Sua Parola. Fate entrare la gente, perché riguarda tutti! Tutti devono sentire il Suo Messaggio proveniente dalla Pace di Dio negli uomini. Tutti possono ora divenire portatori del santo Regno di Dio attraverso Gesù, il Crocifisso, e ora, risorto alla Vita eterna”.

                       37.   Così la piccola stanza si riempie, e Filippo non si stanca d'insegnare e, in ultimo, promette loro di essere di nuovo al mercato il mattino seguente. Uomini lieti e credenti portano doni, cibo e bevande in abbondanza, e i riceventi grati congiungono le loro mani.

*

                       38.   Appena il Sole è sorto, già vengono molti curiosi per vedere Asser miracolosamente guarito e per ascoltare le parole del grande messaggero di Dio. Alcuni intonano un solenne canto di lode davanti alla capanna e lieti cantano tutti il Salmo 130 [1]. «L’anima mia attende il Signore, ed io spero nella Sua Parola. L’anima mia attende il Signore da una veglia mattutina all'altra. Israele, spera nel Signore! Dal Signore, infatti, c'è Grazia, e molta Salvezza è presso di Lui, ed Egli salverà Israele da tutti i suoi peccati».

                       39.   Filippo si mette davanti alla folla che canta ancora e la benedice. Quando il canto è terminato, alza ancora una volta le due braccia e prega ad alta voce: “Signore! …ed eterno Iddio! …Ti è piaciuto smuovere questi cuori, che ora attendono Te, pregando! Mandaci il Tuo Spirito della Grazia, dell'Amore e della Vita, affinché venga calmata la loro fame, ma il desiderio di Te rimanga! Signore Gesù! RivelaTi a noi attraverso la Tua Parola, per amor del Tuo Amore e Verità. Amen!”.

                       40.   Poi dice ancora a tutti: “Amici e fratelli! Rallegratevi tutti, perché l’Iddio della Pace e della Verità vi fa nuovamente annunciare attraverso la mia bocca, che Egli ha visto il vostro cuore e i vostri desideri e vuole che tutti dovete riconoscere e sperimentare, quanto Dio ama il Suo popolo e i figli Suoi, umani! Prima però dovete imparare a comprendere quest'Amore di Dio, affinché né errore né falso desiderio occupi posto in voi. Il grande Salvatore vi ha già tanto donato, ma lentamente è caduto nella dimenticanza. Perciò ricordate ancor sempre tutti questi Doni che l'eterno Dio porge alla Terra attraverso Gesù: erano Beni spirituali dai Cieli e dovevano servire a renderci maturi e degni per il Regno di Dio (in noi). L'influsso del maligno però era più forte della Grazia dai Cieli, e così l'Inviato di Dio dovette cadere Vittima dell'oscurità.

                       41.   Sentite però ancora, amata gente: i nemici hanno ben trionfato un attimo, ma non sapevano che loro stessi si emettevano il verdetto di morte. Essi non potevano immaginare che con il Sacrificio mortale accettato volontariamente da Gesù, fosse sciolto nel Suo più Interiore uno Spirito che porterà a tutti i Suoi seguaci, la Salvezza dalla dura schiavitù della materia. Come il Signore, il nostro Maestro, ha trasformato la Sua stessa notte di morte con la Luce insita in Lui, nel pienissimo Giorno di Vita, così sorgerà la Sua Luce ed una nuova vita anche in tutti coloro che si affidano a Lui e seguono nell'interiore le Vie Sue. Così io sono stato inviato a voi e porto il lieto messaggio: Gesù, …vive! E tutti quelli che credono in Lui, possono vivere con Lui nel Suo Regno del purissimo Amore. Gesù ha superato ogni morte! E la Croce, il Simbolo dell’orrore più atroce, è stata da Lui elevata a fondamento della nuova Vita. Poiché appena l'uomo riconosce le sue sofferenze su questa Terra, la sua croce, quali fardelli a lui caricati per concessione di Dio, e non chiede più che gli siano levati, ma chiede Forza per sopportarli volontariamente, anche il suo spirito più interiore, la scintilla di Dio, viene liberata! Questa illumina il santo scopo di tutte le sofferenze, e può far di noi portatori di Luce per altri che ancora cercano e soffrono nell’oscurità!”.

                       42.   A queste parole che sono sorte nel cuore di Filippo, segue un profondo silenzio; poi, dopo una pausa, egli conclude la sua predica: “Io sono un testimone di molti! Io ho visto il Signore ed ho sentito il suono dalla Sua bocca, ho visto come Egli guariva gli ammalati mediante la Sua Parola, e rese lieti gli afflitti a morte. Ma per quanto grande e portentoso era tutto questo, non è comunque da paragonare al fatto che Egli, quale il Risorto dalla notte della morte, è venuto tra noi pieno dello Spirito Santo della Vita! Le Sue mani e piedi trafitti erano sì i Suoi segni esteriori, ma la Sua grande Bontà, il Suo santo Amore ci rivelavano più che tutti i segni la Sua divina Onnipotenza! Essi ci rivelavano il più grande e più santo Desiderio dell’Amore di Dio verso le Sue Proprie immagini –verso l’uomo! Così il nostro Iddio nella Sua Grazia si è chinato in basso verso ogni singolo, per pregarci: «Diventate – figli Miei!»”.

                       43.   Profondamente commosso dalle sue parole, Filippo retrocede.

                       44.   A ciò Asser sente nel cuore l’impulso di ringraziare il Signore e Salvatore Gesù ancora una volta ad alta voce per la potente Grazia di poter ora vedere nuovamente, per mezzo della quale Egli ha rivelato a tutti, così visibilmente, il Suo Amore per gli uomini sofferenti. E così comincia un generale giubilo che termina in un salmo di ringraziamento.

                       45.   Uno però si avvicina a Filippo e dice: “Tu, caro messaggero di Dio! Se tu non avessi aperto gli occhi al nostro Asser, in verità le tue parole sarebbero volate via come pula al vento; ma ora hanno colpito il nostro cuore, e noi tutti ci sentiamo obbligati ad un grande ringraziamento nei confronti del nostro Iddio! Ma quanto avevi tu ragione di ammonirci che il meglio del Salvatore sia già finito di nuovo nella dimenticanza! Ora comprendiamo che quest’errore commesso deve essere nuovamente riparato. Perciò ti vorremmo pregare: rimani presso di noi finché diventiamo nuovamente seguaci della Sua più pura Dottrina divina. Ora però vieni con noi nella piazza del mercato, là molti aspettano ancora il tuo insegnamento dell'Amore di Dio, ma vedrai anche che da noi c’è molta miseria”.

                       46.   Risponde Filippo: “Andate avanti, cari amici, finché io abbia fatto colazione, e dite a tutti che il mio cuore e il mio amore è già con loro”.

[indice]

 

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Cap. 2

La presenza di Gesù è testimoniata da Filippo attraverso il Suo santo operare

                         1.      Dopo la colazione la diligente Eva vuol provvedere al solito lavoro domestico, ma Filippo le dice: “Tuo figlio Kenan farà tutto nel migliore dei modi! Vieni pure con noi, affinché anche tu oggi possa sperimentare e conoscere la Magnificenza di Dio, ciò che è possibile a Colui in Cui noi confidiamo!”. E così avviene, la figlioletta però cammina come sempre stretta accanto al padre suo, lei, infatti, non riesce a comprendere come il padre trovi ora la strada anche senza di lei. Sulla piazza del mercato si è già radunata molta gente, e anche Simone, il mago, attende i venienti, però con sentimenti molto contrastanti, perché egli sa: le sue azioni non portano sempre il carattere dell'onestà.

                         2.      Filippo alza le sue mani, benedice la moltitudine e comincia a parlare: “Voi uomini! E voi cari fratelli! Con il Saluto del Signore e Salvatore Gesù: ‘La Pace sia con voi!’, io vengo in mezzo a voi e vi annuncio la Volontà del Signore, come la trovo in me. Quasi tutti siete a conoscenza dei cupi giorni in Gerusalemme, in cui i templari avevano giurato di uccidere con violenza il più Nobile e Migliore tra tutti gli uomini. E ci sono anche riusciti! – Ma perché? Perché questo Sacrificio di Se stesso era espressamente la Volontà del Maestro! Tutti i Suoi insegnamenti, infatti, le Sue dimostrazioni d'Amore, le Sue azioni miracolose, non avrebbero raggiunto quest’effetto stravolgente nell’Universo dei mondi, se Egli non avesse preso su di Sé volontariamente la più amara morte sulla Croce!

                         3.      Egli possedeva comunque abbastanza Potere per distruggere i Suoi nemici, ma non lo fece, perché Egli sapeva: soltanto con il Mio Amore Io posso vincere! Poiché quest’eterno Potere invincibile su tutti i nemici sta nel Suo Amore pronto al Sacrificio per tutto il Creato. Egli morì! – Ed ha creato, con la Sua morte, una nuova via che parte dalla Terra ed arriva fino ai Cieli. Egli morì! …ed è di nuovo risorto! Egli ha infranto le leggi della materia e, con ciò, ha gettato un ponte sull’abisso esistente tra Dio e l'uomo.

                         4.      Se noi lasciamo scorrere davanti ai nostri occhi, tutte le Sue opere e insegnamenti, restiamo muti in ammirazione davanti alla grandezza del Suo Spirito e della Sua Potenza! Ma se ci immedesimiamo nella Sua morte, con quale tolleranza, con quale sublimità Egli ha sopportato la Sua amarissima sorte, allora rabbrividiamo davanti alla grandezza del Suo Amore. Il tempio, però, con i suoi servitori, ha agito coscientemente contro Dio ed accumula colpa su colpa! La resurrezione di Gesù, le Sue meravigliose apparizioni qui e là, come la Sua ascesa nei Suoi Cieli, essi negano tutto ostinatamente e perseguitano con fuoco e spada tutti i seguaci dei Suoi insegnamenti dell'Amore! Soltanto pochi giorni fa gli inviperiti templari hanno lapidato Stefano, il fedele testimone della Dottrina di Gesù, ma anche qui si è avverata la meravigliosa Promessa: Dio assiste anche nella più grande sofferenza tutti coloro che Lo amano, e dà loro coraggio e forza meravigliosa per perseverare!

                         5.      Stefano ha vissuto il Dio vivente nell'interiore, e la sua morte è stata un trionfo su tutti i nemici di Dio! ([Atti cap.7]). L'incrollabile fede nella vivente presenza di Gesù crea nuove sorgenti di forza in noi e ci fornisce ogni giorno dimostrazioni dell'interiore unione tra Dio e l'uomo. Il massimo che un uomo possa ricevere qui è la chiara consapevolezza: il mio Dio e Padre ha accolto anche me come figlio Suo! Questa esperienza però ci impegna, attraverso tutto il nostro cammino di vita, a mostrare ora anche agli altri questa Grazia, un figlio credente, infatti, non appartiene più a se stesso; e così io appartengo ora a voi! L'eterno Amore mi ha chiamato qui e la Sua Grazia fa di me vostro servitore. Ma sopra tutti noi sta Dio, l'Eterno, il Quale ci ha rivelato nel Figlio dell'Uomo-Gesù: ‘Io sono l'Alfa – e l'Omega! – Il Principio e la Fine!’, così Sii anche Tu, Signore Gesù, qui in quest'ora mattutina, il Principio, – e Colui che guida tutto meravigliosamente alla Fine! Amen!”.

                         6.      Filippo tace, …guarda i radunati intorno a lui e, oltre a loro, come in grande lontananza del tempo passato. Poi continua calmo: “Finora avete creduto nell'Iddio d'Abramo, nel grande Iddio dell'eterna Giustizia, e vi siete attenuti rigorosamente alle Sue Leggi che vi ha dato. Le condizioni erano difficili da adempiere, e sembrava come se nemmeno uno venisse trovato pienamente giusto. Ebbene, è venuto da noi Dio stesso nel Figlio dell'Uomo-Gesù, superando come Uomo con l'impiego di tutte le Forze dello Spirito sonnecchianti anche in Lui, le catene animiche dell'amara schiavitù in questa materia e ha con ciò, realizzato, osservandoli, quale Primo, i Comandamenti di Dio. Dio era Giustificato! Ora, infatti, nessuno potrà più dire: ‘Signore! I Tuoi Comandamenti non si possono adempiere! Pretendi troppo!’. – Iddio ora manda a dire a tutti: vedete, come questo figlio dell’Uomo-Gesù ha superato in Sé le catene della Sua Anima, ora questo è anche possibile ad ognuno che ha la stessa buona e serissima volontà per questo!

                         7.      E ora sentite ancora: affinché a tutti sia ora possibile diventare un figlio dell'eterno Iddio, e deliziarsi già qui nella vita terrena nel Suo meraviglioso Amore paterno, Gesù ci ha lasciato la grande Promessa che colmerà ognuno con il Suo santo Spirito vincente appena si sforzerà di osservare le condizioni delle Sue nuove, facili Leggi dell'Amore. Molti di voi hanno sentito perfino dalla Bocca del Signore il Messaggio del Regno di Dio dell'Amore e della Pace, Regno che sorgerà nell'uomo appena ci si affida alla Sua Dottrina.

                         8.      Perciò, voi cari, la Vita terrena del Maestro sia il nostro esempio e costante specchio! Il Suo Amore e la Sua Misericordia siano la Forza motrice che c’incalzi e spinga ad aspirare al Suo Regno! Ciò che la Sua morte provocava ancora dubbi nella Sua missione, è diventata vittoriosa certezza con la Sua resurrezione! Nella Sua ascesa al Cielo abbiamo sperimentato le Sue speranze su di noi, per quanto Lo abbiamo afferrato con l'intero amore del nostro cuore. E a Pentecoste è arrivato l'adempimento della Sua Promessa. L'adempimento di tutta la nostra brama per Lui! Poiché a questo Santo Spirito che ci ha pervaso, il mondo intero sta di fronte impotente! Chi non è ancora sfiorato da questo Spirito-Luce, è ancora cieco per le meraviglie del Suo Regno. Poiché soltanto a questo Spirito Santo rimane riservato di liberare totalmente le nostre anime dalle innate catene del mondano e legarle a Lui. Questo Spirito vincitore è già il ricorrente Gesù come Essenza e Forza nel petto di colui che Lo ha accolto dal Cuore dell’eterno Padre Suo! Se volete che questo santo Spirito di Gesù viva anche in voi, credete nel Suo Amore e sperate nella Grazia Sua e servite con cuore amorevole tutti i vostri simili! – Allora la Sua speranza si adempirà anche attraverso di voi, che diventiate figli secondo il Cuore di Dio!”.

                         9.      Filippo tace – il suo discorso è profondamente penetrato nel cuore dei suoi devoti ascoltatori, e silenzio regna tutt’intorno.

                       10.   Allora un vecchio sacerdote, Joram, viene da lui e dice: “Caro amico! Il tuo discorso è stato come una sorgente di Luce che ha illuminato nel mio cuore parecchia oscurità. Ho esaminato seriamente e riconosciuto che dalla Dottrina del tuo Gesù scaturisce una nuova Forza di Vita. Noi sappiamo della Sua morte ed anche della Sua resurrezione, ma credevamo che la Sua missione fosse con ciò compiuta. Ma come tu poni la questione dicendo: questa Vita di Gesù sia per noi esempio e specchio per il nostro perfezionamento! Per questo, amico mio e fratello, ci manca ancora molto! La meta è troppo alta!”.

                       11.   “Fratello!”, – risponde a lui Filippo. – “Vedi, se qualcuno ha già paura di percorrere le prime vie per tale meta, non potrà mai raggiungere il grande e meraviglioso! Pensa ad Abramo – egli credeva alla Parola del Signore e procedeva obbediente e pieno di fiducia sulle vie che Dio stesso gli indicava, e giunse alla sua alta meta! Pensa a Giuseppe in Egitto. Egli rimase fedele alla sua fede in Dio, nonostante le molte difficoltà. In silenzio sopportò la prigionia, sperando nelle clementi Conduzioni del suo Dio, e così superò tutte le resistenze e poi sperimentò la meraviglia delle Conduzioni del suo Dio. E così potrei nominartene ancora altri che hanno creduto alla Parola del Signore nonostante le molte difficoltà, essi si sono fidati delle Sue Conduzioni e sono giunti alla meta. È dunque così difficile credere: ‘Dio! Tu purissimo Amore! Tu che diventasti Uomo in Gesù! Tu vuoi che l'uomo si trasformi in purissimo amore mediante la Tua Grazia e la Tua Collaborazione!’. – Per me è così semplice, mi sento così bene nel credere questo, sono colmato interiormente di una felicità così beata che perfino dover subire la morte per questo mi deve sembrare come una Grazia!”.

                       12.   “Non posso ancora afferrare questo così velocemente”, – si scusa Joram, – "forse imparerò a comprenderti ancora meglio”.

                       13.   Tra gli ascoltatori c'è anche uno che spesso soffre di possessione. Costui in questo momento è terribilmente tormentato, e il demone grida: “Nel fuoco con lui! …..là è il suo posto! Avvolgete serpenti intorno alle sue mani e piedi, perché anche lui ha colpa della nostra grande miseria”.

                       14.   Allora Filippo va da quel poveretto, fa il segno della Croce su di lui e dice al demone: “Nel Nome di Gesù, del Crocifisso e Risorto! – lascia questa casa e recati nel deserto presso i tuoi!”.

                       15.   “Mai e poi mai!”, – urla lui. – “Piuttosto di andarmene di qui ….”

                       16.   “Nel Nome di Gesù te lo ordino!”, – dice ora Filippo ad alta voce. – “Obbedisci alle mie parole, altrimenti ti giochi anche l'ultima Grazia! Poiché ascolta: anche per te Gesù ha portato il Suo Sacrificio. Recati là come ti ho detto, e Gesù, il Signore, è pronto ad aiutare anche te!”.

                       17.   Il malato diviene tranquillo, – allora Filippo gli pone la sua mano destra sul capo e dice: “Allora l'Amore ti benedica e ti dia forza! Ma Tu, Signore Gesù, risanalo del tutto! Sia lodato il Tuo santo Nome. Amen!”.

                       18.   Il poveretto è guarito. – Dopo un momento di riflessione egli dice: “Voi uomini, ascoltate le mie poche parole. Io vivevo in un Inferno, terribile era il luogo e spaventosi erano i personaggi. Allora venne un messaggero di Luce da me e mi liberò da qui. Come sono felice che ho potuto sentire le parole da te, messaggero di Dio, tu che mi hai portato la guarigione. Sì, Signore Gesù! Il Tuo Nome deve essere altamente lodato in ogni tempo!”

                       19.   Il mago Simone però non si sente a suo agio nell’assistere alla scena con il posseduto, egli, infatti, non si sente libero dalla colpa; ora ha paura di Filippo e cerca di allontanarsi alla chetichella.

                       20.   Il guarito se n’accorge. Va subito da lui, lo tiene stretto e dice: “Ascolta, Simone! Quest'uomo ci porta un Vangelo diverso dal tuo, e di pagamento non ho ancora sentito nessuna parola! Non è bello da parte tua il fatto che te ne vuoi andare ora che sono libero dal male nel quale tu mi hai fatto sprofondare. Ringrazia il messaggero di Dio che non ricevi la ricompensa che ti spetterebbe veramente!”.

                       21.   Il mago dice con eccitazione: “Taci Jonas! Perché mi vuoi far del male. Del tuo stato non ho colpa. Non avresti dovuto perderti, allora non saresti diventato infelice”.

                       22.   Allora viene Filippo dai due e dice: “Ascoltate, voi uomini, le mie parole, e non portate in voi litigio e conflitto! Tu, Jonas, rallegrati e sii grato che la Mano soccorritrice di Gesù ti è venuta incontro nell'Amore servente; e tu, Simone, rientra in te, e tieni presente che nonostante il tuo agire senza scrupoli, il Salvatore e Redentore Gesù porge anche a te la Mano in Aiuto! Il tuo agire e operare ti è utile solo apparentemente. Non ci vuole più molto tempo, e in te diventerà notte, perché sei assediato da potenze oscure. Ma Gesù porta Luce a tutti! Egli è la Luce! In questa Luce verrà anche a te una Vita nuova, una Vita proveniente dalla Pienezza di Dio, così come lo ha sperimentato ieri vostro fratello Asser, e oggi tu, Jonas”.

                       23.   “Che ne sai tu della mia vita e dei fatti miei?”, – risponde Simone. – “Ecco, chiedi a tutti i presenti che cosa ho fatto per loro; non erano essi allietati ed entusiasti delle mie rappresentazioni? Certo, io non posso rendere vedenti i ciechi e guarire i posseduti. Ma avrei molta voglia di impararlo da te!”.

                       24.   Filippo, colmo dello Spirito, dice grave: “Simone, e voi tutti! Intendete in quiete e con cuore aperto ciò che vi devo dire, poiché lo Spirito dell'Amore puro e disinteressato mi spinge a questo! Non vi è tra di noi uno che possa dire di se stesso: io ho sempre adempiuto i Comandamenti di Dio e la Volontà del Signore Jehova Zebaot! E non vi è nessuno che possa attestare: io posso rinunciare alla Grazia di Dio! – Noi tutti siamo debitori, e tutti abbiamo bisogno della Grazia Sua! Ma da quando il Signore ha sacrificato la Sua Vita per ultragrande Amore per noi, è stata spianata una via completamente nuova, via che offre ad ognuno la possibilità di giungere là, dove sta la meta della nostra brama. Non sono stato mandato a voi per parlare dei vostri desideri, bensì per mostravi la via per questa nuova Vita e per annunciarvi di quale Santo Spirito potete voi diventare figli, se volete percorrere questa via.

                       25.   Tu, Simone, non sei stato precursore, infatti, ti sforzavi di essere un grande agli occhi di tutti. Tu hai indicato la via del mondo, dove tentano piaceri e distrazione, per la qual ragione hai servito uno spirito la cui meta finale è rovina e morte. Ora sono venuto io, spinto dallo Spirito di Dio, e vi rivelo il contrario. La via che io vi mostro si chiama umiltà, dedizione e rinuncia, e vi conduce in alto, al perfezionamento interiore e alla Vita eterna con Dio! Ora avete da scegliere, poiché avete visto le conseguenze di un agire sbagliato nel vostro fratello Jonas, ed avete potuto sperimentare la Forza e la Grazia di Gesù che gli ha portato la salvezza. Non dovete apprendere questo messaggio di pace, ma sperimentare voi stessi la Grazia e la Presenza di Gesù! Io sono nulla, ma Gesù è tutto in tutto! Egli ci vuole donare la Sua Vita dello Spirito nella speranza che noi Gli consegniamo il nostro basso ego. Ora scegliete il Meglio del meglio – libera è la vostra volontà!”.

                       26.   Filippo tace, – e anche la moltitudine persiste in silenzio solenne. Simone non osa più parlare, perché la Verità di tutte queste parole è stata dimostrata con la guarigione di Jonas.

                       27.   Allora si presenta ora a Filippo la moglie di Asser e dice ad alta voce e con singolare splendore negli occhi: “Voi uomini e donne! Lasciate dire anche a me, ciò che mi preme. Il mio cuore è stracolmo di gioia, e vorrei morire nella polvere se con questo potessi rendere un servizio al grande Redentore. Voi tutti sapete della nostra miseria per anni e anni. L'abbiamo sopportata pazientemente nella speranza che anche per noi battesse una buona volta l'ora che significasse liberazione, oppure che la morte ci liberasse da tutta la miseria. Ma da ieri sono stata istruita diversamente. Ora io so a che cosa ci deve servire tutta la sofferenza. Non spetta a me parlare davanti agli uomini, ma la mia esperienza interiore è troppo importante, perciò voglio dichiarare dinanzi a voi, quale meravigliosa felicità mi ha afferrata!

                       28.   Vi potete facilmente immaginare che non potevo trovare sonno per la gioia e gratitudine, finché seppi che questa guarigione non è ancora la vera felicità; ci potrebbe, infatti, di nuovo colpire lo stesso una disgrazia. Ma quando io, come una volta Hanna, pregai ed indirizzai tutti i miei pensieri a Dio, al santo Creatore, una meravigliosa Luce mi circondò, e in breve tempo c’era Luce anche in me! Mi guardai intorno completamente sorpresa – la nostra casa era scomparsa, scomparso mio marito e i miei figli, così come anche il nostro caro, caro ospite! Allora mi venne l’angoscia, ed io stessa mi trovavo così strana; ma una voce affettuosa parlò accanto a me: «Non temere! Poiché vedi, Io ti conosco e ti ho trovata degna di darti ora ciò che il tuo cuore bramava. La fine della tua sofferenza giunge soltanto quando puoi rinunciare ad ogni desiderio terreno, poiché Io sono Colui che ti può risarcire tutto».

                       29.   Allora io domandai: ‘Chi sei Tu?’, …e: ‘Dove sei?’, …e: ‘Dove sono io?’. – La Voce però disse, in un tono molto più amorevole di prima: «Io sono l'Amore che sostiene tutto, e la Mia Vita è la Salvezza di tutto il mondo! CercaMi in te, perché solamente lì Io sono da trovare». – Tentai di voltarmi, volevo vedere l'Oratore, allora la Luce scomparve, però rimase un gioire interiore, un gioire, come non l'ebbi mai sperimentato. E in questo momento stette Gesù davanti agli occhi miei, io Lo conobbi così, con la Sua mano destra indicando l’Alto, la Sinistra però indicava il Cuore. Lo volevo trattenere, ma non era possibile, Egli scomparve, ma la grande gioia rimase! E in questa gioia voglio adempiere ancora più fedelmente il mio dovere, poiché ora sono ancora soltanto un’ancella del Signore”. –

                       30.   Quando la donna tace, Filippo benedice ancora una volta l'intera moltitudine e dice colmo dello Spirito Santo: “Allora portate, come quando era in Vita il Signore, tutti i vostri ammalati, affinché anche la vostra miseria esteriore sia vincolata e voi possiate risorgere nello Spirito di Gesù tutto vivificante e beatificante!”.

                       31.   Dopo, tutti portano in fretta i loro ammalati, e quelli che non possono camminare vengono volentieri portati a spalla, ed un silenzio pieno di attesa si impadronisce di tutti i cuori.

                       32.   Filippo invoca ad alta voce la Presenza di Gesù e glorifica nel Suo Nome il Suo inesprimibile Amore! – In questo santo momento tutti vengono guariti!

                       33.   Non si finisce di lodare e glorificare. La fede nell’invisibile Presenza di Gesù è nuovamente consolidata nei cuori aperti. E perfino il mago Simone accetta umilmente questa fede.

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Cap. 3

Perché Gesù ci rimane invisibile?

[Atti 8,14]

                         1.      Il giorno dopo Filippo invia Asser a Gerusalemme dagli apostoli con la gioiosa notizia: ‘Il Vangelo di Gesù Cristo in Samaria è stato accolto!’. Filippo qui ha avuto un facile lavoro, la fama delle sue guarigioni, infatti, lo ha preceduto ovunque in villaggi e città rendendo ricettivi i cuori; ed ovunque, diviene visibile la Grazia di Dio. I cuori si aprono al beatificante annuncio: Gesù vive! E noi possiamo sperimentare la Sua Presenza! Una particolare solennità però sono le ore in cui Filippo battezza uomini e donne nel Nome di Gesù Cristo. In tutta la Samaria ha inizio una vita nuova. È introdotta la cura delle elemosine ed assistenza, come nelle comunità di Gerusalemme, così che nelle case dei poveri non si finisce di ringraziare e lodare.

                         2.      Filippo insegna spesso in casa di Asser, e non passa giorno in cui la Grazia e la Potenza del Signore non è percepita vivente dai presenti.

                         3.      I samaritani sperimentano il culmine quando due discepoli da Gerusalemme, Pietro e Giovanni, vengono a Sebaste con Asser e prendono anche dimora nella sua povera capanna. Pietro, quale il più anziano, predica con fervore dalle Parole del Signore. Giovanni benedice solamente.

                         4.      Alcuni sacerdoti, i quali sono contrari a quest’entusiasmo, cercano nuovamente di allontanare il popolo. Gli apostoli del Signore vanno da costoro nella sinagoga, e molto popolo li segue. Lieti, ma anche un po’ spaventati per la grande moltitudine degli ascoltatori, i sacerdoti manifestano grande dignità ed iniziano il loro ufficio divino. Come testo è scelto Isaia 44, 6-28 (follia dell'idolatria). Il sacerdote d'Israele cerca con convincenti parole di dire soltanto ciò che coincide con la Legge e i profeti, così continua: “Nessuno, infatti, vede i pericoli meglio di colui che è stato egli stesso in pericolo. Perciò la supplica del Signore attraverso Isaia: «Tenetevi lontani da tutto il nuovo, da ciò che è adatto a creare un'idolatria!». Anche oggi si bada di più ai maghi che a Jehova e ai Suoi servitori, e si porta più onore agli operatori di miracoli che alla Parola di Dio e al luogo in cui si onora il Suo Spirito Santo. Perciò tornate indietro, e non lasciatevi incantare dalla nuova Verità, Verità che certo non è!”.

                         5.      Gli ascoltatori diventano irrequieti, guardano lì ansiosi, a Filippo e ai suoi compagni. Ma costoro rimangono del tutto calmi ed aspettano il resto. Quando il sacerdote tace, benedice la comunità e vuole ritirarsi, ma Giona, il guarito, va da costui e domanda ad alta voce: “Israele! La tua predica è stata buona, ma mi ha reso inquieto, perché tu chiami ‘operatore di miracoli’ colui che mi ha liberato dai demoni? Quante volte tu stesso hai provato su di me la tua forza, quando ero ancora nel bisogno, ma ogni volta mi hai abbandonato e disorientato. Vedi, una singola preghiera a Gesù, il Crocifisso e Risorto, dalla bocca di quest'uomo è stata sufficiente, ed io sono stato liberato. Tu non devi aver afferrato abbastanza profondamente la mia miseria e devi provare poca gioia nella mia salvazione e liberazione, altrimenti oggi avresti parlato diversamente. Deve proprio essere determinante soltanto il vostro giudizio e la vostra volontà, e tutti gli altri non possono voler altro che voi? Guardate questi tre, essi non hanno più nessuna volontà propria! La Volontà del Signore e Salvatore Gesù è diventata la loro volontà. Voi sacerdoti, andate nelle capanne di coloro che hanno sopportato pazientemente malattia e miseria, e vedrete che oggi sono sani e pieni di gioia! Convincetevi! Essi non lodano Filippo, il portatore di gioia e di guarigione, ma Gesù, l'Unto e il Santo di Dio!”.

                         6.      Il sacerdote è sorpreso di sentir parlare così Giona, perciò risponde ad alta voce: “Giona, ascolta! Tu sei il primo che dice a me con coraggio ardito tali parole, perciò devi anche essere il primo al quale io dico: se è proprio tutto così come tu lo presenti, allora voglio fare penitenza in sacco e cenere e professarmi anche per Gesù di Nazareth! Nessuno deve dire che il vecchio Israele sia stato d'impedimento al suo prossimo per il bene fisico o spirituale. In segno della mia unione con voi può adesso parlare a tutti noi Filippo o un’altro”.

                         7.      Ora la via per Pietro e Giovanni è spianata, e Pietro comincia a parlare: “Uomini! Cari fratelli! L'Amore e la Grazia di Dio siano con voi! Lo Spirito della Pace sia la vostra parte, perché è una parte di Gesù Cristo, nostro Signore, del Quale noi siamo qui testimoni! Testimoni della Sua Vita, del Suo Operare e Creare, ma testimoni anche della Sua morte e della Sua Resurrezione! È giusto che vi atteniate fermamente alla Parola dell'unico e vero Iddio e Signore e volete dare soltanto a Lui l'onore! Poiché proprio per questo noi siamo qui, per testimoniare che Gesù nient’altro voleva ed insegnava!

                         8.      Dio, da Eternità in Eternità, il Creatore e Conservatore di tutte le cose, vide le Sue Creazioni in pericolo, perché lo spirito del dissolvimento, il nemico di ogni Vita non cercava soltanto di appagare tutti i sensi, ma anche i cuori degli uomini col suo essere senza Dio. Da Adamo, e da allora, Dio conduce la lotta contro il Suo avversario. Ma questa lotta è soltanto una protezione dei Suoi santi Beni di Grazia, Dio, infatti, non ha mai voluto distruggere il Suo nemico!

                         9.      Dio divenne Uomo, e diede con questo al nemico di ogni essere e di ogni vita nuovamente la prova che la conservazione di tutte le cose è il Principio di Base della Sua Essenza! Con la morte in Croce del Signore il Suo Spirito dell'eterno Amore servente si è rivelato a noi ancora di più. Noi, Suoi testimoni, abbiamo visto la Sua Magnificenza nella Sua Resurrezione dalla morte, e sperimentiamo di nuovo anche oggi la Sua Presenza e i torrenti di Forza e Vita provenienti dallo Spirito Suo! Per quanto i Suoi nemici possano infuriare e cercare con fuoco e spada di annientare il Suo Spirito d'Amore servente dai cuori dei Suoi seguaci, a loro non riuscirà! Perché Gesù – vive!

                       10.   Esaminate questo con occhi aperti e conservate la pace nel vostro cuore, pace che soltanto l'Amore di Gesù dona a tutti coloro che senza timore e fedele fanno la Volontà Sua! E così la Grazia del Signore in tutte le cose sia la vostra parte! Amen!”.

                       11.   Ora si fa avanti Giovanni, benedice i radunati e dice: “Il provvido Amore per le vostre anime non mi fa tacere, dal momento che anch’io venni degnato mediante l'incommensurabile Grazia del Signore, ad essere un discepolo e testimone della Sua Potenza e Magnificenza. Non è necessario parlare molto dei Suoi segni e miracoli, poiché di questi ci sono abbastanza testimoni oculari. Ma lo Spirito, che è l’assai meraviglioso Dono di Grazia, mi spinge a parlare del Suo Amore e del Suo Servizio alla stirpe umana, ed è riservato a tutti coloro che vogliono seguire le Sue orme. Gesù Cristo, la Luce e la Salvezza dell’intero mondo, non ha chiamato soltanto noi, bensì tutti ad essere portatori di questo Spirito Suo. Soltanto allora, infatti, si può riconoscere in tutta la pienezza: chi e che cosa era Gesù – e Lo rimarrà eternamente!

                       12.   Voi sapete molto di Lui, ma riconoscere la Sua Essenza ed afferrarLo così che possiate abbandonare tutti i vecchi concetti radicati nell’anima vostra per la nuova Luce proveniente dal Suo Amore, vi manca ancora. La vostra miseria e le vostre necessità non passano dal Suo Cuore senza lasciar traccia; perciò Egli è venuto a voi come a molti altri, e vi porge la Mano per la santa Alleanza e vuole essere vostro Soccorritore e Liberatore. Tutto il Suo tendere consiste nel servire l'umanità rivelando lo Spirito dell'Amore che gli andò perduto. È lo Spirito dell'Amore che ha la Sua Patria primordiale in tutti i Cieli, ed è la Forza motrice che non può riposare né sostare, finché tutti, ed ogni cosa creata, non sia colmata dallo stesso Spirito. Così il Regno di Dio è lo Spazio infinito dove la Sua santa Volontà è l’eterno Principio conservante e tendente verso la Perfezione!

                       13.   Specialmente questa Terra con tutti gli abitanti è chiamata per il Suo Regno, e oltre a ciò essa fu elevata a luogo di grazia e scuola di educazione. Non pensate: perché veniamo a sapere tutto questo soltanto oggi? Sappiate: al primo uomo fu già rivelata questa Sua missione ed alta Destinazione! Il Signore adesso ha accorciato enormemente la lunga via, via che era condizionata dall’osservanza dei comandamenti divini, e ci ha mostrato con il Suo Amore la nuova brevissima via per questa nostra destinazione.

                       14.   «Io vi do un nuovo Comandamento: che vi amiate, come Io vi amo!», sono state le Sue Parole cariche di contenuto. E in questo appunto per noi tutti sta la chiave per giungere nell'eterno meraviglioso Regno di Dio. Amatevi! – e sarete nuovamente amati! Amatevi! – e si aprirà su di voi il Cielo! Amatevi! – Allora allo Spirito di ogni Vita proveniente da Dio edificherete una dimora su questa Terra. In quest'Amore scompare odio e invidia, e sofferenze e tribolazioni diventeranno elementi dell'illuminazione interiore. I contrasti tra uomini, popoli e chiese cesseranno, e noi lasceremo di nuovo a Dio guidare saggiamente tutti i nostri destini. Solo a quest’Amore sarà possibile trasformare ogni uomo interiormente, così che possa fare soltanto ciò che vuole questo Amore, come lo spronerà la sua vita più interiore. Date perciò spazio a questo Amore nel vostro petto, affinché il suo spirito diventi in voi il Principio creante e liberante!

                       15.   E così vieni, Giona, e ricevi attraverso di me lo Spirito che è santo, ultra santo, e opera dal Medesimo secondo la santa Volontà di Dio! Tutto ti sarà possibile se credi giustamente, ma rimani nell'umiltà e dedizione sempre grato al tuo Dio, che oggi Si avvicina a te in Gesù Cristo! Ora non hai bisogno di temere nessun nemico, perché Dio è Forza e Potenza e Magnificenza, fin nell’Eternità! Amen”.

                       16.   Giona è inginocchiato, e Giovanni gli impone le mani sul capo pronunciando queste parole. Poi Giona si alza, e con occhi raggianti si guarda intorno e dice: “O Dio! – O Padre! – Sono come trasformato! Quale delizia tu fai sorgere in me! Quale felicità c’è in me! Di questo però non ringrazio te solamente, caro Giovanni, ma il santo Iddio in Gesù Cristo”.

                       17.   “Tutta la tua vita sia un ringraziamento”, – dice Giovanni, – “e nessun sacrificio sia troppo grande al tuo amore! Nel tuo amore, infatti, devi testimoniare Gesù, il Crocifisso e Risorto ai fratelli tuoi. Vedi, questo Spirito che ti è venuto come Dono di Grazia, deve essere per te, ora, Guida e Luce. Esso rinnoverà tutta la tua vita e il tuo essere interiore, così che ora puoi testimoniare come un uomo nuovo dei grandi beni di Grazia, beni che ora troverai in te. Sii dunque benedetto da questo Spirito, e diventa benedizione per gli altri!

                       18.   Ma tu, Israele, che sei un sacerdote in questo luogo, anche tu sei chiamato ad operare da questo Spirito! La vita genererà nuovamente vita, e l’Amore cercherà ancor sempre occasioni in cui potrà mostrarsi ancora come amore, e questo sia per testimoniare il nostro servizio ai nostri fratelli uomini. Non temere di diventare infedele all’Iddio tuo, poiché tu comprenderai interiormente che in questo Spirito, che è Vita e Amore, sei mille volte più vicino a Dio che se ti attieni ai vostri canoni e lettere morte. È venuto il tempo in cui ogni involucro sarà tolto, dove soltanto il seme o lo Spirito, quale Vita più interiore e più verace nella Parola, deve servirvi come segnavia. Tu hai visto che cosa è possibile a colui che crede, ed hai sperimentato il Torrente di Fuoco proveniente dalla Forza dello Spirito di Dio. E così ti riporto una Parola dalla Bocca del Salvatore Gesù: ‘Soltanto chi opera conforme a ciò, – comprenderà che queste non sono Parole di uomini ma Parole di Dio!’.

                       19.   Voi però, Asser ed Eva, preparate la vostra casa, noi vogliamo prendere il pasto da voi! Credete però fermamente: l'eterno Amore conosce già tutte le vostre preoccupazioni e i desideri vostri!”.

                       20.   La sinagoga si svuota, ma loro sulla strada incontrano una colonna di uomini, accompagnati da carri che vengono trainati da animali da soma. Pietro va loro incontro ed è subito riconosciuto. Quanto si rallegrano i venienti, quando Giuseppe, il loro anziano, saluta Pietro: “Sia Lodato Gesù Cristo!”. – E Pietro ringrazia con le parole: “La Sua santa Pace sia con te!”.

                       21.   Giuseppe tiene stretta la mano di Pietro dicendo: “Grazie a Dio che ti troviamo! L’intera Samaria è piena di discorsi sui miracoli che devono essere accaduti qui in Sebaste. I miei fratelli hanno ardente sete di aiuto e Verità, perché su tutti noi sta paralizzante la Sorte del Signore. Noi sappiamo della Sua morte e della Sua Resurrezione, ma non possiamo più sopportare l'incertezza: che cosa accadrà adesso? I nostri ammalati non hanno più nessuna speranza, e tutta la fiducia è scomparsa. Per loro il Salvatore è morto! Ma la notizia della guarigione del posseduto e della guarigione del cieco ha fatto sorgere nuova speranza e perciò siamo corsi qui e ti abbiamo trovato!”.

                       22.   Risponde Pietro: “I vostri dubbi devono essere ridotti al nulla, e la vostra fede si deve nuovamente rinfrancare, ma dovete poter credere che non noi, ma soltanto il Signore e Maestro può aiutare! Ma se cercate ancora aiuto presso gli uomini, allora sperimenterete le più grandi delusioni. Quello che è avvenuto qui in questi giorni, non è potenza del miracolo, ma la conseguenza della potenza della Fede. Però non è un buon segno che abbiate potuto dubitare delle parole del Maestro, infatti, ogni dubbio è un tradimento nel vostro amore per Lui. Perciò, fratello Giuseppe, provvedi affinché la schiera a te affidata trovi di nuovo il giusto ordine interiore! Per ora portali nella locanda, tu però vieni da noi, dimoriamo presso il guarito Asser!”. Questo accade; l’intera colonna può essere alloggiata in una locanda, ed anche tutti gli ammalati sui carri sono provveduti nel migliore dei modi.

                       23.   Nell’abitazione di Asser sorge una ressa, perché molti non intendono separarsi dagli apostoli; ma Giovanni, tutto Amore, dice: “Fratelli e sorelle, ascoltate, per oggi è abbastanza! Perciò cercatevi un alloggio ed unitevi con noi in spirito, affinché un torrente di forza e benedizione colmi la nostra sfera esteriore! Ricordate, dove c’è un Cielo, c’è anche un Inferno, e dove ha luogo una semina per l'Eternità, anche il nemico di ogni vita cerca di spargervi zizzania. I vostri cuori devono essere quieti, affinché possiate afferrare la grandezza di questo santo miracolo d'Amore e diventiate ricettivi di sperimentare miracoli ancora maggiori. Il miracolo più grande ed eccelso, però, è: sperimentare in noi stessi la Sua santa Parola. Parola che possiede tutte le facoltà per rendere beati e felici noi uomini! – Appropriatevi della Sua Parola, perché essa possiede valore eterno! Domani veniamo nella locanda dove hanno preso alloggio i fratelli vostri, e là io vi invito, perché là deve essere rivelato a tutti, come il Signore e Maestro mantiene la Sua Parola!”.

                       24.   Quiete subentra, ma non tutti se ne vanno, poiché l’ardente desiderio per la pura Verità in loro è grande! Il pasto è presto servito: pane, vino, miele e frutti, e quanto si stupisce Eva, per il fatto di trovare tutto questo nella sua dispensa, dove da anni non si trova quasi nulla! Ma nel suo cuore risuona come tono cristallino: ‘Credi, Io non sono soltanto Amore, ma anche Potenza! Perciò rallegrati, affinché anch'Io possa rallegrarMi di te!’.

                       25.   Ora, quanto voleva, presto e gioiosa, soddisfare tutti gli ospiti; ma lui porta dentro di sé, ugualmente, un sommesso cruccio: perché nessuno domanda da dove viene tutta questa bontà?

                       26.   Pietro benedice prima gli uomini e poi il pasto, e si servono tutti con gioia. Ora viene anche il vecchio Giuseppe, la guida della carovana, ed Asser lo conduce dai tre messaggeri di Dio, i quali lo benedicono e gli offrono pane e vino.

                       27.   Giuseppe dice commosso: “Amici e fratelli! Mi pare come se il Maestro stesso mi benedicesse e mi porgesse pane e vino per la fortificazione! Perciò non voglio ringraziare voi, bensì soltanto il Signore e Maestro Gesù”.

                       28.   “Fa questo, fratello Giuseppe!” – risponde Giovanni. – “Noi, infatti, non cerchiamo ringraziamento, ma cuori che possono ringraziare dal più profondo dell'anima il grande Donatore di tutti i doni! Allora ci sentiamo una sola cosa con loro, e in quest’unità si liberano nuove forze. Pregare e ringraziare insieme rende libero ogni cuore! Noi possiamo sentirci come figli che vogliono adempiere la Volontà del loro santo Padre solamente”.

                       29.   Allora domanda Giuseppe: “Fratello, dicci: perché Gesù, il Vivente e Risorto, non poteva rimanere qui sulla nostra Terra? Sarebbe certo per tutti gli uomini la più grande dimostrazione immaginabile della Sua Divinità e della Sua Missione, se Egli comunicasse con i Suoi figli umani nella Sua totale Magnificenza e nel Suo Corpo indistruttibile. Quanto presto dovrebbe scomparire tutto il male e creare spazio alla santa Verità”.

                       30.   A questo risponde Giovanni: “Fratello Giuseppe! Nella tua domanda c’è ancora molta ignoranza sul vero Essere e Vita di Gesù. Tu parti dai tuoi concetti umani e intellettuali, e questi impediscono in te la pura e vera conoscenza. Sii innanzitutto rassicurato che il Signore secondo le Sue sante Parole è presente presso di noi sempre e tutti i giorni fino alla fine dei mondi! Mai andrà via dai Suoi! Ha dovuto soltanto allontanarSi personalmente e fisicamente da noi, e quindi da tutti gli uomini, per dare a noi e a tutte le stirpi umane la possibilità di operare dal loro liberissimo amore, e di operare secondo la Sua santa Volontà. L'uomo, disposto per natura all’indolenza, viene così obbligato ad entrare nella giusta attività, affinché possa sperimentare la grande, più pura gioia di realizzare in modo produttivo molto diversamente e in maniera rinnovata. Il Maestro, quale Uomo più perfetto, non ci ha mostrato solo il Suo Potere, bensì ci ha fatto partecipare al grande, portentoso superamento di tutti i mali, per la qual ragione Egli si è unito con Dio ed è diventato a Lui tutto possibile!

                       31.   L'intera umanità è arrivata al punto d’osservazione più basso, e il suo eterno destino sarebbe miseria, morte e distruzione. Ma il Signore ebbe Misericordia di lei e creò con la Sua esemplare Vita terrena mezzi e vie, affinché al male ognuno potesse sfuggire! La Sua Missione come Uomo terminò, e con il Suo sacrificio ha sigillato il nuovo patto che Egli fece con tutti gli uomini! Il Suo Spirito vincitore è ora il Suo lascito a tutti coloro che con sincera e buona volontà hanno la Sua meta davanti agli occhi, e questa si chiama: diventare una sola cosa – con Gesù! Se tu, e così tutti voi altri, foste influenzati dalla Sua costante personale presenza a compiere la Sua volontà, allora sareste derubati della cosa più meravigliosa, vale a dire la libertà della vostra volontà e dell’opera vostra e con questo la figliolanza di Dio come Sua eterna eredità. Sareste bensì i Suoi inservienti o servitori ed otterreste la ricompensa per il vostro servizio, ma dovreste sempre rendervi conto che questo vostro stato e servizio potrebbero un giorno anche avere una fine.

                       32.   Ma se tu per libera decisione vuoi partecipare alla grande Opera di Gesù e non chiedi ricompensa, oppure della Sua personale presenza visibile accogli in te la Sua Vita o il Suo Spirito e divieni figlio Suo, come suo figlio sei portatore e realizzatore dei Suoi grandi Pensieri, e cerchi anche di realizzare con tutta la forza del tuo amore per Gesù, ciò che giace in te come idea e ideale. La tua brama però somiglia ora ancora a delle porte chiuse, porte che si aprono soltanto se diventi attivo nel Suo Spirito meraviglioso. Ma poter essere attivo nello Spirito Suo è la Grazia più grande e racchiude l'unica vera felicità! E soltanto per amore della nostra eterna felicità e salvezza Gesù non poteva rimanere presso di noi in Forma umana!”.

                       33.   Giuseppe tace, ma queste parole lavorano potentemente in lui e negli altri. E così ha termine questo giorno.

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Cap. 4

L’ardente desiderio del camerlengo per il vero Dio

[Atti 8, 26-40]

                         1.      Quando tutti sono andati a riposare, un angelo si presenta visibilmente a Filippo e gli annuncia nuovi compiti per il suo operare. Meravigliato che il Signore stesso non gli avesse affidato l’incarico nel cuor suo, Filippo domanda: “Caro messaggero di Dio, come mai che il Signore, tuo e mio Dio, mostra a te il compito che io ho da assolvere, dal momento che per me è la più grande delizia, quando percepisco il Signore e Maestro in me stesso?”.

                         2.      “Fratello mio!”, – risponde l'angelo, – “vedi, anche noi abbiamo l’ardente desiderio di servire il Signore in molte cose, e per noi è una beatitudine, quando possiamo venire in contatto con voi abitanti della Terra. Noi cerchiamo tali occasioni e preghiamo il Signore e santo Iddio per questo, e volentieri Egli ci esaudisce tali preghiere. Tu sei sorpreso, perché come uomo non puoi ancora afferrare giustamente nella tua naturalezza il nostro modo di essere; ma quando veniamo da voi, allora il nostro servizio non tocca a voi, bensì alla futura Vita di Dio nel petto nostro. Voi siete ancora tenuti nell'oscurità su tutti gli effetti spirituali che questa santificata Vita di Dio genera come causa; ma rallegrati, se ora anche tu puoi sperimentare e provare, come vieni sostenuto da molte forze nella tua vita interiore d'Amore e Verità proveniente da Dio.

                         3.      La notte spirituale è sopravvenuta sulla Terra e batte con le sue forze mute alle porte della Luce. La sua pretesa è luce! Ma alla Luce è riservato di aprire le porte per splendere nell'oscurità, affinché tutto venga illuminato, ed ognuno riconosca nella Luce la grande, santa Verità su Dio e il santo Senso in tutte le forme di Vita.

                         4.      Quindi ora va, fratello, secondo la Volontà del Signore verso mezzogiorno (verso sud) sulla strada che porta da Gerusalemme a Gaza, dove tutt'intorno è deserto e vuoto. Accogli però ancora una cosa nella tua coscienza: davanti alla Vita risvegliata da Cristo nel tuo petto si abbassa l’intero Cielo, e tu in questo essere e vita dai la forma ad un nuovo Cielo, nel quale il Signore ed eterno Iddio, ora quale Padre tuo, vuol prendere dimora! Perciò io valuto il mio servizio reso a te così come avrei servito con ciò Dio stesso. – La Pace di Dio sia con te!”, – e Filippo è solo.

                         5.      Subito si prepara e va diritto, verso mezzogiorno, incontro alla sua meta mostrata dall'angelo. Lieto nel cuore, e senza domandare molto sul compito che l'attende, egli cammina con solo brevi soste di riposo durante le ore della notte e del mattino e finalmente giunge in una sabbiosa regione desertica, regione che poteva ben essere la meta sua. Qui Filippo scorge da lontano un piccolo carro, nel quale vede un uomo, e lo spirito in lui lo fa attento sulla sua missione e dice: ‘Va e fermati presso il carro’. Senza riflettere molto si avvicina al veicolo e sente che l'uomo legge ad alta voce dal libro del profeta Isaia.

                         6.      Filippo saluta e domanda: “Comprendi tu anche quello che leggi?”.

                         7.      “Come posso comprenderlo se nessuno m’istruisce e non mi ha dato le conoscenze che sono necessarie per comprendere le vostre Scritture! Sono venuto a Gerusalemme per adorare nel vostro tempio il solo vero Dio, e mi hanno dato queste Scritture! Vuoi salire e darmi le necessarie istruzioni? Io sono Themann, il confidente e consigliere della mia regina Kandaze nel paese dei mori, e chissà quando verrò di nuovo a Gerusalemme!”.

                         8.      Allora Filippo si siede accanto a lui nel piccolo carro[2], gli prende la Scrittura dalla mano e legge ad alta voce il seguente testo nel 53° capitolo, versetti 7 ed 8: «Poiché Egli venne maltrattato, si chinò e non aprì la Sua bocca, come un agnello che viene portato al macello e come una pecora che ammutolisce davanti al suo tosatore e non apre la sua bocca». – «Egli fu portato via per l'arresto e il giudizio. Chi pensava però, a suo tempo, che Egli sarebbe stato strappato dal paese dei viventi e, per il malfatto del suo popolo, colpito a morte?».

                         9.      Themann guarda serio Filippo e dice: “Ti prego, spiegarmi il senso di queste parole! Di chi parla il vostro profeta? È comunque difficile comprendere qualcosa di Santo dalle vostre tradizioni”.

                       10.   Allora Filippo risponde: “Questa è soltanto la tua opinione, poiché il nostro Dio ti è ancora qualcosa di estraneo! Se tu conoscessi questo nostro grande Iddio, comprenderesti anche le Sue Parole, nella Parola, infatti, Egli è vicino a tutti noi! La Sua Santa Parola ci da’ promesse di un Salvatore che ci libera da tutti i mali. E proprio questo abbiamo letto in Isaia. Hai sentito dei grandi avvenimenti in tutto il paese dei giudei e del più grande alla festa di Pasqua in Gerusalemme? Qui ora il profeta Isaia indica già a questo futuro Salvatore, a Gesù e alla Sua Crocifissione! Egli fu chiamato dal grande Piano di Salvezza di Dio a preparare una via all'intera umanità, sulla quale può ritornare più facilmente all'unica vera Vita di Dio che attraverso le Leggi.

                       11.   Soltanto pochi hanno riconosciuto in Gesù di Nazareth il Realizzatore di tutte queste Promesse e la grande Magnificenza del Suo Essere interiore. Dalla primissima giovinezza Egli sapeva: grandi cose possono essere risolte soltanto da un grande Spirito, da uno Spirito che questa Terra non ha ancora conosciuto! Così in Giudea e Samaria tutti furono benedetti abbondantemente da questo Figlio dell'Uomo, Gesù di Nazareth. Non era abbastanza che così tanti Miracoli, tanti Atti d'Amore scuotessero ed accelerassero il battito del cuore, quando si sentiva dire: arriva Gesù di Nazareth! Molto, molto più potente delle Sue Azioni erano le Sue Parole. Parole di Vita interiore! Parole – provenienti dalla Vita di Dio! Tutti i vecchi concetti in noi divennero come nuovi. Nuove speranze e nuova Vita crearono uomini nuovi, uomini che ora in Gesù sperimentavano il loro sostegno interiore e la loro eterna salvezza. Così venne dato alla Terra uno Spirito nuovo, e questo Spirito era la Vita, l'Amore e l'Essenza di Gesù!”.

                       12.   Themann risponde riflessivo: “Caro amico! Io non riesco però ancora a comprendere, come puoi mettere in relazione questo Gesù con i presenti passi delle Scritture? Tu hai raccontato cose grandi e sorprendenti del tuo Gesù, ma qui queste parole indicano qualcosa di molto triste ed una silenziosa umiltà; e che Egli cadde Vittima della cattiveria dei Suoi nemici”.

                       13.   “Non ho ancora del tutto terminato”, – risponde Filippo, – “con la mia testimonianza del Grande e Magnifico, il Quale nel Suo sconfinato Amore divenne Intercessore tra il Santo Iddio e noi uomini peccaminosi. Vedi, il mondo è sedotto fin nel più interiore da uno spirito che vuole distruggere Dio e le Opere Sue. È arrivato al punto che questo nemico di ogni vita pacifico vive nella follia di credersi il signore. Anzi, nessun uomo vive su questa Terra che non sia stato già una volta vittima di questo spirito portatore di distruzione! Ancora un breve tempo, e tutto il mondo si sarebbe trovato davanti alla sua distruzione dalla quale non vi sarebbe stata più nessuna salvezza.

                       14.   Quest'Uomo Gesù, però, non soltanto vide questo pericolo e le sue conseguenze. Egli scongiurò questo pericolo, e mise la Sua propria Vita, tutto il Suo Volere e Potere nel luogo in cui il nemico di ogni Vita voleva erigere un trono alla morte spirituale. La Sua Vita piena di Purezza ed ultragrande Amore e Fedeltà è l'eterno alt, al quale ogni peccato e le sue conseguenze deve sfracellarsi! Egli stesso si fece per Vaso, prese su di Sé tutta la nostra colpa e misfatto e nel Suo Corpo portò ogni maledizione sulla Croce! Se Gesù avesse soltanto adempiuto la Volontà di Dio, allora la Sua santa Missione sarebbe stata ben adempiuta, ma certo senza grande valore per le stirpi future. Egli doveva fare ancora qualcosa da Se stesso, ed a questo, quale il più eccelso, gli uomini non pensano quasi mai. Egli doveva innanzitutto dimenticare, Chi Egli era, doveva immedesimarSi nel Suo Io umano, doveva cercare quella lontananza da Dio dell'umanità smarrita nel Suo proprio mondo interiore, ritrovandoSi come Uomo del tutto naturale. Da questo stato Egli doveva restituire ogni tributo alla Terra, alla Sua Carne e al Suo Io, superando tutte le debolezze e tentazioni umane. Ora, come Signore e Dominatore su tutti gli eventi terreni e stando al di sopra di tutte le forze della natura, Egli rimase, come Figlio dell'Uomo, sempre semplice e pronto a soccorrere tutti i poveri, e visse visibilmente d'esempio per tutti noi questa Vita di Dio sorgente in Lui. Quanto altamente gli uomini di questa Terra furono stimati da Gesù, non può essere espresso in parole, Lui, infatti, il Grande e Magnifico, mise la Sua Vita nel piatto della bilancia per la Salvezza degli smarriti. Egli intraprese la battaglia contro il nemico della Vita ed apparentemente fu sconfitto. Ma, – dopo tre giorni, tutto l'Infinito dovette sperimentare che Gesù, quale Signore, fu anche Vincitore su ogni morte, e poté esclamare ad alta voce: «Io, ….vivo! …e attraverso di Me vivranno ora tutti coloro che credono in Me e vogliono seguirMi!»

                       15.   Si deve aver vissuto questo Trionfo, si deve essere stato perfino su tutti i gradini della sofferenza più profonda per comprendere: Gesù divenne Vincitore! Gesù finalmente è ora il Signore, dinanzi al Quale tutte le potenze devono piegarsi! La Sua Magnificenza, però, è come un balsamo per tutti i cuori feriti, è un richiamo e un invito a godere con Lui quei grandi Beni di Grazia spirituali che Egli, nel Suo infinito Amore, mette a disposizioni per tutti gli smarriti!”.

                       16.   Themann afferra la mano di Filippo e dice commosso: “Buon amico! Tu dici che Gesù vive, Egli sarebbe passato attraverso la morte! Non esisteva per Lui nessun altro mezzo che quello della Sua assai triste morte per condurre gli uomini a Dio? E dimmi, che cosa ha a che fare ora questa Sua morte con me o gli altri uomini? Ho sentito ben il Suo Nome, ho anche già avuto spesso il desiderio di penetrare profondamente nel Mistero che circondava Gesù, finché volevo convincere me stesso andando sul luogo della Sua Missione e della Sua Divinità. Ti credo volentieri, ma vorrei credere piuttosto a Gesù, se Egli si potesse rivelare a me”.

                       17.   “Amico!”, – dice Filippo, – “Gesù il Santo, ti saluta attraverso di me, e chiama anche te a collaborare nell’Opera Sua! La Sua Opera è la Restaurazione dell’antico Ordine di Dio tra uomo e Dio, ed è l'insediamento dell'umanità nei santi Diritti dei figli di Dio!

                       18.   Con quanto accaduto sul Golgota Dio ha dimostrato attraverso Gesù che ogni carne è soltanto la forma protettiva di ogni vita dello spirito, e che attraverso il riversarsi dei flussi di Grazie divine lo Spirito deve dichiararsi per lo spirituale! Questo Amore liberatore di Dio, che colmava Gesù in ogni attività, è il preziosissimo Dono che venne offerto alla Terra come bene ereditario. Sta ben scritto: «Gesù si lasciò strappare dalla direzione della Sua Vita!», ma il Suo Spirito è la Vita tutto compenetrante, tutto comprendente e tutto santificante, e non può mai essere strappata dalla Sua Direzione!”.

                       19.   “Capisco, tu hai ragione!”, – dice Themann. – “E crederlo mi è stato facile. Ma noi siamo per voi gente straniera, popolo straniero. Ma i Flussi di Grazia del vostro Dio, non appartengono al Suo Popolo da Lui eletto? Come puoi dimostrarmi che lo Spirito di Gesù debba diventare un Bene comune di tutti gli uomini? Nessuno sarebbe più felice di me se potessi portare questo Messaggio di Gesù in Nubia, poter dire a tutti: ora ho trovato la Salvezza e ve la porto come Dono di Grazia dell'eterno Amore di Dio! Dimmi amico, puoi anche su questo darmi piena chiarezza?”.

                       20.   Risponde Filippo: “Fratello, tu credi che Iddio compia le Sue Opere soltanto a metà? Ci chiamiamo ben il Suo popolo eletto, ma perché? Perché attraverso i nostri antichi timorati patriarchi la fede nel nostro Dio Jehova rimase conservata più pura. Ma a causa degli errori e delle eresie anche in noi gravanti ancora, la fede antichissima in Dio doveva arenarsi anche presso di noi. Soltanto dei singoli Gli rimasero fedeli, mantennero coscienti un sottile collegamento tra Dio e il nostro popolo sincero, ed attesero l’adempimento delle Promesse fatte un giorno da Lui.

                       21.   E così quella Promessa che Dio stesso si sarebbe un giorno incarnato presso di noi, è stata ora adempiuta. E ciò che fu partorito come Uomo – come Gesù – divenne portatore e punto di raccolta dell'eterna Vita d'Amore proveniente da Dio. Attraverso molte lotte interiori contro le debolezze umane anche a Lui innate, Egli rese tutte le sofferenze, tutti i turbamenti ed oscurità del destino, per gradini necessari di uno Spirito-Vincitore che devono condurci alle Altezze spirituali. Egli attinse dalla Fonte della Sua Umiltà sempre nuova Forza interiore per perfezionare la Sua grande Opera. Il suo operare ed insegnamento era impostato completamente sulla Libertà della Volontà, senza mai indurre un'anima a credere in Lui. Egli dichiarò apertamente davanti a tutto il mondo: operate secondo la Mia Dottrina e l’Esempio Mio! Solo allora sperimenterete ed apprenderete che le Mie Parole date a voi sono Verità di Dio e le Mie Opere provengono dallo Spirito dell'Amore di Dio!

                       22.   Così ora sta alla serietà di ogni singolo esaminare le Parole di Gesù, affinché svanisca ogni dubbio. Cosa ti servirebbe se tu credessi a me senza indugio, ma alla prima occasione tu agissi in uno spirito totalmente diverso? Il tuo interiore non verrebbe in dissidio e ti porterebbe discordia e nuovi dubbi? Ecco che il grande e magnifico Maestro di ogni Vita ha prevenuto e mostrato a tutti gli uomini, come soltanto attraverso l'operare secondo la Sua Dottrina d'Amore lo Spirito della pura Essenza di Gesù si può rivelare anche in loro. Ma ciò che animava e beatificava il nostro Maestro, deve beatificare e animare anche tutti i Suoi seguaci. Ed ognuno sperimenterà che soltanto in questo Spirito di totale dedizione, le prove che anch'egli è stato eletto come figlio Suo, si moltiplicano. Molti sono i chiamati, anzi tutti, ma pochi sono gli eletti!

                       23.   E chi sono questi eletti? Coloro che afferrano lo Spirito di Gesù e la Vita insita in Lui, e non chiedono prima se ciò sia anche giusto davanti all'intelletto. Questi trasformano il loro cuore in un nuovo, grande, magnifico mondo d’amore, creano spazi a nuove Forze provenienti dai Cieli e vogliono operare e lavorare nella loro vita più intima soltanto come Gesù! Ma non ti dico tutto questo perché tu mi creda, ma perché tu stesso ti ponga il compito di sperimentare e provare ora anche tu questa Verità beneficente della Dottrina di Gesù. Vedi, la fede nella parola scritta uccide, ma lo Spirito nella Parola rende vivente lo spirito nostro!”.

                       24.   Completamente entusiasmato della risposta di Filippo, Themann afferra le mani del messaggero di Dio e dice: “Amico mio! Le tue parole suonano come un saluto dal mondo della mia brama e provocano in me gioia e singolare felicità. Vorrei pregarti di continuare a parlare di questo Spirito pieno di Vita, Spirito che mi fa vedere il mondo, gli uomini e, ora, anche Dio, in una luce tutta diversa. C’è una grande differenza, se devo cercare qui faticosamente nella Scrittura, oppure se Dio stesso si sottopone alla fatica ed innalza me, figlio straniero della Terra, al gradino dove posso riconoscere Dio nel Suo infinito Amore per gli uomini”.

                       25.    “Mio caro fratello!”, – dice Filippo. – “Che tu mi abbia potuto comprendere ed afferrare la Verità proveniente da Dio, è l'infinita Grazia di Gesù, nostro Signore, come adempimento della tua sincera brama. Questa Grazia potrebbe toccare a tutti gli uomini, ma quanto pochi la bramano e l'afferrano! Ma è un beato tempo di Grazia, quando un uomo accoglie con il cuor suo questo Spirito e comprende: questa è la vera Vita, Vita che può portarci con sicurezza attraverso tutte le fluttuanti situazioni della vita e ci fortifica la volontà di trattenere ora anche questa grande meta della Vita.

                       26.   Se tu, come uomo, colmo dello Spirito di ogni Vita proveniente da Cristo Gesù, consideri la tua vita avvenire soltanto come Dono di Grazia, sei già indissolubilmente unito con il Signore! Diventi, sebbene porti ancora un corpo terreno, un abitante e cittadino dell'eterno Mondo di Dio e puoi, attraverso il tuo amore attivo, trasmettere sante Forze di Vita provenienti da Dio a questa nostra Terra, Terra che è nello stesso tempo un punto di raccolta di forze sataniche e distruttive. Anche qui però noi riconosciamo l'Amore provvidente di Dio, come il Maestro della Vita si è sforzato di donare alla Terra e a tutti gli abitanti, uno Spirito che porta in sé la Forza e la Potenza di trasformare tutto senza violenza e totalmente in silenzio, ciò che altrimenti sarebbe decaduto nella morte e distruzione spirituale.

                       27.   Certo, noi vivevamo nella speranza che nel Salvatore, Dio avesse donato al nostro popolo la piena libertà! Adesso però riconosciamo che anche tu, fratello, quale uomo terreno sei altrettanto chiamato ad essere collaboratore e co-perfezionatore della Sua grande Opera di Redenzione!

                       28.   Ma come potrebbe avvenire questo? Può avvenire se tu credi senza dubbio che Gesù Cristo, il grande, santo Iddio e Signore, Creatore dei Cieli e della Terra, è anche Dio tuo, Padre tuo e tuo Salvatore che ha preso a servizio anche te con il Suo Amore sacrificante e donante, ad essere un portatore della Sua Vita e realizzatore dei Suoi Pensieri d'Amore! Il Quale però, poiché Egli stesso ha offerto il più grande Sacrificio d'Espiazione, ora anche non ti guarda più come peccatore e nemico della Vita, bensì come frutto della Sua Opera di Redenzione e come figlio del Suo Amore. In questa fede il Suo Spirito ti colmerà e ti renderà idoneo a testimoniare e a lavorare per il Suo eterno Regno dell'Amore. Come però è fatto questo Suo Regno, te lo vuol mostrare l'Amore e la Grazia del Signore stesso, perché porti già in te il desiderio di rivelare anche ai tuoi fratelli e al prossimo tuo questa grande Salvezza”.

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Cap. 5

Themann attraverso Filippo sperimenta Gesù nel mondo degli spiriti

                         1.      Smontano dal carro, – e Filippo pone ora le sue mani sul capo di Themann e prega: “Signore Gesù! Il mio amore mi suggerisce di offrire a questo fratello qualcosa che Tu soltanto puoi dargli. Così Ti prego, sii Tu in questa santa ora l'Unico Donatore e Colui che rende felice per amor del Tuo Amore e della Tua Verità! Lasciami però in avvenire essere Tuo servitore. Amen!”.

                         2.      Allora si accende un’energia, caldissima e tuttavia rendendo felice, e passa direttamente dal cuore di Filippo a Themann. Costui chiude gli occhi, poi li riapre e domanda sorpreso: “Sogno, …oppure, …dove sono venuto? Intorno a me c'è molta Luce! …e un mondo, come l’ho già vissuto similmente nei miei presentimenti. Ma tu sei ancora qui, amico mio, e indossi una veste raggiante!”.

                         3.      Dice Filippo: “Fratello, la Grazia del Signore ha tolto per un attimo l'involucro terreno da tutto il Meraviglioso, cosa che è preparato a coloro che vogliono essere attivi nello Spirito Suo. Perciò guardati bene intorno, e qui in questo mondo degli spiriti non sentirti estraneo, perché ciò che Dio ti dà qui, proviene dal Suo affettuoso Cuore e deve rimanerti sulla tua via per tutti i tempi una Luce. Così accogli ora questa Grazia per la tua salvezza eterna!”.

                         4.      Risponde Themann: “Amico e fratello, qui, in questa Luce, vivono anche uomini? Io sento il desiderio di vedere gli uomini!”.

                         5.      Così i due vanno lungo una strada sulla quale ai due lati stanno delle alte palme, a destra ed a sinistra però si estendono verdi prati con fiori variopinti. Però questa strada sembra non finire mai, perciò Themann chiede a Filippo che lo accompagna: “Dove conduce dunque questa strada?”.

                         6.      Risponde Filippo: “Là dove ti spinge la tua brama e ti vuol portare adempimento!

                         7.      “Brama? …e adempimento? O Dio, tu devi essere veramente buono se questa meta si può raggiungere su questa strada soleggiata!”. Poi Themann domanda a se stesso: ‘Ma è possibile questo adempimento senza vedere Dio e senza parlare con Lui? Non dovrebbe adempiersi ogni brama, se Dio stesso venisse da me? Oh, questo mondo meraviglioso, ma, …senza Dio?’. Si ferma meditativo, e poiché Filippo si mantiene silenzioso, continua a parlare tra sé: ‘Che cosa è successo con me? …sogno, …oppure era la mia vita terrena, soltanto un confuso sogno? Le bellezze di questi prati quasi non mi sfiorano più, e malgrado ciò mi pare come se prima ne avessi avuto fame’. Poi segue un lungo silenzio. – –

                         8.      In lontananza s’intravede un piccolo villaggio. A destra e a sinistra della strada si riconoscono molto bene delle piccole casette, e ora diventa chiaro in Themann: “Là devono esserci degli uomini! Affrettiamoci! Là ce ne viene già incontro uno, chissà se lo conosciamo, oppure lui conosce noi?”. Filippo tace. – Ora sono presso colui che viene loro incontro, e costui saluta: “La Pace di Dio sia con voi! Siate benvenuti in Patria, essa vi sta aspettando! Io sono stato mandato per ricevervi, tutti i fratelli e sorelle, infatti, bramano il momento di essere riuniti con voi! – Voi venite dalla Terra, dove il grande Iddio ha vissuto come Uomo, e ora certamente, continuerà anche a viverci”.

                         9.      Dice Filippo: “Fratello, ti ringrazio per il tuo saluto di benvenuto. L'inesprimibile Grazia del Signore ci ha mandato da voi per servirvi e d’altra parte per gradire il vostro servizio”.

                       10.   Dice l'uomo: “Fratello, presumo qualcosa di Grande! Mi pare come se il Signore stesso venga da noi attraverso di te. Ci hanno bensì informato dei messaggeri di Luce e recato un preciso annuncio dalla Terra, ma questi erano angeli e abitanti del mondo degli Spiriti. Ma voi siete uomini, anche se i vostri corpi sono rimasti sulla Terra; e dovete nuovamente ritornarvi secondo la Volontà del Signore”.

                       11.   Risponde Filippo: “Hai ragione, il nostro stato non è naturale ed è possibile solo per la straordinaria Grazia del Signore! Ma le Vie e i Mezzi del Signore sono, sebbene spesso meravigliosi, mai senza motivo e particolare scopo! Perciò affrettiamoci, affinché questo tempo di Grazia non trascorra inutilmente!”.

                       12.   I tre si affrettano verso il luogo dove gli abitanti li aspettano già. Tutte le mani sono alzate e grida di benvenuto risuonano loro incontro. Filippo li saluta e benedice la comunità con le parole: “L'Amore di Gesù vi colmi di Gioia e Forza e faccia di voi totalmente figli Suoi, affinché Egli stesso vi possa visitare, per mostrarvi il Suo grande Amore paterno!”.

                       13.   Un vecchio sacerdote si fa avanti e dice: “Ancora una volta grazie! Siate di cuore i benvenuti in mezzo a noi, che mediante lo Spirito Santo del grande Salvatore è ora diventato così amabile ed armonioso. Noi consideriamo anche voi come nostri fratelli, perché non conosciamo più altro, e vi preghiamo, per il breve tempo che rimanete tra di noi: siate come a casa! Vogliamo mostrarvi le nostre dimore e poi andare al tempio, affinché voi, e soprattutto tu (rivolgendosi a Themann) possiate vedere quello che ci è possibile nello Spirito del giusto volere!”.

                       14.   Themann è felice della gentilezza con la quale questi uomini vengono loro incontro, egli vorrebbe parlare – ma deve tacere. Così entrano in casa di un'anziana coppia di coniugi, la quale è visibilmente molto felice di questa visita. Qui tutto è bello, piccolo, ma lo stesso spazioso, e la vista verso il mattino incanta tutti[3]. Themann rimane muto per l’ammirazione; – allora parla l'anziano abitante: “O amico, dicci una parola su Gesù, al Quale dobbiamo questa graziosa dimora! Il nostro cuore, infatti, si strugge di brama per Lui!”.

                       15.   Dice Filippo: “Fratello! L'Amore e la brama del Signore per voi, è infinitamente più grande che la vostra! Presto, molto presto la vostra brama sarà soddisfatta, ma il tempo e l'ora, – la conosce soltanto Lui! Ma nella vostra luminosità ricordatevi anche di coloro che si trovano ancora nella miseria, nella notte e nell’ignoranza interiore, affinché un riflesso del vostro amore illumini il loro tenebroso mondo interiore, ed anche loro cerchino e imparino a riconoscere il grande Salvatore da ogni oscurità!”.

                       16.   Gli abitanti ascoltano riverenti queste parole, poi parla il sacerdote: “Venite con noi al tempio, affinché tutti possano ascoltare ciò che questi fratelli ci vogliono testimoniare di Lui!”. Così tutti vanno attraverso strade ben curate verso un’altura, da dove già da lontano diviene visibile il tempio. Anche Filippo si meraviglia di questa magnificenza del santuario. Poggiando su dieci colonne, splende loro incontro in tutti i colori la copertura del tetto, e alle colonne, piante rampicanti e fiori si rivelano in una meravigliosa armonia di colori. Il pavimento è coperto con lastre bianche come la neve e le panche sembrano come rivestite di muschio giallo oro. Di fronte all'ingresso si trova un altare, adornato con una croce ad altezza d'uomo, la quale splende loro incontro già da lontano come in rosso fuoco; ma nell’avvicinarsi la si vede decorata con fiori e gemme. Sull'altare c’è una brocca di vino, accanto c’è il pane; raggi meravigliosi di Luce vi cadono e fanno su ognuno un’indimenticabile impressione!

                       17.   Quando il sacerdote entra nel tempio, – i presenti giubilano. Benedicendo procede verso l'altare; – allora avviene un contrattempo: dall'altro lato dell'altura viene una colonna composta da molti, molti uomini, guidata da alcuni che sembrano perfino essere forestieri in questa regione. Quando raggiungono il tempio, tutti cadono sulle ginocchia e ad alta voce esclamano: “O Signore e Dio! Ti ringraziamo che ci hai guidato qui! Oh, lasciaci riposare nel Segno della Tua Santità che proviene da questo tempio”.

                       18.   Il sacerdote si affretta ad andar da loro, li benedice con braccia spalancate e dice: “Nel Nome di Gesù vi saluto e siate anche voi benvenuti! Chiunque voi siate e da dove venite io non lo domando, perché so, anche voi siete chiamati a diventare figli dell'eterno Iddio e Padre, e vorreste inserirvi nella nostra comunità. Che avete bisogno di aiuto e volete essere liberati da così tanti bisogni, me lo rivela il vostro aspetto. Ma questo non è così semplice, poiché dovete cercare di purificarvi dal vostro sudiciume che è ancora attaccato in voi dalla Terra. Il nostro aiuto vi sia assicurato, ma, cari amici, per questo non è sufficiente solo la nostra disponibilità, anche voi dovete desiderare di essere puri!”.

                       19.   Allora si alza la guida e dice: “Ti ringrazio per il tuo saluto e la tua disponibilità per l’aiuto! Desideriamo tanto volentieri essere salvati e liberati da tutti i nostri mali, ma per questo le nostre forze non ce la fanno. Già da lungo tempo cerchiamo la giusta via, ma era, come se dovessimo prendere, come il popolo d’Israele, la via attraverso il deserto! Spesso abbiamo sofferto fame e sete e siamo già felici di essere arrivati da voi. I nostri occhi sono ottenebrati, perciò non possiamo giudicare se qui è bello o non bello, ma se possiamo rimanere, vogliamo ricompensare con vera gratitudine!”.

                       20.   Il sacerdote prega: “Rimanete, ma prima vogliamo adorare e unirci tutti intimamente con il santo Spirito di Dio, Spirito che ci è stato rivelato dalla Grazia Sua”.

                       21.   Pregando di cuore egli ritorna all'altare e prega per ricevere assistenza e benedizione per tutti dalla Mano dell'Onnipotente, e continua a dire: “Quest'ora che adesso qui possiamo vivere, è piena di Grazia; ma la nostra vita vale molto di più se è proceduta dall'amore nel nostro cuore. Solo il nostro amore ci dimostra la Vita proveniente da Dio! Senza questa Sua Vita in noi, infatti, non è possibile una unificazione con l'Eterno, vivente Iddio! Ma vorrei tacere, poiché questo messaggero di Luce dell'ultra magnifico Salvatore ci vuole comunicare come egli divenne un testimone di tutto il Suo Amore e Pienezza di Vita”. E rivolgendosi a Filippo, il sacerdote continua a parlare: “Perciò, tu caro fratello e rappresentante del nostro Signore, rendici tutti viventi con il tuo amore proveniente dal tuo cuore stracolmo, così che anche noi possiamo diventare figli Suoi!”.

                       22.   Filippo china il suo capo e va al fianco del venerando sacerdote, benedice l’adunanza e dice: “Sorelle e fratelli! Come un sole raggiante ci splende la Vita e l'Amore liberatore di Gesù, nostro Signore ed eterno Iddio! Voi credete che la mia testimonianza su Gesù sia più grande della vostra, perché io sono un contemporaneo del Signore ed ancora un abitante della Terra! Ma non è così, poiché dove un cuore è colmo della vivente consapevolezza della Sua Grazia, Amore e Misericordia, qui l'eterno Amore di Dio ha già messo l'ancora della sua vera Vita, ed ha ingenerato lo Spirito Suo!

                       23.   Certo, ho potuto vivere con Lui parecchie Cose meravigliose nella Sua Personalità umana! Pensate: Egli è venuto nel nostro mondo – ed ha vissuto come Uomo tra di noi – e dovette diventare Maestro e Guida di Se stesso, finché ebbe superato tutto ciò che poteva profanare l’Anima Sua. Che Egli non abbia condotto questa difficile lotta con Se stesso, per mostrare a tutti gli uomini, quale Combattente Egli fosse, parrà chiaro ad ognuno se considera giustamente la Sua intera Vita. Ma quando si veniva accolto nella Sua Comunità, allora soltanto si cominciava a riconoscere il perché Egli dovette divenire Messaggero di Se stesso. La Sua Vita era amare e servire! E poter sentire questo Suo grande Amore per noi uomini è già un Adempimento di ogni brama e desiderio! Non vi è nemmeno uno, infatti, che qui potesse dire, sono stato espulso dalla sfera del Suo Amore. Questo Gesù ha sacrificato il Suo Amore a tutto, perfino la Sua Vita, e fece di noi, che comprendiamo la Sua Missione, crediamo in Lui e diventiamo attivi nello Spirito Suo, rappresentanti della Sua Personalità-Spirito! Anche voi tutti siete ora inclusi in questa grande Comunità della Sua Dottrina d'Amore e potete cercare di incorporarla con tutto il cuore, fin dove già riconoscete Gesù, il Signore e Salvatore!

                       24.   Chi qui vede la vostra bellezza, dirà: beati siete voi in questo meraviglioso mondo! Io però vi esclamo: beato è soltanto colui che ha superato il mondo esteriore e sa di essere una sola cosa con Dio! Egli è beato poiché il Cielo non sta più al di fuori di lui, ma è diventato una parte della sua propria vita interiore! Per rivelare questo Cielo interiore in modo servente verso il prossimo e in fedeltà piena di abnegazione verso Dio, è ora il nostro compito di Vita, poiché in questo Cielo Gesù sarà il fondamento e la forza motrice per ogni operato. Miei cari! Sono state dette abbastanza parole! Entriamo ora nella Vita d'azione che apre in noi tutte le porte e spezzerà le catene dei vecchi concetti. Vieni, tu pastore di questa comunità, vogliamo dimostrare che Gesù attraverso il Suo Amore e Verità, vive nei figli Suoi! Prendi dunque il calice, – e seguimi! Io prendo del pane e vado avanti secondo la Volontà del Signore, e tutti devono provare quanto bene si vive nel Suo Amore!”.

                       25.   Così i due attraversano con pane e vino le file e distribuiscono i piccoli preziosi doni! Ma quando vengono presso i forestieri, il sacerdote vuol trattenere Filippo, ma costui non si lascia fuorviare! Questo cibo di Grazia, infatti, deve essere un bene comune! – Dopo che tutti hanno mangiato il pane e bevuto il vino, Filippo mostra loro i restanti doni della Grazia, che non sono diminuiti, e chiede ad alta voce: “Non è questo già una piccola dimostrazione della Sua Pienezza? Questo pane e questo vino corrispondono al Suo Amore e alla Sua Verità, che nella ripartizione mai diminuiranno! Sorelle e fratelli miei! Lasciate parlare il vostro cuore a tutti i poveri ed ai senza patria! Lasciateli sperimentare quanto rende felice, se possiamo essere esecutori ed amministratori dei Suoi Beni di Grazia! Il Signore e Padre Santo, infatti, prenderà dimora soltanto là, dove si opera totalmente nell’Intendimento dell’Amore Suo! Così accogliete la benedizione proveniente dallo Spirito Suo per la salvezza vostra e per quella degli altri. Amen!”.

                       26.   Ora parla il sacerdote: “Amen! diciamo a questo punto anche noi! Adesso possiamo considerarci fortunati, perché questo santo Amore ci sollecita a non rallentare nel servizio per i fratelli! E così vogliamo ringraziare e promettere solennemente: Tu buon Dio, nostro amorevole Padre! Noi quali Tuoi figli ancora imperfetti, riconosciamo il Tuo Amore, Grazia e Misericordia! Noi vogliamo farci guidare soltanto dallo Spirito del Tuo beatificante Amore, poiché finalmente abbiamo appreso che senza l’approvazione e l’assistenza Tua non siamo in grado di compiere nulla di giusto! Fortifica tutti e rendici degni, affinché nessuno sperimenti delusioni attraverso di noi! Oh, Tu, Padre meraviglioso e pieno di Grazia, vieni anche da noi! Bramiamo averTi in mezzo a noi, e consideriamo come la più grande felicità se vuoi venire trattenendoTi! Ma sia fatta soltanto la Volontà Tua. Amen! Ma voi, fratelli a noi ancora sconosciuti, accogliete anche da me la benedizione, affinché il vostro cuore diventi totalmente libero da preoccupazioni!”.

                       27.   Risuona un grazioso canto e tutti si accordano al cantico per l'Onore di Dio! Nel frattempo il sacerdote va dai forestieri, afferra ancora una volta la mano della guida e dice: “Fratello, se saluto di cuore ancora una volta te e i tuoi, accade perché il mio cuore mi spinge a farlo. Avete sentito le parole dell'amore, le parole della vita, ed avete gustato dei nostri doni consacrati, doni che corrispondono al Suo Amore e alla Sua Verità. – Ringraziate questo fratello che non fa nessuna differenza tra voi e i miei, e perciò, rimanete con noi! Per alloggio e mantenimento verrà provveduto. Ma, fervido, ti domando ancora una volta: volete voi tutti entrare nella nostra comunità, e volete subordinarvi alle nostre disposizioni? Io ho il dovere e la responsabilità per tutto quanto accade, e il benessere dei miei affidati mi sta molto a cuore”.

                       28.   Risponde la guida dei forestieri: “Ti ringrazio intimamente per le tue buone parole e per l'invito che fa tanto bene al cuore mio. Che cosa mi spetta? – Nulla. Ma mi sta a cuore il benessere di questi poveretti, i quali in seguito all’educazione assurda e falsa non hanno ancora potuto far nulla per la salvezza della loro anima! La loro miseria li ha resi umili e poi grati, e perciò prego per loro, perché agli stessi mi sono affezionato”.

                       29.   Il sacerdote gli chiede: “E tu, vuoi continuare ad andare da solo in lontananze sconosciute? Rimani anche tu con noi! Ci affezioneremo presto a te, come anche agli altri”.

                       30.   Risponde la guida: “Rimarrei volentieri presso di voi, ma una potenza interiore mi spinge verso i molti altri poveri ed abbandonati. Che cosa sapete voi di miseria e sofferenza? Che cosa sapete voi di coloro che non conoscono patria, nessun Dio e nessun Soccorritore? Il mio cuore dovrebbe spezzarsi dal dolore se potessi sentirmi bene con voi e pur sapessi: altri sono nella disperazione!”.

                       31.   Durante questa conversazione molti si sono schierati intorno ai due ed ascoltano queste parole che penetrano fin nel più interiore del loro cuore. Allora un fratello si avvicina al forestiero, afferra la sua destra e dice emozionato: “Le tue parole sono come metallo fuso, ed hanno bruciato in me tutto ciò che finora mi rendeva lieto. Tu vuoi ancora cercare degli infelici? Oh, portami con te, altrimenti dovrei sentirmi infelice, perché le tue parole sono state come colpi di martello che bussavano all’anima mia, e non potrò mai dimenticarle, poiché mi hanno mostrato quanto morta ed insensibile è ancora l’anima mia! Ma tu vivi! La tua anima è piena di vita! Allora lasciami venire con te e vivere con te, affinché anch'io mi ridesti alla vita!”.

                       32.   Dice il forestiero: “Gabiel, rimani qui! È già abbastanza se soltanto uno tra di voi ha afferrato lo Spirito il Cui Essere rende vivente tutto il Mio Io! Un singolo soltanto è comunque sufficiente a ridestare questa nuova vita negli altri!”.

                       33.   Gabiel esclama stupito: “Chi sei tu, forestiero? Tu conosci il mio nome, e ci vediamo certo per la prima volta, di conseguenza non sei forestiero, ma soltanto uno a noi ancora sconosciuto!”.

                       34.   “Gabiel! Io conosco i Miei! …e il loro cuore sta aperto dinanzi a Me! Perciò non chiedere oltre, ma guarda anche tu nel Mio Cuore, Cuore che è sempre aperto per i Miei!”.

                       35.   A questo punto Gabiel resta stupito, guarda al forestiero, poi a suo padre, l'anziano sacerdote, e dice pian piano: “Padre, io adesso so perché il Forestiero, al quale hai offerto la patria, non vuol rimanere con noi: nel Suo Cuore vive qualcosa che a noi tutti è ancora sconosciuto!”.

                       36.   Poi, rivolto al Forestiero, continua a parlare profondamente commosso: “Tu ora però non sei più un Forestiero per me! In me, infatti, hai ridestato una brama assopita e mi porti, nello stesso tempo, adempimento. Lasciami afferrare i Tuoi piedi e giurare su di essi fedeltà e lo zelo più vivente per l’Opera Tua! – Poiché Tu sei il Signore, il nostro Dio, il nostro Creatore e Conservatore!”.

                       37.   A questo punto Gabiel piange, non riesce più a parlare, tutto il suo interiore è fortemente emozionato. Allora il Signore si china, solleva Gabiel e dice dolcemente: “Gabiel! Rimani nel cuore sempre così pieno di umiltà, allora il tuo posto non è ai Miei piedi, ma al petto Mio! E sii assicurato: sarai colmato della stessa Vita che vivo Io! Chi si è consacrato fedelmente a Me nell'amore servente, adempie tutte le condizioni che sono necessarie per operare con benedizioni provenienti dallo Spirito Mio. – Accogli dunque la Mia Parola! Sia essa la tua Stella Polare per la tua vita futura che dice: rimani fedele a Me, al tuo Signore, allora sarai anche fedele a tutti i tuoi, tuoi che vorrei poi chiamare anche Miei! E ricordati per tutti i tempi: soltanto ciò che l'amore compie in te, è consacrato per l'eterno Essere e Vita! E ciò che l'amore ha conquistato, rimane per sempre tuo. Prendi dunque la Mia Benedizione e rimani memore delle Mie Parole! – Amen!”.

                       38.   Al vecchio sacerdote cadono dagli occhi come delle bende, anche lui s'inginocchia e dice commosso: “Signore! Il Tuo servo chiede perdono per il fatto che non Ti ha subito riconosciuto e non Ti è venuto incontro con la dovuta Riverenza, anzi Ti ha perfino trattato come un forestiero. Ora però Ti riconosco, Ti prego, Signore, dimMi, che cosa devo fare per ottenere il Tuo Perdono e per rendermi degno della Grazia Tua?”.

                       39.   Gli risponde il Signore: “Alzati! È sufficiente che tu sei umile nel cuore e fai divampare le Mie Parole nel tuo cuore in un incendio, affinché tutte le tue sorelle e fratelli vedano in te il Mio servitore. E Io voglio ricompensare la tua fedeltà come (lo fa) un Principe e Signore!

                       40.   Ma per coloro che sorgono dal Mio Spirito redentore nell'amore per i loro simili, voglio essere un Soccorritore e Consigliere, un Padre e Fratello. Il loro interiore deve trasfigurare il Mio Io e glorificare la Mia Vita, che è il Fondamento e la Conservazione di ogni Creazione! Ora tu e voi tutti avete sentito le Mie parole dalla bocca Mia, attenetevi a queste, allora comprenderete che Io sono il Signore e Iddio vostro!

                       41.   Non urtatevi nel Mio Aspetto, esso, infatti, corrisponde alla condizione di quei poveretti e alla vostra conoscenza che avete voi della Vita eterna! Soltanto chi conosce il Mio Desiderio ardente può anche afferrare il Mio Spirito d'Amore e cerca di appagare la Mia brama! Soltanto quest'adempimento causa la vera Vita, è trasfigurazione e apertura dell'Onni-Santissimo in voi. Ora non domandate oltre, perché soltanto il Mio Spirito vi può rivelare questa Vita proveniente da Me. La Mia Pace e la Mia Benedizione sarà la vostra parte, secondo la misura del vostro più serio volere e operare! Amen!”.

                       42.   Con le Mani alzate in atto di benedire, il Signore vuole allontanarSi, ma ecco che in tutti sorge la Vita, Lo circondano e pregano ad alta voce: “Rimani con noi! Rimani qui! Abbiamo bisogno di Te più che di cibo e bevanda, infatti ora sappiamo: soltanto Tu ci sei mancato finora”.

                       43.   Allora il Signore dice benevolmente: “Figlioletti, è ancora troppo presto, e per la vostra eterna felicità non sarebbe consigliabile se Io rimanessi con voi con la Mia Personalità. LasciateMi prima provare in voi tutto l'amore, allora verrò di nuovo, ma in Gloria e Magnificenza che corrisponderà al vostro amore per Me! Nello Spirito sono sempre con voi, e non smetterò di sollecitarvi e spingervi ad amare, a tollerare e a servire, affinché tutti sappiano: Io sono presso di voi e tra voi!”.

                       44.   Il posto dove era stato il Signore è vuoto!

                       45.   Il sacerdote è addolorato e dice a Filippo: “Fratello, ora c'è soltanto una via d'uscita: tu devi consigliarci su ciò che ora veramente c’è da fare! Poiché non è stato un sogno, ma realtà, il Signore stesso è stato presso di noi!”.

                       46.   Filippo risponde consolante: “Fratello, e voi tutti, ascoltate: il Signore vi è venuto incontro ed ha confermato tutto ciò che io ho detto prima. Nessuno di voi è escluso dal fare ora uso dei Mezzi di Grazia che sono stati offerti a tutti nel Suo Amore e nella Sua Grazia. 

                       47.   Che voi Lo abbiate visto come povero, non deve rendervi infelici, nella vostra immaginazione, infatti, il Signore era davvero un Povero! E perché? Perché il vero amore vi è ancora qualcosa di estraneo e sconosciuto.

                       48.   Ora tutti dalla Sua propria bocca sapete che la vera Vita si può rivelare soltanto là, dove si opera dal Suo meraviglioso Spirito d'Amore. Soltanto attraverso il vostro operato dovete portare la dimostrazione che siete diventati figli e Suoi degni seguaci. Egli, il Padre più amorevole e migliore, vi ha preso a servizio nella Sua Vigna e vi ha fatto magnifiche Promesse di differenti specie. Come il lavoro, così il salario! Come la semina, così il raccolto! Siate riconoscenti per la grande Grazia che avete ricevuto. Essa d’altra parte però c’impegna a prestare fedelissimo seguito al Signore, Padre e Dio ora riconosciuto. Allora Egli ritornerà, coronerà l'opera del vostro libero amore e vi colmerà sempre di più con forza ed indistruttibile pace del cuore.

                       49.   Ora dobbiamo separarci, poiché il tempo che potevamo rimanere con voi è trascorso. È stata Grazia, soltanto Grazia! Riconoscetela anche voi come Grazia! Noi, infatti, siamo ancora abitanti di quella Terra, sulla quale il Signore stesso ha creato come Uomo nuove vie, nuovi mezzi, affinché tutti gli uomini possano conquistarsi questa figliolanza che è necessaria per essere veramente felici!

                       50.   La Sua Opera sembra ben terminata, ma il Suo «È compiuto!» non è ancora a lungo la nostra vita! Egli però ci mette in un posto dove anche noi possiamo riconoscere e sperimentare il Suo Spirito d’Amore disinteressato che ci insegna: ‘Vivete nel Mio Intendimento e rivelate a tutti la Mia Volontà liberatrice che prenderà sempre più posto in voi!’. Allora adempite la vostra promessa, e da voi splenderà una Vita piena di gioia e di armonia! La Benedizione del Signore e la Sua santa Pace sia con voi!”.

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Cap. 6

Sul mistero dell’incarnazione di Dio

Battesimo di Themann

                         1.      Quando entrambi si risvegliano dal loro stato spirituale, Themann domanda stupito: “Fratello, dimmi: hai anche tu sognato in pieno giorno così come me? Mi è tanto incomprensibile ciò che ho vissuto in questo sogno!”.

                         2.      Risponde Filippo: “Fratello, tu hai sognato come me! Sappi: noi due siamo stati trasferiti in una sfera spirituale che ha reso possibile alla nostra anima di vivere eventi di Grazia in un altro mondo, come è concesso soltanto a pochi. Questo tuttavia è accaduto soltanto a causa tua, affinché i tuoi concetti sul Signore diventino qualcosa di chiaro e cosciente; il tuo lontano paese, infatti, e i tuoi fratelli e sorelle di quel luogo, potranno appropriarsi della Vita di Dio soltanto secondo la tua conoscenza e i tuoi concetti. Per questo motivo il Signore ti diede molto per l’amministrazione, ma ancora di più, ti affiderà qualcosa di Santo, mettendoti nel cuore lo sviluppo dei figli di Dio in divenire.

                         3.      Entra nello spirito del loro amore ancora terreno, e sperimenterai per la seconda volta il Signore come povero bisognoso. Nulla ti sia più santo che appagare il desiderio dei tuoi fratelli per la Verità! E nulla ti sia più grande di ciò che potrai offrir loro dal tuo amore del cuore! Ma quello che tu vuoi offrire, fa che il Signore stesso te lo doni in ricca misura. Così tu sarai soltanto amministratore ed esecutore della Volontà di Colui Che ti ama e ti ha scelto per tale servizio. Puoi essere beato, dal momento che il tuo desiderio ti ha guidato a questa Sorgente! Oh, diventa ora tu stesso una sorgente che mai si esaurisce. Diventa un portatore di salvezza e benedizione per i tuoi fratelli, e diventa un'immagine di Colui che rinuncia piuttosto alla Sua propria Vita per aiutare l'umanità smarrita a raggiungere la vera Vita!”.

                         4.      Themann afferra le mani di Filippo e dice: “Fratello mio! Ora la Vita mi ha già afferrato! La sento vivente. Le tue parole non sono pronunciate da te, bensì da Dio rivolte a me! Ora non c'è più bisogno di prove, sono pronto a consacrare a Dio, al Signore in Gesù, tutta la mia vita. Dove un Amore si rivela in tal modo, in verità, è reso semplice professarsi per Lui! C'è ancora soltanto da domandare: posso ed avrò sempre anche la giusta forza e perseveranza per questo? Mi sembra, infatti, come se ci fossero da rimuovere ancora grandi resistenze. 

                         5.      Di una cosa sono certo: chi vuol vivere nello Spirito di quest’Amore di Gesù, non può più vivere in armonia con queste concezioni materiali del mondo! Dovrà sopraggiungere uno scostamento e una conversione, perché il mondo e i suoi seguaci si separano coscientemente dal Divino. 

                         6.      Se il Sacrificio mortale di Gesù era volontario, allora Gli costò una potente lotta, infatti, coloro che Lo uccisero, erano esponenti e seguaci del mondo. Ma se il Sacrificio di Gesù, come ho appreso dalla Scrittura, era voluto da Dio, allora, fratello, per questo era necessaria un Forza ancora maggiore, dal momento che era un Atto di Obbedienza”.

                         7.      Dice Filippo: “Fratello mio, hai afferrato il senso, ma non sei ancora stato afferrato dalla vita più interiore! Poiché guarda: Gesù è Dio! – di Eternità in Eternità! Per questo il Suo grande Sacrificio non poteva essere imposto, ma doveva essere solo volontario. Quando la notte spirituale nell'umanità sembrava la più tenebrosa, e la potenza del principe di questo mondo quasi infrangibile, allora Iddio ritenne giunto il tempo di donare al mondo una nuova Luce. Egli si rivestì con l'Involucro d'un Uomo, per diventare con questo il suo Salvatore. Non con mezzi che vengono dall'esterno, bensì con le Forze del Suo Amore, Forze che nel Suo petto, come in ogni uomo, attendevano lo sviluppo che doveva generare la Sua grande, portentosa Opera di redenzione, e doveva essere sostenuta da uno Spirito che la Terra e i suoi abitanti non conoscevano ancora.

                         8.      Se tu pensi che tutto questo doveva avvenire così, affinché la Scrittura fosse adempiuta, allora devi anche ricordare che Colui che un giorno ci fece queste promesse, è nello stesso tempo anche Colui che voleva sostenere questo Sacrificio!

                         9.      Gesù come Uomo era pienamente consapevole del Suo Compito e della Sua Missione, ma per amore della nostra Salvezza, doveva rinunciare a tutte quelle Forze che provenivano dalla Sua Onnipotenza. A Lui è riuscito far splendere la Luce della Verità sull'Amore di Dio per noi uomini. I fatti accaduti sul Golgota rimangono indistruttibili! L'Amore misericordioso di Dio per tutti gli smarriti e prigionieri è però con questo Sacrificio non alla fine, bensì per noi è soltanto un inizio che ci fa sperare cose molto più grandi ancora! Ora, infatti, tutti sono chiamati a diventare portatori di questa nuova Luce, e a cooperare all'eterna edificazione del Suo Regno di Dio nell'uomo; nel frattempo queste Potenze di Luce illuminano la notte dei nostri sentimenti mondani e fanno sorgere in noi Forze vincitrici contro tutte le tentazioni!”.

                       10.   Filippo tace. Allora Themann dice: “Vedi, fratello, là c'è dell'acqua, cosa c’impedisce che io mi faccia battezzare?”.

                       11.       Risponde amichevolmente Filippo: “Se tu credi veramente, allora può ben avvenire. Ma ricorda che poi per tutti i tempi devi mantenere questa tua professione di fede, perché in Chi tu credi, a Questi sei impegnato in fedeltà!”.

                       12.   “Sia così come tu dici!”, – replica Themann. – “Ora credo con tutto il cuore in Gesù, il quale come Dio e Uomo ha messo a repentaglio la Sua Vita per guadagnare anche me, e che ho potuto sperimentare il Suo Amore e la Sua Misericordia mediante la Sua Conduzione di Grazia! Dal momento che ho potuto guardare nel Regno del Suo vero Essere mi sembra come se non potessi mai più diventare a Lui infedele. Anzi sento, mediante il collegamento con il Signore, di poter penetrare sempre più profondamente nell'Essenza del Suo grande Amore misericordioso!”.

                       13.   Conclude Filippo: “Se il tuo cuore lo desidera e vuoi donarGli in questo Amore una dimostrazione di ricambiato amore, allora voglio volentieri battezzarti per l'accoglienza nella comunità con Gesù! Ma il mio amore per te vorrebbe ancora darti qualcosa come una benedizione dal fondamento del mio cuore. Porta sempre in te la consapevolezza: tutto ciò che sei e ciò che puoi operare, ti è dato da Gesù Cristo, il Signore! Possa la Sua Essenza riempirti sempre di più, affinché tu possa diventare un vero testimone ed un fervente seguace della Sua santa Dottrina di Vita! Possa il Suo Spirito in te essere la Luce e la Forza, affinché tu possa combattere e lottare, finché la Sua santa Pace diventi tua proprietà!”.

                       14.   Ora Filippo battezza il camerlengo. Poi lo benedice ancora una volta e, scompare, mediante l’operante Forza e Potenza meravigliosa del Signore e viene trovato operando in Asdod.

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Cap. 7

Themann quale strumento del Signore

                         1.      Themann è solo. Non si meraviglia più di nulla, l’appena vissuto, infatti, rende il suo cuore così libero e lieto, che giubilando allarga ampiamente le braccia ed esclama dal profondo del cuor suo: “Signore e Salvatore Gesù! Lasciami diventare come sei Tu!”.

                         2.      Poi lieto riprende la sua strada, poiché la sua meta è ancora lontana; ma in questa solitudine vuole immergersi giustamente nell'Essenza dell'Amore di Dio e del Redentore, il Quale per tale grande fortuna ha scelto lui, un figlio di stirpe straniera. Così facendo, attraverso i suoi pensieri di vita il ricordo si trasferisce alla patria sua, dove aveva vissuto da bambino, operato ed agito come uomo, e una grande compassione per il suo popolo viene su di lui, popolo che non sa ancora niente di un Dio dell'Amore e quale felicità questo Dio può dare. Egli dice fra sé: ‘Ero dunque tanto cieco da non avvertire niente di questa miseria? – Cos'è l’oro, ricchezza e potere rispetto al Santo che mi è stato donato oggi. Oh, Dio! Tu buono! Aiutami a diventare un soccorritore dei fratelli miei!’.

                         3.      Allora sorge in lui un cantico, un suono e tutto risplende intorno a lui in chiara luce. Egli ringrazia e loda Iddio e vive nello Spirito, là dove Gesù visse come Uomo, e facendo questo non bada alla via. All’improvviso si spaventa! Dei cani, infatti, abbaiano intorno a lui; si guarda intorno e deve rendersi conto che si è allontanato dalla giusta via. Come guidato da mani invisibili, il cavallo prosegue a passo tranquillo, ma anche Themann rimane calmo, infatti, dove ci sono cani, l'uomo non è lontano.

                         4.      Così si guarda intorno, i suoi occhi acuti vedono in lontananza una carovana accampata e dirige lì il suo carro. Quando egli la raggiunge, secondo l’uso, non è accolto con cordialità, tuttavia lo pregano con brevi parole di entrare nella tenda della guida. Sono greci, e mentre al cavallo è provveduto, Themann ha il tempo di guardarsi intorno. Qui non gli piace, ma la sua meta, Gaza, dove i suoi servitori già lo attendono, è lontana, e così è costretto ad accettare per il momento l'ospitalità. Il campo consiste di 15 carri coperti con tende; essi stanno in cerchio, al suo centro arde un fuoco sul quale bollono dei paioli. I muli ed i cavalli sono legati insieme e sono stesi in parte già a terra.

                         5.      Ora viene la guida, un anziano uomo alto e magro, dall'aspetto arabo. Saluta il suo ospite e chiede scusa per il comportamento della sua gente. “Oggi è una giornata nera”, – continua a dire, – “due dei miei uomini migliori giacciono con la febbre, e anche della gente che ho da trasportare, la metà si è ammalata; una conseguenza dell'acqua cattiva e dell’enorme calore”.

                         6.      Risponde Themann: “La colpa starà ben poco nell'acqua e ben poco nel calore, bensì nell'enorme fretta con la quale è stato gestito questo trasporto. Lo riconosco nei tuoi animali, quanto sono stanchi e affannati, e preferiscono riposo al foraggio. Non puoi procurarti dell’acqua buona? Ne ho trovato ad una mezza giornata da qui. Va a prenderla, e sarai risparmiato da danni ancora maggiori!”.

                         7.      “Posso chiedere da dove vieni e dove vai?”, – domanda la guida allontanandosi.

                         8.      “La mia meta è Gaza. Purtroppo ho perso la strada e spero di ottenere da te la giusta informazione”, risponde Themann.

                         9.      Dice il capo carovana: “La tua meta, si trova esattamente a sud ovest, e smarrirsi è escluso; ma la mia meta rimane segreta, poiché mi sono impegnato col mio committente!”.

                       10.   Un greco porta una bevanda calda ed entrambi si ristorano. Themann però diventa inquieto, attività c’è nel suo interiore, e un sentimento gli dice: ‘Sta in guardia, ma non temere!’. In silenzio vuotano le loro tazze, ecco che arriva correndo un messo e chiede alla guida di venire dagli ammalati. Themann guarda l'arabo e domanda: “Posso venire con te? Prendo grande partecipazione alla vostra sorte”.

                       11.   “Per me va bene, ma non mi assumo nessuna responsabilità!”. è la risposta

                       12.   Così entrambi corrono dagli ammalati, e Themann è scosso su quanto vede qui! Sono giudei! Uomini e donne rannicchiati insieme e si sforzano chiaramente di lenire le sofferenze dei loro compagni, ma manca il più necessario: acqua fresca! Gli ammalati gemono e chiedono acqua, – acqua! Egli corre presto al suo carro sul quale ci sono ancora alcuni otri con l'acqua. Quando però va per prenderli, non ci sono più! Va dalla guida e dice: “Devo darti un dispiacere. La tua gente ha messo le mani sulla mia proprietà, mancano i miei otri d'acqua! Volevo dar da bere agli assetati, allora ho notato la mia perdita”.

                       13.   “I tuoi otri ti saranno restituiti, anche se senza l'acqua, ma l’emergenza e la mancanza d'acqua alla mia gente ha fatto dimenticare tutte le buone maniere. Ti chiedo perdono per loro”.

                       14.   Risponde Themann: “Va bene, ma per questo gli ammalati non ricevono niente da bere, devi assolutamente procurarti acqua fresca”.

                       15.   Dice la guida: “Non a causa dei giudei, poiché essi sono condannati a morte! Essi sono nazareni, i quali hanno perduto ogni diritto all’interessamento”.

                       16.   “Perché? Spiegati meglio!”, – pretende Themann. – “Tutto questo è a me così sconosciuto. Sono stato perfino a Gerusalemme per adorare, ed ho vissuto proprio oggi qualcosa di enorme; e ora questo contrasto! Che cosa hanno commesso queste persone, se ai tuoi occhi sono già condannati a morte?”.

                       17.   “Commesso? …nulla! È soltanto per il fatto che credono nel Nazareno, il Crocifisso”.

                       18.   Themann domanda stupito: “Così, amico mio, perché credono in Colui che è l'Amore sublime, e perché il loro cuore li spinge a professarsi per Colui che prese su di Sé i loro peccati e misfatti e diede la Sua Vita come Espiazione per i peccati commessi, questa gente deve pagare con la morte? Tendere la mano per questo, è indegno per un uomo onesto! Dammi questa gente, voglio portarla con me nella mia patria e dar loro pane e lavoro! La mia sovrana non respingerà nessuno”.

                       19.   Allora l'arabo ride beffardo e dice: “Amico! Non occuparti di questi, e tienilo per te che appartieni anche tu a coloro che fanno parte di una fede simile. Continua tranquillo il tuo viaggio, non voglio sorvegliare o perseguitare nessuno dei tuoi passi; perché a me non importa in chi voi credete. Ma lascia in pace questa gente e non occuparti più di cose che riguardano soltanto me!”.

                       20.   “Ti sbagli!”, – dice eccitato Themann. – “Aiutare uomini ammalati e abbandonati, è dovere, anche se fosse perfino il nemico peggiore! Soltanto un tiranno è capace di passare con indifferenza davanti a dei sofferenti!”.

                       21.   “Come vuoi aiutare, senza mezzi?”, – chiede freddo l'arabo. – “Ringrazia che non ti ha colpito lo stesso destino! Ho accettato questo affare solo per amor della ricompensa, e ora ho questi inconvenienti”.

                       22.   Themann però guarda con fermezza l'arabo e dice: “Amico mio, sono inconvenienti soltanto per colui che non ha cuore. Quanto volentieri vorrei aiutare, se potessi!”.

                       23.   “Allora provaci! – non hai bisogno di chiedermelo! Va pure dai tuoi nazareni, sono dei vili, preferiscono farsi mandare a due a due a morte piuttosto che difendersi!”, risponde beffardo l'arabo.

                       24.   Themann è diventato irrequieto, il comportamento dell'arabo lo disgusta, ma anche non sa come potrebbe aiutare i molti ammalati, l’acqua, infatti, manca proprio. Alcune ore prima è entrato nell'acqua ed è stato battezzato, sembrava a lui come la più grande felicità. Ma adesso avere soltanto alcuni otri pieni di quest’acqua per gli ammalati, sarebbe per lui ancora una grande felicità.

                       25.   Si ricorda di tutti gli avvenimenti intorno a Gesù, e gli divengono sempre più chiare tutte le parole di Filippo. Guarda pungente l'arabo e respira profondamente. Ora ha trovato in sé la giusta quiete, e così passa davanti a lui – va verso i nazareni ammalati, la necessità degli altri, infatti, è diventata la sua necessità. Così ascolta le loro parole, parole che gli rendono il cuore pesante e gli occhi umidi, e sente come una donna parla ad un uomo: “Certamente ti aspettavi di più dal Salvatore Gesù, altrimenti non faresti una tale faccia triste! Ma non rifletti che è stato il tuo comportamento a portarti qui da questi sgherri”.

                       26.   “È diverso per te?”, – risponde stanco l'uomo. – “Che cosa vuoi sperare ancora? – Soltanto la morte può essere la liberatrice nostra!”.

                       27.   “Niente affatto!”, – dice ardita la donna. – “Io credo, spero e confido! Anche se il Maestro stesso non può venire da noi, Egli ha comunque angeli, uomini e servitori in abbondanza! Sono convinta che non potrà mai essere Volontà Sua se qui soffriamo e moriamo. È abbastanza che Egli abbia sofferto per noi! Questa condizione è per noi soltanto una prova”.

                       28.   Themann si avvicina, saluta con la mano destra e dice: “Rimani con la tua fede! Le tue parole offrono anche a me nuovamente la giusta fermezza. Sento vivente e chiaro in me che il Signore ed eterno Iddio può aiutare soltanto là, dove vera fede e vera fiducia attende il Suo aiuto! Da oggi soltanto conosco il Signore attraverso un Suo messaggero e voglio consacrarGli la mia intera vita! Tutte le storie che ho sentito su di Lui quasi come favole, per me sono ora verità e realtà! Sì! Io credo nel Suo Amore e nella Potenza Sua, e da questa fede io dico a voi sofferenti: siate guariti! – mediante la Forza e l'Amore di Gesù! Siate guariti, affinché possiate adempiere la Sua santa Volontà!”.

                       29.   Coloro che sono accovacciati a terra si alzano lentamente e domandano sorpresi: “Chi sei tu che puoi parlare così in tale forza e magnificenza? Ci sentiamo bene! Sì, – in verità, il Signore ci ha aiutato!”.

                       30.   Profondamente commosso dice Themann: “In avvenire non scoraggiatevi, anche se credete di essere alla fine! L’Iddio della Potenza e dell'Amore che ha lottato con la morte e la perdizione, – ha vinto ed ha lasciato a noi e a tutti gli uomini, il Suo Spirito Santo, affinché diventassimo viventi e pieni dello Spirito Suo. Ora la Sua Potenza ha compiuto il Miracolo! RingraziamoLo con totale dedizione e in vera fedeltà!”. – Non può continuare a parlare, …perché l'arabo sta accanto a lui e chiede altamente sorpreso: “Che cosa hai fatto qui? Non vedo più dei morenti e sofferenti! Chi sei tu veramente? Vieni come cercante aiuto, …ed aiuti i condannati a morte. Il Consiglio del tempio avrà vera gioia quando lo riferirò”.

                       31.   Risponde grave Themann: “Ascoltami! Il tempio non saprà nulla di quest’avvenimento. Tutti costoro li porto con me nella mia patria. Ma tu va’ per la tua strada e cercati un altro affare. Oppure vuoi anche tu ammalarti per la via? Nel tuo interesse ti prego: non tentare Iddio ancora di più! Questi poveri prigionieri, la cui fede era la cosa più alta e più santa, Iddio ha potuto aiutarli! Sta a vedere come puoi esistere davanti alla tua stessa coscienza! Hai consegnato, infatti, la tua volontà e le tue mani ai nemici di Dio. Non puoi più impedirmi di compiere l'opera nobile dell’amore per il prossimo, perché dietro a questo mio volere sta proprio il Gesù Cristo risorto”.

                       32.   Appena l'arabo tenta di rispondere qualcosa, viene nuovamente un messo: “Schaba! Vieni presto, prima che la tua gente muoia, è terribile vedere le sofferenze loro!”.

                       33.   Senza dire una parola, Themann segue l'arabo, rimane però dinanzi alla tenda, nella quale lo stesso entra e sente ancora che cosa egli dice: “Qui ogni aiuto è vano!”. Allora Themann non può fare altro, entra nella tenda e vede come la morte si accinge a spegnere la vita degli ammalati.

                       34.   Schaba guarda Themann e, come dopo una lotta interiore, domanda con difficoltà: “Puoi aiutare anche loro?”.

                       35.   “No!”, – risponde Themann. – “Perché non io ho aiutato i poveri nazareni, – è stato Cristo il loro Soccorritore! Soltanto dove si unisce la giusta fede con il giusto volere, Egli può essere il grande Soccorritore. Ma voi siete nemici di questo grandissimo Amico degli uomini, perciò il Suo Amore che aiuta non vi può servire!”.

                       36.   “Noi non siamo nemici del Nazareno, ma soltanto servitori pagati del tempio, e non sapevamo che, chi esegue l'incarico del Consiglio del tempio, si attira l'inimicizia del Crocifisso”.

                       37.   Risponde Themann: “Per questa ragione Gesù non è vostro nemico, ma siete entrati nelle file dei Suoi nemici. Se ora esercitate di nuovo un mestiere onesto, e vi distogliete da tutto il male, Dio vi sarà di nuovo pietoso e vi risparmierà disgrazie maggiori. Adesso, infatti, non sono più i vostri prigionieri condannati a morte, ma voi, perché portate in voi il veleno della distruzione”.

                       38.   Questo rende l'arabo pensieroso, – poi si avvicina ad uno dei morenti e dice calmo: “Quindi sono io, per vile denaro, il vostro assassino! Sarebbe a me ben meritato se mi colpisse una sorte simile!”. – Poi rivolgendosi a Themann: “Prega il tuo Dio di aiutare anche i miei uomini, i quali sono diventati infelici soltanto per causa mia! Ora vedo la mia colpa e la voglio espiare!”.

                       39.   “Non vuoi darti premura di conoscere tu stesso questo meraviglioso Dio che, aiutando e amando, va incontro a tutti gli uomini che pregano e cercano?”. – dice Themann benevolo. – “Per darti un giusto concetto del Suo profondo Amore liberatore, ti dico da un impulso interiore: la tua gente è aiutata! – La morte non ha più alcun potere su di loro! Ma possono essere guariti solamente se loro stessi si vogliono professare per Colui che è Soccorso e Salvazione!”.

                       40.   A questo punto Themann lascia la tenda e va nuovamente dai guariti, i quali lo circondano gioiosi. Egli però li esorta: “State calmi e ringraziate l'Iddio fedele! Fate però sorgere nel vostro cuore preghiere e suppliche per i vostri nemici che ora non lo sono più, affinché diventino fratelli vostri. Questo è l'unico ringraziamento a Dio che Lui spera per l'Aiuto che vi ha concesso. La vostra gratitudine deve essere che voi preghiate per i fratelli perduti. Ogni parola ingiuriosa, ogni azione dura su di voi deve diventare uno stimolo a dar loro la cosa migliore e più santa, il vostro amore e il vostro servizio disinteressato! Anche nella vostra vita futura, nella mia patria, voi portate questo spirito nel cuore di tutti coloro che vi circonderanno. E Gesù, il Salvatore e Redentore, opererà tra voi soccorrendo e salvando. Ora passiamo la serata in calma e quiete, per fortificarci nella consapevolezza: Dio ha bisogno di noi! Allora penetreremo nella Sua Volontà d'Amore, ed Egli si rivelerà magnificamente a tutti noi! Tu però, Tu grande Iddio e carissimo Salvatore e Redentore, accendi il fuoco del Tuo Amore nel nostro cuore! Amen!”.

                       41.   Segue il silenzio. – Tutti i cuori diventano lieti, e un unico silenzioso ringraziamento sale in alto al Cuore di Dio. Così in quest'ora è fondata una nuova comunità che si prefigge un solo servizio: aiutare e servire per la redenzione!

                       42.   Ma ora viene l'arabo da Themann dicendo: “Amico, ho bisogno di te. Poiché io non so più che partito prendere. Le tue parole sono come coltelli taglienti, che tagliano, ma non feriscono. Vieni nella mia tenda, tu trovi ora in me un altro uomo, diverso da come ero alcune ore fa. La mia gente sta decisamente meglio grazie al tuo amore. Aiuta anche me, perché riconosco quanto falso e sbagliato è stato finora il mio agire e operare!”.

                       43.   “Così sia!”, – risponde Themann. – “Ma non pensare che io presti fede senz'altro alle tue parole, che qui è necessaria per soccorrere veramente. Ti dico, infatti, ancora una volta, non sono io che aiuterò, bensì io sono soltanto lo strumento dell'Amore liberatore. Ma se vuoi proprio fare cambiamento e conversione, allora ti seguo volentieri nella tua tenda”.

                       44.   “Basta che vieni”, – lo prega l'arabo, – “poiché ora mi sento più che mai responsabile della mia gente e degli animali”.

                       45.   Così entrambi entrano nella sua tenda e Schaba dice: “Amico, ti deve aver mandato Iddio, poiché a giudizio d’uomo avremmo dovuto perire; io conosco questa febbre, chi ne viene afferrato, costui è un figlio della morte!”.

                       46.   Dopo una pausa, Themann risponde: “Renditi conto che ti ha circondato una Clemenza santa, e che tutto il tuo fare e operare viene sorvegliato da Dio e dai Suoi servitori? Non è un caso, se nelle ore del massimo bisogno si avvicina la salvezza, ma io credo soltanto nella disposizione e direzione. Vedi, io volevo soltanto ringraziare nel tempio a Gerusalemme, e adorare l'Essere supremo che si chiama Dio. Ma per mezzo di guide meravigliose Iddio si è rivelato nella Sua intera grandezza e magnificenza d'Amore. Il mio cuore è colmo della massima gratitudine, e potrei soltanto giubilare per la gioia, ma Iddio mi ha mostrato oltre alla Sua Magnificenza anche la sofferenza e le tribolazioni tra gli uomini, e ora posso riconoscere chiaramente: tutta quest’amarezza è colpa propria! Dove Dio nel Suo Amore e bontà si può rivelare nel cuore di coloro che hanno afferrato veramente la Sua Essenza, è cessata ogni sofferenza e ogni amarezza! La sventura degli uomini, infatti, è sorta dalla loro lontananza da Dio e dalla loro durezza di cuore. Mi puoi tu dimostrare che nel tuo cuore non vive più durezza d’animo ed insensibilità? Alle tue parole che sono sorte soltanto dalla paura, non c'è da fidarsi!”.

                       47.   Risponde Schaba: “Sì, ma come potrei dimostrarti dunque in quest'ora che per me è santa serietà rompere con il vecchio?”.

                       48.   Themann lo istruisce: “Amico! Se io ti dicessi: ‘fa questo’, o ‘quello’, non saresti un uomo divenuto libero da te stesso, e il tuo cuore non potrebbe sentirsi libero e lieto. Ma se tu facessi liberamente da te ciò cui il tuo spirito interiore ti spinge, sarebbe già una prova che hai fatto inversione e, ora, vuoi offrire a Dio il tuo amore. Perciò, Schaba, ascolta: io adesso ti lascio! Là, presso i guariti, mi fermerò fino a domani. Non domandare più a me, bensì domanda a Dio: ‘Che cosa devo fare?’, affinché tu venga finalmente in collegamento con Colui che vorrebbe farsi strada anche in te! Hai sentito del Crocifisso, hai sentito del miracolo di tutti i miracoli, della Sua Resurrezione, ed avresti avuto abbastanza tempo da esaminare la fede di coloro che sarebbero andati perfino a morte per la loro fede! Che un Dio viva tu lo sai, ma che anche tu abbia bisogno di Dio, te lo insegna quest'ora! Posso dirti dalla più profonda convinzione. Allora deciditi, e così sia con te l'aiuto e la benedizione di Dio!”.

                       49.   Themann si allontana in fretta e corre di nuovo dai cristiani che in devota quiete attendono le cose che devono avvenire. Essi sanno: ‘l’aiuto è qui!’. Così viene la notte. Il firmamento stellato splende in meravigliosa magnificenza, ma Themann non ha nessuna quiete. Il giorno ha portato troppo in grandezza e magnificenza; tutto diviene ancora vivente in lui, e ancora una volta Iddio gli si rivela nella Grazia Sua, poiché egli vuole che la decisione diventi totalmente azione: solamente, non ritornare nella vita passata! Ciò che Dio mi ha dato, appartiene ora a tutti gli uomini! E questa decisione diventa sempre più vivente. Allora all’improvviso egli non può distinguere se è sogno o realtà, sta dinanzi a lui una splendente figura, e questa dice: “Tieni saldamente questo tuo volere nel fervore più vivo, poiché l’Energia di Forze dell'eterno Amore ti affluirà e ti darà ciò che è necessario per il compimento! Ricorda però che quest’emanazione di vivissima Grazia la sperimentano soltanto in pochi, perché essi vengono meno così presto nella loro volontà e nel loro volere!”.

                       50.   ‘Chi sei Tu?’, pensa Themann.

                       51.   Allora questa Figura parla piena di profondità di sentimento: “Io sono l'Amore e la Vita! Chi vive dal Mio Amore, porta anche la Mia Vita in sé! Io sono senza Nome – finché tu Mi darai un Nome, e Mi offrirai la tua vita per la Mia. Io non sono più nulla, poiché voglio essere soltanto ciò che tu farai di Me! Per questo cerco con cuore desiderante coloro che afferrano questa Vita nei suoi concetti più santi, e li colmo con la ricchezza di tutto il Mio Cuore, affinché si trasformino in portatori del Mio Essere e del Mio Spirito vivente”.

                       52.   Di nuovo Themann pensa: ‘Dove ho già sentito queste parole?’.

                       53.   Allora gli viene la risposta: “Non erano Parole che ti sono di nuovo divenute attuali come dal passato, ma il tuo spirito ti ha ricondotto nell'ora, quando ti accingesti a calcare questa Terra. Ciò che i Cieli sublimi consideravano come missione dell’Essere loro, tu volevi portarlo in te nella tua vita di carne e di prova come principio di Vita! Perciò Iddio ha avuto compassione di te e ti ha appianato la tua via, affinché tu giunga alla tua meravigliosa meta, e porti in te nessun'altra vita più che la Vita di Dio riportata per te dall’Eternità!”.

                       54.   E di nuovo Themann pensa: ‘Come posso comprenderlo e afferrarlo? Una Vita che devo aver conosciuto dall’Eternità?’.

                       55.   Allora di nuovo risponde l’amabile Figura: “Non premerti il cervello sul passato, bensì guarda con occhi sereni al compito posto da te stesso! Attende una grande meta! Essa è il frutto del tuo amore, del tuo volere e della tua aspirazione. Quello che ti appare come passato, sorgerà nuovo in grandiosità e perfezione mai terminante, in cui intere stirpi di questo e quel mondo si ristoreranno e sazieranno”.

                       56.   ‘Misteri su misteri!’, pensa Themann, ‘e, lo stesso, benefiche Verità’.

                       57.   “Non misteri”, gli risponde l'Essere meraviglioso, “ma ti toccherà il più sublime adempimento, dal momento che tutto ciò che è iniziato da questo Spirito cela in sé possibilità di nuove Creazioni! Dove questa Vita mette radici, agisce lo Spirito Universale e conferisce ad ogni azione il valore di eternità. Ciò che spesso appare come il massimo insuccesso, può comunque mettere il fondamento di vita per qualcosa di grande e un giorno si rifletterà come un frutto buono e dolce. – Guarda le Mie mani e i Miei piedi! Essi sono una Conferma delle Mie Parole a te rivolte. Essi sono il Segno della Mia apparente sconfitta di fronte al Mio avversario. Ma cosa sono per i Miei amici e seguaci? Il massimo incentivo di voler possedere pure questo Spirito, Spirito che è elevato oltre ogni male, e vuol dare Amore e Comprensione, dove tutto s'irrigidisce nell'odio mortale! Che però può anche dare a tutti i deboli, ammalati e sofferenti, Forza e Consolazione. Soltanto in questo spirito incontri il tuo vero Dio e ti dai totalmente a Lui! E da quell'ora non ti curi più della tua stessa brama, ma della brama degli altri. Allora imprimiti la Mia immagine nel tuo cuore e falla diventare in te vivente, affinché anche la brama del Mio Amore possa adempiersi per la Salvezza dei fratelli tuoi”.

                       58.   L’apparizione è scomparsa. Themann si guarda intorno, è solo! Gli viene la consapevolezza: ‘Era certo il Signore! Ho visto chiaramente le Sue ferite. Oh, adesso ho la prova del Suo Amore! Egli si è mostrato a me, affinché, secondo le Sue Parole, la Sua Immagine viva in me! O Signore, con questo Amore mi hai tolto anche l'ombra che io, un figlio di stirpe straniera, sia meno dei Tuoi eletti’.

                       59.   Quiete beatificante lo circonda, si sente protetto come tra braccia materne; e così egli dice: “Questo momento mi dice più che mille conferme dall'esterno. O regina, rallegrati! Qual bene meraviglioso e prezioso ti porto a casa! Il tuo popolo diventerà felice, sperimenterà come il nostro Dio può amare e benedire!”.

                       60.   Ora viene disturbato nel suo colloquio interiore da passi che si avvicinavano; Schaba, l'arabo inquieto, lo cerca e lo trova ancora sveglio, e gli dice a bassa voce: “Perdonami, non trovo pace in me. Tutti i prigionieri sono sani, soltanto noi siamo minacciati da una sorte amara, e soltanto per colpa mia! Riconosco! Sono lo sconfitto; la mia avidità si vendica amaramente. Sono venuto alla decisione di consegnare tutto a te. Porta tu alla fine questo viaggio. – Poiché sono il proprietario di tutti questi cavalli, muli e carri, posso disporne secondo libero volere; che tu mi restituisca più tardi la mia proprietà, ne sono certo, dal momento che tu vuoi certo solamente aiutare”.

                       61.   Themann completamente sorpreso dice: “Tu Schaba, vorresti veramente lasciare a me la libera disponibilità su tutto? Allora il bene ha riportato in te la vittoria! Non dovrai mai pentirtene, perché con questa decisione sei entrato nelle fila di coloro che vogliono servire soltanto l’unico vero Dio!”.

                       62.   “Oh, non parlarne!”, – risponde Schaba. – “Poiché anche il culto divino di una lunga vita non potrà più cambiare il torto fatto. Se tu sapessi tutto, scapperesti via da me pieno di ribrezzo”.

                       63.   “Non parlare più, Schaba!”, – prega Themann. – “Sulla tua vita passata verrai in chiaro con Dio! Io ho a che fare con il presente, perché la tua decisione, di voler servire Dio, mi dimostra già il distacco dal passato. Ora calmati e riposa nella tua tenda, il veniente giorno ha bisogno delle forze nostre”.

                       64.   Così accade, e tutti trovano riposo, soltanto Themann veglia; egli passa la notte pregando, e con cuore lieto saluta il Sole nascente. Ora si tratta di procurarsi acqua fresca per gli ammalati, e l'Amore che aiuta opera miracoli per gli ex prigionieri. La febbre scompare, e dopo tre giorni Themann può intraprendere la partenza.

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Cap. 8

Il dono di Dio alla regina

                         1.      Senza incidenti essi giungono a Gaza, e là Schaba riceve indietro la sua proprietà. La numerosa schiera di servitori è sorpresa quando vedono arrivare il loro signore con i molti forestieri. Ma costoro sono felici di essere fuggiti dal paese dove li attendeva morte e distruzione, e sono gioiosi di andare nella patria del loro salvatore.

                         2.      Dopo una breve sosta Themann sale con tutto il seguito sulla nave noleggiata, nella quale sono già stati stivati i ricchi tesori acquistati in precedenza per la sua regina. Durante questo viaggio ai servitori ed anche all'equipaggio della nave è ora rivelata la santa Verità su Gesù, poiché ognuno dei Suoi seguaci venne un giorno in contatto diretto con il Salvatore. Si racconta sempre qualcosa di nuovo; il più grande Avvenimento però è la Sua Resurrezione! È stata eretta una Croce, e così della nave si è fatta una chiesa viaggiante.

                         3.      I giorni passano, finché una mattina avviene lo sbarco in un luogo sul Nilo, dove Themann è già atteso. Poiché ora per i molti immigrati non ci sono abbastanza carri e animali, gli stessi rimangono indietro sotto la sorveglianza di alcuni servitori di Themann.

                         4.      Il distacco è cordiale, e presto Themann non vede più i rimasti indietro. Dopo ore di veloce cavalcata vede finalmente la città, questa è la sua patria ed anche il suo campo d'azione. Il suo sentimento è adesso solo per la sua regina, ed in lui sorge un’inquietudine, ma vuol rimanere calmo, e così prega. Quando l'immagine di Gesù a lui apparso diviene in lui vivente, ottiene la certezza: Egli è con me!

                         5.      In questi pensieri non bada alle bellezze della patria sua, sente appena l'acclamazione gioiosa dei suoi compatrioti, finché entrano finalmente nel cortile del palazzo. Qui è atteso con gioia, l’intera casa si è radunata per il saluto. Quando la regina gli porge un cordiale ‘Benvenuto in patria!’, egli afferra con gratitudine le sue due mani e dice pieno di gioia: “O regina! Mi è capitata salvezza e felicità! Mi è accaduta la cosa più grande e meravigliosa che possa vivere un uomo: ho incontrato Dio! Porto a te e a tutto il popolo, la prova del Suo infinito Amore paterno per tutti gli uomini. Non erano favole ciò che un tempo noi udimmo sull'Inviato di Dio, ma sono tutte profonde sante Verità! Presto, presto verrà a tutti l'annuncio liberatore: anche noi siamo chiamati a diventare figli del grande ed eterno Iddio!”.

                         6.      Allora dice la regina: “Themann! Tu sei sempre stato accorto e mai hai accettato qualcosa facilmente se ti mancavano conferme! Se è così come tu dici, allora la tua missione è stata riccamente benedetta, ed hai reso a me e al mio popolo il servigio più grande! Ma andiamo in casa, Themann, affinché io apprenda tutto dall'inizio alla fine”.

                         7.      E così accade. Qui la regina domanda subito con interesse ardente: “Sei anche sicuro di aver appreso la piena Verità su tutto ciò che è penetrato nel mio paese su Gesù e sul Suo Operare? E come puoi addurre ragioni a sostegno?”.

                         8.      “O regina, ascolta!”, – risponde entusiasta il camerlengo, – “Al cospetto dell'Iddio vivente, la Cui Onnipotenza noi tutti conosciamo, io testimonio che non troverò abbastanza parole da descriverti tutti gli avvenimenti, come ho potuto sperimentarli! Non basta che mi venne portato il messaggio del vivente Vangelo per mezzo di un uomo di Dio, non basta che ho potuto sperimentare l'Onnipotente e Sanante Amore del Salvatore, Egli, la cui Essenza ci è ancora incomprensibile, mi ha dato in Dono per te settanta dei Suoi più fedeli seguaci, i quali sono stati messi alla prova da parte a parte sulla loro fede nella più grande sofferenza e al cospetto della morte fisica!

                         9.      Accoglili! Essi attendono le tue disposizioni e il tuo amore al porto marittimo! Sono uomini e donne che sono stati personalmente in relazione col Salvatore Gesù. Sappi: il sentimento duro e maligno del tempio ha messo sulla Croce in Gerusalemme il Migliore di tutti i migliori! Egli però ha vinto anche la morte e dopo tre giorni poté già dare l'annuncio a tutti gli uomini: «Vedete, Io vivo! E chi crede in Me, vivrà in eterno!»”.

                       10.   La regina ascolta con cuore commosso. Poi dice: “Themann, credo alle tue parole. O popolo mio, rallegrati! Perché io non voglio lasciare nulla d’intentato, tutti devono sentire questo lieto messaggio! Quanto può diventare felice il mio popolo, se soltanto si afferma l'unica volontà: essere soccorritore del prossimo! Domani visiterò io stessa con te i tuoi protetti. Questo Dono deve essere per me un santo lascito! Io voglio appianar loro le vie, con ciò siano essi presso di noi di cuore lieto e gioiosi seguaci del loro Dio, affinché accolgano l'alto compito e diventino sacerdoti!”.

                       11.   La regina mantiene la parola! Con il suo grande Amore per la Verità e un'energia che vuol produrre soltanto del grande, supera tutte le difficoltà da parte dei suoi sacerdoti. In parecchi luoghi molto belli vengono erette delle croci con iscrizioni, croci che anche dal popolo vengono adornate volentieri.

                       12.   Themann rimane il braccio destro della sua sovrana. Egli stesso conosce soltanto un Consigliere, Gesù che gli era apparso nel deserto. Con Lui ha rapporti giornalmente e nell'amore per Lui trova anche giornalmente nuovi compiti e doveri, cosicché egli diventa presto un indispensabile maestro ed amico per la sua regina come anche per il prossimo suo!

 

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[1] Versetto 5,8

[2] Il fratello Max Seltmann scrisse: ”Io vedevo questa scena, il carro aveva solo due ruote, ed era così bordato che il contrappeso veniva sopportato dal cavallo. Una tenda-tetto, sostenuta da quattro colonnine di legno tondo, teneva lontano i raggi del Sole; e mentre Themann leggeva, lasciava al cavallo guarnito di lucido metallo, libero corso”.

[3] In questo mondo degli spiriti tutto all’esterno è una precisa corrispondenza della condizione interiore dei suoi abitanti.