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Lorber verlag - Bietigheim/Wűrtt. (D)
Scene deliziose della Vita Terrena di
Gesù
Ricevute in visione da Max
Seltmann
1932
Libretto
X
Il Risorto!
La mattina di Pasqua ed i giorni seguenti la Resurrezione
I credenti Lo annunciano
Maria Maddalena va in sposa al capitano della crocifissione
[Matteo 28 – Marco 16 – Luca 24 – Giovanni 20]
Cap. 1 Il mattino di Pasqua presso Nicodemo
Cap. 2 Nella locanda di Lazzaro la lieta
notizia
Cap. 3 Gesù presso Nicodemo con i discepoli
Cap. 4 Lazzaro e il capitano nella Città di
Dio
Cap. 5 Maria e Kisjonah in Betania hanno la
visione di un angelo
Cap. 6 Dove si trova Gesù?
Cap. 7 Meditazione mattutina sulla collina:
Gesù appare
Cap. 8 Pilato scopre la verità e va’ a betania
Cap. 9 Maria Maddalena promessa al capitano
Cap. 10 A Roma dall’imperatore, il fratello di
Cirenio
Cap. 11 Festa nuziale in Betania
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Il mattino di Pasqua presso Nicodemo
1. Nella locanda di Lazzaro tutti si sono alzati di buonora per servire ancora coloro che vogliono andare in città. Poi in silenzio e raccolti in sé, Nicodemo, il capitano[1], la madre Maria e Maria Maddalena vanno di nuovo a casa di Nicodemo, dove oltre a Pietro e Giovanni trovano anche Salomé, la madre di Giacomo e Giovanni[2]. Nel rivedersi il dolore provoca nelle donne un torrente di lacrime. I discepoli però mentre cercano di trovare parole di conforto, Maria Maddalena esce in silenzio per piangere da sola al sepolcro di Gesù.
2. Le donne si sono procurate unguenti e spezie per l'imbalsamazione, hanno però ancora il loro dispiacere a causa della grossa pietra che tiene chiuso il sepolcro; allora il capitano dice: “Sono convinto che non avete più bisogno delle vostre spezie. Un avvenimento spirituale con Gesù mi dà questa certezza: il Suo sepolcro è vuoto! Gesù vive! Egli è risorto! – Perciò rallegratevi e lasciate ogni tristezza: Gesù ha vinto la morte!”. – Tutti lo guardano stupiti, ma non chiedono nulla; poi anche le tre donne si avviano silenziose verso il sepolcro scavato nella roccia.
3. Nel giardino di Nicodemo viene loro incontro Maria Maddalena, ed esclama agitata: “Il sepolcro è vuoto! Gesù vive! L'ho visto da lontano, sono corsa da Lui per abbracciarLo, ma Egli me lo ha vietato dicendo: «Non Mi toccare!» [Giov. 20,17]. – Poi ha aggiunto che devo annunciare a tutti voi che io L'ho visto! Oh, il mio cuore è così agitato, io L'ho rivisto!”.
4. Completamente sbigottite le donne tornano di nuovo con lei al sepolcro e trovano confermate le sue parole: la pietra è stata rimossa, il sepolcro è vuoto! Ma due giovani splendenti custodiscono il luogo sepolcrale e danno loro l'annuncio che il Maestro è risorto.
5. Pietro e Giovanni hanno seguito le donne ed anch’essi vedono gli angeli presso il sepolcro. Tutti ritornano stranamente agitati in casa di Nicodemo e raccontano agli amici di questo miracolo. Ora i discorsi si agitano alla rifusa: “Il Maestro vive? – Egli potrebbe forse venire qua da noi da un momento all’altro! – Oppure Lo cerchiamo dagli altri discepoli?”. – Soltanto Maria Maddalena è silenziosa e piena di tristezza interiore, infatti: vederLo, parlarGli e non poterLo toccare – questo è troppo doloroso per il suo cuore desideroso di Gesù!
6. Giovanni vede il suo dolore e cerca di spiegarle che il Maestro ora è da afferrare solamente ‘nell'Amore spirituale celeste’. – “E per questo anche tu, cara Maddalena”, – così dice Giovanni letteralmente, – “devi rinunciare al pensiero che Gesù era un Uomo uguale a noi! Ora devi imparare a comprendere che Egli è Dio da eternità in eternità!”.
7. Giovanni continua: “Devi comprendere che la Sua incarnazione è avvenuta per liberare noi uomini dall’antica maledizione di Adamo. Sì, per spianare a noi uomini, la via verso la Vita interiore con Dio come col nostro Creatore e Padre! E mostrare con la Sua stessa Vita a tutti gli uomini, l'uso del giusto mezzo per quest’alta meta! Per giungere a questa beata, ma pura unione spirituale con Lui, quale nostro Dio Padre, Egli ha iniziato la Sua grande Opera di Salvezza da lungo tempo promessa come Uomo in mezzo a noi. Quest'epoca della Sua Opera è adesso passata. Noi abbiamo il privilegio di vivere la seconda. La terza però sovrasta tutti coloro che seguiranno il Suo esempio come Uomo nello Spirito del Suo Amore e Verità interiore. Perciò ama Gesù non più come Uomo con i tuoi sensi, ma amaLo soltanto come purissimo Spirito nel tuo cuore! Allora Egli si rivelerà secondo la Sua Promessa anche a te, come a noi, nello Spirito!”
8.
Queste Parole sono come balsamo per il suo
cuore ferito; ma anche gli altri hanno ascoltato attentamente questa profonda
rivelazione sull'essenza interiore di Gesù, ed interiormente diventano più
lieti, sebbene a tutti il loro amato Maestro manchi molto. Poi i discepoli si
incamminano, Pietro per primo e si affrettano verso Gerusalemme dagli altri
fratelli, per annunciar loro: il Maestro vive!
9. Il capitano si è già precedentemente congedato con le parole: “Il dovere mi chiama! Devo ispezionare il sepolcro e poi fare rapporto a Pilato”. Quando attraversa frettolosamente il giardino non si vede nessuna delle guardie romane, resta sorpreso e poi entra egli stesso nella grotta scavata nella roccia.
10. Qui vede nuovamente i due giovinetti nella Luce ultraterrena, Luce che egli ha già visto una volta in spirito e che gli dicono ora ad alta voce: “Affrettati e fa il tuo dovere! Il Maestro ha bisogno di te!”.
11. Il capitano corre da Pilato e riferisce: “Il sepolcro del Crocifisso è vuoto! Gesù vive! Alcune donne Lo hanno già visto e Gli hanno parlato! Qui ogni errore è escluso, io stesso ho ispezionato il sepolcro!”.
12. Pilato, al quale questa straordinaria notizia è già stata portata poco prima, fa chiamare le guardie. Esse devono confermare con un giuramento la loro deposizione ed anche che un trucco sia impossibile, poi riferiscono: “Nella notte un potente fulmine illuminò all'improvviso tutti i dintorni e la sua luminosità rese tutto visibile; ma non si vide nessun uomo. Il fulmine squarciò la roccia sepolcrale, e la pietra davanti all'apertura era come scomparsa; ma dal sepolcro si sprigionarono raggi di una luce così chiara che ci buttammo a terra, totalmente accecati. Poi tutt'intorno fu di nuovo profonda notte. All'improvviso il terreno sotto di noi divenne così straordinariamente caldo che fuggimmo e denunciammo questi avvenimenti al nostro acquartieramento”.
13. Pilato si sente sbalordito dinanzi a tali straordinari eventi; perciò egli invia uno scritto al sommo sacerdote con la domanda: “Che cosa dite di questi avvenimenti?”. Lo scritto termina con le parole: “Questa morte violenta di un innocente non era mia volontà, ma la vostra! Ora voi portate anche la responsabilità!”.
14. Quest’ambasciata provoca tra i templari un panico! Essi credono di colpo che il giorno del giudizio sia giunto per loro! Gesù vive? Gesù vive! Che cosa c'è da fare? La maggior parte lascia di soppiatto il tempio. Nel loro cuore si presenta la coscienza! Pilato però non ottiene nessuna risposta.
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Nella locanda di Lazzaro la lieta notizia
1. Anche nella locanda di Lazzaro presso Gerusalemme, ben nota a tutti gli amici, i discepoli portano la lieta notizia: il sepolcro è vuoto, ed alcune donne hanno già visto Gesù e parlato con Lui!
2. La sera, quando tutti i discepoli e molti amici sono lì radunati, Giovanni parla ancora una volta annunciando che Gesù adesso non è più Uomo, ma purissimo Spirito, il quale però ora potrebbe apparir loro ovunque nella sua precedente forma umana.
3. “Infatti”, – così dice Giovanni, – “per quanto possa anche sembrare incredibile, qui diventa Verità: Egli sarà là, dove viene adorato ed amato nello Spirito e nella Verità! E se noi tutti ci uniamo ora nei nostri cuori intimamente, allora Egli è anche con noi e tra noi! Questa pura esistenza spirituale è la conseguenza della Sua volontaria sofferenza e morte da innocente. Egli ha rotto tutte le barriere umane della morte. Tutto l'umano-terreno è diventato divino. E per questo pazientiamo! Egli conosce già l'ora quando potrà diventare visibile anche per noi. Noi però da parte nostra, vogliamo sperare nella Sua venuta e rallegrarci pieni di gratitudine che Egli ha vinto la morte anche per noi! Affinché la nostra meta, l'eterna Vita con Lui, diventi per noi visibile ancora più luminosamente!”
4. Tutti ascoltano in silenzio queste nuove rivelazioni sulle intenzioni divine, in seguito alla morte volontaria del loro amato Maestro e cercano di accoglierle in sé. Intorno alla mezzanotte giungono poi i discepoli da Emmaus e raccontano delle loro meravigliose vicissitudini con il Risorto Gesù.
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Gesù presso Nicodemo con i discepoli
1. Al mattino presto i discepoli con Lazzaro e gli amici ritornano nuovamente da Nicodemo e raccontano a quelli che sono rimasti dell'Apparizione del Risorto presso di loro. Tutti ascoltano assorti le meravigliose parole; poi subentra un profondo silenzio e nessuno osa fare una domanda. Ecco, all’improvviso, il Maestro sta in mezzo a loro! Il Suo sguardo sereno penetra a tutti profondamente nel cuore, e le donne non riescono a trattenere le lacrime.
2. Gesù però dice: “Pace! Santa Pace sia con voi! La vostra sofferenza sia tramutata in gioia! Tutta la vostra afflizione scompaia poiché Io sono ora nuovamente tra voi! Ma visibile così, come lo sono adesso, non posso sempre trattenerMi presso di voi. Voi dovete di nuovo diventare completamente liberi e fortificati interiormente come Miei testimoni, portatori del Mio Spirito e compiere liberamente ciò che Io vi ho tante volte insegnato! Il Mio Spirito in voi vi annuncerà in ogni tempo quello che potete fare e operare nel Mio Nome! Rimanete nell'amore! Rimanete uniti nel Mio Spirito e servitevi l'un l'altro! Allora saprete che sono Io che vi servo anche adesso come l'ho fatto da Uomo! Non domandate: “Dove Sei stato?”, il Mio Spirito lo comunicherà al vostro spirito! Esso vi introdurrà in ogni Verità e Sapienza! E tutti coloro che adempiono la Mia Volontà devono venire a conoscenza di questo. Ora però non tacete più dinanzi agli uomini, affinché anche voi diventiate esecutori! Non temete, perché Io ho superato tutto per voi! Il Mio Amore in voi sia sempre la vostra forza! Siate tutti benedetti e salutate gli altri fratelli! – La Pace sia con voi!”.
3. I Suoi sguardi si posano in maniera benedicente sui presenti e così, veloce come Egli è apparso, diviene anche invisibile nuovamente!
4. I discepoli si guardano in silenzio. Mentre Sua madre piange nella gioia purissima! Nuovamente è Giovanni che prende la parola e dice: “Cari fratelli ed amate sorelle! Ora voi tutti avete visto: il Maestro vive! Egli è tra noi, e nel Suo Amore è sempre presente! Ora sta a noi procurare a Lui gioia solamente! Incommensurabile è questa felicità, perché Egli stesso ci è apparso. E quello che non ci ha detto, lo sentiamo, poiché il Suo infinito Amore per noi è sempre ancora lo stesso come un tempo, quando Egli viveva tra noi come Uomo. Uno però è tra noi che è stato testimone della Sua somma Misericordia[3]. E io sono pienamente cosciente che questa grande azione di Gesù nessun uomo la potrà mai afferrare e misurare! Quale altezza raggiunge il Suo Amore in confronto al nostro debole amore! Quanto eravamo egoisti! Abbiamo solo sperato in un segno del Suo Amore e Onnipotenza, e non ci siamo curati degli altri! Qui devo ricordare il fratello Giuda! Perché lo abbiamo lasciato solo nella sua angoscia mortale? Il Signore però sapeva anche di questo, ed ha risvegliato un altro fratello che si è occupato amorevolmente dello smarrito![4]
5. Noi, che sedevamo stabilmente alla Sua tavola ed abbiamo ricevuto da Lui Amore su Amore e Grazia su Grazia, ci siamo sentiti abbandonati e pieni d’afflizione! Oh, vorrei vergognarmi della grande povertà d'amore delle nostre anime che abbiamo mostrato in quest’occasione! Invece di credere, eravamo scoraggiati! Ma soltanto ora che abbiamo sentito e visto il Maestro siamo di nuovo diventati lieti! Perciò ringraziamo tutti per questa nuova gioiosa sensazione: o Signore Gesù! Rimani presso di noi affinché in noi non diventi più notte! Riversa la cornucopia del Tuo Spirito sulle nostre anime ancora così deboli, affinché guariamo nell'anima e nel corpo! Così che diventiamo un’autentica testimonianza del Tuo eterno infinito Amore! Amen!”.
6. Una santa quiete, una santa pace avvolge tutti i cuori. Poi Lazzaro si alza, ringrazia ancora una volta il Signore per l'infinita Grazia del Suo arrivo e prega i discepoli e tutti i presenti a recarsi a Betania, affinché anche lì tutti vengano a sapere che Gesù vive, e che pace e gioia penetri anche nei loro cuori. Dopo un’amabile colazione, quando la gioia generale ha raggiunto il suo punto culminante, Lazzaro sollecita ancora una volta alla partenza. Il congedo è commosso, perché molti vogliono seguirli solo più tardi. Ognuno sente che sofferenza e gioia comune uniscono più saldamente tutti i cuori.
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Lazzaro e il capitano nella Città di Dio
1. Per andare a Betania gli uomini attraversano Gerusalemme, dove tutti gli animi sono visibilmente agitati. I templari hanno perquisito il sepolcro nella roccia, la guarnigione romana rafforza le sue guardie e nuove truppe sono in marcia, le quali sono guardate dagli abitanti con sguardi intimoriti. Ovunque si sono radunati uomini che discutono animatamente, per la qual ragione, i comandanti romani fanno occupare con raddoppiate guardie tutte le pubbliche piazze. E questo – tutto a causa di Gesù!
2. Quando il capitano passa con Lazzaro davanti al palazzo di Ponzio Pilato, chiede per sé ancora alcuni soldati come scorta per la sicurezza sulla via che porta a Betania. Anche nei dintorni del tempio regna grande agitazione: dal santissimo fuoriesce un calore insopportabile, tanto che il sommo sacerdote non può avvicinarsi all'altare dei sacrifici, e la cortina pende ancora strappata. Se prima il vestibolo del tempio era il luogo dove parecchi facevano i loro buoni affari, oggi tutto è calmo; la gente, infatti, ha interesse soltanto per il miracolo della risurrezione di Gesù. Lo spavento del Venerdì Santo produce i suoi effetti, e i più comprensivi esclamano ad alta voce: “Avete crocifisso un innocente! Chi ci aiuterà perché ci sia risparmiato il giudizio punitivo di Dio?”.
3. Il capitano si avvicina a loro con Lazzaro, ordina di far silenzio ed esclama: “Cittadini di Gerusalemme, conservate la calma e andate a casa nelle vostre abitazioni! Gesù, il Crocifisso, vive! Non temeteLo! Perché, se come Uomo era vostro Amico, Egli lo è ancora di più oggi come il Risorto dal sepolcro! E tutti i Suoi Insegnamenti d'Amore ed Umiltà continuano a vivere! Perciò credete in Lui, amatevi l'un l'altro e dimenticate la tristezza degli ultimi giorni; infatti «Egli ha sofferto per le colpe altrui ed ha espiato tutto il nostro assurdo operato!», come già sta scritto in Isaia, ed ha con ciò adempiuto la Parola di Dio! Ora noi dobbiamo dimostrarGli che non ha sofferto e lottato invano! «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno!» – Queste Sue ultime Parole ci forniscono la conferma del Suo immenso Amore per gli uomini. Ora non avete più bisogno di nessuna casta sacerdotale; perché Gesù ha preso su di Sé la carica di Sommo Sacerdote. Egli vive! Vuole però dimorare nel nostro cuore come Suo Tempio consacrato a Lui da Dio. Perciò andate a casa in pace e mantenete sempre la calma! Noi quali pagani romani proteggiamo la vostra nuova fede!”.
4. Il capitano retrocede salutando. Lazzaro però si rallegra del nuovo fratello e dice: “Quale fuoco! Quale spirito! Veramente, l'Evangelo è una Forza proveniente da Dio che rende beati tutti coloro che vi credono!”
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Maria e Kisjonah in Betania hanno la visione di un angelo
1. Dopo una lunga cavalcata, gli amici giungono a Betania dove tocca loro tutto l'amore immaginabile. Anche qui è già giunta la notizia che Gesù non è più nel sepolcro. Ma ora a tutti gli abitanti, compresi i servitori e donne di servizio, è annunciata la Verità: Gesù vive! Gesù è passato attraverso l'oscura notte della morte ed ha quindi tolto alla morte ogni tristezza e gravosità! – Adesso la sorella Marta comprende le Sue parole: «Io sono la Resurrezione e la Vita!» [Giov. 11,25]. Mentre Maria, abitualmente sempre così tranquilla, è ora agitata e fa così tante domande che nessuno è in grado di darle una giusta risposta. Allora il capitano si avvicina a lei e dice: “Calmati e rallegrati! Gesù saluta anche te, come tutti gli altri qui!”. Subito lei si calma e ringrazia il capitano per la buona parola. Questo saluto è il pane di cui brama ardentemente il suo amore, e così porge le due mani al romano, lo ringrazia ancora una volta e lo prega di considerare questa casa come la sua.
2. Dopo un breve riposo, mentre i viandanti si ripuliscono e rinfrescano, può essere raccontato il corso dei singoli avvenimenti con il Risorto. La notte giunge e passa, nessuno pensa alla stanchezza oppure al riposo; il nuovo, l'inaspettato, non lascia sorgere nessun altro sentimento che la grande felicità: il Maestro vive e forse verrà anche da noi?! – E Maria, la sorella di Lazzaro, impartisce già istruzioni per tener pronto tutto per il benvenuto del Maestro. Così trascorrono alcuni giorni di quiete e meditazione! Ospiti e amici vanno e vengono; il capitano si rallegra particolarmente quando Maria, la madre di Gesù, e Maddalena, arrivano per rimanere un tempo più lungo in Betania.
3. Un mattino un messo da Kis porta la notizia del prossimo arrivo di Kisjonah; e quando giunge la metà del giorno egli stesso è già arrivato a Betania. Qual gioioso rivedersi! La gioia aumenta in beatitudine, quando Kisjonah e Maria insieme possono contemplare qualcosa della grande Opera di Redenzione del loro amato Gesù nel mondo dello spirito! Celestiali esseri spirituali annunciano loro dell’ultrabeata felicità, perché tutti coloro che sono trapassati da gran tempo ed erravano nell'oscurità dei loro concetti sul compito e la meta della loro esistenza, ora possono afferrare la Mano di Grazia di Gesù, per essere guidati alla chiara ed illuminata Salvezza da ogni errore. Un angelo splendente spiega ai due: “Da quando esiste l'intera Creazione non si è ancora mai vissuta una cosa simile – che il Bene si affermi e l'Amore vinca! È ben vero che noi siamo rabbrividiti dal dolore quando il Signore nelle spoglie del Figlio dell'Uomo-Gesù si sacrificò morendo ed ha con ciò conferito alla Sua Creazione uno Spirito nuovo, ma quale benedizione, quale gioia è stata poi di vedere e sentire la vivente felicità di tutti coloro che languivano nelle loro anguste tombe. Ora nessuna porta è più chiusa! Non serve più nessun guardiano! Ognuno è di se stesso il suo guardiano. Noi però stiamo pieni di riverenza dinanzi alla vita di questo nuovo Spirito in tutti quei cuori che amano Gesù, e vogliono collaborare nello spirito all'Opera di Redenzione del Signore! In riconoscente amore molti già premono verso tale lavoro. Perché il luogo celeste più beato è d’ora in poi bene comune di coloro che su questa Terra riconoscono Gesù come loro Signore, per la qual ragione il potere del maligno sta enormemente scomparendo!”.
4. Dopo una pausa, l'angelo continua: “Avreste soltanto dovuto vedere ed assistere, come Lucifero, il fratello caduto, si radunava con i suoi angeli intorno al Golgota per fornire la prova ai suoi vassalli: «Un grande rimane un grande!» (vale a dire: egli non si piega in umiltà alla Volontà divina!) Per questa ragione presto sarebbe appartenuto a lui, Lucifero, tutto il dominio! Ma qui egli sperimentò la sua più grande sconfitta! Perché il Grande non solamente divenne piccolo, no, Egli divenne volontariamente il più infimo! E perciò è data per tutte le Eternità, la possibilità che l’infimo nello Spirito di Gesù può essere elevato al sommo. Se finora l'occhio del nostro Dio poteva rallegrarsi della purezza di un’anima e guardare con compiacimento tutti coloro che si sforzavano di vivere nell'ordine e nella coscienziosità di adempiere la Legge, adesso il Suo Sguardo è rivolto in particolare a coloro che si trovano profondamente nel peccato e nella colpa. Con Amore Egli porge loro la Sua mano paterna, affinché anch’essi afferrino la Salvezza ed immergono la loro vita interiore in quella del loro Salvatore!
5. E così ascoltate: quello che noi vediamo, lo vede anche Lucifero! E il suo più grande rammarico è che egli non può più opporre nessuna resistenza a questa Vita dello Spirito scaturita dal Getsemani e dal Golgota. Rallegratevi! Rallegratevi, voi uomini di questa Terra: il Cielo si è abbassato giù fino a voi! I suoi beati abitanti premono verso la Terra e desiderano cooperare a questo nuovo Cielo che ha edificato le sue Fondamenta su questa Terra, e diventa manifesto a tutti attraverso il vivente Spirito di Gesù nell'uomo! – Amen!”.
6. Lacrime di gioia scaturiscono in tutti i presenti, quando questi avvenimenti spirituali sono riferiti alla lettera; tuttavia, ancora manca nei loro cuori il più bello, il loro amato Gesù stesso! E già scompare la speranza di vederLo qui.
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Dove si trova Gesù?
1. Poi giungono ancora degli amici da Tiro e Sidone, per cercare da Lazzaro certezza su Gesù, così dicono: “Perché a Gerusalemme non si può più distinguere il vero dal falso. Circolano molte leggende su dove deve essere stato visto Gesù. E così dicci, fedele amico e fratello Lazzaro: hai tu visto o magari parlato con Gesù?”.
2. Lazzaro indica con la mano Maria e Maddalena e dice: “Queste sono state le prime ad aver visto Gesù! Noi altri pure l'abbiamo visto, ma solo più tardi. Certo, se aveste avuto la profonda fede nella Sua Missione ed aveste seguito di più le Sue Parole, anche voi avreste già potuto sperimentare il Miracolo della Sua Resurrezione! Ma non è questa la cosa più importante, che qualcuno Lo abbia visto; no, la cosa più importante è che crediamo che Egli vive e può vivere anche in noi attraverso la nostra vivente fede. Allora la nostra fede ci guiderà alla vita interiore con Lui e ci mostrerà la necessità di badare ancora di più alla Sua Volontà, e cercare di portarla a compimento.
3. Siate certi, ora sarà rivelato al mondo intero: l’Uomo-Gesù ha portato carne e sangue, per pagare con questo nel Sacrificio la passata colpa nostra e di tutti gli uomini! Ora noi dobbiamo portarLo nella nostra carne, affinché paghiamo ciò che rimane ancora di debito in noi stessi al santificato desiderio Divino. Così la Sua Vita ci diventa un modello, e la Sua Morte e Resurrezione, ancora di salvezza, alla quale può aggrapparsi chi solamente lo vuole! Ma dove esiste una seria volontà, la Forza viene aggiunta dall'alto. Poiché l'andar via di Gesù da noi uomini, affluisce in noi Forza spirituale dalla Sua Forza, e Vita spirituale dalla Sua Vita.
4. Finché Egli era tra noi, prendevamo da Lui Grazia su Grazia. Ma se ora accogliamo la Sua Volontà santificata e agiamo di conseguenza, possiamo donarla noi! E così rimarrà in tutte le eternità, perché le beatitudini più grandi consisteranno nel felice donare. Ma ciò che noi possiamo dare, è il Suo Amore nell’essere nostro!”.
5. Tutti guardano solenni a Lazzaro, il suo discorso ha fatto una profonda impressione su tutti i nuovi arrivati. Ma il segreto desiderio, se possibile, di vedere anche Gesù, è più grande della loro fede e del loro desiderio per tale rapporto interiore con Lui!
6. Il capitano legge i loro pensieri ed esterna le sue riflessioni dicendo: “Perdonate, cari amici! Voi cercate Gesù qui in Betania? Non sapete ciò che Egli mise a tutti insistentemente nel cuore: «Rimanete nel Mio Spirito! Allora Io rimarrò con voi e in voi!». – Voi credete, cari amici, che Gesù quale il Risorto vi verrebbe ancora intorno così come lo faceva da Uomo? No! La Sua Opera progettata fin dall'Eternità è compiuta! Ora gli uomini hanno ricevuto in grazia al Suo essere Uomo lo Spirito del Suo Amore! E la Sua morte in croce è stata il suggello, la conferma dell'Atto finale della Sua incarnazione! Cielo e Terra ora Gli sono ugualmente vicini! Ma attraverso il Suo santo Spirito dell'amore e senso della Verità, noi troviamo la via che conduce a Lui, ed anche la forza in noi per percorrere questa via spesso faticosa. La scintilla dello Spirito proveniente da Dio dimorante in ogni uomo, splendente, ci indica la direzione e mette in noi il desiderio di operare sempre, così come Egli ha operato durante la Sua Vita terrena.
7. Oh, se avessi conosciuto prima Gesù! Io, che ho fatto eseguire su di Lui la cosa più vergognosa, proprio io ho potuto sperimentare la cosa più meravigliosa del Suo Amore. Egli, infatti, quale l'eterno Amore, mi ha perdonato, e gioia celeste ravviva il mio cuore, da quando so che Gesù vive. Perciò non cercate Gesù esteriormente! Cercate di diventare come era Gesù, …ed Egli sarà con voi e in voi! Anche voi proverete le Sue benedizioni, come ho potuto provale io! Ora però voglio tacere, perché il mio cuore m’impone la quiete”.
8. Tutti i presenti guardano sorpresi il capitano romano e rimangono in silenzio. Lazzaro sente come la Grazia agisce potentemente in tutti i cuori, e dice tra sé: ‘Calma, cuor mio! Quanto più sono calmo, tanto più divento capace di accogliere questo Suo Spirito della Grazia Sua’.
9. Poi viene preparato un pranzo d'amore in onore degli amici, nella cui occasione rimane libero un posto per Colui che viene ancora atteso con ardente desiderio. Lazzaro e Kisjonah raccontano così alcune cose dalla vita di Gesù, e tutti ne sono molto lieti; finché Lazzaro invita i suoi ospiti a riposarsi e contemplare piuttosto il mattino presto il sorgere del Sole dalla vicina collina.
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Meditazione mattutina sulla collina: Gesù appare!
1. Le poche ore della notte passano veloci. Lazzaro ha già fatto preparare tutto sulla collina; quando ancora una volta controlla le coperte e i tappeti preparati, dall’altra parte viene verso di lui un uomo. Lazzaro osserva il viandante e gli va incontro per salutarlo e domandargli dove è diretto e da dove viene. Ecco che il suo respiro si blocca e cade a terra quasi come morto: nel forestiero egli ha riconosciuto il Maestro!
2. Questi gli pone le Sue mani sul capo, prende poi la sua di mano, lo solleva nuovamente e dice: “Fratello Mio, Mi sento potentemente attirato da te, il tuo Amore, infatti, è balsamo per il Mio Cuore! Ora fortificati anche tu nel Mio Amore, affinché tu possa adempiere i tuoi compiti dell'amore e possa essere e rimanere un portatore della Mia Vita d'Amore. E ora va a prendere anche i tuoi amici; ma non Mi svelare, essi stessi devono riconoscerMi!”
3. Lazzaro bacia le mani del Maestro e lacrime di purissima gioia scorrono sul suo volto; poi si affretta a rientrare in casa ed invita tutti a venire velocemente sulla collina; ordina anche alle sue sorelle di lasciare il lavoro alle domestiche e venire insieme.
4. Marta e Maria guardano piene di stupore il loro fratello e vedono che egli ha pianto; allora Maria gli domanda: “Fratello, perché sei triste ed hai pianto?”.
5. Lazzaro risponde sorridendo: “Non tristezza, bensì gioia è stata la causa, anche voi lo vedrete, basta che venite, venite!”. – Piene di santo presentimento nel cuore seguono presto Lazzaro che le precede quasi correndo.
6. Gli altri non riescono a spiegarsi questa fretta. Essi sono anche così immersi nella conversazione che non si accorgono come un uomo in mantello bianco cammina tra loro, ed insieme va verso la collina. Ora vengono anche Kisjonah, Nicodemo e gli amici da Tiro in conversazione molto seria, e Lazzaro ode ancora le parole: “La cosa più importante non è che voi possiate testimoniare: «Io ho visto Gesù! Egli è davvero risorto dai morti!», ma d'ora in poi e in futuro sarà più importante che noi riveliamo il Suo Spirito d'Amore nella nostra vita, e tutto il mondo dovrà riconoscere da questo che Gesù vive! Allora Egli non sarà morto invano! In questo caso la Sua Resurrezione diventerà in noi verità e per ognuno dei Suoi seguaci l'innegabile conferma: ora anch’io posso veramente vivere attraverso il Suo Spirito in me!”.
7. Lazzaro si rallegra dell’ardore dei suoi amici e guarda il silenzioso sorridente Maestro. Ora gli amici si fermano, guardano come involontariamente in lontananza, …e allora anche loro riconoscono il Maestro. Ora anche gli altri Lo vedono e Lo riconoscono, e tutti sono commossi lacrimanti con gioia celeste. Impazienti ascoltano poi le Parole del Maestro che dice: “Pace, Pace, santa Pace sia con voi! Il Mio Amore Mi spinge ancora una volta in mezzo a voi, per mostrarvi i segni del Mio Amore e della Mia umiltà. Guardate le Mie mani! Guardate i Miei piedi! Trafitti dalle mani dei ciechi figli Miei! In benedizione Io pongo queste Mie mani sul vostro capo!”. Facendo questo, Gesù passa da uno all'altro e pone benedicendo le Sue mani sul loro capo. Comincia da Maria, sua madre terrena, e dice: “Che tu mi ami, non lo so soltanto Io, ma lo sanno tutti quelli che ti conoscono. In futuro però il tuo Amore per Me sarà come un sole sorgente nel cielo, e attraverso di te, ancora più di un figlioletto proverà che cosa è in grado di sopportare l'Amore, e cosa può compiere! Noi rimaniamo una cosa sola!”.
8. A Maria Maddalena Egli rivolge le Parole: “O figlioletta! Finché la brama di vederMi è più grande del desiderio di appropriarti della Mia Vita d'amore, essa rimarrà inappagata! Amore! Amore! Amore! E mai ti abbandonerò! Ma non devi afferrarMi con le tue braccia, ma con il tuo cuore!”. Gesù va avanti benedicendo, esprimendo ad ognuno Parole d'amore e di promessa. Quando giunge da Kisjonah, Egli dice: “Fratello, ora manca soltanto una cosa, e questa è che tu Mi sostituisca ai tuoi ed a tutti quelli con i quali tu verrai in contatto”.
9. Ora viene da Maria, Marta e Lazzaro, li benedice dicendo: “Anche voi, Miei amati, date a tutti coloro che verranno da voi, annuncio del Mio Amore! Voi sapete che Betania è consacrata al Cielo. Ognuno, anche il più piccolo, deve qui riconoscere che voi siete Miei, e che ogni cosa che vi appartiene, appartiene a tutti, quando i Miei fedeli vengono nel bisogno e nella sofferenza. Entrate ora in comunione col Mio Spirito, non soltanto voi presenti, no, ma tutti coloro che uniscono la Mia Parola e lo Spirito del Mio Amore! Perché quando Io non starò più tra voi visibilmente, nessuno dovrà sentire la Mia mancanza! Il vostro cuore deve annunciarlo a tutti: Io sono con voi tutti i giorni, in ogni tempo e in ogni ora! E ora metto voi al Mio Posto: tutto quello che voi dite e fate in questo Spirito deve essere come se lo avessi detto o fatto Io! In futuro, infatti, questa Parola deve trovare totalmente conferma: d’ora in poi voi non farete più nulla senza di Me. E ora date al mondo affamato e cieco, tanto desideroso di Luce e d'Amore, la Mia Parola e un riflesso della Mia eterna Vita. Come ogni morte s’è ritratta da Me e ora la Mia Vita può compenetrare l'intera Infinità, così deve avvenire anche a voi! Perciò rimanete in Me, ed Io rimarrò con voi per tutte le Eternità!
10. E ora divenite liberi! Liberi da tutte le debolezze, da tutte le tenebre! Liberi da tutti i falsi concetti sulla Mia esistenza quale vostro Dio, Dio che come Figlio dell'Uomo-Gesù, è diventato per voi il vostro Padre pieno d’Amore! Diventate testimoni della Mia esistenza, e spezzerete i ceppi, le catene e le porte dell'Inferno! Tutto ciò che è ancora legato, spera nella liberazione attraverso di voi, quello che ancora non è liberato, vi sia messo a cuore! E così ora Mi separo da voi e rimango lo stesso con voi e tra voi! Talvolta vi sentirete soli, e malgrado ciò vi sarò vicino! Sofferenze e prove tenteranno di indebolirvi, e certo Io sono in voi la Forza! Perciò ricordate: la Mia Parola e la Mia Dottrina che pure vi rimangono, richiedono indipendenza ed un essere libero e contento! Voi potete sempre trovarMi in voi, come anch'Io voglio trovarvi in Me per tutte le Eternità! La Mia Benedizione e la Mia Pace siano con voi! Amen!”.
11. Dopo queste Parole il Signore scompare alla loro vista. Sulla collina però regna un gran lungo silenzio, tutti sono profondamente commossi, alcuni piangono. Dopo un tempo di intimo ascolto interiore sull’echeggiare delle Sue Parole nel proprio cuore, Lazzaro dice: “Amati amici! Sono indotto a ringraziarvi ancora una volta per la vostra presenza qui. Io sono convinto: se voi non foste venuti a trovarmi, non avrei avuto la grazia di vedere ancora una volta il nostro amato Signore e Maestro. E ugualmente riconosco con gratitudine questo Amore del nostro fedele Iddio e Padre, il Quale sa perché e per quale scopo ogni cosa avviene. Ora però il mio consiglio a voi, come anche a me stesso, è: non vogliamo vivere il passato e il ricordo, ma il presente e il futuro. Ora sappiamo che soltanto una cosa è necessaria, vale a dire: guardare al Signore in ogni cosa. Poiché grazie alla Sua Resurrezione a tutti noi è stata data l'innegabile dimostrazione che Egli vive! E se Egli vive, vive anche il Suo Amore per noi e per tutti gli uomini. Adesso, in quest'ora mattutina, abbiamo vissuto il principio di un mattino dell'Eternità. D’ora in poi noi uomini siamo chiamati a vivere in quest'Eternità, e a testimoniare continuamente che anche noi possiamo vivere, perché la Sua Testimonianza qui sulla collina è la nostra lettera della libertà e suggello”.
12. All'improvviso, rapito in estasi, Lazzaro dice: “O Terra, che cosa hai potuto vivere! Appena ti sei ripresa dallo spavento, quando il tuo Creatore morì secondo la carne, e già un nuovo scuotimento attraversa il tuo corpo! Tu potevi provare che il tuo Creatore non è rimasto nella morte, e le tue ferite guarirono rapidamente. Ora però sei stata trovata degna che il tuo Creatore ti calcasse nuovamente con i Suoi santi piedi, o Terra, ricevendo così una nuova Semenza! Oh, tu, Terra riccamente benedetta! Prega tu il Creatore, affinché Egli desti degli uomini e chiami degli angeli, così che proteggano questa nuova semenza! Perché soltanto con i più grandi dolori sarà partorito questo nuovo Frutto dello spirito! Vedo sorgere popoli e popoli scomparire, ma questa nuova semenza proveniente da Dio, nostro Signore, vivrà! Ed io vedo sorgere un tempo, in cui tutto, tutto è rovinato! L'amore si raffredderà, e la maledizione delle maligne azioni continuerà a generare e partorire uno spirito differente. E questo affretterà la fine! O Terra, ancora una volta tu vivrai un periodo che sanguinerai da migliaia di ferite, e perfino gli elementi minacceranno di distruggerti. Allora sorgerà qui e là lo Spirito della mansuetudine e dell'amore, unito con la più pura umiltà, e scioglierà la tua maledizione! Una nuova ondata d'Amore passerà sul tuo corpo ferito, e come rugiada e balsamo percepirai dopo lungo tempo di nuovo lo Spirito dell'Amore di Dio.
13. Tutti i grandi spiriti spingono a te! Ognuno vorrebbe soccorrere ed essere soccorritore su questa Terra! Allora tu potrai sperimentare il più grande dei Miracoli: Lucifero, il tuo prigioniero, aprirà egli stesso le porte delle sue prigioni e s’inchinerà dinanzi allo Spirito risorto dell'Amore proveniente da Dio! Sì, Terra, tu sorgerai allora nello splendore nuziale; il tuo Creatore, Dio e Conservatore andrà, infatti, Mano nella mano con Lucifero sul tuo corpo adornato amabilmente con fiori e frutti. Il sangue versato dalle ferite di Gesù che ha santificato il tuo suolo, diventerà una Fonte di eterna potenza e magnificenza. E tu, collina del Golgota, tu diventerai una torre di guardia nella Vita dello Spirito! Tu diventerai un luogo di pace eterna, perché nessun nemico oserà più guardarti storto. Il nemico sarà allora vinto per l’eternità! Allora tu sarai il luogo e il rifugio, dove gli erranti troveranno per le Eternità la necessaria salvezza. E ora, tu Terra, tu santa Creazione, accogli il ringraziamento, perché c’è stato concesso già qui di vivere tutto questo. Amen!”.
14. Stupefatti tutti ascoltano queste Parole di Lazzaro che egli ha rivolto alla Terra. E poi Lazzaro continua: “Sì, cari fratelli, io ho contemplato questo nel mio spirito! E dal momento che l'ho potuto vivere così, sarà anche sicuramente così, poiché ancor mai una tale visione mi ha ingannato! Ma non soffermiamoci su questo! È più importante che non ci dimentichiamo del Signore e compiamo il nostro dovere quali uomini verso gli uomini e verso ogni creatura e così pure verso la Terra. Allora la Sua Benedizione non si farà attendere! Ma tutto l’accaduto di questa mattina ci toglie quasi il senso per il materiale; per questo v’invito a ritornare in casa, mangiare qualcosa e trascorrere utilmente la giornata odierna!”.
15. Il distacco dalla bella collina è difficile per tutti. Maria e Marta però pensano subito ai loro doveri verso gli ospiti e corrono per prime in casa. Lazzaro è l'ultimo. Durante il pranzo si discute di nuovo animatamente sugli ultimi avvenimenti e tutti sono pieni di letizia nel cuore.
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Pilato scopre la verità e va’ a Betania
1. Nel mezzo del lieto pranzo la porta si apre ed entra un soldato in veste romana per consegnare uno scritto al capitano. Nel riceverlo il capitano riconosce nel soldato il suo amico angelo e dice allegro: “Ebbene, amico, da quando sei al servizio romano?”.
2. L’angelo però risponde alla sua maniera celeste: “Io non sono al servizio romano, ma al Servizio dell'eterno Amore! Leggi questo scritto, allora vedrai quanto necessariamente avrai bisogno dei miei servigi!”.
3. Il capitano rompe il sigillo, legge e impallidisce, perché si tratta del suo richiamo a Gerusalemme! Inoltre si legge nello scritto che se non esegue l'ordine, egli si espone al suo arresto. Perché il sommo sacerdote lo ha accusato presso Pilato di aver appoggiato il rapimento di Gesù dal sepolcro! Per la Sua Resurrezione dalla morte però mancano tutte le prove! Nello scritto si fa ancora notare che, secondo tutte le dicerie, Gesù sarebbe apparso solamente ai Suoi amici, ma perché non nel tempio? Ora per il capitano non c'è più tempo da perdere! Bisogna prendere congedo da Betania e da tutti gli amici che gli sono divenuti così cari! La sua mano indugia più a lungo del solito nella mano di Maria Maddalena, e gli auguri di pace e fortuna lo seguono lungo la via. Nicodemo deve altrettanto ritornare a Gerusalemme, e così è una cavalcata meravigliosa perché l'angelo li accompagna.
4. Verso mezzogiorno il capitano si presenta a Pilato che è molto sorpreso di vederlo già, al che il capitano spiega: “Sì, se non fosse stata la Volontà del Nazareno, allora avrei in mano solamente adesso il messaggio. Ora però il Nazareno mi ha mandato questo messaggero e così sono subito qui per confutare l'accusa contro di me! Ma soprattutto dovrebbe essere finalmente l’ora di rendere innocuo il sommo sacerdote Caifa! Vedi, fratello mio, o le dichiarazioni dei templari sono verità, e la Resurrezione del Nazareno, una bugia, oppure al contrario: la Resurrezione è Verità! Ma io so per certo: Gesù, il Crocifisso e Sepolto, vive, come io te lo avevo già annunciato[5]. Egli è stato oggi da noi in Betania; noi Lo abbiamo visto, ci ha parlato ed assicurato che attraverso la Sua Vita anche noi possiamo ottenere questa nuova Vita dello Spirito! Invia perciò subito questo messaggero – egli è un servitore e angelo di Dio – a Betania, e fatti fare un rapporto scritto su tutti gli avvenimenti di questa mattina! Mentre il messaggero sarà per strada, io Ti descriverò già le nostre vicissitudini con Gesù. Questo dovrebbe essere per Te certo una conferma sulla Verità della Resurrezione se la risposta da Betania corrisponde con la mia descrizione. Perché qui non si tratta del mio onore, ma della Verità di Gesù risorto dai morti!”.
5. Pilato fa preparare uno scritto per Lazzaro in Betania nel quale esprime la preghiera di descrivere, nel miglior modo possibile, tutti gli avvenimenti accaduti in quel luogo a partire dalla festa di Pasqua, perché egli ha bisogno di prove! Il capitano, infatti, sarebbe stato accusato di aver sottratto insieme a degli amici la salma di Gesù ed avrebbe presentato un altro al popolo, come se Gesù fosse stato ancora vivente! Pilato nel frattempo non crede al capitano che questo soldato sia un angelo di Dio; è piuttosto dell'avviso che lui avesse già l'intenzione di ritornare ed avesse incontrato il soldato strada facendo. Ora si fa fare da lui una dettagliata relazione alla presenza di altri ufficiali; talvolta egli lo guarda colpito, ma non lo interrompe. Quando il capitano ha terminato il suo rapporto, Pilato gli porge la mano e dice: “Se la relazione di Betania si avvicina in qualche modo alla tua, allora sei giustificato e io ti crederò! Ora non mi rimane che attendere”.
6. Sono passate appena due ore[6], che il messaggero di ritorno si ripresenta, di cui Pilato ora è nuovamente molto sorpreso. Il messaggero gli consegna un rotolo totalmente scritto; Pilato legge dapprima le firme, i cui nomi già da soli garantiscono la Verità! Poi legge ad alta voce al piccolo forum l’intera relazione, ed è quasi la stessa relazione che ha fatto il capitano. Agitato va avanti e indietro, porge la mano al capitano e dice: “Perdonami se per un attimo non ho creduto a te, un romano, ma ho ritenuto le abili accuse formulate dei templari per verità. Ora però t’invio in missione segreta a Roma! L'imperatore deve essere informato sugli avvenimenti avvenuti qui, questo è semplicemente il nostro dovere! Poiché noi abbiamo ucciso un Innocente, perché abbiamo giudicato secondo l'apparenza! Ma quello che è accaduto non si può cambiare! Preparati subito per questo viaggio, sarai accompagnato da una coorte di soldati! Ma tutto deve rimanere segreto, affinché il tempio non ci preceda. Prendi con te questo tuo amico, se egli vuole, e domattina alla partenza riceverai i miei documenti per l'imperatore”. Con ciò Pilato si congeda. –
7. Il capitano però è scosso interiormente da questa piega degli eventi, piega che ora lo costringe a lasciare Gerusalemme! Davanti ai suoi occhi si presenta l'immagine di Maria Maddalena, e pensa:‘Se da un lato vado via volentieri da qui, tanto mal volentieri vado via dalla tua vicinanza, ma un ordine è un ordine!’, e subito gli viene il pensiero di andare ancora una volta a Betania e far lì una breve sosta.
8. L'angelo ora gli porge la mano e dice: “Caro amico! Rallegrati di questa tua missione, infatti, tu puoi testimoniare di Gesù! Per te nessuna via deve essere troppo lunga, nessuna fatica troppo grande e nessun sacrificio troppo pesante! Poiché quello che tu fai per Gesù, il Risorto, lo fai per te e per tutti gli uomini. Pilato ha paura perché ha condannato un Innocente e spera, poiché tu sei testimone della Sua Resurrezione, di mitigare attraverso di te la severità dell'imperatore, per conservare il suo posto qui in Gerusalemme. Io non vengo con te, ma verrò da te solo all’occasione visibilmente secondo la Volontà del Signore. In breve però Gesù sarà elevato, come in una nuvola, visibilmente da questa Terra! E questo sarà il segno che la Sua Missione qui come Uomo è terminata, e che inizia una nuova epoca! Non per questo voi dovete fare qualcosa di diverso, oh no! Soltanto quello che Egli ha messo in pratica come Uomo, lo dovete far sempre anche voi, e ciò che Egli ha insegnato a tutti gli uomini, lo devono credere e poi indirizzare la loro vita di conseguenza! Allora Egli verrà a tutti coloro che hanno adempiuto queste Sue Condizioni, e li colmerà con il Suo Spirito dell'Amore e della Verità! Perciò va fiducioso! Il Signore sia con te e in te! La pace sia con te!”, – e l'angelo è scomparso.
9. Ora Pilato torna ancora una volta ed invita il capitano a prendere come ospite un pasto in casa sua. Egli domanda ancora: “Dov’è andato il tuo meraviglioso amico?”, e si sorprende molto a sentire: “È ritornato nella sua vera essenza! Poiché egli non è un uomo, bensì un angelo, un servitore di Dio!”. Scrollando la testa Pilato guarda il suo capitano e poi salgono nella sua abitazione.
10. All’ingresso la moglie di Pilato già viene loro incontro e Pilato sorridente dice: “Ora guardalo bene il nostro ospite, egli, infatti, come te, è un entusiasta del Nazareno! E pensa: un testimone della Sua Resurrezione! Non avrei mai immaginato nella mia vita che Gesù di Nazareth mi avesse procurato più preoccupazioni adesso che quando viveva! E chissà cosa capiterà ancora”.
11. Il capitano però ribatte: “Questo non è del tutto giusto, Egli, infatti, può causare preoccupazioni soltanto a coloro che hanno dubitato della Sua alta Missione e Lo hanno condannato, senza esaminare come lo ha fatto il tempio! Fratello, va una buona volta dai Suoi amici, i quali sono uomini leali, giudei onorevoli e romani rispettabili! Là ti sarà data la Verità sulla Sua Dottrina. Quale rapporto cordiale regna tra gli amici di Gesù, e quanto fervore nel fare soltanto del bene! Non ho mai trovato nulla di simile tra romani, greci e giudei! Ma la cosa più meravigliosa della Dottrina di Gesù è: noi tutti siamo l’un l’altro fratelli! Ed Egli, Gesù, quale nostro Creatore, nostro Dio e Conservatore, vuole essere Padre per tutti coloro che vogliono accogliere in sé la Sua Vita divina! Questa Vita però si rivelerà come amore disinteressato e benedicente forza d'azione dapprima nel più intimo del cuore! E soltanto con tale Vita interiore Lo si potrà seguire, per raggiungere la meravigliosa meta, diventare veramente perfetti nello Spirito di Gesù! Coscienti nell'amore, coscienti nella verità, per far poi sorgere con questa Vita primordiale fondamentale in noi un nuovo genere umano su questa Terra! Odio e menzogna, infatti, possono cessare soltanto quando vengono subito riconosciuti dallo Spirito divino di Gesù nell'uomo, e se non ci lasciamo più ingannare o dominare da loro. Perciò io vado volentieri a Roma! Prima però vorrei andare ancora una volta a Betania per congedarmi dai miei nuovi amici. Potreste forse venire anche voi per imparare a conoscere in quella cerchia questo nuovo Spirito d’amore fraterno e reciproco rispetto?”.
12. Pilato rifiuta; ma sua moglie Claudia lo prega così insistentemente che egli dà il suo consenso, poi consumano il pasto. Nel frattempo viene stilato il rapporto per l'imperatore che un segretario ha preparato secondo le sue indicazioni. Pilato firma, sigilla il rotolo e lo consegna al capitano, il quale promette solennemente di consegnarlo all'imperatore com’è suo volere, se questa è la Volontà di Dio! Claudia lo prega di partire la sera stessa per Betania; ed i due uomini impartiscono le loro istruzioni affinché possa presto seguire la partenza. Due sottufficiali ricevono da Pilato l'ordine di essere nel cortile entro due ore con venti uomini in completo equipaggiamento e vettovagliamento per due mesi, e di scegliere soltanto gli uomini più abili. Pilato prega del pari il capitano, di farsi trovar pronto per la partenza entro due ore. Egli corre nel suo alloggio, dove è presto fatto il bagaglio; manda ancora alcune righe a Nicodemo per comunicargli che deve recarsi a Roma per questioni che riguardano Gesù.
13. Nel tempo stabilito i soldati e i cavalli nel cortile del governatore sono pronti per la partenza, e la gente è piena di curiosità sulla destinazione di questo viaggio, così veloce e improvviso. Pilato, il capitano al suo fianco e con sua moglie, passa tra i personaggi erculei armati fino ai denti, e dice loro: “Soldati! Io invio questo mio e vostro comandante in missione speciale dal nostro imperatore a Roma. È per voi un onore speciale accompagnarlo! E per questo mi aspetto anche che voi rispondiate sempre per la vita del vostro comandante! Da questa missione, infatti, dipendono i destini di Roma come anche i nostri! L’imperatore deciderà sul nostro futuro qui, ed io spero di rivedervi tutti in buona salute al vostro ritorno! Sia fatto!”.
14. Ora il capitano riceve il comando sulla piccola schiera e poi dice: “Nel Nome dell'Onnipotente vogliamo intraprendere questo lungo viaggio! Il Suo Sostegno ci porterà alla meta!”. Pilato occupa posto con sua moglie sul carro appositamente preparato, e a trotto serrato si mettono in viaggio.
*
15. Il giorno volge al tramonto. In Betania si è tanto sorpresi quanto molto lieti vedono gli ospiti che il capitano ha portato con sé. Lazzaro saluta assai cordialmente Pilato e sua moglie, – e li conduce nella sua casa dicendo a Pilato: “Considerala come la tua, alto Signore, e senti e percepisci lo Spirito che regna in questa casa!”. E poi gli presenta gli altri ospiti.
16. Pilato si sente scosso fin nelle viscere quando Lazzaro gli presenta Maria come la madre di Gesù! Ma il suo quieto, puro sguardo e la dolce stretta della sua mano gli dicono: ‘Qui c’è più che il perdono umano! Qui c’è il Perdono celeste!’. E soltanto adesso egli sente la colpa, la grande colpa che credeva di poter lavare con l’acqua dalle sue mani, e così quasi balbetta: “Se avessi saputo quello che so oggi: Gesù vivrebbe ancora!”.
17. Maria gli risponde dolcemente: “Gesù vive! Egli ha vinto la morte ed ha perdonato a tutti dal Suo profondo Amore! Perciò io non ho più nulla da perdonarti! Secondo le intenzioni del Signore però io dico a te e alla tua cara moglie: siate cordialmente benvenuti in Betania! Lo Spirito della Pace e dell'Amore colmi anche voi, affinché rimaniate memori di quest'ora santa! La vostra venuta procura anche a me soltanto gioia! Anche se la nostra sofferenza era schiacciante e il dolore quasi insopportabile, la gioia della Sua Resurrezione è ancora mille volte più grande! Qui, infatti, opera potentemente la Grazia dell’Iddio nostro!”.
18. Anche il capitano saluta gli amici ed annuncia loro la sua nuova missione. Poi cerca Maria Maddalena, a lungo tiene la sua mano nella sua, la guarda profondamente negli occhi e dice: “Soltanto per amor tuo sono venuto ancora una volta a Betania; domani sarò già oltre i confini della Giudea”.
19. Lazzaro domanda ai servitori se anche tutti i soldati e cavalli sono ben alloggiati, cosa che gli è assicurata. Il capitano dice: “Se i tuoi servitori affermano che è in ordine, allora io pure lo credo; ma, caro fratello, se sei d’accordo, allora permetti che questa notte io parli con te da solo di una mia faccenda”. Cosa che Lazzaro accetta con piacere.
20. Durante il pranzo regna un lieto stato d’animo, poiché tutti sono di uno stesso sentimento, e quasi si sono dimenticati che il supremo comandante romano si trova in mezzo a loro. Giovanni, nella sua abituale dolce serietà, racconta qualche episodio della vita del Signore. Ma quando Lazzaro parla del suo risveglio dalla morte in grazia di Gesù, il fiero romano piange a dirotto. Pilato dice: “Oh, la mia colpa, la mia grande colpa su di Lui! – Ora diventa una montagna che minaccia di schiacciarmi! Chi, chi toglierà da me questa colpa?”
21. Lazzaro pone le sue mani sulle spalle di Pilato e dice: “Non così, fratello! Non esiste colpa che non possa essere cancellata con il ben operare! Ma se vuoi veramente riparare dove tu credi di aver peccato, allora impiega tutta la tua influenza affinché agli amici di Gesù non venga fatto troppo male da parte del tempio; i templari, infatti, non smetteranno di lottare contro la Dottrina di Gesù, perché essi sono di cuore malvagio. In quest'operare del bene sperimenterai poi in te stesso che Gesù ti ha perdonato! Noi siamo bensì convinti della Sua Verità, Forza e Magnificenza divina! Ma questa conoscenza deve servire soltanto a noi? Oh, no! L'umanità intera deve ora venire a sapere: in Gesù viveva la Forza e la Magnificenza di Dio!”.
22. Lazzaro tace. Pilato però non dà nessuna risposta alle sue parole, tuttavia rimane in profonda riflessione. Nel suo interiore è occupato assai potentemente, ed ancora una volta, tutte le scene passano dinanzi ai suoi occhi! Ancora una volta si presenta la grave domanda davanti all’anima sua: ‘Che cosa è qui Verità?’; allora gli sembra come se vedesse sorgere in sé un sole con una luce soave; si alza ed esce silenziosamente.
23. Claudia osserva suo marito e dice alla madre Maria: “Ora lasciatelo andare, ha bisogno di star solo; le impressioni che viviamo qui sono troppo potenti. Perché non ci siamo incontrati con voi prima? Ci sarebbe stata risparmiata molta lotta e sofferenza”.
24. Maria le risponde consolante: “Claudia, lascia che il passato resti passato! Quando la notte è trascorsa, e il giorno con la sua luce ci rivela tutte le bellezze della Vita, allora anche non ci ricordiamo più della notte, ma ci rallegriamo e ringraziamo con cuore leggero il buon Creatore che ci mostra una piccola parte della Sua meravigliosa Creazione. Fa che sia così anche in te! Gli ultimi giorni somigliavano ad una notte nella quale si alternavano potenti uragani e scosse sismiche. Essa è passata e dinanzi a noi c'è un giorno che non passerà più! Gesù, infatti, non è morto! Egli ci è stato tolto soltanto per un breve tempo, per rimanere con noi in eterno, per rimanere intorno a noi e in noi, a seconda della nostra volontà e della nostra dedizione in Lui!”.
25. “Prediletta madre!”, – dice Claudia, – “non lo comprendo ancora del tutto, ma le tue parole mi riempiono di una beata delizia che non ho ancora mai provato nella mia vita. Il vostro amore, la vostra unione l’un con l’altro mi mostra ciò che mi è sempre mancato nella mia vita. Ciò che in città, nei nostri circoli, è imposto dal costume e dalla cortesia, lo trovo qui semplicemente nel vostro amore, in quello spirito verso il quale il mio cuore bramava da lungo tempo”.
26. Il capitano s’intrattiene nel frattempo con Maria Maddalena, e per le due anime questo è come un dono della Grazia. Quando Pilato esce, lo segue Lazzaro. Pilato si siede sotto un grande albero su una panca, dove giunge anche Lazzaro il quale dice: “Amico mio, sento in me il desiderio di non lasciarti solo nella tua lotta interiore. Anche a noi è andata così, poiché la Verità di Gesù ha sconvolto in noi tutti gli errori! Soltanto non ritenere te stesso colpevole, bensì poni ogni colpa ai piedi di Colui cui credi di aver arrecato la più grave ingiustizia! Mi rendo conto della tua lotta interiore, e per questo ti ho seguito, poiché è nella Volontà di Gesù sostenere e fortificare chiunque lotta e soffre! Come a noi, così avverrà anche a te: la cosa vecchia passerà, e tutto diventerà nuovo! Già si annunciano in te raggi di speranza e della veniente pace; sii certo, questo è una prova del perdono del nostro Gesù! Contribuisci anche tu a questo e conservati poi questa Grazia dell'eterno Amore di Dio, riconoscendo Gesù come l'Onnipotente Signore del Cielo e della Terra! Egli ha vinto ogni morte! E anche ai Suoi figli, ai Suoi fratelli e seguaci è promessa la stessa cosa, come io stesso posso essere per te la conferma. Perciò, fratello mio, non vivere più secondo il passato, ma secondo il futuro!”.
27. “Lazzaro!”, – dice Pilato, – “tu vero amico! In verità, la giornata odierna mi dà e mi ha dato una nuova vita! Ancora non è del tutto chiaro in me come dovrebbe essere vissuta dopo quest'ora; i ricordi, infatti, di questi giorni passati non si possono cancellare completamente. Avrei volentieri salvato Gesù, perché mia moglie mi narrò di averLo visto in sogno, circondato da innumerevoli angeli. Questi magnifici angeli avrebbero sempre esclamato: ‘Salvezza all'eterno Vincitore della morte e dell'Inferno. Ma guai a voi in Gerusalemme che giudicate e crocifiggete Gesù; la vostra parte sarà l'eterna morte!’. Non sono riuscito a salvarLo, e i rimproveri in me di non aver fatto tutto quello che sarebbe stato necessario, non si placano. Da un lato mi sento attratto da voi e da Gesù, ma dall'altro lato sta la colpa mia!”.
28. “Fratello!”, – gli risponde Lazzaro. – “Nei prossimi tempi tu troverai nuovi compiti per servire Colui verso il Quale è attratto il tuo cuore. Allora le barriere che la colpa ha eretto in te cadranno da sole! Nel rendersi attivi nello Spirito di Gesù, infatti, si trova l’estinzione salvifica della nostra colpa! Quanto demolisco, tanto costruisco! E presto diverrà evidente anche a te che il tuo operare è benedetto! Se vuoi renderti degno di questa grande Grazia di Dio, allora veglia sui templari; poiché nel loro orgoglio essi ora non conoscono limite alcuno, si piegano soltanto al potere di un romano. Tu riceverai in te la conferma che sarai degno di lavorare per Lui e per la Sua magnifica Opera! Vedi, tutte le magnificenze del Cielo non sono niente rispetto a ciò che Dio ha preparato per coloro che mettono in moto per Lui mani e piedi e che annunciano nel loro cuore: «Egli è il mio Signore e Dio, Padre mio e Conservatore!». Rientra con me in casa, le ore corrono e passano, ma lo Spirito dell'eterno Amore rimane se noi rimaniamo nell'amore!”.
29. Entrambi si alzano, e nell’andare Pilato dice: “Fratello, tu mi sei fratello, lo sento vivamente! Sii per me anche in avvenire fratello, per sostenermi e fortificarmi! Ma se dovessi ricadere nei miei vecchi dubbi, allora scuotimi e ricordami questo giorno! Pure io spero che Gesù possa celebrare la vittoria su di me”.
30. Lazzaro dice: “Rallegrati, rallegrati; perché la somma felicità dell'uomo proviene soltanto da Gesù!”.
31. I due rientrano in casa e Pilato vede sua moglie felice accanto a Maria. Egli si avvicina alle due e dice: “Mie care! Il giorno odierno rappresenta una svolta nella mia vita! Da oggi io so che non posso più vivere senza questo amore! Non è afferrabile quello che abbiamo perso fino ad ora. Io ho ben cercato di servire in verità, giustizia e adempimento del dovere il mio imperatore e il mio popolo! Ma riconosco: senza questo Spirito d’amore, di rispetto e di dedizione ogni adempimento del dovere è limitato! Perciò ringrazio tutti voi! Prima di tutto te, mio capitano, perché hai trovato il coraggio di esternare in mia presenza la tua Vita di Dio risvegliata in te! E voi, cari abitanti di Betania, perché mi avete mostrato e fatto vivere lo Spirito di Gesù di Nazareth! Non ci sarebbe stato bisogno di queste parole, perché in Betania tutto è compenetrato dallo Spirito dell'amore e della comprensione! Spero però di aver dato a tutti voi la prova che anch'io mi metto al vostro fianco, e che voglio collaborare a promuovere nello Spirito del Crocifisso e Risorto la Sua Opera divina! Permetteteci per oggi di congedarci, e ancora una volta: grazie!”.
32. Anche Claudia si congeda e dice: “Le poche ore passate tra voi hanno fatto sì che devo dire: voi mi siete diventati cari! Quello che ho vissuto oggi di amorevole e di buono, quello che ho ricevuto oggi in amore e comprensione, è inesprimibile! Perciò: grazie, grazie di cuore a Te, o buon Gesù! Di quali Magnificenze devi Tu disporre se puoi rendere già così felici noi che non siamo appartenuti al Tuo seguito! Per questo ti prego di accordarmi la Tua Benevolenza e Grazia, affinché io possa essere e rimanere Tua per tutti i tempi! Presto ci rivedremo, affinché diventiamo una cosa sola nell'amare – come nel servire!”.
33. Lazzaro però dice: “Andate in pace a Gerusalemme! Lo Spirito dell'amore e della pace vi accompagni – e vi consolidi nella fede e nella fiducia in Gesù – nostro Signore!”. –
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Maria Maddalena promessa al capitano
1. Poi dice Lazzaro al capitano: “Vieni fratello, andiamo per alcuni minuti in giardino, poiché tu desideravi parlare con me”.
2. Quivi si mettono a sedere ad un tavolo, e il capitano dice: “Ascolta, fratello mio! Il tuo amore è stato per me un gran sollievo, come non l’ho mai provato finora in vita mia. Adesso le circostanze mi costringono a rivolgere al tuo amore una grande preghiera; tu sai che ora devo andare a Roma, ma il mio cuore rimane in Betania! Io amo Maria Maddalena e vorrei far di lei mia moglie, ma non le ho ancora detto una parola di questo, e così il futuro per me è incerto. Maria Maddalena si trova come ospite in casa tua, caro fratello Lazzaro, trattienila qui fino al mio ritorno. Io penso che se potessi costruirmi una dimora uguale a questa che possiedi tu qui come un luogo di cura per lo Spirito del nostro Maestro Gesù, allora volentieri smetterei di essere un soldato!”.
3. Lazzaro risponde allietato: “Fa prima il tuo dovere in questa giusta faccenda divina! Perché la Grazia che tu hai ricevuto e tutto ciò che hai già potuto vivere di spirituale, t’impegna al più grande zelo per la Causa di Gesù! In Maddalena però hai ricevuto un Dono del Cielo, poiché ancora nessuno ha dimostrato un tale amore per il Signore come lo ha dimostrato lei. Lei non è povera, e il vostro futuro non sarebbe buio, ma potrebbe essere raggiante e colmato di ondate di Grazia dell'eterno Amore, se tu fondassi un luogo di cura per i nostri fratelli uomini ancora smarriti e alla ricerca della Luce! – Permettimi nel frattempo di dare un’occhiata in giro per questo, ma non qui, nel mio paese natio, bensì dovrebbe essere fuori della Giudea! Il Maestro, infatti, mi ha rivelato: «Qui un giorno non rimarrà che pietra su pietra!», e con la predicazione della Sua Dottrina dovremmo fondare nello stesso tempo dei luoghi di rifugio per fratelli rifugiati e senza tetto! – Ora rientriamo! Hai già sin d'ora la mia benedizione ed i miei auguri per la tua scelta!».
4. Arrivati di nuovo in sala, il capitano prega ora Maddalena di andare insieme alcuni minuti in giardino; lei si alza titubante e va fuori con lui. Fuori però per il capitano è difficile parlare; ma quando finalmente il silenzio è rotto, dice risoluto: “Maria Maddalena! Domani sarò già lontano da qui; il dovere comanda, e io devo obbedire! Il mio cuore però rimane qui, e soltanto per questo ho ancora una volta visitato Betania, per parlare con te. Vedi, io ti amo più che una sorella! Le circostanze richiedono poche parole, e così io ti domando: vuoi tu diventare mia moglie? Ho bisogno di te come aiuto e consigliere per la mia nuova vita! In segno di ringraziamento verso Gesù, vorrei fondare una casa come è qui presso Lazzaro, per l'accoglienza di molti amici della Dottrina di Gesù! Ho parlato con Lazzaro, egli è ben disposto ad aiutarmi in questo; e così io prego per una tua franca risposta. Qualunque essa possa essere: io rimango sempre fratello tuo nello Spirito di Gesù!”
5. Riflessiva, Maddalena risponde: “Caro fratello! Anch'io ho già riflettuto su questo, come potrei regolare la mia vita futura per servire al meglio l'amato Maestro! Volevo per intanto rimanere qui aiutando il fratello Lazzaro con le sue sorelle Marta e Maria. Vedi, io amo soltanto Gesù! – Egli però mi ha insegnato ad amarLo così che dal Suo ricambiato Amore affluisca sempre la forza di amare gli altri ed alleviar loro la propria sofferenza terrena! Perciò il tuo desiderio di un vero luogo di cura per gli amici di Gesù, potrebbe ben diventare anche il mio. Prima però ti devo confessare: io non sono più vergine! Io un giorno ero caduta profondamente in basso, e soltanto Gesù devo ringraziare se sono diventata una persona nuova! Perciò rifletti ancora sulla tua domanda, caro fratello! Solamente se so che questa è anche la Volontà di Gesù, io voglio ben appartenerti, dal momento che hai accolto in te lo Spirito e la Misericordia di Gesù”.
6. Il capitano risponde colmo di felicità: “Maria Maddalena! Che m'importa del tuo passato? Se sei stata trovata degna dal Signore di ogni Vita, in modo tale che Egli, nel Suo infinito Amore e Grazia, ha messo la parola fine alla tua vita passata, così che ora puoi servirLo, allora voglio considerarmi l'uomo più felice se tu accetti di diventare mia moglie, cosa che io accoglierò grato come un Dono di Grazia dell'eterno Amore. Ti prometto, alla presenza di Gesù, di vivere così che tu non dovrai mai pentirti di aver donato a me, quale straniero del tuo paese, il tuo amore!”.
7. Maddalena cade commossa sulle sue ginocchia e ad alta voce prega: “O Gesù! Tu la Bontà stessa! Nelle Tue mani vogliamo mettere il nostro futuro! Veglia Tu su di noi! E donaci i giusti pensieri e le giuste conoscenze, affinché realizziamo la nostra unione basata sul Tuo Spirito e sulla Tua Benedizione nel senso da Te voluto, e possiamo testimoniare del Tuo Amore, Potenza e Magnificenza! Amen!”.
8. Ecco, ad un tratto si fa Luce intorno a loro, e Gesù sta all'improvviso in mezzo. Dolcemente Egli dice: “Figlioli Miei! Nello Spirito Io già vi porsi le Mie mani, ora però che tu hai ancora una volta invocato la Mia Benedizione, allora voglio essere anche visibilmente vicino a voi e vi dico: divenite una cosa sola in tutte le cose, nell'agire, nell’operare e nel lavorare, e lasciateMi essere sempre in mezzo a voi, così che possiate fronteggiare tutte le tempeste minacciose! Poiché finora Io potevo essere il vostro Custode e potevo aver cura di voi come una madre, e provvedere a voi come un padre! Ma solamente quando sarò asceso Io potrò agire e operare in voi! E per questo è necessaria molta Forza, molta Umiltà e totale abbandono da parte vostra! Nessun dolore deve deprimervi! Ma dovete condividere il dolore del vostro prossimo. Nessuna sofferenza deve togliervi la gioia di servire! Il dolore degli altri però deve rendervi forti per rimuovere il male che causa dolore! Nessun peccato deve mettersi tra voi e gli uomini, perché Io ero, sono e sarò in eterno Colui che sta sopra tutti i peccati! Recatevi ovunque s’introdurrà il peccato con la sua rovina devastante e porgete con amore le vostre mani per portare aiuto e salvezza! Questa sia la pietra fondamentale per la vostra unione di vita! DimMi, figlia Mia, affinché tutti gli angeli lo apprendano dalla tua bocca, hai tu un'altra meta?” Maddalena dice piena di pianto agli occhi: “Ora che lo apprendo ancora una volta dalla Tua bocca, Gesù, io so: la meta più alta, non è in Te, ma Tu in me! O Signore Gesù, dammi la forza per la riuscita! La Tua Volontà sia fatta e sia anche la mia”. Amabilmente Gesù le risponde: “Ora vieni al Mio Petto, figlioletta Mia, perché adesso sei purificata! E ora vieni anche tu, figlio Mio, e provate entrambi quali Benedizioni Io posso preparare a coloro che consacrano a Me la loro vita terrena!”.
9. Ora i due odono il canto di celesti cori angelici, perché anche molti del grande Regno degli spiriti sono testimoni di questa scena piena di Grazia. Poi Gesù dice: “Ora avete ricevuto da Me la consacrazione per la vostra unione di vita! Soltanto pochi però possono prender parte ad una tale visibile Grazia. Rimanete buoni e fedeli! Tenetevi lontani da tutti gli influssi delle tenebre e splendete come una luminosa stella ovunque regni la notte spirituale, affinché la Mia Opera prosperi e l'inizio della Redenzione venga rivelato a tutti! E ora siate benedetti dal Mio Spirito dell'Amore e della Forza operante, affinché le orme dei vostri passi rivelino ovunque ed annuncino: qui hanno camminato dei figli di Dio! Amen!”.
10. Il Maestro è scomparso! I due rimangono silenziosi e profondamente commossi, poi il capitano dice: “Maria Maddalena! Adesso siamo diventati una cosa sola dinanzi a Dio! Ora rimani in Betania; qui troverai abbastanza tempo da raccontare a tutti della nostra consacrazione attraverso di Lui, il nostro Dio! Ora vado volentieri a Roma, adesso, infatti, ho una meravigliosa meta davanti a me! E quindi vogliamo separarci qui, è la Volontà del Signore! La Sua Volontà sia fatta!”. – E così ritornano felici in casa.
11. Lazzaro però propone di dedicare ancora un po’ di tempo al riposo dal momento che il capitano è in procinto di iniziare un lungo viaggio, e così gli ospiti si sdraiano e si mettono comodi; ma per le donne vengono preparate le camere. Quando si mostra il primo raggio di Sole, la casa si rianima; il capitano sveglia i suoi soldati, i cavalli vengono provveduti, e gli amici si sono già radunati nella grande sala degli ospiti per prendere congedo. Ancora una volta si stringono le mani, e Maddalena non può trattener le lacrime. Quando è dato l’ordine di partenza, il cavallo del capitano si adombra. Maddalena grida, ma la forte impugnatura del romano mantiene il predominio. – Ancora una volta saluta e poi a trotto serrato si avvia nell’incerto, verso una meta lontana.
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A Roma dall’imperatore, il fratello di Cirenio
1. Già da lontano il capitano vede la grande città, e ora non può fare a meno di ringraziare i suoi sottoposti per la loro fedeltà ed attenzione, in grazie alla quale tutta la carovana non ha subito un solo incidente o contrattempo nel suo lungo viaggio. Con un ultimo serrato trotto giunge a Roma, e cerca subito le guardie della città e il comandante del palazzo. Quando il capitano riferisce della sua missione all'imperatore, dice il comandante: “Capiti proprio bene! Poiché anche l'alto Cirenio è qui presente; andrò subito ad annunciarti; e gli acquartieramenti per i tuoi soldati verranno anche subito assegnati”. – Il capitano ringrazia molto contento il comandante, ma nel cuore ancora di più il suo Dio meraviglioso che guida tutto così magnificamente. Dopo un'ora, quando si è un poco rinfrescato, arriva già un’ordinanza con l'ordine di annunciarsi il più presto possibile nella stanza dei ricevimenti del suo sommo signore, e pochi minuti dopo egli si trova di fronte al suo imperatore e a Cirenio.
2. A lungo i due guardano il capitano, soltanto dopo l'imperatore lo saluta. Costui gli consegna il rotolo con il sigillo di Pilato, rotolo che l'imperatore apre e subito legge. Nel frattempo Cirenio e il capitano s’intrattengono; ma non vengono a nessun vero scambio, perché l'imperatore durante la lettura si agita e consegna il rotolo a Cirenio. Meditativo l'imperatore va su e giù nella stanza; ma quando Cirenio ha letto tutto, dice a suo fratello, l'imperatore: “Ebbene, ne dubiti ancora? Io da lungo tempo sapevo che il tempio di Gerusalemme ha tramato menzogna e vendetta solamente”.
3. Ora il capitano deve fare un dettagliato rapporto su tutto ciò che sa e vissuto lui stesso. Cirenio non smette mai di chiedere particolari, ora, infatti, Gesù gli diviene di nuovo personalmente vivente; ma l'imperatore non si fa convincere che Gesù sia resuscitato dai morti! Poi il capitano viene a sapere che anche il tempio ha già inviato dei messi a Roma, i quali il giorno precedente hanno presentato la loro accusa contro Pilato e contro lui stesso; Cirenio però ha subito riconosciuto quest’ambasciata del tempio come menzogna. Nell’apprendere ciò il capitano può ora dare un profondo sguardo nelle macchinazioni interne del tempio; e soltanto ora riconosce: quanto necessaria è stata la sua urgente missione presso l'imperatore!
4. Davanti ai suoi occhi spirituali appare l'immagine di Gesù nel Suo grande infinito Amore per gli uomini. Così chiede ancora una volta la parola per descrivere la triste scena sul Golgota, e conclude con le parole: “Così finì questo meraviglioso Uomo che nel Suo Cuore dispiegò un tale Amore, che poté perdonare anche la più grande ingiustizia! Non un solo sguardo tradì che Egli stesse forse impotente di fronte a quest’intero evento! No! – Anche i Suoi discepoli e i Suoi seguaci diedero di Lui questa testimonianza: Egli volle che accadesse così su di Lui! Il loro sincero amore ed amorevole attività per tutti gli uomini testimoniano dello Spirito della Verità e dell'Altruismo del loro Maestro. Io stesso ho visto Gesù dopo la Sua Resurrezione e dichiaro liberamente e con gioia: Gesù vive! E anche noi possiamo ora vivere nel Suo Spirito!”.
5. Cirenio ringrazia il capitano e lo invita come ospite in casa sua. Invece l'imperatore dubita del discorso del suo capitano, ma dubita anche dell’ambasciata del tempio, – ed affida perciò a Cirenio la continuazione per gli ulteriori negoziati. Il capitano ora vive alcuni giorni tranquilli come ospite in casa di Cirenio e può testimoniare della Potenza e Magnificenza di Gesù. I messi del tempio tuttavia hanno difficoltà, Cirenio, infatti, procede nel giudizio contro di loro duramente; ma non può imprigionarli perché essi hanno solamente presentato la relazione del sommo sacerdote Caifa.
6. Così a Roma termina la missione del capitano. Una grande soddisfazione c’è in lui per aver potuto conquistare qui ancora qualche amico per la Dottrina di Gesù. Poi brama ardentemente di vedere Betania e prega Cirenio di potersi ritirare dall'esercito per operare totalmente per l'Opera di Gesù! Questo desiderio gli è volentieri accordato. Egli è congedato come commissario di Sidone e dell’Asia, ed intraprende un facile viaggio di ritorno con i suoi soldati. Il viaggio in mare gli mostra ancora una volta la grande Magnificenza di Dio nelle Opere Sue! E con gratitudine anche i suoi accompagnatori possono riconoscerlo!
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Festa nuziale in Betania
1. Dopo mesi giungono tutti di nuovo sani e salvi in Gerusalemme. Come sono sbrigate le formalità presso il governatore Pilato e il capitano è riconosciuto nella sua nuova funzione come commissario romano, egli fa dapprima una visita a Nicodemo. Qui il romano apprende degli avvenimenti dell'Ascensione al Cielo di Gesù e della discesa del vivente Spirito Santo sui Suoi discepoli. Nicodemo gli riferisce: “I templari erano sgomenti per questa improvvisa potenza oratoria così portentosa degli apostoli! E quando alcuni sacerdoti cercarono di far apparire come se questi discepoli fossero in stato di ebbrezza, allora ci fu una vera ribellione tra gli ascoltatori e non importa se giudeo o forestiero, tutti si schierarono dalla parte dei discepoli di Gesù e pretesero pure il battesimo! Nel tempio il fermento era enorme! Il sommo sacerdote era pieno di odio e vendetta, ed io per questo motivo ho rotto col tempio! Ora le cattiverie non vengono più nascoste, ma esercitate pubblicamente! Non ci vorrà più molto tempo e le prigioni del tempio saranno piene, perché troveranno una qualsiasi colpa da attribuire ai seguaci di Gesù”. – A queste parole il cuore di Nicodemo si stringe in profondo dolore! Sebbene anche Pilato avesse appreso e percepito qualcosa della magnificenza del Risorto, egli rimane lo stesso il vecchio che lascia fare al tempio e deve anche lasciarlo fare; si tratta, infatti, di giudei! E questi stessi non hanno il coraggio di chiedere aiuto ai romani quali loro nemici.
2. Nella notte il capitano rimane ancora presso Nicodemo, – ma al mattino è già a cavallo diretto a Betania. Strada facendo egli incontra due viandanti, i quali vogliono pure andare da Lazzaro, e ai quali può indicare la via. Da questi viene a sapere che essi sarebbero dei fuggitivi che, per sottrarsi alla persecuzione del tempio, vogliono cercare protezione in Betania; perché i templari non oserebbero spingersi fin lì.
3. Lazzaro pieno di gioia già aspetta il capitano, il Signore, infatti, gli ha annunciato interiormente il suo arrivo. Verso mezzogiorno arriva, salutato affettuosamente da tutti i presenti, e a lungo tiene abbracciata Maria Maddalena. Ora suggellano anche davanti a tutto il mondo la loro unione di vita, ed è nuovamente, solo il loro Gesù, il loro fedele Dio e Padre che dona la Pace, la Felicità e la Beatitudine! Le loro nozze nella casa di Lazzaro devono essere una festa per tutti i discepoli e per gli amici di Gesù; infatti, Lazzaro ritiene suo dovere preparare a Maria Maddalena e al capitano un vero banchetto nuziale. Tutti gli amici di Gesù sono invitati, fino al più umile lavoratore, e la sera si radunano nell'unione più intima per una cerimonia spirituale.
4. Lazzaro e le sue due sorelle sono molto felici nella consapevolezza: ‘Anche il Maestro partecipa a questa cerimonia!’, e Lazzaro compenetrato da questa certezza prega tutti gli ospiti e gli abitanti della casa di includere nella loro gioia ancora più coscientemente il loro fedele Maestro! “Perché la vera gioia”, – dice Lazzaro, – “è la manifestazione della giusta gratitudine! Così, come noi ora preghiamo: Signore! Benedici noi e questa cerimonia con la Tua Presenza, allora vogliamo anche noi ringraziare insieme in intimissima gioia, perché ci ha ritenuti degni di stare tra di noi nello Spirito di armonie celesti! La Sua meravigliosa Opera di Salvezza iniziò, per noi visibile, con le nozze di Cana! Oggi possiamo, quali Suoi chiamati e scelti nella continuazione della Sua Opera, partecipare anche a queste nozze. Allora provvide il Suo Amore affinché non mancasse il vino. Oggi noi ci preoccupiamo del vino spirituale, vino che provoca nei nostri cuori soltanto la vera gioia! E così sono certo di agire completamente secondo la Volontà del Signore se prego Te, fratello Giovanni, di donarci, dalla profondità del tuo cuore, qualcosa di ciò che l'Amore di Gesù ha messo in te”.
5. Dopo quest’invito, Giovanni sente entrare in sé l’energia della più intima unione con Dio, – e chiede al suo Gesù le giuste parole. Poi si alza dal suo posto, va dalla coppia di sposi novelli, la benedice e parla: “Amati miei! Al Signore e Salvatore Gesù, che ci ha rivelato così meravigliosamente il Suo Amore, è una vera gioia vedervi felici! Passata è ogni tristezza di non vederLo più tra di noi come un tempo! Dato che ora sappiamo: Il Signore vive! – Egli è con noi e tra noi! Egli sa perché si deve nascondere ai nostri occhi che Lo cercano; il Suo Amore però ci accompagna tangibilmente e provvede sempre che a noi, Suoi figli e pupilli, non manchi nulla! Anche questa serata e questa cerimonia nuziale benedetta da Gesù sono una conferma del Suo provvidente Amore, con il quale Egli vuol mostrare a noi, e soprattutto a te, mio caro fratello, e a te, cara sorella, il significato e la santità del vostro matrimonio! Già spesso è stato concesso a noi, Suoi discepoli, di partecipare con Lui ad una cerimonia nuziale, e il Maestro ha sempre ritenuto importante informare i novelli sposi, come anche tutti i convitati, sullo scopo e l'essenza del matrimonio voluto da Dio. Non tutti coloro che concludono tale unione per la vita terrena, sanno che senza la benedizione dall'Alto il matrimonio non può avere una felice consistenza! Nell’ebbrezza dei sensi molti credono di potersi amare; ma presto le due parti riconoscono che la loro unione è stata un errore! Un matrimonio invece, sostenuto dallo Spirito del vero rispetto e puro amore, mostra un particolare, santo spirito, e precisamente uno Spirito che non è proprietà della Terra, bensì una parte del Cielo! Tutte le Magnificenze dei Cieli si trovano ancora nascoste come un Bene accuratamente custodito nei cuori dei figli degli uomini, e devono essere soltanto destate dallo Spirito di comunione celeste! Noi l'abbiamo potuto sperimentare per la prima volta nel nostro Maestro stesso, il Quale con il Bene celeste dimorante in Lui cercava solo di rendere felici tutti coloro che venivano in intimo collegamento con Lui. Il compito più santo del Suo Amore era di salvare tutti, essere per tutti un Soccorritore e Salvatore!
6. Come una madre affettuosa cerca di unire e perfezionare tutto ciò che il mondo mette in disordine con la sua discordia, con il suo spirito disgregatore, così ti trovi ora tu, o fratello, davanti a tali portentosi compiti! E il Signore, il nostro santo Iddio e amorevolissimo Padre, ti ha messo perciò questa tua moglie a fianco, la quale conosce ed ama Lui e tutte le Sue Parole! Questo compito di vita sta dinanzi a te in tre gradini. Primo, cercate con il vostro corpo, che è l'involucro della vostra anima, di rimanere sempre nel giusto ordine, affinché il secondo gradino, la purezza ed integrità dei moti dell'anima, possa essere raggiunto! Soltanto dopo la via per il terzo gradino è aperta, in cui lo spirito di ogni vita, che è lo spirito di ogni comprensione e del vero amore, può spiegarsi ed anche esprimersi in voi. Perciò, caro fratello, io non ti dico: amatevi veramente e mantenetevi fedeli! Bensì io vi dico: lottate per questo spirito che si è rivelato in e mediante Gesù, nostro Maestro, affinché vi colmi la pienezza del giusto vivere divino! Allora tu, o sorella, sarai una mano ausiliaria dell'eterno Amore ed una protettrice e conservatrice di quel bene che ti ha donato l'eterno Amore, per servire e colmare di felicità! Lottate, lottate per l'unione interiore! Soltanto nell'unione potete compiere la vostra grande opera d'amore! Siate sempre consapevoli: se rimanete nel vero amore potete vincere tutto ciò che di contrario fa pressione su di voi! Allora, infatti, sorgeranno anche dei soccorritori che vi saranno inviati dal Cuore di Dio! Integrate ora ciò che vi manca ancora! E tenete sempre presente: i veri matrimoni sono conclusi nel Cielo! Allora tutto il vostro operato testimonierà che in voi domina lo Spirito delle celesti armonie, apportatore di felicità! Allora non potrà mancare che anche i frutti del vostro amore saranno una parte dei Cieli colmi di Luce. Siate però anche consapevoli che il serpente non è ancora morto, ma ancora vive tranquillo e nascosto anche in voi! Perciò guardatevi da lui e vegliate sullo spirito buono in voi, affinché la bava del serpente non renda mai impuri i vostri sentimenti.
1. L'uno porti in pazienza il peso dell'altro! E considerate sempre che le forze unite, l’operare e il lavorare insieme sulla via verso la meta, rende doppiamente felici! Fratello mio, tu eri un pagano; ma la fede altrui ti era sempre sacra. Ora però sei diventato un iniziato nella nostra fede e ne hai ricevuto la consacrazione dal Signore stesso, allora non ti sarà più difficile adempiere adesso nell’intendimento del Signore il tuo compito di tutta la vita da te stesso scelto, di fondare una casa per gli amici perseguitati di Gesù. Tua moglie ama il Signore come nessuno di noi tutti, e nel suo cuore è già edificato un santo altare per Lui! Rispetta perciò la sua vita interiore, allora diventerete una cosa sola! E la Sua meravigliosa Parola: «L’uomo e la donna – devono essere una cosa sola!» si adempirà! E Gesù, il nostro eccelso Maestro, può in maniera fruttifera continuare in voi e poi anche intorno a voi l'Opera della Sua Redenzione. L'amore che libera dalla sofferenza vi spinga alla realizzazione del Piano divino, Piano che è anche in voi e vi fa presagire e presentire ciò che il Maestro non ha ancora espresso a Parole! Così andate ora per la vostra strada, sostenuti dall'amore di tutti coloro che vi conoscono! Non guardate a ciò che sta dietro di voi, ma verso l’alto! Da lì, infatti, voi riceverete quello che è necessario per il superamento di tutti i contrasti ancora esistenti! Anche la mia benedizione vi accompagni, e l'Amore e la Grazia del nostro Maestro sia sempre con voi! Amen!”.
2. Gli occhi di tutti durante questo discorso sono rivolti a Giovanni. Maddalena lo ringrazia con le parole: “Fratello Giovanni! – Le tue parole sono state come se si annaffiassero i nostri fiori del cuore, fiori che qui l'eterno Amore ha fatto sbocciare in noi per noi stessi e per gli altri amici! Se però rifletto bene a tutte le parole che tu hai pronunciato per noi due dall'amore del tuo cuore, allora, caro fratello, il nostro compito mi appare certo molto grande. Sì, se il Signore e Maestro venisse di tanto in tanto da noi, allora vivrei nella speranza di poter rivelare a Lui le mie preoccupazioni e miserie per ricevere da Lui Consiglio! – Poiché voglio e devo compiere questo nostro compito, di ciò io sono debitrice al mio amato Gesù!”. –
3. “O sorella!”, – risponde Giovanni, – “non renderti il sentiero della tua vita inutilmente difficile! Il Maestro ti ha amato e resa felice col cibo celeste come ringraziamento per il tuo Amore! Credi forse che il Signore potrebbe mai smettere di amarti? Vedi, solo quando Egli ci è stato tolto visibilmente, per noi è cominciato il tempo della maturazione, poiché dobbiamo cominciare a badare a noi stessi! Con ciò Lo alleggeriamo e Gli offriamo i nostri cuori per la gioia e la fortificazione! Allora è giunto il Suo tempo in cui è adempiuto il Suo più intimo Desiderio, che noi siamo sempre uniti con Lui mediante lo spirito della liberissima dedizione filiale! Allora non più preoccupazione, ma forza e pace sarà la nostra parte. Così vivi ora con il tuo compagno della vita scelto da Lui stesso come alleato nell’operare per Lui e l’Opera Sua! Per questo, Egli è presente, percettibile e forse a voi anche visibile! Il Suo Amore sia la vostra vita ed essenza, e la vostra dedizione sia il ringraziamento per tutto il Suo Amore! Amen!”.
4. Gioioso termina il giorno. Nel cuore di tutti arde il ringraziamento per Gesù, l'amato Maestro! Essi, infatti, sanno: anche se invisibile ai loro occhi, il Signore si trova lo stesso tra loro, colmando tutti di felicità! –
5. Così questo giorno finisce come un fatto avvenuto ai tempi del Signore! E ancora a lungo si raccontò delle nozze del capitano romano in Betania. E come anche un pagano divenne uno strumento del grande Amore del Salvatore.
* * *
Oh, voi
lettori! Destatevi tutti e infiammatevi nell'amore
per Colui che nel Suo grande Amore ha sacrificato la Sua Vita per tutti noi! Egli
ha servito anche noi fino a quest'ora e ci vuole servire continuamente per il
nostro perfezionamento! Soltanto questo ci dona la forza di collaborare alla
Sua Opera di Redenzione e di preparare tutti i cuori affinché il Suo santo
piede possa nuovamente calcare questa Terra ed Egli, portato da mano filiale,
possa entrare nella Sua proprietà!
- Alleluia! Amen!
(fratello George Riehle)
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[1] Il capitano è il
comandande del drappello che ha fatto eseguire la crocifissione, ma poi,
perdonato, è diventato un credente proselita. (vedi libro VIII)
[2] È la moglie di Zebedeo la
madre di Giovanni, apostolo e veggente, e di Giacomo, da non confondere con
Giacomo fratello acquisito di Gesù.
[3] Il capitano romano con le
sue visioni spirituali.
[4] Si riferisce a Dismas, e
lo smarrito Giuda. (vedasi libretto 8 cap.4.)
[5] Vedi libretti 8 e 9.
[6] Il tempo che ha bisogno
Lazzaro per rispondere allo scritto.