Commento

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NAEME

 

Ancora un ulteriore insegnamento all’umanità guidato attraverso la ‘vista interiore’, per farci comprendere alcuni momenti della storia vissuti nel tempo del primo cristianesimo, quando ancora la Dottrina insegnata da Gesù era pura, non contaminata dalle successive false dottrine umane innescate dopo il primo concilio dalla costituita ‘chiesa cattolica’ nascente. Invece nei primi tempi i primi cristiani, veri fedeli dell’amore di Gesù, di quel Risorto testimoniato nei ricordi ancora vividi di chi l’aveva praticato, anche se questi ultimi nuovi non l’avevano potuto conoscere, ne restavano comunque affascinati, guidati interiormente nel loro desiderio di praticare quell’amore professato dal Maestro fino al calvario.

Dopo circa un ventennio dalla Sua morte, gli eventi qui presentati riguardano la rapida dissoluzione di Betania fino alla morte di Maria per mano di un guardia del tempio, e di Lazzaro il fratello, sempre più amareggiato dalle nefandezze e persecuzioni dei sacerdoti del tempio di Gerusalemme.

La storia si snoda attorno a Naeme, figlia di un sacerdote, che ‘per caso’ incontra un giorno Maria, la quale la invita a Betania dal fratello e dove, dopo aver praticato quella brava gente di cui molti avevano conosciuto personalmente Gesù, si innamora del Maestro non conosciuto, e di un giovane comandante romano, Giulio, che la salverà dalla persecuzione dei tempiari e diventerà sua moglie.

Tornata a casa la sua testimonianza sulla sua nuova fede cristiana suscita le ire del padre, che però la giustifica, e quelle del fratello, che da allora la perseguiterà in modo inverosimilmente implacabile. Atteggiamento questo che, nel tempo, comporterà anche un inasprimento degli stessi atteggiamenti del tempio, che non accetterà mai la fede dei cristiani.

È interessante notare come i romani ebbero parte attiva nel riconoscere ed accettare la fede dei primi cristiani, come già fattoci conoscere con altre vicende1 presentate da Seltmann. Infine, un ulteriore motivo quale causa del perché è stato donato questo racconto, è per farci conoscere il perché fu distrutto il tempio di Gerusalemme, sempre per causa del comportamento sempre più efferato dei sacerdoti che, con la volontà di perpetrare il loro predominio sul popolo, non solo contro i cristiani, ma anche contro quei romani civili rimasti in città, grazie ad un periodo di tempo in cui le milizie romane erano state distolte per sedare rivolte in altre città verso Corinto, avevano lasciato Gerusalemme senza alcuna guarnigione; così i tempiari con le loro guardie poterono riaffermare la loro egemonia rialzando il vessillo di Jehova per continuare ad imporre le Leggi di Mosè.

Tale comportamento non poté rimanere nascosto né concesso dai romani che, non appena le condizioni lo consentirono, tornarono rafforzati a Gerusalemme contro le guardie del tempio. Tuttavia la vera e propria distruzione del tempio non è spiegata in modo particolareggiato, ma viene detto che ‘esso bruciava da tutte le parti’, nonostante l’intenzione dei romani fosse di preservarlo, come era stato ordinato all’esercito. Eppure esso bruciò fino alle fondamenta2, come viene citato: ‘perché la furia del fuoco era troppo grande’, e così fu completamente distrutto.

Il messaggio più importante, però, è quello dell’amore, che deve riempire il cuore dei credenti per Gesù. Solo così, amandoLo spontaneamente di tutto cuore, allontanando qualunque briciola di antagonismo verso i nemici, è possibile ottenere quella pace e quella serenità tale, da consentire di superare qualunque prova  su questa Terra, quale breve cammino di conoscenza del sacrificio del nostro amato Padre Gesù.

 

Amici della nuova Luce

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1. Altre vicende: vedi Libro 11Libro 14Libro 16 Libro 17

2. Fino alle fondamenta: che la distruzione del tempio di Gerusalemme profetizzata da Gesù dovette compiersi, è risaputo, ma come ciò può essere accaduto è rimasto una lacuna nella storia, quasi che una maledizione, quando si avvia, anche le tracce restano sepolte nei ricordi di pochi che poi non le trasmettono ai posteri. Qui ne vengono accennate le cause, mentre la vera e propria distruzione ebbe probabilmente origini soprannaturali, per quanto coincidenti con l’intervento romano contro le guardie del tempio. Un’idea del perché, cioè che sotto il tempio della vecchia città di Gerusalemme erano presenti forze oscure che per centinaia di anni rimasero attive e tali da provocare terremoti e fenomeni vulcanici, ci è già stato riferito tramite Jakob Lorber con la spiegazione dei luoghi della Palestina.  

 

 

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