S. Clemente Romano: I lettera ai Corinti
(primo
secolo)
La Chiesa di Dio che è
a Roma alla Chiesa di Dio che è a Corinto, agli eletti santificati nella
volontà di Dio per nostro Signore Gesù Cristo. Siano abbondanti in voi la
grazia e la pace di Dio onnipotente mediante Gesù Cristo.
Elogio dei Corinti
I, 1. Per le improvvise disgrazie e avversità capitatevi l'una dietro
l'altra, o fratelli, crediamo di aver fatto troppo tardi attenzione alle cose
che si discutono da voi, carissimi, all'empia e disgraziata sedizione aberrante
ed estranea agli eletti di Dio. Pochi sconsiderati e arroganti l'accesero,
giungendo a tal punto di pazzia che il vostro venerabile nome, celebre e amato
da tutti gli uomini, è fortemente compromesso. 2. Chi, fermandosi da voi, non
ebbe a riconoscere la vostra fede salda e adorna di ogni virtù? Ad ammirare la
vostra pietà cosciente ed amabile in Cristo? Ad esaltare la vostra generosa
pratica dell'ospitalità? A felicitarsi della vostra scienza perfetta e sicura?
3. Facevate ogni cosa, senza eccezione di persona, e camminavate secondo le
leggi del Signore, soggetti ai vostri capi e tributando l'onore dovuto ai
vostri anziani. Esortavate i giovani a pensare cose moderate e degne.
Raccomandavate alle donne di compiere tutto con coscienza piena, dignitosa e
pura, amando sinceramente, come conviene, i loro mariti; insegnavate a ben
accudire alla casa, attenendosi alla norma della sottomissione e ad essere assai
prudenti.
II, 1. Tutti eravate umili e senza vanagloria, volendo più ubbidire che
comandare, più dare con slancio che ricevere. Contenti degli aiuti di Cristo
nel viaggio e meditando le sue parole, le tenevate nel profondo dell'animo, e
le sue sofferenze erano davanti ai vostri occhi. 2. Così una pace profonda e
splendida era data a tutti e un desiderio senza fine di operare il bene e una
effusione piena di Spirito Santo era avvenuta su tutti. 3. Colmi di volontà
santa nel sano desiderio e con pietà fiduciosa, tendevate le mani verso Dio
onnipotente, supplicandolo di essere misericordioso se in qualche cosa, senza
volerlo, avevate peccato. 4. Giorno e notte per tutta la vostra comunità vi
adoperavate a salvare con pietà e coscienza il numero dei suoi eletti. 5. Gli
uni verso gli altri eravate sinceri, semplici e senza rancori. 6. Ogni
sedizione ed ogni scisma era per voi orribile. Vi affliggevate per le disgrazie
del prossimo e ritenevate le sue mancanze come vostre. 7. Senza pentirvi mai di
ogni buona azione, eravate pronti ad ogni opera di bene. 8. Ornati di una
condotta virtuosa e venerata, compivate ogni cosa nel timore di Lui: i
comandamenti e i precetti del Signore erano scritti nella larghezza del vostro
cuore.
Funeste conseguenze della discordia
III, 1. Ogni onore e abbondanza vi erano stati concessi e si era compiuto
ciò che fu scritto: "Il diletto mangiò e bevve, si fece largo e si
ingrassò e recalcitrò". 2. Di qui gelosia e invidia, contesa e sedizione,
persecuzione e disordine, guerra e prigionia. 3. Così si ribellarono i
disonorati contro gli stimati, gli oscuri contro gli illustri, i dissennati
contro i saggi, i giovani contro i vecchi. 4. Per questo si sono allontanate la
giustizia e la pace, in quanto ognuno ha abbandonato il timore di Dio ed ha
oscurato la sua fede; non cammina secondo i comandamenti divini, non si
comporta come conviene a Cristo, ma procede secondo le passioni del suo cuore
malvagio, in preda alla gelosia ingiusta ed empia attraverso la quale anche
"la morte venne nel mondo".
Esempi del Vecchio Testamento
IV, 1. Così è scritto: "Accadde che, dopo molti giorni, Caino offrì a
Dio in sacrificio dei frutti della terra e Abele offri anche lui in sacrificio
dei primogeniti delle pecore e del loro grasso. 2. E Dio guardò Abele e i suoi
doni, ma non prestò attenzione a Caino e ai suoi sacrifici. 3. Caino ne fu
molto rattristato e il suo volto mostrava abbattimento. 4. Dio disse a Caino:
perché sei triste, e perché il tuo volto mostra abbattimento? Non hai frse peccato, se, pur offrendo rettamente il tuo
sacrificio, non hai diviso rettamente le parti? 5. Rasserenati: la tua offerta
ritorna a te e tu ne potrai disporre. 6. Disse Caino al fratello Abele: andiamo
in campagna. E avvenne che mentre erano in campagna Caino si gettò sul fratello
e l'uccise". 7. Vedete, fratelli, l'invidia e la gelosia portarono al
fratricidio. 8. Per l'invidia il nostro padre Giacobbe fuggì dal cospetto di
suo fratello Esaù. 9. L'invidia fece perseguitare
Giuseppe sino alla morte e portarlo sino alla schiavitù. 10.L'invidia spinse
Mosè a fuggire dalla presenza del Faraone, re di Egitto, nel sentire da un suo
connazionale: "Chi ti ha posto come arbitro e giudice su di noi? Tu credi
di uccidermi come hai ucciso ieri l'egiziano?". 11. Per invidia Aronne e
Maria alloggiarono fuori dell'accampamento. 12. L'invidia portò vivi
nell'inferno Datan ed Abiran
per essersi ribellati contro il servo di Dio Mosè. 13. Per l'invidia David ebbe
non solo l'odio degli stranieri, ma fu anche perseguitato da Saul, re
d'Israele.
V, 1. Ma lasciando gli esempi antichi, veniamo agli atleti vicinissimi a
noi e prendiamo gli esempi validi della nostra epoca. 2. Per invidia e per
gelosia le più grandi e giuste colonne furono perseguitate e lottarono sino
alla morte. 3. Prendiamo i
buoni apostoli. 4. Pietro per
l'ingiusta invidia non una o due, ma molte fatiche sopportò, e così col
martirio raggiunse il posto della gloria. 5. Per invidia e discordia Paolo
mostrò il premio della pazienza. 6. Per sette volte portando catene, esiliato,
lapidato, fattosi araldo nell'oriente e nell'occidente, ebbe la nobile fama
della fede. 7. Dopo aver predicato la giustizia a tutto il mondo, giunto al
confine dell'occidente e resa testimonianza davanti alle autorità, lasciò il
mondo e raggiunse il luogo santo, divenendo il più grande modello di pazienza.
Una schiera di eletti
VI, 1. A questi uomini che vissero
santamente si aggiunse una grande schiera di eletti, i quali, soffrendo per
invidia molti oltraggi e torture, furono di bellissimo esempio a noi. 2. Per
gelosia furono perseguitate le donne, giovanette e fanciulle che soffrirono
oltraggi terribili ed empi per la fede. Affrontarono una corsa sicura ed ebbero
una ricompensa generosa, esse deboli nel fisico. 3. La gelosia allontanò le
mogli dai mariti ed alterò la parola del nostro padre Adamo: "Ecco ella è
osso delle mie ossa e carne della mia carne". 4. La gelosia e la discordia
rovinarono molte città e distrussero grandi nazioni.
Il pentimento
VII, 1. Carissimi, scriviamo tutte queste cose non solo per avvertire voi,
ma anche per ricordarle a noi. Siamo sulla stessa arena e uno stesso
combattimento ci attende. 2. Lasciamo i vani ed inutili pensieri e seguiamo la
norma gloriosa e veneranda della nostra tradizione. 3. Vediamo ciò che è bello,
ciò che è piacevole e gradito davanti a chi ci ha creato. 4. Guardiamo il
sangue di Gesù Cristo e consideriamo quanto sia prezioso al Padre suo. Effuso
per la nostra salvezza portò al mondo la grazia del pentimento. 5. Scorriamo
tutte le generazioni e notiamo che di generazione in generazione il maestro
"diede luogo al pentimento" per tutti quelli che volevano a lui
rivolgersi. 6. Noè predico il pentimento e tutti quelli che l'ascoltarono
furono salvi. 7. Giona predisse lo sterminio ai Niniviti, ma essi, pentiti dei loro peccati, si resero
propizio Dio pregando ed ebbero la salvezza, benché estranei a Dio.
Il pentimento è desiderato dal Signore
VIII, 1. I ministri della grazia di Dio parlarono del pentimento per mezzo
dello Spirito Santo. 2. Anche il Signore di tutte le cose parlò del pentimento
col giuramento: "Io vivo - dice il Signore - e non voglio la morte del
peccatore, bensì la sua conversione". Aggiunse anche un buon proposito. 3.
"Pentiti, o casa d'Israele, della tua iniquità. Riferisci ai figli del mio
popolo: anche se i vostri peccati arriveranno dalla terra al cielo e saranno
più rossi dello scarlatto e più neri del sacco, e vi convertite a me con tutto
il cuore e direte: "Padre", io vi ascolterò come un popolo
santo". 4. In un altro passo dice così: "Lavatevi e purificatevi,
toglietevi le cattiverie dalle vostre anime innanzi ai miei occhi. Cessate
dalle vostre iniquità, imparate a fare il bene, ricercate la giustizia,
liberate l'oppresso, rendete il suo diritto all'orfano e rendete giustizia alla
vedova, e poi discuteremo, dice il Signore. E se i vostri peccati fossero come
la porpora, io li renderò bianchi come la neve; se fossero come lo scarlatto li
renderò bianchi come la lana. Se volete e mi ascoltate, vi nutrirete dei beni
della terra. Se non volete e non mi ascoltate, una spada vi divorerà. Questo
infatti la bocca del Signore disse". 5. Egli nella sua onnipotente volontà
ha deciso che tutti i suoi diletti partecipino al pentimento.
Enoch e Noè
IX, 1. Obbediamo dunque alla sua grandiosa e gloriosa volontà. Divenuti supplici
della sua misericordia e della sua bontà, prosterniamoci e rivolgiamoci alla
sua pietà, abbandonando la vanità, la discordia e la gelosia che conduce alla
morte. 2. Guardiamo i ministri perfetti della sua grandezza e della sua gloria.
3. Prendiamo Enoch che fu trovato giusto nella sua
ubbidienza e fu elevato dal mondo senza morire. 4. Noè fu trovato fedele.
Mediante il suo ministero predicò al mondo la rinascita ed il Signore, suo
tramite, salvò gli animali che in concordia erano entrati nell'arca.
Abramo
X, 1. Abramo, chiamato l'amico, fu trovato fedele nell'essere ubbidiente
alle parole di Dio. 2. Egli per ubbidienza uscì dalla sua terra, dalla sua
parentela e dalla casa di suo padre. Per aver abbandonato una piccola terra,
una parentela insignificante e una umile casa, ereditò le promesse di Dio. 3.
Dice a lui (il Signore): "Esci dalla tua terra, dalla tua parentela, dalla
casa di tuo padre per andare nel paese che ti mostrerò. Farò di te una grande
nazione, ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai benedetto.
Benedirò quelli che ti benediranno e maledirò quelli che ti malediranno e in te
saranno benedette tutte le tribù della terra". 4. E di nuovo, nel
separarsi da Lot, Dio gli disse: "Alza i tuoi
occhi e dal luogo ove sei guarda a nord, a mezzogiorno e ad oriente verso il
mare. Tutta la terra che tu vedi la darò a te e alla tua discendenza per
sempre. 5. Renderò la tua discendenza come la sabbia della terra. Se qualcuno
può contare la sabbia della terra, conterà anche la tua discendenza". 6. E
di nuovo parla: "Dio condusse fuori Abramo e gli disse: guarda il cielo e
conta le stelle se puoi contarle. Così sarà la tua discendenza. Abramo credette
a Dio e gli fu reputato a giustizia". 7. Per la fede e l'ospitalità gli fu
dato un figlio nella vecchiaia e per obbedienza lo offrì in sacrificio a Dio
sopra uno dei monti che gli indicò.
Lot
XI, 1. Per l'ospitalità e la pietà Lot fu salvato
da Sodoma, quando tutta la regione fu punita dal
fuoco e dallo zolfo. Chiaramente il Signore mostrava che egli non abbandona
quelli che sperano in lui, e manda punizioni e tormenti a quelli che sono
ribelli. 2. Infatti la moglie uscita insieme a Lot,
poiché era di diversi sentimenti e in disaccordo, fu trasformata in una colonna
di sale. Fu posta quale segno sino ai nostri giorni, perché fosse noto a tutti
che si separano e non credono alla potenza di Dio, sono di condanna e di
esempio a tutte le generazioni.
Raab
XII, 1. Per la fede e l'ospitalità fu salvata la meretrice Raab. 2. Quando Gesù di Nave mando gli esploratori a Gerico
e il re della regione seppe che erano venuti ad esplorare la sua terra mandò
gli uomini per prenderli e ucciderli. 3. L'ospitale Raab
allora, dopo averli accolti, li nascose nella soffitta sotto gli steli di lino.
4. Sopraggiunti (i messi) del re le dissero: "Quelli che sono venuti ad
esplorare la nostra terra sono entrati da te; cacciali fuori, il re comanda
così". Essa rispose: "Gli uomini che cercate sono entrati da me, ma
subito sono usciti e camminano sulla strada" e mostrava loro la direzione
opposta. 5. Disse agli uomini (che aveva nascosto): "So bene che il
Signore Iddio vi affida questa terra; lo spavento e il terrore sono caduti
sugli abitanti. Quando ve ne sarete impadroniti salvate me e la casa di mio
padre". 6. Essi le risposero: "Sarà come tu hai detto. Quando ti
accorgi che stiamo per venire, riunisci tutti i tuoi sotto il tuo tetto e
saranno salvi; quanti saranno trovati fuori della casa saranno uccisi". 7.
Stabilirono di dare un segnale, di appendere, cioè, dello scarlatto alla casa.
Si manifestava così che per mezzo del sangue del Signore ci sarebbe stato il
riscatto per tutti quelli che credono e sperano in Dio. 8. Vedete, carissimi,
che in questa donna non c'era solo la fede, ma anche la profezia.
L'umiltà
XIII, 1. Dunque, fratelli, siamo umili deponendo ogni baldanza, boria,
stoltezza ed ira e facciamo quello che è scritto. Dice infatti lo Spirito
Santo: "I1 saggio non si glori della sua sapienza nè
il forte della sua forza, nè il ricco della sua
ricchezza, ma chi si gloria si glori nel Signore, di ricercarlo e di praticare
il diritto e la giustizia". Ricordiamoci soprattutto delle parole che il
Signore Gesù disse insegnandoci la benevolenza e la magnanimità. 2. Così disse:
"Siate misericordiosi per ottenere misericordia; perdonate per essere
perdonati; come farete agli altri, così sarà fatto a voi; come date, così sarà
dato a voi; come giudicate, così sarete giudicati; la bontà che usate, sarà
usata; la misura con la quale misurate, sarà di misura per voi". 3.
Rafforziamoci in questo comandamento e in questi precetti, per procedere umili
ed ubbidienti alle Sue sante parole. Dice la sua santa parola: 4. "A chi
rivolgerò lo sguardo se non al mite, al pacifico e a chi teme le mie
parole?".
L'orgoglio
XIV, 1. E'
giusto e santo, fratelli, che noi siamo ubbidienti a Dio, piuttosto che seguire
nell'arroganza e nella sedizione i capi dell'esecranda gelosia. 2. Noi ci
esponiamo non ad un danno leggero, bensì ad un grande pericolo se audacemente
ci abbandoniamo ai voleri di uomini che gettano nella contesa e nelle sedizioni
per distoglierci da ciò che è bene. 3. Siamo buoni gli uni verso gli altri,
secondo la compassione e la dolcezza di chi ci ha fatti. 4. E' scritto: "I
buoni abiteranno la terra, e gli innocenti resteranno su di essa, ma i
peccatori vi saranno sterminati". 5. E dice di nuovo: "Ecco l'empio
esaltato e innalzato come i cedri del Libano; passai e non c'era più e cercai
il luogo dov'era e non lo trovai. Custodisci l'innocenza e osserva la
rettitudine. Per l'uomo pacifico c'è una posterità".
Unità e pace
XV, 1. Uniamoci,
dunque, a quelli che religiosamente vivono la pace e non a quelli che la
vogliono con ipocrisia. 2. Dice infatti: "Questo popolo mi onora con le
labbra e il suo cuore è lontano da me". 3. E di nuovo: "Con la bocca
mi benedicevano e con il cuore mi maledicevano". 4. Di nuovo dice:
"Lo amavano con la bocca e con la lingua gli mentivano, il loro cuore non
era retto con lui, nè rimanevano fedeli alla sua
alleanza". 5. Per questo "divengano mute le loro labbra ingannatrici
che dicono iniquità contro il giusto". E di nuovo: "Disperda il
Signore tutte le labbra ingannatrici, la lingua orgogliosa, quel1i che dicono:
noi renderemo potente la nostra lingua, le nostre labbra sono per noi. Chi è
padrone di noi? 6. Per la miseria dei poveri e i lamenti dei bisognosi mi
leverò, dice il Signore, li porrò in salvo; 7. e parlerò liberamente con
loro".
Umiltà di Cristo
XVI, 1. Cristo è degli
umili, non di chi si eleva sul suo gregge. 2. Lo scettro della maestà di Dio,
il Signore Gesù Cristo, non venne nel fragore della spavalderia e dell'orgoglio
- e l'avrebbe potuto - ma nell'umiltà di cuore, come lo Spirito Santo ebbe a
dire di lui: 3. "Signore, chi credette alla nostra voce? e il braccio del
Signore a chi fu rivelato? Noi l'annunciammo alla sua presenza: egli è come un
fanciullo, come una radice nella terra assetata; non ha apparenza nè gloria. Noi lo vedemmo, non aveva una bella apparenza,
ma l'aspetto suo era spregevole, lontano dall'aspetto degli uomini. Come l'uomo
che è nel dolore e nel travaglio e che sa sopportare l'afflizione perché
nasconde il suo volto, non fu onorato e tenuto in considerazione. 4. Egli porta
i nostri peccati e soffre per noi, e noi l'abbiamo considerato punito,
castigato da Dio e umiliato. 5. Egli fu ferito per i nostri peccati e tribolato
per le nostre malvagità. I1 castigo che ci dà salvezza è su di lui; fummo
risanati per le sue lividure.6. Tutti come pecore eravamo sbandati; l'uomo si
era sviato dal suo cammino. 7. E il Signore diede lui per i nostri peccati, e
lui per essere stato maltrattato, non apre bocca. Come pecora fu condotto al
macello e come l'agnello muto davanti a chi lo tosa, così egli non apre la sua
bocca. Nell'umiliazione fu tolta la sua condanna. 8. Chi spiegherà la sua
generazione? La sua vita è presa dalla terra. 9. Per le malvagità del mio
popolo è giunto alla morte. 10. E darò i malvagi in cambio della sua sepoltura
e i ricchi in cambio della sua morte. 11. Se fate sacrifici per il peccato, la
vostra anima vedrà una lunga posterità. 12. E il Signore vuole liberarlo
dall'afflizione della sua anima, mostrargli la luce e plasmarlo con
l'intelligenza e giustificare il giusto che si fa servo di molti; ed egli
porterà i loro peccati. 13. Per questo egli erediterà molti e dividerà le
spoglie dei forti come ricompensa, poiché fu consegnata alla morte la sua
anima, e fu considerato tra i malvagi. 14. Egli portò i peccati di molti e fu
tradito per i loro peccati". 15. E di nuovo egli dice: "Io sono un
verme e non un uomo, obbrobrio degli uomini e disprezzo del popolo. 16. Tutti
quelli che mi vedono mi scherniscono, parlano tra le labbra e scuotono il capo:
ha sperato nel Signore, Lui lo liberi, lo salvi se lo vuole". 17. Vedete,
carissimi, quale modello ci è dato! Se il Signore si è umiliato a tal punto,
che cosa faremo noi che, per mezzo suo, siamo venuti sotto il giogo della sua
grazia?
Umiltà di santi
XVII, 1. Siamo
imitatori di quelli che camminavano nelle pelli di capra e di pecora
annunziando la venuta di Cristo. Alludiamo ai profeti Elia ed Eliseo ed anche
Ezechiele, ed oltre a questi anche a coloro che resero testimonianza. 2. Fu
grandemente testimoniato Abramo e fu chiamato amico di Dio, e dice con umiltà
guardando alla gloria di Dio: "Io sono polvere e cenere". 3. Anche di
Giobbe è scritto così: a Giobbe era giusto, irreprensibile, veritiero, pio,
alieno da ogni male". 4. Ma egli si accusa dicendo: "Nessuno è mondo
da macchia, neppure se la sua vita è di un giorno". 5. Mosè fu chiamato
"il fedele in tutta la sua casa" e per il suo servizio Dio punì
l'Egitto con i flagelli e i tormenti. Ma egli, grandemente onorato, non si
vantò e disse dal roveto quando ebbe la rivelazione: "Chi sono io, perché
mandi me? Io sono debole di voce e di lingua tarda". 6. E di nuovo dice:
"Io sono vapore che esce dalla pentola".
Umiltà di David
XVIII, 1. Che diremo
di David cui fu data testimonianza? A lui disse il Signore: "Ho trovato un
uomo secondo il mio cuore, David figlio di Iesse; lo
unsi nella mia eterna misericordia". 2. Ma anch'egli dice a Dio:
"Abbi pietà di me, secondo la tua grande pietà e la pienezza della tua
compassione cancelli la mia iniquità. 3. Lavami dalla mia malvagità e
purificami dal mio peccato perché io conosco la mia iniquità e il mio peccato
mi è sempre davanti. 4. Contro te solo ho peccato ed ho fatto il male alla tua
presenza, perché tu sia trovato giusto nelle tue parole e vinca quando sei
chiamato in giudizio. 5. Ecco, sono stato concepito nell'iniquità e nei peccati
mi concepì mia madre. 6. Ecco, tu hai amato la verità e mi hai svelato gli
arcani e i segreti della tua sapienza. 7. Mi aspergerai con l'issopo e sarò
purificato, mi laverai e sarò bianco più della neve. 8. Mi farai sentire
allegria e gioia ed esalteranno le ossa umiliate. 9. Distogli il tuo volto dai
miei peccati e cancella tutte le mie iniquità. 10. Crea in me un cuore puro, o
Dio, e rinnova nelle mie viscere uno spirito retto. 11. Non cacciarmi dal tuo
cospetto e non togliere da me il tuo santo spirito. 12. Dammi la gioia della
tua salvezza e fortificami con lo spirito che mi guidi. 13. Insegnerò ai
perversi le tue vie e gli empi si convertiranno a te. 14. Purificami dai
delitti di sangue, o Dio, Dio della mia salvezza. 15. La mia lingua celebrerà
la tua giustizia. Signore tu aprirai la mia bocca e le mie labbra annunzieranno
la tua lode. 16. Se tu volessi un sacrificio lo darei; tu non ti compiaci di
olocausti. 17. E' sacrificio a Dio uno spirito contrito; Dio non disprezzerà un
cuore contrito ed umiliato".
La pace
XIX, 1. L'umiltà e la
modestia di siffatti uomini, tanto celebri per l'obbedienza, hanno reso
migliori non solo noi, ma anche le generazioni a noi precedenti e quelli che
recepiscono le parole di Lui nel timore e nella verità. 2. Partecipi, dunque,
di molte e grandi azioni gloriose, corriamo verso la meta di pace dataci fin
dal principio e guardiamo il padre e creatore di tutto l'universo.
Attacchiamoci ai doni e ai benefici della pace, magnifici e sublimi. 3.
Contempliamolo con il pensiero e guardiamo con gli occhi dell'anima la grande
sua volontà! Consideriamo quanto sia equanime verso ogni sua creatura.
L'armonia del mondo nella pace e nella concordia
XX, 1. I cieli che si
muovono secondo l'ordine di Lui gli ubbidiscono nell'armonia. 2. Il giorno e la
notte compiono il corso da Lui stabilito e non si intralciano a vicenda. 3. Il
sole e la luna e i cori delle stelle secondo la Sua direzione girano in armonia
senza deviazione per le orbite ad essi assegnate. 4. La terra, feconda per Sua
volontà, produce abbondante nutrimento per gli uomini, per le fiere e per tutti
gli animali che vivono su di essa, senza riluttanza e senza cambiare nulla dei
Suoi ordinamenti. 5. Le cose misteriose degli abissi e i giudizi inesplicabili
degli inferi sono retti dagli stessi ordinamenti. 6. La massa del mare immenso
che nella sua creazione si raccolse nei suoi antri, non supera i limiti posti,
ma come fu ad esso ordinato, così agisce. 7. Disse infatti: "Fin qui tu
verrai, e i tuoi flutti si infrangeranno in te stesso". 8. L'oceano senza
fine per gli uomini e i mondi, che sono oltre, sono retti dalle stesse leggi
del Signore. 9. Le stagioni di primavera, d'estate, d'autunno e d'inverno si
susseguono in armonia una dopo l'altra. 10. I venti nell'incalzarsi compiono
nel proprio tempo il loro servizio senza intralcio; le sorgenti perenni create
per il rinfrancamento e la salute, senza mai cessare,
offrono da bere per la vita degli uomini. Anche gli animali più piccoli si
riuniscono nella pace e nella concordia. 11. Il creatore e signore
dell'universo dispose che tutte queste cose fossero nella pace e nella
concordia, benefico verso tutto e particolarmente verso di noi che ricorriamo
alla sua pietà per mezzo del Signor nostro Gesù Cristo. 12. A Lui la gloria e
maestà nei secoli dei secoli. Amen.
Ubbidienza al Signore
XXI, 1. Guardate,
carissimi, che i numerosi benefici di Lui non diventino condanna per noi se
vivendo in modo degno di Lui non facciamo nella concordia ciò che è bello e
gradito al suo cospetto. 2. Dice, infatti, in un luogo: "Lo Spirito del
Signore è lucerna che esplora le profondità delle viscere". 3. Consideriamo
che egli è vicino e nulla gli sfugge nè dei nostri
pensieri nè dei discorsi che facciamo. 4. E' quindi
giusto che non ci discostiamo dalla sua volontà. 5. E' meglio urtare gli uomini
stolti, ignoranti, superbi, vanagloriosi nella spavalderia della loro parola
che urtare Dio. 6. Veneriamo il Signore Gesù Cristo il cui sangue fu dato per
noi, rispettiamo quelli che ci guidano, onoriamo gli anziani, educhiamo i
giovani al timore di Dio, indirizziamo al bene le nostre donne. 7. Esse
mostrino l'indimenticabile costume della purezza, manifestino la loro vera
volontà di pace, rendano palese la moderazione della loro lingua mediante il
silenzio ed esercitino la carità non secondo le passioni, ma santamente senza
parzialità per tutti quelli che temono Dio. 8. I nostri figli partecipino
dell'educazione in Cristo; imparino che cosa possano l'umiltà e l'amore presso
il Signore e come sia bello e grande il timore di Lui che salva tutti quelli
che vivono santamente in Lui con mente pura. 9. Egli è scrutatore dei pensieri
e dei sentimenti. Il suo spirito è in noi, e quando vuole lo toglie.
La grandezza della fede e la miseria dei peccatori
XXII, 1. La fede in
Cristo conferma tutte queste cose. Egli per mezzo dello Spirito Santo così ci
esorta: "Figli, ascoltatemi: vi insegnerò il timore del Signore. 2. Chi è
l'uomo che vuole la vita, desiderando vedere giorni felici? Frena la tua lingua
dal male e le tue labbra dal parlare con inganno. 4. Evita il male e opera il
bene. 5. Cerca la pace e perseguila. 6. Gli occhi del
Signore sono sui giusti e le sue orecchie attente alla loro supplica. La faccia
del Signore è verso quelli che fanno il male, per distruggere dalla terra il
loro ricordo. 7. Il giusto ha gridato e il Signore l'ha ascoltato e l'ha
liberato da tutti gli affanni. 8. Molte sono le tribolazioni del giusto, ma da
tutte lo libererà il Signore". E ancora: "Molte sono le afflizioni
del peccatore, ma la misericordia circonderà coloro che sperano nel
Signore".
Fede in Cristo
XXIII, 1. Il Padre
misericordioso e benevolo in tutto ha cuore verso coloro che lo temono, e con
dolcezza e con soavità offre le sue grazie a quelli che si rivolgono a lui con
semplicità di pensiero. 2. Perciò non restiamo dissociati, nè
la nostra anima si gonfi dei suoi benefici sovrabbondanti e magnifici. 3. Non
sia per noi la Scrittura quando parla: "Infelici quelli dall'animo doppio
e vacillanti nello spirito che dicono: queste cose udimmo già dai padri nostri,
ora siamo diventati vecchi e nulla di questo ci è accaduto. 4. O stolti paragonatevi
ad un albero; prendete ad esempio la vite; prima perde le foglie, poi si ha il
germoglio, poi la foglia, poi il fiore e dopo ciò il grappolo verde, infine
l'uva matura".Vedete che in poco tempo il frutto dell'albero si matura. 5.
In verità presto e improvvisamente si compirà la volontà di Lui, e lo attesta
anche la Scrittura: "Egli verrà presto e non tarderà" e
"all'improvviso verrà il Signore nel suo tempio e il santo che voi
attendete".
La risurrezione
XXIV, 1. Carissimi,
notiamo come il Signore ci mostri di continuo la futura resurrezione di cui ci
diede come primizia il Signore Gesù Cristo risuscitandolo dai morti. 2.
Osserviamo, carissimi, la resurrezione che avviene di volta in volta. 3. Il
giorno e la notte ci mostrano la resurrezione; cessa la notte e sorge il
giorno; se ne va il giorno e sopraggiunge la notte. 4. Prendiamo i frutti. In
che modo e in qual parte germoglia il seme? 5. Uscì il seminatore e gettò nella
terra i semi; secchi e nudi caduti nella terra si dissolvono. Poi la grandezza
della provvidenza del Signore li fa rinascere, e da uno solo crescono molti e
portano frutto.
La fenice
XXV, 1. Consideriamo
lo strano prodigio che avviene nelle terre d'oriente, cioè in quelle vicino
all'Arabia. 2. Vi è un uccello chiamato fenice: è il solo della specie e vive
cinquecento anni. Quando è vicino a morire si fa un nido con incenso, mirra ed
altri aromi e giunta l'ora vi entra e muore. 3. Dalla carne in putrefazione
nasce un verme che nutrendosi dei succhi dell'animale morto, mette le ali. Poi,
divenuto forte prende quel nido in cui sono le ossa del suo genitore e
portandoselo passa dall'Arabia all'Egitto nella città chiamata Eliopoli. 4. E di giorno sotto lo sguardo di tutti, volando
sull'altare del sole lo depone e così torna indietro. 5. Pertanto i sacerdoti
esaminano gli annali e trovano che esso è giunto al compiersi del
cinquecentesimo anno.
La grandezza delle promesse
XXVI, 1. Riteniamo,
dunque, cosa grande e straordinaria che il creatore dell'universo opererà la
risurrezione di coloro che lo hanno servito santamente nella sicurezza di una
fede sincera. Non ci comprova anche in un uccello la grandezza della sua
promessa? 2. Dice infatti: "Mi risusciterai e ti loderò". E: "Mi
coricai e dormii, mi svegliai poiché tu sei con me". 3. E ancora dice Giobbe:
"E risusciterai questa mia carne che ha sopportato queste cose".
Il Signore tutto conosce e possiede
XXVII, 1. Con
questa speranza le nostre anime si stringano al fedele nelle promesse e al
giusto nei giudizi. 2. Chi ci ordina di non mentire, egli soprattutto non
mentirà. Nulla è impossibile a Dio, tranne il mentire. 3. Si riaccenda dunque
la fede di lui in noi, e riflettiamo che ogni cosa gli è vicina. 4. Nella
parola della sua maestà ha fatto sussistere tutte le cose e nella parola le può
distruggere. 5. Chi gli può chiedere: "Cosa hai fatto? Chi può resistere
alla potenza della sua forza?". Quando vuole e come vuole farà ogni cosa e
nulla cadrà delle cose da lui stabilite. 6. Tutto gli è presente e nulla si
cela alla sua volontà. 7. Se "I cieli narrano la gloria di Dio e il
firmamento annunzia l'opera delle sue mani; il giorno la trasmette al giorno e
la notte la fa conoscere alla notte; e non esistono parole nè
lingue di cui non si comprendono i suoni".
Dio tutto vede e ascolta
XXVIII, 1. Dio vede ed ascolta dunque ogni cosa. Temiamolo abbandonando i malvagi
desideri di opere ignobili per essere protetti con la sua misericordia nel
giudizio futuro. 2. Dove uno di noi può sfuggire alla sua potente mano? Quale
mondo può dare rifugio a chi lo diserta? Dice infatti la Scrittura: 3.
"Dove andrò e dove mi nasconderò al tuo sguardo? Se salgo in cielo, tu sei
là; se vado agli estremi limiti della terra, là è la tua destra; se mi stendo
negli abissi, là è il tuo spirito". 4. Dove uno può ritirarsi? Dove può
fuggire lontano da chi tutto abbraccia?
Israele popolo eletto
XXIX, 1. Avviciniamoci
a Lui nella santità dell'anima, alzando a Lui le mani pure e senza macchia e
amando il nostro padre benevolo e misericordioso, il quale fece di noi una
porzione scelta per sè. 2. Così, infatti, è scritto:
"Quando l'Altissimo distribuì le genti e disseminò i figli di Adamo,
stabilì i confini delle nazioni secondo il numero degli angeli di Dio. Porzione
del Signore fu il popolo di Giacobbe, Israele fu la parte della sua
eredità". 3. In un altro passo la Scrittura dice: "Ecco, il Signore
ha preso per sè un popolo in mezzo alle genti come un
uomo serba per sè la primizia della sua aia. Da
questo popolo uscirà il santo dei santi".
Le opere e non le parole
XXX, 1.Essendo noi una
porzione santa, praticheremo tutto ciò che appartiene alla santità: fuggiamo le
maldicenze, gli amplessi impuri e ignobili, l'ubriachezza, la mania
innovatrice, le passioni orribili, l'adulterio infame e l'orgoglio odioso. 2.
"Dio, infatti, dicono, resiste ai superbi, e dà la grazia agli
umili". 3. Uniamoci dunque a coloro ai quali la grazia è data da Dio;
rivestiamoci della concordia rendendoci umili e padroni di noi stessi, lontani
da ogni mormorazione e maldicenza, giudicando con le opere e non con le parole.
4. La Scrittura dice infatti: "Chi parla molto, anche a sua volta
ascolterà; il ciarliero pensa forse di essere giusto? 5. Benedetto il nato da
donna che ha vita breve. Non essere abbondante di parole". 6. La nostra
lode sia in Dio e non per noi stessi. Dio disdegna i lodatori di se stessi. 7.
La testimonianza della buona azione sia data agli altri, come fu data ai nostri
padri giusti. 8. La temerità, la presunzione e l'audacia sono per i maledetti
da Dio; la benevolenza, l'umiltà e la dolcezza, invece, per i benedetti da Dio.
Benedizione divina
XXXI, 1. Uniamoci alla
Sua benedizione e vediamone le vie. Sfogliamo gli avvenimenti dall'inizio. 2.
Per quale motivo il nostro padre Abramo fu benedetto se non per aver praticato
con fede la giustizia e la verita? 3. Isacco,
conoscendo il futuro, con fiducia si fece volentieri condurre al sacrificio. 4.
Giacobbe con umiltà si allontanò dalla sua terra per il fratello e andò da Labano e ne divenne servitore. A lui fu dato lo scettro
delle dodici tribù di Israele.
La fede
XXXII, 1. A
considerare sinceramente uno ad uno i beni elargiti da lui si riconosceranno
grandiosi. 2. Da Giacobbe, discendono tutti i sacerdoti e i leviti ministri
dell'altare di Dio; da lui il Signore Gesù secondo la carne; da lui i re, gli
arconti e i capi secondo Giuda; ne sono di piccola gloria gli altri scettri,
come Dio aveva promesso: "La tua discendenza sarà numerosa come le stelle
del cielo". 3. Tutti furono glorificati ed esaltati non per se stessi o
per le loro opere o per l'azione giusta che avevano compiuto, ma per la volontà
Sua. 4. E noi, dunque, che per Sua volontà siamo stati chiamati in Gesù Cristo,
non siamo giustificati nè per la nostra sapienza o
intelligenza o pietà o le opere compiute in santità di cuore, ma per la fede
con la quale Dio onnipotente giustificò tutti sin dal principio. A Lui sia
gloria nei secoli dei secoli. Amen.
Le opere buone
XXXIII, 1. Che faremo o fratelli? Cesseremo di fare il bene e trascureremo la
carità? Giammai permetta il Signore che questo avvenga tra noi, ma con zelo ed
ardore sforziamoci di compiere ogni opera buona. 2. Lo stesso artefice e
signore dell'universo si compiace delle sue opere. 3. Con la sua immensa
potenza fissò i cieli e li ornò con la sua incomprensibile intelligenza. Separò
la terra dall'acqua che la circonda e la stabilì sul saldo fondamento della sua
volontà e con il suo comando chiamò in vita tutti gli animali che in essa
s'aggirano. Avendo preparato il mare e gli animali che sono in esso con la sua
potenza li rinchiuse. 4. Con le mani sacre ed immacolate plasmò l'uomo,
l'essere superiore e che tutto governa, quale impronta della sua immagine. 5.
Così dice il Signore: "Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza. E
Dio creò l'uomo; li fece maschio e femmina". 6. Avendo compiuto tutte
queste cose le approvò e le benedisse col dire: "Crescete e
moltiplicatevi". 7. Vediamo che tutti i giusti furono ornati di opere
buone, e lo stesso Signore che si era ornato di opere buone provò gioia. 8. Con
un tale modello volgiamoci senza indugio alla Sua volontà e con tutta la nostra
forza applichiamoci all'opera di giustizia.
Partecipi dette grandi promesse
XXXIV, 1. Il buon
operaio prende a fronte alta il pane del suo lavoro mentre il pigro e
l'indolente non guardano il datore di lavoro. 2. Conviene dunque che siamo
premurosi nel fare il bene; da Lui ci viene ogni cosa. 3. Lo ha dichiarato:
"Ecco il Signore, e davanti a lui sta la mercede da dare a ciascuno
secondo la sua opera". 4. Poichè noi crediamo
con tutto il cuore in Lui, ci esorta a non essere inoperosi nè
trascurati in ogni opera buona. 5. Siano in Lui il nostro vanto e la nostra
sicurezza, sottostiamo alla sua volontà e consideriamo che tutta la schiera dei
suoi angeli, stando intorno a lui, adempie la sua volontà. 6. Dice, infatti, la
Scrittura: "Miriadi e miriadi stavano intorno a lui e mille migliaia lo
servivano e gridavano: Santo, santo, santo il Signore Sabaoth;
tutta la creazione è piena della sua gloria". 7. E noi, riuniti nella
concordia e dall'intimo come da una sola bocca, gridiamo con insistenza verso
di lui che ci renda partecipi delle sue grandi e gloriose promesse. 8. La
Scrittura dice infatti: "Occhio non vide, orecchio non ascoltò e non
penetrò nel cuore dell'uomo quanto ha preparato per quelli che
l'attendono".
Una grande ricompensa
XXXV, 1. Come sono
magnifici e mirabili i doni di Dio, o carissimi. 2. Vita nell'immortalità, splendore
nella giustizia, verità nella libertà, la fede nella sicurezza, padronanza di sè nella santità. Tutte queste cose cadono sotto la nostra
intelligenza. 3. Quali sono le cose preparate per quelli che le attendono? Il
creatore e padre dei secoli, il santissimo, sa la quantità e la bellezza di
esse. 4. Noi, dunque, lottiamo per trovarci nel numero di quelli che lo
attendono per essere partecipi dei doni promessi. 5. Come questo avverrà, o
carissimi? Se la nostra mente sarà fissa fedelmente in Dio, se cercheremo le
cose a lui accette e gradite, se compiremo ciò che conviene alla sua volontà
irreprensibile e seguiremo la via della verità, allontanando da noi ogni
ingiustizia e cattiveria, avarizia, contese, malignità e inganni, mormorazioni,
maldicenze, odio a Dio, orgoglio, iattanza, vanagloria e inospitalità. 6.
Quelli che fanno queste cose sono odiosi a Dio e "non solo quelli che le
fanno, ma anche quelli che le approvano". 7. Dice infatti la Scrittura:
"A1 peccatore Dio parlò: Perché spieghi i miei precetti ed hai sulla bocca
la mia alleanza? 8. Tu odiasti la disciplina e gettasti dietro le spalle le mie
parole. Se vedevi un ladro, correvi con lui, e con gli adulteri avevi la parte.
La tua bocca era piena di malvagità e la tua lingua tesseva inganni. Sedendo
sparlavi di tuo fratello e al figlio di tua madre ponevi tranelli. 9. Questo
facevi e io tacqui; tu supponevi, iniquo, che io ti fossi simile. 10. Ti
confonderò e ti porro faccia a faccia con te stesso. 11. Capite queste cose,
voi che vi dimenticate di Dio, perché non vi assalga come un leone e non ci sia
chi vi liberi. 12. Un sacrificio di lode mi darà gloria; ivi la strada con la
quale gli mostrerò la salvezza di Dio".
Gesù Cristo, la salvezza
XXXVI, 1. Questa la
strada, o beneamati, nella quale troviamo salvezza: Gesù Cristo il sommo
sacerdote delle nostre offerte, il protettore e l'aiuto della nostra debolezza.
2. Per mezzo suo fissiamo lo sguardo sulle altezze dei cieli, per mezzo suo
osserviamo come in uno specchio la sua faccia immacolata e sublime, per mezzo
suo si sono aperti gli occhi del cuore, per mezzo suo la nostra mente ottusa e
ottenebrata rifiorisce alla luce, per mezzo suo il Signore ha voluto farci
gustare la scienza immortale. "Egli, splendore della maestà divina, di
tanto è superiore agli angeli di quanto il nome che ebbe in eredita è più
eccellente". 3. E' scritto così: "Egli ha fatto dei venti i suoi
messaggeri e delle vampe di fuoco i suoi ministri". 4. Di suo figlio così
disse il Signore: "Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato. Chiedi a me e
ti darò le genti in tua eredità e tuoi saranno i confini della terra". 5.
E di nuovo gli dice: "Siedi alla mia destra finchè
io ponga i nemici a sgabello dei tuoi piedi". 6. Chi sono i nemici? I
malvagi e quelli che si oppongono alla sua volontà.
Cristo, la nostra guida
XXXVII, 1. Militiamo, fratelli, con ogni nostra prontezza sotto i suoi ordini
irreprensibili. 2. Consideriamo i soldati sotto gli ufficiali, con quale
ordine, disciplina e sottomissione eseguono i comandi. 3. Non tutti sono proconsoli,
nè capi di mille, cento, nè
di cinquanta e così di seguito, ma ciascuno nel proprio ordine esegue i comandi
dei re o dei governanti. 4. I grandi non possono stare senza i piccoli e i
piccoli senza i grandi; in tutte le cose c'è qualche collegamento e in questo
la utilità. 5. Prendiamo il nostro corpo. La testa non può stare senza i piedi,
nè i piedi senza la testa. Le più piccole parti del
nostro corpo sono necessarie ed utili a tutto il corpo; ma tutte convivono ed
hanno una sola subordinazione per salvare tutto il corpo.
Tutti i beni da Dio
XXXVIII, 1. Si conservi dunque tutto il nostro corpo in Cristo Gesù e ciascuno si
sottometta al suo prossimo, secondo la grazia in cui fu posto. 2. Il forte si
prenda cura del debole, e il debole rispetti il forte. Il ricco soccorra il
povero, il povero benedica Dio per avergli dato chi supplisce alla sua
indigenza. Il saggio dimostri la sua saggezza non nelle parole, ma nelle opere
buone. L'umile non testimoni a se stesso, ma lasci che sia testimoniato da altri.
Il casto nella carne non si vanti, sapendo che un altro gli concede la
continenza. 3. Consideriamo, fratelli, di quale materia siamo fatti, come e chi
entrammo nel mondo, da quale fossa e tenebra colui che ci plasmò e ci creò ci
condusse al mondo. Egli aveva preparato i benefici prima che noi fossimo nati.
4. Abbiamo tutto da lui, di tutto lo dobbiamo ringraziare. A lui la gloria nei
secoli. Amen.
Niente superbia
XXXIX, 1. Gli
sciocchi, gli insensati, i pazzi, gli ineducati, ci deridono e ci scherniscono,
volendo esaltarsi con i propri sentimenti. 2. Che cosa può un mortale? Quale la
forza di chi nasce dalla terra? 3. E' scritto infatti: "Non vi era una
figura davanti ai miei occhi, ma percepivo un soffio di vento e una voce. 4.
Che dunque? Sarà puro un mortale davanti al Signore? O sarà incensurabile nelle
sue opere l'uomo se non si fida dei suoi servi e scorge il torto anche nei suoi
angeli? 5. Non è puro neanche il cielo al suo cospetto. 94. Ahimè, quelli che
abitano case di fango, tra i quali siamo anche noi di quel fango! Li ha
schiacciati come un tarlo e dal mattino alla sera non esistono più. Perirono
per non poter aiutare se stessi. 6. Soffiò su di loro e morirono, perché non
avevano saggezza. 7. Tu chiama se qualcuno ti ascolterà o se vedrai qualche
angelo santo. L'ira rovina lo sciocco e la gelosia uccide il perverso. 8. Ho
visto gli stolti mettere radici, ma subito la loro vita fu divorata. 9. Siano
lungi dalla salvezza i loro figli; siano disprezzati davanti alle porte dei più
infelici. Non vi sarà chi li liberi. I beni per loro preparati li consumeranno
i giusti; essi, invece, non saranno liberati dai mali".
I tempi stabiliti
XL, 1. Sono per
noi evidenti queste cose e siamo scesi nelle profondità della conoscenza
divina. Dobbiamo fare con ordine tutto quello che il Signore ci comanda di
compiere nei tempi fissati. 2. Egli ci prescrisse di fare le offerte e le
liturgie, e non a caso o senz'ordine, ma in circostanze ed ore stabilite. 3.
Egli stesso con la sua sovrana volontà determina dove e da chi vuole siano
compiute, perché ogni cosa fatta santamente con la sua santa approvazione sia
gradita alla sua volontà. 4. Coloro che fanno le loro offerte nei tempi fissati
sono graditi e amati. Seguono le leggi del Signore e non errano. 5. A1 gran
sacerdote sono conferiti particolari uffici liturgici, ai sacerdoti è stato
assegnato un incarico specifico e ai leviti incombono propri servizi. I1 laico
è legato ai precetti laici.
Piacere a Dio
XLI, 1. Ciascuno, o
fratelli, nel suo posto piaccia a Dio, agendo in buona coscienza e dignità,
senza infrangere la norma stabilita per il suo compito. 2. Non si offrano
dappertutto, o fratelli, sacrifici perpetui o votivi, o di espiazione o di
riparazione, ma solo a Gerusalemme. Ivi pure non si offrano sacrifici in ogni
luogo, ma innanzi al tempio sull'altare, dopo un esame minuto della vittima da
parte del sommo sacerdote e dei ministri prima ricordati. 3. Quelli che
agiscono non conformi alla di lui volontà meritano la pena di morte. 4. Vedete,
fratelli, quanto maggiore è la scienza di cui fummo degnati, tanto maggiore il
pericolo cui siamo esposti.
I ministri della Chiesa
XLII, 1. Gli apostoli
predicarono il Vangelo da parte del Signore Gesù Cristo che fu mandato da Dio.
2. Cristo fu inviato da Dio e gli apostoli da Cristo. Ambedue le cose
ordinatamente secondo la volontà di Dio. 3. Ricevuto il mandato e pieni di
certezza nella risurrezione del Signore nostro Gesù Cristo e fiduciosi nella
parola di Dio con l'assicurazione dello Spirito Santo, andarono ad annunziare
che il regno di Dio stava per venire. 4. Predicavano per le campagne e le città
e costituivano le primizie del loro lavoro apostolico, provandole nello
spirito, nei vescovi e nei diaconi dei futuri fedeli. 5. E questo non era
nuovo; da molto tempo si era scritto intorno ai vescovi e ai diaconi. Così,
infatti, dice la Scrittura: "Stabilirono i loro vescovi nella giustizia e
i loro diaconi nella fede".
La dignità sacerdotale
XLIII, 1. Che
meraviglia se quelli che avevano fede in Cristo stabilirono come opera da parte
di Dio i ministri predetti? Anche Mosè "fedele servitore in tutta la
casa" segnò nei libri sacri tutto ciò che gli fu ordinato. Gli altri
profeti lo seguirono rendendo testimonianza alle norme stabilite da lui. 2.
Quando sorse gelosia intorno al sacerdozio e le tribù si disputavano quale di
esse si sarebbe ornata del nome glorioso, egli ordinò ai dodici capitribù di
portargli delle verghe e che ciascuna fosse contrassegnata dal nome. Avendole
prese, le legò, le sigillò con gli anelli dei capitribù e le pose nel
tabernacolo della testimonianza sulla tavola di Dio. 3. Chiuso il tabernacolo
sigillò le chiavi come le verghe. 4. E disse loro: "Fratelli, la tribù la
cui verga germoglierà, Dio sceglie per esercitare il sacerdozio e
servirlo". 5. Venuto il mattino, convocò tutto Israele, seicentomila
uomini. Mostrò i sigilli ai capitribù e aprì il tabernacolo della testimonianza
e tirò fuori le verghe. E si trovò che la verga di Aronne non solo era
germogliata, ma aveva anche il frutto. Che ve ne pare, o carissimi? Mosè non
prevedeva che questo sarebbe accaduto? Lo sapeva davvero. Fece così perché non
scoppiasse un tumulto in Israele e fosse glorificato il nome del vero e
dell'unico Dio. A lui sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
Giusto ufficio
XLIV, 1. I nostri
apostoli conoscevano da parte del Signore Gesù Cristo che ci sarebbe stata
contesa sulla carica episcopale. 2. Per questo motivo, prevedendo esattamente
l'avvenire, istituirono quelli che abbiamo detto prima e poi diedero ordine che
alla loro morte succedessero nel ministero altri uomini provati. 3. Quelli che
furono stabiliti dagli Apostoli o dopo da altri illustri uomini con il consenso
di tutta la Chiesa, che avevano servito rettamente il gregge di Cristo con
umiltà, calma e gentilezza, e che hanno avuto testimonianza da tutti e per
molto tempo, li riteniamo che non siano allontanati dal ministero. 4. Sarebbe
per noi colpa non lieve se esonerassimo dall'episcopato quelli che hanno
portato le offerte in maniera ineccepibile e santa. 5. Beati i presbiteri che,
percorrendo il loro cammino, hanno avuto una fine fruttuosa e perfetta! Essi
non hanno temuto che qualcuno li avesse allontanati dal posto loro stabilito.
6. Noi vediamo che avete rimosso alcuni, nonostante la loro ottima condotta,
dal ministero esercitato senza reprensione e con onore.
La persecuzione dei giusti
XLV, 1. Voi siete
pieni di emulazione e di zelo nelle cose che riguardano la salvezza. 2. Vi
siete curvati sulle Sacre Scritture, le vere, date dallo Spirito Santo. 3.
Siete convinti che nulla di ingiusto e di falso è scritto in esse. Non
troverete che i giusti siano stati ricusati da uomini santi. 4. I giusti sono
stati perseguitati, ma dagli ingiusti; sono stati imprigionati, ma dagli empi;
sono stati lapidati, ma dagli iniqui; uccisi da quelli che vengono presi
dall'invidia perversa e malvagia. 5. Essi sopportarono gloriosamente queste
sofferenze. 6. Che dire, o fratelli? Daniele forse fu gettato nella fossa dei
leoni da quelli che temevano Dio? 7. Anania, Azaria e Misaele furono chiusi in
una fornace di fuoco da quelli che praticavano il culto grande e glorioso
dell'Altissimo? Giammai questo. Chi sono, dunque, quelli che l'hanno commesso?
Persone detestabili e piene di ogni cattiveria spinsero il loro furore sino al
punto da mandare alla tortura quelli che servivano Dio in santità e senza
reprensione. Esse non sapevano che l'Altissimo è difensore e protettore di
quelli che con coscienza difendono il suo santo nome. A lui la gloria nei
secoli dei secoli. Amen. 8.Coloro che hanno sopportato con fiducia hanno
ereditato la gloria e l'onore, sono stati esaltati e scritti da Dio nel suo
memoriale per i seco1i dei secoli. Amen.
Attaccarsi ai giusti
XLVI, 1. A siffatti
esempi bisogna, fratelli, che ci atteniamo anche noi. 2. E' scritto, infatti:
"Attaccatevi ai santi perché quelli che sono uniti ad essi diverranno
santi". 3. E di nuovo in un altro luogo la Scrittura dice: "Con l'innocente
sarai innocente, con l'eletto sarai eletto, ma con il perverso ti
pervertirai". 4. Attacchiamoci dunque agli innocenti e ai giusti, sono gli
eletti di Dio. 5. Perché tra voi contese, ire, dissensi, scismi e guerra? 6.
Non abbiamo un solo Dio, un solo Cristo e un solo spirito di grazia effuso su
di noi e una sola vocazione in Cristo? 7. Perché strappiamo e laceriamo le
membra di Cristo e insorgiamo contro il nostro corpo giungendo a tanta pazzia
da dimenticarci che siamo membra gli uni degli altri? Ricordatevi delle parole
di Gesù e nostro Signore. 8. Disse, infatti: "Guai a quell'uomo; sarebbe
stato meglio che non fosse nato, piuttosto che scandalizzare uno dei miei
eletti. Meglio per lui che gli fosse stata attaccata una macina e fosse stato gettato
nel mare, piuttosto che pervertire uno del miei eletti". Il vostro scisma
ha sconvolto molti e molti gettato nello scoraggiamento, molti nel dubbio,
tutti noi nel dolore. Il vostro dissidio è continuo.
La discordia
XLVII, 1.Prendete la
lettera del beato Paolo apostolo. 2. Che cosa vi scrisse all'inizio della sua
evangelizzazione? 3. Sotto l'ispirazione dello Spirito vi scrisse di sé, di Cefa, e di Apollo per aver voi allora formato dei partiti.
4. Ma quella divisione portò una colpa minore. Parteggiavate per apostoli che
avevano ricevuto testimonianza e per un uomo (Apollo) stimato da loro. 5. Ora,
invece, considerate chi vi ha pervertito e ha menomato la venerazione della
vostra rinomata carità fraterna. 6. E' turpe, carissimi, assai turpe e indegno
della vita in Cristo sentire che la Chiesa di Corinto, molto salda e antica,
per una o due persone si è ribellata ai presbiteri. 7. E tale voce non solo è
giunta a noi, ma anche a chi è diverso da noi. Per la vostra sconsideratezza si
è portato biasimo al nome del Signore e si è costituito un pericolo per voi
stessi.
La porta della giustizia
XLVIII, 1. Liberiamocene subito e gettiamoci ai piedi del Signore. Piangendo,
supplichiamolo che fattosi propizio si riconcili con noi e ci ristabilisca
nella nobile e santa pratica della carità fraterna. 2. Questa è la porta della
giustizia aperta alla vita, come è scritto: "Apritemi
le porte della giustizia; entrando confesserò il Signore. 3. Questa è la porta
del Signore; i giusti entreranno per essa". 4. Molte sono le porte aperte,
(ma) quella della giustizia è in Cristo. Beati sono tutti quelli che vi entrano
e dirigono il loro cammino nella santità e nella giustizia, tutto facendo
tranquillamente. 5. Ciascuno sia fedele, sia capace di esporre la scienza, sia
saggio nel giudicare i motivi, sia puro nelle opere. 6. Tanto più occorre che
sia umile quanto più è creduto molto grande, e deve cercare il bene comune per
tutti e non quello proprio.
La carità
XLIX, 1. Chi ha la
carità in Cristo pratichi i suoi comandamenti. 2. Chi può spiegare il vincolo
della carità di Dio? 3. Chi è capace di esprimere la grandezza della sua
bellezza? 4. L'altezza ove conduce la carità è ineffabile. 5. La carità ci
unisce a Dio: "La carità copre la moltitudine dei peccati". La carità
tutto soffre, tutto sopporta. Nulla di banale, nulla di superbo nella carità.
La carità non ha scisma, la carità non si ribella, la carità tutto compie nella
concordia. Nella carità sono perfetti tutti gli eletti di Dio. Senza carità
nulla è accetto a Dio. 6. Nella carità il Signore ci ha presi a sé. Per la
carità avuta per noi, Gesù Cristo nostro Signore, nella volontà di Dio, ha dato
per noi il suo sangue, la sua carne per la nostra carne e la sua anima per la
nostra anima.
L, 1. Vedete,
carissimi, come è cosa grande e meravigliosa la carità, e della sua perfezione
non c'è commento. 2. Chi è capace di trovarsi in essa se non quelli che Dio ha
reso degni? Preghiamo dunque e chiediamo alla sua misericordia perché siamo
riconosciuti nella carità, senza sollecitazione umana, irreprensibili. 3. Sono
passate tutte le generazioni da Adamo sino ad oggi, ma quelli che con la grazia
di Dio sono perfetti nella carità raggiungono la schiera dei più, che saranno
visti nel novero del regno di Cristo. 4. Infatti è scritto: "Entrate nelle
vostre stanze per pochissimo, finché passa la mia ira e il mio furore; mi
ricorderò del giorno buono e vi risusciterò dai vostri sepolcri". 5. Siamo
beati, carissimi, se eseguiamo i comandamenti di Dio nella concordia della
carità, perché ci siano rimessi i peccati per la carità. 6. E' scritto:
"Beati quelli cui furono rimesse le malvagità e i cui peccati sono stati
coperti; beato l'uomo del quale il Signore non considererà il peccato, né
l'inganno è sulla sua bocca". 7. Questa beatitudine è per quelli scelti da
Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore. A lui la gloria nei secoli dei
secoli. Amen.
Confessare le colpe
LI, 1. Chiediamo che ci siano perdonate le mancanze e le azioni ispirate
dall'avversario. Coloro che furono i capi della sedizione e dello scisma devono
considerare la parte comune della speranza. 2. Quelli che vivono nel timore e
nella carità vogliono incappare nelle ingiurie piuttosto essi stessi che il
prossimo. Preferiscono subire il biasimo per la bella e giusta armonia
trasmessaci. 3. E' meglio per l'uomo confessare le sue colpe che indurire il
suo cuore, come si indurì il cuore dei rivoltosi contro il servitore di Dio,
Mosè, e la loro condanna fu ben chiara; 4. poiché "discesero vivi nell'ade" e "la morte li pascolerà". 5. Il
Faraone e il suo esercito e tutti i capi di Egitto, i carri e quelli che vi
erano sopra, per questo motivo furono sommersi nel Mar Rosso e perirono. I loro
cuori insensati si erano induriti, dopo i miracoli e i portenti avvenuti in
Egitto, mediante il servo di Dio Mosè.
LII, 1. Fratelli, il
Signore dell'universo non ha bisogno, non cerca nulla da nessuno tranne che si
faccia a lui la confessione. 2. Dice, infatti, l'eletto David: "Mi
confesserò al Signore e gli sarà accetto più di un giovenco che mette le corna
e le unghie. Vedano i poveri e gioiscano". 3. E di nuovo dice: "Offri
a Dio un sacrificio di lode e rivolgi all'Altissimo le tue preghiere; invocami
nel giorno della tua afflizione e io ti libererò e tu mi glorificherai".
4. "Sacrificio gradito a Dio è uno spirito contrito".
La carità di Mosè
LIII, 1.
Carissimi, voi conoscete le Sacre Scritture e le conoscete bene; avete meditato
le parole di Dio. Per il ricordo vi scriviamo queste cose. 2. Quando Mosè salì
sul monte trascorrendo quaranta giorni e quaranta notti nel digiuno e
nell'umiltà, a lui disse il Signore: "Discendi presto di qui perché il
popolo tuo, che conducesti dalla terra di Egitto, ha prevaricato; si è presto
allontanato dalla via che tu avevi prescritto, e si è fatto idoli di metallo
fuso". 3. E disse a lui il Signore: "Ti ho parlato una volta e anche
due dicendo: "Ho riguardato questo popolo e vedi è di dura cervice; lascia
che lo distrugga. Cancellerò il suo nome di sotto il cielo e farò di te una
nazione grande, meravigliosa e molto più numerosa di questa"". 4. E
disse Mosè: "Giammai, Signore. Rimetti il peccato a questo popolo, o
cancella me dal libro dei viventi". 5. O grande carità! O perfezione
insuperabile! Un servo parla con libertà al Signore, implora il perdono per il
popolo o chiede di essere eliminato anche lui con esso.
La pace del gregge di Cristo
LTV, 1. Tra voi c'e
qualcuno generoso, misericordioso e pieno di amore? 2. Dica: se per colpa mia
si sono avuti sedizione, lite e scismi vado via. Me ne parto dove volete e
faccio quello che il popolo comanda purché il gregge di Cristo viva in pace con
i presbiteri costituiti. 3. Ciò facendo si acquisterà una grande gloria in
Cristo e ogni luogo lo riceverà. "Del Signore è la terra e quanto essa
contiene". 4. Così hanno fatto e faranno quelli che con una condotta senza
rimorsi, sono cittadini di Dio.
LV, 1. Per riportare
gli esempi dei pagani, molti re e capi, in tempi di pestilenza, ammoniti
dall'oracolo, si offrirono alla morte per salvare con il loro sangue i
cittadini. Molti abbandonarono le loro città perché cessasse la sedizione. 2.
Sappiamo che molti tra noi si offrirono alle catene per liberare gli altri;
molti si offrirono alla schiavitù e con il prezzo ricavato davano da mangiare
agli altri. 3. Numerose donne rese forti dalla grazia di Dio compirono molte
azioni virili. 4. La beata Giuditta, mentre la città era assediata, chiese agli
anziani che la lasciassero andare nel campo degli avversari. 5. Si espose
dunque al pericolo. Uscì dalla città per amore della patria e del popolo che
era assediato e il Signore diede Oloferne in mano di
una donna. 6. Ester, perfetta nella fede, non si espose a minor pericolo per
salvare le dodici tribù di Israele sul punto di perire. Nel digiuno e nella
umiltà implorò il Signore che tutto vede, Dio dei secoli. Egli, vedendo
l'umiltà dell'anima di lei, salvò il popolo per il cui amore affrontò il
pericolo.
La protezione di Dio
LVI, 1. Per quelli che
si trovano in qualche peccato intercediamo anche noi, perché siano loro
concesse la mansuetudine e l'umiltà e cedano non a noi ma alla volontà di Dio.
Così sarà fruttuoso e perfetto presso Dio e presso i santi il ricordo con la
pietà. 2. Accettiamo il rimprovero per il quale nessuno deve indispettirsi, o
carissimi. La correzione che ci facciamo a vicenda è buona e assai vantaggiosa;
ci unisce alla volontà di Dio. 3. Così dice la santa parola: "Il Signore
mi ha educato con il rimprovero e non mi ha consegnato alla morte". 4
"Il Signore corregge chi ama e frusta ogni figlio che gli è accetto".
5. "Il giusto - dice - mi correggerà nella misericordia e mi proverà;
l'olio dei peccatori non unga la mia testa". 6. E di nuovo dice:
"Beato l'uomo che il Signore ha corretto; non ricusare l'ammonizione
dell'onnipotente; egli fa soffrire, e di nuovo ristabilisce. 7. Percuote e le
sue mani guariscono. 8. Sei volte ti trarrà dalle angustie e alla settima non
ti toccherà il male. 9. Nella fame ti scamperà dalla morte, nella guerra ti
libererà dalla mano di ferro. 10. E ti proteggerà dalla sferza della lingua, e
non temerai i mali che sopravvengono. 11. Riderai degli ingiusti e dei malvagi
e non temerai le bestie feroci; 12. perché esse saranno in pace con te. 13. Poi
conoscerai che è in pace la tua casa, e la prosperità della tua tenda non viene
mai meno. 14. Vedrai che è numerosa la tua discendenza e i tuoi figli come
l'erba del campo. 15. Scenderai nel sepolcro come grano maturo mietuto alla
stagione, o come mucchio dell'aia raccolto a suo tempo". 16. Guardate,
carissimi, quanta è la protezione per quelli che sono corretti dal Signore.
Come padre buono ci corregge nell'avere misericordia di noi con un santo
rimprovero.
Sottomissione ai presbiteri
LVII, 1. Voi che siete
la causa della sedizione sottomettetevi ai presbiteri e correggetevi con il
ravvedimento, piegando le ginocchia del vostro cuore. 2. Imparate ad assoggettarvi
deponendo la superbia e l'arroganza orgogliosa della vostra lingua. E' meglio
per voi essere trovati piccoli e ritenuti nel gregge di Cristo, che avere
apparenza di grandezza ed essere rigettati dalla sua speranza. 3. Così parla la
sapienza maestra di virtù: "Ecco, io emetterò per voi una parola del mio
spirito e insegnerò a voi il mio discorso. 4. Poiché chiamai e non ascoltaste,
prolungai i discorsi e non foste attenti, ma frustraste i miei consigli e
disobbediste ai miei richiami. Anch'io riderò della vostra rovina, e mi
rallegrerò se arriverà lo sterminio su di voi e se improvviso giungerà il
tumulto e sovrasterà la catastrofe simile al turbine e quando avverranno
l'angoscia e l'oppressione. 5. Accadrà che voi m'invocherete e non vi ascolterò;
i cattivi mi cercheranno e non mi troveranno. Odiarono la sapienza, non vollero
saperne del timore del Signore, né vollero ascoltare i miei consigli e
disprezzarono le mie esortazioni. 6. Per questo mangeranno i frutti della loro
condotta e si sazieranno della loro empietà. 7. Saranno uccisi per aver
commesso ingiustizie contro i fanciulli e il giudizio distruggerà gli empi. Chi
mi ascolta riposerà fiducioso sulla speranza e vivrà tranquillo lontano da ogni
male".
Umiltà nell'ubbidienza
LVIII, 1. Ubbidiamo
dunque al suo nome santissimo e glorioso e sfuggiamo alle minacce fatte dalla
Sapienza contro i disobbedienti, per riposare fiduciosi nel nome santissimo
della sua Maestà. 2. Ascoltate il nostro consiglio, e non avrete a pentirvi.
Vive Dio, vive il Signore Gesù Cristo e lo Spirito Santo, la fede e la speranza
degli eletti. Chi avrà praticato in umiltà, con costante mitezza e senza
rimpianto i comandamenti e i precetti dati da Dio sarà posto e annoverato nel
numero dei salvati da Gesù Cristo, per mezzo del quale a Lui la gloria nei
secoli dei secoli. Amen.
La grande preghiera
LIX, 1. Quelli che disubbidiscono alle parole di Dio, ripetute per mezzo
nostro, sappiano che incorrono in una colpa e in un pericolo non lievi. 2. Noi
saremo innocenti di questo peccato e chiederemo, con preghiera assidua e
supplica, che il creatore dell'universo conservi intatto il numero dei suoi
eletti che si conta in tutto il mondo per mezzo dell'amatissimo suo figlio Gesù
Cristo Signore nostro, col quale ci chiamò dalle tenebre alla luce,
dall'ignoranza alla conoscenza del suo nome glorioso, 3. a sperare nel tuo
nome, principio di ogni creatura: Tu apristi gli occhi del nostro cuore perché
conoscessimo te, il solo altissimo nell'altissimo dei cieli, il santo che
riposi tra i santi, che umilii la violenza dei
superbi, che sciogli i disegni dei popoli, che esalti gli umili e abbassi i
superbi. Tu che arricchisci e impoverisci, che uccidi e dai la vita, il solo
benefattore degli spiriti e Dio di ogni carne, che scruti gli abissi, che
osservi le opere umane, che soccorri quelli che sono in pericolo e salvi i
disperati, creatore e custode di ogni spirito che moltiplichi i popoli sulla
terra, e che fra tutti scegliesti quelli che ti amano per mezzo di Gesù Cristo,
l'amatissimo tuo figlio mediante il quale ci hai educato, ci hai santificato e
ci hai onorato. 4. Ti preghiamo, Signore, sii il nostro soccorso e sostegno.
Salva i nostri che sono in tribolazione, rialza i caduti, mostrati ai
bisognosi, guarisci gli infermi, riconduci quelli che dal tuo popolo si sono
allontanati, sazia gli affamati, libera i nostri prigionieri, solleva i deboli,
consola i vili. Conoscano tutte le genti che tu sei l'unico Dio e che Gesù
Cristo è tuo figlio e "noi tuo popolo e pecore del tuo pascolo".
LX, 1. Con le tue
opere hai reso visibile l'eterna costituzione del mondo. Tu, Signore, creasti
la terra. Tu, fedele in tutte le generazioni, giusto nei tuoi giudizi, mirabile
nella forza e nella magnificenza, saggio nel creare, intelligente nello
stabilire le cose create, buono nelle cose visibili, benevolo verso quelli che
confidano in te, misericordioso e compassionevole, perdona le nostre iniquità e
ingiustizie, le cadute e le negligenze. Non contare ogni peccato dei tuoi servi
e delle tue serve ma purificaci nella purificazione della tua verità e dirigi i
nostri passi per camminare nella santità del cuore e fare ciò che è buono e
gradito al cospetto tuo e dei nostri capi. 3. Sì, o Signore, fa' splendere il
tuo volto su di noi per il bene, nella pace, per proteggerci con la tua mano
potente e scamparci da ogni peccato col tuo braccio altissimo, e salvarci da
coloro che ci odiano ingiustamente. 4. Dona concordia e pace a noi e a tutti
gli abitanti della terra, come la desti ai padri nostri quando ti invocavano
santamente nella fede e nella verità; rendici sottomessi al tuo nome
onnipotente e pieno di virtù e a quelli che ci comandano e ci guidano sulla
terra.
LXI, 1. Tu, Signore,
desti loro il potere della regalità per la tua magnifica e ineffabile forza,
perché noi, conoscendo la gloria e l'onore loro dati, ubbidissimo ad essi senza
opporci alla tua volontà. Dona ad essi, Signore, sanità, pace, concordia e
costanza, per esercitare al sicuro la sovranità data da te. 2. Tu, Signore, re
celeste dei secoli, concedi ai figli degli uomini gloria, onore e potere sulle
cose della terra. Signore, porta a buon fine il loro volere, secondo ciò che è
buono e gradito alla tua presenza, per esercitare con pietà, nella pace e nella
dolcezza, il potere che tu hai loro dato e ti trovino misericordioso. 3. Te, il
solo capace di compiere questi beni ed altri più grandi per noi, ringraziamo
per mezzo del gran Sacerdote e protettore delle anime nostre Gesù Cristo, per
il quale ora a te sia la gloria e la magnificenza e di generazione in generazione
e nei secoli dei secoli. Amen.
Ricapitolazione degli argomenti trattati
LXII, 1. Fratelli, vi
abbiamo scritto abbastanza sulle cose che convengono alla nostra religione e
sono utili a una vita virtuosa per quelli che vogliono osservare la pietà e la
giustizia. 2. Abbiamo toccato tutti i punti che riguardano la fede, la
penitenza, la vera carità, la continenza, la saggezza e la pazienza. Vi abbiamo
ricordato che nella giustizia, nella verità e nella magnanimità bisogna piacere
santamente a Dio onnipotente, amando la concordia, dimenticando le offese,
nell'amore e nella pace con una benevolenza continua, come i nostri padri, di
cui abbiamo già parlato, si resero graditi con l'umiltà verso il Padre, Dio e
creatore, e tutti gli uomini. 3. E questo abbiamo ricordato con piacere, perché
eravamo certi di scrivere a fedeli eccellenti che hanno approfondito le parole
dell'insegnamento di Dio.
I messaggeri di pace
LXIII, 1. E' giusto
che noi con tali e tanti esempi sottostiamo, prendendo il posto
dell'obbedienza. Desistiamo dalla vana sedizione per raggiungere senza biasimo
lo scopo propostoci nella verità. 2. Ci darete esultanza di gioia se, divenuti
obbedienti a ciò che vi abbiamo scritto mediante lo Spirito Santo, smorzerete
la collera ingiusta della vostra gelosia, secondo l'esortazione fatta in questa
lettera alla pace e alla concordia. 3. Vi abbiamo inviato uomini fedeli e
saggi, vissuti in mezzo a noi con modi corretti dalla gioventù alla vecchiaia,
che saranno testimoni tra noi e voi. 4. Abbiamo fatto questo perché sappiate
che ogni nostro pensiero è stato ed è che ritroviate presto la pace.
La benedizione di Dio
LXIV, 1. Dio che tutto
vede ed è padrone degli spiriti e signore di ogni carne, che ha scelto il
Signore Gesù Cristo e noi mediante Lui ad essere suo popolo, conceda ad ogni
anima che implora il suo mirabile e santo nome, fede, timore, pace, pazienza e
magnanimità, continenza, purezza e prudenza. E sia gradita al Suo nome per
mezzo del sommo sacerdote e nostro protettore Gesù Cristo, per il quale sia a
lui la gloria, grandezza, potenza e onore, ora e nei secoli dei secoli. Amen.
LXV, 1. Rimandateci
presto nella pace e nella gioia i messaggeri da noi inviati, Claudio, Efebo e
Valerio Bitone con Fortunato perché ci annunzino
quanto prima la pace e la concordia invocate e desiderate, e presto noi ci
rallegriamo della vostra serenità. 2. La grazia del Signor nostro Gesù Cristo
sia con voi e con tutti quelli ovunque chiamati da Dio per mezzo Suo e a Lui
sia gloria, onore, potenza e maestà e regno eterno, dai secoli nei secoli dei
secoli. Amen.