1904 - 1905

Rivelazioni

a

Franz Schumi

 

 

Cristo e la Chiesa

 

Scritto teosofico cristiano

n. 58 / 2

 

Parte II

Sull’origine della messa, la transustanziazione, il vino, l’ostia e la vera adorazione

 

Titolo originale:  “Christus und Kirche Band II

Per l’edizione in lingua originale (1904):

Casa Editrice di Franz Schumi a Zurigo;

Editore su commissione: Cécil Bägel, Altona (Elbe) Holstenstraße 191

Stampa di Otto Bucholz in Amburgo (Germania)

 Traduzione e revisione a cura del gruppo “Amici della nuova Luce


 

 

Indice

 

Cap. 1

Esortazione del Padre agli insegnamenti della nuova Dottrina

17.02.1904

Cap. 2

Insussistenza dell’altare del sacrificio secondo le Scritture

 

2/1

La Mia Dottrina quale vera religione nel Nuovo Testamento

 

2/2

Il vero sacrificio espiatorio è amare il prossimo

16.05.1899

2/3

Il sacrificio della messa vale come statuto umano

 

2/4

Nascita della transustanziazione

 

Cap. 3

Il miracolo del vino presso Cristo e presso il sacerdote

 

Cap. 4

Riflessioni sulla commemorazione della nascita di Cristo

 

Cap. 5

La messa dei cattolici non proviene dalla Sacra Scrittura

 

Cap. 6

Dimostrazione che nell'ostia consacrata non c'è nessun Dio né Cristo

 

Cap. 7

Le messe per le anime o per i defunti sono statuti umani

26.01.1898

7/1

Dio non esaudisce le preghiere pagate

31.01.1898

Cap. 8

La lingua latina della Chiesa cattolica

 

8/1

Il libro della messa in latino

 

Cap. 9

Il vero sacerdozio di Dio

 

9/1

Ogni uomo è un sommo sacerdote di Dio

 

Cap. 10

Adorazione di Dio nello spirito (poesia)

 

Cap. 11

Il significato spirituale dell’ultima Cena dell’amore di Gesù

 

11/1

Carne e sangue di Cristo in rispondenza

 

11/2

Come va la storia della comunione cattolica romana?

 

11/3

Spiegazioni per la comunione secondo le dichiarazioni di Gesù

5.02.1899

11/4

La cerimonia religiosa è cessata con la croce di Gesù

 

11/5

Corpo e sangue di Cristo come parole di rispondenza

 

Cap. 12

La spiegazione del corpo e del sangue di Gesù nella Comunione

 

 

Allegati

 

Allegato 1

Domanda sul vero Cenacolo (J. Lorber)

25.04.1847

Allegato 2

Sulla Comunione cerimoniale del giorno di Natale (Gottfried Mayerhofer)

15.12.1870

 

 

Date storiche nel testo

Anno 2078 a.C. = 24 agosto: patto con Abramo

Anno 1 d.C. = 7 gennaio – nascita di Gesù

Anno 33 d.C. = 20-27 marzo: la Settimana santa

Anno 33 d.C. = 25-26-27 marzo: i tre giorni nel sepolcro

Anno 1215 d.C. = 6 gennaio: papa Innocenzo III istituisce la transustanziazione

 

 

 

 

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Cap. 1

Esortazione del Padre agli insegnamenti della nuova Dottrina

Graz, 17 febbraio 1904

1. Miei cari figli! Il tempo del ritorno di Cristo è effettivamente cominciato, e precisamente attraverso i media (medium del Padre) della fede teosofica cristiana, che è chiamata ad essere la fede e la religione del regno millenario dello Spirito di Cristo sulla Terra.

2. Questo dato di fatto dimostra che tutti voi, senza alcuna eccezione di chiesa e di setta, abbandoniate le cerimonie della Chiesa di Roma che finora ha infranto la Bibbia con falsi ordinamenti, false interpretazioni ed è contro la Mia Dottrina, e passiate tutti alla dottrina cristiana-teosofica, poiché solo questa è la Mia Dottrina centrale e principale, perché Io stesso ve la detto facendola scrivere tramite i Miei attuali profeti, chiamati medium del Padre.

3. Non c’è nessuna chiesa o setta nel Mio vero, puro insegnamento! Questo l’ho dimostrato attraverso il libro di Lutero; ve lo mostro qui verso la Chiesa romana; anche nella rivista “Die Liebe” (“L’amore”) verso la Nuova Chiesa swedenborghiana, e lo farò ancora su altre sette, perché tutti devono ascoltare la Mia santa Parola, qual è la volontà del Mio Amore per i Miei figli! Leggete e diffondete la notizia del Mio ritorno che consiste nelle ‘nuvole’, che sono i Miei insegnamenti dettati nei libri stampati.

4. Accogliete queste poche parole nell’amore per il Padre vostro Gesù, affinché vi possano portare benedizioni e progresso spirituale. Amen!

 

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Cap. 2

Insussistenza dell’altare del sacrificio secondo le Scritture

1. Mosè (Deut. 10,17-18) scrisse: «Poiché Dio è grande, forte e potente, non accetta doni (ovvero, sacrifici cerimoniali)! Egli esercita giustizia verso gli orfani e le vedove, ama il forestiero (povero) e gli dà pane e vestiario». --- La stessa cosa disse il re Davide nei salmi più di mille anni prima di Cristo:

I ) Salmo 40,7: «Vittime e offerte, o Jehova, Tu non gradisci (vale a dire di “ostie”), gli orecchi mi hai aperto (spirituali affinché ascolti); non mi richiedi olocausti e sacrifici per il peccato».

II ) Salmo 51,18-19: «Tu non vuoi un sacrificio (cerimoniale), se a Te lo offro; non ti piacciono gli olocausti (ovvero l’ostia). Un sacrificio gradito a Dio è uno spirito contrito; un cuore contrito e umiliato, o Dio, Tu non disprezzi!»

III ) Il Signore dice: (Geremia 7,22) «Io non parlai con i vostri padri, né comandai loro l’offerta di olocausti, di sacrifici e di altro, quando li trassi  dall’Egitto» (ma li hanno introdotti loro stessi secondo gli esempi pagani).

IV ) (Osea 6,6): Il Signore dice: «Ho gioia nell’Amore, e non nel sacrificio, nella conoscenza e nell’adorazione di Dio, e non nell’olocausto».

2. Ora si rilegga come il profeta Isaia parla dei creatori di idoli in Isaia 44, 9-19:

«I fabbricanti di idoli sono tutti un nulla, e quanto essi prediligono non li può aiutare. Essi sono testimoni dell’opera delle loro stesse mani, e non vedono niente e non notano nulla; per questo devono essere svergognati. Chi sono coloro che fabbricano un idolo o fondono un’immagine che non gli serve a nulla? Ecco tutti i fedeli dell’idolo sono confusi, infatti, gli artigiani che l’hanno fatto sono uomini! Si radunino tutti, si presentino! Saranno spaventati e coperti di vergogna. Si tagliano i cedri, si prendono delle querce, si fa la scelta tra gli alberi della foresta, si piantano dei pini che la pioggia fa crescere. Questo dà alla gente legna da ardere, ne prende per scaldarsi, ne accende anche il forno per cuocere il pane e ne fa pure un idolo e lo adora; ne scolpisce un’immagine davanti alla quale s‘inginocchia. Ne brucia metà nel fuoco, con l’altra metà prepara la carne, la fa arrostire e si sazia, si scalda anche e dice: “Ah, mi sono scaldato, vedo il mio piacere nel fuoco”. Con l’avanzo si fa un dio come suo idolo, davanti al quale s’inginocchia lo adora e lo prega: “Salvami, perché tu sei il mio dio”. E questi creatori di idoli non hanno conoscenza e comprensione nei loro cuori affinché dicano:”Una metà l’ho bruciata nel fuoco e ci ho cotto il pane, e vi ho arrostita la carne sulla brace e l’ho mangiata e, con il resto, farei un idolo abominevole? M’inginocchierei davanti ad un pezzo di legno?»

3. E ora si legga questo in elaborazione e trasformazione del Nuovo Testamento: Il creatore di idoli è vanitoso e il suo onore, il suo “venerabile“ non è di nessun vantaggio. Egli va nel campo dove cresce il grano, da questo prende ciò di cui si nutre e da esso si cuoce il pane. Si sazia anche di questo e dice: “Mi sono saziato del pane fatto con la farina”.

4. Poi, dal resto della farina si fa con l’acqua una densa fluidità di tale farina, la cuoce nelle forme di cialde per farne delle ostie, e il sacerdote ne fa il suo dio, davanti a queste fa le sue genuflessioni, le adora e alla fine le mangia e pensa: “Questo è il corpo vivente e il sangue vivente del Signore nostro Gesù Cristo!” ‒ O tenebra sconfinata dello spirito che domina in questa Chiesa romana!

5. In Isaia 44, 9-19: dal lato cattolico romano si scorgerebbe qui una beffa dell’eucarestia che è sacra ai cattolici, tuttavia questo non è inteso qui, ma dà solo la testimonianza della verità, che voi qui avete a che fare con una grossolana cerimonia pagana anticristiana, che bolla Dio e gli apostoli per bugiardi e dichiara il Nuovo Testamento, o la Parola di Cristo, per una dottrina eretica e menzognera, come lo potete vedere chiaramente dalla ‘Lettera agli Ebrei’.

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2/1 - La Mia Dottrina quale vera religione nel Nuovo Testamento

 

6. In Giovanni 4,24 ho detto: «Dio è uno Spirito, e chi vuole adorarLo, lo adori in Spirito (l’amore del suo cuore) e in Verità!» (attraverso la conferma nelle opere dell’amore per il prossimo). Così ho insegnato Io, come Cristo, ad adorare Dio, ma non nell’impasto di farina in un ostia!

7. Quando dodicenne Io, Gesù, dissi ai farisei nella scena dei tre giorni: “Dio non ha bisogno in eterno dei vostri sacrifici (materiali e cerimoniali), ma che voi Lo riconosciate nel vostro cuore, che Lo amiate sopra ogni altra cosa e amiate il vostro prossimo nei poveri fratelli (e sorelle) come voi stessi, facendo loro tutto ciò che potete saggiamente desiderare che loro facciano a voi; allora troverete di nuovo tutta la Grazia presso Dio, e sarete accolti da Lui come una madre accoglie i suoi amatissimi figli, e vi proteggerà come una leonessa protegge i suoi cuccioli e si prenderà cura di voi come una chioccia si prende cura dei suoi pulcini”.

8. Il cuore dell’uomo è l’unico altare che è degno di Dio, l’artefice della vita. Su questo altare il fuoco del puro amore egli deve divampare e consumare tutte le passioni stimolate dai sensi. Questo è l’unico sacrificio gradito a Dio!

9. I sacrifici esteriori del Vecchio Testamento sono sempre stati solo i suoi simboli, e dopo che Io, Cristo, sul Golgota ho sofferto il sublime sacrificio di Me stesso, l’umanità non ha più bisogno di simboli.

10. Dopo il sacrificio di Cristo la vera religione consiste nella parola della verità e dell’atto d’amore. L’altare del sacrificio del Nuovo Testamento sia fondato nel vero pieno amore per Dio e, da questo, con il benevolo e disinteressato sostegno ai poveri, alle vedove e agli orfani per rivelarsi come opere d’amore per il prossimo, in Cristo. Qualunque cosa che va al di sopra, può solo dar scandalo e guidare l’umanità al servizio idolatro. Ciò che abbaglia i sensi come le cerimonie, non educa lo spirito.

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2/2 - Il vero sacrificio espiatorio è amare il prossimo

Graz, 16 maggio 1899

11. Nel Vecchio Testamento si offriva a Dio attraverso delle primizie, un sacrificio espiatorio per i peccati, tanto in grano quanto anche in animali. Quando però il Primogenito, il Figlio di Dio stesso, si è sacrificato al Padre Suo per tutti i peccati commessi da Adamo (Ebr. 9,15; Rom. 3,25), disse alla fine, prima di morire sulla croce: «È compiuto!».

12. Perciò Io, Gesù, non ho mai detto che si deve sacrificare all’altare materiale secondo l’uso del Vecchio Testamento, anche nel Nuovo, ma Mi sono sacrificato una volta per tutte al Padre Mio Celeste ed ho suggellato la fine del sacrificio materiale con la parola “È compiuto” (Gv. 19,30; Ebr. 10,10).

13. In cambio vi ho stabilito un vivente altare nel vostro povero prossimo, cosa che vi dimostra la narrazione del buon Samaritano che ho presentato come esempio del cristiano amore per il prossimo (Luca 10, 30-37).

14. Quando il maestro ebreo della legge Mi chiese: «Maestro, qual è nel libro della Legge il più grande comandamento?» Io gli risposi: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua e con tutto il tuo sentimento. Questo è il primo e più grande comandamento» (Mt. 22, 37; Deut. 6,5).

15. A questo c’è il secondo uguale: «Ama il prossimo tuo come te stesso» (Lev. 19,18). Infatti, in questi due comandamenti è contenuta l’intera Legge (di Mosè) e i profeti (Mt. 22,35-40).

16. Ma perché il secondo comandamento è uguale al primo come comandamento principale? – Perché lo Spirito di Dio dimora in ogni uomo, come rivelato tramite Paolo nella prima (1° Cor. 3,16-17 / 6,19) e nella seconda (2° Cor. 6,16 / 13,5) lettera ai Corinzi e nella lettera ai Romani (Rom. 8,11). Perciò Io dissi : «In verità vi dico, ogni volta che avete fatto queste cose a uno dei più piccoli di questi Miei fratelli, l’avete fatta a Me» (Mt.25,40). Dissi anche: «Tutto quanto desiderate che gli uomini facciano a voi, fatelo voi pure a loro» (Mt. 7,12).

17. Il vostro corpo, sia carnale che animico, è il tempio e l’involucro dello spirito dimorante in voi proveniente da Me, secondo l’apostolo Paolo, ecco perché ogni uomo è vostro prossimo, perché ognuno è un figlio di Dio. E poiché tutti voi avete un solo Padre spirituale, perciò vi ho detto come Dio Padre: «Voi tutti siete fratelli e uno solo è Padre vostro, quello che è nei Cieli (equivalente con: nel vostro cuore)» (Mt. 23,8-9).

18. Dal momento che Dio è uno spirito in stato assoluto (cioè puramente spirituale), allora non ha bisogno né di offerte in denaro (ad eccezione del sostegno alle pubblicazioni delle Mie parole paterne; e ciò di cui avete bisogno per avere una casa di riunione per tutti) né di frutti materiali o addirittura di candele ardenti, le quali sembrano dover bruciare perfino durante il giorno per illuminare la grande tenebra spirituale che domina nei fedeli presenti; ‒ poiché come spirito Io non mangio niente di materiale! Questo deve comprenderlo ogni uomo ragionevole, perciò è evidente che ogni cosiddetto sacrificio a Dio, è solo un sacrificio ai sacerdoti, ma non a Dio!

19. Diversamente sta con le opere d’amore per il prossimo, poiché il prossimo, se povero o orfano, nel Nuovo Testamento è l’unico altare sacrificale a Me compiacente. Potete fare del bene a questi altari sacrificali, perché sono figli di Dio e allo stesso tempo vostri fratelli e sorelle, e potete condividere con loro la vostra sovrabbondanza, perché questo è l’unico sacrificio gradevole dinanzi a Me, dinanzi al Padre vostro Gesù (Ebr. 13,16; Mt. 25,40; Mt. 22,35-40; 2° Cor. 8,14).

20. Ho già detto nel Vecchio Testamento che ho gioia solo nell’amore e non nel sacrificio materiale, ho gioia nella conoscenza di Dio e non nel sacrificio. Quando poi comparvi in Cristo, ho spiegato che questo amore e questa conoscenza consistono nelle opere d’amore per il prossimo, amore che ognuno deve praticare su amici e nemici, quando sono nel bisogno (Mt. 5,44; 1° Cor. 13,13; Mt. 22,5-40; 2° Cor. 8,14).

21. Il sacramento dell’altare è quindi nient’altro che un cuore pieno d’amore, di umiltà, di innocenza, di pazienza, di misericordia e abnegazione per il prossimo bisognoso, che ami Dio sopra a tutto e il prossimo in modo innocente, cioè senza (alcun) giudizio sofisticato, come si amano i buoni figli tra di loro e si sopportano come fanciulli.

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2/3 - Il sacrificio della messa vale come statuto umano

 

22. La Messa latina fu stabilita e introdotta da papa Leone[1] nel 459 il 25 aprile.

23. La concezione primitiva della messa era questa: essa è una piacevole commemorazione di Dio, della Sua sofferenza e morte. Più tardi invece si raffinò questa concezione che Dio la vuole avere così, e predicarono dinanzi al popolo quali grandi meriti si sarebbero guadagnati con questa, se si va a messa ogni giorno. Il popolo credeva e seguiva ciò che gli veniva detto, ma in tal modo la messa fu presto stabilita come il più grande e più gradito sacrificio a Dio. In seguito, la lettura delle messe si fece ben pagare, e questo è continuato fino al giorno d’oggi.

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2/4 - Nascita della transustanziazione[2]

 

24. Durante il periodo che va dal 1198 al 1216 governò il papa Innocenzo III[3], il quale si permise di sostenere che attraverso la consacrazione sacerdotale, il pane e il vino trapassavano nella Mia carne e sangue vivente e, dalla sua creazione, chiamò questo sproposito ‘transustanziazione’ o ‘trasformazione’. Assurdità questa, pronunciata e convalidata pubblicamente il 16 gennaio 1215.

 

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Cap. 3

Il miracolo del vino presso Cristo e presso il sacerdote

(riflessione di Franz Schumi)

Se alle nozze di Cana quando Gesù diede l’ordine di offrire l’acqua trasformata in vino, gli ospiti in questa bevanda avessero trovato solo il gusto dell’acqua, qualcuno crede che lo si sarebbe chiamato miracolo? No! Certamente no! E perché ognuno ne fu sorpreso? Perché l’acqua trasformata in vino, in verità, non aveva ricevuto il colore, ma il sapore di un vino assai eccellente, sebbene Gesù non ne avesse parlato. Ebbene, qui la differenza tra Cristo e il sacerdote è particolarmente del tutto evidente. Gesù Cristo ha fatto il miracolo, e non ne ha parlato perché il miracolo stesso ha dato testimonianza della verità; invece il sacerdote parla del miracolo della trasformazione dell’ostia nel corpo vivente di Cristo, e del vino nel sangue vivente di Cristo, e non ne fa nessuno! Perciò inganna i credenti con l’asserzione che sia avvenuto il miracolo della trasformazione, ma di questa non è affatto avvenuta, poiché l’ostia conserva la forma, il colore, il peso e il sapore dell’ostia, e così anche il vino rimane vino, e questo lo confuta[4] anche il sacerdote che parla e balbetta qualcosa che nessuno vede, né sente, né è convinto. Se un prete dice che opera miracoli che nessuno vede né sente, allora non deve essere considerato nient’altro che un comune bugiardo e ingannatore di popoli, perché la Chiesa romana maledice e condanna chiunque non crede ai suoi statuti umani (con l’anatema!)! Bisogna quindi notare, che i miracoli compiuti si devono vedere o percepire spiritualmente, come si vedevano e si sentivano presso Cristo, oppure … essi non sono miracoli!

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(Parla il Signore)

1. Miei cari figli, dall’assurdità pagana anticristiana denominata “transustanziazione”, che non vale la pena parlarne, ci rivolgiamo subito alla nostra epoca e consideriamo ciò che oggigiorno viene riferito al popolo credente dal prodotto sacrilego di Innocenzo III. La Chiesa cattolica romana insegna:

«Il sacrificio della santa messa è di natura non differente dal sacrificio sulla croce, ma è con questo, uno e lo stesso sacrificio; solo il modo di sacrificare è differente. Esso è sostanzialmente lo stesso... ‘Sacrificio’ come la passata crocifissione sul Golgota, perché sulla croce, così come sull’altare, viene offerto e sacrificato Egli stesso, Gesù Cristo, nostro Signore. Solo il modo di sacrificare è diverso; sulla croce Gesù Cristo si è sacrificato in modo cruento, cioè Egli ha veramente ed effettivamente sacrificato la Sua vita; sull’altare invece Egli si sacrifica in modo incruento, cioè rappresenta, diventando effettivamente presente sotto le forme separate del pane e del vino, il Salvatore morente per il genere umano, presentandosi al Padre Celeste; e così rinnova il sacrificio compiuto sulla croce senza più soffrire e morire».

2. Consideriamo ora questo stravagante capoverso secondo il suo contenuto: i sacerdoti ebrei hanno eseguito solo in un Cristo e solo una volta il terribile dramma della crocifissione di Cristo sul Golgota; oggigiorno ci sono molte migliaia di cristi che, nelle molte migliaia di chiese, in una mattinata vengono inchiodati sulla croce da migliaia di sacerdoti romani sugli altari delle loro chiese, proprio come un giorno sul Golgota. Perciò vi è la sofferenza quotidiana del Signore, la crocifissione quotidiana dei sacerdoti romani al loro Dio!

3. Ma Io, Cristo, sono nondimeno Lo stesso Dio Padre, come profetizzò in anticipo la Mia incarnazione Isaia nel 9° capitolo, 5° versetto: «Un figlio ci è nato, un figlio ci è stato dato .... che si chiama meraviglioso (Creatore), consigliere (dell’Amore Divino o Sapienza Divina secondo 1° Cor.1,24, il che significa: ‘Figlio di Dio’) e forza, ovvero onnipotenza di Dio (che significa, uguale a ‘Spirito Santo’), eroe (virtù divine, perciò Portatore della Divinità), Dio-Padre dall’eternità o Padre eterno (quindi nessun altro che Dio stesso) e Principe della Pace» (della vita spirituale). Questa profezia è così chiara ed elevata, che mai si potrebbe cadere in un così raccapricciante errore come è caduta la Chiesa, se lo Spirito Santo di Cristo della Verità divina dovesse governare in Roma.

4. Non solo Isaia, ma Io, Cristo, dissi di Me stesso che sono ‘Dio Padre’, come lo dimostrano i seguenti versetti del Nuovo Testamento: «Io e il Padre siamo Una cosa sola» (Gv. 10,30).

5. In un altro passo dissi: «Chi vede Me vede Colui che Mi ha mandato, quindi l’Iddio Padre Stesso, che significa l’Amore nella Divinità» (Gv. 12,45). In occasione dell’ultima cena i discepoli e l’apostolo Filippo volevano che Io mostrassi loro il Padre, allora gli risposi in tutta serietà: «Filippo, da tanto tempo sono con voi, e tu non Mi hai ancora riconosciuto? Chi vede Me vede il Padre; allora come puoi tu dire mostraci il Padre?» (Gv. 14,9). E tramite l’apostolo Paolo dissi: «In Cristo dimora l’intera pienezza della Divinità» (Col. 2,9). C’è mai stato più di un Dio completo?

6. Io, Gesù, quale l’onnisciente Dio, avrei quindi il più grande piacere di farMi crocifiggere ogni giorno continuamente molte migliaia di volte, farMi inchiodare e trafiggere? E poiché questo non è possibile eseguire in un solo Dio, moltiplicarMi tutti i giorni in circa centinaia di migliaia di Cristi, affinché sia sacrificato dai sacerdoti allo stesso modo del Golgota, e tutto questo per far piacere a Me stesso, perché secondo la su esposta spiegazione, Dio Padre si sarebbe sacrificato per proprio divertimento?

7. O uomini! Potete voi ritenere un così grossolano non senso, ancora per verità? Svegliatevi dalla vostra ipnotizzazione dovuta alle parole sacerdotali!

8. Chi sa leggere spiritualmente le Sacre Scritture secondo il senso Divino, troverà sicuramente e facilmente i passi dove Dio Padre, nella rispondenza spirituale, significa “Amore”; e Figlio di Dio significa “Sapienza”, e Spirito Santo, “Onnipotenza in Dio”.

9. Prima dell’incarnazione, Dio era impersonale, perciò nel Vecchio Testamento si diceva che nessuno può vedere Dio e vivere, perché Egli è un fuoco divorante (d’Amore - Esodo 33,20; Deut. 4,25). Per vero, talvolta Dio si è mostrato agli uomini, ma sempre parlando solo attraverso il corpo di un arcangelo. Attraverso il corpo animico di tale arcangelo, Dio si è mostrato agli adamiti e agli israeliti, consolidando il corpo animico spirituale dell’arcangelo come se fosse materiale, e lo lasciava comparire, attraverso il quale Egli parlava e guidava il popolo (vedi “La Santa Trinità” cap. 11,2).

10. Solo in Cristo, Dio si è creato un proprio corpo umano, in cui Egli dimora come Dio visibile. Quindi c’è un solo Dio in una Persona che sono chiamato Gesù Cristo Jehova Zebaoth, ma né tre né parecchie migliaia di persone. Certamente posso moltiplicarmi tutte le volte che è necessario, solo che non lo faccio a favore dei sacerdoti che condannano e sfruttano gli uomini e crocifiggono Dio.

11. La seconda metà del passo citato sopra da discutere, recita: Solo la via del sacrificio è diversa; sulla croce Gesù Cristo si è sacrificato in modo cruento, cioè ha dato veramente ed effettivamente la Sua vita; invece sull’altare, Gesù si sacrifica in modo incruento, cioè rappresenta, diventando effettivamente presente sotto le forme separate del pane e del vino, il Salvatore morente per il genere umano, presentandoSi al Padre Celeste e così rinnova il sacrificio compiuto sulla croce senza più soffrire e morire”.

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12. (spiegazione): Se Io, Cristo, non fossi veramente Dio Padre, ma solo un Figlio di Dio in senso materiale, allora un tale sacrificio avrebbe un senso se avessi davvero sofferto giornalmente, perché altrimenti non è un sacrificio, bensì una vana apparenza, una menzogna, un inganno, perché tutto ciò che si sacrifica, lo si deve togliere a se stessi, quindi farne a meno, che si tratti di denaro o di beni; ma se ci si sacrifica per qualcuno, allora si deve soffrire in un modo o nell’altro spiritualmente o materialmente, ma si deve sempre godere e soffrire in maniera spirituale animica, poiché questo dimostra che quando l’uomo muore, non è il corpo di carne, bensì il corpo animico che giunge alla sofferenza o alla beatitudine, mentre il corpo di carne marcisce come un cadavere di animale e non sente in sé alcuna sofferenza.

13. L’uomo che non sa, crede che sia solo il corpo di carne a soffrire, ma non è così, è proprio l’anima la sofferente e, nella sua paura, fa soffrire insieme la carne. È lei che anima la carne, altrimenti questa è morta e insensibile. Ci si può convincere di questo attraverso la condizione del volere o dello stato di volontà, concentrando l’intera forza del pensiero lontano dal luogo della sofferenza su qualcos’altro per mezz’ora o per un’ora intera e, se si è svolto bene, il dolore sparisce. ‒ Si noti un secondo caso: se qualcuno ha sofferto a lungo in un piede o in una mano e l’arto gli viene alla fine amputato, in seguito sente la stessa sofferenza ancora a lungo dove l’aveva sentita prima, quindi la sente sul membro spirituale invisibile, perché il materiale non è più presente.

14. Si prenda ora in considerazione particolarmente un terzo caso: qualcuno patisce dei dolori, giorno e notte. All’improvviso si addormenta e finché non si risveglia non sente alcun dolore alla parte sofferente, e perché no? Perché con l’addormentarsi, l’anima vivificante il corpo di carne esce dal corpo e se ne separa, ma con ciò il corpo di carne diventa inattivo, perché senza anima esso non ha sentimento e quindi cessa il dolore. Con l’entrata dell’anima di nuovo nel corpo di carne, ricomincia la sua paura infantile e il dolore ‒ ahimè, ricomincia di fresco.

15. Questa spiegazione era necessaria per comprendere lo svolgimento del fatto che l’anima è la parte cagionante e sofferente il dolore; poiché altrimenti non ci sarebbe nessuna sofferenza infernale per l’anima senza il corpo di carne.

16. Se non fossi l’unico Dio, ma come Cristo Mi sacrificassi ogni giorno spiritualmente al Padre Celeste – anche se non cruento ‒ allora Io, come si può vedere da questa spiegazione, dovrei patire terribili dolori nella Mia Anima.

17. Quando nel giardino del Getsemani avvertii la Mia sovrastante sofferenza che, in spirito, avevo previsto precisamente, come Uomo capitai in una tale inconcepibile angoscia e trepidazione che sudai sangue; allora, trasferito nel più alto turbamento angoscioso immaginabile che sia possibile ad un uomo, implorai l’Amore di Dio dicendo: «Padre Mio, se è possibile, allontana da Me questo calice; tuttavia, accada non come voglio Io, ma come vuoi Tu!». Quando però, come Cristo, sentii già tali terribili preparazioni di sofferenze spirituali, e poi la terribilissima sofferenza materiale spirituale sulla croce, dalla quale dovevo sopportare paura e trepidazione, sangue e sudore, ‒ come si può allora sostenere il terribile non senso che adesso Mi sacrifichi giornalmente molte migliaia di volte senza soffrire? Poiché, è stato dimostrato che la carne non pecca né soffre, ma solo l’anima, per la qual cosa solo lei è ritenuta responsabile dopo la morte e va all’inferno, e lì deve soffrire, ma non la carne che marcisce e scompare nella tomba senza dolore e passa in altre forme di vita. La vana illusione del sacrificio senza sofferenza è quindi falso, perché non esiste un sacrificio senza sofferenza, così neanche esiste sacrificio se qualcuno promette di sacrificare 100.000 corone o marchi a parole, ma non lo fa mai.

18. Se la carne fosse la parte peccaminosa e sofferente, allora l’anima dovrebbe marcire e il corpo di carne dovrebbe andare all’inferno e soffrire, invece è l’anima che pecca, e per questo solo lei deve soffrire.

19. Se però già un padre terreno, purché abbia un chiaro discernimento, non pretenderebbe da suo figlio un insensato sacrificio tormentoso per il suo godimento privato, come si potrebbe incorrere nel pensiero più tenebroso, tanto da escogitare e presupporre qualcosa di così tirannico dall’eterno Amore e Misericordia di Dio?

20. I sacerdoti fanno trasformare Me, Cristo, in pane e vino. Ma il pane e il vino non possono essere Dio, né materialmente né spiritualmente, poiché il pane e il vino sono proprio pane e vino e niente altro; ma di certo, parole di rispondenza spirituale per l’insegnamento di Dio e l’Amore per Dio, come viene spiegato sotto la parola ad effetto “comunione”.

21. Meglio di tutto è invece la (loro) conclusione: dopo che Dio ha trasformato Cristo in pane e vino senza senso e quindi non rappresenta più una Divinità, questo pane di farina e il vino, di Cristo, prima descritto, si sacrifica al Padre Suo celeste senza più soffrire e morire. ‒ In verità, qualcosa con un non senso più elevato non può essere inventato così presto.

22. Scherzi a parte, qui Dio, Gesù Cristo, viene trasformato in pane e vino dai sacerdoti, e alla fine viene mangiato tutto dal prete come fosse un animale da sacrificio, chiamato “ostia”. Ma un dio che viene fabbricato e mangiato dal sacerdote non è proprio un dio, bensì farsa ecclesiastica, commedia ecclesiastica teatrale per l’istupidimento del popolo e sfruttamento di denaro per pagamenti di messa!

 

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Cap. 4

Riflessioni sulla commemorazione della nascita di Cristo

1.               La solennità della Mia incarnazione la Chiesa la festeggia il 24 dicembre; Io invece sono nato il 7 gennaio al mattino presto.

2.               Alla Mia venuta a Betlemme innumerevoli miriadi di angeli cantarono l’Osanna; invece i servitori della Chiesa, cioè i sacerdoti, leggono ciascuno tre messe tra la stessa notte (1900!) e la mattina seguente che, secondo la loro stessa dichiarazione, è lo stesso sacrificio che Io ho subito sanguinando sulla croce; quindi ogni sacerdote mi crocifigge già alla nascita tre volte, ‒ anziché farMi cantare l’Osanna dall’intera comunità!

3.               Quale cerimonia pagana anticristiana è tuttavia questa celebrazione per mezzo di tre messe! Come se volessero dire: “Certamente viviamo nel Suo Nome, ma dal momento che Egli disse determinato: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt. 10,8), Lo crocifiggiamo tre volte alla nascita e Lo rendiamo innocuo alla nostra coscienza, dato che noi siamo i servitori di mammona, nonostante Lui disse: «Non potete servire allo stesso tempo, Dio e Mammona» (Mt. 6,24; Luca 16,13). Noi invece serviamo solo per danaro, e questo è il dio mammona del mondo”.

4.               Io dissi una volta per tutte sulla croce: «È compiuto!» e ciò che Dio dice, è detto ed è vero! Col sacrificio della messa cerimoniale, invece, è stata introdotta e sollevata una contraddizione verso di Me e una negazione della Verità nelle Mie parole, testimoniando in maniera convincente con la ripetizione quotidiana della crocifissione che questa non sarebbe ancora terminata. E quindi con questa cerimonia, come viene intesa oggigiorno, Io, Dio Padre in Cristo, sono stato fatto da Principe della Pace a Principe delle bugie.

5.                L’intera messa è quindi nient’altro che un grossolano non senso, la ripetizione cerimoniale della passata vera crocifissione della Mia Persona.

6.               Anzitutto i sacerdoti nell’ostia citano Dio che, come essi dichiarano sulle parole: “Hoc est enim Corpus Meum” ecc. (“Questo è il Mio corpo”) secondo Matteo 26,26-28 ‒ deve discendere dal Cielo! Poi Lo crocifiggono con la transustanziazione, poi Lo adorano, e in ultimo Lo mangiano crocifisso ma vivente con la comunione in un’ostia con carne e sangue!

7.               Sorge la domanda: “Come giunge il clero romano a crocifiggerMi, come Cristo, molte migliaia di volte ogni giorno continuamente? Che male gli ho fatto?”

8.               E tu, povero popolo della Chiesa, non riesci a vedere che Io guardo questo senza nessuna gratitudine per Me, tuo Dio e Padre Gesù, che ti ha liberato dal peccato originale sotto la più inconcepibile sofferenza, perché i dolori più terribili sul Golgota e la morte dolorosa sulla croce, ognuno per se stesso, avrebbe dovuto gustarli fino in fondo, come li ho gustati fino in fondo Io, Gesù, per tutti, se ti vuoi riguadagnare la grazia della figliolanza che hai perso attraverso il peccato originale. E tu corri così diligentemente dietro a questo orribile atto della crocifissione di Cristo eternamente ripetuta!

9.                Non sai tu che gli Ebrei, per la crocifissione compiuta solo una volta, furono puniti già così terribilmente con la distruzione di Gerusalemme, del loro tempio, e con l’annientamento del loro regno, essendo in parte venduti come schiavi, in parte dovettero fuggire in tutti i paesi, prima del massacro da parte dei Romani dall’anno 70 dopo la Mia morte fino al 135, se volevano salvare le loro vite? ‒ E vedi, i tuoi stessi sacerdoti dicono che spiritualmente fanno la stessa cosa che una volta hanno fatto i farisei a Me con i loro sgherri! E tu vai spensieratamente a queste molte crocifissioni del tuo Dio, e credi che compi un’alta devozione, assistendo a questo abominio!

10.           Sì, anche gli Ebrei del Tempio, un giorno hanno pensato questo, ma la punizione postuma fu assai terribile! ‒ E vedi, se gli uomini non crederanno e non osserveranno le Mie parole, allora dovrò visitarli come un giorno ho visitato gli Ebrei. Ho già iniziato, …i grandi avvenimenti disastrosi quotidiani sono la Mia sferza, perché gli uomini rigettano sempre più il Mio puro Insegnamento divino e diventano sempre più infernali.

11.           Cambiatevi e fate penitenza, e convertitevi al Mio Insegnamento religioso cristiano-teosofico!

 

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Cap. 5

La messa dei cattolici non proviene dalla Sacra Scrittura

1.               Sulla messa come statuto introdotto dagli uomini, si trova un giudizio apostolico attraverso l’apostolo Paolo che in Colossesi 2,20-23 scrive: «Non lasciatevi imporre i precetti del mondo. Non toccate, non gustate, non tastate; tutte cose destinate a perir con l’uso, cose che furono stabilite secondo le prescrizioni e gli insegnamenti degli uomini. Tali dottrine possono certamente avere l’apparenza di saggezza in un servizio Divino perfino ben voluto (introdotto dagli uomini). Ma questo non è da Dio, perciò è statuto umano».

2. Nella ‘Lettera agli Ebrei’ l'apostolo Pietro usa un linguaggio particolarmente deciso direttamente contro ogni allestimento cerimoniale per una rappresentazione pittorica ripetitiva della Passione di Gesù, come segue:

I ) (Ebrei 9,12): «…Gesù è entrato una volta per sempre nel Santissimo col proprio sangue e ci ha portato in eterno la redenzione (dal peccato originale)».

II ) (Ebr. 9,25-28): «non per doversi sacrificare più volte, come il sommo sacerdote (del tempio) ogni anno entra nel Santissimo (a Gerusalemme) con sangue non suo (di animale); altrimenti Gesù sarebbe dovuto essere crocifisso migliaia di volte al giorno da quando soffrì e morì (secondo la messa romana introdotta da Papa Leone I detto Magno nell’anno 459); invece Egli è comparso una volta sola, nella pienezza dei tempi, per togliere il peccato originale (per l’arrogante disobbedienza di Adamo verso il comando di Dio) col sacrificio di Se stesso. E come è stabilito che gli uomini muoiono una volta sola, così pure Cristo fu offerto in sacrificio una volta sola per estinguere i peccati di molti»

III ) (Ebrei 10,10): «E tramite questo unico sacrificio del corpo di Gesù Cristo noi siamo purificati una volta per tutte» (dal peccato originale di Adamo, che abbiamo commesso come spiriti discendendo dallo spirito di Adamo - Gen. 3,15; Isa. 53,10-12; Ebr. 9,15; Rom. 3,25; 1° Tim. 2,14).

IV ) (Ebr. 10,14-24): «Poiché con un solo sacrificio ha reso perfetti i purificati (dal peccato originale) in eterno. E questo lo attesta anche lo Spirito Santo. Infatti, dopo aver detto: Questa è l’alleanza che un giorno farò per loro (non appena saranno diventati puri servitori dello Spirito di Dio nel loro cuore), dice il Signore: porrò le Mie leggi nei loro cuori e nella loro mente, e dei loro peccati e delle loro trasgressioni (della prima alleanza) mai più ricorderò. Ma dove i peccati sono stati perdonati non ci può essere più sacrificio per il peccato. Fratelli, poiché per mezzo del sangue di Gesù abbiamo il diritto gioioso di entrare nel Santissimo (che rappresenta la rinascita dello spirito), ma questo su una nuova e vivente via che Egli ci ha consacrato attraverso la cortina, cioè attraverso il suo corpo (riconciliando il Padre con i figli e aprendo loro la porta del Cielo), e poiché noi (in Gesù) abbiamo un Sommo Sacerdote a capo della casa di Dio, allora accostiamoci con un cuore sincero e con piena fede, come aspersi nei cuori, liberati da cattiva coscienza e lavati nel corpo con acqua pura; manteniamo salda la professione della speranza, poiché fedele è Colui che ha fatto la promessa, e dobbiamo essere vigilanti a vicenda per stimolarci all’amore e alle opere buone».

V ) (Ebr. 14,29): «Già chi violava la legge di Mosè doveva morire. Di qual supplizio più atroce, pensate voi, non sarà degno colui che avrà calpestato il Figlio di Dio (mediante l’istituzione di statuti umani anticristiani) e reputato come immondo il sangue dell’alleanza, col quale è stato santificato, e avrà fatto oltraggio allo Spirito della grazia (cioè Lo contraddice)».

5. Daniele 9,27 scrive: «Egli rafforzerà per molti l’alleanza per una settimana, e nello spazio della metà di quella settimana farà cessare il sacrificio e l’offerta».

6. Spiegazione: queste parole legate brevemente vi dicono che Io con gli uomini confermerò di nuovo il patto che un giorno ho stretto con Abramo il 24 agosto del 2078 dopo la creazione di Adamo, (che avrei ratificato) attraverso il Mio stesso sangue sulla croce. Quella fu la settimana tra il Mio ingresso a Gerusalemme il 20 marzo e la Mia resurrezione il 27 marzo dell’anno 33. La metà della settimana significa i 3 giorni che sono stato nel sepolcro, questa metà è il 25, 26 e 27 marzo.

7. Questa Mia crocifissione, com’è spiegato nella ‘Lettera agli Ebrei’, è stato l’ultimo sacrificio, il quale consisteva nel sacrificio espiatorio fino alla Mia crocifissione. Con quest’ultimo sacrificio la Giustizia divina è stata soddisfatta tramite Me stesso per ciò che riguarda il peccato originale e tutti i peccati commessi fino all’anno 33, perché i peccati seguirono dal peccato originale, in modo che tale peccato originale non esistesse più.

8. Con la Mia morte sulla croce il nuovo Patto iniziò nel sangue, cioè nell’Amore, mentre il primo Patto consisteva nella giustizia. Con ciò ogni sacrificio espiatorio cerimoniale cessò una volta per tutte, ed è cessato una volta per tutte anche presso gli israeliti dall’anno 70, quando è stato distrutto il loro tempio.

 

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Cap. 6

Dimostrazioni che nell’ostia consacrata non c’è nessun Dio né Cristo

1. La storia custodisce parecchie testimonianze che l’ostia consacrata e il vino consacrato non sono niente di meglio del comune pane e del vino ordinario.

2. Se nell’ostia e nel vino, dopo che il sacerdote li ha consacrati o benedetti, vi fosse contenuto il Mio Io divino con carne e sangue, allora una tale ostia sarebbe l’eterna vita stessa e nessun uomo morirebbe più, se questo fosse basato sulla verità e, di fatto, fosse il corpo di Dio.

3. Tuttavia non è così, ma le prove dalla storia dell’avvelenamento attraverso l’ostia e il vino consacrato vi dà la migliore risposta che ciò che dicono i sacerdoti sull’ostia e sul vino consacrato non si basa sulla verità, poiché se Io fossi di fatto nell’ostia con carne e sangue, allora sarei un assassino di coloro che hanno mangiato un’ostia avvelenata o un vino avvelenato, ma non l’eterna Vita, che allo stesso tempo è l’eterno vigore giovanile e salute, com’è il caso nel Cielo, dove vivo nei Miei figli con il Mio Amore, che è l’eterna vita o il Cielo delle gioie e godimenti dell’anima.

4. Da questo potete vedere che l’intera commedia della messa e della comunione è un inganno e una frode al popolo, e nient’altro.

*

5. Ora vi do alcune notizie storiche sugli avvelenamenti che sono avvenuti con l’ostia e il vino consacrato:

6. (la prima): Sotto la “dignità di governatore” di papa Clemente V (1305-1314), l’imperatore tedesco Enrico VII (il “lussemburghese”), il quale si oppose fermamente all’arroganza del papa, fu reso ‘defunto’ da un’ostia avvelenata il 24 agosto 1313, e parecchi storici menzionano con certezza il domenicano padre Bernardo di Montepulciano colui che porse l’ostia all’imperatore; cosa che Io, Gesù, confermo come corrispondente alla verità.

7. (la seconda): Al tempo di papa Urbano V[5] ci fu una grande frattura tra i cardinali, perché uno, di nome Gregorio, inveì particolarmente contro la vita esuberante alla corte del papa. I rimanenti cardinali erano tutti suoi oppositori, e poiché a loro non piacevano le sue argomentazioni contro la loro vita e le loro azioni, nel 1364 lo aiutarono, per mezzo dell’ostia consacrata, nella quale invece di Cristo c’era il veleno, a trasferirsi dall’altra parte della vita.

8. (la terza): Questa storia si trova nei manoscritti papali in Vaticano. – Salerno, 24 aprile 1903: a Scafati, in Italia, il sacerdote Pasquale Bocia fu colto da un violento dolore dopo aver celebrato la messa. Il medico chiamato, dopo aver esaminato il vino della messa, constatò che al vino era frammischiato una potete dose di sublimato di mercurio. Due persone che vivevano in inimicizia col sacerdote, furono arrestate come sospetti avvelenatori.

9. Quindi neanche questo vino consacrato aveva in sé la vita eterna del santo sangue di Gesù Cristo.

10. Se fosse vero che dopo la benedizione del sacerdote il vino si trasforma davvero nel divin sangue di Gesù Cristo, che è la Vita eterna, allora, come avvenne che questo vino, nonostante la benedizione del pastore evangelico Johann von Dietsch della Carinzia, dal momento che il suo cappellano ladro Mencel Maschek, dopo aver prelevato dalla Cassa di Risparmio oltre 3700 corone e le ebbe sperperate, nel 1903 volle avvelenare il pastore, che in sé non avendo nessuna vita temporale, ancor meno eterna, ebbe bensì la morte peggiore? ‒ Può essere possibile che il pastore si poteva avvelenare, se fosse stato vero che il vino si era trasformato nel Mio vero sangue dopo che il sacerdote aveva ripetuto le Mie parole pronunciate quel giorno durante la messa? E questo vino, sarebbe stato comunque mortale per lui, se Io, la Vita eterna, vi fossi stato contenuto?

11. Potrei raccontarvi parecchi avvelenamenti attraverso ostie e vino consacrato dai sacerdoti, ma questo non Mi rende gioia, è abbastanza che voi abbiate alcune prove per comprendere che Io non sono rappresentato nell’impasto di farina chiamato ‘ostia’.

12. I topi delle fogne talvolta la rubano al sacerdote mentre legge la messa al suo Dio da lui fabbricato, e la mangiano come una leccornia.

13. Se Io, Dio, fossi rappresentato vivente nell’ostia, allora non Mi lascerei certamente rubare e divorare dai topi durante la lettura della messa, per il più grande sgomento del prete, com’è successo a un sacerdote in America nel tempo attuale.

 

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Cap. 7

Le messe per le anime o per i defunti sono statuti umani

Graz, 26 gennaio 1898

1. Miei cari figli! Io, vostro Padre Gesù, vi mando una parola dall'Altezza della Mia grazia. Il Mio Amore vorrebbe rendervi buoni e felici, ma questo è possibile solo se obbedite ai Miei comandamenti. Miei cari, alcuni di voi hanno molto peccato nella vita verso i propri fratelli e sorelle, e di questi già parecchi sono arrivati da Me nel Mio Regno spirituale. Questi poveretti gemono sotto il peso dei loro peccati e non sanno cosa fare e dove andare. Essi desiderano che voi preghiate per loro, ma non possono più avvicinarvi e manifestarsi, perciò su preghiera di Mio figlio, prendo Io la parola per questi miei poveri figli lamentevoli che sono nella sfera della sofferenza e vi annuncio ciò che voi, miei cari, dovete fare per loro. Prima di tutto, pregate assai fervorosi a Me, Padre vostro, in modo che Io versi il balsamo dell'Amore sui loro cuori feriti affinché siano guariti, poiché una preghiera d'amore è come un balsamo rinfrescante su una ferita pungente.

2. Miei cari figli, avete avuto qualche controversia con i vostri vicini, che tuttavia sono vostri fratelli e sorelle, e questi ultimi son venuti nel regno dello spirito con la falsa opinione di aver trovato la redenzione con l'assoluzione del prete cattolico prima di morire. Giunti qui hanno scoperto la tenebra dalla quale non sapevano aiutarsi. Voi, figli Miei, potete aiutarli più dei Miei messaggeri, perché nella loro tenebra religiosa si oppongono contro gli sforzi amorevoli dei Miei messaggeri illuminati, che essi considerano per falsi profeti; voi invece vi conoscono e quindi vi seguiranno. Perciò, Miei cari figli, chiamate col loro nome questi infelici e (a ciascuno) dite loro: "Vieni da me!". La persona alla quale vi rivolgerete, ascolterà subito, perché così voglio Io; allora saprà subito da dove viene questa chiamata e sarà prontamente presso di voi. Ebbene, dopo mezzo minuto, salutatelo nel Mio Nome e ditegli che a lui tutti i peccati che ha commesso verso di voi li perdonate completamente per amore per Me e attraverso di Me. Poi insegnategli cosa deve fare per venir fuori dalle tenebre, cioè cosa deve fare e cosa non fare, altrimenti gli sarà impossibile salire verso l’alto. Parlategli più di tutto dell'amore per Me e per il prossimo, e che anche lui deve perdonare tutti, come voi avete perdonato lui. Dategli tutti i meravigliosi insegnamenti provenienti dal Cielo che Io vi ho fatto giungere negli scritti della Teosofia cristiana, istruitelo in tutto ciò che lo può riscattare dalla materia e attirarlo a Me. Ditegli che deve evitare e fuggire da tutto ciò che lo attira alla materia, cioè al peccato, e che deve rivolgere i suoi pensieri interamente a Me. Per amore per Me deve sacrificare tutto il suo fare e i suoi sforzi e vivere completamente per l’esaltazione del Mio onore. Nei suoi pensieri deve tenere saldamente la Mia vita e la Mia sofferenza, il Mio infinito Amore e Misericordia, amarMi e lodarMi, soprattutto amarMi e pregare continuamente per l’amore e la grazia.

3. Non dimenticate però di ricordargli il comandamento: "Perdona i nostri peccati, come noi li perdoniamo ai nostri nemici". Ditegli che con un agire di conseguenza nel vero amore, lo stesso accadrà a lui. Istruitelo su tutto ciò che è giusto ed ha un valore presso di Me, e sarà aiutato. Egli vi sarà eternamente grato e sarà un caro amico nello spirito (come lo è stato) nella vostra esistenza nel cammino terreno. Allora, (finché siete ancora nel mondo) pregateMi con ardente desiderio più volte per un tempo più lungo, e la vostra preghiera raggiungerà il successo e il pieno effetto.

4. Cari figli, non dovete aver paura di tali spiriti ai quali avete insegnato e per i quali avete pregato in questo modo. Essi si comporteranno tranquilli e ameranno riscaldarsi al sole del vostro amore, poiché fa bene dimorare presso persone amorevoli, perfino allora, quando si è adirati. Così è anche nel regno dello spirito (che rappresenta solo un mondo di rispondenza per questo mondo terreno). Seguite questo Mio consiglio e darete molta gioia al vostro buon Padre Gesù, così come ai vostri amati nell'aldilà. Ricevete la Mia benedizione, la benedizione d'Amore del vostro Padre Gesù preoccupato della vostra salvezza animica. Amen! Amen! Amen!

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7/1 - Dio non esaudisce le preghiere pagate

 

La messa per le anime fu introdotta il 17 febbraio dell'anno 750 da papa Zaccaria[6], ‒ e il clero da allora afferma che attraverso le loro preghiere con le messe pagate, i defunti vengono liberati dal purgatorio.

Graz, 31 gennaio 1898

5. Io, Gesù, non ho mai stabilito una messa funebre, neanche i Miei discepoli ne conoscevano, quindi non viene da Me. Non posso quindi darvi nessun’altra spiegazione, se non come ve l’ho data sulla messa ordinaria. Per amore per il prossimo, finché il sacerdote è nell'inconsapevole opinione che è un sacrificio a Me gradito, letto e umilmente sacrificato a Me, Io lo approverei; mai però a pagamento!

6. Se volete veramente aiutare i vostri defunti, allora saldate i loro debiti e peccati, date ai poveri nel Mio Nome per conto loro e pregate per loro, come v’insegno nel dettato seguente:

7. Un pio ricordo verso il defunto e una preghiera per lui affinché Io illumini il peccatore cosicché riconosca i suoi peccati, si penta e faccia penitenza, vale più di tutti gli esercizi di meditazione per denaro verso un qualunque defunto, poiché Io, Gesù, che posso solo aiutare, non ho bisogno di soldi. Invece colui che si fa pagare per costringerMi ad aiutare, sulla via della vana cerimonia, percorre già la via più stretta e sbagliata, poiché in verità vi dico: il gracidare di una rana Mi muove al conferimento di una grazia, piuttosto che una preghiera a pagamento! ‒ E credetelo anche, che tra tutti gli oltraggi che un uomo commette, questo sta in prima linea, se qualcuno si lascia pagare dai suoi fratelli per presunte potenti preghiere.

8. Io, infatti, vi dico: “La preghiera per soldi è nauseante dinanzi a Me, e molto antipatica!”, e questo vi dovrebbe essere sufficiente per sapere come state riguardo a questo! ‒ Da questo poco potete anche del tutto facilmente dedurre a quale scopo sono giovevoli tutte le cerimonie funebri riccamente provvedute e le conseguenti produzioni di messe per l'anima. Di più non ho bisogno di dirvi, ma solo di rimandarvi al Vangelo; leggetelo e vi troverete quale ricompensa (di una più grande dannazione) ho promesso per questo ai sacerdoti ebrei, perché per danaro fingono di fare lunghe preghiere per le povere vedove e orfani (Mt. 23,14; Mar. 12,40; Luca. 20,47; Ez. 22,25).

9. Se riflettete giustamente tali passi, allora da questi dedurrete ben facilmente come stanno le cose con le vostre cerimonie funebri.

10. L'apostolo Pietro disse a Simon mago di Samaria, che voleva comprarsi il Divino dono della grazia col denaro: «Che tu sia maledetto col tuo denaro, dal momento che pensi e credi che il dono di Dio si possa acquistare col denaro!» (Atti 8,20). I sacerdoti della Chiesa romana si lasciano condannare all'inferno spensieratamente, poiché presso di loro non c'è d’avere niente senza denaro.

11. I sacerdoti cattolici romani di oggi dicono e sostengono baldanzosamente che loro sono i veri successori degli apostoli. Bene, se ciò fosse basato sulla verità, allora dovrebbero mettersi a disposizione di tutti coloro che chiedono e vogliono farsi leggere delle messe o far pregare per i defunti, e se un tale richiedente volesse pagare col denaro, invece che con "Dio te ne renda merito”, dovrebbero respingerlo indignati come veri apostoli, per una tale pretesa non cristiana, come fece una volta Pietro.

12. Essi, come veri successori degli apostoli, dovrebbero, come Pietro, aborrire la simonia[7] e confessare apertamente ai simoniaci pagatori di preghiere e di messe, che essi, come servitori di Dio, non si lasciano degradare a preti di mammona i quali servono solo per denaro e non per amore per Dio e per il prossimo. Invece dovrebbero dire: “Prendi il tuo denaro col quale volevi comprarci come fossimo sacerdoti di mammona, distribuiscili tra i veri poveri a favore della salvezza dell'anima del defunto, e questo sarà veramente utile, poiché Dio ascolta solo le opere dell’amore per il prossimo che viene praticato nei Suoi poveri figli, ma non ascolta quelli che stanno in contraddizione col Suo Insegnamento”.

*

13. Io, Gesù, dissi ai sacerdoti: «Guai a voi scribi e farisei (teologi e dottori, questi erano i sacerdoti Ebrei), voi ipocriti che divorate le case delle vedove attraverso l’eredità procacciata sotto il pretesto di fare lunghe preghiere (per la salvezza dell’anima dei defunti). Perciò su di voi proromperà un severo giudizio nel regno degli spiriti» (Mt. 23,14; Marco 12,40, Luca 20,47).

14. Se si osservano le azioni dei sacerdoti d’oggi, allora il Mio giudizio summenzionato acquista lo stesso valore per l'attuale infelice condizione dell'avida economia ecclesiastica, come l’aveva durante il Mio tempo d’insegnamento.

*

 

(parla Schumi):

Le messe vengono lette per il perdono dei peccati, o per l'adempimento di speciali desideri che spesso si nascondono per pudore, per riguardo o paura, poiché, basta che al sacerdote si dica: "Per un buon parere", e questo buon parere può valere il guadagno di un biglietto vincente della lotteria, di un terno o la conquista di una fanciulla, o per indebolire (maledire) un nemico, per la rovina di un rivale, oppure per fare buoni affari; inoltre, servire per aver la forza nelle tentazioni o per la redenzione delle povere anime del purgatorio, …che non serve a nulla! Sì, le messe vengono pagate e lette per tutte le possibili buone e cattive intenzioni, ma se è per il buon esito di una cattiva intenzione verso il prossimo o per il proprio vantaggio materiale, è cosa secondaria per i sacerdoti che se ne occupano. La cosa principale è che viene pagata, quindi: o i soldi, o mammona! Nessuna messa viene letta gratuitamente o per amore per il prossimo. E a questo punto i sacerdoti si permettono ancora di dire che sono i successori degli apostoli e che fanno il bene gratuitamente? Chi lo può credere? Il vantaggio delle preghiere e delle messe pagate è che il sacerdote mangia bene, beve e non fa nulla a spese del pagatore istupidito dal falso insegnamento; lo sciocco pagatore invece lavora, patisce la fame, e dona il suo denaro guadagnato col lavoro e, nello stesso tempo affamato, a un ingannatore della salvezza della sua anima, senza averne il minimo beneficio o vantaggio.

 

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Cap. 8

La lingua latina della Chiesa cattolica

1. In tutta Europa, e soprattutto ovunque domina la Chiesa cattolica romana, la lingua latina è anche la lingua della Chiesa. Si domanda: “Quale apostolo ha innalzato il latino a lingua divina?”. Sembra come se Io avessi la più grande compiacenza nella lingua latina! ‒ Di solito parlavo l’ebraico; i Miei discepoli lo stesso, e ora l’ebreo, come la lingua ebraica, è odiata dai sacerdoti. ‒ Oh, quanto poca logica prevale in tutto il vostro modo di fare, sarebbe tempo che lo riconosceste!

 

8/1 - Il libro della messa in latino

 

2. Secondo la decisione papale è un’innovazione detestabile tradurre il libro della messa romana in una lingua nazionale (1900!). Leggiamo: «Con questo, la dignità ovvero l’onore dei sacri misteri, cioè i segreti, verrebbe esposta agli occhi della plebe, e questo solleverebbe disobbedienza, temerarietà, sfacciataggine, insurrezione e molti altri mali. Gli autori di tali traduzioni sono “Figli della perdizione”». Così scrisse letteralmente Alessandro VII[8] nella breve[9] papale del 12 gennaio 1661.

3. Quand’è che Io, Gesù, o i Miei apostoli, abbiamo introdotto la messa romana e il suo messale latino?

4. Come sta poi con i canoni latini, con le bolle papali, con le ‘brevi’ papali, ecc., le quali sono tutte indirizzate contro il bene degli stati, dei loro principi e del popolo? Allora, anche la dignità dei sacri misteri del sacerdotale falso concetto di Dio e il suo pericolo per la salvezza dell'anima, con la traduzione in lingua tedesca, è esposta alla plebe? Inoltre, perché il popolo non dovrebbe sapere che viene truffato dalle sue guide in veste di pecora della sua salvezza animica e dei beni materiali? Perché qui la lingua del popolo, che non si pone come vogliono i sacerdoti, viene guardata con disprezzo? ‒ Mentre Io, Gesù, qualificavo tutti gli uomini come fratelli (Mt. 23,8), e chi fa la volontà del Padre Mio celeste (cioè del Mio Amore celeste) lo dichiarai perfino per Mio fratello, Mia sorella e Mia madre (Mt. 12,50). Io stesso ho invocato Dio sulla croce, non in latino, bensì nella Mia ebraica lingua madre: «Eli, Eli, lama sabachthanì!» cioè "Mio Dio, Mio Dio, perché mi hai abbandonato!” ‒ Dal momento che Io stesso preferivo la Mia lingua madre al greco e al latino, di conseguenza la breve papale summenzionata va direttamente contro il Mio modo di fare.

5. Se con la comprensione del messale latino-romano il popolo comune dovesse sviarsi su tali pericoli dello Stato, allora il popolo, con ciò, potrebbe incorrere nel pensare che ci devono essere insegnamenti e tendenze anarchico-rivoluzionarie molto potenti in esso! Tali scritti rovescianti lo Stato, si chiamerebbero poi: "Sacri segreti!"

6. E se i traduttori del messale sarebbero i figli della perdizione, allora si domanda: “Cos‘erano i primi scriventi, e cosa sono gli attuali sacerdoti quali adoperatori di tale libro?” ‒ Non sarebbero, altrettanto, "Figli della perdizione?"

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(considerazione di Schumi):

Quando il papa romano emette un tale giudizio insensato sul proprio libro delle preghiere, allora c’è il proverbio: “O santa balordaggine!”. In nessun miglior luogo, come sullo Spirito Santo, applicato dalla Chiesa romana, è stato presentato in modo contrario da ciascuno dei papi in carica. Infatti, le S. Scritture, che si dice siano ispirate e dettate dallo Spirito Santo, rigurgitano (a causa loro) di stoltezza ed ignoranza da far rizzare i capelli, e alcune tra queste, portano decisamente il marchio dell'anticristianesimo.

 

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Cap. 9

Il vero sacerdozio di Dio

1. Che Io, Gesù, non abbia mai istituito un sacerdozio, lo si vede dalla Mia dottrina nel Nuovo Testamento.

2. E che tutti gli uomini, senza eccezione, siano il sacerdozio di Dio, ve lo insegna Pietro stesso, se vivete precisamente secondo l'Insegnamento di Cristo. Pietro scrive:

3. (1° Pietro 2,9): «Voi siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale, un popolo santificato, una nazione speciale destinata a glorificare la grandezza di Colui che vi chiama dalle tenebre alla Sua meravigliosa Luce (e questa Luce è Cristo)».

4. Con questa chiarificazione, Pietro ha descritto l'intera casta sacerdotale, che nel corso dei secoli trascorsi dopo la sua morte si era formata sul conto del popolo istupidito, come contraria all'Insegnamento di Cristo.

5. Con questa spiegazione generale, Pietro ha completamente negato che il santificato sacerdozio regale di Dio dovrà essere riconciliato con Dio giornalmente attraverso un nuovo sacerdozio "consacrato" da mani umane, quindi attraverso un imposto sacerdozio anticristiano.

6. Pietro sapeva che loro (i servitori dello spirito) erano stati riconciliati e redenti con il prezioso sangue di Gesù Cristo (1° Pietro 1,18-19), e che vivendo secondo l'insegnamento di Gesù erano adesso nella grazia (1° Pietro 1,10), solo che lui non attribuisce questo effetto salvifico a un ripetuto sacrificio quotidiano della messa, ma unicamente al riconciliante sacrificio espiatorio di Gesù Cristo sulla croce (1° Pietro 2,24; 3,18).

*

 

9/1 - Ogni uomo è un sommo sacerdote di Dio

 

7. Per comprendere le parole di Pietro, cioè, come tutti gli uomini che conducono una vita secondo il Mio Insegnamento divino siano chiamati ‘il clero regale di Dio’, si prenda in considerazione quanto segue:

8. Dio dimora nel cuore di ogni uomo (1° Cor. 3,16-17 / 6,19; 2° Cor. 6,16-18) ed è chiamato semplicemente ‘spirito umano’. Questo spirito è certamente solo una Scintilla del grande Spirito di Dio, Spirito che abbraccia il mondo, Scintilla che però non è divisa o separata dallo Spirito universale di Dio, ma è una e la stessa cosa.

9. L'anima dell'uomo è, nella sua sfera, un sommo sacerdote di questo Dio dimorante nel suo cuore e, attraverso la costante abnegazione dinanzi al mondo e il rifiuto di esso, è un eterno sacerdote sacrificante di Dio attraverso l’incessante pentimento contro le tentazioni della carne e del mondo (“Lettera agli Ebrei” cap. 7,9-10).

10. Il corpo di carne è invece il tempio esteriore e vivente di Dio, nel quale si trova il Suo tempio spirituale, l'anima, la quale è, allo stesso tempo, il sacerdote sacrificante in questo tempio materiale vivente. Che il corpo di carne sia il tempio visibile di Dio, Io, Gesù, lo rivelai dicendo: «Distruggete (cioè uccidete) questo tempio (il Suo corpo) e in tre giorni lo ricostruirò (attraverso la risurrezione dai morti)» (Gv. 2,19-22).

*

(parla F. Schumi):

NB: Chi comprende questa spiegazione, non chiederà mai più delle chiese di pietra e dei sacerdoti pagani, perché egli stesso è una Trinità: (un) Dio, (un) sommo sacerdote, e (il) tempio vivente di Dio.

 

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Cap. 10

Adorazione di Dio nello Spirito

(nella lingua originale tutti i versetti sono in rima)

 

(Dal barone E. v. Eckartshausen[10], preghiera nell’edificante libro: "Dio è il più puro Amore")

 

Invano addobbate gli altari,

vano sarà il vostro incenso,

se gli uomini per l’onore a Dio

non consacrano come offerta il cuore puro.

 

Mille candele ardono invano

inseriti in candelabri d'oro,

Dio vede il più intimo del cuore,

solo l’adorazione è a Lui compiacente!

 

Opere in oro, diamanti e argento

sono polvere agli occhi del Creatore,

solo l'innocenza dà forza all’adorazione,

altrimenti per gli uomini è sordo il Suo orecchio.

 

Il buon cuore, l'anima pura,

sono ciò che piace all'Eterno;

il balbettio innocente è già preghiera

per Lui che conta i suoi sospiri.

 

Cosa serve se per il Cielo voi pregate,

e in modo sfarzoso il tempio di Dio guarnite,

se la vostra mano ancor di sangue è arrossata

con la quale le braccia vostre opprimete?

 

Quando la fedeltà a Dio violate,

e la bontà Sua non ascoltate,

e mai una parola d'innocenza pronunciate,

mai le suppliche degli orfani ascoltate;

 

quando cercate di ottener denaro,

date al vizio fondamento;

ogni qual volta l'intero paese vi maledice,

dove vivete per la punizione degli uomini.

 

E voi credete che… ahimè, siete confusi,

che Dio sia così piccolo come voi pensate?

Credete di lenire la Sua ira,

se solo al Suo tempio vi donate?

 

Voi foste con rapina e omicidio,

rompeste il dovere, la parola, la lealtà,

e fate leggere di nuovo messe,

e credete che questo sia migliorato?

 

O stolti! È questo l'insegnamento di Cristo?

Si può in tal modo il tempio profanare?

Dio costruisce nel cuore gli altari,

Egli è lì che vuol essere adorato.

 

Perdonate il nemico, amate i vostri fratelli,

e avrete fatto il vostro dovere.

Allora scendete nel tempio del cuore,

e Dio vi accenderà l'amore!

 

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Cap. 11

Il significato spirituale dell’ultima Cena dell'amore di Gesù

1. Il sacerdozio di tutte le chiese e confessioni cristiane, in seguito non ha più compreso giustamente le Mie parole che Io diedi in occasione dell'ultima cena, e quindi la corretta comprensione delle Mie parole quella volta pronunciate non esiste più da nessuna parte.

2. Con la colpa di Adamo sorse una divisione di pensiero tra la Sapienza divina (ovvero ‘il Figlio’) e l'Amore Divino (ovvero ‘il Padre’) perché la Sapienza, o Santità in Dio, esigeva l'espiazione per la disobbedienza verso il comandamento della castità attraverso la sofferenza e la morte straziante sulla croce di ogni singolo uomo per se stesso, avendo tutti gli uomini, come semi provenienti dallo spirito animico di Adamo ed Eva, commesso il peccato originale nei loro primi genitori. La richiesta della Sapienza non piacque all'Amore, esso si separò dalla Sapienza e disse: “Con questo, Io non sono dello stesso parere. Lo farai Tu stesso”. La Sapienza accolse la proposta e la portò all’esecuzione nel corpo di Gesù.

3. Perciò in occasione dell'Ultima Cena Io dissi: «Mangiate e bevete, e tutte le volte che lo fate, fatelo in memoria di Me!»

4. Quindi con la celebrazione del pasto commemorativo dovete pensare alla Mia vita, alla Mia opera, alla Mia amara e straziante sofferenza e morte per voi, e che Io, vostro Dio e Padre stesso, l'ho compiuta per voi. Perciò per questo fatto dovreste essere pieni di gratitudine e pieni d’amore per Me, poiché questo è il pensiero fondamentale delle Mie parole durante l'ultima Cena e nessun altro.

5. Per una corretta comprensione voglio citare le parole degli apostoli, e poi renderle accessibili per voi in modo che ognuno le comprenda nella vera luce della verità. Iniziamo da Matteo 26,26-28:

«Ora poiché mangiavano, Gesù prese il pane, lo benedisse e lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli e disse: "Prendete e mangiate, questo è il mio corpo! – Poi prese il calice, lo benedisse, ringraziò e lo diede loro dicendo: "Bevetene tutti!". Perché questo è il Mio sangue del Nuovo Patto, che è sparso per molti per il perdono dei peccati"».

6. L'apostolo Paolo si esprime in modo più completo di Matteo nella ‘Prima Lettera ai Corinzi’:

(1° Corinzi 11,20-29 e 33-34): «Quando vi riunite insieme, questo non significa godere la Cena del Signore (come fate voi), poiché ognuno prende il suo cibo (portato da casa) e mangia; e così l’uno ha fame, e l'altro s’impinza. Non avete forse le vostre case per mangiare e bere? O rispettate così poco la comunità di Dio, e svergognate coloro che non portano nulla con sé? Cosa posso dirvi? Devo lodarvi? In questo non vi lodo. Infatti, dal Signore ho ricevuto quello che vi ho dato, vale a dire che il Signore Gesù, nella notte in cui fu tradito, prese il pane, e dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: “Prendete e mangiate, questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di Me!”. Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese il calice e disse: “Questo calice è il Nuovo Patto nel Mio sangue; fate questo tutte le volte che ne berrete, in memoria di Me! Poiché ogni volta che mangerete questo pane e berrete questo calice, ricorderete la morte del Signore fino al Suo ritorno”. Perciò, chi mangerà questo pane o berrà il calice del Signore indegnamente, avrà peccato verso il corpo e il sangue del Signore. Dunque, ciascuno esamini se stesso; allora mangerà di questo pane e berrà da questo calice, poiché chi mangia e beve indegnamente, mangia e beve il giudizio contro se stesso perché non distingue il corpo del Signore». – «Quindi, fratelli miei, quando vi riunite per il pasto, raccoglietevi gli uni gli altri (con il pasto). Se qualcuno ha fame, mangi a casa, affinché la riunione non vi ridondi a punizione».

7. Da questo vedete che secondo la Mia Divina disposizione per la comunione, da nessuna parte si parla di una confessione o del perdono dei peccati, ma ognuno deve esaminare se stesso se è degno di prendere la Cena dell'Amore (1° Cor. 11,28). In cosa deve consistere questo esame di se stesso, Paolo lo dice nella 2° lettera ai Corinzi versetti 5 e 11, e questo consiste nella salda fede in Dio. Ma se si ha una salda, vivente fede, allora si avrà presto anche l’amore per Dio e per il prossimo.

8. E così come l'ho celebrata Io con i Miei discepoli alla vigilia della Mia crocifissione, altrettanto l’hanno celebrata in seguito gli apostoli e i primi cristiani: il primo, cioè chi si riteneva il più degno, benediceva il pane e il vino in memoria dell'ultima cena e ne seguiva la morte sulla croce per voi figli Miei peccatori, poi si parlava o si cantava una preghiera di lode al Signore e lo si consumava come un pasto d'amore in memoria di Me, Gesù. E solo in questo modo è giusto, poiché nel versetto 26 sopra citato in Paolo nella prima lettera ai Corinzi lo dice espressamente: «Poiché ogni volta che mangerete questo pane e berrete questo calice (di vino), ricorderete la morte del Signore fino al Suo ritorno».

9. Nel Mio grande Vangelo (G.V.G. a J.Lorber) troverete la seguente spiegazione più precisa: «Chi mangerà il Mio corpo e berrà il Mio sangue non vedrà, né sentirà né assaporerà la morte». Questo è stato rappresentato sotto forma del pane e del vino, mentre il senso spirituale di queste parole è il seguente: "Chi vivrà secondo il Mio Insegnamento, sarà anche trasferito nel suo effetto onni beatificante", poiché il pane (corpo) rappresenta la Parola di Dio, il vino (sangue) lo spirito di Dio (dell’Amore).

10 I patriarchi morivano tutti di una morte leggera e molto dolce; poiché le loro anime, allora le chiamava un angelo, lasciavano i loro corpi con grande gioia, i cui corpi dall'infanzia fino alla vecchiaia non avevano da sostenere nessun dolore, bensì rimanevano per lo più sempre forti e sani; e alla fine anche la morte del corpo non era la conseguenza di grandi sofferenze e dolori, ma avveniva sempre in seguito alla sospirata chiamata di un angelo,  in seguito alla quale l'anima usciva dal corpo libera e senza alcuna costrizione, e il corpo invece, per cosi dire, si addormentava senza il minimo dolore.

11. Quando però gli uomini cominciarono sempre più a vivere secondo i loro sensi, dedicandosi sempre più alla lussuria, alla fornicazione e ad altri gozzoviglianti e assordanti piaceri, in questo modo essi stessi guastarono la loro sana natura, divennero deboli, miseri e malati, e a questo punto la loro morte del corpo dovette ovviamente assumere un altro carattere.

*

(parla Schumi):

L'ostia della comunione è della stessa origine di quella che il prete cattolico romano mangia nella messa, perché egli stabilisce entrambe allo stesso tempo nella messa. Dalla precedente spiegazione sulla fabbricazione di Dio nella messa è stato di nuovo dimostrato che ciò è una grossolana truffa e inganno pagano dei sacerdoti verso gli stupidi credenti e nient’altro, poiché ,se il sacerdote potesse, di fatto, produrre il suo Dio dall'ostia con le parole: "Questo è il mio corpo" ecc., allora sarebbe molto più di Dio, starebbe al di sopra di Dio, come un Dio al di sopra degli uomini, poiché pur se Egli ha creato gli uomini, il sacerdote sarebbe quindi un Dio supremo, perché fabbricante dello stesso Dio. Perciò non vogliamo occuparci più a lungo con le loro sciocchezze pagane che esercitano sui loro credenti, ma passare alla spiegazione delle parole dell'ultima Cena.

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11/1 - Carne e sangue di Cristo in rispondenza

 

12. Nella sinagoga di Capernaum Io dissi: «Se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il Suo sangue, non avrete nessuna vita in voi. Chi mangia la Mia carne e beve il Mio sangue ha la vita eterna ed Io lo risveglierò all'ultimo giorno, poiché la Mia carne è veramente cibo spirituale e il Mio sangue è veramente bevanda spirituale. Chi mangia la Mia carne e beve il Mio sangue, rimane in Me ed Io in lui» (Gv. 6,54-57).

13. Queste parole, che sono solo rispondenze di parole mistiche (spirituali) di un significato completamente diverso, ebbero per conseguenza che tutto il popolo e la maggior parte dei discepoli di allora che s’intrattenevano presso di Me, Mi lasciarono, perché nessuno comprese il senso spirituale delle parole, poiché in quei tempi tenebrosi tutti pensavano materialmente e sensualmente, come al giorno d’oggi (1900!).

14. Adesso però ‒ poiché avete una spiegazione approfondita di tutte le parole spirituali (mistiche) della Bibbia per la vita spirituale del vostro ulteriore sviluppo per l'eternità ‒ attraverso la Mia nuova Parola negli scritti Teosofici cristiani sapete che il pane vivente, ovvero la carne di Gesù Cristo, è la Parola di Dio, ovvero l’Insegnamento divino. Il vino, come qualcosa di spirituale, quale sangue di Gesù, designa l'amore per Dio e per il prossimo.

15. Anche Swedenborg ha lo stesso insegnamento[11], solo che lui ha commesso un errore, scambiando i concetti, dichiarando pane per ‘amore’ e vino per ‘sapienza’ ‒ ovvero il pane per il bene dell’amore, e il vino per il vero dell’amore. Ma è esattamente il contrario: carne, pane o cibo del Cielo sono, per rispondenza, il vero, la Parola come Sapienza divina ovvero l’Insegnamento divino; il vino, ovvero il sangue, per rispondenza è l'amore. Nel vino c'è l'amore, e c’è anche nel sangue, questo lo sa ogni persona ragionevole. Quando un uomo di animo buono beve un po' di più, incorre nell’amore; e quando una fanciulla raggiunge la maturità verginea, allora attraverso il sangue viene trasferita nell’amore. Ci sarebbe bisogno di ulteriori prove che Swedenborg comprese ben la cosa giusta, ma con la confusione dei nomi li invertì e li spiegò invertiti! (io, Schumi, ho la conferma dal Padre Gesù che la mia spiegazione Teosofica cristiana è corretta, quella di Swedenborg invece non è corretta)

16. Con questo vi ho spiegato a fondo il Mio Insegnamento. E il vostro compito è quello di adempiere del tutto precisamente ciò che Dio vi ha dato e introdotto nella Sua onniscienza, come l'onniscienza di Dio l’ha applicata, e quindi non c’é né da cambiare né da migliorare qualcosa; e se fate diversamente, allora criticate l'onniscienza di Dio, in quanto osate correggerLo, ritenendovi perciò più assennati di quanto è Dio.

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11/2 - Come va la storia della comunione cattolica romana?

 

17. Nell’anno 157 il ‘pasto pasquale’ ebraico fu cambiato in ‘pasto della comunità’ (= ‘comunione’ con qualsiasi ripetizione, il che non è niente di sbagliato, poiché Io dissi: «Fatelo spesso  così…»). Più tardi però è stato ridotto a godimento simbolico, ‒ e così la Mia disposizione è stata corretta e cambiata.

18. Nell'anno 1200 seguì l’ordine di adorare divinamente l'ostia (= la vittima sacrificale, ovvero l’animale da sacrificare), …mentre Io non ho benedetto nessuna ostia o vittima sacrificale; neanche ho detto che si deve dapprima benedire l'ostia, né che poi si deve consumare questo ‘animale sacrificale’ come una divinità, la quale si è degradata a un animale attraverso la designazione di "ostia"!

19. Nel 1215 avvenne il cambio della sostanza (= "transustanziazione") nell'ultima Cena, ad opera del papa Innocenzo III esaltata a credenza, come effetto miracoloso della benedizione sacerdotale.

20. Io sono Dio, …e non scorgete dalla Mia benedizione che avrei conferito agli apostoli un tale effetto miracoloso della loro benedizione?

21. Nell’anno 1440 seguì il divieto di distribuire il vino ai non sacerdoti; e nondimeno Io avevo detto: «Questo calice (col vino) è il Nuovo Patto nel Mio sangue» (= nello spirito di Dio ovvero nell'amore per Dio e per il prossimo), e aggiunsi: «…fatelo tutte le volte che ne berrete in memoria di Me!» E Paolo disse ulteriormente: «…poiché ogni volta che mangerete questo pane e berrete questo calice, ricorderete la morte del Signore fino al Suo ritorno» (1° Cor. 11,26).

22. Da questo vedete che nella Chiesa cattolica romana non è rimasto più nulla della comunione di come Io l'ho stabilita e gli apostoli l’hanno insegnata.

23. La Chiesa romana ha introdotto di nuovo l’antica ebraica strage di animali e il sacrificio di animali, cosa che Io, Gesù, ho eliminato nel Mio Insegnamento, perché mai raccomandato e insegnato. Essa lo ha raffinato con l’impasto di farina, ma l’antico nome ebraico ostia[12], che significa ‘animale sgozzato destinato al sacrificio’, è rimasto ed è stato praticato su di Me come se Io fossi un animale, e non Dio!!

24. Attraverso i profeti Isaia e Geremia Mi sono espresso contro tutti i sabati, le feste, i sacrifici, le preghiere cerimoniali e simili, elaborati in modo materiale-cerimoniale, e perciò non ho neanche mai insegnato personalmente di osservarli, perché questo contravviene l'adorazione nello spirito (Gv 4,24)[13].

25. Con la dichiarazione, come l’ho presentata attraverso l'apostolo Paolo (1° Cor. 11,20-29 / 11,33-34), non solo i servitori della Chiesa sono autorizzati a farlo, ma ogni capo famiglia, ogni superiore di una famiglia o di fratellanza spirituale che si riuniscono attorno a un tavolo, come cristiani credenti, ha come vero uomo,  in quanto portatore dello Spirito di Dio, il diritto e il dovere, prima di ogni pasto, di benedire il cibo servito come dono d’Amore di Dio con gratitudine e, in amore, innalzare i cuori a Dio, esprimendo le parole mentre si fa il segno della croce: Caro Padre, Ti ringraziamo dal profondo del nostro cuore per il Tuo amorevole pasto offerto a noi molto benignamente. Benedicilo e spiritualizzalo per tutti noi! ‒ Lo riceviamo in ricordo di Te e per il Tuo più grande onore. E quando si beve un bicchiere di vino e vi si mangia del pane, allora non si deve dimenticare di benedirlo, e prenderlo in memoria e in piena abnegazione per l’onore di Dio!

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11/3 - Spiegazioni per la comunione secondo le dichiarazioni di Gesù

Graz, 5 febbraio 1899

26. Quando, dopo il satollamento dei 5000 uomini su un monte al Mar della Galilea, venni a Capernaum e lì Mi presentai nella scuola di religione ebraica iniziando a parlare al popolo, colsi l'occasione di sbarazzarMi dei fastidiosi uomini che volevano farMi re, perciò cominciai a far lezione tramite rispondenze spirituali e Mi definii come il vero pane celeste, e se non volevano mangiare la Mia carne e bere il Mio sangue, non avrebbero ottenuto la vita eterna, su cui si arrestarono fortemente e Mi lasciarono.

27. Vi riporto qui di seguito le parole espresse a quel tempo da Giovanni 6,32-58 che sono senza le spiegazioni che inserisco adesso tra parentesi per far comprendere il senso spirituale dei versetti, i quali suonano così:

- 32 «Dissi Io agli ebrei: “Non Mosè vi diede il (vero) pane dal Cielo con l’uscita dall'Egitto per andare a Canaan, ma il Padre Mio (cioè il Mio Amore per voi) vi dà il vero (cioè lo spirituale) pane dal Cielo.

- 33 Poiché il pane di Dio è quello che discende dal Cielo e dà la vita (spirituale) al mondo.

- 35 Io (Gesù) sono il pane (spirituale) di vita (nel Mio puro Insegnamento); chi viene a Me (come al Suo Dio) non avrà più fame (spiritualmente e materialmente); e chi crede in Me (Gesù come Dio) non avrà più sete (spirituale).

- 47 In verità, in verità vi dico: chi crede in Me (che sono il Figlio di Dio, cioè la Sapienza di Dio che vi espongo e vi insegno), ha la vita eterna.

- 48 Io (come Figlio di Dio o Sapienza di Dio) sono il pane della vita eterna (spirituale).

- 49 I vostri padri mangiarono la manna nel deserto, (nondimeno) morirono (fisicamente).

- 50 Questo solo è il pane (l’Insegnamento spirituale di Dio) che discende dal Cielo, affinché nessuno muoia (spiritualmente, cioè nei peccati) di coloro che ne mangiano (cioè chi segue l'Insegnamento di Gesù ricevuto dagli apostoli).

- 51 Io (come la Parola personificata di Dio) sono il pane vivente disceso dal Cielo; chi mangia di questo pane (cioè chi segue questo insegnamento e vive di conseguenza) vivrà (spiritualmente) in eterno. Il pane (spirituale) che darò Io (o espresso con altre parole spiritualmente corrispondenti) è la mia carne per la vita (spirituale) del mondo.

- 53 In verità, in verità vi dico, se non mangerete (cioè se non volete accogliere) la carne (spirituale, ovvero l'Insegnamento di Dio) del Figlio dell'uomo (cioè, Dio che è entrato nella carne ) e non berrete il Suo (spirituale) sangue (che nel linguaggio spirituale significa: 1° l'amore di Dio per tutto; 2° l'amore dell'uomo per Dio e per tutti gli uomini nessuno escluso come fratelli e sorelle; 3° l'amore per l’intero Creato) non avrete (spiritualmente eterna) in voi la vita.

- 54 Chi mangia la Mia carne (cioè accoglie il Mio Insegnamento proveniente dal Cielo, e agisce di conseguenza) e beve il Mio sangue (cioè risveglia e ravviva in sé il Mio Amore spirituale), ha la vita eterna ed Io lo risusciterò nell'ultimo giorno (della sua vita terrena alla celeste eterna vita spirituale).

- 55 Perché la Mia carne (o Insegnamento spirituale) è veramente cibo (divino o ambrosia[14] spirituale) e il Mio sangue (o il Mio Amore) è veramente bevanda (divina o nettare spirituale).

- 56 Chi mangia (questa) Mia carne, e beve (questo) Mio sangue, rimane in Me ed Io in lui.

- 57 Proprio come il Padre vivente (cioè l'Amore vivente) ha mandato Me, ed Io vivo per mezzo del Padre (ovvero per mezzo dell’Amore), così chi mangia Me (cioè mi accoglie con piena fede e pieno amore) vivrà anch’egli attraverso di Me (suo Dio e Padre eternamente)

- 58 (Ecco) questo è il pane disceso dal Cielo; non come la manna che mangiarono i vostri padri e (tuttavia) morirono. Chi mangia di questo pane (cioè chi Mi accoglie attraverso il Mio Insegnamento rivelatovi e sorge nel più pieno amore, in Me ) vivrà in eterno».

28. Ma poiché anche i Miei discepoli, che rimasero ancora presso di Me, si arrestarono in quanto a ciò che è detto nei versetti 51 e 53 sul mangiare la Mia carne e bere il Mio sangue, poiché anche loro comprendevano materialmente le Mie parole, come il popolo in generale, risposi loro come sta scritto nel versetto 63 che: «Lo Spirito è quello che vivifica; la carne non giova a nulla. Le parole che dico Io sono (invece) spirito e vita».

29. Più tardi, in un'altra occasione spiegai loro che sotto la Mia carne era inteso l'Insegnamento spirituale proveniente dalla Sapienza di Dio, e sotto il Mio sangue, significava il Mio Amore spirituale per il Padre e per gli uomini, quindi sono solo rispondenze spirituali, ma non parole materiali. Pertanto, nell'ultima cena i discepoli mangiarono e bevvero le rispondenze presentate senza riflettere, perché spensierati.

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30. Voi spesso oggigiorno le comprendete falsamente perché siete diventati troppo materiali con i vostri peccati, e perciò afferrate lo spirituale anche materialmente, dal quale sono emerse le vostre opinioni del tutto sbagliate. Per una corretta comprensione del significato spirituale del testo, leggete il capitolo 6 di Giovanni con le parole chiarificatrici inserite tra parentesi.

31. Così si comprese fino all'anno 1200 dopo la nascita di Cristo la Comunione e la santa Cena celebrata secondo l'apostolo Paolo, consistente nel semplice pane e nel vino. Dopo che il più anziano tra i cristiani presenti stendeva le mani sul pane e sul vino (come il sacerdote cattolico durante la Messa fa sul calice) ed eseguiva una preghiera di ringraziamento a Dio, il pasto veniva preso nel devoto ricordo della vita e della sofferenza di Cristo (1° Corinzi 11,25-26 - e secondo le nuove spiegazioni del Signore)

32. Dalla spiegazione di cui sopra completamente vera, potete vedere che Io, Gesù, non intendevo la Mia carne materiale e il Mio sangue umano. Una simile pretesa sarebbe stata innaturale. Quindi sotto la ‘carne di Gesù’ deve essere compresa la Mia dottrina, di Dio, e sotto il sangue di Gesù, il Mio Amore tutto abbracciante. È lo stesso linguaggio spirituale in cui Io, Gesù, ho fatto scrivere all'evangelista Giovanni la "Rivelazione" (Apocalisse) che fino ad oggi nessuno sa interpretare, se non chi è illuminato da Dio. Questa rivelazione è la rispondenza spirituale degli avvenimenti mondiali di tutti i tempi.

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11/4 - La cerimonia religiosa è cessata con la croce di Gesù

 

30. Ogni cerimonia religiosa esteriore ripugna allo Spirito creativo dell'Amore, ovvero di Dio, a meno che non sia un'espressione volontaria d’amore di ogni individuo da se stesso.

31. Le cerimonie simboliche dell'unica religione rivelata raggiunsero il loro progettato obiettivo finale quando l'arroganza umana della casta sacerdotale ebraica inchiodò su una croce l'incorporato Amore di Dio in Gesù, che apparve su questo pianeta chiamato Terra, per liberare ogni forzata catena materiale di una religione cerimoniale dallo spirito umano. Con la morte di Gesù sulla croce cessò ogni cerimonia; la legge e i profeti profetizzarono che Gesù era il Salvatore del mondo, ma il loro adempimento fu nella libera esortazione: «Amare Dio sopra ogni cosa e il prossimo come se stessi!» (come unica legge senza cerimoniali né profetizzazioni)

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11/5 - Corpo e sangue di Cristo come parole di rispondenza

Graz, 11 maggio 1900

32. «Questo è il Mio corpo», dissi in occasione dell'ultima cena, quando presi in mano il pane pasquale ebraico, lo benedissi e lo diedi ai discepoli affinché lo mangiassero (Mt. 26,26).

33. Come poteva il pane rappresentare il Mio corpo, e come bisogna comprendere il significato di queste parole?

34. Vedete, la Mia anima è stata formata dalla Sapienza di Dio nella forma di un corpo umano, quindi la carne spirituale dell'anima divenne dalla Sapienza. Con ciò vi diventa comprensibile che l'Insegnamento della Sapienza di Dio, che viene chiamato l’Insegnamento di Dio, in Gesù, è per l’appunto la Mia carne, la quale viene presentata in questa forma come carne dell'anima da mangiare e da prendere, per vivere spiritualmente. Con ciò diventa comprensibile la Mia Parola, quando dissi: «Chi mangia di questa carne o di questo pane non avrà mai più fame» (Gv. 6,35).

35. La carne materiale è però proprio la manifestazione materiale della carne spirituale della Mia anima; perciò Io dissi: «Questa è la Mia carne», vale a dire la forma spirituale della Mia forma animica, perché il Mio corpo animico e l’insegnamento della Sapienza dello Spirito di Dio erano di una e la stessa sostanza, quindi una carne spirituale vivente, mentre la carne materiale prodotta con un’altra procedura, rappresenta il grossolano spirituale proveniente dall’anima creata precedentemente da Dio che Satana profanò. Perciò il Mio Insegnamento era la rispondenza spirituale del Mio corpo animico e la rispondenza materiale del Mio corpo di carne.

36. Chi ora accoglie questo insegnamento come un cibo spirituale proveniente dal Cielo e vive ed agisce di conseguenza, per questi l’insegnamento è una carne spiritualmente nutriente per la sua anima per tutta l'eternità. Dall’osservanza di questo insegnamento l'uomo compie opere spirituali d'amore per Dio e per il prossimo, e queste per lui sono la carne della risurrezione nell'ultimo giorno, quando muore e viene nel regno spirituale per il giudizio finale, giudizio che inizia subito, perché l'uomo giunge subito al godimento spirituale, quando ha lasciato il temporale; poiché ciò che ha seminato materialmente qui, mieterà spiritualmente lì, sia buono o cattivo: come il seme, così il raccolto.

37. Inoltre, ho identificato il Mio Insegnamento con il pane, ed ho qualificato Me e l’Insegnamento come il pane celeste. – Com’è da intendere questo? Vedete, il Mio Insegnamento è il cibo celeste per il nutrimento dell'anima. Molti uomini conoscono il contenuto di questo pane celeste, essi sanno anche quali vantaggi potrebbero guadagnare per la vita spirituale dell'anima con il goderne, cioè vivendo e operando di conseguenza, poiché con ciò possono vivere una vita spirituale dell'amore per Dio e per il prossimo, e l'amore è il sangue nell’uomo. Quindi anche il pane e la carne materiale sono un cibo, se questi vengono consumati, e producono sangue, e da ciò, carne materiale, proprio come l’Insegnamento di Dio produce carne spirituale. Perciò ho identificato il Mio Insegnamento dello spirito con pane e carne, perché nella rispondenza spirituale, di fatto, consiste della stessa sostanza originale del pane e della carne materiale. Goduto spiritualmente (cioè vissuto e operato in conformità) produce la veste spirituale animica carnale proveniente dalle buone opere d’amore per il prossimo, ‒ perciò esso è il pane celeste e la Mia carne, perché è Sapienza di Dio; da ciò è stato formato anche il Mio corpo animico. ‒ Invece il pane e la carne materiale goduti materialmente producono il sangue, e da ciò la carne come involucro materiale del corpo spirituale dell'anima. L'origine di uguale sostanza del corpo animico spirituale e del corpo di carne materiale forma la rispondenza spirituale.

38. Dopo la distribuzione del pane presi in mano il calice e dissi, indicando il vino: «Questo è il Mio sangue del Nuovo Testamento, che è versato per molti in remissione dei peccati» (Mt. 26,27-28).

39. Il sangue è la rispondenza spirituale dell'amore. E l'amore è la vita spirituale nell'uomo. Esso è veramente la parte costitutiva dello Spirito di Dio nell'uomo, chiamato semplicemente ‘spirito dell’uomo’, perché Dio è l’Amore nell'uomo (1° Gv. 4,8-16).

40. Il vino come bevanda materiale, genera il sangue, vivifica gli uomini, dà loro forza, ristora la loro essenza, incrementa i nervi vitali, li rinvigorisce e li risveglia per l'amore. Da questo punto di vista l'amore è corrispondente al sangue, che produce attraverso il vino, ravviva e stimola all'amore. Perciò ho preso il vino come rispondenza, l'ho chiamato sangue e l’ho paragonato al Mio sangue spirituale materiale, che spiritualmente significava Amore. Il Mio Amore quale Dio Padre in Me ha dato corrispondentemente il Suo sangue materiale per la redenzione del genere umano dal peccato originale.

41. Il discorso è qui solo nelle rispondenze di natura spirituale e materiale dell'Amore divino, come Esso (l’Amore) volle sacrificarSi per i suoi figli, e nient'altro.

42. Cosa riguarda il vino in particolare, che dopo la benedizione del sacerdote è diventato effettivamente sangue di Cristo, si lascia facilmente provare il contrario, poiché ancora nessuno è stato ubriacato dal sangue. Quindi, date tanto di quel vino benedetto dal sacerdote quanto il comunicante ne può bere, e presto si mostrerà che il maldicente maledirà di nuovo, diventerà fornicatore in parole e opere, e con il quale ogni peccatore correrà dietro ai suoi peccati preferiti. Quindi, con ciò è dimostrato il grossolano inganno che il vino naturale non è né il materiale né lo spirituale sangue di Cristo, poiché il sangue di Cristo non può essere il mezzo per la perpetrazione di peccati grossolani!

43. Le parole: «…fate questo ogni volta in memoria di Me», vogliono dire materialmente che si può altrettanto benedire il pane e il vino, mangiarne e berne e ricordarsi di Me in ogni occasione, perché Io l'ho fatto durante l'ultima cena, e là indicò corrispondentemente la Mia imminente storia della passione, dove per il Mio Insegnamento celeste e per la cancellazione del peccato originale, versai il Mio sangue per amore dei Miei figli e morii per loro sulla croce. Questo è il senso fondamentale della Cena eucaristica, e nessun altro. Il pane rimane pane e il vino rimane vino, anche dopo la benedizione. Ma un comportamento timorato e un ricordo pieno d’amore per Me in tali occasioni, sono ben appropriati; Io, infatti, pronunciai queste parole sotto l’impeto dell’angosciosa attesa della terribile scena della sofferenza delle Mie imminenti torture che avevo previsto precisamente come si sarebbero svolte. Quindi, presentate pensieri puri, sentimento serio, cuore umile e desiderio ardente pieno d’amore rivolti a Me in tali cene d'amore, per ricordarvi degnamente nello spirito del Mio atto d'Amore per voi sulla croce. Amen! ‒ La comunione spirituale, nondimeno, si deve tenere come è stato detto sopra.

 

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Cap. 12

La spiegazione del corpo e del sangue di Gesù nella Comunione

(dal libro “Introduzione alla Teosofia)

 

1. Sulla santa Comunione leggete nel 6° capitolo dell'evangelista Giovanni. Dovete comprendere le Mie parole che avete ricevuto dagli apostoli spiritualmente, e non materialmente. Voi spesso oggigiorno le comprendete falsamente perché siete diventati troppo materiali con i vostri peccati, e perciò afferrate lo spirituale anche materialmente, dal quale sono emerse le vostre opinioni del tutto sbagliate. Per una corretta comprensione del significato spirituale del testo, leggete il capitolo 6 che segue sotto con le parole chiarificatrici inserite tra parentesi.

2. Nei versetti 32-58 Io, Gesù, dissi agli ebrei: «Non Mosè vi ha dato il (vero) pane dal Cielo quando lasciò l'Egitto per Canaan, ma il Padre Mio (vale a dire il Mio Amore per voi) vi dà il vero pane (cioè quello spirituale) dal Cielo». ‒ 33° «Poiché il pane di Dio è quello che discende dal Cielo e dà la vita al mondo (la vita spirituale)». ‒ 35°. «Io (Gesù) sono il pane (spirituale) della vita (Io vi do il puro Insegnamento). Chi viene a Me (quale suo Dio) non avrà più fame (spiritualmente e materialmente); e chi crede in Me (Gesù come Dio) non avrà più sete (spiritualmente)». ‒ 47° «In verità, in verità, vi dico, chi crede in Me (che sono il Figlio di Dio, vale a dire la Sapienza di Dio, che vi espongo e vi insegno), ha la vita eterna». ‒ 48° «Io (quale Figlio di Dio ovvero la Sapienza di Dio) sono il pane della vita (spirituale)». ‒ 49° «I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, (nondimeno) morirono (fisicamente)». ‒ 50° «Solo questo è il pane che, (come Insegnamento spirituale di Dio), è disceso dal Cielo, affinché nessuno muoia (spiritualmente, cioè nei peccati), chi mangia di questo (in altre parole chi segue l’Insegnamento di Gesù ricevuto dagli apostoli)». ‒ 51° «Io (quale Parola personificata di Dio) sono il pane vivente disceso dal Cielo; chi mangia di questo pane (cioè chi segue questo Insegnamento e vive di conseguenza) vivrà (spiritualmente) in eterno. E per vero il pane (spirituale) che darò (espresso con altre parole spiritualmente corrispondenti) è la Mia carne per la vita (per il nutrimento spirituale) del mondo». ‒ 53° «In verità, in verità vi dico: se non mangerete (vale a dire se non accoglierete) la carne del Figlio dell’Uomo (cioè la Divinità entrata nella carne) e non berrete il Suo (spirituale) sangue (che nel linguaggio spirituale significa: l'amore di Dio per tutte le cose; l'amore dell'uomo per Dio e per tutti gli uomini senza eccezione come fratelli e sorelle; l’amore per tutta la Creazione), allora non avrete nessuna vita (spirituale-eterna) in voi». ‒ 54° «Chi mangia la Mia carne (cioè accoglie il Mio Insegnamento proveniente dai Cieli ed agisce di conseguenza) e beve il Mio sangue (cioè il Mio Amore spirituale risvegliato e ravvivato in se stesso), ha la vita eterna, ed Io lo resusciterò nell’ultimo giorno (dalla sua vita terrena alla vita celeste, spirituale-eterna)». ‒ 55° «Perché la Mia carne (ovvero l’Insegnamento spirituale) è il giusto cibo (divino) (o l’ambrosia[15] spirituale) e il Mio sangue (ovvero il Mio Amore) è la giusta bevanda (divina o nettare spirituale)». ‒ 56° «Chi mangia (questa) Mia carne, e beve (questo) Mio sangue, rimane in Me ed Io in lui». ‒ 57° «Come il Padre che vive (cioè l'amore vivente) ha mandato Me, ed Io vivo attraverso il Padre (ovvero attraverso l'Amore), così anche colui che mangia Me (cioè Mi accoglie con piena fede e pieno amore) vivrà attraverso di Me ( suo Dio e Padre) eternamente». ‒ 58° «(Vedete) questo è il pane disceso dal Cielo; non (è questo un pane) come la manna che hanno mangiato i vostri padri e (tuttavia) sono morti. Chi mangia di questo pane (cioè chi Mi accoglie attraverso il Mio Insegnamento rivelatovi e sorge in Me nel pieno amore) vivrà in eterno».

3. Così si comprese fino all'anno 1200 dopo la nascita di Cristo la Comunione e la santa Cena celebrata secondo l'apostolo Paolo, consistente nel semplice pane e nel vino. Dopo che il più anziano tra i cristiani presenti stendeva le mani sul pane e sul vino (come il sacerdote cattolico durante la Messa fa sul calice) ed eseguiva una preghiera di ringraziamento a Dio, il pasto veniva preso nel devoto ricordo della vita e della sofferenza di Cristo (1° Corinzi 11,25-26 - e secondo le nuove spiegazioni del Signore.)

4. Dalla spiegazione di cui sopra completamente vera, potete vedere che Io, Gesù, non intendevo la Mia carne materiale e il Mio sangue umano. Una simile pretesa sarebbe stata innaturale. Quindi sotto la ‘carne di Gesù’ deve essere compresa la Mia dottrina, di Dio, e sotto il sangue di Gesù, il Mio Amore tutto abbracciante. Questo era lo stesso linguaggio spirituale con il quale Io, Gesù, ho fatto scrivere all'evangelista Giovanni la "Rivelazione" (Apocalisse) che fino ad oggi nessuno sa interpretare, se non chi è illuminato da Dio. Questa rivelazione è la rispondenza spirituale degli avvenimenti mondiali di tutti i tempi.

 

 

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[ALLEGATO 1]

Domanda sul vero Cenacolo

[Doni del Cielo volume II cap. 154]

Graz, tramite Jakob Lorber, 25 aprile 1847

Domanda di Ans. H.-Z.:

“O Signore, buono, caro santo Padre, hai dato solo ai sacerdoti delle confessioni cristiane il diritto di donare la Tua carne e il Tuo sangue sotto forma di pane e vino nei pasti commemorativi, o dovrebbe fare lo stesso un laico che ti ama umilmente?”

1.  Nella Scrittura c’è solamente: “Fate questo in memoria di Me!”. – Ma chi dovrebbe farlo in senso particolare, di ciò non sta scritto nulla. Che possa fare questo chiunque sia rinato, vale a dire battezzato dall’acqua e Spirito Santo nel Mio Nome, lo dimostra chiaramente la Scrittura che lo consiglia a tutti, e non ai singoli.

2.  Se non fosse così, allora il laico non potrebbe nemmeno pregare il “Padrenostro”, e oltre a ciò neanche fare nulla di ciò che nel Vangelo è comandato di fare. Infatti, soltanto gli apostoli e i discepoli hanno ricevuto la Dottrina e i Comandamenti da Me, ma Io non ho mai detto agli apostoli: “Fate questo specialmente voi, e i fedeli non lo dovranno fare sotto il più severo peccato mortale!”, – bensì ovunque è detto: «Fate questo!». – E questo vale ugualmente per tutti, sia messaggeri che discepoli! Poiché: «Uno è Maestro e Signore di voi tutti, voi tutti invece siete fratelli! Ma nell’Amore vi si riconoscerà se siete Miei discepoli». – Così si legge nella Scrittura.

3.  Chi deve fare una cosa ed ha il dovere di farla per raggiungere la vita eterna, faccia anche l’altra! Infatti, chi non adempie pienamente la Parola che Io ho insegnato, è come un frutto che non è potuto giungere alla desiderata piena maturazione per mancanza della potente luce solare.

4.  Tuttavia, come ogni buon cristiano può battezzare quando l’uomo è idoneo a ricevere il battesimo dello Spirito, così è un dovere ancora maggiore per ogni giusto cristiano veramente evangelico, se può offrire ai fratelli e alle sorelle in memoria di Me un giusto Cenacolo d’amore consistente in buon pane e vino – in cui si deve solo osservare che non vi debbano partecipare anche i “porci” che non credono in Me e Mi scherniscono e disprezzano solamente.

5.  Io però vi dico: “In verità, in verità, ogni volta che Mi amate, mangiate e facendo questo vi ricordate di Me, specialmente quando saziate e dissetate i poveri fratelli nel Mio Nome, altrettante volte accogliete il vero Cenacolo d’amore in voi e lo elargite anche nel modo più degno”.

6.  Quello, infatti, che voi fate ai poveri, lo fate a Me stesso! – Volete forse fare qualcosa di ancora più grande e più santo? – A Me, il Signore, non è nota nessuna azione più grande e più santa!

7.  Questo è l’autentico “Hoc est enim corpus meum”[16], e cioè, che voi facciate vere opere d’amore! Infatti, una giusta opera d’amore nel Mio Nome è il Mio più vero, realissimo “Corpo”, che è dato per molti, anzi per tutti, non solamente per gli apostoli o per i sacerdoti, per il vero conseguimento della Vita eterna.

8.  Ugualmente stanno le cose con il Calice che qui è il Mio “Sangue”, cioè la Mia Parola che dovrebbe essere versata a tutti i popoli, come il sangue si versa a tutte le membra del corpo nella primitiva purezza ed autenticità, quindi come un puro, autentico vino, ma non come uno impuro, molto adulterato.

9.  Dove quindi in un Cenacolo d’amore il Mio Nome è professato veramente nel cuore, là è gustato anche il Calice nello Spirito e nella Verità. – Qualcuno di voi vuole ancora di più?

10. Che cosa è meglio, dunque: Amore o ostia, oppure il cosiddetto vino consacrato? – Io vi dico: dove Io non sono nell’Amore degli uomini e nella Mia Parola, là pane e vino sono un nulla! – Dove invece Io sono nell’Amore e nella Parola, là sono anche come un continuo eterno Cenacolo nel cuore, nell’anima e nello spirito di ogni uomo, …senza tutta la consacrazione sacerdotale! Amen! Amen! Amen!

*

11. La denominazione pane e carne è una e la stessa cosa, così come anche vino e sangue; e chi nella Mia Parola mangia il pane del Cielo, e con l’operare secondo la parola ‒ quindi attraverso le opere del vero e disinteressato amore per Dio e per il prossimo ‒ beve il vino della vita, mangia anche la Mia carne e beve il Mio sangue; poiché come il pane naturale consumato dagli uomini si trasforma in carne nell'uomo, e il vino bevuto in sangue, così nell'anima dell'uomo anche la Mia Parola sotto forma di pane si trasforma in carne (spirituale), e il vino sotto la forma dell’amore si trasformerà in sangue.

12. Ma se dico: «…Chi mangia la Mia carne», allora con questo, significa già che egli ha accolto la Mia Parola non solo nel suo cervello intellettuale, ma allo stesso tempo anche nel suo cuore che, com’è noto, è lo stomaco dell'anima, e allo stesso modo anche il vino delle opere amorevoli, che non è più vino, ma già sangue della vita; poiché la memoria e l’intelletto dell'uomo si rapportano col cuore proprio come la bocca si rapporta con lo stomaco naturale. Finché il pane naturale si trova ancora sotto i denti nella bocca, non è ancora carne, bensì pane, ma quando viene masticato e rilasciato nello stomaco e lì mescolato con i succhi gastrici, allora è già carne secondo le sue fini parti nutritive, perché somigliante alla carne; e così è anche col vino, o anche con l'acqua, la quale sicuramente contiene in sé anche la sostanza del vino, poiché senza l'acqua che il terreno porta in sé per il nutrimento di tutte le piante e gli animali, la vite morirebbe; finché il vino viene tenuto in bocca, non passa nel sangue, ma nello stomaco passerà presto nello stesso.

13. Di conseguenza, chi ascolta la Mia Parola e la tiene nella sua memoria, tiene il pane nella bocca dell'anima; se comincia a riflettere su questo seriamente nell’intelletto cerebrale, allora mastica il pane con i denti dell'anima, poiché l’intelletto cerebrale per l'anima è ciò che i denti nella bocca sono per il corpo dell'uomo. Nell'intelletto cerebrale c’è il Mio pane, cioè il Mio Insegnamento masticato, ovvero come completa verità masticata compresa e accettata, allora deve poi essere accettata anche dall'amore per la verità nel cuore e passare all’azione con la ferma volontà; se ciò accade, allora la parola si trasforma nel sangue dell'anima attraverso la seria e ferma volontà di operare, e questo è il Mio spirito in lei, senza il quale l'anima sarebbe morta, come un corpo senza sangue.

14. La seria e ferma volontà di operare equivale di nuovo ad un buon potere digestivo dello stomaco del corpo, attraverso il quale tutto il corpo viene mantenuto sano e forte; ma se il potere digestivo dell’uomo è debole, allora l’intero corpo è già malato e debole, ed è infermo perfino con i cibi migliori e più puri. ‒ Altrettanto succede con l'anima, nel cui cuore la volontà per l’azione è più debole secondo l'insegnamento; essa non giunge alla piena e sana forza spirituale, rimane così qua e là, a metà, e capita facilmente in ogni sorta di dubbi ed esitazioni, e presto comincia ad esaminare ora l'uno ora di nuovo l'altro cibo, se magari non le sarebbe migliore e più rinforzante! Ma non è tuttavia completamente d’aiuto all'anima già indebolita!

15. Sì, ora chiedete in voi: ‘Ma un'anima indebolita, non può più essere completamente aiutata?’ ‒ Oh, sì, dico Io. Ma come? Ascoltate! ‒ Se una persona ha lo stomaco debole, prenda una bevanda a base di erbe a voi ben nota (tisana), attraverso la quale il cibo mal digerito viene portato via naturalmente dallo stomaco e dall'intestino. Tale cibo mal digerito somiglia ai dubbi suscitati nell'anima, se questa deve credere pienamente a questo o a quello ed essere attiva di conseguenza! Se però talvolta lo stomaco naturalmente debole è purificato, cosa si deve fare, affinché diventi di nuovo forte e rimanga forte? ‒ L'uomo deve diventare convenientemente attivo e fare un giusto movimento all’aria pura e fresca, e lo stomaco otterrà con ciò di nuovo la sua piena forza e salute. E vedete, questo è ciò che deve fare anche l'anima! Essa deve purificare il suo cuore dagli insegnamenti, concetti e idee sbagliate, deve accogliere la verità amorevolmente disposta e con piena fede, come ve la insegno Io, e poi diventerà davvero attiva ed energica, e in tal modo sarà presto molto rinvigorita e rimarrà anche sana completamente e immutabilmente.

16. Pertanto, nessuno di voi sia dunque solo ascoltatore, ma senza indugio sia anche un serio volenteroso e solerte autore della Mia Parola, allora anche tutti i dubbi e le considerazioni si saranno presto dileguate dalla sua anima. ‒ Come però il naturale stomaco del corpo nel suo stato energicamente sano può assorbire in sé ogni genere di cibo puro e, in caso di bisogno, anche impuro, senza subire alcun danno perché con la sua attività rimuove da sé tutto ciò che è impuro oppure lo trasforma in puro, così fa anche lo stomaco robusto e completamente sano dell'anima, e di conseguenza ‘al puro tutto è puro’, e perfino la più impura esalazione pestilenziale spirituale dell'inferno non potrà causargli alcun danno.

17. Se poi sarete in pieno possesso del Mio regno in voi, allora camminerete su serpenti e scorpioni e potrete bere veleni provenienti dall'inferno, e mai vi nuocerà. ‒ Se ora avete compreso e afferrato bene tutto questo, allora vogliate anche comprenderlo secondo la vivente verità, ciò che Io, sotto il ‘mangiare la Mia carne e bere il Mio sangue’ in Capernaum (Gv. 6,54), da voi volevo che fosse compreso! ‒ E sicuramente non la chiamerete più “una dura lezione”.

 

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[ALLEGATO 2]

Sulla Comunione cerimoniale del giorno di Natale

 

(specialmente alla vigilia di Natale, che era una pratica richiesta dalla Chiesa cattolica per comunicarsi almeno a Natale e a Pasqua)

 

[“Giardino dei giorni di festa” cap. 7]

 

(dettato a Gottfried Mayerhofer il 15 dicembre 1870)

1. Qui si tratta della questione se dovete tenere una “comunione” cerimoniale il giorno di Natale. Allora voglio darti alcune parole su questo punto, affinché i tuoi fratelli e le tue sorelle comprendano una buona volta cosa Io ho veramente in testa con loro! Infatti, guarda cosa significa propriamente introdurre ‘un culto cerimoniale’. In altre parole, ciò significa abbassare la Mia santissima Dottrina nel materiale, poiché, perfino in quel giorno quando introdussi la Cena, non c’era nessuna ‘Cena’ che fosse da considerare come religiosa, ma Io ai Miei discepoli dissi solamente: «Quando sarete di nuovo radunati nello stesso giorno, fate questo in memoria di Me!». Se però qualcuno, con l’atto della Cena, vuole unire un senso puramente spirituale, allora ha bisogno del pasto, cioè del pane e del vino? No, poiché Io non bado a ciò che gli entra nello stomaco in quella stessa sera, bensì solo a questo: a come stanno le cose nel suo cuore!

2. Se quindi qualcuno alla fine di un periodo di tempo vuole intraprendere un’ispezione nel suo cuore, oppure anche più spesso durante l’anno o addirittura giornalmente, allora deve avere davanti agli occhi solo lo scopo di progredire sempre di più, e di purificare sempre di più il suo cuore da tutte le carenze. Il resto non ha nessun valore dinanzi a Me! Io sono uno Spirito, e un Spirito può essere onorato solo spiritualmente, e anche glorificato solo spiritualmente.

3. Da tale punto di vista dovete afferrare tutto ciò che volete intraprendere in Mio onore e per il vostro bene, e allora si mostrerà come questa questione deve essere risolta, se dovete tenere o no una comunione cerimoniale alla vigilia di Natale.

4. Nel giorno in cui celebrate il giorno della Mia nascita, dovete pensare di più alla vostra stessa ‘rinascita nella Mia dottrina’, piuttosto che perdere tempo con cose vane. Dovete immergervi di più nel momento importante che fu, quando Mi decisi di venire da voi sulla Terra. Dovete pensare alle conseguenze di quella Nascita e al bene che ne è risultato per voi, perché adesso, guidati da Me stesso, potete celebrare in voi la festa della nascita del Padre vostro e Gesù per la seconda volta!

5. Questa ‘comunione con Me’, ovvero la ‘comunione del vostro spirito con il Mio’, quest’unione spirituale è il vero cerimoniale. Aspirate a questo, poiché tutto il resto non vi porta nessun passo più avanti, anzi, piuttosto vi porta indietro!

6. Considerate queste parole come un buon consiglio in riferimento alle vostre decisioni; il resto lo potrete leggere alla vigilia di questo giorno commemorativo dalle parole date[17] espressamente per questo, avendovele indicate più chiaramente.

7. Fino ad allora lasciate giacere la questione; e se la considerate comunque ancora adeguata dopo la lettura di quella Parola per voi ancora sconosciuta, questo lo lascio del tutto a voi, poiché come esseri liberi potete operare come volete. Questo per norma con la Mia benedizione. – Amen!

 

 

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[1] Papa Leone I detto Magno, papa dal 440 al 461; combatté i manichei e riunì il Concilio di Calcedonia contro gli eutichiani (discepoli di Eutiche); arrestò l’invasione di Attila nel 452.

[2] Transustanziazione: nella teologia cattolica, conversione della sostanza del pane e del vino in quella del Corpo e del Sangue di Cristo, pur restandone immutate le forme esterne; tale trapasso avviene per opera della Consacrazione durante la  messa.

[3] Innocenzo III (Giovanni Lotario dei conti di Segni; (Anagni 1160-Roma 1216), eletto pontefice nel 1198.

[4] Confutare: dimostrare falso o non giusto ciò che è affermato da altri.

[5] Urbano V: (1310-1370), successe ad Innocenzo VI nel 1362

[6] Papa Zaccaria (morto nel 752) successe a Gregorio III nel 741 e la Chiesa lo venera come santo.

[7] Il termine ‘simonia’ indica la volontà di comprare o vendere un bene spirituale, o una cosa di questo mondo connessa con la sfera spirituale. Viene utilizzato in generale per indicare l’acquisizione di beni spirituali in cambio di denaro.

[8] Alessandro VII (Fabio Chigi 1599-1667), lottò contro i giansenisti (movimento iniziato dalla pubblicazione dell’Augstinus di Giansenio Cornelio) e fu in dissidio con il Mazzarino (cardinale e statista collaboratore di Richeliueu), e Luigi XIV per la questione del ducato di Castro.

[9] Breve: documento, lettera pontificia su questioni di relativa importanza.

[10] Il barone E. v. Eckartshausen: Nacque a Haimhausen, in Baviera, Eckartshausen studiò filosofia e diritto civile bavarese a Monaco e a Ingolstadt. Fu l'autore di Die Wolke über dem Heiligtum, un'opera di misticismo cristiano che in seguito fu ripreso dagli occultisti. Il libro fu particolarmente apprezzato nell'ordine ermetico della Golden Dawn, in particolare da Arthur Edward Waite. Influenzò anche l'autore inglese e il fondatore di Thelema, Aleister Crowley. Massone, in seguito Eckartshausen si unì all'ordine degli Illuminati fondato da Adam Weishaupt, con il nome d'ordine di Aetilius Regulus, ma "ritirò la sua appartenenza subito dopo aver scoperto che questo ordine riconosceva solo l'illuminazione attraverso la ragione umana".

[11] Il Signore si riferisce al libro: “La vera religione cristiana” di Emanuel Swedenborg.

[12] Ostia: nell’antichità, la vittima che si offriva agli dèi. Secondo la teologia cristiana, Cristo che si offre come vittima al Padre in espiazione dei peccati dell’umanità.

[13] «Dio è Spirito, e quelli che Lo adorano devono adorarLo in spirito e verità!»

[14] Ambrosia: secondo la credenza degli antichi, il cibo degli dèi che dava loro l’immortalità.

[15] Ambrosia: secondo la credenza degli antichi, il cibo degli dèi che dava loro l’immortalità.

[16] Formula ecclesiastica del cenacolo, tradotto: “Questo è il Mio Corpo!”

[17] “Giardino dei giorni di festa” cap. 6 “Natale, la notte consacrata” del 13 dicembre 1870.