[tratto da: “Supplemento” – cap.31]

[ex Spiegazioni di teesti biblici]

 

Rivelazione

a

Jakob Lorber

 

 

 

[Luca 19, 4]

 

 

1. «Ed egli corse avanti e salì su un gelso, allo scopo di vederLo, poiché Lui sarebbe passato di là».

2. Anche questo verso contiene solo l’indicazione di un fatto, e voi potreste ritenere, in seguito a un precedente insegnamento, che anche qui sia nascosto un senso talmente profondo da non poterlo mai comprendere pienamente in eterno; solo che qui non è affatto il caso, e ciò per il motivo che l’azione non viene compiuta dal Signore, ma solo da un uomo. D’altra parte, però, anche questa scena apparentemente insignificante ha tuttavia un contenuto interiore spirituale, e il motivo per cui viene raccontata nel Vangelo è che essa contiene un ottimo insegnamento utilizzabile per ciascun uomo, da mettersi in pratica.

3. Qui qualche sapiente del mondo potrebbe dire ovviamente: “Che mai può nascondersi dietro questa comunissima cosa di ogni giorno? Che cos’altro sapeva Zaccheo di Cristo, se non quello che oggigiorno noi sappiamo eventualmente di un cosiddetto taumaturgo?”.

4. Se però siamo in un posto e veniamo a sapere in anticipo che un tale taumaturgo di fama mondiale passerà di lì, allora tutti usciranno fuori su strade e stradine e aspetteranno con grande desiderio l’arrivo dell’uomo straordinario. E se c’è fortunatamente lungo la strada qualche albero su cui è facile salire, di sicuro questi alberi verranno requisiti dai ragazzi, ma anche talvolta da qualche persona più grande e ugualmente molto curiosa.

5. Che senso ci può essere dietro a questo fatto? Di sicuro, nient’altro che quello che si può toccare con mano, e cioè che parecchi bellimbusti curiosi hanno voluto anche loro farcela a vedere l’uomo straordinario.

6. La morale che se ne può ricavare potrebbe al massimo essere questa: “Udite, ragazzi e persone curiose, e anche voi piccoletti, che non riuscirete a guardare al di sopra dei grandi zoticoni. Preoccupatevi in tempo, in simili occasioni, di occupare gli alberi, perché anche voi in simili occasioni possiate soddisfare la vostra curiosità e intanto non vi preoccupate se con l’osservanza di questa morale vengono anche danneggiati parecchi alberi!”.

7. Qui avremmo un’esegesi come la dà il mondo! L’ho data Io in anticipo per facilitare il compito al mondo, affinché poi, giudicando le Mie esegesi per esso incomprensibili, abbia un lavoro più facile nel satireggiare”.

8. Ma ora noi vogliamo vedere come tutt’altro senso e tutt’altra morale si nascondano dietro questo semplice testo. Vogliamo cominciare questa spiegazione nel modo più singolare possibile, vogliamo far precedere il pratico e fare in modo che successivamente in certo modo il teorico si capisca da sé.

9. E così Io dico: “Il mondo intero è pieno di Zacchei, e voi stessi non lo siete da meno!”. Fate perciò quello che lui fece, e Io allora dirò e farò anche a voi ciò che dissi e poi feci a questo Zaccheo. La ‘via’ che sono solito percorrere con i Miei vi è nota; voi siete, come Zaccheo, peccaminosi esattori del mondo.

10. Ma che cosa fece Zaccheo per vederMi sulla via? Egli era piccolo nella persona; corse avanti e salì su un gelso, il ché significa: l’uomo peccatore riconobbe di essere senza valore davanti a Me, e così fu pieno di umiltà! E somigliava, o somiglia, all’esattore nel tempio, il quale pure non aveva il coraggio di sollevare il capo.

11. Ma l’umiltà è il principale nutrimento dell’amore. Per mezzo suo, l’amore diventa più possente e più vigoroso, verso Colui davanti al quale sente di essere senza valore alcuno. E quanto più l’amore si sente indegno, tanto più grande diventa l’attrazione verso di Lui, perché la sua stima per lui aumenta nello stesso grado in cui diminuisce il valore che dà a se stesso. Un tale amore allora pensa soltanto a Colui che esso stima al di sopra di tutto come il suo massimo bene.

12. In questo dedicarsi all’Oggetto che per un amore simile è degno della massima considerazione, c’è una luce che diventa sempre più chiara, nella quale l’uomo pensa e pensa, e cerca e cerca in che modo potrebbe avvicinare il sublime Oggetto al suo sguardo. E questo pensare e pensare, e cercare e cercare, assomiglia al correre avanti di Zaccheo.

13. Egli è sulla via giusta, ma sa anche che il Signore è la parte più interiore di ogni cosa, per cui si trova in una grande calca e perciò, sebbene la via sia quella giusta, tuttavia non potrà scorgerLo. Ma la brama di vedere il Signore è più possente di questa obiezione, e più possente dell’ostacolo della folla, e sprona tutte le energie nell’uomo per elevarsi e raggiungere una posizione tale, da dove, al di sopra della calca e in mezzo ad essa, egli, nonostante tutto, riesca a vedere il Signore.

14. Si sceglie un albero per salirvi: un gelso, simile all’albero della conoscenza, nelle cui foglie è celata la stoffa fine e splendente per vestiti da re. Dunque, è con conoscenze superiori e con la luce della fede che l’uomo vuol vedere il Signore; per questo corre avanti e sale sul simbolico albero della conoscenza, il quale ha un frutto che, benché dolce, tuttavia non giunge a saziare nessuno. Esso sazia apparentemente, ma dopo quell’apparente sazietà segue di solito una fame ancora più grande di quella che si aveva prima.

15. Così avviene anche con le conoscenze superiori acquisite sulla via delle indagini intellettive. Anche queste conoscenze sembrano saziare all’inizio, sorprendentemente, lo spirito; ma dopo breve tempo il suo stomaco appetente ne parla così: “I pochi grappolini dolci mi hanno solo un po’ assopito, ma non saziato; ebbi sì un breve senso di sazietà, ma ciononostante ero vuoto!”.

16. Vedete, questa è una chiara immagine di ciò che sta a indicare il gelso, su cui Zaccheo ovviamente salì con la migliore intenzione, e sarebbe bene per tutti gli esattori e peccatori colti in senso mondano se volessero salire con l’intenzione di Zaccheo sopra l’albero della conoscenza sulla via del Signore. Essi otterrebbero proprio, quello che ha ottenuto Zaccheo!

17. Ma purtroppo è estremamente raro che si salga sull’albero della conoscenza alla maniera di Zaccheo; e sebbene parecchi Zacchei salgano sull’albero della conoscenza con un’intenzione un po’ migliore di altri, tuttavia di solito ne scelgono uno che non si trova sulla via del Signore.

18. Fin qui sarebbe tutto chiaro; ora però si domanda: “È già sufficiente per la vita eterna, se si fa lo Zaccheo con quell’intenzione migliore fra tutte?”.

19. A questa domanda risponde il punto del Vangelo, dove il Signore, a Zaccheo che stava scrutando sull’albero, dice: «Scendi giù, poiché oggi stesso devo mangiare a casa tua!».

20. Ciò equivale a dire: “Zaccheo! Sospendi la tua alta speculazione su di Me, e discendi nella stanza del tuo amore per Me; in questa tua casa vi è cibo per Me; qui entrerò, e mangerò in questa tua casa!”.

21. E detto ancora più chiaramente ciò significa: “Zaccheo! Scendi giù nella tua umiltà di prima e nel tuo amore; così Io entrerò da te e Mi ristorerò con tali frutti del tuo cuore!”.

22. Vedete, ecco il pratico-teorico di questo testo, e la morale è brevissimamente: “Guardate vostro fratello Zaccheo e seguite il suo esempio, così anche a voi avverrà ciò che è avvenuto a Zaccheo!”.

23. Ritengo che qualsiasi ulteriore teoria sarà qui completamente superflua, poiché ciò che è stato detto è già senz’altro della massima chiarezza. Chi lo leggerà e l’osserverà, troverà anche lui irrevocabilmente ciò che è toccato a Zaccheo, e Io gli dirò quello che ho detto a Zaccheo.

24. Ciò sia osservato da voi tutti nel miglior modo! Amen.

 

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