Altri versi….

 

 

Pensieri d’un mattino

E’ il mio Signore

La mia valle

Padre – padrone

Natale?

Ora basta uomo!

Vivere in un mondo di pace

Trittico pasquale

La befana

Ai dormiveglia

L’incontro

Un dì importante

Benedizione del viaggiatore

L’esaminatore

Desideri

Saluti all'85°

L'oracolo

Buon 2014

L’agognato dottorato

Messina

Fai festa

Nell’età matura

 

 

Pensieri d'un mattino

 

Sorta è l'aurora

che il nuovo giorno annuncia,

e l'alba dipinge il ciel

dei suoi rosei riflessi.

   O dolce aurora

   che i miei pensieri invadi,

   e con mille colori

   mi accarezzi il core.

Pensieri soavi,

speranze e illusioni,

ricordi infiniti di gioie segrete.

   Il giorno già nasce,

   il ciel si ridesta di canti

   quel canto che copre il mio pianto.

                                                        Silvia V.

 

 

E' il mio Signore

 

Era una notte piena di stelle

sembravan tante tante fiammelle,

e in lontananza, giù nella valle,

si ode un suono di ciamarelle.

   Un pastorello piano pianino

   verso la grotta di Gesù bambino

   si avvia con passo lento,

   per vedere con gioia il grande evento.

Porta un bel cesto con tanti doni

pieno di fragole e di lamponi,

ci sono pure tanti agnellini,

latte, formaggio e caprettini.

   Tutta la grotta è piena di canti

   è un Bimbo, non è grande

   ma Egli e tanto importante.

                                               Silvia V.

 

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La mia valle

 

Su, andar per strade e curve,

e l'odor di zagara sentir,

inebriata di tanta pace,

e il vento i secchi rami scuote.

   Le pecore belan nella valle

    brucando la tenera erba, lente,

   assente il pastore, che più in là sonnecchia,

   segue col pensiero il gregge suo.

Mormora il ruscello, guizza la rana

Che gracida cupa di sotto il muschio,

la siepe danza all'alito vento,

e le radici del pioppo in idilliaco intreccio.

   L'edera avvolge il grande olmo,

   piange il castagno, triste e vecchio già,

   ma l'aria è piena di canti e melodie,

   dall'alto della cima, vedo te, valle mia.

                                                        Silvia V.

 

 

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Natale?

 

Cammino!

Avvolta nell’abito appena acquistato,

sorrido

il peso dei pacchetti tra le mani

mi affatica

ma sono felice.

la gente, le luci, il suono, la confusione

calcata tra la folla

gioisco di piacere;

E’ Natale!

In una vetrina

gli addobbi colorati

mi abbagliano.

Mi fermo

ed una palla rossa

riflette la mia immagine.

Nella lucida sfera

appare trasformato il mio volto.

Poco chiaro intravedo un sorriso

e due occhi grandi, luccicare tra la festa.

D’un tratto va via la luce,

nel buio della palla scorgo una sagoma

è minuta, dev’essere un bambino.

Mi avvicino lentamente,

i suoi tratti si fanno più chiari

ho un tonfo al cuore!

La pelle scura marca un’ossatura gracile.

Mi cerca con gli occhi bagnati

e senza esitare gli tendo la mano

ma egli non risponde.

Perchè? Perchè non corre da me?

Silenzio!

La luce ritorna!

Son sempre dinanzi a quell’albero

però nella pallina, ora, si riflette

il volto di una ragazzina malinconica,

ha un’aria interrogativa.

Perchè? Perchè non è corso da me?

E poi, capisco!

Quel bimbo stamane era in tv

vittima innocente di una guerra atroce

mutilato di braccia e gambe

da una realtà che mutila la voce.

Intorno

la gente, la luce, il suono, la confusione

ed io immersa nel silenzio

affogo nel dolore.

                                    Silvia Vinci

 

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Ora basta, uomo!

 

Ora basta, uomo con la guerra,

troppa morte, troppa distruzione,

   Ora basta, uomo con le armi,

   troppo odio, troppa violenza.

Così è condannato

a restare il mondo?!

   Senza fiori, senza colori,

   senza affetto, senza amore.

Forse senza bimbi?

Ora basta, uomo”

                                      Laura Vinci - I^ A

 

 

Vivere in un mondo di pace

 

Vorrei vivere in un mondo di pace,

lontano da guerre e razzismo.

Vorrei vivere in un mondo di pace,

dove non esistono odio e intolleranza.

Vorrei vivere in un mondo di pace,

fatto di amore e giustizia.

Ma solo se l’umanità si stringerà

in un abbraccio fraterno

vivremo in un mondo di pace.

                                      Laura Vinci V^ C

 

 

 

Trittico pasquale

 

Uno

 

Si avvicina, si avvicina,

tra un pochino è già alla china,

quel gran giorno che è in attesa,

ché ciascuno gli dia intesa,

per scoprire quanto crede,

quanto ama, quanto ha fede,

e così ceda a ogni offesa.

   Sia quel giorno per ciascuno,

   non un semplice raduno,

   ma che cerchi nel suo cuore,

   quanto più gli dia fervore,

   di trovare senza indugio e veramente,

   ciò che serve al cuore e mente,

   nella Pasqua, quel gran Segno,

   e decidersi a darsi come pegno.

 

Due

 

Ci sono cose molto importanti

che vanno scoperte con sentimento,

ma occorre cuore, pace e intenzione

ed è sott’intesa l’educazione.

   Solo così si potrà poi scoprire

   qual è il valore per realizzare

   non solo i sogni del giorno presente

   ma anche quelli del futuro importante.

Sia almeno questo giorno speciale

un augurio per te e allontani ogni male.

 

Tre

 

Un altro anno è passato veloce

che si aggiunge a quelli veraci,

e porta ogni giorno a ogni persona

quello in cui spera, crede o ragiona.

   Ma c’è un giorno per tutti quanti

   che fa stimolare, ma non rende importanti

   che bussa, che incita, chi è ancora intento

   perché diventi almeno osservante

   di quella fede che lega il mondo

   perfino quelli che sono in fondo.

 

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La Befana

 

Vien la Befana, vien dal camino

ma non porta i doni ad ogni bambino.

   I suoi regali non sono doni

   ma li ramazza con i bastoni

per indicare a grandi e bambini

la fine di un anno senza soldini.

   E’ una vecchietta ancora arzilla

   col naso adunco e la gonnella

sembra cattiva all’apparenza

ma non lo è nella sostanza.

   Bisogna crederci per vederla

   ma proprio nessuno vorrebbe amarla…

 

 

 

Padre – padrone

 

Lunedì si fa pulizia,

dopo un giorno d’allegria!

   Martedì c’è l’astinenza,

   per salvare l’esistenza!

Mercoledì il digiuno aspetta,

quasi sempre senza fretta!

   Giovedì è la corsetta,

   per tenersi la pancetta!

Venerdì ci son le botte,

a subir le ossa rotte!

   Sabato si fa la spesa,

   se la tasca non si è arresa!

E Domenica?- “Alla gogna!”

c’è il padrone, vuole un pegno!

   Urla, e grida: “Tutti in piedi!”

   a strigliare fino ai cieli.

 

 

Ai dormiveglia

 

Un nuovo giorno nell’aurora fa oggi capolino

e sorride alla vita, come un tenero bambino,

   tutto si sveglia, tutto a un tratto ricomincia

   e fa spegnere la speranza ai dormiveglia,

mentre a tutti quelli che salutano i primi raggi

gli vien data la certezza, come una volta ai saggi

   ‘Buon dì’, dice l’oracolo a quanti accettano lo spettacolo

   mentre a coloro che non vogliono sapere,

che restino impunemente ancora a poltrire

ma il messaggio non lo potranno mai scoprire..

 

 

 

L’incontro

 

Me ne andavo su per l’erta, passeggiando

un po’ distratto con l’occhio pigro, osservando,

   e non mi accorsi che in fondo a quel breve sentiero

   ci stava un vecchio, a piedi, col suo potente destriero.

“Ehi della valle!”, quel mi gridò.

“Occhio! Guardi quassù!”, ancor mi parlò.

   Chiesi: “Buon uomo, posso salire più in cima,

   dove il bosco consente di veder l’immensa china?”.

E lui: “Certo, erta è la strada e potete provare

se alle spalle lasciate i maligni pensieri cadere!”.

   Lo raggiunsi, e una stretta di mano gli porsi.

   Ei l’accettò, e un raggio di luce tra noi si sparse.

Guardai su a vedere il raggio di Sole a un tratto donante,

e non mi accorsi che il vecchio e il cavallo eran già distanti.

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Un dì importante

 

Passano i giorni, scorrono veloci

e anche gli anni passati, restano unici.

   Per tutti scorre sempre in fretta il tempo

   e a ciascuno cede qualcosa nel contempo,

lasciando che i momenti più importanti

diventino, per ognuno, vere immagini calienti.

   Ma di tutti, ce n’è uno che non deve mai mancare

   ed è tra quelli che non si devono mai dimenticare.

E’ vero, esso ogni anno, sempre si ripete

ma, sempre, esso aggiunge qualcosa di cui compete

  conservare, tra i ricordi cari e più eloquenti

  quei compleanni ricordati tra i più importanti.

                                                                                  Giampi

 

 

 

Benedizione del viaggiatore

 

Sia sempre la Strada maestra al fianco tuo,

il vento sospinga le tue spalle se c’è buio,

   il Sole sul tuo viso splenda senza tempo,

   o se la pioggia cade, sia dolce nel frattempo,

e bagni i campi lungo il tuo cammino,

inebri di profumo quel tuo bel faccino,

   e finché noi non ci incontreremo nuovamente,

   possa proteggerti Dio, con la Sua mano benedicente.

 

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L’esaminatore

 

Quanto impegno, e che fatica

quanto studio, e che lotta antica

   quanti sforzi e, immani sacrifici

   quante rinunce, e tempo, levato agli amici…

Poi, tutto lo si pone davanti al quel vago giudice,

che emette la sentenza, senza neanche muovere l’alluce.

   Così è la vita, per chi s’impegna: prima spera,

   poi nota quanto il mondo, tanto impera!

Ma occorre anche a loro, volenti, perdonargli,

sono esseri umani, anche se, quasi conigli.

 

 

 

Desideri

 

I desideri degli adulti

non sono come quelli dei bambini,

meglio lasciarli quali immagini sognate,

al tempo dell’oblio, quello discendente,

e restare saldi in quelle già vissute,

ormai evanescenti, eppure ancora nella mente.

Nulla però vieta di pensare,

a ciò per cui la mente, ma ben anche il cuore,

si aspettano di avere dalla vita, quella avara,

e raccogliere quel tanto che traspare dalla bieca vita,

non più fiera…

 

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Saluti all'85°

 

Cari commilitoni di vecchie corvè,

giovani amici di un tempo che fu,

   oggi adulti, ma sempre pimpanti

   quasi nascosti, però osservanti,

di quella gioia che ormai non è più

ma sempre viva se bussa ancor più.

ui ce n’è uno che chiama a raccolta

“Che cosa vuole? Che rompe? Chi lo ascolta?”.

Vuole solo servire, e chiamare, e sperare…

Che almeno uno lo voglia aiutare…

   Per preparare con santa pazienza

   Ciò che va fatto, con unan certa urgenza!

 

 

Buon 2014

 

Arrivò un anno fa da molto lontano,

non tanto pimpante, entrò piano piano,

   si sistemò dal primo mese

   e ci portò fino all'ultimo, cortese.

Ora è vecchietto il 2013, deve lasciare

ad un suo fratello per continuare a fare

   tante promesse, speranze, intenzioni

   che sia per tutti, rinnovate emozioni.

Un 2014 ben carico di ardore

ad augurare danari, salute, e tanto amore.

 

 

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L’oracolo

 

Canta l’oracolo ai posteri l’ardue sue rime

dona gioioso il suo cuore a chi accetta la speme:

   “A te, mia musa, che osservi il Creato dai rivoli blu

   che  cerchi, osi, abbracci tutto ciò che splende lassù,

che allarghi le braccia, sorridi e perdoni

ascolti la gente, aiuti e, a tutti condoni,

   accetta, di grazia, l’invito a spingerti oltre,

   a non lasciare che il tempo scorra a vuoto tra i cirri”.

Una sola è la vita, che va e, per sempre, essa scorre,

e mai più ritorna ciò che è perduto, se non sta nella torre!”.

 

 

L’agognato dottorato

 

C’è una blanda luce intravista in lontananza

la si vede, ma ancora non si sa in quale stanza.

   Si vorrebbe già acchiapparla, presto, e conservarla,

   ma ancora se ne deve fare di strada, per averla.

Così comincia l’avventura dello studio altolocato

a combattere con concetti, libri, e l’insegnante ben armato,

   e la strada un dì intrapresa con tante fatiche

   scorre tra lezioni, studi, esami e ricerche antiche.

Finalmente arriva il gran giorno della tesi agognata

e la luce inseguita con speranza si raggiunge, e la vita è appagata!

   Con gli amici si festeggia, ma ancor più con la famiglia

   e tutto il cammino, alle spalle, si rivive nel giorno della veglia.

“Complimenti!”, vien da tutti con cipiglio vezzeggiato,

“Sia benedetto anche dal Padre, per te, il dottorato!”.

 

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Non c'è trucco, non c'è inganno

qui si vive, tutti, con affanno.

   Si sta in  piedi per la vita

   ma si soffre per ogni sortita.

Si dovrebbe invece, ancor più credere

a Colui che a tutti vorrebbe far vincere

   la scommessa un dì lassù ben studiata

   per concedere, una più grande vita donata.

 

 

 

         Messina

 

Messina, a ‘cchiù bedda da Sicilia

si gode i due mari, ma senza ‘nvidia.

  I navi passanu all’autra bedda sponda

   lassanu na scia ‘ntra all’acqua bionda,

e li muntagni, iauti, arretu i so spaddi

goduno a megghiu vista, sutta i vaddi.

   Amata terra, un tempo ‘dogu ti lassai

   ‘pi ‘nnu pezzu di pani, e mi ‘nnannai.

Ora ti pensu, e na lacrima scinninta me faccia

lascia un segno indelebile,‘ntra la coscenza paccia.

 

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Ricorrenza

 

Passano i giorni, si sommano ai tanti

alcuni pochi, restano solo osservanti

   tanti di loro, però, sono serventi

   di quella gloria che non porta niente.

Io nutro fiducia, e spremo la mente

lascio che scorra, il ricordo suadente,

   ma c’è una fiamma che ancora riscalda

   e in questa Pasqua desidero usarla.

È un dolce pensiero, caro e sincero

per quel fiore bianco, che non fu mistero,

   teme più le spine, è caldo d’amore,

   mi dà conforto, quell’amica del cuore,

che da lontano mi dona tra i tanti

un po’ d’affetto, a tirare avanti!

 

 

 

Fai festa

 

Nel giorno del Signore il servitor fa festa

esorta a fermarsi un attimo pur senza richiesta,

   che si alzi lo sguardo oltre il mondano

   fin dove non l’occhio, ma il sentimento spinga lontano.

Lassù, oltre il celeste, c’è un Regno infinito

che attende tutto il trapassato quando ha finito,

   dove il materiale resta ben lontano

   e solo lo spirituale stimola a darsi la mano.

Ben rivolgiamoci solo a chi ha titolo ad avere

all’unico Maestro, amante solo del nostro cuore.

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         Nell’età matura

 

Quando si diventa attempati vecchietti

non è lecito dormire troppo, si diventa inetti.

   Ma l’impegno sia ben centuplicato,

   verso lo spirituale, da giovani abbandonato.

Se questo non ci fosse che guida ogni umano sogno

tutto andrebbe a ramengo, succube del nefasto maligno.

   Perciò è buona cosa iniziare tutto con la preghiera,

ringraziando il Signore di tutto ciò che si fa da mane a sera.

 

 

 

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è uno che chiama a raccolta,

 più.