RIVELAZIONI DI DIO
a
Gottfried
Mayerhofer
1807 –
1877
Giardino dei giorni di
festa
Spiegazioni delle tematiche
sui giorni delle festività cristiane
Comunicazioni
ricevute attraverso la Parola interiore fra il 1870 e il 1877
Estratto n. 40a dalla raccolta
Festgarten di nuovi scritti teosofici editi nel 1894 dalla “Casa Editrice della
Nuova Teosofia” del successore di Johannes Busch
Titolo originale: “Festgarten”
Traduzione di Ingrid Wunderlich e Antonino Izzo
Copyright © by ‘Casa editrice Gesù La Nuova Rivelazione’
Via Vittorio Veneto, 167
24038 Sant’Omobono Terme (Bergamo)
Tl. 347.1041176 – fax. 035.851163
E-mail: damianofrosio@tiscali.it
Sito internet: www.jakoblorber.it
ISBN 978-88-98788-28-6
Questa edizione a cura di:
“Amici della nuova Luce”
Sito internet: www.legamedelcielo.it
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Parte 1° – IL GRANDE AVVENTO: sul ritorno spirituale
del signore
Domanda
conclusiva dell’umanità (1° Cor.
15,22-28) |
10.02.1872 |
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Preghiera per
l’anniversario della prima comunicazione del Signore |
5.01.1871 |
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La più
benevola risposta del Signore |
6.01.1871 |
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Uno sguardo
retrospettivo all’anno concluso – (per il 15/17 marzo) |
15.03.1872 |
Parte 2° – sul Natale
Predica di
Natale |
11.12.1871 |
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Natale, ovvero
la notte consacrata |
13.12.1870 |
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Per via della
comunione cerimoniale |
15.12.1870 |
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Un saluto
natalizio |
18.12.1870 |
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L’albero di
Natale |
20.12.1873 |
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La palma –
(come dono di Natale) |
22.12.1873 |
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Alla vigilia
di Natale |
25.12.1870 |
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La Vita [I] –
(un dono di Natale per materialistici e atei) |
25.12.1872 |
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Una parola per
le feste di Natale |
25.12.1876 |
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Per l’anno
nuovo (I) |
19.12.1870 |
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Un augurio per
l’anno nuovo (II) |
31.12.1870 |
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La Vita [II] –
(una Parola in riferimento al nuovo anno) |
31.12.1872 |
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Per la sera di
San Silvestro |
31.12.1874 |
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La festa dei
tre Re Magi |
16.01.1873 |
Parte
3° – Settimana santa
Il Carnevale |
3.03.1876 |
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Il potere della preghiera, ovvero,
come si deve pregare! |
11.03.1877 |
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Considerazioni sulla Settimana santa |
23.03.1874 |
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Sulla Lavanda dei piedi – Ultima Cena |
3.06.1870 |
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Per il Giovedì santo – Ultima Cena |
25.03.1875 |
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Una seria Parola per il Giovedì santo |
24.03.1871 |
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Sul Giovedì santo |
11.04.1870 |
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Il Venerdì santo |
7.04.1871 |
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Sull’ignoranza umana –
(Venerdì santo 1871) |
7.04.1871 |
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La Croce |
26.01.1872 |
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Il numero tre – (appendice su ‘La
croce’) |
14.02.1872 |
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Preparazione al giorno di Pasqua |
16.04.1870 |
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Domenica di Pasqua |
9.04.1871 |
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La festa della Mia resurrezione –
(come base di ogni nobile cultura) |
31.03.1872 |
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Quello che Gesù fece tra Pasqua e
l’Ascensione |
20.04.1870 |
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Sulla festa dell’Ascensione |
25.05.1870 |
Parte
4° – Benedizione di Pentecoste
Per la festa di Pentecoste |
1.06.1870 |
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Sullo Spirito Santo |
13.11.1870 |
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Cenni sulla grande festa di Pentecoste |
4.06.1871 |
Parte
5° – Sulla Trinità
Preghiera di una sorella a causa della
perdita dei suoi figli |
26.03.1870 |
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Vi ho ben tolto l’amico di mezzo a
voi, ma accogliete Me nel vostro patto, ora voglio essere il Terzo |
29.03.1870 |
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Gesù era Dio o Uomo? |
10.06.1870 |
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Triplicità o Trinità |
26.08.1870 |
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La Parola di Dio nell’uomo |
12.11.1870 |
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Sul rapporto spirituale di un ‘medium
del Padre’ |
26.11.1870 |
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L’essenza della Parola di Dio |
6.03.1871 |
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Sull’essenza dell’Amore del Signore
per noi |
10.05.1871 |
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La Parola, ovvero ‘Solo nel più
piccolo dimora il più grande’ |
3.07.1871 |
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“Padre” ovvero della Trinità tra
Padre, madre e figlio, tra Dio, natura e uomo |
17.11.1871 |
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La Verità |
18.01.1872 |
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L’amore per Dio e per il prossimo,
quale sangue e acqua (Gv. 19,34) |
16.02.1872 |
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Il Cristo storico e il Cristo
dogmatico |
9.05.1872 |
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Breve trattato della storia della
Creazione |
17.02.1875 |
Siamo ora nel segno del
ritorno di Cristo - l'apostasia di Dio è più grande che mai, la confusione
degli spiriti cresce, i più grandi contrasti spirituali trovano terreno, il
falso Cristo si presenta qua e là, e quindi è comprensibile se le anime che
cercano onestamente esclamano: "Dov’è e cos'è la verità?". Condizioni
simili erano già presenti a quel tempo, e precisamente quasi 2000 anni fa, al
tempo di Cristo.
In tali
condizioni solo una nuova Luce centrale può soddisfare il bisogno, perciò Gesù
venne in quel tempo, quando la Chiesa mosaica andava in rovina, e pose l'ideale
umano più chiaro che mai e fino all'ultima conseguenza stessa, attivandolo di
nuovo, aprendoci allo stesso tempo con il Suo sangue la porticina per la
salvezza eterna della vita.
Le chiese
cristiane sono ora anche vicine alla loro fine, perché spesso non sono più in
grado di soddisfare i bisogni del tempo, perché incapaci di riconoscere ed
accettare l'aiuto prestato dal Signore. Adesso è di nuovo necessario purificare
l'ideale divino dell'umanità, semplicemente di metterlo nella Luce più chiara,
ma più dettagliatamente, e l’Onnibuono, come ovunque nella Sua Creazione,
accanto al bisogno trova al momento giusto il cibo adatto, così anche qui
fornito nella maniera più meravigliosa, come dimostra la nostra ricca dispensa
spirituale. Adesso è il tempo in cui è preannunciato: “Ecco, io faccio tutto nuovo!”
Per
comprendere giustamente questo nostro tempo, per riconoscere liberamente la
correzione del desiderio di una luce sempre più chiara, e per apprezzare meglio
proprio la corrispondente Nuova Luce, cioè afferrare in maniera vivente
l'essenza di questo nostro tempo dominante il grande fatto del "ritorno di
Cristo", per questo ci vengono servite qui queste pagine raccolte. A chi
avrà l’occasione di farlo, ben le esamini, magari confrontandole con quelle nel
Vangelo. Proprio come mostra in Salmi 36,10 («E' in te la sorgente della vita, alla tua luce vediamo la luce.»),
e in Giov. 7,17 (Chi vuol fare la sua
volontà, conoscerà se questa dottrina viene da Dio, o se io parlo da me stesso.»);
volendo anche l’accenno in Mat. 7,7 («Chiedete
e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque
chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto».) sono da
prendere in considerazione; allora possiamo sperare che la grazia non manchi
dall'alto, questa è che tali ricercatori onesti e fedeli combattenti
nell'imitazione di Cristo, ricevano il felicitante premio della pace interiore
come migliore benedizione!
Con questo
augurio salutiamo tutti coloro che hanno a cuore la Sua apparizione, e la
consegniamo a quelli che si propongono l’unica salvezza. Per riconoscere sempre
più chiaramente il nostro Padre Santo pieno d’amore, per poterLo più fedelmente
manifestare coi fatti, e quindi, per maturare incontro al vero figlio di Dio
quale nostra vera e propria destinazione, ‒ perciò questo nuovo
libro, come riconoscente sguardo verso l’alto al Donatore degli infinitamente buoni
doni della santa amorevole Luce, affinché la Sua volontà si adempia in noi
sempre di più!
L’editore
IL GRANDE
AVVENTO
sul ritorno spirituale del Signore
۞
Domanda conclusiva dell’umanità
10
febbraio 1872
«E come tutti
muoiono in Adamo, così tutti rivivranno in Cristo. Ciascuno però nell’ordine
proprio: Cristo, la primizia, poi quelli che son di Cristo, al momento della
sua venuta. Quindi verrà la fine, quando egli avrà rimesso il regno nelle mani
di Dio Padre, dopo che avrà ridotto al nulla ogni principato, ogni potestà ed
ogni potenza. Poiché bisogna che egli regni finché abbia messo tutti i suoi
nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico che sarà distrutto, è la morte.
Difatti, Iddio ha posto ogni cosa sotto i suoi piedi, ma quando egli soggiunge
“tutto è stato assoggettato”, è chiaro che è ad eccezione di colui che ha
assoggettato a Lui ogni cosa. E quando avrà assoggettato a Lui ogni cosa,
allora anch’egli, il Figlio, si sottometterà a Colui che gli ha sottoposto ogni
cosa, affinché Dio sia il tutto in tutte le cose ». [1° Corinzi 15,22-28].
1. Mio caro figlio, ho già spiegato ed illuminato più
precisamente qualche domanda e dubbio che sono sorti nel tuo cuore, e
precisamente non solo a causa tua, ma a causa di tutti, poiché ce ne sono molti
e ce ne saranno ancora di più che mercanteggeranno e si lambiccheranno il
cervello, e non riusciranno a sondarne il vero senso, non solo quello
letterale. E poiché hai appena ricevuto sui tuoi precedenti dubbi un’esauriente
risposta (sulla piramide della Creazione come completamento alla Parola sul
bacio)[1],
allora una circostanza da Me concessa ti darà di nuovo in mano alcuni versetti
della Bibbia che vorresti che Io ti spiegassi, e credi che con questa ulteriore
spiegazione riceverai una risposta alla tua domanda conclusiva per questa vita.
2. Io però ti dico che in questa risposta
non troverai risolta la domanda conclusiva di tutta l’umanità, poiché questi
versetti sopracitati contengono in sé l’intero ciclo di secoli, cominciando
dalla Mia discesa sulla vostra Terra, cioè dalla nascita in Betlemme, fino al
Mio prossimo ed ultimo ritorno a voi, ora imminente.
3. Il primo versetto sopra citato ti dice
appunto già in poche parole il grande scopo della Mia apparizione di quel
tempo; dove si legge: «Poiché come tutti
muoiono in Adamo, così tutti rivivranno in Cristo». Il morire in Adamo
significa solo lo scomparire fisico o materiale, dove l’anima, per così dire, è
passata nel corpo, nel quale invece di spiritualizzarlo, lei stessa si è
personificata nello stesso. Questa è la condizione in cui l’umanità (come
adesso di nuovo) crede che il suo scopo principale sia solo nei bisogni e nei
godimenti materiali, rinnegando tutto lo spirituale, calpestandolo perfino con
i piedi.
4. Quel momento era anche quello in cui
proprio tutte le circostanze s’incontravano, non soltanto per rendere possibile
la Mia discesa, bensì anche per assicurare un più grande successo duraturo.
Perciò questo versetto dice: “Come deve putrefarsi tutto fisicamente, così
tutto deve anche vivere in eterno spiritualmente, quando sarà nuovamente rinato
in e attraverso il Mio insegnamento”.
5. Ciò che questo versetto diceva e
significava per quei tempi, quando allora Paolo scrisse ai primi cristiani, questo
vale ancora oggi, solo nel senso che in ogni uomo deve putrefarsi il vecchio
Adamo ovvero le sue brame carnali-sensuali, similmente alla carne materiale, se
deve essere possibile un progresso spirituale, oppure si debba vestire un nuovo
Adamo spirituale.
6. Io stesso un giorno dissi: «Non si può servire due padroni!», e così
è anche impossibile diventare un rinato nel Mio Regno, prima che non si abbia
deposto da sé il mondo e il suo potere. Facilitare e rendere questo possibile,
fu lo scopo della Mia comparsa sulla vostra Terra.
7. Il successivo versetto dice: «Ma ognuno secondo il suo ordine». Questo
vuol significare che Io, precedendo con l’esempio, dovevo mostrare a voi tutti
la via che dovete percorrere, se volete essere figli Miei e diventar partecipi
del Mio Regno.
8. Questo lo spiega anche lo stesso
versetto nelle sue successive parole: «…la
primizia, Cristo, poi quelli che appartengono a Cristo, alla sua venuta».
Io, in effetti, vi ho preceduto con l’esempio, ho mostrato all’intera umanità
quale abnegazione di se stessi, quale spirito di sacrificio ci vuole per
diventare degni di Me, e corrispondere così al grande Pensiero della Creazione,
come lo menziona Mosè, dove si legge: «…e
Dio creò l’uomo a Sua immagine e somiglianza», che non doveva corrispondere
solo alla forma, bensì al suo contenuto spirituale; poiché essendo uno Spirito,
Io e la Mia meta siamo la suprema perfezione.
9. Così dovetti scendere sulla vostra
Terra, trasformare l’Adamo formato corporalmente in uno spirituale, se doveva
essere adatto al Mio regno dello spirito. Inoltre si dice sopra: «Poi verrà la fine, quando egli avrà rimesso
il regno nelle mani di Dio Padre, dopo che avrà ridotto al nulla ogni signoria,
ogni autorità e ogni potenza». Questo significa: poiché Io, quale Sapienza
(Maestro) sono disceso sulla vostra Terra, per assicurare là all’opera
dell’Amore (della Creazione di uomini liberi), stabilità e durata, allora
quest’Opera – cominciata da Me come Dio e compiuta come Uomo – doveva
naturalmente mettere in azione il suo continuo effetto tra gli uomini, doveva
tendere ad uno scopo finale che non è e non sarà altro che ricondurre di nuovo
tutti gli uomini a Me, nella Mano dalla quale uscirono materialmente e nella
quale devono ritornare, spirituali o spiritualizzati. Nondimeno, a causa della
libera volontà che Io ho infuso nell’anima umana, questo ritorno a Me doveva
naturalmente essere esteso a tempi indeterminati, perché gli uomini devono
iniziare questa via di ritorno liberamente, e non costretti.
10. Così trascorsero secoli con i loro
differenti riconoscimenti, per rendere gli uomini degni del loro scopo
attraverso ammonizioni e prove di ogni genere. L’uomo – prima del Mio prossimo
ritorno – deve diventare un moralistico, deve portare il suo giudice nel
proprio petto, e non lasciarsi determinare nelle sue azioni da esteriori
tribunali del mondo, autorità e potentati. Egli stesso deve essere
spiritualmente padrone sulle sue passioni, ed essere arrivato al punto da
conoscere solo le Mie due Leggi dell’Amore e seguirle, perché vuole compiacere
a Me e conquistare la Mia figliolanza.
11. Questa è la conclusione, dove Io come
Sapienza (Figlio) dell’Amore (Padre) voglio restituirGli esseri – appunto
creati per Amore – e precisamente così come li creò solo l’Amore, e solo come Amore
può riconoscerli come figli Suoi, come Sue degne creature. Ho lasciato indietro
sulla Terra dominazione, giudizio e potere, come un giorno feci dire ai giudei,
quando volevano avere dei re: “Li dovete avere, ma per vostra punizione” [1.
Sam. 8]. Questi potentati erano tutte sferze che non lasciavano sprofondare i
popoli completamente nel fango della vita terrena, appunto con l’abuso del loro
potere, – erano loro e lo sono ancora che spingono gli animi a Me, e proprio
per questo provocano il contrario di ciò che vorrebbero veramente ottenere.
12. Esaminate solo tutte queste forme di
governi, sotto e con quali forme i popoli vengono adesso governati: non una
forma è stata data da un liberale nobile sovrano stesso! Esse furono imposte
loro dai popoli, proprio allora, quando i regnanti abusavano del loro potere; e
così continuerà, finché non esisterà più nessun potere che solo – il potere della coscienza nel singolo individuo, perciò sopra sta scritto: «Cristo abrogherà ogni principato, ogni
potestà e ogni potenza», il che vuole dire che – la Dottrina dell’amore data da Me renderà un giorno tutte le
disposizioni di potere non necessarie e inutili. La differenza di classe dovrà
fare posto all’amore fraterno. Questo è l’ultimo stadio della dignità morale ed
elevatezza spirituale che gli uomini devono aver raggiunto, prima che Io in Persona possa di nuovo calcare la
vostra Terra. Poiché allora la Mia comparsa tra i giudei era diversa; allora Io
venni come Seminatore, come Guaritore e come Pastore, e cercai le pecorelle smarrite. Invece adesso che la Mia
dottrina è conosciuta, dove non esiste più nessuno segreto per sapere quale via
conduce a Me, adesso vengo di nuovo per raccogliere; adesso voglio trovare
anime sane e pecore fedeli, devote e obbedienti, ma queste non possono essere
educate con costrizione e con forza, ma loro stesse si devono liberare da tutto
ciò che è mondano e di ostacolo al loro avanzamento.
13. Io non posso venire in un mondo pieno
di uomini materiali ed egoisti; essi devono dapprima essere anime spirituali
purificate, esseri dediti a Me, che poi Mi sappiano anche onorare, amare e
comprendere. Ma poiché la maggior parte dei governanti e potentati non
cederanno di ossequiare il loro stimolo ambizioso, tendendo a sempre maggior
potere e maggior forza, allora proprio con ciò accelerano questo grande
sconvolgimento, per cui poi, dominio, autorità e potere raggiungeranno la loro
fine! Guardate solo ai vostri avvenimenti più recenti, allora vedrete
facilmente come le due potenze, cioè quella spirituale e quella mondana, vanno
incontro alla loro decadenza, proprio con l’abuso delle stesse; quindi
promuovono solo la Mia opera, che essi considerano come di minore importanza,
volendo usare Me e la Mia dottrina per i loro scopi. In questo modo anche il male
deve solo di nuovo produrre del bene, e così è anche possibile il trionfo delle
Mie parole, se perfino Satana deve riconoscere la potenza delle stesse, stando
chiaramente davanti agli occhi anche a lui la nullità dei suoi sforzi avversi,
dove anche lui deve sapere che qualunque cosa faccia e possa escogitare, non
viene a lui per utilità, bensì a Me! Proprio su questa via è possibile il suo
ritorno: se ha davanti agli occhi la stoltezza della sua stessa tendenza.
14. Così è inteso anche il versetto
successivo, dove si legge: «Egli (Cristo)
deve regnare, finché avrà posto i suoi
nemici sotto i suoi piedi!». Questo dominio della Legge spirituale
dell’Amore che Io ho dato agli uomini, manterrà gli spiriti così a lungo in
eccitazione, finché regneranno unicamente le Mie due Leggi, e saranno anche esercitate liberamente da tutti!
L’anima umana non troverà quiete da nessuna parte che solo nell’osservanza dei
Miei comandamenti dell’amore, e perciò l’impulso della Mia potenza d’amore,
finché tutto giacerà ai Miei piedi.
15. E per accelerare e promuovere questo,
verranno appunto versate tutte le sette coppe dell’ira, come dice Giovanni
nella sua Apocalisse, per separare il bene dal male, per purgare il grano dalla
pula.
16. Vedete, nel vostro organismo umano la
cistifellea rappresenta la coppa dell’ira per il vostro corpo, mescolandovi
anch’essa il proprio ad ogni parte del chimo[2],
appena che lo stesso passa attraverso il duodeno (come, per così dire, un
secondo stomaco), che è poi lo stimolatore per la separazione dei cibi
mescolati nello stomaco, contribuendo poi, con il passaggio attraverso gli
intestini, all’assimilazione dell’utilizzabile e all’espulsione di tutto il
superfluo. Altrettanto le disgrazie, afflizioni e sofferenze che, come bile,
rendono idoneo il Mio chimo, come Miei figli terreni, parimenti decomponendo e
purificando, esse come utile accrescimento per il Mio organismo, vale a dire
per il Mio grande Regno degli spiriti, finché alla fine anche l’inutilizzabile
sarà espulso, cosicché poi, come nella vita materiale, non senza ulteriore
attività vitale, tuttavia però solo per ripetere su ulteriori giri il primitivo
processo di purificazione.
17. Questo è il senso spirituale espresso
dal 25° versetto, affinché possiate comprendere giustamente anche il 26°, dove
poi si legge: «L’ultimo nemico che sarà
vinto, è la morte!». Perché, quando gli uomini saranno diventati così
spiritualizzati, cosi puramente morali, tanto che essi stessi avranno
spiritualizzato il loro involucro materiale, allora s’intende da sé che poi il
grande processo metabolico (della morte) come avviene adesso, non solo non è
più necessario, ma nemmeno più possibile, poiché un corpo che non contiene
nulla di corruttibile, non può essere sottoposto a queste leggi, ma solo a
quelle della lenta trasformazione. Il materiale grossolano avrà poi cessato di
essere la sua veste attraverso la purezza dell’anima, poiché essa sarà
diventata eterica e il suo involucro corrisponderà al suo stato.
18. Così quindi anche la morte scomparirà
dalle file dei viventi, perfino presso gli animali si farà notare questo
perfezionamento, rimanendo anch’essi, con la trasformazione della natura umana,
non inviolati; perfino loro, secondo la loro individualità, avranno corpi animali
più fini che limiteranno la putrefazione e il morire, e più facili e più soavi
saranno i passaggi da un grandino all’altro.
19. Questo stadio dell’ultimo gradino materiale e del
primo spirituale, non rimarrà perfino senza influsso sulla Terra, sul suo
interiore ed esteriore.
20. Dove una buona volta la vita
dell’amore avrà preso posto, allora anche questa dura zolla terrena che adesso
dovete “lavorare nel sudore della vostra
fronte” si trasformerà in un paradiso come era stato un giorno ai primi
tempi di Adamo, dove campeggiava virginea nel suo vestito da sposa. Allora
anch’essa potrà adempiere più facilmente il suo processo di trasformazione,
poiché anch’essa avrà poi a che fare con sostanze più sottili che adesso, dove
quelle più grossolane si oppongono continuamente alla loro trasformazione per
qualcosa di migliore, – proprio come la maggior parte degli uomini.
21. Se è subentrato questo stato sulla
Terra, allora in tutta la sua pienezza e bellezza celeste stanno i versetti 27
e 28, dove si dice: «Difatti, Iddio ha
posto ogni cosa sotto i suoi piedi», vale a dire che la morte avrà cessato
di esistere, e solo il vivere spiritualmente animerà gli esseri della Terra. Ma
quando Cristo, ovvero la Sapienza divina, dice che ogni cosa Gli è sottoposta,
allora è evidente che è escluso Colui che gli ha sottoposto ogni cosa, cioè
quando la Sapienza avrà segnato le barriere fin dove l’Amore può operare
portando frutto, allora è naturale che tutto il benevolo creato deve essere
sottoposto al grande Amore di Dio, al Padre, e solo questo Amore di Dio non può
essere sottoposto a nessuno, perché esso è il Principio fondamentale della
conservazione, del divenire e dell’esistenza. Così può essere solo
l’Accompagnatore della Sapienza, quella che completa, ma che mai può diventare
il dominato, né dominare esso stesso sulla Sapienza, ma unito, concorde con
essa, può operare ciò che veramente vuole e deve operare. Perciò, quando Cristo
come Sapienza dice: «Ho sottoposto a Te –
Amore – tutto», è solo inteso tutto quanto è spiritualizzato come Opera
d’amore che poteva afferrare il divino Amore e unirsi con Lui.
22. È ben possibile un avvicinamento
fraterno degli esseri creati alla Fonte originale di tutto l’esistente, ma è
impensabile una fusione con l’Altissimo. Tutto segue l’impulso dell’Amore, e
l’Amore, poi, congiunto con la Sapienza, rimane alto come punto più alto mai
raggiungibile, stando da solo come grande Spirito della Creazione, perché la
sua Potenza e la Sua Essenza è del genere che nessun essere creato potrà mai raggiungere.
23. Solo così è comprensibile il versetto
28, dove si legge: «E quando avrà
assoggettato a Lui ogni cosa, allora anch’egli, il Figlio, si sottometterà a
Colui che gli ha sottoposto ogni cosa, affinché Dio sia il Tutto in tutte le
cose!». Questo versetto significa la stessa cosa, quello che Io, come Gesù,
già una volta ho compiuto con la Mia resurrezione e ascensione, là, dopo aver
compiuto la Mia missione terrena come Figlio terreno e Uomo, accadde in Me ciò
che un giorno accadrà all’intera umanità.
24. Io vinsi la morte, gettai via il
terreno e, rivestito con un corpo spiritualizzato, operai ancora gli ultimi 40
giorni, fino a quando i Miei discepoli e seguaci ebbero bisogno di
fortificazione; come un giorno anche sulla Terra gli uomini procedendo
spiritualmente sempre più di gradino in gradino deporranno il terreno e
rivestiranno lo spirituale.
25. Dopo che l’ultimo atto del Mio cammino
terreno fu compiuto e le colonne fondamentali per l’edificazione dell’eterno
edificio dell’Amore fu consolidato, ritornai al Padre Mio – all’Amore, di nuovo
si riunì del tutto la Sapienza con l’Amore, come un giorno si riunirà l’umanità
spiritualizzata con il grande Amore della Creazione, fin dove sarà finalmente
possibile con l’Essere infinito; e quando un giorno l’umanità avrà completato
questa sua festa di resurrezione, si avvicinerà anche per lei l’ascensione,
dove riceverà insieme alla sua Terra e all’intero sistema solare – matura per
la formazione più spirituale e più elevata – un altro gradino nel Mio Regno e
nel Mio Cielo degli spiriti.
26. Che tu (allo scrivano) però non
sperimenterai questa scena finale nella veste corporea terrena, si comprende da
sé, ma per lo meno potrai ancora essere per un po’ di tempo un attento
osservatore come si svolge questo processo di purificazione, come una cosa si
sviluppa dall’altra, e come devono
contribuire tutti i rimedi proprio per l’avanzamento della Mia Opera
spirituale d’amore, affinché finalmente la Mia Volontà e la Mia Idea, nonostante
la libera volontà degli uomini, starà lì alla fine come supremo ideale, secondo
il quale Io ho creato l’uomo, vale a dire come immagine del Mio stesso Essere,
nella forma e nello spirito.
27. Questa parola sia per te di nuovo una
dimostrazione di quanto di spirituale, di elevato e di profondo si trova nella
Bibbia, di cui gli uomini non possono nemmeno sognare, poiché essi rosicchiano
solo alla corteccia dell’Albero della Vita e credono di aver afferrato già lì
il nocciolo vitale. Io però ho ben prudentemente posto, come nell’albero naturale,
il nocciolo o fattore vitale molto lontano dalla corteccia, affinché non ogni
non chiamato possa interpretare lo spirituale secondo i suoi stessi interessi
come egli lo vorrebbe, ma affinché il Raggio della Luce e della vera Sapienza
giunga solo a coloro che, quando scoprono del vero e del luminoso, non ne
abusino mai.
28. Lascia ai roditori l’amaro guscio, tu
e tutti quelli che vogliono diventare seriamente figli Miei! Godete la dolce
bevanda del nocciolo che vi fortifica e rafforza e così vi dimostri sempre più
chiaramente come tutto è ben disposto e pensato nell’intera Creazione, dove
sempre è accoppiato il necessario con l’utile, il bello con il buono, ad ogni
passo, sia nel materiale che nello spirituale, e fa illuminare al fervente
ricercatore del Mio Amore con i suoi soavissimi Raggi, le Mie opere e le Mie
parole, per dimostrare che esiste un solo Dio, un Padre, il Quale può così amare e così far sentire questo Amore
anche ad esseri deboli e finiti, e fa capire quante beatitudini dell’infinità
sono contenute in una Parola proveniente da Lui.
29. Prendi questo a cuore, Mio fedele
operaio nella Mia vigna, e ricordati delle Mie parole che Io una volta dissi: «Beati coloro che sono perseguitati e devono
soffrire a causa Mia, poiché un giorno sarà loro ricompensato abbondantemente
tutto ciò che hanno sofferto!». – Amen!
[indice]
۞
Preghiera per l’anniversario della
prima comunicazione del Signore
(nella scuola di Trieste)
scritta
il 5 gennaio 1871
( Preghiera dello scrivente)
“Affettuosissimo
Padre! Il 7 si compie il ciclo di un anno, nel quale Ti sei volontariamente
annunciato a noi, figli minorenni. Dopo aver celebrato in silenzio tutti i
giorni che facevano riferimento al Tuo passato cammino terreno, ovvero
all’importante istituzione della Tua dottrina divina, anzi perfino non abbiamo
mai lasciato passare quei giorni che riguardavano solo cose mondane o
personali, allora s’intende da sé che il giorno nel quale Tu, o ultrabuon
Padre, ci hai concesso l’inaspettata grazia e Ti sei annunciato attraverso uno
dei nostri fratelli, sia uno dei giorni più importanti nel percorso della vita
di noi tutti, anzi è diventato un giorno supremamente importante. Ora questo si
rinnova di nuovo nella successione dei giorni, e tutti noi ora mandiamo con
cuori umili a Te, o Padre, il nostro debole ringraziamento per questa grazia
non meritata, e Ti supplichiamo tutti insieme di non negarci nemmeno in
quest’anno questa grazia e il Tuo pane spirituale, affinché non perdiamo la via
sulla quale ci hai guidato, e così poter andare fiduciosi incontro alla nostra
alta destinazione. Amen!”
[indice]
۞
La più benevola risposta del Signore
6 gennaio 1871
1. Miei cari figli, e anche tu, Mio scrivano, che ti
rivolgi a Me come interprete della tua piccola compagnia, siate tutti sicuri
che se non vi avessi già trovato maturi per accogliere degnamente le Mie parole
di grazia, non ve le avrei nemmeno date. Mi rallegro di vedere in voi almeno il
bel sentimento di gratitudine, da cui risulta che riconoscete il valore delle
Mie comunicazioni e volete anche metterle in pratica nel vostro cammino di
vita. Continuate per lo meno ad avere questa volontà, poiché senza la volontà
l’adempimento è una impossibilità; ma per quanto riguarda quest’ultima, lascia
ancora molto a desiderare. Ci sono ancora alcuni tra voi che non sanno
apprezzare abbastanza le Mie parole, presso i quali si trova ancora molto
miscuglio di idee mondane tra il Mio grano, e anche altri che prendono tutte
queste Comunicazione solo superficialmente e non vogliono abbandonare o
rinunciare alle idee di vita usuali. Altri ancora, passano facilmente da un
estremo all’altro, la cui fede interiore non ha ancora un giusta solidità.
Vedete, tutti questi nel prossimo anno avranno ancora molto da superare. E
proprio in questo momento in cui Mi siete vicini per esprimere a Me il vostro
ringraziamento, trovo conveniente ricordarvi fin dove avete degnato la Mia
grazia ed avete adempiuto i Miei desideri.
2. Avete ricevuto Pane spirituale in
abbondanza attraverso il Mio scrivano, conservandolo e custodendolo certamente,
ma ne avete mangiato e consumato spiritualmente poco. Adoperatevi sempre di più
ad accogliere queste scintille di Luce del Mio Amore divino nel vostro cuore!
Sforzatevi di averle sempre nel senno e di agire di conseguenza; solo allora
riconoscerete il risultato finale della Mia grazia. A che serve leggere le Mie
parole, trascriverle e forse perfino riportarle e stampigliarle in incisioni
dorate? Le Mie parole devono stare scritte con lettere d’oro nel cuore! Là
devono essere conservate, e la bella rilegatura sia poi il vostro io, la vostra
anima stessa.
3. Cercate in primo luogo di afferrare
l’importanza di questi Doni e il contenuto nel loro intero vero e proprio
valore, e poi di riconoscere questo dono di cui v’invidiano spiriti e angeli
per quello che è, e solo allora comincerete a degnare ed apprezzare la portata
di ogni singola parola proveniente dalla Mia bocca.
4. Mettetevi la mano sul petto e chiedete
a voi stessi: quanti sacrifici avete già fatto per amore per Me? Che cosa avete
fatto per amore per Me? Ed Io vi assicuro che da questa indagine verrà fuori
ben poco! Infatti, come avete esercitato il dovere dell’amore per il prossimo
in parole e opere? Come avete adempiuto nella vostra vita pratica le singole
parole che ho dato per grazia, all’uno o all’altro, anzi perfino su sua
personale preghiera? Ovvero, non avete quasi sempre letto le Parole paterne rivolte
a voi individualmente solo più per curiosità, pensando molto raramente al loro
contenuto o al loro senso spirituale?
5. O figli Miei, voi non conoscete ancora nemmeno la
centesima parte del senso spirituale e dell’infinito Amore che si trova
nascosto in queste molte parole, delle quali talvolta ben presumete solo
qualcosa; ma se soltanto le voleste approfondire, anzi solo in una frase, da
qualunque dettato, allora nei vostri cuori si ergerebbe un intero mondo
incommensurabile dalle verità spirituali.
6. Vedete, per diventare figli Miei, in
verità non ci sarebbe bisogno di tutti questi dettati che sono stati dati
(oramai da più di 30 anni)[3]
a voi e all’umanità, ma sarebbero bastati i due grandi ed unici Comandamenti dell’Amore. Invece proprio per questa ragione,
perché gli uomini cercano volentieri solo in superficie le cose importanti e di
rado penetrano fin nell’interiore, nello spirituale, di una faccenda, proprio
per questo Io ho dato molto e darò ancora di più, considerato che anche la
parola superficiale è già così piena di spirituali verità d’amore, che perfino
allo sguardo così facilmente fuggevole viene offerto abbastanza ristoro, ma
solo al fervente ricercatore si apre nell’interiore l’intero incommensurabile
Regno degli spiriti.
7. Non è dunque altrettanto così nella
natura? All’osservatore superficiale affascina una bella zona, un bel fiore
profumato, un uccello equipaggiato con un magnifico piumaggio, ecc.; ad alcuni
s’impongono spontaneamente le parole: “Quanto
di bello non ha creato il nostro Signore e Dio? E tutto, per amore degli
uomini!”. Chiedete ora a un naturalista, che cosa ha trovato per primo, che
cosa ha trovato tra le meravigliose leggi e le sagge disposizioni nei minuscoli
oggetti, nelle parti più piccole di una pianta di muschio, nella costruzione di
un piumaggio e, se è sincero, vi dirà quale incommensurabile ricchezza vi è
ancora nascosta, dove i vostri sensi, per scorgerla, non bastano più.
8. Come qui è descritta la differenza tra
un ingenuo viandante attraverso una zona fiorita e fertile, e un solerte
ricercatore, proprio così esiste anche presso di voi la differenza tra un
buongustaio del Mio pane spirituale e un mangiatore reale e assimilatore dello
stesso. Non fermatevi con leggerezza al buongustaio, ma godete la manna dal Cielo,
che quasi giornalmente fluisce sui vostri cuori, trasformandola nel vostro
stesso sangue e carne, e da questa uscirà poi la vera carne e il vero sangue
spirituale del vero e proprio uomo-spirito che rivestirà il corpo (spirituale)
che egli avrà bisogno per la sua grande vita futura.
9. Nella festa del rinnovato anno di
questo giorno in cui vi fu data per la prima volta la Mia parola, vi voglio
ricordare questo: “Non siate vani ascoltatori né vani lettori della stessa!
Bensì praticatela di fatto! Per questo ve l’ho data, perché solo attraverso le
opere potete diventare figli Miei, ma mai con la (sola) lettura!
10. Prendete a cuore ciò che vi dico oggi, affinché
nel prossimo anno i Miei desideri diventino un’opera conclusa. Per questo non
vi mancherà la Mia benedizione. Voi dovete solo ricordare che la Mia
benedizione soccorre soltanto, ma voi stessi dovete compiere l’opera
principale. Voi dovete lottare, e poi Io stesso sosterrò la vostra forza nella
lotta, e così nel prossimo anno porterete con voi la Mia benedizione e la Mia
grazia, al cui supplicante mai verrà sottratta, mentre non verrà offerta
all’indolente. – Amen!
[indice]
۞
Uno sguardo retrospettivo all’anno
concluso
(per il 15/17 marzo)
Trieste,
15 marzo 1872
1. Oggi è di nuovo il giorno in cui anche l’anno scorso
hai ricevuto una parola da Me in riferimento all’anniversario (il 15 marzo) in
cui è stata percepita per la prima volta la Mia voce[4],
e proprio perché quest’anno per voi terminerà domani pieno di grazie, allora
vuoi di nuovo un’altra parola, una parola di grazia ed amore per te e i tuoi,
affinché possiate ricevere fortificazione e ristoro per tutti gli avvenimenti
che potreste incontrare nel prossimo anno.
2. Sì, figli Miei, è di nuovo passato un
anno nel quale vi ho parlato molto, però di questo avete compreso poco e ancor
meno ben afferrato ed esercitato nel vostro operare. Voi tutti avete ancora
sospesa davanti agli occhi la triplice cortina di Mosè, e ancora la curiosità e
l’avidità di nuove parole di grazia provenienti da Me sono più grandi
dell’impulso di voler eseguire, anche nel più stretto senso della parola, ciò
che spesso si trova già solo in una singola parola.
3. Quante singole parole vi ho già
spiegato, il cui svelato significato spirituale vi fa penetrare lo sguardo, per
mezzo di queste spiegazioni, nelle profondità della Mia Creazione, nelle
profondità della Mia Sapienza e nelle profondità del Mio Amore e Grazia, e che
cos’è ed è sempre stato il risultato finale? – ‘Trascrivere diligenti le Mie parole, metterle insieme alle altre
ricevute, e lasciarle giacere lì in pace!’. – Vedete, questo è il destino
dei Miei fiori di grazia provenienti dal Regno degli spiriti, fiori che voi
ricevete e che vi dovrebbero elevare a Me con il loro profumo. Invece voi fate
di questi fiori come fanno i botanici o i raccoglitori di erbe medicinali, i
quali raccolgono zelanti le piante come spezie, le seccano poi con cura tra
carta sugante[5]
per conservarle bene, senza preoccuparsi affatto di quante migliaia di
meraviglie si trovano già solo in una singola foglia, in un singolo fiorellino.
Per loro si tratta solo di moltiplicare i loro raccolti, come presso di voi
quando avete un solo dettato e una sola parola da Me, allora siete già
soddisfatti. Ma come stanno le cose con l’esecuzione anche di una sola parola?
Allora ognuno stenda la mano al proprio petto e tragga fuori da lì la risposta.
Fortuna per lui se dopo un serio esame risulterà sufficiente.
4. L’anniversario della Mia parola di
grazia fa sorgere in voi questo desiderio: ‘Riceveremo
dal Padre ancora qualcosa in questo riguardo?’. Ed Io vi dico: ‘Sì, dovete ricevere da Me una parola, ma
una parola che vi dovrà scuotere un po’ dal sonno della comodità, affinché
possiate riflettere che cosa voglia dire che Io, il Creatore e Signore del
mondo, Mi sono abbassato a guidarvi ed accompagnarvi Io stesso, mentre mille
altri devono percorrere da soli la via!”
5. Se poteste esaminare attentamente
questo nel suo più profondo senso, allora vi si dovrebbero rizzare i capelli,
come voi dite, a causa della noncuranza e indifferenza con la quale trattate il
Mio pane del Cielo.
6. È bene richiamarsi alla memoria gli
anniversari e le feste dell’anno di avvenimenti importanti, perché allora in
generale deve essere presa in considerazione la domanda: “Dove mi trovavo l’anno scorso? Che cosa ho fatto da allora in poi? Ho
agito fedelmente secondo i miei propositi? Sono andato avanti, o indietro?”.
Tante domande insidiose alle quali non potrebbero seguire sempre le risposte
più lusinghevoli. E se ora tra di voi v’interrogaste, o come anche nei pochi
giorni della confessione pasquale presso i cattolici, sareste stimolati da tali
domande di come deve essere fatta questa confessione, allorquando Io, Padre
vostro, pieno d’Amore e di Pazienza, vi chiedessi:
7. “Figlioli! Che cosa avete fatto con
tutte le Mie parole che vi ho dato pure durante un anno? Come le avete
esercitate? Come, assimilate spiritualmente? Le avete fatte proprie, e
precisamente così che le stesse e il vostro uomo animico diventino una cosa
sola? Come avete afferrato le Mie onde luminose provenienti dall’eterno Regno
degli spiriti? Da un Regno degli spiriti dove splende eternamente il Sole della
Verità e solo della Verità, ed irradia, come Aurora boreale, oppure come eterna
Luce rosea, tutto con i soavi Raggi dell’umiltà, della tolleranza e
riconciliazione, come avete fatto penetrare questi Raggi nel vostro interiore?
Oppure: vi siete fatti riscaldare solo momentaneamente sotto il riflesso di
questa Luce dell’Amore e della Sapienza? Avete fatto del tutto vostri, proprio
questi Raggi, per farne partecipi in caso di bisogno anche gli altri di
qualcosa di questo?”
8. Vedete, con queste domande del Padre
Celeste vostro, forse dalla maggior parte di voi verrà fuori una risposta
insufficiente. Ma proprio perché queste domande si presentano solo una volta in
un anno, vale a dire col rinnovamento di un periodo di tempo, allora devono
anche essere più seriamente giudicate e ancor più seriamente esaminate. Chi di
voi, infatti, sa se questo periodo di tempo o anno nuovo, adesso così vicino,
non sia l’ultimo che vede passare su di sé nell’involucro corporeo? Chi di voi
sa se il prossimo anno non lo coglierà di sorpresa nell’altro aldilà in altre
condizioni, dove forse potrebbe ripetersi tale domanda, la quale però
richiederà una giustificazione più severa, perché anche là sarebbero da
compiere compiti più grandi!
9. Perciò non rimandate a domani ciò che
può essere fatto oggi, vale a dire lavorate ogni giorno e ogni ora alla veste
del vostro uomo animico, essa è quella che porterete con voi un giorno
nell’aldilà, e secondo questa veste troverete là la vostra compagnia, e dove
secondo questa veste sarà di natura il vostro ulteriore operare e procedere, il
vostro spirituale presbitismo e cortezza di veduta. Perciò le Mie molte parole
a voi, perciò i Miei molti ammonimenti e prove che vi faccio giungere. Tutte
queste vi devono aiutare ad avere una migliore veste dell’anima, vi devono
aiutare ad allontanare tutte le sporche macchie dalla stessa, a togliere tutto
il brutto, affinché un giorno, in quel Regno dove l’interiore e l’esteriore
sono uguali, il vostro interiore dia alla parte esteriore, oppure al leggero
veicolo dell’anima, questa piacevole bella forma che corrisponde alla nobiltà
dell’anima e al suo valore spirituale.
10. Per cui non prendete così alla leggera
la vostra vita su questo mondo, essa è molto più seria di quanto credete! Io,
Padre vostro che conosco meglio il futuro che vi attende, vi dico questo
affinché poi non vi lamentiate delle delusioni, quando le condizioni e le
circostanze non si formeranno così come ve le avevate nutrite nella vostra
testa.
11. Perciò queste molte parole, in parte per singoli,
in parte per tutti, perciò questi paterni ammonimenti, queste spiegazioni,
quest’immissione nella vera e propria spirituale rispondenza essenziale delle
parole, affinché esse siano indicatori e segnavia sul vostro percorso di vita,
per esortarvi sempre quando tendete a vacillare oppure a deviare dalla retta
via, indicando sempre là, dove c’è solo pace, consolazione e quiete.
12. Così dovete considerare questo giorno
dell’anno come periodo di un tratto di vita trascorso, tratto che mai più
ritornerà. Dovete domandarvi seriamente: ‘Dov’ero
io? Dove sono? Dove voglio e devo andare?’. – Un giorno queste domande
dovranno essere risolte per la soddisfazione, altrimenti non c’è da sperare
nessuna salvezza per la vostra anima!
13. Essere ‘figlio Mio’, ve l’ho già detto
spesso: “Non è così facile!”. Anche voi stessi sulla Terra e con i vostri
limitati concetti, pretendete che i vostri figli vi debbano dare onore. E ciò
che voi creature finite pretendete, non dovrebbe spettare ancora di più a Me,
al Signore di tutto il Creato?
14. Quindi quest’anniversario delle Mie
prime rivelazioni di grazia a voi, è come quel giorno più di 30[6]
anni fa attraverso il Mio precedente scrivano (J. Lorber), dove avevo pure
scelto una piccola schiera, presso la quale Io stesso ho voluto essere il
Seminatore della Mia parola spirituale. Di quelli di allora ne sono avanzati
pochi che sono rimasti sulla via che porta a Me, come Io stesso l’ho mostrata
loro; di voi, quasi tutti sono ancora occupati nel procedere sulla stretta
strada della Luce e della Verità.
15. Fate il possibile al fine di
mantenervi su questa altezza spirituale che avete raggiunto, e guardatevi dal
cadere in basso o retrocedere. Ogni anniversario di questo giorno di grazia vi
deve trovare più puri, migliori e più vicini a Me! Ogni nuovo anno vi deve
colmare con sempre più soddisfazione nelle indagini del vostro cuore e
dell’anno trascorso della vostra vita!
16. Con tutti gli sforzi, con ogni
tendenza, vi rimarrà sempre abbastanza da sgomberare per un altro anno; poiché
ogni anno, ogni giorno, ogni ora prepara altre condizioni, altre prove, ed i
Miei figli devono poter sostenere come una confessione generale, come anche un
esame generale, non devono solo aver temprato il loro corpo per tutte le
possibili condizioni climatiche, bensì aver educato il loro uomo animico
affinché sfidando ogni tempesta, sempre consapevole della sua alta missione,
non debba cadere, non debba andare a fondo.
17. Osservate gli alberi, il vento
tempestoso li smuove, li scuote, li fa tremare spesso fin nelle loro più
profonde radici, ma proprio questo barcollare, questo tremare è l’unico mezzo
per unirli ancora di più con la loro base e col terreno, per dare alle radici
ancora più attività e più forza. Così devono anche servire le tempeste che
arriveranno scrosciando da tutte le parti, per fortificarvi di più nella vostra
base e nel terreno, vale a dire nel Mio Amore e nella Mia dottrina.
18. Le tempeste devono servire a
fortificarvi nella fiducia in Me, e nel costante sguardo a Me come vostro
indulgente, amorevole Padre, ricordarvi sempre che un giorno siete già stati degni
di queste comunicazioni dirette, e perciò dovete anche fare tutto il possibile
per la vostra quiete e la Mia soddisfazione, affinché ogni anno nuovo, in
questo importante avvenimento vi trovi sempre migliori dell’anno passato, e
affinché, procedendo sempre così, maturiate per il cambio dell’aldiquà con
l’aldilà, dove comincerà la vera e propria eterna via della Vita come spiriti,
e in questa vita, proprio come lo è in un libro la prefazione, essa sarà
considerata solo il prologo, che tuttavia non dovrà tornare a danno del
contenuto seguente del libro, ma dovrà corrispondere completamente allo stesso.
– Amen!
Sul Natale
inoltre
parole sul cambio dell’anno e
sull’Epifania
۞
Predica di Natale
«E avvenne che un decreto fu emanato da Cesare
Augusto»
[Luca capitolo 2]
Trieste,
11 dicembre 1871
1. Questo capitolo tratta della Mia nascita, una festa che
voi celebrate ogni anno secondo il rito ecclesiastico il 25 dicembre[7].
Già precedentemente vi ho dato parole su questa festa; in parte già conoscete i
particolari che accompagnarono la Mia nascita dalla Mia “Storia dell’infanzia
di Gesù”[8],
in parte dall’Evangelo dei Miei apostoli, e comunque c’è ancora qualcosa di non
chiarito in questo Atto della Mia prima apparizione visibile sulla vostra
Terra, il cui significato più profondo nella rispondenza spirituale non lo
conoscete ancora. E così, in occasione del testo di questo capitolo di Luca,
voglio dare ulteriori spiegazioni per voi e per tutti i Miei futuri figli
credenti, affinché da ciò riconosciate che anche la più piccola cosa che
riguarda Me e la Mia apparizione nel vostro mondo, ha un superiore significato,
e si ripeterà spiritualmente anche alla Mia prossima discesa su questa piccola
stella, quale dimora dei Miei figli, un giorno grandi.
2. Poiché se a quel tempo nelle condizioni
della vostra Terra fu destinato proprio quel momento e quel popolo per essere testimone
della grande Grazia e del grande Atto d’amore che Io ho compiuto per voi e per
il Mio intero mondo degli spiriti, allora potete essere sicuri che con la Mia
seconda apparizione visibile sulla vostra Terra sarà scelto precisamente il
tempo e il paese che sarà il più adatto per questo Atto conclusivo.
3. Non senza motivo avete titolato questa
festa ‘Natale’[9].
Sì, fu una Notte consacrata, in cui Mi sono consacrato per voi e per tutti gli
esseri come sacrificio dell’umiliazione, rivestendo Io, l’infinito Signore
della Creazione, una fragile, corruttibile veste che, tra milioni di altri
esseri viventi, sta molto indietro dal sommo tipo di un’immagine umana, poiché
in altri mondi, per quanto riguarda l’esteriore, molti sono così provveduti,
che l’uomo (qui) appare solo una lieve, debole contraffazione di quelli che Io
ho posto propriamente in questa forma come immagine del Mio stesso Io.
4. E nonostante ciò, come gli uomini
viventi su altri mondi superano di molto gli abitanti della Terra, solo questi
ultimi sotto l’aspetto spirituale sono tuttavia destinati a qualcosa di molto
più grande che quelli viventi in mondi e soli paradisiaci; poiché mentre a
quelli arride un’eterna primavera, vivendo in condizioni che la vostra forza
d’immaginazione non è in grado di raggiungere, a loro manca comunque la chiara
conoscenza del Mio Io, della Mia Creazione spirituale e del Mio Amore paterno.
Essi sono buoni, perché nulla di cattivo li induce all’opposto; essi
riconoscono un Essere sublime, sprofondano di riverenza dinanzi a Lui, ma
nessuno di loro osa pensare che questo Essere superiore possa stringere un
essere da Lui creato al Suo petto paterno e dargli il dolce nome di figlio!
Questo è riservato solo a coloro che devono conseguire una tale posizione
attraverso lotta e vittoria, affinché possano diventare un giorno figli di un Dio.
5. Quindi, dove c’è questa scuola di formazione di
tali figli, accanto all’elevazione spirituale più grande possibile doveva aver
luogo anche l’opposto, l’umiliazione più grande possibile oppure la caduta dal
bene, affinché tra tali estremi fosse possibile un procedere per il meglio, una
vittoria su tutti i possibili impedimenti; proprio per questo Io stesso Mi son
rivestito nell’involucro di una delle ultime, più insignificanti figure umane:
Io stesso scesi giù sul vostro tenebroso globo terrestre che, in riguardo alla
dotazione e grandezza nella Mia Creazione, può essere considerato proprio così,
come da voi il grado tra tutte le bellezze e meraviglie della vostra Terra,
occupa quello di un animaletto infusorio.
6. Come però nella Mia intera Creazione
tutto è formato con uguale attenzione e l’ultimo animaletto infusorio è
costruito altrettanto perfettamente come l’uomo quale signore della Terra,
questo vi conferma di nuovo il Principio creativo che passa attraverso tutti i
gradini della Creazione, vale a dire che proprio nel più piccolo Io sono il più
Grande, proprio nel più piccolo Io vi sto come potente Creatore e Signore, e
questo è stato il motivo del perché Io ho scelto anche uno dei più piccoli
globi terrestri per mostrare soltanto là tutta la Mia grandezza, dimostrando
con ciò al Mio mondo spirituale e animico che proprio nel più piccolo è
possibile il più grande, proprio nella più grande e più pura abnegazione per
amore è possibile raggiungere la più grande Magnificenza, e che proprio Colui
che concede tutto, è degno di possedere tutto.
7. Così la Mia nascita non avvenne in
palazzi, non in posizione altolocata, ma in una posizione più bassa possibile.
In tutte queste circostanze che là concorsero, doveva però essere accennato
qualcosa di Alto, di spirituale della Mia nascita. Così proprio là era
destinato che doveva essere ordinato il censimento del popolo; era proprio là,
e non in una casa costruita da uomini, bensì nella Mia casa, cioè all’aperto
sotto il cielo, in una grotta, che dovevo vedere la luce del mondo. Testimoni
della Mia nascita non furono re e imperatori, nemmeno uomini comuni, ma solo
animali, creature che, non corrotte, erano ancora così come Io le avevo create.
8. Il censimento del popolo doveva
concorrere che Maria si disponesse ad un viaggio verso Betlemme, per compiere
proprio là ciò che tornava ad onore del Re dell’intera Creazione; milioni di
spiriti più alti Mi intonarono l’inno di lode:
9. «Gloria
a Dio nel più alto dei Cieli, e pace in Terra agli uomini!». Questi furono
i rappresentanti alla Mia nascita, e gli animali così come sono usciti dalla
Mia mano. Tali testimoni Mi spettavano, aspettavano il Signore di tutti gli
eserciti avvolto in fasce!
10. Doveva capitare proprio il censimento, dove
inoltre una nascita non poteva passare più inosservata; doveva governare a
Gerusalemme proprio il crudele Erode come governatore o tetrarca, per aggravare
oltre alla situazione precaria nella quale ero nato, anche le difficoltà della
Mia futura educazione e il Mio futuro corso di vita, e dimostrare proprio con
ciò che, in primo luogo, Io stesso Mi ero messo nella posizione più bassa
possibile, ma che di fronte al Mio intero mondo degli spiriti avrei comunque
adempiuto il Mio compito, vale a dire: oltre all’esempio di umiltà e
abnegazione, fare di questa piccola Terra un semenzaio per i Miei figli, i
quali un giorno dovranno tutti essere destinati a trasformare negli esseri
viventi su altre stelle e soli, l’Immagine di un grande Spirito e Creatore di
tutta la natura visibile in un Padre
affettuoso.
11. Quello che Io ho già deciso da eoni di
spazio tempo e cominciato quasi duemila anni fa, si avvicina adesso alla sua
conclusione. La Mia dottrina religiosa, la Mia parola che non può essere
scambiata con nessuna migliore, per quanto gli uomini possano così lambiccarsi
il cervello e riflettere, la Mia dottrina dell’amore deve giungere alla
generale validità, soltanto l’Amore deve
governare, e tutte le passioni del cuore umano, che sono state messe nello
stesso da Me, per meritare e raggiungere attraverso la lotta questo Amore,
tutte queste passioni devono giacere dominate ai piedi dell’Altare dell’amore.
Odio, vendetta, superbia e come si vogliono chiamare tutti questi potenti impulsi
del male nell’uomo, tutti devono essere portati al silenzio, alla croce, sulla
quale Io un giorno Mi son fatto inchiodare e chiesi perdono per l’umanità
smarrita; questa forma deve essere amata come simbolo della riconciliazione
volenterosamente da ognuno, onorata e, in caso di necessità, perfino portata,
come segno dimostrativo di ciò a cui Io, come Dio, Mi sottoposi, e solo questa
può guidare anche l’uomo all’altezza spirituale!
12. Perciò queste circostanze ed
avvenimenti spiacevoli adesso aumenteranno sempre di più! Come durante il Mio
cammino di vita sulla Terra verso la fine le circostanze lavoravano
apparentemente contro di Me, apparentemente procurarono la Mia fine, la Mia
morte, e dovevano comunque operare il Mio più grande trionfo, l’adempimento del
Mio mandato con la resurrezione dalla materia e il rimpatrio nel Mio Regno
spirituale, così anche adesso per gli uomini si moltiplicano apparentemente i
casi di disastri, si moltiplicano i segni di spaventose catastrofi, per far
risorgere dalla sua fine, come secondo una leggenda greca, la mitica fenice
illesa dalle ceneri, l’uomo redento e la Mia pura dottrina dalle bruciate
opinioni e pregiudizi umani, come prodotto spirituale di un Creatore, come
figlio spirituale di un Padre spirituale ancora più alto! Là spinge tutto. Là
spinge direttamente come un vento una nave abbandonata dal timoniere, l’intera
umanità. Tutte devono essere spezzate: le mura artificiose di protezione che
l’intelletto ha indossato come una corazza intorno al cuore battente solo per
l’amore; devono essere chiarite le opinioni limitate di nascita, di rango, di
volontà superficiale; l’uomo deve smetterla di pensare con l’intelletto, ed
imparare dapprima a sentire col cuore; il fuoco spirituale del puro amore deve
dapprima aver riscaldato tutta la sua anima, e solo allora la Sapienza come
impulso regolante dell’Amore, mettendo a questo barriere, deve far sentire
espressamente all’umanità con che cosa Io l’ho dotato, e per che cosa l’ho
creato così e non diversamente.
13. Così, quando Io, come Cristo, venni
nel mondo, e ogni volta che invocai il “Padre
Mio” nel Cielo, allora era sempre la Sapienza in Me che invocava l’Amore, e
proprio con questa invocazione volevo frenare il Suo illimitato operare. Come
soltanto la Sapienza e l’Amore possono coesistere, proprio così Io, come
Cristo, ero unito in Uno con il
Padre Mio, con l’Amore, e proprio per questa ragione potevo dire: “Nessuno Mi conosce, solo il Padre nel
Cielo, e solo Io conosco Lui,” oppure: “Io
vado al Padre”, ecc., perché con ciò volevo dire: tutto il mondo è stato
creato per Amore, ma la Sapienza ne ha regolato le Sue condizioni; l’Amore ha
creato, la Sapienza ha conservato; l’Amore, come Padre, ha posato il supremo
Simbolo della purezza, e Cristo come Sapienza, l’ha dimostrato con l’azione.
14. E come solo l’Amore e la Sapienza
uniti costituiscono l’intero Io della Mia stessa Essenza ed esistono in Me
nella più perfetta immagine, così anche l’uomo, come discendente da Me, deve
diventare l’espressione dell’amore e della sapienza.
15. Egli deve dapprima amare, e poi
imparare ad essere saggio, per riconoscere e comprendere del tutto Me, la Mia
Creazione e la sua missione. Là è diretto il Mio desiderio con voi, là vi
spingono tutti gli avvenimenti, per compiere la rinascita del vostro Gesù nel
vostro interiore, affinché Egli vi guidi e vi conduca là come espressione della
Sapienza e dell’Amore, e in breve tempo proprio questo Creatore di tutto il
visibile, il Signore di tutti gli eserciti, venga di nuovo come Padre (Amore)
accoppiato con la Sapienza (Figlio o Cristo) in Persona di nuovo visibilmente
sulla Terra, e possa pronunciare per la seconda e ultima volta ciò che ha
esclamato sulla croce, vale a dire:
“È compiuto!”
16. È compiuta la grande Opera
dell’espiazione! Io ho mostrato ai Miei spiriti, come l’impossibile è diventato
per loro possibile; Io sono andato avanti con l’esempio, e adesso ho formato i
Miei esseri umani su questa piccola Terra per grandi cittadini del Mio infinito
Regno, per Miei esclusivi figli!
17. È compiuto ciò che ho cominciato un
giorno nella culla come Fanciulletto in una grotta a Betlemme, il che già lì fu
celebrato da milioni di spiriti angelici, ma dagli uomini non fu compreso, e da
alcuni al massimo debolmente presentito!
18. Io ho compiuto l’Opera dell’espiazione,
dell’amore e del perdono! Ho purificato il mondo da tutte le scorie impure
dell’egoismo, e anche se afflizione e sventura piegano i corpi materiali degli
uomini, allo spirito o all’anima umana non potranno nuocere. Esso (lo spirito)
resta in alto al di sopra delle macerie del mondo, stende le sue braccia verso
il Salvatore divino, il Quale, come allora, anche là esclamerà a tutti:
19. «Venite
tutti qui, voi che siete stanchi e aggravati, affinché vi tolga il vostro peso
e vi ristori!
20. Venite
qui, voi combattenti per l’Amore e la Sapienza; sia a voi la corona della vita,
vi siano aperte le barriere del mondo degli spiriti, affinché possiate vedere
come gioiscono le schiere angeliche che cantano canti di lode al Signore, al
Padre, con le medesime parole come fecero un giorno:
21. ‘Gloria
sia a Dio nelle altezze, e pace agli uomini sulla Terra’, poiché Egli è venuto
nella Sua proprietà, e i Suoi figli Lo hanno riconosciuto!”. – Amen!
[indice]
۞
Natale, la notte consacrata
13
dicembre 1870
1. Tra breve celebrerete la ricorrenza della nascita o
memoria nella quale Io ho cominciato ad inserire sulla vostra Terra per voi e
per l’intero mondo degli spiriti l’ultima pietra all’edificio del mondo, per assicurare
così la sua continuazione materiale e spirituale in eterno; ciò perché prima
della Mia discesa su questa Terra, era rimasto ancor sempre un grande
insuperabile abisso nel mondo degli spiriti che ostacolava ogni progresso ed
avvicinamento a Me.
2. Già alla creazione del primo uomo della
Terra divenne visibile questo Mio avvicinamento, poiché lì fu già deciso che
proprio voi, abitanti di questo piccolo pianeta, dovevate essere riservati per
la più grande Missione.
3. Fino allora e anche in seguito, ogni
volta che comparivo sulla Terra, la Mia venuta era sempre soltanto una venuta
condizionata, poiché gli uomini, se volevano avvicinarsi a Me, per diventare
figli Miei, dovevano fare la maggior parte del lavoro, ed anche agli altri
esseri viventi in tutte le terre e soli la via che portava a Me era, se non
tagliata, tuttavia molto difficile. Già ai tempi di Adamo Io venni sulla Terra,
istruii e guidai gli uomini; solo dopo la caduta del primo rimase a loro e ai
loro discendenti sempre una lacuna: essi, per vero, potevano avvicinarsi a Me,
lanciarsi più in alto, ma non riuscivano ad elevarsi a ciò per cui Io li volevo
istruire, a diventare futuri figli Miei; tutti potevano diventare grandi
spiriti, ma mai ‘figli Miei’. – Quando poi si avvicinò il tempo nel quale
esistette anche già un popolo che possedeva una fede e una religione che
corrispondeva maggiormente alla Mia dottrina stabilita per tutti gli spiriti e
per tutti i mondi, allora venne fatto anche l’ultimo e grandissimo passo da
parte Mia: Io, il Creatore di tutti i mondi, Mi umiliai per quanto era
possibile ad uno spirito e, ancora di più, al Mio Spirito, per dare a tutti gli
spiriti l’Esempio, e oltre a questo, anche mostrar loro il limite, quanto
lontano anch’essi dovevano andare, se volevano diventare figli Miei.
4. Io mi sono umiliato, ho rivestito la
veste terrena di un uomo terreno e, cominciando da Bambino, son passato
attraverso l’intera vita terrena con tutte le sue disposizioni, ed ho coronato
con la Mia morte la Mia opera dell’umiliazione e della rappresentazione della
vera e propria verità moralistica, esclamando a tutti gli spiriti nell’intero
spazio della Creazione: “Chi vuol
diventare figlio Mio, deve potersi umiliare così come l’ho fatto Io stesso,
deve potersi rinnegare e dominare le sue passioni e brame, così come Io, quale
Esempio, l’ho mostrato ora a tutti!”
5. Io stesso quindi ho dato inizio a
quest’ultimo periodo dell’intero edificio della Creazione con la Mia nascita
visibile, e ho completato, ovvero,
conclusi lo stesso con la Mia resurrezione e ritorno nel Mio Regno.
6. Prossimamente voi celebrerete di nuovo la prima
parte o l’inizio, e precisamente sotto il nome di ‘Natale’. Sì, questa notte, questa notte consacrata non fu solo per
voi su questa piccola Terra, ma anche per tutti gli spiriti fino al più grande
serafino e cherubino, poiché tutti rivolsero gli occhi a questa tenebrosa
Terra, aspettando gli avvenimenti che là si sarebbero svolti, poiché una chiara
visione del futuro essi non l’avevano, ma sapevano solo che Io, il Signore e
Creatore, avrei svolto il più grande Atto del Mio Amore e Grazia, per sgombrare
gli ultimi ostacoli dalla via, affinché potessero avvicinarsi a Me sempre di
più, poiché fin lì essi erano rimasti precisamente per ciò che li avevo creati
prima.
7. (Qui non è da mettere in conto il lento
procedere degli spiriti della natura legati sul gradino più basso, i quali
attraverso l’esistere e scomparire del loro involucro corporeo procedevano
lentamente sulla via dello sviluppo).
8. Con la Mia nascita nella forma umana fu mostrata a
tutti gli altri spiriti[10]
la via del progresso, poiché solo per mezzo di una tale nascita e cammino
attraverso un percorso di vita umana sulla Terra era ed è possibile a tutti di
venire più vicino a Me come figlio. Mentre in tutte le altre condizioni Io
sono, di fronte a tali spiriti, solo il loro “grande Spirito”, sebbene
immensamente buono, ma nient’altro.
9. Un’inesprimibile riverenza teneva tutti
lontani da Me, e solo coloro che stavano più vicini a Me e alla Mia Onnipotenza
Mi potevano guardare “Faccia a faccia”; proprio questi comprendevano più che
tutti gli altri il grande abisso che li separava da Me. Cherubini e Serafini erano
certamente radunati intorno al Mio trono, eseguivano muti e pieni di riverenza
i Miei ordini; ovunque c’era la più grande venerazione; ma nessun amore,
nessuna confidenza, ma solo stupore davanti alla Mia Sapienza e Potenza, in
opposizione alla loro deleteria impotenza e alla loro legata volontà.
10. Allora subentrò l’ultimo passo: Io non
volevo essere un despota, non volevo incondizionata obbedienza, volevo che le
Mie creature potessero guardare in faccia il loro Creatore chiaramente e senza
timore, non volevo ministri e muti servitori, oppure ciechi esecutori dei Miei
desideri e delle Mie Leggi. Io volevo, quale amorevole Padre, solo dei figli!
Figli che osassero gettarsi senza paura e timore al Mio petto, imparassero a
guardarMi negli occhi con amore, e non dovessero avere nessun timore di Me,
quale Essere infinito, ma, come Padre, aver solo amore per Me!
11. Per mostrar loro questa via, come la si potesse
ottenere, allora indicai loro il piccolo tenebroso globo terreste e dissi: “Mie care creature! Per liberarvi dalla
costrizione che v’impone la Mia infinita Onnipotenza, guardate là, su un
minuscolo granello di polvere che orbita intorno ad un piccolo sole, là Io, il
più Grande nella Creazione, voglio darvi un esempio di umiliazione; voglio
farMi partorire tra quelle piccole creature della piccola Terra, là voglio
sopportare tutte le imperfezioni di un fanciullo minorenne, come Io stesso l’ho
immesso lì; voglio rinnegare tutta la Mia Potenza attraverso l’età di fanciullo
e giovinetto, voglio trascorrere il tempo dell’umiliazione per voi piccolo, ma
per Me lungo; da Uomo maturo voglio annunciare là il Mio insegnamento per tutte
le creature di questa piccola Terra, così come per tutti i mondi, e perfino,
ascoltate e stupitevi, proprio a causa di questa Dottrina, farMi
vergognosamente uccidere da un popolo di quella Terra, e tutto questo affinché
vediate e comprendiate che, per diventare veramente figli Miei, ognuno deve
passare proprio attraverso questa scuola.
12. Ogni
spirito che vuol rivendicare la Mia figliolanza deve essere in grado di
rinunciare alla sua forza e alla sua grandezza, e perfino privarsi di tutto ciò
che gli è caro ed ha ricevuto da Me come una grazia; egli deve, come Me, il
Signore dell’infinità, sapersi umiliare fino all’ultimo atomo del suo io
spirituale, e solo colui che, in questo modo, restituisce tutto a Me, solo
questi diventerà figlio Mio, ed essere tutto nel Mio Regno! Questa è la serie
di gradini che voi tutti dovete percorrere, poiché senza questa non è possibile
nessun ulteriore avanzamento!”
13. Proprio per questo, come vi narra la
Mia storia, a causa del grande significato della Mia nascita, tutto stava
immobile; milioni di angeli stavano là stupefatti davanti all’Esempio per loro
non comprensibile, come Io, quale
piccolo fanciulletto, son venuto al mondo, e precisamente sotto tali
condizioni, povere, anzi meschine; perfino l’intera natura animale del vostro
globo terrestre stava in silenzio e non sapeva cosa vi stava accadendo; essa
presentiva solo un avvenimento di grande importanza, senza riuscire a
comprendere cosa fosse veramente.
14. Quindi quella notte, quando Io discesi dal Mio
trono, irraggiungibile per tutti gli esseri, vestendoMi in una forma di
minuscola creatura, venni nel mondo visibile al prossimo; quella notte fu una
notte consacrata, poiché fu la notte in cui ho consacrato la Mia Creazione (con
l’inserimento della pietra finale), e le sciolsi le catene che fin lì la
tenevano legata.
15. Celebratela, figli Miei, come una notte dove il
mondo ha visto il più grande giorno, dove Io,
la Luce dell’Universo, sono venuto a
voi esseri minorenni come Fanciulletto, dove scelsi tra milioni di mondi questo
angolo più oscuro della Mia grande Creazione, per far compiere proprio là, dove
nessuno lo poteva mai sospettare, in Me stesso il più grande trionfo della Mia
potenza.
16. Voi celebrate questa notte con
l’albero di Natale che è addobbato con piccole lucine e regali per i bambini,
cioè per gli esseri meno colpevoli. Anche quando nacqui Io, brillavano milioni
di soli come luci al grande Albero della Creazione dell’infinità, e anch’Io
appendevo lì, per gli innocenti spiriti dell’intero Universo non ancora
coscienti di sé, il dono della libertà spirituale che, secondo l’individualità
di uno spirito libero, poteva essere milioni di volte differente.
17. Mi son fatto partorire in quella notte
come Figlio dell’uomo, e in tal modo in quella notte ho sigillato anche l’imminente
nascita o rinascita di un incommensurabile Regno degli spiriti. Mi sono fatto
catturare in catene terrene, per liberare tutte le Mie Creazioni spirituali
dalla costrizione spirituale.
18. Riflettete quindi, Miei cari figli: in
quella notte anch’Io ero un Bambino, secondo l’apparenza un minuscolo Bambino,
e Mi sono dato completamente all’amorevole cura della madre Mia corporea.
19. Con questo primo Atto, che voi festeggiate in
questo giorno non più come figli minori, Io liberai anche voi dalle catene spirituali
che vi tenevano catturati dalla caduta del primo uomo, e vi ho aperto la via
per poter diventare completamente figli Miei; nondimeno solo sotto le medesime
condizioni, quando Io stesso son diventato Bambino, il che significa con la
trascuranza di tutti gl’interessi mondani e con l’abnegazione di tutte le brame
e passioni. Ciò che fu dato agli spiriti di altri mondi quale compensazione
come: felici condizioni, ecc., la rinuncia a questi doveva essere per voi
stessi anche la condizione principale.
20. Simbolicamente voi piantate un giovane abete come
albero nella vostra stanza, e l’addobbate con lucine e regali; anch’Io ho
piantato per voi un albero, l’albero della Vita delle Mie verità divine.
21. Il ramo d’abete, invece delle foglie,
ha soltanto aghi o punte, per mezzo delle quali assorbe l’elettricità nella
luce e nell’aria, e poi la trasforma per il suo io.
22. Anche il Mio albero della Vita ha
molti strumenti assorbenti, con cui vuole attirare a sé tutto il Regno degli
spiriti e tutti gli esseri viventi, anzi vuol perfino trasformare nella sua
stessa nobiltà il grossolano materiale in spirituale.
23. All’albero di Natale splendono
centinaia di lucine multicolori e vi pendono regali per le innocenti anime dei
bambini, i quali non hanno ancora assorbito il veleno del mondo, e non hanno
ancora innalzato i loro desideri al di sopra di questa religiosa tradizione.
24. Anche al Mio albero della Vita che
compenetra e al tempo stesso abbraccia l’intera Creazione spiritualmente,
splendono milioni di Soli; e molteplici sono i doni spirituali che Io ho
riservato per coloro che ugualmente, come i bambini, preferiranno le Mie gioie
alle gioie del mondo; poiché proprio qui risuona di nuovo al posto giusto la
massima:
25. “Se
non diventerete come i bambini, non entrerete nel Regno Mio!”.
26. Sì, come i bambini che si rallegrano
all’albero o ai ramoscelli d’abete illuminati e dei suoi regali, come i bambini
ai quali in quella sera la stanza illuminata è un mondo, anzi è tutto il loro
mondo, così dovete diventare anche voi; con animo semplice e infantile dovete
accogliere la Mia dottrina, dovete trovare nei Miei regali e nei Miei doni la
compensazione per tutto il mondano. Allora anche la Mia nascita di allora nella
notte consacrata, avrà per voi il vero e proprio valore: sarete liberati come
fanciulletti, diventerete perfino di nuovo bambini, e precisamente figli del
Padre Celeste vostro, che come ‘Figlio dell’Uomo’ ha compiuto un giorno l’Atto
di redenzione, ed ha aperto, per voi e per tutti gli spiriti dell’intera Creazione,
la via che porta al Suo Cuore!
27. Prendete ben a cuore queste parole!
Colui che un giorno, in questo Giorno
commemorativo, come lo leggete, giaceva come fanciulletto minorenne nella
mangiatoia, Lo stesso ritornerà presto come Uomo, e pretenderà da voi una
simile nascita come la Sua, una nascita (rinascita) nel Regno degli spiriti!
Egli giacque lì un giorno come Fanciulletto, e adesso parla a voi come Padre
vostro, dopo che proprio attraverso quella Notte
benedetta vi ha consacrato a figli Suoi! – Amen! Amen! Amen!
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۞
Per via della comunione cerimoniale
(specialmente alla vigilia
di Natale)
15
dicembre 1870
1. Qui si tratta della questione se dovete tenere una
“comunione” cerimoniale il giorno di Natale. Allora vi voglio dare alcune
parole su questo punto, affinché i tuoi fratelli e le tue sorelle comprendano
una buona volta cosa Io ho veramente in testa con loro! – Poiché vedi, che cosa
significa propriamente introdurre ‘un culto cerimoniale’? – In altre parole,
abbassare la Mia santissima Dottrina nel materiale; poiché perfino in quel
giorno, quando introdussi la Cena, non era nessuna ‘Cena’ che fosse da considerare come religiosa, ma Io ai Miei
discepoli dissi solamente: «Quando sarete
di nuovo radunati nello stesso giorno, fate questo in memoria di Me!». Se
però qualcuno, con l’atto della Cena, vuole unire un senso puramente
spirituale, allora non ha bisogno del pasto – cioè del pane e del vino, poiché
Io non bado a ciò che gli entra nello stomaco nella stessa sera, bensì solo a
questo: a come stanno le cose nel suo cuore!
2. Se quindi qualcuno alla fine di un
periodo di tempo vuol intraprendere un’ispezione nel suo cuore, oppure anche
più spesso durante l’anno, o addirittura giornalmente, allora deve avere
davanti agli occhi solo lo scopo di progredire sempre di più, e di purificare
sempre di più il suo cuore da tutte le carenze, il resto non ha nessun valore dinanzi
a Me; Io sono uno Spirito, e un Spirito può essere onorato solo spiritualmente
e anche glorificato solo spiritualmente.
3. Da tale punto di vista dovete afferrare
tutto ciò che volete intraprendere in Mio Onore e per il vostro bene, e allora
si mostrerà come questa questione deve essere risolta, se dovete tenere o no
una comunione cerimoniale alla vigilia di Natale.
4. Nel giorno in cui celebrate il giorno
della Mia nascita, dovete pensare di più alla vostra stessa ‘rinascita nella Mia dottrina’, piuttosto
che perdere tempo con cose vane. Dovete immergervi di più nel momento
importante che fu, quando Mi decisi di venire da voi sulla Terra. Dovete
pensare alle conseguenze di quella Nascita e al bene che ne è risultato per
voi, perché adesso, guidati da Me stesso, potete celebrare in voi la festa
della nascita del Padre vostro e di Gesù per la seconda volta!
5. Questa ‘comunione con Me’, oppure ‘comunione
del vostro spirito con il Mio’, quest’unione spirituale è il vero
cerimoniale. Aspirate a questo, poiché tutto il resto non vi porta nessun passo
più avanti, anzi, piuttosto, vi porta indietro!
6. Considerate queste parole come un buon
consiglio in riferimento alle vostre decisioni; il resto lo potrete leggere
alla vigilia di questo giorno commemorativo dalle parole date[11]
espressamente per questo, avendovele indicate più chiaramente.
7. Fino ad allora lasciate giacere la
questione; e se la considerate comunque ancora adeguata dopo la lettura di
quella parola per voi ancora sconosciuta, lascio questo del tutto a voi, poiché
come esseri liberi potete operare come volete. Questo per norma con la Mia
benedizione. – Amen!
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Un saluto natalizio
18
dicembre 1870
1. Miei cari figlioletti! Quando starete seduti insieme ed
esaminerete queste righe, allora siate sicuri che poi anch’Io sarò vicino a
voi, osservando i vostri cuori con attenzione, e quando gli stessi
traboccheranno di gioia e gratitudine per Me, Io farò affluire in essi la Mia
benedizione.
2. Fate anche voi di quella notte una
notte ‘consacrata’; e consacratevi del tutto alla ‘Mia dottrina e al Mio
servizio’.
3. Quasi duemila anni fa Io giacevo in
questa sera nel grembo della madre Mia corporea, minorenne ed inerme,
aspettando tutto, solo da lei.
4. Oggi, nel giorno della commemorazione
di quell’Atto d’amore da parte Mia verso voi uomini e verso tutti gli spiriti
della Mia Creazione, gettatevi anche voi nel grembo del Padre che da sempre vi
ama, affidate a Lui, come Io un giorno alla madre Mia corporea, così voi ora a
Me, al Padre vostro spirituale, tutti i vostri bisogni e le vostre
preoccupazioni.
5. Come allora Maria Mi ha protetto ed
allevato come fanciulletto, altrettanto mettete anche voi la vostra vita nella
Mia mano; anch’Io vi voglio proteggere, vi voglio allevare al Mio petto, come
un giorno la madre Mia, Maria, lo ha fatto con Me.
6. Vi voglio dare il vero Latte spirituale come
nutrimento e fortificazione, e come allora ho assunto il Mio ufficio d’Insegnante
come Uomo, e professato liberamente ed apertamente Colui che Mi ha mandato,
così anche voi, allevati attraverso la Mia dottrina e il Mio Amore, dovete
professare Me, non temendo nessun pericolo, e alla fine della vostra vita, come
alla sera di ogni fine anno, per poter guardare indietro all’anno e vita
trascorsi ed esclamare confortati senza pentimento e rimproveri:
“Ho fatto tutto attraverso di Lui e solo per Lui!”
7. Questa benedizione, figli Miei, la do
oggi a voi come giorno di commemorazione, in cui ho concesso a tutti gli uomini
il diritto, secondo il loro progresso, di poter diventare un giorno figli Miei!
– Amen!
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L’albero di Natale
Trieste,
20 dicembre 1873
1. Già in precedenza vi ho dato alcune parole sulla festa
di Natale, in parte come viene
festeggiata, in parte come la dovete comprendere spiritualmente. Oggi voglio passare
al simbolo di questa festa, simbolo che sta piantato in buon numero nelle
famiglie alla vigilia della stessa, adornato con lucine e frutti, celando ai
piedi dell’albero diversi regali per grandi e piccini, questi devono procurare
gioia e felicità tra donanti e riceventi.
2. Avete battezzato questo addobbato
giovane abete ‘albero di Natale’, e poiché in tutto si trova celato qualcosa di
spirituale, allora vi voglio accostare davanti agli occhi questa parte
spirituale corrispondente dell’albero di Natale, affinché possiate di nuovo
riconoscere quanto spesso voi collegate inconsapevolmente le cose spirituali o
significative con occupazioni mondane o perfino divertimenti, senza sospettare
che cosa state veramente facendo, oppure, visto come spiriti, potrebbe darvi
una visione molto più bella e più piacevole nel Mio Regno; se foste capaci di
comprendere il linguaggio delle rispondenze o simboli del mondo materiale
visibile.
3. Ebbene, è stata un’antica usanza presso tutti i
popoli cristiano-cattolici organizzare alla sera o alla vigilia della
celebrazione della Mia nascita una festa familiare, e presentando ai bambini il
Cristo fanciullo come esempio, fare regali di ogni genere col pretesto, come se
il ‘fanciulletto Cristo’ stesso li
avesse dati ai bambini devoti in ricordo del Suo primo ingresso nel mondo
materiale.
4. Poiché il fanciulletto Cristo come il
bambino più perfetto possedeva tutte le caratteristiche che un bambino mondano
dovrebbe possedere o farle proprie, allora anche in questa festa l’attesa dei
bambini era sempre mescolata con il timore, perché nel loro animo giovanile si
rendeva spesso udibile il pensiero: ‘Merito
anch’io un regalo, oppure no?’. E poiché certamente ogni bambino era anche
consapevole di certi errori umani, nel contempo si chiedevano se avrebbero
meritato un rimprovero, piuttosto che una ricompensa. Allora la gioia era tanto
più grande, quando al posto del diritto, la Grazia portava regali, e quasi
sempre inaspettati. Più tardi si mescolarono anche i bambini grandi in questa
festa dell’infanzia, e cerimonialmente donava regali anche ad altri, senza
tuttavia pensare né al motivo originario, e ancor meno al significato simbolico
dei regali di Natale.
5. Ora, la festa del ‘Natale’ sta davanti alla porta, ogni padre fa regali ai suoi
figli, per quanto gli è possibile, e così anch’Io voglio, a voi che siete figli
Miei, regalarvi qualcosa, affinché, quando entrerò da voi, possa anche scorgere
volti raggianti di gioia, dove nello sguardo dell’occhio possano venire
incontro a Me, gratitudine e devozione!
6. Questo regalo sia la spiegazione
spirituale del vostro albero di Natale, che porta appunto il Mio nome, e viene
eretto per amore per Me.
*
7. Quando misi il piede sulla vostra
piccola Terra quasi duemila anni fa, e gli angeli inneggiavano alla Mia nascita
“l’Osanna” ed esclamai a voi uomini tutti: “Rallegratevi,
perché vi è stata fatta una grande Grazia: pace sia sulla Terra e nei Cieli!”,
allora Io posi il primo germe di questo spirituale albero di Natale, e in
questo, Io stesso (come nel punto più alto, simbolicamente come il vostro
albero natalizio ha una forma piramidale)[12],
troneggio come Punto di partenza di tutto ciò che è creato, e stabilisco anche
la radice dello stesso, così come un giorno dissi: “Io sono l’inizio e la fine, l’Alfa e l’Omega”, rappresentando
simbolicamente la Mia Onnipresenza.
8. Come il vostro albero di Natale allarga
le sue braccia ad ogni parte, sempre in linea retta, come anche il tronco di un
abete è sempre solo diritto, così doveva penetrare in linea retta, avanti e
verso l’alto anche il Mio albero spirituale di Natale, l’albero della
conoscenza spirituale e del valore della dignità dell’uomo, verso la Luce che,
dall’alto, lo illumina e riscalda come l’albero materiale stesso.
9. Questo albero di Natale che Io piantai
a quel tempo, doveva essere l’albero sul quale la Mia intera Creazione
spirituale e materiale, come le vostre luci e candele sui rami dell’abete,
doveva ardere e splendere eternamente per l’onore di Dio, per l’onore del loro
Creatore; come adesso in un bosco di abeti gli alberi sono decorati con gocce
di rugiada cristallizzate e fiocchi di neve, e nonostante il freddo climatico dell’inverno
assorbono l’elettricità attraverso le loro foglie aghiformi. E mentre l’intera
natura intorno ad essi è sprofondata nel letargo invernale per parecchi mesi,
questi li conserva ancora verdeggianti, e altrettanto splendono sul grande
albero di Natale della Mia Creazione, come lo potete vedere in ogni notte di
splendore stellare, milioni e milioni di mondi che Io, quale Padre amorevole,
ho acceso come candele e luci splendenti, affinché tutte le Mie creature e il
Mio mondo degli spiriti possano riconoscere che un Padre amorevole sa dare
regali ai Suoi figli, secondo il loro merito, e di solito più di quanto
meritano.
10. Il Mio albero di Natale che Io piantai nella
Creazione e sulla vostra Terra in quel tempo, era l’albero dell’amore e della
conoscenza che un Padre, se vuol
meritare questo Nome, può esserlo solo se è un amorevole Padre!
11. Con la Mia nascita sulla vostra Terra
ho compiuto per Me il più grande atto di umiliazione, per darvi l’occasione di
elevarvi quanto più in alto possibile.
12. Come ogni albero comincia con il seme
e la radice, così con la Mia discesa anch’Io posi anzitutto attraverso Me
stesso il seme del sublime in una materiale, visibile figura, e poi come
germoglio spirituale nei cuori degli uomini, affinché potessero riconoscere da
dove sono venuti e dove devono andare.
13. Il Mio albero di Natale s’innalzò un
po’ alla volta. Esso doveva, come a più di un abete sulle alte montagne,
sopportare molte tempeste e temporali, doveva perfino volgere i suoi rami, che
altrimenti stavano diritti in su o in avanti, secondo il vento; ma l’albero
rimase ciò che doveva essere e per lo stesso motivo per cui lo avevo posto
nella Creazione: un purificatore dell’atmosfera, un assorbitore della celeste
luce eterica e un divulgatore di fragranze salutari, le cui sostanze in
differenti forme siano per il bene degli uomini malati e sofferenti, per quanto
l’importanza di questo albero sia riconosciuta nel suo benefico significato.
14. Tutte queste caratteristiche che
possiede il vostro abete che, come giovane alberello, voi lo decorate spesso
come ‘albero di Natale’, tutte queste stesse caratteristiche ha anche il Mio
grande albero di Natale, l’albero della Mia Creazione mondiale; anch’esso tende
verso l’alto, verso di Me come Punto supremo, dal quale è proceduto. Anch’esso
stende i suoi rami fuori nell’infinito, sfoggiando con migliaia e migliaia di
meraviglie, assorbendo materialmente dall’etere la sua sostanza vitale per la
continuazione e perfezionamento, e restituendo agli esseri in esso viventi, vita,
luce e calore.
15. Anche spiritualmente svolge la stessa
cosa: il Mio Regno degli spiriti stende le sue braccia da tutte le parti; il
Mio Regno degli spiriti ha la sua cima più alta in Me, e prepara, a tutti
coloro che lo comprendono, che cercano e imparano ad amare, il godimento
spirituale di un amore che, molto al di sopra di tutto l’umano, non diventa mai
più debole e mai finirà, perché l’Amore del Padre tutto abbracciante sta molto
a Cuore, tanto il più piccolo verme quanto il più grande spirito angelico.
16. Se voi adesso avete posto nella sfera familiare in
mezzo alle mura di pietra un verdeggiante giovane abete, adornandolo con luci e
regali e i fanciulli vi saltellano gioiosi intorno ad esso ed ognuno osserva
con occhi giocondi il regalo a lui destinato, allora riflettete quanti doni Io,
il Padre vostro, porto sempre a voi; quante luce vi accendo, affinché possiate
contemplare i Miei doni nel più grande splendore di una Luce celeste e
rallegrarvi di questi. E quando in questa serata sperimenterete di nuovo le
vostre stesse gioie infantili passate nelle gioie dei vostri discendenti per la
seconda volta, e precisamente ogni anno, allora ricordatevi di quelle Parole
dai Miei anni d’insegnamento, quando dissi:
17. «Lasciate
che i bambini vengano a Me, perché di loro è il Regno dei Cieli», e ancora
aggiunsi: «Se non diventerete come
questi, non potrete entrare nel regno Mio».
18. Sì, dovete diventare bambini, cioè di animo infantile;
dovete aver fiducia filiale in Me. Solo allora potrete godere del tutto con
pura gioia innocente i doni provenienti da Me, come i vostri bambini alla
vigilia di natale. Allora anche per voi fiorisce un albero che l’Amore di
Cristo ha curato ed allevato: l’Albero del primo Amore di Dio e Padre!
19. Perciò adoperatevi a diventare
bambini! Non siate come una piccola pianta che, per vero, gioisce al movimento
dell’acqua vitale galleggiando per un po’ di tempo sulla sua superficie, e si
rallegra dell’influsso della luce solare e del suo calore; però, appena cessa
il movimento, obbedisce di nuovo alla forza di gravità e ricade al suolo della
vita mondana, dimenticando del tutto, tanto la precedente beata disposizione
d’animo quanto il motivo della stessa.
20. Come l’albero di Natale quale simbolo
della pace, della quiete e della felicità unisce nelle famiglie tutti i
parenti, così dovete cercare anche voi di ‘vivere
in pace con il mondo’.
21. Il giorno della Mia nascita gli angeli cantarono: “La pace sia con voi!”. E ad ogni festa
natalizia, ad ogni vigilia di Natale risuona questa chiamata nei vostri cuori;
è il richiamo che un giorno gli angeli intonarono alla Mia nascita e che Io
stesso ripeto adesso: “La pace sia con
voi!”.La pace della pura consapevolezza del vero amore!
22. E come adesso intorno ad un albero di
Natale con le candele risplendono solo sguardi gioiosi incontro a tutti, così
nella Mia Creazione, sul Mio grande albero di Natale, i mondi e gli abitanti
delle sfere spirituali devono pur riconoscere una volta Colui che come Amore
pose il germe per questo Albero della Creazione, il quale troneggia come sommo
Amore paterno alla sua cima verso cui sono rivolti tutti i germogli, tutte le
foglie aghiformi dell’albero, ricevendo solo da lì quei godimenti spirituali
che sono capaci di trasformare l’intero mondo in un paradiso. Allo stesso modo
proprio come adesso in quest’occasione della festa natalizia con l’allestimento
dell’albero di Natale è stato creato un paradiso nella sfera familiare.
23. Avete voluto adornare la Mia nascita,
la Mia discesa sulla vostra Terra, con un simbolo che proprio adesso,
corrispondente all’inverno, non vi vuol dire altro che questo: le vostre
abitazioni di pietra sono come sterili, senza cuore, senza calore, ma in mezzo
alle stesse verdeggia l’albero che mai appassisce di una vita spirituale che
sta dinanzi a voi simbolicamente come un giovane abete.
24. Come l’albero diffonde il suo profumo
nell’aria celeste, così spargete anche voi uomini il vostro amore per il
prossimo e per il fratello in tutto il mondo, affinché il mondo sappia che
siete ‘figli di un Padre Celeste’, il Quale vuol procurare sempre gioie non
solo alla festa di Natale, ma quando e dove si presenta l’occasione.
25. Allora per voi verdeggerà sempre l’albero
della conoscenza, l’albero di Natale, purché vi comportiate degni di Me, del
Figlio dell’ex falegname, del ‘Cristo’,
e occhi grati, ebbri di gioia potranno essere le luci che risplendono al vostro
albero natalizio, sempre ed eternamente come dimostrazione che voi volete
essere veri cristiani e veri seguaci di Colui che un giorno, nato nelle
condizioni più misere, vi ha portato il più ricco dono di uno spirituale albero
di Natale, al quale pendono innumerevoli doni per quelli che, durante la loro vita,
hanno accondisceso a diventare figli, a pensare infantilmente e infantilmente
amare Colui che in questi giorni è festeggiato ben da molti, ma fino ad oggi è
stato tuttavia compreso e afferrato ancora solo da pochi.
26. Oh, quante belle usanze voi avete, le
quali discendendo da un tempo migliore, vi potrebbero annunciare che cosa
significavano un giorno; soltanto che non si trova sempre un Padre come Me, che
aiuta gli smarriti a rompere il guscio del cerimoniale, per mostrar loro il
nocciolo splendente.
27. Perciò celebrano questa festa per lo
più solo i bambini, i quali non sospettano lo spirituale, e gli adulti che,
tenendo davanti agli occhi solo il materiale, non hanno nessuna idea dello
spirituale, ed è concesso solo a pochi riconoscere con vero amore cristiano
questa celebrazione e il senso dell’albero di Natale, per comprendere e
giudicare spiritualmente il Donatore dello stesso.
28. Ma affinché voi entriate nella sfera
di coloro che hanno già da tempo la Mia parola, e perciò dovrebbero anche
comprendere che cosa si trova spesso celato di spirituale sotto le usanze,
allora vi è stata data questa parola che, letta alla vigilia della Notte
consacrata, vi deve di nuovo mostrare quanto Amore Io ho già dispensato e
sperperato per voi, per fare di voi, appunto, tali figli che, giulivi con
sguardo raggiante d’amore, devono stare intorno al Mio albero di Natale per
intonare “l’Osanna”:
29. “Pace
sia con tutti, eterna pace che Tu, Padre, come ‘Figlio’ un giorno ci hai
portato, e ora, come lo Spirito più grande, vuoi versare nel nostro cuore! –
Eternamente verdeggiante, come il simbolo del ramo d’abete, fiorisca il nostro
amore per Te e per l’umanità, e il nostro cuore sia illuminato come tanti
alberelli con luci, con buone azioni e santi propositi, per celebrare ogni anno
questa festa con una ghirlanda di azioni ancora più belle, affinché, quando il
nostro occhio si spegnerà per la luce terrena, ci splenda incontro lo
spirituale grande Albero di Cristo in pieno splendore delle sue infinite
meraviglie, dove anche noi, come qui i piccoli fanciulli, coglieremo poi i doni
del Padre affettuoso dall’eterno albero verdeggiante della conoscenza e ce ne
potremo rallegrare infantilmente, per essere figli di un amorevole Padre, che
qui su questa Terra ha piantato l’albero dell’Amore, il quale giunge così
lontano, ancora fin là da dove, a causa del lento volo della luce[13],
non ci è ancora giunto nessun raggio di mondi per dimostrarci che anche là
dimorano ancora vita, luce e amore, e l’amore non è spento, bensì fiorisce in
una misura ancora maggiore, come prodotto dell’eterna Fonte, dalla quale è
fluito e alla quale deve ritornare!”
30. Così, figli Miei, celebrate la festa
del Natale! La Notte santificata è stata la fondatrice di un Giorno
santificato, in cui l’albero di Natale è sempre un simbolo dell’eterno Amore.
Per esercitarlo o immergersi nello stesso, dovevate cominciare la vostra vita
di prova, vita che terminerete gloriosamente con il Mio aiuto, ben inteso,
finché voi siete ‘figli’ ed Io sono ‘Padre vostro’. Fino allora, l’albero di
Natale per voi sarà fornito di doni e frutti, e per Me di gioie che non
appassiranno.
31. Adesso Io penso che anche a questo
ramo di abete nella vostra stanza sarete in grado di dare un significato
superiore, e con ciò veniate messi nella condizione di cercare anche un po’ più
profondamente che in altre usanze tradizionali, dove e che cosa sia veramente
il nocciolo del tutto.
32. Quindi esercitate il vostro occhio
spirituale. Nobilitate il vostro cuore e fortificate sempre di più la vostra
fiducia e la vostra fede in Me. Preparatevi a vedere in mezzo al mondano e al
materiale, solo dello spirituale, per trovare e per comprendere come si addice
ai Miei figli che devono connettere con animo infantile la vista spirituale.
33. Nel giorno che voi celebrate come festa il Natale,
Io giacqui un giorno in fasce, e un po’ alla volta Me ne liberai. Adesso siete
voi, o per lo meno molti, ancora in fasce spirituali. Perciò liberatevi anche
voi di queste, affinché anche sopra di voi, col vostro battesimo spirituale,
possa echeggiare il richiamo: «Questa è
la Mia figliola, o il Mio figliolo, nel quale ho il Mio compiacimento!»;
poiché in quel tempo Io eressi ciò che adesso deve portare i suoi frutti! – Il
Mio Regno è spirituale e là sono di valore solo frutti spirituali; provvedete
di raccoglierne quanto più potete, affinché non pendano, come a molti dei
vostri odierni abeti o alberi natalizi noci dorate, la cui parte esterna per
vero brilla, ma all’interno racchiudono un nocciolo marcito.
34. Frutti viventi o luci spirituali
devono adornare il vostro albero di Natale, e lacrime di gratitudine come doni
vi dovranno far gustare quelle gioie che un figlio spirituale può ricevere solo
dal Padre suo Celeste, allora ogni sera diventerà poi una festa natalizia, e
ogni giorno una festa nella quale il vostro albero natalizio spirituale
riceverà una lucina in più.
35. Così dovete comprendere le feste e il
loro significato spirituale, affinché la vostra intera vita diventi una festa
spirituale, dove il costante inno di lode e l’incessante elevazione al di sopra
del mondo terreno siano il risultato. – Celebrate quindi questa festa, come
cristiani degni di un ‘albero di Natale’, ed Io gusterò con voi queste gioie,
come ogni padre tra i suoi amati figli! – Amen!
[indice]
۞
La palma
(come dono di Natale)
22
dicembre 1873
1. Poiché vuoi fare alla figlia di tuo fratello († M. Ch.)
un dono con una pianta di palma, e precisamente proprio per la festa di Natale,
allora voglio spiegare prima a te, e attraverso di te a tutti, ciò che è la
palma nel regno vegetale, e inoltre, che proprio la palma, come dono
appropriato per quella sera, è al posto giusto.
2. Anche tu avresti potuto dire qualcosa di buono e di
bello su questa pianta, tuttavia le tue parole si perderebbero nel vento,
mentre le Mie rimangono in eterno, e precisamente per lei, per te, per voi
tutti e per l’intera umanità; e così scrivi:
3. Ebbene vedi, Mio caro figlio, oggi ricevi
come dono tre piante di palma[14],
le quali sono cresciute insieme in un vaso; queste tre piante di palma
corrispondono esattamente al vivere insieme della tua famiglia, dove voi adulti
siete anche tre che sanno il perché e per quale scopo vivono.
4. Non calcolo tuo fratello più giovane
perché è ancora troppo piccolo, perciò voi tre siete pure uniti sotto un tetto.
Tendete uniti come la palma incontro alla Luce che fluisce su di voi in
sovrabbondanza, e assorbite da questa Luce tutte le sostanze che sono
necessarie per la vostra crescita spirituale.
5. Inizialmente la palma come pianta fa
crescere solo esclusivamente foglie, tramite le quali attraverso i solchi a
coste la sua futura forma di foglia e stelo è ben accennata, ma non ancora
formata. La palma si riveste di una corona di foglie, e mentre quelle che
stanno in basso appassiscono e si disseccano, così il tutto si spinge
lentamente verso l’alto, senza appartenere veramente né al regno delle piante
né ad una specie di albero.
6. Come la palma, quando è coltivata, va
poi incontro alla sua meta col portare frutti, quindi nei primissimi tempi la
sua futura disposizione è solo accennata, altrettanto rispondente è espresso
nell’uomo la sua futura essenza, con le disposizioni sonnecchianti della
formazione spirituale nell’età più matura. E come la palma non è del tutto né
pianta né albero, quindi sussiste tra due specie del regno vegetale come cosa
intermedia, così sta l’uomo: una creazione materiale-spirituale tra due mondi,
con il corpo basante nella materia, e il suo spirito o la sua anima tendenti
incontro alla Luce superiore.
7. Come la palma spinge verso l’alto
cambiando corona dopo corona, e da corona a corona di anno in anno raffina i
suoi umori, liberandosi di più dal terreno, e attraverso la luce, il calore e i
raggi eterei va a produrre i suoi frutti consistenti di datteri fatti solo di
sostanze salutari e zucchero, – così anche l’uomo, che secondo la sua
destinazione apporta una conquista dopo l’altra di anno in anno, tendendo
sempre più in alto, affina il suo sentimento spirituale e religioso
avvicinandosi allo stato di maturità, dove poi il frutto delle sue azioni come
ricompensa delle sue lotte e vittorie, sporgendo come un cespuglio di dolci
datteri lungo uno stelo oltre il fogliame, indica già da lontano quanto
splendido è stato il raccolto della sua vita di prova.
8. Così la palma corrisponde completamente
allo spirito dell’uomo animico, e quindi, Mia cara figlia, la forma della palma
deve ricordarti giornalmente la tua missione spirituale.
9. Voi, Miei cari figli, non sapete quante
rispondenze spirituali si trovano nelle piante e negli alberi, come queste
piante e gli alberi sono completamente in armonia con gli uomini, sulle cui
strisce di terreno essi crescono.
10. Se poteste leggere nel Mio libro della
natura, vi stupireste quanto è adatto l’abete ai popoli montani, oppure la
quercia agli abitanti di una pianura; solo per rendervi tutto questo chiaro, ci
son voluti molti giri per sincerare in voi solo questo presentimento, che nulla
è (solo) materiale, bensì tutto è solo spirituale, una rispondenza di un
Pensiero creativo, come poteva continuare a sussistere in accordo unicamente
con il suo posto e il suo ambiente.
11. Oppure credete che anche la più
piccola forma di una pianticella di muschio non abbia il suo ‘perché’? Perché è
colorata così? Perché è rappresentata così? Perché si presenta a questa
latitudine così e in quell’altra diversamente? Allora vi sbagliate di grosso se
credete queste diversità condizionate solo dal calore o dalle condizioni
climatiche oppure dalle altitudini.
12. Tutto è ben ponderato da Me. Una serie
di conseguenze che doveva essere così, se doveva venir fuori un insieme che può
essere degno di Me come Creatore. Così anche le palme erano e sono solo là dove
devono appartenere, armonizzando con l’intera vegetazione di piante e con la
vita animale e umana, quando le posi in quelle zone, dove anch’Io un giorno
avevo deciso la Mia discesa.
13. Non senza motivo spirituale, anzi per
un profondo motivo Io scelsi la palma al Mio ingresso in Gerusalemme; non senza
motivo gli abitanti ornarono le loro case e coprirono le loro strade con rami
di palma. Era la palma che dava loro il nutrimento più dolce. Era la palma che
ombreggiava le loro case. Era la palma che, intessuta nella vita familiare,
significava molto per loro, per alcuni tutto, e simbolicamente rappresentava
anche il carattere del popolo come un giorno viveva là.
14. La palma era il segno della pace; con
questo segno gli abitanti dei villaggi e delle città Mi salutavano, e con
questa palma o rami di palma feci l’ingresso in Gerusalemme.
15. Pace, pace spirituale volevo portare
agli uomini. Io avevo nella mano il segno della loro pace domestica. E come
alla Mia nascita gli angeli cantavano: «La
pace sia con voi!», così da Uomo adulto volli ripetere ciò che gli spiriti
angelici hanno esclamato alla Mia prima comparsa al mondo intero.
16. Volli portar loro la pace, dal momento
che un cuore amorevole ritrova solo nella pace la sua beatitudine. Che gli
uomini non badarono al Mio richiamo, e che anche oggi non vi badano, è faccenda
loro; e come un giorno i giudei, disprezzando la Mia chiamata paterna,
prepararono a se stessi il loro destino, il cui destino lo conoscete dalla
storia, altrettanto anche l’attuale umanità vivente avrà da ascrivere a se
stessa le conseguenze che dovranno risultare da questo procedere sbagliato.
17. A te, figlia Mia, il Mio scrivano
manda giovani piante di palma. Possano nella tua casa, nella cerchia della tua
famiglia, essere i segni della pace; queste ti devono ricordare che la Mia
dottrina è fondata sulla pace, e può prosperare solo nella pace. Cerca di
guadagnare questa nell’interiore, e mantenerla con il mondo esterno.
18. Proprio nel giorno in cui ricevi
questo dono, nella Notte beata penetrava attraverso tutti gli spazi celesti
questo richiamo: «Pace sia sulla Terra e
nel Cielo!». E anche adesso, in cui volete celebrare degnamente questo
grande giorno per la vostra piccola Terra, adesso esclamo a te ed ai tuoi le
stesse parole come le sentii cantare un giorno dai Miei angeli, come le mostrai
simbolicamente al Mio ingresso in Gerusalemme e come dopo la Mia resurrezione
le ripetei ai Miei discepoli quando entrai da loro attraverso le porte chiuse: “La pace sia con voi!”. Così esclamo a
te e a voi tutti: “Conservate la pace!”,
e un giorno ognuno che qui combatte coraggioso e che ha conquistato la
vittoria, riceverà la palma della pace.
19. Queste siano le parole che do a te,
figlia Mia, come dote con l’invio di piante di palma che il Mio scrivano ti ha
dato proprio nel giorno in cui in tutti i cuori dovrebbe di nuovo risuonare:
“Pace! Sì,
eterna pace spirituale scenda giù in quel giorno dove una volta il nostro
Signore e Creatore è disceso per farci
prender parte alla stessa, così come la desidera a tutto il Suo mondo degli
spiriti, e come solo attraverso la pace con noi stessi e con gli altri può
essere adempiuta la missione spirituale dell’intero genere umano!”.
20. Perciò: “Pace a te e a tutti!”. La pace senza amore non è possibile,
perciò: “Amatevi l’un l’altro, amate gli
uomini ed amate Me!”.
21. Quanto più ampliate il vostro amore,
tanto più giungete vicini a Me. Solo quando allargate allo stesso modo le
vostre braccia su tutto ciò che è creato, solo allora esso somiglia all’Amore
divino; solo allora preparate e date pace come la intendevano i Miei angeli
nella notte santificata, come Io stesso l’ho predicata e come il Mio scrivano
la vorrebbe esprimere anche a te attraverso questi segni simbolici, affinché ti
accompagni sempre questa pace! Che ti stia a fianco la pace, e la stessa
diventi sempre più pura e più spirituale ad ogni ricorrenza della ‘Notte di
Natale’.
22. Per fortificare, per consolidare
questo suo desiderio, Mi son prestato Io a spiegare e stabilire con alcune
parole dalla Mia bocca ciò che altrimenti sarebbe venuto con il tempo solo
nella forma di vuoti auguri, e allo stesso tempo si sarebbe disperso. – Questo,
a te al posto del Mio scritto, per dimostrazione di come vorrebbe il Padre tuo
Celeste che debbano essere comprese ed afferrate tutte le Sue Creazioni, ancor
più dai Suoi figli ai quali Egli ha già acceso molte luci e nei quali deve
essere scoperta ancora tanta oscurità nei loro cuori. – Amen!
[indice]
۞
Alla vigilia di Natale
(Parole guardando ‘la
mangiatoia’, nell’abitazione di † L. V. M-ch)
Trieste,
25 dicembre 1870
1. Ebbene, dopo che vorresti dare alla tua piccola compagnia
radunata ancora alcune Mie parole, allora scrivi che è vero come tuo fratello
ha appena letto: ‘Io sono con voi e
intorno a voi, e celebro in questo modo il Mio stesso Compleanno terreno con
voi, Miei cari figli’.
2. Ieri tempestava e nevicava, campi,
boschi e monti si sono coperti con la veste verginea dell’innocenza, con la
veste bianca della neve. Così ho voluto Io che anche la Terra indossasse la sua
verginea veste da sposa; i venti (la bora) infuriavano e purificavano l’aria,
affinché tutti i vapori nocivi fossero allontanati, e nell’odierna notte tutte
le stelle potessero mandare i loro raggi di luce chiari e puri da milioni di
miglia di distanze.
3. Anche voi avete acceso piccole luci
intorno alla grotta che deve rappresentare il Mio ex luogo di nascita, e così
anch’Io ho illuminato il Mio odierno giorno e luogo di nascita, i vostri cuori,
del pari, con tali sentimenti e pensieri, dati a voi con le Mie parole e il Mio
accorrere; e come voi illuminate questo luogo con le candele, così Io illumino
questa notte con i grandi soli mondiali.
4. Sì, cari figli, Io sono con voi e vedo
i vostri cuori come battono incontro a Me. Vedo come in alcuni si erge il
proposito di rendere il suo cuore il più bianco possibile, affinché l’anno
venturo possa esclamare in simile festa: “Grazie al Signore, non sono
indietreggiato di un solo passo!”.
5. Rimanete in questo proposito, diventate
come i fanciulli che oggi ammirano raggianti di gioia i loro regali e guardano
grati l’occhio del padre colmo d’amore; sì, diventate anche voi come loro;
rallegratevi dei doni spirituali che Io vi ho dato fino ad oggi, e guardate
fiduciosi nel Mio occhio paterno, come un giorno, quel Fanciullo, sorridendo,
guardava Sua madre, e adesso guarda voi con lo stesso Amore, e vi richiama alla
memoria che cosa è capitato in quel tempo in quella santa Notte, e come potete
e dovete adesso trarne utilità!
6. Anche in tutti i Cieli questo giorno viene
festeggiato; anche là giubilano e gioiscono tutti gli spiriti che, mediante
questo Atto, sono stati elevati a figli Miei, come quelli che un giorno furono
testimoni oculari della Mia nascita. Giubilate con loro, voi che, per vero, non
Mi vedete, ma comunque credete in Me e nella Mia dottrina, e la seguite nella
vostra vita. Giubilate con loro e intonate un Osanna, come un giorno il coro
degli angeli alla Mia nascita!
7. Ancora una volta lo ripeto: come
risplendono giù a voi, migliaia e migliaia di occhi dalla buia volta celeste e
vi inviano saluti da lontananze mai immaginate, così inviate anche voi i vostri
saluti e preghiere su a Me e ai Miei spiriti. Intonatevi con loro in giubilo e
ringraziamento, poiché a voi e ai Miei spiriti con questo giorno Io aprii le
porte del Cielo, che da quel tempo non sono mai più state chiuse e aspettano
voi e molti altri ancora.
8. La Mia benedizione che un giorno venne
personalmente in Me sulla Terra, si riversa anche adesso sulla stessa ed
aleggia intorno a voi e a tutti coloro che Mi amano; adoperatevi per esserne
degni e per diventarlo sempre di più, affinché per lo meno non siano stati
adempiuti invano i sacrifici di Colui che vi ha amato già da sempre, prima
ancora che aveste un presentimento di Lui, e nemmeno adesso vi abbandonerà mai.
9. Ciò che Egli un giorno decise ed iniziò
come Fanciulletto benedicendo tutta la Terra, lo manterrà certamente adesso
come Padre. Di questo potete essere assicurati, e così possa questa sera essere
consacrata per voi; possa essere consacrata all’amore e al raccoglimento, che
sono le vere caratteristiche nella quale riconoscerò i figli Miei! – Amen!
[indice]
۞
La Vita
[I]
(Un dono di Natale per
materialisti e atei)
25
dicembre 1872
1. Dal momento che M’implori di darti una parola per
confermare convenientemente questo giorno di consacrazione per l’intera umanità
con un dono spirituale, allora voglio esaudire la tua preghiera e darti proprio
in questo giorno una spiegazione più profonda su un tema già spesso trattato,
cioè ‘la vita’, giorno nel quale voi
tutti festeggiate il ricordo, in cui Io più di mille anni fa ho posto la pietra
fondamentale per la vera e propria futura vita spirituale, per elevarvi alla
dignità umana, dopo che vi sarete dedicati a sufficienza nel corso della vostra
vita terrena.
2. Sul giorno di oggi, sulla sua
importanza come festa commemorativa e come dovrebbe essere celebrato, vi ho già
dato parecchie parole. Se avete agito secondo queste e se ancora lo farete, lo
lascio ad ognuno, fin dove si è conformato a queste parole oppure no!
3. Oggi vi voglio mostrare qualcosa
d’altro, cioè vi voglio parlare della vita sulla quale avete anche già ricevuto
delle spiegazioni, da un più profondo, spirituale lato che, come dice il titolo
della parola odierna, è destinato per quegli uomini che, in virtù della loro
debole conoscenza scientifica della Mia natura e della loro propria, Mi
vogliono volentieri escludere discutendo dalla stessa, e vorrebbero presentare,
dove possibile, se stessi come déi alla moltitudine credente!
4. Voi Mi domanderete: “Ma perché, Padre, vuoi predicare ai sordi?
Essi tuttavia non leggono queste parole, e se anche le leggessero, non
presterebbero loro nessuna fede!”. – Io però a queste vostre vi rispondo: “Ciò che non è, può capitare!”. Non
durerà sempre il tempo in cui l’uomo col suo piccolo orgoglioso intelletto può
rinnegare la Mia Potenza oppure criticarMi impunemente! Essi potranno soffocare
la loro migliore voce del cuore come vogliono, nondimeno nella loro vita
subentreranno anche condizioni dove tutta la loro appresa mercanzia non basterà
a procurar loro conforto e quiete, e allora, sebbene tardi, si ricorderanno
quanto spesso hanno messo la toppa vicino al buco.
5. Con tutte le Mie parole dovete
riflettere continuamente che non voi siete la cosa principale sul perché Io do
queste molte spiegazioni su di Me, sulla Mia Creazione, sul vostro stesso io e
sulla vostra destinazione come uomini, bensì che, come un giorno le parole
annotate durante gli anni del Mio insegnamento non furono proprio espresse e
scritte solo per i Miei discepoli e seguaci di allora, ma anche per voi e per
tutti gli uomini e spiriti, altrettanto tutte queste parole date adesso,
essendo parole di un Dio, parole dell’Essere altissimo, queste possono andar
perdute tanto poco, come lo potrebbe Egli stesso, né possono cadere nella
dimenticanza.
6. Proprio così il giorno odierno della
Mia discesa passata sul vostro piccolo mondo, deve essere il giorno in cui
voglio di nuovo accendere una Luce spirituale agli increduli, come una volta al
popolo giudaico sprofondato quasi completamente nel materiale.
7. In una parola precedente[15]
vi ho detto che dove c’è luce, là c’è anche calore, e particolarmente
quest’ultimo, che viene generato dalle vibrazioni della materia, causa, proprio
attraverso questo vibrare, movimento ovvero ‘vita’. Quindi è la costante
vibrazione nell’intero Universo che produce ‘la vita’, vale a dire la
decomposizione dei piccolissimi atomi ed elementi, l’attrazione o repulsione,
l’unificazione o la separazione, e per mezzo della quale sorgono in questo
modo, cose, esseri e specie di aria, e di nuovo svaniscono. – Questa generale
legge, crea, mantiene e distrugge tanto i più piccoli come i più grandi corpi,
sia i frammenti minuscoli, come anche i corpi celesti.
8. Così come l’ho descritto adesso, anche
i vostri eruditi accettano qualcosa che sorge, sussiste e passa di nuovo; essi credono
unicamente perché ne vedono solo gli effetti, ma non ne conoscono la causa,
perché questo sorgere e scomparire non appartiene né al caso né alla legge di
assimilazione, che lascia agire proprio così e non diversamente. Essi vogliono
accettare solo ciò che vedono, oppure ciò che in genere percepiscono con i loro
sensi; mentre ciò che va oltre, per loro non è esistente, non c’è.
9. Non vogliono accettare nulla di
spirituale, perché a loro stessi manca l’analogo spirito per la comprensione
dello stesso!
10. Uno Spirito che ha creato queste leggi
della natura, anche se da loro spesso non comprese, e che mantiene le stesse
leggi nelle regole, sembra per loro come non conforme alla propria dignità,
perché loro, i signori eruditi, si dovrebbero chinare dinanzi ad un Essere più
assennato; e così preferiscono rinnegarLo, piuttosto che ammettere apertamente
dinanzi al mondo intero la propria dichiarazione di sottomissione.
11. Ebbene, per dar loro comunque delle
indicazioni che esiste un Dio, che non è ‘un caso’ che nella Creazione esistano
collegamenti chimici oppure altre Leggi immutabili che dovrebbero comunque
presupporre un Legislatore, allora voglio batterli con le loro stesse armi, e
così i motivi della prova che essi adducono che non esiste nessun Dio, daranno
proprio la più grande dimostrazione che Lo stesso esiste ed esisterà, e
potranno tenere conferenze e scrivere libri contro questo quanti ne vogliono.
12. Ebbene vedete, Miei cari onorati
signori naturalisti, filosofi e come si chiamano tutti; per prima cosa vogliamo
cominciare a vedere che cosa avete scoperto e trovato fino ad oggi, e poi da
questo progresso della vostra presunta scienza dimostrare innanzitutto il
grande regresso spirituale del vostro stesso spirito.
13. Vedete, in primo luogo voi avete
scoperto un piccolo numero di ‘elementi’ insolubili; in secondo luogo avete
scoperto i processi di riproduzione nel regno vegetale e nel regno animale; e
in terzo luogo avete scoperto alcune leggi della luce, del calore,
dell’elettricità e del magnetismo. Per quarto avete trovato l’infinito, come
voi lo chiamate, del Microcosmo o del Macrocosmo, avete classificato le Mie
Opere come queste si mostrano al vostro occhio, come stelle di differenti
grandezze; in quinto luogo avete calcolato le orbite dei pianeti e delle comete
del vostro sistema solare; e adesso, attraverso degli strumenti, cercate
perfino (apparati per la spettroscopia)[16]
di esplorare le sostanze di cui sono composti i mondi assai lontani; avete
enunciato teorie sul Sole e sulla Terra, inventato ipotesi sulla creazione del
mondo, e tendete sempre avanti, fin dove lo permettono gli strumenti di
svelarvi i Segreti che non sono percettibili con il vostri normali sensi.
14. In tutte le regioni, nell’aria, nella
terra, nell’acqua, ovunque avete fatto delle indagini per trovare il principio
della Creazione, avete scisso tutto chimicamente, sezionato col coltello,
classificato in classi, nella vostra presunzione avete perfino voluto far
derivare l’uomo dalla scimmia e arrogarvi il potere, come se poteste migliorare
e nobilitare le razze e come innestare gli alberi da frutto; e tutto solo per
questa ragione: affinché non dobbiate riconoscere sopra di voi nessun Dio
(ovvero un Essere superiore), il Quale potrebbe esclamare alla vostra
presunzione un: “Alt! Fin qui, e non oltre!”.
15. E ora Io domando: “Che cosa avete imparato da tutte queste ricerche su così tanti campi
scientifici?”. Vedete, ve lo voglio dire: molto poco, perché ci sono ancora
molti altri elementi ‘insolubili’ di quanti voi ne conoscete, ci sono ancora
molte altre ‘Leggi di assimilazione’ di quanto sapete; il ‘perché’ nella
procreazione degli esseri e piante vi è del tutto un mistero; la luce cos’è, il
suo calore cosa lo provoca e perché lo causa, la vibrazione del piccolissimo
atomo, le leggi della gravità, la forza di attrazione, le caratteristiche dei
corpi celesti lontani da voi, come soli, pianeti e comete, come i grandi Soli
Centrali ancora più lontani e i suoi piccoli corpi celesti che orbitano
intorno; la formazione delle comete, nebulose ecc. – tutto questo rimane per il
vostro intelletto ancora a lungo chiuso, e vi diventerà tanto poco chiaro come
non conoscete nemmeno il suolo sul quale camminate voi stessi, poiché avete
fissato ipotesi completamente sbagliate dell’interno della Terra.
16. Vedete, con tutte le vostre ricerche non avete
ancora mai trovato una legge principale del sussistere, del divenire e del
passare (idem della Vita), bensì solo leggi secondarie che, come conseguenza
delle leggi principali, si rendono ai vostri sensi appena visibili e
percettibili.
17. Questo punto (come una volta un
vecchio saggio del mondo disse al suo popolo: “Datemi un punto al di fuori del
mondo, ed Io lo leverò dai suoi cardini”)[17]
voi non lo avete ancora trovato e neanche lo troverete, poiché voi siete
eternamente esseri creati e finiti; tuttavia, creatori e auto creatori come
vorreste essere, non è prerogativa di una creatura, ma solo di un Creatore!
18. Tutta la vostra scienza si limita
sempre solo a singoli fatti, estratti come dimostrazioni di una generale legge
della natura; ma questa grande, onnidominante Legge che spinge tutto al
divenire, moltiplicare e passare, la comprende solo colui che crede in Me, che
riconosce che dove ci sono delle Leggi, deve esserci anche un Legislatore!
19. Voi conoscete tutte le parti
costituenti le differenti cose, quelle delle pietre, delle piante, degli
animali e perfino dell’uomo, avete la precisa analisi, potete separare queste
sostanze delle quali sussistono, ma mai renderle ciò che erano prima, questo
non sta nel vostro potere e non nel potere degli stessi elementi separati.
Queste sostanze elementari si mescoleranno, entreranno in ‘collegamenti
chimici’, di nuovo solo secondo delle Leggi, ma da loro non si formerà una
pietra, nessuna pianta, nessun animale e nessuna parte di un corpo umano[18];
– qui, dove cessa la vostra analisi chimica, esiste un’altra Legge, non una
legge dell’attrazione o della repulsione, bensì una Legge che la chimica
utilizza per disonorare altre unioni, deve chiamar fuori altre assimilazioni e
altre disgregazioni, per adempiere il suo scopo, e questa Legge si chiama con
una parola: “Vita”! Questa Legge che
si manifesta come Vita, la quale
deride le leggi chimiche da voi trovate, e trasforma tutte le cose ed elementi
nell’intero Universo diversamente di quanto voi potete comprendere; questa
Legge con il titolo “Vita” non vi
riconosce come signori, ma obbedisce ad una superiore, più grande Volontà, ad
un superiore, più grande Principio della Creazione, e questo Principio che è
così lontano dalle leggi di assimilazione, come voi lo siete dal più profondo
Sole Centrale nell’Universo, questa Legge che crea tutto e lo perfeziona, era e
non sarà eternamente nessun Altro che solo Io e di nuovo Io! (cioè la Mia
Volontà). Per quanto i signori eruditi si possano ancora così impuntare contro
questa tesi, è comunque vera e incontestabile!
20. Solo l’esamine è nel vostro potere, ma
voi non conoscete la vita, perciò essa sfugge alle vostre teorie, alle vostre
misure, poiché quando sezionate e tagliate in pezzi delle cose, allora le avete
estratte dal generale collegamento della Vita e non sono più ciò che erano
viventi.
21. Stolti! Voi esaminate una salma
passata in altre trasformazioni, ma dentro non c’è più la vita, è sfuggita là
dove non la potete cercare e non la potete trovare. Se Io volessi chiarivi
tutte le vostre false conclusioni, dovrei far scrivere molti libri; poiché da
qualunque punto volessi cominciare, dappertutto ci sono errori su errori, ci
sono false conclusioni basate su ipotesi!
22. Voi, poveri uomini che rinnegate Dio
perché non è al vostro servizio, mentre in voi stessi ad ogni respiro vi
provoca mille meraviglie!
23. Osservate il vostro stesso corpo. Che
cosa sapete veramente classificare dello stesso? Vi è visibile solo la parte
più grossolana e più materiale; ma il sottile fluido vitale che lo costruisce,
lo mantiene, decompone tutte le sostanze assimilate dall’esterno a modo suo, e
le trasforma così per l’esistenza dello stesso corpo in altre parti corporee,
questo arcano della vita è e rimane per voi un rompicapo, per non parlare
dell’intelligenza spirituale del vostro io, la sua portata, la sua facoltà di
eseguire con la velocità più che elettrica ciò che è del corpo e ciò che è
dello spirito.
24. Vedete, il corpo che voi trascinate in
giro per breve tempo come accompagnatore terreno sulla Terra, anch’esso è un
arcano, un qualcosa di inspiegabile, poiché la separazione chimica del sangue,
della sostanza nervea, degli umori linfatici, ecc, tutto questo vi mostra solo
che essi sono sì presenti anche nel vostro corpo, come in ogni altro elemento
simile, ma la trasformazione per la specifica individualità, come anche il
‘perché’ della pianta, dell’animale o dell’uomo, è il principio della vita, è
faccenda di una Potenza superiore, davanti alla quale state tutti, come dite
voi “…come una mucca davanti ad un portone nuovo”. – Questo mistero della vita
il vostro intelletto non lo afferra, visto che con l’intelletto infatti non
comprendete nemmeno Me!
25. Vi è stato dato l’intelletto per
elaborare le cose mondane per scopi mondani e trarne utilità, ma dove comincia la vita oppure il più grande Principio,
là termina questo fattore interessato, là comincia qualcos’altro che ha la sede
nel cuore spirituale dell’anima oppure del vostro fattore di vita; infatti, se
vi ascoltaste attentamente, allora potreste facilmente percepire che
l’entusiasmo, lo stato d’animo elevato, dei sentimenti beati non sono cose
dell’intelletto, ma cose dell’animo.
26. E cos’è dunque questo animo? Questo è
– la vita spirituale che in ogni essere è il suo fattore spirituale che lo
alleva a gradini superiori, lo stimola continuamente e per l’uomo diventa la
sua stupenda consapevolezza: “Io sono un
cittadino di due mondi, dello spirituale e del corporeo materiale!”
27. Voi stessi per la massima parte vi siete amputata
questa consapevolezza, vi siete privati di una quantità di elevate stupende
ore, nelle quali la natura vi sarebbe apparsa in una luce molto più bella di
quanto sezionate con strumenti chimici gas e sostanze primitive, oppure quando
avete tormentato animali vivi o morti con il bisturi, dove nuovamente non avete
trovato ciò che cercavate, dal momento che l’animale stesso, silenziosamente,
vi ha lasciato di nuovo andar via come torturatori avidi di sapere senza aver
ottenuto nulla.
28. La Vita che determina il vostro sangue, cosa esso
è, cioè portatore di sostanze viventi per il corpo umano, che accoglie in sé
elementi insolubili, là li fa scomparire, ovvero dissolve gli stessi in altro
modo per l’utilizzo del corpo, questa vita
non è legata alle leggi grossolane nelle quali credete come uniche leggi della
natura, questa vita è un’emanazione
della Mia Divinità, si riversa in tutto, vivifica tutto, costringe tutto alla
trasformazione, alla conservazione e al perfezionamento. Voi creature potete
solo supporre questa divina emanazione, la potete appena comprendere solo nella
sede della vita, nel cuore spirituale.
29. Finché non avrete trovato questo
focolaio del calore spirituale della vita, finché credete di aver trovato
l’agente della vita nel processo di combustione delle specie di aria
nell’inspirazione, ecc., fino allora barcollate solo nel buio e non vedete il
bosco a causa degli alberi.
30. Il legame vivificante che avvolge
l’intero Universo, che continua a vivere diviso in piccole e grandi particelle
nelle miriadi di esseri e spiriti, questo qualcosa di vivente è solo il Mio Io,
una propaggine, una Mia emanazione!
31. Invano vi sforzate di definire voi
stessi; questo è e rimane inspiegabile secondo i concetti scientifici, ma
facilmente comprensibile secondo le Leggi del sentimento. Voi potete sentire e
supporre come voi stessi presentite nella vita: ‘Io vivo! Io sono!’, e potete
supporre che un tale meraviglioso edificio come l’uomo stesso, libero dalle dande[19]
della natura, non è stato creato solo per condurre per questo breve tempo una
vita corporea terrena, ma che deve imperare una meta superiore, più grande,
dove mira questa stupenda Scintilla di vita, e da dove è proceduta.
32. Finché non affiorano tali pensieri nel
petto dell’uomo, fino allora rimane indietro la conoscenza dello spirituale,
nel cuore rimane buio, e la piccola lucina dell’intelletto è come una luce
notturna alla finestra di un dormiente di fronte al Sole sorgente nel pieno
splendore.
33. Questo grande ‘principio di vita’, che perfino voi eruditi avete riconosciuto
finora, vale a dire che ‘nulla su questa
Terra può essere distrutto’, questo grande principio concentrato nella Mia
persona, è quindi del tutto chiaramente il principio della conservazione, è ciò
che Qualcuno vuol conservare, impiegando ogni premura affinché non si perda,
quindi determinando anticipatamente una propensione per questo oggetto, oppure,
con altre parole, una preferenza, oppure, ancora più breve, un amore.
34. Quindi nell’intera Creazione questo è
facilmente visibile da tutto il creato, appunto perché nulla può essere
distrutto completamente, l’amore deve essere il fattore principale di tutto il
creato, e dal momento che Io sono ora il Creatore di tutto il creato, allora
devo anche essere Io l’Amore nel massimo grado, altrimenti non potrei voler
conservare tutto con una così grande ostinazione.
36. Ebbene, non tutte le cose ed esseri
creati possono essere ugualmente capaci per questa perfezione; perciò i meno
dotati devono attraversare differenti gradini, differenti trasformazioni,
finché un adeguato organismo rende loro anche più facile il procedere, perciò
l’eterno sforzo e procedere o trasformare; quindi vi sono anche spiegabili le
distruzioni, per le quali vorreste forse rimproverare un Creatore crudele,
perché non conoscete la ‘Legge del procedere’ e la ‘Legge della vita’!
37. Solo che, visto dal Mio punto di
vista, tutto è solo guscio, solo una ‘necessità’, senza la quale l’intera
catena delle Creazioni si dissolverebbe. Se voi eruditi osservaste così la Mia
Creazione, le Mie rivoluzioni e trasformazioni nella stessa, allora, nonostante
la distruzione, riconosceste nondimeno la Legge della conservazione, l’amore
che si eleva molto al di sopra dei concetti umani, inseguireste scopi più alti
e più grandi, che soltanto l’apparente esistenza terrena!
38. Perciò qui vi spiego la vita, e proprio in questo giorno nel
quale viene celebrata la Mia discesa su questa Terra, affinché quando un
giorno, oppressi da sofferenze e afflizioni terrene, tenderete la mano a questi
fogli, possiate riconoscere che è stato un Dio che, come allora portò agli
uomini smarriti qualcosa di spirituale, anche a voi qui ha lasciato qualcosa di
spirituale e di eterno, affinché voi, come i giudei di allora, guariti dalla
vostra cecità spirituale, possiate riconoscere Colui che già da molto tempo
prima di voi voleva insegnare ai figli smarriti il Suo Amore inesauribile, e
anche a voi, adesso che siete altrettanto smarriti, ma desiderando pentiti il Pane
dalla mano dell’Amore, dovete ricevere ciò che adesso vive in voi che,
insufflato con la vostra creazione, vi attira e vi guida alla Sorgente
primordiale dalla quale è scaturito, all’Amore, essendo esso stesso solo una
scintilla dell’Amore che finora avete ignorato, e che perciò non si è ancora
destato in tutta la sua potenza!
39. Afferrate questa mano che Io, il
Creatore, porgo a voi smarriti attraverso queste parole, è la mano dell’Amore e
del Perdono. Anche se finora Mi avete rinnegato e disconosciuto, allora
cominciate adesso una più alta vita spirituale, e ricordatevi che è stato un
giorno della consacrazione quando fu scritto, e deve diventare anche per voi un
giorno di gioia e di beatitudine, quando avrete abbandonato le vostre tendenze
materiali e ateistiche (insensate) e vi sarete del tutto consacrati a Me,
all’Amore tutto abbracciante, all’affettuoso eterno Padre!
40. Allora ogni futuro Giorno del Cristo vi ricorderà
il vostro precedente modo di pensare, e vi spronerà ad ulteriori lotte contro tutti
i pregiudizi, e a stimolarvi andando sempre oltre, finché, riconoscendo la vita
in voi e in tutto il mondo, impariate a conoscere e amare giustamente il
Fondatore di ogni vita, il Creatore e Conservatore stesso.
41. Così sia data questa parola al Mio
scrivano, il quale Mi ha pregato di consacrare proprio questo giorno con
qualcosa d’importante. Sia questa parola un’eterna conferma che, anche se
spesso disconosciuta e rinnegata, Io sono comunque e sarò sempre l’unico
Fattore di Vita, l’Amore che mantiene tutto (per la beatificazione), e vuole
attirare tutto a Sé. – Amen!
[indice]
۞
Una Parola per le feste di Natale
25
dicembre 1876
1.Che cosa vuoi tu, dunque, figlio Mio, che ti debba dire
oggi, dal momento che per la Vigilia di Natale ho pur mostrato abbastanza come
dovrebbe essere celebrata? E sii anche assicurato, come per la maggior parte
non viene celebrata.
2. Come un giorno più di mille anni fa
solo pochi sapevano qualcosa della Mia nascita, e ci furono solo pochi
testimoni oculari di tutte quelle memorabili circostanze che accompagnarono la
Mia nascita, – altrettanto anche ieri era solo un piccolo numero di uomini che
hanno celebrato in modo degno il Mio compleanno, e ancor meno coloro cui ho
richiamato alla memoria come a te e ai tuoi amici che cosa fu questo Atto,
quali furono le sue conseguenze, e come dovrebbe essere celebrato lo stesso,
conforme alla dignità dell’uomo.
3. Oggi è Natale, cioè il giorno seguente quella Notte
santificata, allorquando come ogni giorno, quando nella notte, passato
l’entusiasmo per un qualunque oggetto che ha agitato l’animo dell’uomo, alla
luce del giorno nel chiaro splendore del Sole si presenta di nuovo l’intelletto
che calcola freddamente, per indagare che cosa rimane di valido e razionale
dell’esperienza notturna e cosa deve essere rimandato nel regno dei sogni.
4. Così fu anche a quel tempo, quando perfino i testimoni
oculari della Mia nascita, come gli altri che ottennero notizia di
quell’avvenimento, rifletterono su questo solo il giorno dopo: “Ciò che abbiamo sentito e udito ieri notte,
è verità o è inganno?”. – Così capita adesso anche a molti uomini, ai quali
costa fatica trattenere il bello ed elevato che hanno sentito particolarmente
nel silenzio notturno, sia con le sfarzose cerimonie ecclesiastiche che con la
lettura dei libri sacri, e mettere poi in pratica di giorno ciò che si erano
proposti nella Notte consacrata, quando l’intero mondo materiale si getta di
nuovo su di loro.
5. Questo essere doppio dell’uomo di
giorno e di notte ha per l’appunto di nuovo un motivo psichico-spirituale più
profondo di quanto sospetta la maggior parte degli uomini. Per rendervi questo
più chiaro, vogliamo sottoporlo ad una più precisa indagine, e poi continuare a
costruire sul risultato.
6. Vedi, figlio Mio, l’uomo del giorno e
l’uomo della notte sono due esseri completamente differenti. L’uomo di giorno è
coraggioso, risoluto, non si lascia facilmente ingannare da niente, giudica
chiaramente, ed è consapevole di se stesso come spirito. – L’uomo di notte è
timoroso, spesso fino alla vigliaccheria, non può prendere nessuna ferma
decisione, presume, senza sapere il perché, un mondo degli spiriti; nella notte
gli manca la facoltà della chiara visione d’insieme, della fredda convinzione,
non osa spiegarsi nulla, è quasi sempre pronto a credere cose che di giorno
sottoporrebbe anzitutto ad una precisa indagine, prima di accettare come dato
di fatto ciò che spesso non lo è. – Di giorno l’uomo non è facilmente
ingannabile, invece di notte gli manca la dovuta forza di giudizio e fa poi
delle deduzioni che, alla chiara luce del Sole, si sciolgono come la neve
dinanzi al suo calore.
7. Anche i Miei genitori corporei (o
terreni), così come altri testimoni oculari della Mia nascita, il giorno dopo
non sapevano che cosa dovevano ritenere dell’accaduto, e ci volle un angelo che
poi mosse i Miei genitori, per salvare la Mia vita, a fuggire in Egitto, perché
altrimenti non sarebbero andati via dal loro posto.
8. Con i grandi avvenimenti
(particolarmente con apparizioni dal mondo degli spiriti) che sono visti dagli
uomini, è sempre così. Gli altri, ai quali li si raccontano, vorrebbero ridurre
tutto all’inganno dei sensi ciò che tuttavia si è mostrato all’interessato a
sensi chiari. Queste contraddizioni, questi conflitti tra le domande: “Sogno, o
sono desto?”, giacciono dapprima sul sentimento dell’organizzazione umana, che
la luce, particolarmente la luce del giorno, mette al primo posto; poiché ciò
che l’uomo può comunicare alla sua anima tramite il suo organo visivo, acquista
prima l’apparenza di verità, di ciò che ha solo udito o percepito, poiché il
vedere consiste di chiare immagini materiali, mentre nel sentire e percepire
oggetti imponderabili vi possono essere motivi, in cui vedere con gli occhi
umani è impossibile.
9. Il secondo motivo del perché l’uomo del
giorno si differenzia da quello della notte, è un influsso siderale[20]
che la luce del Sole esercita sulla materia, e lo trasferisce anche agli
uomini. L’uomo, come la sua Terra, attraverso il Sole riceve forza e vita
materiale. Questa affluisce continuamente dall’alto, rende l’uomo consapevole
della sua forza e del suo potere; l’uomo osa perché vede ciò che fa e come lo
fa. Questa forza sempre penetrante della luce del Sole scompare al suo
tramonto, e con la sua luce scompare anche la forza d’azione dello spirito
umano. Di giorno l’uomo crede di essere un signore della Creazione, e di notte
è lui il suo servitore. Di notte, quando la Terra consuma la luce assimilata
durante il giorno e la usa per l’ulteriore esistenza del suo organismo, è
passiva; mentre di giorno è attiva, il che significa: è stata strutturalmente
operante. Così anche l’uomo; di giorno agisce su di lui il mondo materiale, e
di notte quello spirituale. Di giorno all’anima è sbarrato lo sguardo
nell’Universo, di notte questo si apre all’occhio stupefatto, e di notte,
quando il mondo materiale è subentrato nel suo stato di sonno, allora inizia
l’effetto spirituale, il cui effetto mostra all’uomo che solo dopo essere
sprofondato nell’apparente quiete comincia un grande agire spirituale.
10. Proprio questo oscuro senso di
presentimento indica che dietro la copertura nera della notte c’è nascosto
ancora qualcos’altro, proprio questo rende l’uomo timoroso, indeciso, perché un
Potere superiore che è al di sopra della materia, fa sentire il suo influsso,
dove poi con avvenimenti spesso non proprio facilmente spiegabili, persino la
fantasia fa il resto, e da moscerini fa elefanti.
11. Ho appena detto che durante la notte la natura
sprofondando nel sonno notturno, digerisce la luce del Sole assorbita e la usa
per il suo consumo. Che cosa succede veramente in genere durante il sonno?
Vedete, dapprima dobbiamo spiegare questo, prima che si possa comprendere
spiritualmente questa frase che è stata appena citata.
12. Nell’uomo durante il sonno si svolge
un proprio processo che gli chiude il mondo materiale e gli apre quello
spirituale. Appena l’attività della luce del Sole ha cessato di manifestare il
suo influsso stimolante su tutto il vivente, subentra un altro metabolismo
diverso di quanto è stato di giorno; cioè di giorno è stato solo dare e
ricevere, nella notte la natura riceve poco o addirittura niente, ma in
compenso dà molto. Di giorno l’attività attraverso la luce del Sole viene
spinta fino nell’estremo involucro di tutto il creato, di giorno fluisce fuori
tutto il consumato attraverso le foglie, attraverso gli ultimi sfoghi degli
alberi, attraverso i rami, attraverso gli strati del rivestimento, della
corteccia, ed attraverso gli stessi organi viene sempre assimilato del nuovo;
così negli animali e negli uomini il cuore spinge il sangue fin negli ultimi
capillari con la massima velocità, per accelerare il ricambio con ciò che
rinnova la vita. Così mentre durante il giorno era una simbolica vita
esteriore, nella notte veniente è il contrario: l’impulso tendente verso
l’esteriore non si svolge più, comincia un’altra vita, ma interiore.
13. I fiori chiudono i loro calici, le
foglie i loro vasi aspiranti, la parte esterna del mondo roccioso si raffredda,
la circolazione del sangue negli animali e negli uomini si limita più alla vita
interiore, e lascia poca sostanza riscaldante alla pelle, cosa che potete
constatare in voi stessi, poiché il vestiario che portate sul corpo è ben
sufficiente di giorno, ma per il sonno notturno deve essere sostituito da
coperte di tessuto più spesso, per produrre un’atmosfera di calore adatta,
perché quella naturale non basta più. Appena il sangue si ritira, perché non
viene più agitato dal mondo esterno e comincia un corso più lento, svanisce
anche l’animica forza d’azione, la quale per mezzo della materia si era
manifestata verso l’esterno durante il giorno.
14. L’anima, non più consapevole del
grande afflusso dall’esterno, non ha più la salda auto-fiducia, come se potesse
tenere testa a tutti gli avvenimenti; per primo le manca la luce, e per
secondo, al buio ogni movimento è insicuro e ogni esternazione di forza non è
certa del successo. Nella lenta circolazione del sangue l’anima guadagna anche
più tempo per ponderare tutto a sangue freddo, ponderare danno o utilità, e
poiché in ogni essere è predominante il sentimento dell’autoconservazione, è
anche più a portata di mano la paura, che altrimenti non si conosce durante il
giorno. L’uomo si sente libero di giorno, invece di notte si sente legato; egli
sente che al di fuori della materia potrebbe esistere ancora qualcosa che lo
influenza, senza che si possa sottrarre al suo influsso.
15. Il silenzio notturno, quando ogni
rumore lo spaventa, il Cielo buio o stellato con il suo linguaggio spirituale,
l’educazione spesso già mistica dall’infanzia, tutto questo contribuisce a
rendere gli uomini di notte più ricettivi per lo spirituale e di giorno più
ricettivi per il materiale. La chiara luce del Sole è da paragonare con la vera
vita materiale; la luce delle stelle, la sola luce della Luna, la notte buia,
lo è con la vita dopo la deposizione della materia, con l’essere spirituale,
dove gli uomini possiedono per noi solo deboli contorni, ma non chiare forme,
(come anche in estate prevale la tendenza materiale e in inverno quella
spirituale).
16. Così era la prima frase di questa
Parola, dove ho detto: ‘Oggi è il giorno santificato che segue alla Notte
santificata!’. È inteso così, perché proprio durante il giorno con la chiara
luce del Sole oppure solo col chiaro giudizio razionale, vengono soppesati gli
avvenimenti vissuti che sono avvenuti nel crepuscolo della sera o nel buio
della notte.
17. Così lo vissero i Miei genitori e i loro amici;
così lo vivono adesso ancora migliaia e altre migliaia. E di nuovo, altre
migliaia non hanno portato con sé nessun altro ricordo nel giorno odierno della
notte di Natale appena trascorsa, se non un mal di testa a causa dei molti
godimenti, e si sono rovinati lo stomaco per aver mangiato troppe cose
disordinatamente.
18. Di questi ultimi uomini-animali non
vogliamo parlare, poiché questi hanno ancora un’ampia via, finché verranno al
discernimento, per primo che c’è qualcosa di meglio che mangiare e bere, e per
secondo, finché riconosceranno, quando seguono veramente un culto religioso,
cos’è la cerimonia e cosa lo spirito! Che di questi ultimi ce ne siano
moltissimi, purtroppo lo so; solo che l’eternità è lunga, e anche per loro
suonerà un’ora che li costringerà alla riflessione sulla loro e sulla Mia
esistenza.
19. Con cosa Mi voglio oggi occupare e
mettervi ancora di più nel cuore, è proprio la Parola che vi ho dato ieri.
Bene, ora voi conoscete il suo contenuto, avete portato con voi a casa la buona
impressione, avete sentito di più il Mio influsso spirituale proprio perché era
di sera. Ora però vi domando, quanto di questo è avanzato per oggi e quanto per
la futura vita? Non è però il Mio scopo dirvi belle parole, soddisfare la
vostra curiosità, come non è nemmeno soltanto per voi tutto ciò che il Mio
scrivano deve portare adesso sulla carta, bensì tutto quello che avete già
ricevuto e quel che deve ancora essere detto è per un’altra generazione, dove
voi poi, come spiriti, potrete altrettanto essere partecipi, per recuperare ciò
che avete tralasciato qui.
20. È vero che Io, dandovi queste Parole,
appunto perché le do a voi, allora carico anche sulle vostre spalle una
maggiore responsabilità, dal momento che presso di Me il sapere soltanto non basta, bensì il fare secondo le Mie parole è innanzitutto ciò che esigo da voi!
21. Ebbene, per quanto riguarda questo fare, allora vi
devo dare già l’attestato che in ciò non siete proprio troppo solerti, e già
oggi, dove è rimasto solo un debole ricordo di ieri, pochissimi di voi si
prestano a praticare già oggi ciò che vi ho detto ieri.
22. Tu, Mio scrivano, Mi avevi chiesto una
parola per generare nel tuo animo Me anche oggi, in cui sono considerato come
nato, e far sempre più tua la Mia dottrina per esercitare pazienza, perdono e
dimenticanza, che presso di te non farò mancare. Io ti ho sempre dato questa
parola, e tu avresti pensato a Me anche senza questa, lo so, ma poiché Mi
inviti a festeggiare con te l’odierno giorno, allora vogliamo lavorare assieme
noi due. Io ti do la semenza e tu la dovrai spargere, e forse cadrà su qualche
buon terreno, e se tra cento chicchi fruttiferi anche solo uno giungerà a
maturazione, allora avrai fatto abbastanza. Io poi agirò ancora più a lungo
nella Parola data, e troverò e sveglierò ancora dei seguaci, quando tu avrai
già da tempo lasciato questa Terra e sarai con Me nel Regno degli spiriti, e
potrai rallegrarti del risultato, al cui risultato anche tu sei stato uno
strumento (medium). Festeggia questo giorno a modo tuo, e contribuisci affinché
anche i tuoi seguaci non dimentichino le Mie parole non solo per oggi, bensì
per tutta la vita attraverso la sera di ieri e il giorno di oggi, dove ieri
anche in loro è rinato il Cristo, altrettanto come la Mia dottrina deve
continuare a vivere eternamente nel loro cuore.
23. Riferisci loro che imitare le Mie
caratteristiche è lo scopo principale delle Mie parole, parole che ho prodigato
spesso a voi in molte occasioni; riferisci che si devono adoperare per
edificare il proprio io spirituale, poiché, come ho detto ieri, il tempo corre,
corre con la velocità della tempesta, e vuole e deve essere utilizzato, poiché
chi è attaccato al mondo materiale giudica se stesso, dal momento che se oggi
vuole scambiare il passeggero con l’eterno, giungerà solo là dove lo attira il
suo cuore. Se vive del materiale, allora rimarrà attaccato al materiale, se
invece vive una vita spirituale, allora si aprirà dinanzi a lui un Regno degli
spiriti che sarà conforme alla sua individualità. Stare nel mezzo tra i due e
preferire ora l’uno e ora l’altro, non porterà a nessun risultato, poiché
ricordatevi ciò che Io stesso dissi un giorno:
“Non si può servire due padroni!”.
24. Quindi decidetevi con serietà! – Come
oggi Cristo viene considerato come nato, proprio così deve nuovamente nascere
nel vostro cuore Lui e la Sua dottrina, e guidarvi incontro al prossimo anno,
affinché possiate diventare degni allievi del Mio scrivano, e un giorno degni
figli del Padre vostro nel Cielo. – Amen!
[indice]
۞
Per l’anno nuovo
(I)
19
dicembre 1870
1. Dopo che sulla vostra Terra l’inizio di un nuovo anno è
calcolato da voi uomini come un nuovo inizio del percorso sul quale la Terra
viene spinta nella sua orbita intorno a Sole, è una specie di giorno di festa,
dove ognuno augura gioioso all’altro un buon inizio e un buon anno, allora
nemmeno Io voglio rimanere indietro e voglio presentarvi su questa nuova orbita
i Miei auguri; solo che questi si distinguono da quelli degli uomini, perché Io
ritengo cose per la felicità che spesso agli uomini si presentano come
infelicità.
2. Prima però di metterMi a fare gli auguri,
vogliamo aggiungere al giorno di festa ancora un altro lato importante che per
voi è forse più istruttivo che gli auguri di felicità; poiché di tutti gli
auguri, eccetto i Miei, di rado se ne adempie al massimo uno, e già per il
motivo perché non era coltivato con tutto il cuore dall’augurante come
possibile adempimento.
3. Ogni periodo di tempo, sia compleanno
oppure nuovo anno, oppure il giorno di un altro avvenimento importante, ha
sempre il proprio interesse, e per festeggiarlo in un certo qual modo com’è
conveniente, si dovrebbe tenere con se stessi in quel giorno dell’anno una
specie di esplorazione della coscienza, andare indietro all’anno passato,
indagare lì precisamente se si è realizzato ciò che era stato augurato, e
anche, se l’augurio dell’uno o dell’altro era in effetti degno di un uomo.
4. Per quanto riguarda poi il futuro con
le sue speranze, allora le aspettative dell’anno veniente si ridurrebbero di
molto se nel proprio cuore si fosse tenuta quest’indagine sopra proposta.
Proprio per questo mando anch’Io in anticipo le Mie considerazioni sul passato,
prima di passare al futuro. Ebbene, ascoltate dunque:
5. In genere avviene che se qualcuno
intravede l’anno passato, ne ricava come risultato finale che dall’augurato o
sperato non si è avverato nulla, oppure non molto, oppure si è adempiuto. E
quindi, che cosa risulta veramente da questa deduzione, come prima regola per
il prossimo anno? Da ciò risulta che non si deve augurare nulla, oppure ben
poco, e questo ancora in condizioni così limitate che almeno ci sia da sperare
una possibilità dell’adempimento.
6. Una seconda cosa: ciò che risulta da
questa introspezione di speranze distrutte e desideri non adempiuti, è che,
probabilmente, si è augurato cose che Io, quale Signore su tutto, ma che vuole
sempre solo il meglio dagli uomini, non potevo concederlo, perché forse con
questo Io stesso avrei contribuito di molto alla rovina spirituale di qualche
uomo.
7. Cosa consegue da questo risultato? Da
ciò vien fuori che l’uomo dovrebbe giungere alla comprensione e capire che non
tutto ciò che vuole è utile per lui, se si adempisse veramente come lo
desidera. Quindi l’insegnamento che ne consegue per l’anno futuro è
questo: “Augurare a se stessi solo cose e condizioni che possano contribuire al
proprio bene spirituale, poiché il Padre nel Cielo dovrebbe essere vostro
nemico se vi volesse accordare quei desideri che avrebbero per scopo
l’opposto!”.
8. Adesso abbiamo già due domande
principali e la loro risposta. Vogliamo perciò vedere se non ci sia ancora
qualcosa nei desideri in uso che pure nel prossimo anno potrebbero essere
evitati; e vedi, qui emerge di nuovo già un errore principale, e questo
consiste in genere nel desiderare e nello sperare stesso, poiché, cosa crede
l’uomo nell’insieme, cosa conosce egli meglio di Me, ciò che fa bene a lui? Se
dunque, come ogni uomo pensante dovrebbe ammettere la sua opinione in
riferimento al bene o al male, è sempre un’opinione limitata, allora proprio
per questo non dovrebbe augurare qualcosa né a sé né agli altri, perché egli
non sa se con questo augura qualcosa di bene o di male a sé o agli altri.
9. Quindi un terzo insegnamento per il
nuovo anno sarebbe: lasciare
assolutamente l’augurio a Me e rimettere tutto a Me! Infatti, proprio
questo augurare e sperare mostra più di tutto quanto poca fiducia hanno gli
uomini sulle Mie conduzioni, e vogliono sempre solo loro stessi forgiare il
loro destino, come lo credono al meglio nella loro illusione.
10. Ci sarebbe ancora un altro lato come
quello che la maggior parte degli uomini, proprio in tali giorno mancano verso
se stessi, verso il prossimo e verso di Me, esprimendo auguri e congratulazioni
agli altri, senza pensare spesso proprio niente o addirittura il contrario di
ciò che esprimono con le parole e, come dite voi stessi, per un momento
diventano ‘mentitori per convenienza’.
11. Questo lato dell’augurare, è per Me
proprio il peggiore che sottrae maggiormente all’uomo il suo valore morale;
poiché un uomo che vuol diventare un giorno figlio Mio, non deve mai mentire,
sotto qualsivoglia circostanza. Qui però la bugia è di duplice natura. Egli
mente a se stesso e agli altri, abusa spesso del Mio Nome e, con ciò, manca
verso la Mia Santità. Ma tutti questi peccati non dispiacciono tanto alla
massa; ci si scusa con questo: “Si deve proprio urlare coi lupi!”, oppure: “Non
si può trasgredire all’abituale usanza!”
12. Ma cosa significa tutto questo? Questo significa:
si pone quel rispetto che Io dovrei avere da un uomo, dietro a quello del suo
prossimo, e si pensa: “Quando verrà un giorno il tempo della resa dei conti,
allora sarò già pronto con il mio Signor Iddio, ma fino allora abbiamo tempo!”.
Così pensa l’uomo. Ma Io la penso diversamente! Allora talvolta permetto che
proprio ciò che un uomo augura a qualcuno contro la sua volontà, vada in
adempimento, e ciò che egli brama nel silenzio, rimanga inadempiuto.
13. Da tutto ciò che è preceduto voi vedete
che con l’augurare e sperare non vien fuori proprio molto, e sarebbe quasi più
ragionevole che, al capodanno, invece di correre in tutto il mondo per far
visite, e oltre ciò ‘per trebbiare paglia vuota’ e per presentare auguri
menzogneri, sarebbe molto meglio che ci si chiudesse nella solitaria cameretta
e non si dicesse nulla, si conversasse là con Me, là si vedrebbe fin dove si è
conformata la sua destinazione come uomo, e quante buone azioni si possono
portare con sé dall’anno passato in quello nuovo, e se nel nuovo anno non si
possa risarcire un’ingiustizia che nel vecchio si è causata all’altro, con o
senza volontà.
14. Da questo esame risulterebbe poi
probabilmente il proposito di cominciare il nuovo anno con opere migliori, di
stare sempre in guardia per non fare nulla di ingiusto e lasciare tutto il
resto completamente a Me, con l’osservazione che, se mando del bene, l’uomo
deve confessare di non aver meritato nulla; se invece mando del male, deve
sopportarlo pazientemente, non come punizione bensì come prova.
15. Così sarebbe poi conclusa una regolare
resa dei conti tra ‘dare’ e ‘avere’, e l’uomo andrebbe quieto, incontro a tutti
gli avvenimenti che porterà l’anno veniente, poiché egli confiderebbe solo in
Me, standogli bene ciò che Io do e ciò che gli tolgo, e altrettanto i meriti,
venendo da Me come mezzo di guarigione per diventare migliore.
*
16. Vedete, in questo modo voi tutti, Miei
diletti figli, alla sera del nuovo anno dovete chiudere il vostro conto con
l’anno passato. Allora vengo Io, e vi auguro come auspicio per il nuovo anno di
perseverare rigorosamente con i vostri propositi e di non vacillare.
17. Questo è il Mio augurio per il nuovo
anno! Poiché dovete considerare che con ogni nuovo anno è anche rifluito nel
mare del tempo un anno con tutte le sue buone e cattive azioni, e voi,
altrettanto, siete venuti di un passo più vicini alla fine del vostro percorso
di vita.
18. A quanti si augurano nel primo giorno
del nuovo anno tutto l’immaginabile, quegli stessi col prossimo anno già marciranno
sotto terra, e la loro anima avrà già ricevuto la ricompensa per la loro vita
terrena. Anch’Io vi esclamo: chi di voi
sa se nel prossimo anno non chiamo l’uno o l’altro in mezzo a voi?
19. Dunque, che cosa risulta da questa
considerazione? Risulta che non dovete prendere tanto alla leggera questa
esplorazione della coscienza, come Io stesso l’ho chiamata sopra, ma nella
massima serietà; poiché voi non sapete quando da parte Mia vi chiamerò per la
resa dei conti. Preparatevi perciò in ogni caso, e poi coricatevi tranquilli,
perché allora sarete pronti, e anche la peggior cosa dal punto di vista umano,
la morte, non vi potrà sorprendere, perché essa, invece di distruggervi
all’istante, vi risveglierà solo alla vita eterna.
20. Considerate così, figli Miei, questo
anno nuovo, affinché diventi vantaggioso per il vostro cuore. Pensate solo che
dietro questa vita apparente (delle prove) esiste ancora una grande vita
spirituale, come la vera e propria e, nota bene, la vita eterna. Qui tutto vale
per transitorio; là invece, tutto porta una forma permanente.
21. Dopo che là ha luogo il più grande, il
più lungo soggiorno, allora è tuttavia naturale che durante un’apparente vita
passeggera si deve avere davanti agli occhi solo quella futura più lunga, e si
deve utilizzare quella più breve solo per prepararsi per la grande, eterna vita
dello spirito, e di rendersi per la stessa idoneo e degno.
22. Perciò lavorate di anno in anno alla
salvezza della vostra anima, affinché alla fine di ogni anno non rimangano
grandi lacune e danni difficilmente colmabili; così migliorerete sempre più il
vostro corpo spirituale, e quello materiale andrà un po’ alla volta incontro
alla sua dissoluzione oppure alla sua fine, così giungerete capaci e preparati
all’inizio dell’altra mai cessante vita beata.
23. Io come Padre, vi auguro questo
procedere: cercate di diventare figli
Miei, e precisamente per quanto possibile già sulla Terra, affinché nell’altro
mondo la via che porta a Me non sia più così lunga!
24. Questo è il Mio augurio per il nuovo
anno, e in aggiunta do a tutti voi la Mia benedizione, per il rafforzamento
nella lotta con la vita apparente, affinché poi, possiate contemplare presto,
faccia a faccia, Colui che vi esclama questo per il giorno della fine
dell’anno, come amorevole Padre vostro. – Amen!
[indice]
۞
Un augurio per l’anno nuovo
(II)
31
dicembre 1870
1. Poiché alla fine, quando oggi vi separerete, uno vorrebbe
dare all’altro per il prossimo anno un augurio di felicità, allora, per
aiutarvi ad uscire dall’imbarazzo, voglio Io dare qui per tutti un augurio al
quale vi potete attenere. E questo suona così:
“O Signore e
affettuosissimo Padre! Tu che ci hai guidato felicemente in questo anno
attraverso tanti ostacoli della tentazione, e dal momento che adesso, alla fine
di quest’anno, siamo ancora tutti insieme, allora benedici la nostra
aspirazione anche nell’anno prossimo, così che possiamo procedere sempre di
più, secondo i Tuoi desideri, sul sentiero della Luce e della Grazia. Non farci
mai mancare la Tua benedizione, e fortificaci nei momenti critici con coraggio
e perseveranza, per sopportare anche la cosa più dura con pazienza; dacci il
nostro pane quotidiano, e tienici lontani dal mondo e dalle sue gioie
ingannevoli. Prendicele, nel caso il peso diventi troppo grande, e fa che tutti
i tuoi figli siano di nuovo insieme nel prossimo fine anno, affinché non ne
manchi un caro membro. Questo desiderio crediamo sia giusto dinanzi ai Tuoi
occhi, e perciò chiediamo il Tuo consenso oppure la Tua benedizione per
l’adempimento di questa preghiera filiale. Amen!”
2. Qui avete un augurio come piace a Me;
cercate di seguirlo, e non vi mancherà il Mio sì e la Mia benedizione. Questo
ve lo dice il Padre vostro come augurio per il prossimo anno. Amen!
[indice]
۞
La Vita
[II]
(una Parola in riferimento
al nuovo anno)
31
dicembre 1872
1. Sulla parola “Vita” vi ho già dato parecchie parole, e
nondimeno ci sono sempre ulteriori pagine interessanti che presentano questa
parola, pagine che non sono state ancora tutte trattate abbastanza a fondo.
2. Avete imparato a conoscere la vita
sotto l’aspetto materiale, come si sviluppa, come si genera, e come la vita
stessa è di nuovo dapprima generatrice, poi conservatrice e più tardi di nuovo
distruttrice oppure trasformatrice della inesauribile sostanza materiale.
3. Avete visto come la vita, quale portatrice
spirituale in tutti gli esseri e in tutte le cose create, ha per fondamento un
Potere superiore, come la vita quale una scintilla del Mio Io abbraccia tutto,
e l’apparente vita materiale è solo un’apparizione visibile di quella vera e
propria spirituale. Avete visto come la vita, ubbidendo così ad uno scopo
superiore, perfeziona tutto, conduce tutto a gradini superiori, per giungere di
nuovo là, da dove è venuta; e proprio per questo vi ho mostrato questa vita da
tanti differenti lati, così anche la parola su “Il Tempo” era una conseguenza,
perché proprio il tempo vi ha mostrato che la vita, come qualcosa eternamente
operante, può essere comunque misurata con cose materiali visibili.
4. Ebbene, proprio oggi, quando appunto
sta di nuovo per finire un tale periodo di tempo che voi chiamate ‘anno’,
proprio in questo giorno che per tutti gli uomini dovrebbe essere importante –
perché è corso via uno spazio di tempo che, come viene da voi intitolato e
suddiviso, determina anche nella vostra vita un certo periodo, visto che voi
calcolate la vostra vita secondo tali periodi – allora voglio darvi anche qui
alcune parole in riferimento alla vostra vita sociale, parole che provengono
vere e fedeli dalla mano del Padre, come contrasto alle molte parole che oggi e
domani sono pronunciate in tutto il mondo, le quali non contengono quasi nulla
di vero o di sincero, affinché possiate considerare e celebrare il giorno di
domani, spiritualmente, come si addice ai figli Miei.
5. Vedete, se la vostra Terra o mondo, orbita
intorno al Sole, e là, di nuovo nello spazio etereo sconfinato, dopo 365 giorni
giunge allo stesso punto da dove è partito dopo altrettanti giorni, – questo
non ha nessuna importanza per Me, e non è un avvenimento notevole o troppo
considerevole, poiché, come la vostra Terra, così milioni e milioni di mondi
orbitano uno intorno all’altro, seguono già da tempi infiniti questa via,
sempre perfezionandosi, finché anche a loro sarà destinata l’ultima orbita,
quando entrando in altre condizioni, di nuovo, per vero come prima, saranno
attratti da potenti Soli e mondi, essi stessi saranno accompagnati sulla loro
grande strada nell’infinito etere finché, seguendo cambiamenti su cambiamenti,
si uniranno spiritualizzati con quei mondi che prima han dovuto seguire,
costretti, come satelliti.
6. Quello che devono fare i mondi, i soli
e le terre nel loro sviluppo materiale fino all’ultimo perfezionamento
spirituale, questa è anche la strada di tutto ciò che è creato, e di
conseguenza di tutti gli esseri viventi, spiriti e uomini, e i differenti
periodi di trasformazione, per il cui computo non avete numeri. Per l’appunto,
questi periodi si realizzano nel piccolo, in periodi di tempo che ogni cosa
creata e ogni essere vivente ha ricevuto come tempo per perfezionarsi e per
prepararsi per il prossimo gradino.
7. Quello che nei mondi è il movimento in
grande, attraverso il movimento è l’attrito, attraverso l’attrito il calore, e
attraverso il calore la Luce, e attraverso tutto questo ‘la vita’ nel grande, –
questo, negli esseri creati, è il loro regolare sviluppo dall’embrione fino
alla massima attività, nella quale la vita può e deve manifestarsi, per
adempiere il suo scopo.
8. Ebbene, proprio questi periodi come è
l’età da fanciullo, da giovane, da uomo e da vegliardo in tutti gli esseri
viventi, con o senza consapevolezza spirituale; periodi che possono essere
misurati in tutti come fasi, presso di voi chiamati ‘anni’, diventano per voi
importanti proprio perché determinano l’entrata come l’uscita di ogni fase
della vita, e perfino anche la completa uscita dalla stessa, per voi visibile.
Questi periodi di tempo, come anche il loro inizio e fine, sono perciò
importanti, e non a caso il presentimento ispirò agli uomini un oscuro
sentimento, al fine di festeggiare tali giorni del cambiamento, ovvero di
considerare negli stessi la vita passata, come quella veniente, più seriamente.
9. Affinché ora, voi che aspirate a
diventare figli Miei, possiate iniziare questo cambiamento dell'anno e lasciate
andare l'anno che sta per finire, come Io lo vedo volentieri presso i figli
Miei; allora questa Parola che vi viene data qui oggi deve essere
un'indicazione per tutti i vostri futuri discendenti e perfino per l'intera
umanità, sul come dovreste celebrare ‒ degna di voi come esseri spirituali
– una di tali svolte di epoche nel grande edificio mondiale, paragonata alla
vostra minuscola vita, e non da ubriachi in banchetti, barcollando fuori dal
vecchio anno per entrare nel nuovo.
10. Tutto nel mondo ha il suo inizio e la
sua fine, e se questa sera il vostro contatore del tempo con colpi bronzei, di
cui l’aria trema, annuncia sui vostri campanili l’ora dodici, allora anche ogni
cuore dovrebbe tremare con raccapriccio e spavento, poiché questo cupo tocco di
campana nella notte solitaria è un severo ammonitore che è passato un anno, e
uno nuovo con tutte le sue circostanze e situazioni misteriose è in arrivo
verso di voi, e probabilmente non vi porterà ciò che sperate e desiderate! Ma
comunque, certamente senza la vostra volontà, vi condurrà di un passo più
vicino alla tomba, dove un’altra vita spirituale prenderà il suo inizio, alla
quale la materiale, servendo solo come fondamento, imprimerà a quella futura il
sigillo della pace o della lotta.
11. Nell’intera Creazione non esiste
nessun essere senza preoccupazione, come appunto proprio gli uomini da Me
stabiliti completamente liberi, i quali accanto a precipizi e pericoli danzano
intorno barcollando e si danno alle più grandi gioie materiali mentre, da tutte
le parti, abissi pieni di tormenti spirituali sono spalancati dinanzi a loro.
12. Anziché festeggiare tale anno nuovo
con serie considerazioni, o dare uno sguardo al firmamento che a mezzanotte si
stende sul capo dell’uomo – se solo lo permette il cielo limpido che a lui
mostra il linguaggio dell’infinità, dell’eterna durata, dell’immensa grandezza
e la propria minuscola impotenza – si chiudono quasi tutti tra quattro mura, a
riempire il loro stomaco e a stordire i loro sensi, cercando di allontanare
l’ammonitore spirituale che dal solitario orologio della torre esclama loro:
13. “O
uomini! O creature vanitose! Riflettete: un anno va alla tomba, uno nuovo sorge
dal grembo dell’eternità! L’uno porta via da voi nell’eternità certe speranze e
desideri non esauditi, ed a qualcuno ha anche strappato dal suo fianco qualche
cara anima; mentre l’altro sta dinanzi a voi avvolto in spessi veli,
ammonendovi e pregandovi di considerare le vostre esperienze nell’anno passato,
affinché non precipitiate alla cieca nel nuovo anno, e vi rimangano risparmiate
tante amare delusioni”.
14. Quel che designa questo cambio, questo
scorrere di un anno e l’inizio di uno nuovo, è una piccolissima parte della
grande Vita universale, è una particella della vostra breve vita umana;
riflettete bene: essa è quella Vita di inesauribile forza che guida i grandi
mondi in immensi spazi di tempo al loro sviluppo e spiritualizzazione,
altrettanto porta anche voi figli più vicini ad un mondo spirituale, alla
vostra alta destinazione, affinché sia adempiuto ciò che un giorno era lo scopo
del Creatore, vale a dire che tutto ciò che è creato, rivestito nella materia,
un giorno, trasformato in spirituale, dovrà ritornare alla sua origine.
15. Osservate così un anno nuovo,
osservate l’anno passato come una scuola di prova o una scuola preparatoria per
quello veniente. Osservatelo come una grazia proveniente da Me, da Me che vi ho
donato questa vita fino al giorno d’oggi, per andare più facilmente incontro
alla vostra meta su questa Terra. Osservate l’anno passato con gli occhi dello
spirito, affinché riconosciate la banalità dei vostri desideri materiali con i
quali l’avete cominciato, e quanto, delusi, dovrete ora uscire dallo stesso.
Così comprenderete prima la santità del momento che vi indica l’orologio della
torre, riconoscerete prima il suo lato serio, che quando, con il volto allegro,
siete eccitati da vino e cibo; allora nell’anno veniente sarete poi
terribilmente delusi dall’insuccesso dei vostri desideri e delle vostre
speranze, perché con gli stessi cercavate per lo più la felicità esteriore,
mentre la pace e la soddisfazione si possono conseguire solo interiormente.
16. La
‘vita’, la grande infinita vita,
un’emanazione della Mia Divinità che unisce tutto, avvolge tutto e vuol portare
tutto con soave conduzione alla spiritualizzazione. Questa grande vita in piccoli periodi di tempo come
anni e il suo alternarsi, il suo inarrestabile procedere, al quale nulla di
creato può opporsi, vi mostra con dito ammonitore l’importanza dell’utilizzo di
ogni spazio di tempo per quanto minimo, poiché come in voi ogni battito di
polso rimpiazza nuova vita con la vecchia forza vitale consumata, altrettanto
così in proporzioni più grandi è per l’anno nuovo un simile momento, dove
sofferenze passate, lotte passate devono richiamare nuova vita, rinnovata
attività nel vostro organismo spirituale-animico, per andare incontro al nuovo
anno da uomo, per utilizzare i suoi piccoli spazi di tempo fino al minuto,
sempre in maniera spirituale, affinché alla fine, quando un tale tocco di
campana vi ammonirà di nuovo alla fugacità del tempo, voi quali esseri
spirituali potrete guardare tranquillamente al passato, dove nessuna delusione
vi ha portato momenti amari; poiché non avete aspettato, non avete sperato
nulla dal mondo materiale, e perciò non avete nemmeno potuto perdere nulla,
mentre forse il raccolto spirituale ha portato tanti più frutti, avendo
cominciato a capire cosa vale il vero e proprio mondo, cosa vale la vita
terrena come tempo di cammino che, come fondamento, contribuendo all’essere
spirituale eterno, vi ha portato solo più vicini alla meta, alla quale Io vi ho
prescelti.
17. Allora nel silenzio notturno, dopo la
contemplazione del vostro interiore, potrete tranquillamente volgere lo sguardo
al cielo stellato, dove vi vengono incontro sorridendo, quiete celeste ed
eterna pace; allora potrete andare fiduciosi in quegli spazi dove non c’è
nessun inizio e nessuna fine, e pregando, potrete ringraziare il grande
onnipotente Creatore che ha preparato là sopra, per voi e per mille altre
creature viventi, beatitudini mai comprensibili, mai sospettabili; poiché anche
voi avete alle spalle un anno colmo di sollievo e pieno di vittoria, e potrete
dire:
18. «Padre!
Tu che là sopra in quell’incommensurabile Universo, da dove solamente come
puntini luminosi si rivela a noi un’esistenza di singoli mondi, laddove non
finisce la Tua Creazione, bensì comincia veramente solo ad iniziare. O Padre!
Adesso mi hai di nuovo guidato incontro ad un periodo di tempo che noi
chiamiamo ‘anno’, alla mia meta e alla tomba, al confine tra qui e là! A Te il
ringraziamento, o Sublime! Tu che mi permetti di fuggire in Te, che mi permetti
di chiamarTi ‘Padre’!
19.
Concedi che la vittoria sia sempre dalla mia parte, anche se nell’anno che ora
inizia Tu mi prepari delle lotte. Aiuta il Tuo povero figlio a portare
vittorioso il suo fardello, per diventare cittadino di questa grande Creazione,
un vero figlio spirituale di questo grande infinito che ora si erge maestoso
così muto sul mio capo, e da dove migliaia e migliaia di stelle scintillanti mi
sussurrano queste parole:
20. ‘Anche
accanto a questi mondi infiniti, accanto a questo grande infinito tutto
abbracciante, il tuo Creatore ed amorevole Padre non ti ha dimenticato, o uomo,
anzi ti ha perfino preferito, mentre su molti grandi mondi è conosciuto,
onorato e adorato solo come grande Spirito, degnandosi di scendere sulla tua
piccola Terra e fare di voi, piccoli uomini, i Suoi futuri unici grandi figli!
Che cosa siamo per te, noi mondi lontani, o uomo? Minuscole stelline! E ciò
nonostante questa Luce prestata, che da altri mondi lontani ci viene offerta e
procede da Lui solamente, questo piccolo scintillio che mette in relazione il
tuo occhio e i suoi nervi ottici, questo tremolio di questa Vita che mai
finisce è il vibrare dell’amore che mai appassisce, il quale, cominciando
presso di Lui fino all’ultimo atomo della polvere dei mondi, è rimasto sempre
lo stesso, e al solitario osservatore dice sempre la stessa cosa:
«Dio è Amore! Egli è il Creatore, il Conservatore, il
Perfezionatore e l’eterna Fonte originale di ogni vita, Vita che opera potente
negli spazi più lontani altrettanto come nel tuo cuore, o uomo, allorquando
levi fervido il tuo sguardo al Cielo notturno, dove un giorno alla nascita del
Redentore echeggiarono le parole di cori angelici: ‘Gloria a te, o Terra!
Perché ti è capitata una grande salvezza!’. Usa questa salvezza, o uomo, e troverai
sempre più pace nel tuo cuore, e ogni anno le stelle con la loro scintillante
luce ti diranno sempre la stessa cosa, quella che fluì in alto a Lui in quelle
ore appassionate quando dal tuo cuore come preghiera, tu, quale figlio infante,
negli anni passati hai parlato spiritualmente al Padre!»”
21. Celebrate così, figli Miei, il volgere
dell’anno, riflettete il vostro anno passato, cercate di scoprire che cosa è
rimasto ancora per completare nell’anno veniente la costruzione del vostro
futuro corpo spirituale, e così da un periodo di tempo all’altro, di anno in
anno potrete avvicinarvi sempre più al grande Cielo della pace e della quiete,
arcuato sopra di voi, dove anche per voi la vita materiale avrà una fine,
quando cesserà un periodo di vita nella veste vincolante, e comincerà una
inesauribile, eterna Vita, dove poi potrete contemplare con compiacimento e con
sguardo spirituale le dimore del Padre che Egli ha preparato per coloro che
hanno adempiuto la Sua volontà.
22. Questa sia la Parola di Vita che il
Padre vi manda dai Cieli, affinché anche voi possiate comprendere la vostra
vita spirituale nel senso più vero della parola, e non offendiate la vostra
dignità umana, mostrandovi come veri figli di un eterno Creatore, come Egli
(dimostra) con il valore del tempo, il valore della vita, sia terrena che
spirituale, e il valore dell’anno nuovo come cittadini di un mondo spirituale,
riconoscendo come veri figli di un Dio e Padre che vi ama, degni del Suo nuovo
anno che dovete festeggiare. Questo è lo scopo di questa Parola a voi, parola
che Io ho diretto finora con tanto Amore e Pazienza, e perciò come vorrei
vedere anche da voi che sia giudicato tutto questo Amore e Grazia giustamente.
23. Così possa il nuovo anno, sebbene buio per i
vostri sguardi, non avere nulla di spaventoso, poiché, finché credete in Me,
finché seguite la Mia dottrina ed avete fiducia in Me, fino allora né le
circostanze né le condizioni del mondo materiale potranno nuocervi.
24. Finché avrete la pace in voi, fino
allora vivrete in pace con Me, con la Mia natura e con il Mio mondo degli
spiriti che vi circonda ovunque. Perciò abbiate fiducia!
25. Io mai punisco! Un giorno sono stato
sulla Terra come ‘il Guaritore’, e Lo rimarrò eternamente, risanando i punti
feriti nei cuori dei Miei figli, e precisamente non con veleni, bensì col
balsamo del Mio Amore. – Amen!
[indice]
۞
Per la sera di San Silvestro
31
dicembre 1874
1. Miei cari figli! Vi trovate di nuovo davanti alla porta
che si apre ad un nuovo anno, ed oggi, quale ultimo giorno del vecchio, sarebbe
per ciascuno il momento giusto per tenere comunque ancora un conto con se
stesso sul vissuto e su ciò che ancora è da sperimentare e sperare.
2. Pochi uomini osservano questo giorno da
questo punto di vista, andando avanti alla cieca per quanto siano arrivati
all’addio di quest’anno. Per loro il tempo non significa nulla, non ha nessun
valore, anzi a loro sembra così poco considerevole che fanno tutto il possibile
per sprecarlo per bene, affinché passi solo velocemente.
3. Non preoccupatevi, voi poveri figli
smarriti, il tempo corre veloce, e per la maggior parte l’orologio della loro
vita scorrerà prima di quanto suppongono o presumono.
4. Così è nel vostro mondo, e particolarmente adesso,
dove solo il godimento del presente è la cosa principale, e dove non si è
abituati a guardare né avanti né indietro, bensì si vorrebbe volentieri passare
da un’ebbrezza all’altra, da un divertimento all’altro[21].
5. Non dovrebbe essere così per coloro ai
quali ho acceso tanta Luce, affinché in questa tenebrosa vita mondana trovino
con questo ‘luminare’[22]
la giusta via, per avere, anche se non per salvare l’intera umanità dalla
totale decadenza, comunque ancora alcuni sulla Terra che si ricordino di Me, si
rallegrino delle Mie Opere, Mi amino
e, per amore per Me, sopportino volentieri perfino fatiche ed afflizioni!
6. Appunto per questi pochi che procedono
sempre in avanti su vie migliori e con la chiara consapevolezza del perché
vivono, proprio a questi pochi voglio di nuovo dare con queste parole una
dimostrazione di quanto è importante per Me che non vadano perduti con la
massa; e questo è il motivo del perché noi oggi, all’ultimo giorno dell’anno
che finisce, vogliamo esprimere assieme una parola seria, come si addice a
quegli uomini che credono di discendere da Me, e un giorno nel grande Regno
degli spiriti potersi avvicinare sempre di più a Me.
7. Vedete, “figli Miei”, vi chiamo così,
anche se non meritate ancora per molto tempo questo nome. Guardate, voi avete
dato una misura al tempo, lo avete suddiviso, e così avete accertato anche il
movimento della vostra piccola Terra intorno al vostro corpo centrale solare e
il suo periodo di rivoluzione. Anche la Terra ha quindi con ‘oggi’ completato
di nuovo un giro orbitale del suo percorso, ed è arrivata al punto da dove,
secondo il vostro calcolo, essa comincia un nuovo ciclo. È arrivata al punto
dove voi avete stabilito il cambio dell’anno; solo che proprio oggi questa
Terra è bensì arrivata di nuovo a questo punto, ma non nelle circostanze dove
lo ha toccato l’anno scorso. Essa comincia il suo corso modificato, poiché nel
suo sviluppo ha qualcosa da contare, il che l’ha resa più matura per la sua
missione, ossia cosa l’ha tenuta aperta per il compimento del suo scopo finale.
– La Terra ha, come tutto nel mondo, il suo scopo di formazione e deve aspirare
allo stesso, cui la spinge il suo Sole, così come in genere tutto deve sorgere,
sussistere e passare. Anch’essa si trova nell’odierno cambio dell’anno a questo
punto più matura di un anno, un anno più vicina alla sua meta finale, e tutto
ciò che vive su e in essa deve indicare questo cambio come un nuovo punto di
partenza, dove si va di nuovo in avanti, dove si va incontro ad un futuro che
nessuno può misurare e giudicare che Io solamente. Come la Terra perseguendo il
suo scopo d’istruzione si avvicina sempre di più allo stesso di anno in anno,
altrettanto anche voi uomini, spiritualmente e materialmente, andate incontro
alla vostra missione secondo la meta che Io vi ho posto, e sebbene gli uomini
sono liberi e possono fare quello che vogliono, l’umanità ha comunque certi
compiti dai quali non può svincolarsi e deve assolvere, non importa se qui o
nell’aldilà, e dal momento che gli uomini consistono di corpo e anima e possono
sviluppare o perfezionare di più l’uno o l’altro, allora è naturale che può
subentrare o uno sviluppo anticipato della vera e propria meta, oppure anche,
non considerando il tempo, deve entrare ancora una volta nello stesso.
8. Voi, Miei cari figli, state alla fine
di un anno, il futuro buio sta dinanzi a voi, senza sapere che cosa vi porterà,
e sperate solamente. Ebbene, allora Io vi dico:
9. Non sperate nulla dal futuro, ma molto
da voi stessi!
10. Sperate da voi che il prossimo cambio
dell’anno vi trovi migliori, più morali, più saldi e più maturi di quanto state
adesso alla sua soglia!
11. Sperate che nell’anno prossimo
possiate esercitare la Mia dottrina più nella pratica!
12. Sperate, che compassione col prossimo,
tolleranza con gli errori di altri, e una ghirlanda di belle e nobili azioni vi
adornino come ricordo dell’anno passato!
13. Sperate che voi, se arrivano
tentazioni, possiate resistere alle stesse da valorosi!
14. Sperate, comunque si possa formare il
futuro e le vostre condizioni, di non perdere mai la fiducia in Me!
15. Sperate che voi, come la vostra Terra,
adempiate fedelmente il vostro compito, sperate di conquistare un giorno il
diritto al titolo di ‘figlio Mio’!
16. Sperate tutto questo, e per queste
speranze ed aspettative Io vi aggiungo anche il Mio augurio come “Augurio di
capo d’anno”, e che le vostre speranze possano essere realizzate!
17. Allora potrete fiduciosi e tranquilli
veder scorrere la ruota del tempo con velocità; avrete impiegato il vostro
tempo al servizio dell’umanità e per il Mio compiacimento; avrete fatto del
bene dove possibile; avrete sparso qualche semenza che porterà frutto per voi e
per gli altri, e così voi, come la vostra Terra, giungerete ad un punto di
svolta, dove il conquistato non dovrà essere perduto e ciò che è stato
guadagnato dovrà essere una nuova aggiunta, per venire sempre più vicini alla
meta che è stata posta a voi come a tutto ciò che è stato creato, alla meta, in
mezzo alla materia, da lei legati, ma per essere liberi, e considerando la
spirituale meta finale come cosa essenziale.
18. Anche la Terra si spiritualizza
giornalmente, restituisce di nuovo al regno degli spiriti ciò che ha ricevuto
eoni di anni fa per il suo processo evolutivo; altrettanto voi uomini,
singolarmente o complessivamente, anche voi dovete di nuovo restituire lo
spirituale legato nella materia, raffinato e spiritualizzato, a Me. Esso fu
posto in voi come scintilla divina non istruita. In questa scintilla, per vero,
giacciono le caratteristiche spirituali da sviluppare e rendere valide con il
tempo, e tuttavia gli sviluppatori ed educatori devono essere gli uomini
stessi. Solo così è possibile il merito, poiché senza fatica nessuna vittoria,
e senza vittoria nessuna consapevolezza di una dignità spirituale!
19. Perciò, lottate e lavorate, per
conseguire con sforzo la vostra dignità spirituale! Ogni anno vi porta più
vicino a questa meta. Togliete da voi il mondano superfluo, e cercate, se vi
piacciono le Mie parole, se vi entusiasmano e vi elevano, di utilizzarle anche
nella vita pratica, perché il leggere e l’entusiasmarsi è solo un’ora piacevole
nella vostra stessa vita, ma non ha altre conseguenze che una soave risonanza
di un tempo trascorso piacevolmente. Soltanto che Io non ve le ho date per
questo, il Mio scopo non era di intrattenervi, bensì di istruirvi su cosa
dovete fare, su come dovete distinguere la vita apparente dalla vera vita
intellettuale dello spirito, affinché non dobbiate avere gioia come figli
stolti nel semplice scintillio di perle di vetro, ma che possiate trovare il
vero diamante, con il suo mare di Luce splendente verso tutte le parti, nella
Mia dottrina e vivere di conseguenza.
20. Questo è lo scopo delle Mie parole, e
tale è il motivo del vostro compito. Agite conformemente a queste, e voi stessi
verrete a sapere presto chi di noi sta meglio, Io che vorrei consigliarvi,
istruirvi e guidarvi, oppure voi che mostrate effettivamente di aver compreso
la Mia dottrina e l’avete assimilata con il vostro io spirituale, e già
attraverso il far del bene sulla Terra godete beatitudini che molti
sperimenteranno solo nell’aldilà e giungeranno là solo dopo lunghe prove.
21. Cominciate quindi questo nuovo anno
con fiducia in voi stessi e in Me; il mondo, come va adesso non lo potete
fermare, ma a voi stessi potete mettere un cuneo d’arresto, affinché non
veniate trascinati dalla corrente del materialismo, che alla fine non vuol più
riconoscere nient’altro che godimento materiale, e dove inoltre l’uomo stesso
si vorrebbe ancora elevare al soggetto principale della Creazione.
22. Tenetevi stretti a Me come unica
ancora, e non vi andrà male; anche se il tempo vi porta certe cose, esso vi
porta comunque anche il Mio Amore e la Mia benedizione per il nuovo anno, come
ve l’ho data in quello passato! –Amen!
[indice]
۞
La festa dei tre Re Magi
(nella rispondenza
esplicativa[23])
16
gennaio 1873
1. Sebbene più tardi di quando da voi viene celebrata la
festa, devi comunque ancora ricevere la spiegazione di questa comparsa dei tre
sapienti dall’Oriente, per dimostrare di nuovo a voi tutti, che in ogni azione
durante il Mio cammino terreno, per quanto possa sembrare insignificante o
privo di interesse, stava sempre celato un motivo più profondo, che ai Miei
figli solo adesso, dopo mille e molti anni ancora, viene dato in tutta la sua
rispondenza, e saranno ora in grado di apprezzare e comprendere.
2. Ebbene vedete, in questo procedimento o
avvenimento dell’adorazione dei tre sapienti provenienti dalla Persia, quindi
non-giudei, entrano in scena effettivamente accanto ad ognuno di loro: Maria e
Giuseppe, inoltre Erode, il tetrarca regnante.
3. Dunque, per comprendere spiritualmente
un’azione nella rispondenza, come in quel tempo doveva essere resa
comprensibile per i Miei spiriti e angeli, e adesso per voi, devono essere
prese in considerazione le individuali particolarità spirituali delle persone
coinvolte, come chiave principale della spiegazione più alta e più profonda,
senza la quale, ciò che fu già là espresso spiritualmente in questo atto
dell’adorazione, rimarrebbe eternamente incompreso. Ascoltate dunque:
4. Voi lo sapete: Io nacqui in condizioni
infime e misere, in un alloggio ancora più misero, cioè nemmeno in una casa,
non in un fabbricato fatto da mano d’uomo, bensì in una grotta, dove faceva
freddo ed era d’inverno.
5. I Miei primi testimoni e spettatori
erano animali, un bue e un asinello, la Mia culla una mangiatoia, nella quale
si versava normalmente il mangime agli animali domestici.
6. Le persone operanti erano Maria, Mia
madre corporea, Giuseppe, il Mio futuro padre putativo, e i tre sapienti venuti
dall’Oriente che Mi portarono in dono oro, incenso e mirra, e infine da lontano
il tetrarca Erode, non proprio troppo ben disposto.
7. Tutte queste persone operanti, il
luogo, il tempo e la posizione spirituale e mondana degli uomini che Mi
circondavano, esprimevano in maniera appropriata proprio ciò che spiritualmente
accadde al momento della Mia nascita corporea per gli uomini viventi sulla
Terra, come sarebbe stato il corso della Mia vita, il successo della Mia
dottrina, la Mia fine mondana, e la fine di tutti gli attacchi contro il Mio
insegnamento nel tempo a seguire.
8. Afferrato così, vedrete poi di nuovo
come stava scritto nell’infinito mondo degli spiriti già da molto tempo con
grandi lettere spirituali ciò che finora tutti gli uomini e popoli, venuti e
andati, non hanno compreso, e ciò che Io proprio adesso come dimostrazione
della Mia infinita grazia e provvidenza voglio spiegare per voi, che
altrettanto non comprendete il vero valore di questo atto dell’adorazione,
affinché finalmente venga una buona volta levato il velo davanti ai vostri
occhi, che ancora adesso vi pende davanti.
9. Vedete, Io sono venuto sulla Terra
circondato dalle caratteristiche spirituali del Mio grande mondo degli spiriti
e del Mio personale Io, vale a dire circondato dall’Amore, come ‘amore materno’
rappresentato rispettivamente in Maria; poiché quello che come Padre sono
dell’infinita Creazione per tutto ciò che è creato, l’eterno illimitato Amore,
questo era là Maria per Me, come Fanciulletto infante nelle sue braccia.
10. Io faccio e opero tutto per i Miei
esseri creati, per guidarli al perfezionamento. Io dono tutto, come ho donato
un giorno perfino la Mia vita terrena, per salvare voi uomini dalla rovina.
11. E anche Maria, come espressione del
limitato amore materno, aveva fatto lo stesso per Me, anche se non fossi stato
Colui che ero veramente, ma solo un normale essere umano, o nato da lei, oppure
affidato alla sua custodia.
12. Accanto a Maria stava come forza
proteggente nell’espressione dell’essenza maschile, Giuseppe, ovvero nella
rispondenza ‘la Sapienza’, affinché egli ordinasse gli sfrenati moti dell’amore
per guidarli incontro ad un saggio scopo.
13. Questi due, Maria e Giuseppe,
rappresentavano, quali uomini, la Mia stessa Persona come Padre spirituale, ed
agivano per ed attraverso di Me secondo le Leggi dell’Amore e della Sapienza,
finché Io stesso, diventato Uomo, presi le redini del Mio potere, e poi
cominciò la grande Opera di redenzione del genere umano, e la Mia vita
errabonda su questa vostra Terra terminò con il ritorno a casa nei Miei Cieli.
14. Gli animali, che con il loro alito
scaldante Mi fecero sentir meno il gelido freddo del mattino invernale,
rappresentano o sono, nella rispondenza, nient’altro che il mondo degli spiriti
rivestiti nella materia che, cominciando dalla dimora dove nacqui, la grotta di
dura roccia, fino al mondo animale, rappresentato attraverso i due animali
domestici, quindi proprio i più pacifici, i più pazienti tra tutti, dovevano
essere testimoni dell’Atto di umiltà e umiliazione, al quale Mi sottoposi, dove
alla fine proprio loro rimarranno ancora il più a lungo ciò per cui Io li ho
creati, mentre l’umanità, invece di seguire i Miei insegnamenti e il Mio
Esempio, ossequierà degenerata i principi opposti che li porteranno alla
rovina, ma non capaci e degni per una beatitudine.
15. In questo Atto di nascita era
rappresentato l’intero mondo spirituale e materiale: nella dimora, nella libera
natura, sotto il Mio cielo, e sulla Mia Terra creata per voi, circondato dagli
animali che dovevano servivi come esempio di sopportazione e umiltà, e adesso
si aggiungono pure le caratteristiche spirituali-animiche del genere umano,
rappresentato dai tre sapienti, come rispondenze delle belle e migliori
caratteristiche dell’uomo, unitamente ad Erode, come prototipo delle cattive
caratteristiche nell’anima umana, come avidità di dominio, odio e ira.
16. I tre sapienti rappresentavano
propriamente: l’amore per Dio, l’amore per gli uomini come prossimo, e il
giusto amore per se stessi. – Il primo portò l’adorazione come incenso, il
secondo la mirra, come amore placante per il prossimo, e il terzo l’oro, come
lecitamente guadagnato, sull’altare, per rendere omaggio a Colui che pose tali
nobili caratteristiche nel cuore dell’uomo, e così prepararlo un po’ alla
volta, quale futuro abitante del grande Regno degli spiriti, a conquistare
questo mondo lottando.
17. La Stella che li accompagnava era la
Scintilla divina nell’interiore dell’uomo che, inconsapevolmente, è l’eterno
ammonitore, e tiene sempre davanti agli occhi dell’uomo ciò che deve diventare,
ma purtroppo lo è diventato raramente, oppure mai.
18. Il cattivo principio, ovvero ciò che contrasta le
tre caratteristiche divine, le passioni dei godimenti mondani, rappresentava in
quel tempo, corrispondentemente, il tetrarca Erode, avido di dominio.
19. Era lui che, privo di ogni migliore
caratteristica, era dedito solo al godimento mondano, adulatore e falso, pur
riconoscendo per veri i tre tratti principali dello spirito umano, nondimeno
tenne conto solo delle proprie brame, come l’insuccesso del suo piano per il
processo di eliminazione non solo di queste tre caratteristiche dei sapienti
stessi, come anche con la strage degli innocenti, volendo far sparire da tutta
la Terra, Colui che un giorno a lui e a tutti i suoi pari, come un Salvatore
dal pericolo, schiaccerà la testa al serpente. – Così, intorno a Me nella
grotta stavano la schiera degli angeli e spiriti con il loro inno di lode, la
Terra con le sue creature materiali, il regno animale e gli uomini,
rappresentati spiritualmente attraverso le loro buone e cattive passioni.
20. Così volevo che con la Mia discesa su
questa piccola Terra, tutto doveva essere testimone della Mia Umiltà, del Mio
grande sacrificio come Signore della Creazione, e della Mia dottrina
spirituale, eterna, mai distruttibile, dell’Amore, della Sapienza, e dell’amore
per Dio e per il prossimo!
21. Tutti dovevano venire a sapere che,
come cantavano gli angeli: “Alla Terra è
capitata una grande salvezza!”, come a quel tempo ebbe inizio,
simbolicamente, questo grande trionfo della Mia dottrina di fede e d’amore,
altrettanto questa deve essere fissata in ogni petto umano, affinché ogni uomo
spirituale sappia comprendere la Mia natura materiale e apprezzare la propria
natura spirituale.
22. Là fu mostrato già metaforicamente
come saranno le condizioni tra ‘bene’ e ‘male’. I buoni erano persone povere e
senza mezzi, ovvero come i tre sapienti che si occupavano più del mondo
spirituale che di quello materiale, e ‘il cattivo’ era il tetrarca regnante. Il
malvagio che aveva il potere nelle sue mani, giurò a tutti vendetta e morte, e
i buoni dovevano diffondere ovunque, quiete e pace.
23. Come in quel tempo questi estremi si
misero di fronte simbolicamente nelle menzionate persone, dove Io come
Fanciullo e futuro Maestro stavo conciliativo tra loro, così sto oggi ancora
nello stesso posto, volgo ogni male al bene, e rendo vano, come là un giorno un
angelo attraverso una visione nel sonno di Giuseppe stesso, ciò che il cattivo
escogita e trama per portare alla rovina l’essere spirituale nell’uomo.
24. Tutti gli avvenimenti di quel tempo (come del
grande Tempo dei tempi) del Mio cammino terreno, sono un fedele specchio di ciò
che è accaduto più tardi fino al tempo attuale, e se voi poteste leggere in
rispondenza, ciò che in quei tempi lontani era già da molto tempo chiaro ai
Miei spiriti, allora vedreste del tutto chiaramente davanti a voi l’intera
conseguenza, di ogni bene e di ogni dolore, tutti i differenti avvenimenti,
nella formazione spirituale e mondana del genere umano, soprattutto la Mia
intera conduzione dello stesso fino adesso e ancora oltre. Invece voi non siete
abituati a scoprire dalle immagini e dagli avvenimenti lo spirituale, oppure,
come dite voi: ‘leggere tra le righe’, e così sono costretto a farvi pervenire
di tanto un tanto un raggio di Luce da quel grande Libro spirituale delle
rispondenze, dal momento che ancora pochi di voi sono iniziati in questo, e
molti sono purtroppo ancora attaccati di più alla lettera, non riflettendo che
la parola, com’è scritta, è solo la corteccia di un albero della vita, dove,
come in ogni albero, è conservato il vero e proprio midollo vivente che è
ancora molto lontano dalla corteccia e dalle fibre del legno, a causa dei molti
altri prodotti della Terra.
25. Finché rosicchiate ancora alla
corteccia, fino allora non avrete nessuna idea di tutti gli umori viventi
dell’eterna Dottrina spirituale dell’amore che si aggira nell’interiore, e per
comunicarvi un’altra volta che, anche se credete di aver compreso tutto, non
sapete comunque nulla! Proprio per questo ho scelto di nuovo un argomento dal
tempo del Mio cammino di vita, che voi certamente avete letto spesso ma non lo avete
mai sondato, affinché possiate di nuovo scorgere quale sublime grande scena
spirituale è stata quando Io, il grande Creatore dell’infinità, accettai quale
Fanciullo terreno-mondano tra i Miei rappresentanti sulla vostra Terra,
l’adorazione che Mi offrì, consapevole e inconsapevole, tutta la Mia Creazione.
26. Ad ogni festa dei tre re vi doveva
venire in mente che i tre re rappresentano tre alte virtù regali spirituali e
caratteristiche spirituali, e che, come una volta Erode, ancora adesso, e
precisamente più che mai nel tempo attuale, proprio questo potere del male
sembra trionfare. Ma non disperate! In mezzo a loro, in mezzo alla lotta, tra
loro ci sono Io come lo fui un giorno, il Dio dell’Amore, il Mansueto e
l’Umile, e rendo vano il male. Come allora con la fuga di Giuseppe in Egitto,
anche adesso, ovunque, il male computato Io lo trasformo in bene, anzi nel
meglio per l’umanità.
27. E come un giorno a quel tempo le Mie
schiere di angeli e spiriti cantavano “Alleluia”, così anche voi stessi lodate
e glorificate Me, vostro Signore che,
nonostante tutta l’inettitudine di questo mondo, non vi ho abbandonato, ma Mi
sono perfino abbassato, come un giorno da Fanciullo più piccolo in mezzo ad una
perfetta nazione, e adesso come Padre, in mezzo ad uomini corrotti, vi
consiglio direttamente per guidarvi e, con ciò, dimostrarvi che quello stesso
Dio che un giorno visse tutta la vostra vita mondana nelle vesti di Fanciullo,
poi da Giovane e da Uomo, non ha ancora voltato il Suo volto da voi, e adesso
vuol richiamarvi alla mente, nelle Sue parole rivolte direttamente a voi, i
‘tre sapienti dall’Oriente’ nella forma dell’amore per Dio, per gli uomini e
per se stessi, affinché voi, memori del Suo sacrificio in quel tempo, e del Suo
Amore nel tempo attuale, non possiate mai dimenticare che ciò che Egli
intraprese con l’Amore, lo vuole anche portare a termine, poiché senza questo
fine non sarebbe Amore, elevato oltre le grette malignità ed errori di figli
smarriti, avendo sempre presente lo scopo principale di far di voi, adesso come
un giorno, grandi figli spirituali di un Cielo di spiriti che non finisce mai,
dove poi potrete di nuovo sentire l’inno di lode degli angeli e degli spiriti,
con la sola differenza che l’inno vi risuonerà e si chiamerà ‘Salute a voi’, quando,
nonostante tutte le lotte e tentazioni, avrete riportato la palma della
vittoria che riceverà ognuno che tra ‘i sapienti’ ed ‘Erode’ avrà donato il suo
amore solo al Fanciulletto, lo avrà imitato e sarà entrato nelle Sue orme.
28. Così dovete santificare i vostri
giorni di festa, e cominciare ogni giorno festivo proveniente dalla Mia vita
con un’ora di riposo del mattino e terminare con un’ora di riposo della sera,
dove vi potrete dare un attestato che vi siete avvicinati all’Oriente
dell’eterna Luce conformemente alla vostra destinazione e conformi alla Mia
dottrina, senza lasciarvi allontanare da nessun Erode in qualunque forma esso
sia stato.
29. Come una volta, il giorno dei tre re
magi fu per Me un trionfo, allorquando stettero intorno a Me, Amore e Sapienza,
spiriti legati e liberi, e l’intera Creazione che s’intonava nell’inno di lode,
altrettanto diventerà anche per voi un giorno, dove, come una volta Io vidi la
luce terrena, voi vedrete la Luce celeste e là ritroverete Lui, nello splendore
e nella magnificenza, Lui che un giorno, come Fanciulletto, sorrise ai suoi
adoratori, e come Padre stenderà di nuovo le mani verso coloro che saranno
arrivati dal ‘paese delle ombre’ dell’umana vita di prove, guidati dalla Mia
stella dell’Amore, nel migliore Oriente del Mio mondo degli spiriti.
30. Quindi adoperatevi a corrispondere a questo scopo,
a raggiungere questa meta, e presto saprete quanta beatitudine c’è già solo nel
tendere a questa, per non parlare di quelle gioie che vi attendono in quegli
spazi dove nessuna notte separa il giorno dall’altro, dove saranno terminate
tutte le sofferenze corporee e solo le beatitudini spirituali avranno preso il
loro inizio e neanche finiranno mai.
31. Se comprendeste la Mia intera
Creazione, presto riconoscereste perché Io stesso Mi adopero tanto per salvarvi
dalla rovina, per aiutarvi a diventare ciò per cui ho creato tutti gli esseri
viventi, vale a dire a figli Miei che giubilano con Me, che godono con Me, ma
devono anche lavorare con Me, per guidare la grande infinita Creazione incontro
al suo scopo finale.
32. Solo allora comprendereste il perché
Io ho tanta pazienza con gli smarriti e tante parole di grazia per coloro che ho trovato, perché vedreste
chiaramente che vale la pena non lasciare andar perduto nessun essere vivente,
come voi uomini creati a Mia immagine, ma che val la pena, nonostante il
rivestimento bestiale e le passioni brutali, aiutare ad ottenere la vittoria
alle altre migliori caratteristiche, per completare un’Opera che, degna di Me
come Creatore, deve rimanere un’Opera eterna e permanente nell’eternità. –
Amen!
[indice]
Settimana Santa
Dal Carnevale al Giovedì santo, la Lavanda dei piedi,
la passione, la croce, il giorno di Pasqua,
la resurrezione, l’ascensione
۞
Il Carnevale
(40 giorni prima della
Pasqua)
3 marzo
1876
1. Qui avete un nome che a voi è conosciuto, e al quale si
collegheranno certe reminiscenze che, per vero, non sempre appartengono alle
più morali, e proprio per questo da parte Mia non devono neanche essere toccate
ulteriormente, dal momento che il Mio scopo con questo titolo non è di
spiegarvi che cosa s’intende con ‘carnevale’ oppure ‘martedì grasso’, bensì perché voglio illuminare con
questa parola dei lati del tutto diversi della vostra vita umana, dove, come in
molte cose, da voi domina ancora una grande oscurità.
2. Vedete, il nome ‘carnevale’ significa: un’epoca dove la carne vale qualcosa.
Secondo la Mia opinione questo è un tempo in cui vi date effettivamente di più
alla carne o alla sensualità, che in altri momenti, e perciò nei vostri occhi
la carne, vale a dire la carne umana o l’attrattiva corporea, viene
maggiormente considerata o messa in mostra. È un tempo che ad esseri
ragionevoli, come Io li ho creati, fa pochissimo onore, e perfino ai governi
che dovrebbero provvedere al bene spirituale dei loro popoli, servirà come
eterno rimprovero, poiché sanzionano, con questo permesso del ballo e del
gozzovigliare, proprio ciò che dovrebbero veramente impedire. Infatti, essi
trovano piacere nei godimenti sensuali, con cui rovinano più di quanto credono
oppure riescono a valutare. Il perché e il come ve lo dimostrerò in seguito, in
maniera differente di quanto forse voi ve lo aspettate.
3. Vedete, questo tempo del martedì
grasso, o carnevale, è un’epoca già nota dai tempi dei pagani, che presso i
romani si chiamava ‘la festa di Bacco’, e una volta era festeggiata con il
titolo ‘baccanali’, dove era permesso tutto ciò che moralmente era vietato.
4. Ebbene, ad un ballo e a tutti i
possibili divertimenti di questo tempo di carnevale, l’attenzione è sempre
stata rivolta a tutto ciò che altrimenti è vietato in un modo possibilmente
decoroso. Il carnevale è quindi nient’altro che un processo di tentazione per
entrambi i sessi, privilegiato dai governi, dal potere delle comunità, anzi
perfino dai religiosi, poiché tutto va a finire ad una cosa, vale a dire al
risveglio delle voglie che aspettano solo l’occasione di essere soddisfatte.
Ora, come questo succede veramente, è faccenda Mia portarla davanti ai vostri
occhi un po’ più chiaramente.
5. E dal momento che molti non sanno che
cosa fanno veramente e come con il loro operare producono indirettamente
qualcosa, allora voglio mostrarvi il tempo del carnevale da un altro lato,
quanto siete ciechi anche qui, e quanto ingenue sono particolarmente le madri
che, per esempio, per maritare le loro figlie, oppure come dite voi, ‘portarle
ad un uomo’, cercano con cura proprio divertimenti e diletti che, ben spesso,
sono solo fugaci conoscenze, ma raramente procurano un saldo vincolo
matrimoniale, perché gli uomini, cioè come li ho pensati Io, si allontanano da
quelle ragazze che splendono ai balli, le quali, forse in altre occasioni, le
avrebbero attirate.
6. Per arrivare ora alla Mia grande
domanda su cosa accade veramente durante il carnevale, allora dapprima devo
cominciare da più lontano, e precisamente riandare ad una precedente parola
dove si trova già un accenno che qui deve solo continuare!
7. Vi ricorderete che nella parola su ‘l’occhio”[24] vi ho
fatto notare come dall’occhio si rendono percettibili le differenti condizioni
dell’anima, come ira, odio, dispregio, astuzia, oppure amore, mansuetudine,
bontà ecc. Vi ho inoltre mostrato che questa emanazione è un fluido che si
sviluppa nel corpo con tali eccitazioni, e non solo per mezzo degli occhi, ma
defluisce altrettanto attraverso l’intero corpo come atmosfera
spirituale-animica.
8. Ebbene, collegandosi a queste parole,
voglio ora guidarvi oltre, e dapprima farvi notare che già in un altro luogo fu
detto che l’uomo, oltre al suo involucro corporeo, porta con sé sempre un altro
rivestimento eterico di natura più sottile, rivestimento che i vostri medici,
per quanto abbiano l’occasione di constatare la sua esistenza nell’organismo,
specialmente con le amputazioni, l’hanno chiamato ‘etere dei nervi, e tale etere dei nervi (materiale) non si può
distruggere, e perfino quando in un corpo mancano mani e piedi, tuttavia questa
mancanza delle membra si dimostra sempre esistente nella sensazione.
9. Questo etere dei nervi è quella veste
spirituale che qui negli uomini suscita simpatia o antipatia, cioè attrazione o
repulsione nel loro primo incontro. Questa veste spirituale dell’anima tuttavia
è anche ciò che accompagna l’uomo nel suo nuovo mondo dopo la morte, e là sarà
anche l’involucro visibile del suo interiore che, secondo la sua leggerezza o
peso morale, oppure detto con altre parole, secondo la purezza o offuscamento
dello stato animico da nero a grigio, fino alla più luminosa veste angelica,
caratterizza nell’involucro il vero interiore uomo animico; proprio per questo
nell’altro mondo nessuno ha bisogno di dire all’altro ciò che egli è. Ognuno
riconosce l’uccello nella veste, dal momento che la Luce del Mio Sole
spirituale penetra dentro o fuori solo là dove si trovano elementi adatti, il
che con altre parole significa: quanto più l’anima e la sua individualità
eterica è sviluppata materialmente nel sensuale, tanto più nerume, tante più
parti pesanti contiene; e quanto più leggera, più spiritualizzata era l’etere
dell’anima già ai tempi della vita, tanto più splendente da sé sarà anche la
sua futura veste nell’aldilà.
10. Ancora un altro perché sulla
conseguenza di questa veste spirituale più pesante o più leggera, questo nero o
questo bianco: quanto più l’anima è formata materialmente, tanto più è vicina
alla Terra e tanto più è difficile per lei allontanarsi dalla stessa; e quanto
più luminoso e più spirituale è il corpo dell’anima, tanto più facile è lo
slancio nelle sfere superiori.
11. Ebbene, per ritornare alla nostra
questione, devo quindi continuare a dire che, come l’efflusso di differenti
fluidi dà all’occhio il suo scintillio nell’ira, e la sua soave luce nell’amore
o bonarietà, altrettanto l’atmosfera spirituale muta in tutte le altre passioni
sensuali, e quando un’anima così sensuale tocca con la sua atmosfera un’altra,
allora accade di solito che, per non suscitare una repulsione, uno o perfino
molti uomini vengono trasferiti nello stesso stato d’animo, venendo poi anche
modificata la loro atmosfera, e alla fine più o meno tutti, secondo il
temperamento individuale, vengono trascinati dalla prima condizione agitata
dell’anima.
12. Questo lo potete notare perfino nel
parlare, nell’atteggiamento, nel linguaggio, nel ballo, nel canto e in tutto
ciò che mira a uno stato di agitazione spirituale, da dove poi sorge
l’entusiasmo, con cui un uomo può indurre molti altri a fare passi che prima
non avrebbero sospettato. (Ipnosi spirituale)
13. Ora, questo contagio in questi stati
dell’anima viene provocato a venti doppi anche attraverso i sensi, dove
l’occhio, l’orecchio, il linguaggio, anzi perfino il sentimento contribuiscono
più di tutto come senso del tatto. Così questo fluido diventa come avvolgimento
esteriore dell’uomo, che per vero sussiste di leggere particelle (una specie di
evaporazione dell’organismo umano), tuttavia altera tali stati secondo la misura,
migliorati o peggiorati, e così è anche il suo influsso sugli altri, secondo la
sua stessa indole, buona o cattiva.
14. Come il fluido materiale è sempre un
veicolo che l’individuo porta con sé, ed è solo il proprio, lo potete notare
nei cani che sanno trovare la traccia dei loro padroni distinguendola da tutti
gli altri odori che agiscono su di loro, proprio perché l’uomo, per parlare in
modo simbolico, trascina dietro di sé, come una cometa nel cielo, una lunga
scia della sua atmosfera; egli lascia dietro, in questo modo, tracce della sua
atmosfera, per sapere dov’è stato, tracce che non si mescolano subito con le
atmosfere di altri uomini od oggetti, e queste comunicano all’animale dov’è
stato il suo padrone e dove si era recato.
15. Perfino la ricerca della selvaggina
attraverso il fiuto o altro, è sempre la stessa cosa. Tutto ciò che vedete,
come la Terra, ha la sua atmosfera, organica o inorganica, perché proprio
questa atmosfera è il ponte di collegamento con cui l’oggetto o l’essere
accoglie ciò di cui ha bisogno dal mondo esterno, oppure consegna ad esso ciò
che non gli è più utile.
16. Così vedete tutta la materia, tutta l’essenza,
tanto i corpi più piccoli come i più grandi in tutto il Regno della Creazione,
spiritualmente dissolta nelle differenti atmosfere. Questo avvolgimento
spirituale di tutto l’esistente imprime poi ai prodotti della Terra la loro
particolare fisionomia, poiché tutto viene organizzato tramite questo
avvolgimento, ed attraverso esso tutto viene di nuovo trasformato o distrutto.
17. Per ritornare ora di nuovo all’uomo e
schiudervi ancora di più questo sguardo nel Mio mondo invisibile, dovete
pensare che nell’anima, con le passioni, appunto attraverso le stesse, viene
influenzato il corpo. Cosicché con le buone influenze viene nutrito il normale
stato di salute, e con le cattive passioni viene invece disturbato perfino il
processo dell’organismo vitale e, con ciò, anche attraverso l’assimilazione o
l’espulsione degli elementi rispondenti per mezzo della propria atmosfera
stessa. Così, oltre ad essere contagiati spiritualmente, si viene anche
disturbati e si peggiora materialmente, oppure ci si riempie con corrotte
secrezioni del corpo.
18. Ebbene vedete, negli assembramenti di
molti uomini in locali chiusi, le atmosfere di tutte queste persone radunate si
devono mescolare, anzi dal momento che l’inspirazione è un necessario mezzo
vitale e dai polmoni è introdotto l’elemento inspirato in altri organi, lì
altrettanto può produrre dei peggioramenti che poi più tardi possono degenerare
in malattie, di cui nessuno sospetta il motivo da dove sono venute, allora deve
essere ancora osservato come poi questo processo viene spesso perfino
accelerato, quando gli uomini radunati in un luogo sono in eccitazione, sia
attraverso il movimento corporeo, come nel ballo, sia attraverso impressioni
spirituali del linguaggio oppure della musica, per cui questi processi di
eliminazione vengono accelerati, e migliaia di particelle decomposte del corpo
escono dall’atmosfera dello stesso, e vengono di nuovo inspirate da altri, dove
dunque accanto alle eccitazioni spirituali, perfino la vita materiale, in parte
attraverso il proprio eccessivo movimento, in parte attraverso l’assimilato
degli altri, si viene alla fine esposti alle malattie oppure viene abbreviata
la vita, così potete avere una debole idea, quali peccati veramente vengono
commessi nei vostri così ardentemente bramati intrattenimenti di ballo, di cui
poi la maggior parte non ha nessuna idea. Io però, che non vedo il mondo come
voi in modo materiale, bensì come prodotto spirituale, so meglio di tutti cosa
succede là, e conosco anche la sua portata per ogni singolo, quali conseguenze
incommensurabili porta spesso con sé un ballo. Se voi sapeste quali conseguenze
ha spesso un ballo su singole persone di ambo i sessi, oppure su intere
famiglie, rabbrividireste davanti ai risultati che sorgono da tali ‘innocenti
divertimenti’, come li chiamate voi.
19. A parte le vittime che soccombono alla
follia del ballo, rimangono le conseguenze immorali che derivano dai continui
contatti corporei e dell’amalgamare delle atmosfere dei due sessi, dove a
qualche brama sonnecchiante manca solo l’occasione per l’esercizio, e le
conseguenze di un ballo si fanno spesso sentire pure sulle generazioni seguenti
come disgrazia e miseria.
20. Portate le vostre figlie ai balli, voi
ciechi genitori, che credete di raggiungere con tutt’altri mezzi ciò che è il
vostro agognare! Di rado otterrete ciò che volete, e poi spesso la figlia sarà
perennemente infelice; la quale, nella vostra limitata opinione, in questa
maniera (sbagliata) volevate aiutare ad ottenere la felicità.
21. Vedete che cosa accade ai balli? Date
un’occhiata alla smodata brama di truccarsi delle donne; guardate come
promuovono tutto per splendere con ciò che non dovrebbero sfoggiare, con la
carne del loro corpo esercitato commercio! E appunto per questo il nome è del
tutto al suo posto particolarmente in questo tempo immorale, ‘carnevale’, dove
‘vale la carne’; infatti, è letteralmente solo la carne che viene offerta in
vendita. Se però dietro a questa carne c’è un’anima formata spiritualmente,
proprio non interessa! Se solo la carne ben acconciata e abbellita piace
all’occhio libidinoso dell’uomo, allora la figlia smarrita e la madre cieca
credono che tutto sia fatto perché forse un “sempliciotto è caduto nella
trappola”, come dite voi spesso in maniera proverbiale. E qual è la
conseguenza, anche se un legame matrimoniale avviene a proposito? La
conseguenza sarà solo che più tardi si dovrà ammettere che tra una serata da
ballo e un più lungo vivere insieme, c’è una grande differenza, e che ci si
accorge solo più tardi ciò che si sarebbe dovuto vedere subito, che nel ballo i
corpi sono per vero strettamente abbracciati, ma le anime di questo legame,
spesso non ne sapevano nulla, né lo vollero sapere!
22. E qual è la conseguenza di tali
alleanze? Guardatevi in giro nel mondo, e nella maggior parte delle famiglie lo
potrete contare sulle dita, dove regna armonia o disarmonia. In certe donne
potete poi vedere sulle loro labbra una maledizione verso coloro che, nella
loro grande cecità, credevano di rendere felici le loro figlie con i balli,
mentre avevano preparato per loro una lunga miseria e sofferenza di ogni
genere.
23. Il carnevale di rado ha portato buoni
risultati, poiché povertà, avversione per il lavoro ed eventi immorali sono
sempre la sua conseguenza spirituale, e malattia, infermità e miseria lo sono
dal lato materiale.
24. Così vedete come in un epoca in cui lo
spirituale viene così tanto calpestato completamente con i piedi, dove solo la
carne vale qualcosa e in cui ora i governi dovrebbero guidare la brama dei
divertimenti, porgono piuttosto ancora la mano che è idonea ad aiutare il
popolo per una rovina morale, materiale e spirituale.
25. Dov’è rimasta la costumatezza del
genere femminile? Dove le caratteristiche dell’avveduta donna di casa? Dove il
legame che dovrebbe legare l’uomo alla sua compagna e lei a lui? Lo potete ben
leggere in qualche romanzo, e anche questo spesso viene scritto da un autore
che in tutta la sua vita ha esercitato proprio l’opposto di ciò che predicava
agli altri con belle parole.
26. Come deve predominare una fede, una
tendenza religiosa, se da tutte le parti si lavora contro, e si cerca di
estirpare l’ultima scintilla di Dio dal cuore?
27. A cosa servono le prediche sul
digiuno, se i sacerdoti si affannano per dimostrare agli ascoltatori ciò che
dovrebbero fare e purtroppo proprio loro non lo fanno? A cosa serve parlar
dopo, quando tutto è già accaduto? A cosa serve chiudere la porta adesso,
quando la mucca è uscita dalla stalla, come dite voi? Dovevano predicare prima
questi signori, e sperare che questo o quello non sarebbe accaduto; ma dopo?
Sono parole pronunciate al vento! – Gli uomini avrebbero forse seguito queste
parole prima, ma dopo non aiutano a niente, poiché fino alla prossima festa di
carnevale tutte queste parole d’ammonimento saranno da tempo dimenticate!
28. Vedete, figli Miei, quanto di
spirituale c’è in questo tempo chiamato ‘carnevale’,
ed è calpestato con i piedi. Osservate in quanti modi viene offerta la mano per
la caduta, per il peccato. Guardate come la mescolanza spirituale dei fluidi
travia l’uno o l’altra a passi che prima essi non conoscevano né sospettavano.
Guardate come tutto lo spirituale agisce sulla materia e sulla carne, e pensate
che oltre a questo, perfino l’intero mondo degli spiriti che vi circonda
sempre, non è inattivo in questo, poiché, quanto più lo spirito è materiale,
tanto più egli stesso trova ancora piacere in questi divertimenti degli uomini.
Egli si mescola, influenza, acquieta la coscienza dell’uomo in ogni modo
possibile, perché così trova gli uomini accessibili per primo per i suoi
godimenti, godimenti che adesso proprio non può più realizzare, e così gli
uomini in queste sale da ballo sono anche influenzati da un mondo degli spiriti
che vuole solo nuocere, e nel danno che là trova la sua origine, trova solo
godimento! Perciò, in tali occasioni in qualcuno quest’oppressione è
inquietudine interiore, come influsso del suo buono spirito di protezione.
29. Se poteste vedere con occhi spirituali questa
confusione, dove i buoni spiriti vogliono proteggere, e dove i cattivi vogliono
sedurre, dove le atmosfere spirituali si mischiano, si accendono nelle stesse
brame, dove gli uomini accorciano lentamente la loro vita tra il suono della
musica e i balli ritmati, e precisamente con ciò: perché inspirano sostanze
malate che mettono la base a lunghe e complicate malattie croniche, e
generazioni sempre malaticce. Se poteste scorgere il danno spirituale che certi
uomini si portano a casa dai balli, dove viene loro ‘inoculato’ un desiderio
libidinoso attraverso altri fluidi spiritualmente cattivi, voi indietreggereste
spaventati davanti a questo caos di tutte le malvagità che possono sorgere da
un tale divertimento, dove in genere gli uomini ciechi non sospettano ‘nulla di
pericoloso’.
30. Vi faccio scrivere questa parola affinché vediate
di nuovo quanto siete ciechi, e non sapete che tutto ciò che vi circonda è in
fondo solo dello spirituale, dove tutto ha relazione solo attraverso lo
spirituale, e l’influsso spirituale è la cosa principale oppure l’elemento
principale di tutto l’esistente!
31. Se lasciate andare il mondo così come
va adesso, incontro alla sua rovina, non è come se lo volessi Io, no! Pure a Me dispiace se, nonostante il
Mio Amore, nonostante le Mie parole, non trovo seguaci e adoratori!
32. Come Dio e come Essere supremo ho
introdotto delle Leggi che non permettono modifiche, e così anche gli uomini,
quando peccano contro queste Leggi, devono soggiacere alle stesse!
33. Essi dovranno ascrivere a se stessi
quando per loro verranno tempi che renderanno loro sgradevole il ballare, il
gozzovigliare e le notti passate nei divertimenti vegliando; lo hanno voluto
così, e così lo devono avere!
34. Vogliono godere in modo materiale. E
alla fine la materia mostrerà loro anche che essa era solo il soprabito sopra
un io spirituale, e proprio per la loro stessa distruzione, nulla più si è
lasciato pendente dietro di sé, e non lascia che un ricordo delle belle sperate
condizioni, che però non si sono mai realizzate!
35. E così anche gli intrattenimenti
danzanti contribuiscono indirettamente a condurre gli uomini un po’ alla volta
del tutto alla materia, nelle braccia delle voglie materiali e sensuali, poiché
poi trovano gusto solo nelle stesse, e ce la mettono tutta per rendere questi
godimenti il più raffinati possibile, dove fondamentalmente lo spirituale viene
rinnegato e solo la carne ha ottenuto il valore principale.
36. Questa è una parola di ammonimento per molti,
affinché possano per lo meno imparare a comprendere fin dove può condurre
spesso l’amore esagerato dei genitori, dove gli stessi, volendo il bene,
provocano solo del male, e dove proprio il fattore principale, l’operare
spirituale, rimane inosservato nel mondo intero!
37. Quante delle vostre disposizioni statali e
poliziesche di divertimenti permessi esistono, che hanno risultati del tutto
diversi rispetto a quelli forse desiderati!
38. A coloro che cercano solo il materiale
non può essere predicato in modo spirituale, e proprio per questo sarebbe anche
inutile sprecare qui sopra molte parole!
39. Questa Mia parola sul ‘carnevale’ vi possa bastare per
scorgere chiaramente dalla stessa quanto non sapete ancora e quanto accade
intorno a voi, di cui voi, ciechi e corti di vista, non volete riconoscere il
fattore principale che agisce maggiormente sul vostro bene spirituale e
materiale.
40. Aprite gli occhi e lasciate finalmente
penetrare attraverso la materia il raggio spirituale di Luce nel vostro occhio,
raggio che vi dovrà contrassegnare non a uomini materiali, bensì a cittadini di
un regno spirituale dal quale un giorno siete proceduti e al quale dovrete di
nuovo ritornare!
41. Lasciate andare la carne con le sue
brame! Cercate di vivere spiritualmente come figli dello Spirito. Cercate di
guardare tutto spiritualmente e trarre da tutto un guadagno spirituale. Questo
è l’unico compito della vostra vita terrena, affinché poi nell’altro mondo, che
è un mondo spirituale, possiate procedere più facilmente come spiriti!
42. Questo è il Mio paterno consiglio che
vi ha di nuovo aperto una pagina della Mia Creazione, e vi ha mostrato che
perfino nei divertimenti per voi vi è contenuto meno dello spirito, ma qualcosa
di molto più importante che interviene molto di più nella vostra vita familiare
spirituale e materiale di quanto avete creduto finora.
43. Imparate quindi a comprendere cosa
sono Io, e a cosa andate incontro, quando non agite secondo le Mie Leggi ma
secondo le vostre deboli conclusioni intellettuali, dove per i più piccoli
avvenimenti manca la giusta comprensione, e poi i risultati non sono così come
voi li avete desiderati, e dove poi vorreste dare la colpa a Me! – Amen!
[indice]
۞
Il potere della preghiera
ovvero
come si deve pregare!
11 marzo 1877[25]
1. Ogni uomo che nutre solo minimamente dei sentimenti religiosi
ed ha fede, e per questo riconosce anche al di sopra di sé un Essere superiore,
sente spesso il bisogno di rivolersi a questo Essere superiore, dal momento che
è convinto della Sua potenza, considerandoLo come Signore e Guida di tutti i
destini degli uomini.
2. Questo guardare in su e questa
richiesta o supplica all’Essere superiore si chiama generalmente ‘pregare’.
3. Come e quando questa preghiera può
essere d’effetto, e come deve essere veramente fatta, è lo scopo di questa
parola, affinché anche su questo si faccia Luce nei vostri sentimenti, e con
ciò sappiate cosa significa pregare, come si deve pregare, e quale potere si
trova nella fede, praticata per aiutare il prossimo. Chi ha una religione,
prega; ma anche l’animale prega inconsapevolmente, ma l’espressione della sua
preghiera è solo una consapevolezza di benessere, poiché si rallegra della sua
vita e, quando lo permette la sua organizzazione come nell’uccello il suo canto
melodioso, oppure nel lieto canto della cicala, come pure negli insetti,
esprime la sua preghiera di ringraziamento.
4. Per quanto riguarda l’uomo che è
consapevole della sua personalità, la sua preghiera sarà sempre conforme al
gradino della formazione religiosa, dove poi normalmente prega come gli è stato
insegnato, oppure lo crede al meglio esattamente secondo le sue idee.
5. Milioni di uomini pregano, oppure
credono di pregare, e non vedono nessun risultato dalla loro preghiera, o
perché pregano per l’esaudimento di desideri che non sono fattibili, oppure
perché credono che con la preghiera hanno già fatto tutto il dovere verso il
loro Creatore.
6. Da queste opinioni emergono
naturalmente una quantità di errori che, spesso, conducono perfino dalla fede
all’incredulità, perché l’uomo non vede nessun esaudimento delle sue richieste
(errate). Quindi qui deve essere stabilito un limite, il perché si prega, come
e per che cosa si deve pregare! La prima domanda è quindi: “Quando è il vero momento in cui l’uomo si sente attirato a volgere il
suo sguardo verso l’Alto, per rivolgere una fervida preghiera al Reggitore del
suo destino?”
7. Per rispondere a questa, dobbiamo
considerare le differenti situazioni nelle quale l’uomo può capitare, dove la
preghiera è necessariamente anche l’unico mezzo di conforto.
8. Queste situazioni sono in genere la
perdita di persone amate oppure disgrazie materiali, e anche ingiustizie senza
colpa causate da altri uomini, che portano ad invocare l’aiuto dall’Alto. Cosa
accade veramente in tali casi? È per lo più il necessario convincimento di quanto
il mondo sia ingannevole, al quale l’uomo forse era prima così affezionato,
oppure a quanto sono inevitabili le leggi della natura, le quali furono
ordinate una volta così e non diversamente da un sommo Creatore.
9. In tali casi l’uomo si sente abbandonato da tutto.
Nulla serve per quietarlo, per consolarlo, oppure per riconciliarlo con il suo
destino; abbandonato, orfano, sta lì. Nessun potere umano lo può aiutare,
poiché onori, dignità e tesori non sono in grado di rialzare l’animo abbattuto;
allora guarda in Alto, all’Essere invisibile che ha spesso presentito, ma mai
ha degnato abbastanza; allora si sente spinto ad aprire il suo cuore dinanzi a
Lui sotto un flusso di lacrime; allora emerge spesso dinanzi a lui come in uno
specchio tutta la sua vita sbagliata con tutta la sua nullità e, contrito,
crolla esclamando: “Mi hai punito, o
Signore! Avevi ragione, non merito diversamente, ma vedo che solo così la mia
anima poteva essere salvata dalla perdizione!”.
10. Bastano queste poche parole come
esclamazione, come confessione della propria colpa, per quanto siano brevi, per
versare al duramente provato, conforto e quiete nel cuore, poiché egli, quando
forse percepirà una Voce della cui esistenza mai avrebbe creduto prima, questa
in lui dirà: “Sta tranquillo figlio Mio,
ciò che hai sofferto doveva avvenire così. Per vero, non eri preparato ad un
tale colpo, ma da questa disgrazia sorgerà la salvezza della tua anima, e se
soltanto avrai riconosciuto l’ingannevole mondo, allora è sufficiente, poiché
la tua anima sta dinanzi a te in tutta la sua nudità e ti indica con il dito
verso l’Alto dove ti dovresti rivolgere, dove prosperano grandi tesori, quelli
eterni, mentre tutti quelli temporali sono assoggettati al cambiamento!”
11. Tali preghiere, obbligate attraverso
delle circostanze, non le auguro a nessun uomo; soltanto che queste devono
subentrare presso ciascuno, naturalmente più forti e più appassionate quanto
più grande è il sonno spirituale nel quale l’anima era sopita. Questa preghiera
di tristezza e disperazione ha valore solo in quanto è come una medicina amara,
affinché mantenga l’uomo per un tempo più lungo sulla migliore via spirituale.
12. Per quanto riguarda le disgrazie materiali in cui
si perdono tutti i propri averi, oppure si vivono sofferenze non meritate
causate da altri uomini, allora nel primo caso è solo colpa dell’uomo stesso,
quando è attaccato troppo alla materia, e perciò la perdita gli sembra spesso
irreparabile, non volendo rinunciare a nessuno dei suoi bisogni abituali. Il
secondo caso, i torti, le ingiustizie, anche perdite causate da altri uomini,
testimonia proprio chiaramente dell’ignoranza del mondo, ritenendosi, essi e
gli uomini, migliori di quanto siano realmente. In entrambi i casi tutte le
preghiere rivolte a Me sono innanzitutto altrettanto obbligate dalle
circostanze, e non hanno nessun altro scopo che il ristabilimento delle
primiere condizioni mondane, dove Io dovrei prestare la Mia mano per l’aiuto,
mentre proprio il ritiro della Mia mano proteggente porta l’uomo, spesso contro
la sua volontà, sulla via spirituale, proprio dove Io lo voglio avere!
13. Vi ho già detto spesso che in tutta la
Creazione non accade nulla senza un ‘perché’, cosicché tutto è congiunto
strettamente come una catena, come causa ed effetto. Come nelle grandi leggi
dei mondi, altrettanto si comprova questo nelle azioni degli uomini, nelle
condizioni e negli avvenimenti col vivere insieme di più persone, dove però Io,
senza pregiudicare la libera volontà dell’uomo, tutto ciò che accade lo
utilizzo per i Miei scopi, così precisamente che perfino con le più grandi
perdite e disgrazie apparenti deve tuttavia guadagnare il primo principio
spirituale del progresso. Infatti, proprio la preghiera spinta dal bisogno è
una sveglia, sebbene sia una preghiera involontaria, ma spesso del tutto sana,
per promuovere una nuova vita spirituale, dove l’anima dell’uomo si è troppo
impigliata nella vita mondana materiale.
14. Per quanto riguarda la preghiera
ecclesiastica in cui vengono sciorinate preghiere inventate e scritte da altri,
queste non hanno proprio nessuno scopo e nessun successo, poiché l’orante in
ciò non pensa a nulla, oppure al massimo che con un tale inutile profluvio di
parole si è già accordato con Me, il che non sarebbe un progresso, bensì un
sostare allo stesso punto.
15. Il perché si debba veramente pregare è
per questa ragione: perché una preghiera, quando viene dal cuore, verserà nello
stesso alleggerimento, pace e gioia. Si deve pregare a Me, perché l’essere
umano nella sua vita interiore ha una quantità di domande alle quali nessuno
può rispondere sufficientemente, e non vorrebbe nemmeno affidare a qualcuno
questi segreti del cuore.
16. Si deve pregare, perché nessuno può
consolare come consolo Io (quale Santo Spirito), specialmente se si sanno apprezzare
le Mie parole, perché Io non respingo nessun figlio quando guarda in su a Me
nell’afflizione ed apre completamente il suo cuore dinanzi a Me. Io non gli
rimprovero gli errori commessi, la sua stessa preghiera testimonia già che lui
stesso li conosce, e ora con le cattive conseguenze supplica il Mio aiuto.
17. Chi viene a Me in questo modo, trova
sempre ascolto, il che significa che egli trova di nuovo la sua quiete che prima
credeva di aver perduto. Ora veniamo alla domanda: “Come si deve pregare?”. – Vedete, figli Miei, qui è difficile dare
una precisa risposta, perché proprio ‘il
come’ dipende dal punto di vista spirituale di ognuno. Quanto più l’uomo Mi
ha cercato e trovato nella Creazione, tanto più elevato sarà anche in primo
luogo il suo concetto di Me, e in secondo luogo tanto più fervide e
confidenziali saranno anche le sue preghiere.
18. Vedete, se veramente volete che vi
spieghi precisamente la faccenda, allora la vita dell’uomo dovrebbe essere una
continua preghiera, una preghiera che non consista di singole formule o di
belle parole, ma una preghiera che sia, per così dire, un continuo e costante
stato d’animo, dove tutto ciò che avviene, tutto ciò che l’occhio vede e
l’orecchio ode, e i sensi percepiscono, venga considerato, giudicato e fatto
così come l’uomo cosciente si deve concepire spiritualmente, il quale uomo è un
discendente da Me, vale a dire, nel costante sguardo e riferimento a Me.
19. Così per esempio vi voglio spiegare
come deve essere una passeggiata nell’aperta natura, e come può diventare una
fervente preghiera rivolta a Me senza che vengano impiegate formule di
preghiera, né espressa una parola di adorazione.
20. Vedete, quando qualcuno stanco del
lavoro del giorno, oppure attirato dal cielo sereno e dal caldo splendore del
Sole, cerca l’aria aperta, in primo luogo per allontanarsi alcune ore dal
trambusto del mondo oppure per stare per un po’ da solo con se stesso, allora
cammina lentamente attraverso bosco e campi, poiché lascia libero corso ai suoi
pensieri, gioisce del calore del Sole o della fresca ombra degli alberi,
inspira con queste boccate l’aria di primavera, osservando così la natura
nell’insieme come nei particolari, forse fermandosi davanti a qualche fiore, a
qualche pianta, davanti a qualche bel panorama, e dedicandosi così alle
ispirazioni della natura che rimane sempre la stessa, dall’osservazione dei
suoi prodotti alla loro esistenza, alla loro artistica struttura, alla loro bellezza,
e subito, alla fine viene guidato al Creatore di tutto questo, il Quale, sia
che gli uomini comprendono tutto oppure no, continua a coprirli comunque
giornalmente con migliaia di Grazie. E poi, quando l’uomo probabilmente
esclama: “Oh, quanto poco ci vuole per
essere felice!”, allora rivolto a Me prega. A questo punto il suo cuore si
distoglie dal mondo e prega senza saperlo, perché riconosce l’operare
spirituale del suo Creatore, del Padre suo nella natura, e da ciò riconosce se
stesso come un essere spirituale che, sebbene posato sulla Terra materiale, ha
altrove la sua origine e il suo futuro, dove non penetrano più le
preoccupazioni mondane, dove quiete, pace ed eterno amore è la permanente
consapevolezza dei viventi là. In una tale passeggiata l’uomo sente la
vicinanza del suo Dio, sente come Egli lo circonda ovunque e sempre con lo
stesso amore; sente la nullità del mondo e comprende che nella contemplazione
di un singolo fiore, nello scavare nella sua struttura, si trova nascosto tanto
di spirituale, tanto di amabile, che solo un Dio ve lo poteva collocare, il
Quale tiene avvolto con amore tutto, abbracciando tutti i Suoi figli, creature
ed esseri.
21. Siate rassicurati! Un uomo simile
prega, anzi prega a Me fervido, impara ad amarMi, è soddisfatto del suo
destino, e a casa ritorna certamente come un uomo del tutto diverso da come è
uscito di lì.
22. Così si dovrebbe pregare dalla mattina
alla sera, ricondurre ciò che s’incontra, ciò che accade, alla conduzione
divina, a scopi spirituali; allora nessuno sarà più sorpreso da avvenimenti che
lo gettano a terra, o lo potrebbero contristare per un più lungo tempo, perché
egli riconosce che tutto è solo per il meglio, anche se ha l’apparenza di una
calamità. Che cos’è un caso di morte per un tale uomo? Che cosa la perdita di
beni materiali? – Nel primo caso riconosce la legge naturale, oppure in quelle
malattie causate spesso dalla propria trascuranza; perfino nella più tranquilla
visione per lui non esiste nessuna morte, bensì solo un scambio tra due mondi.
Anche se si rammarica di qualcosa, allora è più il proprio interesse che è
stato disturbato o pregiudicato con questo caso di morte, ovvero di un modo di
vivere da tempo abituale che adesso deve prendere un’altra svolta. Nel secondo
caso con la perdita materiale il suo lamento è solo una dimostrazione che ai
beni materiali conferiva più valore di quanto meritano veramente, e solo per
questa ragione anche la loro perdita è tanto più sentita.
23. L’uomo religioso educato
spiritualmente, riconoscerà in tutta la sua vita la conduzione del suo Dio che
lo vorrebbe salvare spesso solo ammonendolo con amore davanti alle disgrazie,
dove alla fine, quando subentrano davvero, l’uomo deve dare la colpa a se
stesso più che agli altri, proprio perché non aveva dato ascolto alla Voce
ammonente.
24. Ebbene, dopo che vi ho dimostrato come
la vita dovrebbe essere una costante preghiera e come non dovreste dimenticare
in nessun passo il vostro Dio e Signore, possono comunque capitare casi in cui
anche l’uomo religioso vuol comunque ancora porre a Me alcune preghiere, e ora
si domanda come terza cosa: – per cosa si dovrebbe veramente pregare?
Rispondere a questa domanda, dovrà essere la Mia prossima preoccupazione,
affinché impariate a conoscere l’importanza della preghiera in tutta la sua
estensione.
25. “Per
che cosa si deve veramente pregare?”. Questa domanda si divide nuovamente
in due altre: “Si deve pregare per i beni
temporali o per quelli spirituali? Oppure in generale per l’umanità e per un
prossimo? – E cosi come un giorno dissi, si deve pregare perfino per i propri
nemici?”
26. Per che cosa prega per lo più l’uomo? –
Di solito per il miglioramento mondano delle sue condizioni; quasi sempre è il
benessere temporale che sta per base alla preghiera, oppure quando qualcuno sta
sul letto dell’infermo, allora supplica per il ristabilimento della sua salute
(che l’infermo stesso troppo spesso aveva calpestato con i piedi), per poter
poi di nuovo proseguire là, dove questa l’aveva lasciato prima della sua
malattia; di rado qualcuno supplica per l’aiuto così da diventare
spiritualmente un uomo migliore! Questo richiedere tesori temporali, questo
sacrificare nelle chiese per scopi simili è sbagliato, poiché Io sono uno
Spirito, ed ho davanti agli occhi solo l’educazione spirituale degli uomini, e
non posso procurar loro dei vantaggi terreni a spese del regresso spirituale!
27. La preghiera rivolta a Me in
considerazione di un prossimo, in considerazione del suo smarrimento,
presuppone naturalmente un punto di vista spirituale ampiamente più alto, dove
l’uomo dimentica le sue stesse condizioni ed ha davanti agli occhi, in genere, solo
il bene di tutti gli uomini. Nondimeno queste preghiere giungono molto
raramente ai Miei orecchi, poiché di questa gente ce n’è poca sulla vostra
Terra. Gli uomini si occupano troppo di se stessi, e a loro basta quando con la
preghiera hanno ottenuto per sé quiete e pace. Il loro amore non va oltre!
28. Come un tale uomo formato
spiritualmente prega per gli uomini, così pregano anche i Miei angeli quali
spiriti superiori, i quali augurano solo del bene spirituale a tutti gli esseri
loro affidati. Tuttavia un simile uomo da tale preghiera ha anche la più grande
utilità per se stesso, perché proverà in sé una quiete di coscienza che lo
eleverà molto al di sopra di tutto il materiale, e lascerà finire nel nulla
davanti a lui tutti i piccoli dispiaceri della vita umana.
29. Colui che si rivolge a Me supplicando
francamente dal più intimo del cuore: “O
Signore! Tu indulgente, amorevolissimo Padre di tutti noi! Lascia fluir giù il
Tuo Spirito d’amore su questo genere umano smarrito che, come ebbro delle brame
mondane, si è completamente dimenticato di Te! Fa’ splender loro la Luce del
Tuo Amore e della Tua Compassione. Concedi loro una visione nelle Tue
immutabili Leggi della natura materiale e spirituale, affinché non continuino a
peccare contro di essa procurandosi sciagura e miseria! Fa’ loro comprendere
che l’amore per il fratello e la sorella è un debole riflesso del Tuo infinito
Amore paterno che li dovrebbe legare insieme, e non dovrebbero essere né odio,
né ambizione, né smaniosa brama di lucro, le molle motrici di tutto il loro
operare, tali che queste diventano fonti di tutte le sofferenze. Lascia
risplendere la Tua Luce della conoscenza, affinché scompaia l’oscurità nella
quale li hanno precipitati la falsa educazione e i falsi concetti religiosi! Benedici,
o Padre, i Tuoi figli smarriti, poiché anche se smarriti, sono comunque Tuoi
figli, Tue creature! Dona loro quiete e pace, affinché possa splender loro
l’eterna Luce del Tuo Amore! Amen!”.
30. Chi è in grado di pregare così per gli
uomini, chi può fare questo giornalmente con lo stesso fervore, con lo stesso
amore, e dove poi questa disposizione d’animo è anche l’orientamento delle sue
azioni durante il giorno, questi prega a Me ogni ora e senza sosta, si erige
nel suo interiore un tempio di pace che nessuno potrà distruggere, e così
esercita l’amore per gli uomini come l’ho un giorno predicato e praticato Io
stesso.
31. Dedicatevi a tali preghiere e a tali
opinioni superiori con le preghiere rivolte a Me, e presto riconoscerete chi ha
veramente guadagnato: Io o voi!
32. Se sarete in grado di mantenervi in
tali permanenti religiose disposizioni d’animo, allora in voi si sveglierà
un’altra fiducia che finora non avete ancora conosciuto, e che Io ho descritto
con le parole: “Il potere della
preghiera”. Infatti, chi sa pregare in questo modo, ha anche conquistato la
fiducia nel Mio aiuto che, quando lui, in particolare in caso di malattie,
impone la sua mano benedicente, sarà certamente aiutato! Ben pensato, se sta
nel Mio piano; poiché egli non pregherà mai diversamente che concludendo con le
parole: “Se Tu vuoi così, o Signore!”, ma la sua preghiera, sempre, sebbene non
guarendo subito, diminuirà comunque modificando le sofferenze, e precisamente
allo scopo, affinché insegnamenti spirituali trovino accesso quanto prima.
Questo potere della preghiera, ovvero questa ferma fiducia in Me che Io
aiuterò, rafforza la volontà del richiedente; e così era inteso un giorno
quando dissi: «Se voi volete, allora si
spostano le montagne e si precipitano nel mare!». Questo potere della
preghiera è stato dato a pochi, perché altrimenti sarebbe stato spesso abusato,
e perciò il successo non sempre sarebbe stato certo. È possibile aiutare i
malati con l’imposizione delle mani, ma non sempre è fattibile, perché Io
stesso non posso guarire là dove ho permesso la malattia proprio come farmaco
per l’anima.
33. Perciò nessuno si dia alla speranza
anche quando ha raggiunto l’altezza della necessaria fiducia di essere sempre
certo del successo. Per lui una tale preghiera sarà sempre di utilità, ma ad
altri solo in base alle circostanze. Voi dovete sempre ricordare, come ho già
detto prima, che Io ho davanti agli occhi il bene spirituale dei Miei figli, al
quale deve sempre essere subordinato il loro bene corporeo.
34. Il potere della preghiera deve elevare
l’uomo, deve guidarlo a Me. Questo è lo scopo, poiché ‘preghiera’ non significa altro che pensare a Me e alla relazione
tra Me e gli uomini, e chi prega così è entrato in collegamento con Me, e con
ciò ci guadagna, perché riconosce meglio la sua posizione in questo mondo, si
riconcilia più facilmente con tutte le condizioni e, attraverso la preghiera,
si facilita il passaggio nell’altra vita, essendosi già da tempo immedesimato
spiritualmente, prima ancora che cada l’involucro terreno che lo separava dal
Regno degli spiriti.
35. Perciò dissi ai Miei discepoli: «Vegliate e pregate, affinché non cadiate in
tentazione!», perché Io sapevo qual è il potere della preghiera che, in
quel tempo, era per loro così necessaria, dal momento che dopo breve tempo
avrebbero perso il loro più importante Sostegno: Me stesso. –
36. Anche a voi esclamo la medesima cosa: “Pregate, affinché non vi sorprendano
avvenimenti dove sono maggiormente necessarie forza d’animo e fiducia”. –
La preghiera dà conforto, è un’elevazione a Me, ma si deve pregare solo in
maniera assennata, altrimenti mancherà il suo scopo, e l’uomo con tutto il suo
pregare giungerà vicino alla disperazione.
37. Pertanto riflettete ciò che vi ho dato
qui di nuovo. Adoperatevi ad imparare a pregare per ottenere da Me ciò che vi
posso esaudire! Non perdetevi in vani desideri e insignificanti brame terrene
verso cose che, anche se le possedeste, non porterebbero la presunta felicità
che vi aspettate da loro. Tutto nel mondo deve essere saggio ed usato solo così
che porti utilità spirituale; proprio per questo anche questa parola su ‘il potere della preghiera’, affinché
sappiate anzitutto come si deve pregare, e poi fin dove la preghiera è anche
utile per gli altri.
38. Vita è il Mio Io; vita è tutta la Mia Creazione; e vita deve esserci anche spiritualmente ovunque. Perciò voglio
rimuovere tutto ciò che è morto.
39. Vita è progresso; vita è necessaria per il cambiamento di uno nell’altro; e vita, vita spirituale eleva la
materia, la conserva per un certo tempo, e la distrugge poi di nuovo non appena
è giunto il tempo della maturità per una vita
superiore (oppure anche quando i collegamenti dell’esistenza terrena, come
scuola preparatoria per l’eterna Vita, sono stati del tutto trascurati).
40. A questa vita superiore vi prepara
anche la preghiera. Infatti, così diventate sempre più confidenti con Me e con
la Mia volontà, comprendete sempre di più quale spirito c’è in Me, quale in voi
e anche nella materia, il quale, liberato, un giorno salirà là, da dove era una
volta provenuto!
41. Imparate a pregare così e a
comprendere sempre di più il Padre vostro. Tale è lo scopo di questa
spiegazione, per mezzo della quale è più facile raggiungerLo! – Amen!
[indice]
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Considerazioni sulla Settimana santa
(Parole di ampio valore per adesso per questa cerchia)
23
marzo 1874
1. Si sta di nuovo avvicinando la settimana nella quale
almeno molti in tutta la cristianità pensano di nuovo seriamente a Me, in
verità nel modo del tutto diverso e non troppo corretto come vorrei, oppure
come volevo istituirlo durante il Mio cammino terreno. – Soltanto, lasciamolo
così com’è, tanto un giorno tutto si accomoderà, tanto più che da un po’ di
tempo sono già state prese le disposizioni necessarie nel senso spirituale, per
lasciar finalmente splendere la Luce laddove finora ha regnato solo oscurità.
Anche voi, figli Miei, vi ricordate in questa settimana in arrivo le parole che
vi ho dato negli anni passati, e qualcuno ha di nuovo nostalgia di nuove
parole, mentre dovrebbe aspettarsi da se stesso un miglior risultato oppure
interiorizzarsi fino a qual punto ha conformato secondo la precedente parola la
sua missione, così da non aver bisogno da Me di nuovi ammonimenti o
insegnamenti. Nondimeno, considerato che Io sono il Padre dell’Amore e so molto
bene con quali deboli figli ho a che fare, allora voglio far scrivere la vostra
confessione generale, invece di dirla prima a Me, poiché qualcuno ometterebbe
forse i suoi errori principali, mentre Io sono intenzionato a non lasciar
passare neanche una sola omissione.
2. Vedete, questa settimana in arrivo vi
ricorda due dati di fatto: per primo, la Mia immagine della resurrezione,
dell’umiltà, dell’amore per il prossimo, del perdono dei peccati dei Miei
nemici; per secondo, il grande Sacrificio che Io, come Creatore nella figura
umana, ho portato per voi, per non farvi sprofondare ad animali passionali, ma
per salvare la vostra dignità spirituale, affinché diventiate corrispondenti
alla Mia immagine, per la qual cosa vi ho creati!
3. Per quanto riguarda il primo punto,
allora è naturale rispondere alla domanda, come e fin dove avete seguito il Mio
esempio, inoltre, come avete confermato il vostro amore per il prossimo verso i
vostri simili, e come avete esercitato l’umiltà, il perdono e l’amore?
4. Ebbene, a questo punto ognuno stenda la
mano al suo stesso petto, s’interroghi, e se trova le sue principali debolezze,
allora si migliori; infatti, se dovessi enumerare le vostre debolezze, allora
vi assicuro che si metterebbe male, poiché nessuno, senza eccezione, è ciò che
dovrebbe essere, oppure ciò che Io potrei pretendere da lui, calcolando secondo
il dono della tanta Luce che avete ricevuto finora da Me; poiché vedo ovunque
intolleranza, falso fervore di conversione, inutile loquacità, e lo
scoperchiare con malignità gli errori degli altri! In verità, queste non sono
caratteristiche dei Miei allievi, ovvero per lo meno non lo dovrebbero essere!
5. Per l’appunto, nella settimana in
arrivo sta davanti a voi l’immagine del più grande sacrificio, della più grande
tolleranza e del più grande amore, e quanto poco avete vissuto e operato voi
secondo quest’immagine! Avendo Io un giorno detto: “Chi è di coscienza pura, raccolga la prima pietra”, così voi
stessi con la coscienza imbrattata avete esposto altri erranti a tutta una
pioggia di pietre, e li avete trascinati senza pietà nel fango, che invece
dovrebbero essere tolti dallo stesso con mano leggera! Ancora sulla croce ho
detto:
“Signore,
perdona loro, perché non sanno quello che fanno!”
6. Quand’è che avete espresso un
linguaggio simile? Quando avete scritto le ingiustizie degli altri sulla sabbia?
– Vedete, fate delle indagini nel vostro cuore e scorgerete con raccapriccio
quante macchie nere si mostreranno nello stesso, quanti fogli sudici ci sono
nel vostro diario della vita! E voi volete da Me una parola, da Me che un
giorno ho portato il più grande sacrificio per salvarvi spiritualmente. – E
adesso, pur sapendo come potete salvarvi da voi stessi, adesso pretendete di
nuovo parole che vi dovrei esprimere, invece di rivolgervi a Me nella preghiera
per il perdono di tutti i vostri errori commessi, errori che avete sulla
coscienza con e senza volontà dall’inizio dell’anno? – Io credo che da tutto
ciò che finora avete ricevuto da Me, splenda del tutto chiaramente come dovete pensare, vivere e operare, e
non è sempre necessario proferire continuamente il vecchio con parole nuove.
Voi dovete già aver capito che la sola lettura e l’ascolto delle Mie parole non
bastano per mostrarsi come seguaci della Mia persona! Dovreste tuttavia sapere
che non basta un’occasionale meditazione o elevazione dell’animo a Me per
essere ‘figlio Mio’, bensì che un costante sguardo a Me, un costante pensiero
che ogni battito del vostro cuore è una Grazia proveniente da Me, secondo la
quale per lo più non vi comportate degnamente, che tutto il bene che incontrate
proviene da Me, e tutto il male che vi capita è per lo più per vostra stessa
colpa. Dovreste essere arrivati a questo discernimento che, essere ‘uomo’ nel
Mio senso, non è così facile, e proprio per questo devono essere impiegati
tutti gli sforzi e tutte le forze per tendere solo da lontano a ciò per cui la
vostra vita è per lo più troppo breve, così che ciò che avete tralasciato qui
lo dovete recuperare prima di tutto nell’aldilà, e precisamente con il doppio e
triplo impiego di tempo e difficoltà! La vostra anima dovrebbe mettere tutto
questo davanti a sé come immagine, per poi domandarsi: “Sono dunque così come vorrei apparire io al mio Gesù, al mio Creatore?
In questa settimana in arrivo, è il mio stesso atteggiamento degno, proprio di
questo Gesù, di questo “Dio dell’Amore” che ha portato a causa mia un tale
grande sacrificio, solo per mostrare a noi, creature ingrate, deboli e
superficiali, quale valore spirituale dovrebbero veramente avere, e di quale
alta origine sia il loro migliore spirituale io stesso?”. Sono questi i
pensieri che in questi giorni vi dovrebbero animare, dove in molte chiese il
Mio corpo viene formalmente posto nella tomba, per risorgere di nuovo dopo tre
giorni, cosa che per vero accade nelle chiese di nuovo solo con le cerimonie,
poiché questi rappresentanti Mi hanno già da tempo messo nella tomba e lasciato
là tranquillamente giacere, finché Io, stanco dell’attesa, adesso purtroppo, ma
per loro spavento, tengo Io stesso la Mia seconda resurrezione, per mostrar
loro, non come essi credono che Io debba servir loro, bensì come loro devono
servire Me!
7. Non metteteMi anche voi nella tomba!
Non decorate con belle rilegature le Mie parole che Mi rappresentano, e poi le
lasciate stare tranquillamente nel cassetto della biblioteca, bensì lasciate risorgere
questo Cristo in voi. Egli fu messo per vero nel vostro cuore, ma solo affinché
diventasse vivente, solo affinché anche in voi splendesse il Suo Amore, la Sua
Umiltà e la Sua prontezza del sacrificio. Finché non vi conformate a queste
caratteristiche, fino allora anche voi avete solo un corpo morto nel vostro
cuore, e non la calda vivente Parola che un giorno ha creato il mondo, lo ha
spiritualizzato, lo mantiene e adesso risplenderà presto nuovamente in tutti
gli spazi, per mostrare che, nonostante tutte le macchinazioni, la Sua parola
vivrà in eterno come le Sue opere, e formeranno eternamente il punto splendente
per tutti gli esseri spirituali che, proceduti dal Creatore, devono di nuovo
ritornare al Creatore.
8. Afferrate così questa prossima settimana,
voi tutti che volete appunto diventare ‘figli Miei’ e se volete essere chiamati
così da Me. Mostratevi degni di questo nome e della benedizione con cui questa
è collegata e della propria beatitudine, e nel vostro cuore il Cristo messo
nella tomba risorgerà poi di nuovo nella Sua Luce più bella. Egli sarà e
festeggerà la vostra festa di nascita, mentre in voi, operoso come Amore,
consoliderà nell’amore per il prossimo l’amore per Dio, e mentre Egli risorgerà
di nuovo e voi sarete rinati, allora potrete riconoscere l’intera portata del
Suo Amore e della Sua Potenza!
9. Ogni anno (anche senza pretendere da Me
una nuova parola) dovete stare più purificati e spiritualmente più alti dinanzi
a Me, con la promessa di migliorarvi sempre e procedere un po’ alla volta,
finché la meta della vita di ognuno lo porterà più vicino a Me nell’aldilà,
dove per vero le lotte e le sofferenze non cesseranno, ma voi, secondo il
gradino conquistato spiritualmente, sarete provveduti con più forza e potenza,
per attraversare anche questa maggiore scuola dello spirito per Mia
soddisfazione, dove sono presupposte sempre maggiori esigenze, ma anche
beatitudini più grandi.
10. Perciò, figli Miei, “vegliate e pregate, affinché non cadiate in
tentazione!”.
11. Come un giorno esclamai ai Miei
discepoli sul monte degli ulivi, così esclamo anche a voi adesso: “Sorvegliate
i vostri più segreti impulsi quando essi vi minacciano, affinché non cadiate.
Infatti, come una volta Pietro si pentì del suo rinnegamento, anche per voi
seguirà all’azione scorretta il pentimento. Cercate piuttosto di consolidare la
vostra soddisfazione e la vostra quiete con la buona volontà e buone azioni,
affinché siate fortificati. E non lasciatevi piegare delle passioni umane come
una canna a ogni leggero vento! Osservate la Mia vita terrena! Quante volte non
ho sentito anch’Io i dolori della natura umana ed ho resistito contro! Come Io
lì vinsi da Uomo, così anche voi, come tali, potete vincere, per essere
spiritualmente non indegni di voi stessi. Che però questo non può accadere così facilmente, né può avvenire
trastullandosi, questo s’intende da sé. Io come Uomo ho resistito a tutte le
tentazioni, perché sempre, memore della Mia missione, non Mi sono mai voluto
piegare sotto questa dignità; e voi, come Miei seguaci, dovete seguire questo
esempio, poiché proprio per questo sono venuto, per mostrarvi con parola e
opere ciò che può fare l’uomo quando è animato da qualcosa di superiore, che
solamente il normale istinto di conservazione e il godimento. Io ho seguito il
Mio scopo fino alla fine, dove le parole “È
compiuto!” conclusero il periodo della Mia vita umana, e lasciai a voi
l’inizio del vostro.
12. Adesso, quando questi giorni saranno
di nuovo davanti alla vostra anima come reminiscenza, ricordatevi dunque bene
ciò che Io feci un giorno e il perché lo feci, e così potrete facilmente
riconoscere qual è il vostro compito, compito che non voglio ripetere con i
giorni dedicati alla commemorazione degli avvenimenti provenienti dalla storia
della Mia vita, ma dovrebbero essere già da tempo sepolti nei vostri cuori con
lettere di fuoco!
13. Io là resuscitai dopo l’avvenuta morte
corporea, allora risorgete anche voi, dopo aver portato nella tomba le vostre
stesse passioni, vale a dire il mondo sensuale. Elevatevi, uomini terreni, per
diventare figli spirituali di un eterno Padre e cittadini di un Regno
spirituale, al quale voi tutti sarete un giorno destinati, per festeggiare con
Me e attraverso di Me la grande festa della resurrezione e della rinascita, che
voi qui sulla Terra avrete gradualmente raggiunto in ogni anno nei giorni della
memoria delle Mie opere attraverso le vostre, affinché voi, un giorno come Me,
con la corona della vittoria sul capo, possiate esclamare: “È compiuto! Ho compiuto la grande pesante opera del giorno della mia
stessa incarnazione, ho combattuto, sofferto e subìto, ma la vittoria è
riportata: ho vinto la natura terrena e sto spiritualmente davanti al mio
Creatore, davanti al mio Cristo, che con il Suo inafferrabile Amore mi ha
preceduto come esempio per guidarmi laddove sono cessate tenebre e freddezza,
laddove ricompensando solo luce e calore, amore e beatitudine, godono coloro
che, resistendo alle tentazioni, hanno terminato la loro missione e possono
celebrare la festa della resurrezione in pienissima misura!”.
14. Allora queste parole e questi
festeggiamenti commemorativi della Chiesa cattolica vi sproneranno anche questa
volta corrispondente alla nuova attività, per non dover aspettare il prossimo
anno proprio le Mie parole, bensì preparati starsene lì come veri combattenti
per la Mia dottrina, per la vostra stessa beatitudine e per il vostro prossimo.
Accogliete questo da Me per questa festa, festa che non dovete celebrare
esteriormente, ma tanto più interiormente, affinché diventi vera la Parola del
Vangelo: “Chi Mi vuole amare e adorare,
Mi deve adorare in spirito e in verità”. – Amen!
[indice]
۞
Sulla Lavanda dei piedi
Ultima
Cena
«Allora Pietro disse: “Tu non mi laverai i
piedi in eterno!”.
Gesù rispose:“Se non ti laverò, non avrai
meco parte alcuna!”»
[Giov. 13,8]
3
giugno 1870
1. Questo testo dall’Evangelo del Mio prediletto vi ricorda
nel contempo anche la cerimonia del lavaggio dei piedi introdotta nella Chiesa
(cattolica), dove per vero, i sommi principi ecclesiastici, imperatori e re,
prendono parte a questa cerimonia, proprio perché è usanza, ma il vero e
proprio senso dell’umiliazione che vi si trova, non lo portano minimamente nel
cuore.
2. Tuttavia, oltre al senso di umiliare
l’orgoglio dei superiori e considerare i loro sottoposti come loro fratelli, si
trova ancora un senso completamente diverso e, per vero, spirituale in questo
testo menzionato, cioè quello che disse Gesù:
“Nessuno
entra nel Regno dei Cieli senza essere stato lavato!”
3. Allora vogliamo prendere in
considerazione il vero e proprio atto del lavaggio dei piedi, affinché ne
possiate comprendere dapprima il senso mondano, poi l’animico e alla fine
quello spirituale! In esso si trova ben ancora uno più profondo, quello
celeste, solo che questo per il momento lo vogliamo lasciare da parte.
4. Il lavaggio dei piedi era ed è ancora
un’usanza in Oriente, ed ha per motivo di non sporcare una casa estranea con
l’ingresso; e così era usanza di cortesia che ad ogni estraneo che voleva
entrare nella loro casa, si metteva un bacino con acqua nell’atrio, per pulire
i suoi piedi impolverati o sporchi.
5. Talvolta presso benestanti o ricchi si
aggiungeva all’acqua anche oli profumati che valevano poi come particolare
onorificenza del visitatore. – Questa usanza la potete leggere dove in diverse
occasioni vennero anche a Me unti i piedi con olio durante il Mio Cammino terreno,
in segno di particolare adorazione per la Mia persona. Si dava ai forestieri
anche acqua e olio per il lavaggio e unzione del petto e del capo. Noi però per
il momento ci vogliamo soffermare a questo primo atto del lavaggio dei piedi.
6. Che cosa è veramente il piede nel corpo
umano, e che cosa significa nel senso spirituale, affinché il lavaggio dei
piedi, come ogni atto che Io esercitai come Gesù, ottenga anche un più alto e
spirituale significato e interpretazione?
7. Vedete, il piede ha due significati,
per primo è la base del corpo umano e i suoi sostegni, sui quali l’uomo può
stare eretto e muoversi, e per secondo, è la parte più bassa e oltre a poche
proprietà la parte più inetta, visto dalla parte artistica, dove voi uomini
folli costringete ad essi dei movimenti ed imparate a dare, sotto il nome
dell’arte della danza nel più alto stile, la giusta sostanza e il miglior
nutrimento alla sensualità. Ma anche la via più larga per voi e i vostri per
l’inferno. Ma lasciamo questo da parte, perché Mi disgusta il pensiero di
parlarne ancora di più.
8. Quindi vogliamo osservare il piede come
il membro del corpo più basso, cosiddetto meno intelligente o senza volontà,
allora gli sta di fronte nello stesso significato spirituale l’intero corpo
umano in relazione ad anima e spirito.
9. Appena volete mettere il piede nella
Mia casa o nel regno dei Cieli, allora anche in voi deve essere purificato il
vostro piede, in altre parole il vostro corpo dalla sporcizia e dalla polvere,
cioè dalle passioni e dai vizi, perché solo così la ricettività dell’anima
ammette qualcosa di più alto e spirituale. Poiché, finché predomina il corpo
con le sue passioni, l’anima non può giungere alla sua migliore consapevolezza,
anzi essa viene talmente soggiogata dallo stesso, che cessa di essere anima, e
passa completamente nel corpo, cioè diventa del tutto materiale.
10. L’ulteriore significato del piede come
sostegno del corpo, corrisponde poi del tutto precisamente a ciò che è il corpo
stesso come sostegno dell’anima, assoggettando le proprie passioni ad un
principio superiore; solo allora diventa utile per l’anima, quando (il corpo)
si lascia spiritualizzare dalle caratteristiche dell’anima, e così diventa il
suo sostegno per servire alla fine del tutto purificato nell’altro mondo, come
suo rivestimento e come mezzo per il suo procedere (dell’anima).
11. S’intende da sé che con l’ingresso
nella Mia casa i piedi spirituali devono essere lavati, cioè puri e liberi da
tutte le passioni, poiché nel Mio Cielo può entrare solo del puro. Ma per
quanto riguarda il lavare, in quanto ho lavato i piedi a Pietro e ai Miei
discepoli, con ciò ho voluto precederli con l’esempio quale sommo Signore,
mostrando loro che merita di essere il superiore colui che può servire con
gioia i suoi fratelli e il suo prossimo anche nell’ultima e più indegna
faccenda, altrimenti lasciata solo ai servitori. Con ciò ho anche voluto dir
loro e mostrare che il superiore è colui che non disdegna nemmeno di essere il
più piccolo.
12. Un ulteriore significato, quando Io
dissi a Pietro che “se non ti laverò, non
avrai meco parte alcuna”, vuol dire che se Io stesso non faccio tutto il
possibile per rendervi puri secondo il Mio intendimento, non potrete aver parte
in Me, e naturalmente nemmeno nel Mio Regno. Purtroppo con la maggior parte
degli uomini Io stesso devo prendere i panni più sporchi, poiché prima che gli
uomini non abbiano attraversato l’intero processo di una biancheria spesso
lavata, di rado diventano volontariamente puri.
13. Per rappresentarlo ora ancora in modo
simbolico, allora voglio riferirvi l’intero processo di lavaggio individuale.
La prima cosa è che un panno sporco o un vestito sporco viene smesso, e poiché
così non è ulteriormente utilizzabile, è messo in un angolo o custodito in una
stanza; infatti, finché non è di nuovo pulito, il proprietario non lo indossa.
14. Che cosa fa di diverso l’anima che
tende a qualcosa di superiore? Il corpo gonfio di passioni, è un abominio per lo
spirito, e per l’anima un peso; lei se lo vorrebbe levar di dosso e non aver
mai a che fare con esso, finché non è pulito e idoneo per l’accoglienza di una
Luce superiore. I panni vengono poi messi in acqua o in una liscivia[26]
ed ora viene impregnata con il sapone; manipolata vigorosamente con spazzole,
mani o legni, finché non ha lasciato andare da sé tutto lo sporco.
15. Che cosa accade al corpo che si dedica
alle proprie passioni e fa delle stesse lo scopo principale della sua
esistenza? Esso viene tormentato da Me, se non è più utilizzabile, con
malattie, disgrazie e altre piaghe, finché per necessità dovrà lasciar andare
tutto ciò che lo ha reso inservibile per essere una vera e propria veste
dell’anima!
16. Appena i panni sono pronti, vengono
poi esposti al calore del Sole e alla sua luce, stesi sul prato e asciugati.
17. Cosa faccio Io non appena il corpo
diventa idoneo a diventare per l’anima una giusta veste? Vedete, Io anche in
esso, sebbene sia solo un organo dell’anima, lascio affluire il calore del Mio
Sole di grazia; esso diventa con questo più malleabile e più facilmente adatto
ad accondiscendere ai desideri dell’anima.
18. Dopo, i panni vengono stirati sotto un
ferro caldo, per dare loro l’ultima pulitura, e poi raccolti nell’armadio fino
all’ulteriore uso.
19. Così faccio anch’Io, quando ho
lavorato e strizzato per bene il corpo, il quale segue poi del tutto
volenteroso il suo spirito. Dopo vengono allontanati da lui le ultime scorie
attraverso il calore che dall’anima e dallo spirito fluisce su di lui, così
diventa bello, anzi più bello di prima, e come immagine esprime poi anche le
caratteristiche della sua anima dimorante in lui, poiché è spiritualizzato e
idoneo ad entrare con l’anima nei Miei Cieli.
20. Vedete, Miei cari figli, come Io intendo
il lavare, e come ho già avuto tutti voi più volte sotto la concia, affinché
possiate un giorno arrivare nei Miei Cieli con il corpo spiritualizzato. Per
questa ragione dissi anche a Pietro: «Se
non ti laverò, non avrai meco parte alcuna!».
21. Perciò non fermatevi se vi lavo anche
più volte, anzi ad ogni lavaggio, invece di evitarlo, chiedete un lavaggio
maggiore, affinché possiate un giorno arrivare da Me del tutto puliti e stirati
e rimanere nella Mia vicinanza, e allora comprenderete ancora meglio cosa vuol
significare: “Uno non lavato non viene a
Me nei Miei Cieli!”. – Amen! Amen! Amen!
[indice]
۞
Per il Giovedì santo
Ultima Cena
Trieste, 25 marzo 1875 di
sera
(in un primo momento per
la concernente cerchia)
1. Questa sera volete tenere una cerimonia, ora vi
domando: “Per che cosa deve servire?”. Oppure avete qualcosa da comunicare a Me
che Io non sappia già?
2. Vedete, Miei cari figli, oggi per fare
qualcosa che possa piacere a Me, non è proprio necessario ripetere una
cerimoniosa ‘Cena’, là ben
importante, poiché quando istituii questa Cena, era il momento in cui dovevo
separarMi dai Miei discepoli terreni, mentre adesso non Mi separo da voi.
Invece di allontanarMi, voglio sempre più avvicinarMi a voi; e se volete
festeggiare il giorno odierno, allora entrate dapprima in voi stessi, per
indagare se o fin dove vi siete avvicinati a Me. Per questo non serve una tale
‘Cena’ e nessuna cerimonia (per quanto ricco possa anche essere un vero pasto
d’amore), ma una preghiera mattutina o di resurrezione affinché voi, anche se
non del tutto, ma in parte, vi risvegliate comunque dal vostro sonno terreno, e
ora vi occupiate sulla via che porta a Me. Allora ognuno festeggi il giorno di
memoria della Cena, come segno commemorativo cosicché sappia il perché egli è
sulla Terra e qual è il suo scopo qui e un giorno di là! Questo però lo può
stabilire ognuno con se stesso, meglio di tutti nella sua solitaria cameretta,
dove nessuno è testimone all’infuori di Me, al Quale egli non può dire niente
di nuovo. Riflettete su questo ed agite di conseguenza, affinché il giorno
odierno e quelli seguenti possano essere festeggiati nel senso com’è degno di
Me, e vi è conveniente! Così la festa della resurrezione deve risvegliare voi
stessi alla resurrezione dalle bramosie della vita umana, così dovete mettere
le vostre cattive abitudini nella tomba della dimenticanza, per poi continuare
la breve via di prove di nuovo fortificati e rinvigoriti. Abbiate così la Mia
benedizione, e possa ogni Settimana santa trovarvi migliori, che poi deve
essere la conseguenza oppure il risultato della benedizione! – Amen!
[indice]
۞
Una seria Parola per il Giovedì santo
24
marzo 1871
1. Avete pregato il Mio scrivano di implorare a Me alcune
parole per voi per questo giorno commemorativo, , perché volete celebrare
l’atto della comunione come nell’anno passato.
2. Ebbene, per soddisfare il vostro
desiderio, voglio accondiscendere e darvi nuovamente alcuni insegnamenti per
l’osservanza, uniti con una retrospezione all’anno passato, affinché possiate
comprendere che cosa dovete veramente fare e cosa avete fatto realmente.
3. Appena si vuol celebrare qualunque
festa commemorativa per un avvenimento importante, ci si deve mettere dapprima
bene davanti agli occhi l’azione che si vuol ripetere come ricordo, per
ridestare i giusti sentimenti necessari, e poi, collegandosi, valutare fino a
che punto sono state adempiute le condizioni da parte dei celebranti, e alla
fine concludere tutta questa festa del ricordo con i necessari propositi
affinché questa solennità non diventi una vuota cerimonia senza nessuna
importanza per voi, perché è un abuso della Mia grazia e longanimità, e infine
è un abominio anche per Me, poiché come l’ho espresso alcuni giorni fa al Mio
scrivano, Io là vedo soltanto ‘bicchieri pieni e cuori vuoti!’.
4. Per quanto riguarda la cena che Io
celebrai con i Miei discepoli, conoscete bene il suo significato, e nonostante
ciò non conoscete il suo più profondo
significato spirituale, come è
inteso per il vostro mondo e come anche adesso è per voi.
5. Tutto ha differenti lati, sia che lo si
osservi da uno o dall’altro, così ogni considerazione dell’oggetto dai
differenti lati può condurre altrettanto ad osservazioni differenti, e questo
già molto di più presso voi uomini, quando Io voglio illuminare qualcosa in
modo differente, e per lo più quando trattasi di un atto che Io stesso ho
compiuto, dal momento che tutte le Mie azioni e le parole hanno un eterno
significato degno di Me, propagandosi ampiamente per tutte le eternità.
6. Dunque, questa cena come Io l’ho tenuta
con i Miei discepoli, fu l’ultimo Atto d’amore, allorquando, non sospettando
nulla di crudele, il Mio discepolo Giovanni giaceva fiducioso al Mio petto, e
nessuno dei Miei discepoli comprese i Miei preannunci che feci loro, al massimo
solo Giuda portò un sospetto di questo nella testa, sebbene per alcune monete
fu il Mio traditore, senza neanche prendere così seria la faccenda, pensando
tra sé: ‘Il Signore ha saputo tanto
spesso sottrarsi ai Suoi nemici, e anche questa volta gli sarà facile fare la
stessa cosa’. – Giuda credeva di aver ingannato più i giudei (sacerdoti)
che Me, perciò anche il suo successivo pentimento e la sua ignominiosa morte.
7. Quella volta, quando spezzai il pane,
lo benedissi e consigliai ai Miei discepoli di tenere questo pasto ogni anno
come una festa commemorativa, ricordando Me e il Mio cammino terreno. – Quando
parlai del tradimento, allora Io ben sapevo che ancora dopo mille e più anni
questa stessa celebrazione si sarebbe conservata presso gli uomini, perlomeno
nell’usanza; – sapevo bene come questa festa si sarebbe tenuta rigorosamente
come cerimonia, e quanto insignificante sarebbe stata sotto l’aspetto
spirituale; – sapevo bene che, come Giuda un giorno sedeva alla Mia tavola,
così anche adesso durante ogni tale celebrazione non mancherà ancora il
traditore; – sapevo bene che ciò che introdussi un giorno come pasto d’amore
per l’intero mondo materiale, sarebbe stato compreso e degnato da pochi, e
presso i migliori pensatori, sarebbe stato celebrato solo come una vuota
usanza, dove si serve certamente lo stomaco con leccornie, ma con queste
l’anima soffrirà la fame.
8. In quel tempo passato i Miei discepoli
sedevano intorno a Me, – essi erano uomini di carattere semplice e di usanze
umili, uomini che abbandonarono tutto e Mi seguirono, perché possedevano due
caratteristiche che attualmente mancano per lo più ovunque: essi credevano e amavano! Credevano nella Mia
dottrina, e amavano la loro Guida!
9. Per loro lo scopo del perché Mi
seguivano era ancora oscuro; e ancora non sapevano come e quando, e in quale
modo avrebbero dovuto diffondere la Mia dottrina e che cosa sovrastava ancora
su loro stessi. Che forse dovessero sacrificare la loro vita per la dottrina
che essi seguivano con tanto amore, a loro non veniva proprio in mente, poiché
erano dell’opinione che se Io ero veramente Dio, allora avrei dato loro in mano
già i mezzi e il potere per evitare i pericoli e la morte, come l’avevo loro
mostrato tanto spesso tramite la Mia persona. Nell’insieme speravano in una
diffusione più comoda della Mia dottrina, di quanto fu veramente in seguito. –
Essi non sapevano e non sospettavano che in questa dottrina così mansueta, così
pacifica, che diffondeva solo riconciliazione e amore, ci fossero congiunte
tante sofferenze, tante spine e tanto sangue come presupposto, se si vuol
lavorare per Me e per il Mio Regno.
10. Come andò ai Miei discepoli di allora,
così va oggigiorno anche a voi stessi; anche voi credete di tenere così del
tutto alla buona una solennità commemorativa della Mia cena, scambiandovi belle
parole e discorsi, e poi, per terminare questo atto, sebbene con i migliori
propositi, tuttavia disporsi a questi propositi nel modo più comodo possibile,
affinché si tormenti il prossimo o il vicino, ritenendolo peggiore di se
stesso, fargli sentire la sua dipendenza in ogni istante e così da poter
risvegliare, invece del molto promesso amore e riconciliazione nel cuore
dell’altro, solo odio e amaro disprezzo.
11. Il genere femminile che più di tutti è
avido di novità solo per curiosità, crede pure, oltre alle parole spirituali
profondamente importanti che vi ho già inviato in così grande pienezza, di
occuparsi della sua mania per la moda, di abbellire il proprio corpo già a metà
decomposto sempre di più, e poterlo abbellire ben bene per il mondo esteriore,
mentre la vita interiore, spirituale
attiva giace inutilizzata; esso vuol sapere e criticare tutto ciò che fanno
gli altri, ma non sottopone ad un giusto controllo il suo stesso fare e
disfare.
12. Così è composta la vostra società, (in
parte) da gente che ha l’apparenza di partecipare alla Mia dottrina, di aver
interesse a questo Pane del Cielo, ma tutto solo fino ad un certo punto, finché
si dice: frena le tue passioni, perdona
dove vorreste punire, ama dove vorreste odiare, benedici dove vorresti
maledire! – Là (per la gente) è la pietra terminale della Mia dottrina,
essa rimane a parole, e per timore del sacrificio non si viene mai all’azione!
13. Voi, che da tanto tempo siete stati
colmati con così tanto Amore e Grazia da Me, volete, come un giorno i Miei
discepoli, sedere alla Mia tavola, come ho detto sopra: con bicchieri colmi, ma con cuori vuoti!
14. Nondimeno, riflettete: – che cos’erano i Miei
discepoli, che cos’hanno fatto e cos’hanno sofferto per amor Mio? E cosa fate o
avete fatto voi che potrebbe somigliare anche solo minimamente all’operare dei
Miei discepoli? – Il Mio discepolo Giovanni giaceva ebbro d’amore al Mio petto,
ma questo posto che per vero è destinato a tutti voi, non si guadagna così
facilmente, non si guadagna con l’attestato, come se qualcuno fosse alquanto
infiammato, dove però l’azione mostra il contrario, che non lo è!
15. Anche a questa (attuale) tavola siede
‘il traditore’, e questo è il vostro amor proprio che scusa tutti gli errori, e
vi vorrebbe rendere il più facile possibile la via, così precisamente che
mentre si rende omaggio ad ogni stoltezza del mondo e alle sue passioni, si
vorrebbe comunque versare lacrime di commozione con belle elevate parole, ma
nient’altro; infatti, la lacrima nell’occhio a causa del calore corporeo
evapora facilmente, così svapora anche l’impressione delle belle parole, anche
se divine.
16. Come Giuda con il suo amor proprio si
voleva scusare davanti alla sua coscienza, così anche il vostro amor proprio
scusa voi stessi dinanzi a Me, e il vostro interiore si consola di solito con
la vacua frase: “Si vive nel mondo, e non
si può deporre tutto; il resto lo si potrà compiere più facilmente nell’altro
mondo!”. Così acquieta il vostro ‘traditore’ – l’amor proprio – cioè voi
stessi. L’uno continua a rimproverare e a maledire, l’altro ad acconciarsi e a
correre dietro al mondo della moda, e credono che solo sentendo entusiasmo con
la lettura della Mia parola, ciò sia già sufficiente, purché la parola non sia
troppo lunga, altrimenti anche là, invece di trastullo, ne esce noia come
risultato finale.
17. Vedete, voi tutti volete avere una
parola da Me, voi tutti credete che poi Mi dilunghi in frasi sentimentali, che
vi descriva l’Amore e tutte le Caratteristiche divine di un mondo migliore del
vostro, che ve lo descriva con roseo sfarzo di colori così da costringervi alla
commozione e all’entusiasmo, in modo tale da far molto rumore come i vostri
fuochi d’artificio, che però si spengono in pochi minuti. – No! Questo non sono
disposto a farlo!
18. Il Mio scopo con voi è più serio e più elevato.
Anche a voi consiglio questo: – non
gettate il Mio cibo davanti ai porci, ma nemmeno ho l’intenzione di sprecare le
Mie parole a tali che, per vero le ascoltano, ma le vogliono seguire solo nel
bisogno, oppure prendono solo parte a queste riunioni perché proprio non
possono fare diversamente! Nessuno M’inganna; Io vedo chiaro dappertutto,
per quanto possa sembrare così buio. Presso di Me non vi aiuterà nessun
occultamento, nessuna simulazione. E proprio per questo – se volete celebrare
una festa, come quella del Mio Amore, della
Mia ultima lotta e della Mia vittoria, allora insisto che venga celebrata
degnamente come conviene a coloro che hanno già ricevuto molto da Me e possono
e devono sapere come Io voglio vedere compresa e come deve essere esercitata la
Mia dottrina.
19. Non lamentatevi a causa
dell’inadempimento dei vostri desideri, i quali sono desideri di comodità o
occasionali, – nessuno è colpevole di questo, se non voi stessi! La maggior
parte di voi vuole o desidera cose mondane che Io, come Spirito, per adempierle
oppure no, lo devo lasciare al mondo. Da Me si deve pretendere dello
spirituale, questo Io esaudisco volentieri se questi desideri contribuiranno
alla vostra salvezza dell’anima, tutto il resto lo lascio al mondo, al quale vi
rivolgete, poiché esso ha anche i mezzi per soddisfarvi. Se però il mondo è
cattivo e v’inganna, allora vi sta bene, perché pretendete da un ingannatore
ciò che è in grado di rendere solo l’onesto e il buono!
20. Oggi siete di nuovo raccolti alla Mia
tavola, credete di avere il diritto di starvi seduti; lasciate perfino libera
la sedia per Me; solo che finché i vostri cuori non somiglieranno a quelli dei
Miei discepoli, finché negli stessi le virtù principali non saranno semplicità,
amore, riconciliazione e umiltà, finché non vi dovrete avvicinare a questa
tavola con la consapevolezza: ho fatto qualcosa, ma avrei potuto fare molto di
più, – fino allora la sedia destinata a Me rimarrà vuota, come lo sono i vostri
cuori.
21. Colmate questi ultimi con l’amore per
Dio e per il prossimo, riconoscendo il mondo per quello che è: una scuola di
prova. – Riconoscete il vostro amor proprio come il Giuda, il traditore, –
eliminate i cattivi concetti, le cattive abitudini dai vostri cuori, –
riflettete su tutto ciò che pensate e fate, esso deve tornare ad onore per Me,
– non ubbidite alle leggi del paese e della polizia per paura della punizione,
ma adempite le leggi della vostra stessa coscienza, le Leggi del Mio Amore, e
allora verrete a questa tavola anche senza rimorsi di coscienza, alla quale ho stretto
un giorno il patto d’amore tra Me e il mondo e, come Uomo, vi ho suggellato
sofferenza e morte.
22. Questa cena dovrebbe indicare
spiritualmente come se fosse giunta la sera o la separazione dall’influsso
mondano, e dopo una breve notte iniziasse un mattino spirituale. – Così
dovrebbe anche essere nel cuore di ogni uomo quando si siede alla Mia cena;
questa cena come Atto d’amore deve inabissare tutto il male e il cattivo nella
dimenticanza, e dopo la breve notte del pentimento e dell’oscurità spirituale,
deve spuntare un giorno nuovo, il giorno della spirituale attiva vita d’amore,
affinché si diventi degni della tavola, e del fatto di non aver gustato
inutilmente tanto cibo spirituale, che – come presso un ghiottone – va via di
nuovo com’era stato goduto, senza avere minimamente un’efficacia.
23. In seguito, quando i vostri cuori
saranno colmi d’amore e la vostra consapevolezza colma di reminiscenza di buone
azioni, allora anche la sedia che è destinata a Me, non rimarrà vuota; in quel
caso potrete sopportare la Mia presenza, poiché voi l’avrete ottenuta
combattendo e conseguita lottando. Allora la Mia presenza risveglierà in voi
delizia e beatitudine, mentre adesso, davanti al severo Giudice dei vostri più
reconditi desideri e idee, la paura vi abbatterebbe.
24. Perciò badate che la festa della cena
possa diventare una festa di resurrezione del vostro uomo spirituale! – Amen!
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Sul Giovedì santo
(un’amabile Parola)
11
aprile 1870
1. Miei cari figli! Adesso, dal momento che avete mangiato
e bevuto alla Mia tavola, lasciatevi dare ancora una dote sull’ulteriore via
della vita che vi voglio ora comunicare, affinché sappiate del tutto
precisamente ciò che dovete fare in futuro e come dovete calcare tutte le Mie
vie che conducono al Mio Cuore paterno! Ebbene, fate attenzione:
2. Quando durante il Mio cammino terreno
sedetti a tavola, spezzai il pane e dissi: «Fate
questo in memoria di Me!», là Io vidi già in anticipo tutto ciò che sarebbe
accaduto dal Mio trapasso, il quale verrà ancora celebrato prossimamente pure
da voi e da tutto il mondo cristiano, come anche nei Cieli, fino ai vostri
tempi attuali.
3. Allora Io sapevo già quante fasi
avrebbe dovuto passare la Mia dottrina, finché alla fine, vittoriosa, sarà
spiegata in modo puro sulla Terra a tutti i Miei figli, e da loro compresa e in
effetti esercitata. Altrettanto sapevo anche già allora che cosa sarebbe ancora
successo nel futuro, e (vi dico) non durerà a lungo, finché un nuovo (ultimo)
colpo scuoterà enormemente gli uomini per il meglio di tutti e – secondo la
Rivelazione del Mio caro Giovanni – metterà loro davanti le due vie per la
decisione, o venire a Me, oppure via da Me, verso l’Alto oppure verso il basso!
4. Adesso con questo atto (del pasto
d’amore) che voi avete compiuto per l’appunto in memoria del Mio cammino di
vita terrena, vi ricordo anche, e precisamente non con le trombe dei Miei
angeli che annunciano guai, che secondo Giovanni verranno e poi rovesceranno le
loro coppe dell’ira su tutta la Terra per purificare il grano dalla pula, bensì
adesso, Miei cari figli che siete radunati nel Mio Nome, voglio ricordarvi
attraverso queste parole dell’Amore: non
dimenticate ciò che avete fatto oggi e come lo avete fatto!
5. Ciò che avete fatto oggi, è che eravate
seduti alla Mia tavola, ed avete mescolato la Mia carne e il Mio sangue con il
vostro. E perché lo avete fatto? Perché attraverso questa grazia volevate
avanzare il diritto, come un giorno i Miei discepoli, di essere altrettanto
sulla via della rinascita dello spirito.
6. Riflettete bene, Miei cari, in quale
collegamento siete entrati con Me con questo atto appena celebrato, essendovi,
in un certo qual modo, impegnati, dopo che vi ho ammessi alla Mia tavola, di
essere sempre figli degni del vostro sempre affettuoso Padre, e attraverso
l’azione, dimostrare d’ora in poi che volete essere sempre degni di questa
straordinaria grazia che è diventata parte vostra già da tempo senza il vostro
intervento, e che Io oggi, con questo atto alla Mia tavola, vi ho sostenuto
ristorandovi con cibi spirituali provenienti dai Miei Cieli!
7. Sì, Miei cari figli, è vero, ho cercato
voi (e tutti coloro che cercano il Signore con tutta serietà, Lo troveranno in
sé) tra migliaia e migliaia. Vi ho guidati, ognuno in un modo adatto a lui,
attraverso tentazioni e peccati, fino al Mio Cuore paterno, dove volevo darvi
il più ricco conforto per tutto ciò che avete sopportato, sofferto e riportato
combattendo! – Vi ho esclamato: «Chi è
aggravato, venga a Me, affinché Io lo ristori ed alleggerisca il suo carico».
8. Voi avete riconosciuto la voce del
Padre, Mi avete seguito per quanto lo permettevano le vostre forze umane e le
vostre condizioni. Oggi, è il giorno dedicato alla commemorazione di quando un
giorno di quasi duemila anni fa stavo anch’Io seduto alla tavola con i Miei
figli e i discepoli di allora, spezzai il pane e benedissi il vino, e lasciai
questo a loro come eterna memoria di Me. Adesso sono di nuovo tra i Miei cari,
sono tra voi, Miei cari figli. Percepite il Soffio divino nei vostri cuori; è
il Padre che parla ai Suoi figli gravemente provati:
9. “Proseguite
sulla via che avete iniziato; lottate con il mondo, e non disperate se anche
talvolta e spesso credete di meno, quando influssi estranei e la vostra stessa
natura vi inducono al peccato contro di Me e contro il prossimo; non disperate
quando cadete. Alzatevi di nuovo con forza rinnovata” (che si trova nella
fiducia al Padre Santo).
10. La vostra forza che può essere
temprata solo attraverso tentazioni e pratica, perché se non si presentasse
nessun oggetto nel quale poter esercitare e provare la vostra forza di
resistenza, allora non sapreste di possedere veramente tale forza. Solo nella
consapevolezza di aver combattuto, ma anche superato vincenti la lotta, si
trova la grande beatitudine di un animo duramente provato.
11. Perciò, Miei cari figli, non smettete
di seguirMi! – Vedete, anch’Io ho portato la croce e, come Signore e Creatore,
non ho rifiutato, sospirando sotto la stessa, di compiere comunque ciò che ho
fatto per amore ai Miei esseri creati. Quindi non rifiutate anche voi la croce,
se la metto sulle vostre spalle!
12. Essa è la pietra di paragone della
vostra pazienza e del vostro amore per Me. – Se Mi volete seguire, allora
dovete sopportare ciò che Io stesso ho sopportato e sofferto.
13. Non è beatificante, dopo una via
faticosa, arrivare finalmente in un posto dove allo stanco viandante sorride
poi la quiete e la pace da tutte le cose che lo circondano, dopo aver
attraverso oscuri boschi, paludi e pantani, ripide rocce e spinose sterpaglie
con i piedi forse feriti, finalmente dopo lunga fatica e, timidi, bramare di
arrivare in un posto dove la libera vista di tutta la zona lo ricompensa con
amore?
14. Mentre nei boschi e tra i crepacci,
vento e nebbia si combattevano, qui un soave soffio muove le foglie degli
alberi e dei cespugli, fiori e rigogliosi campi coprono il suolo e da lontano
il viandante vede finalmente la sua meta: una regione con un eterno splendore
del Sole e sereno riposo!
15. Allora, forse egli penserà al passato
e a quello che ha sopportato? Oppure, non loderà forse Colui che lo ha
fedelmente guidato oltre i baratri e precipizi, e non lo abbandonò? Colui che
ora gli mostra in lontananza la meta dei suoi desideri, affinché riconosca, che
se dapprima non fosse passato attraverso queste regioni spaventevoli e non
avesse dovuto farsi strada combattendo, allora in lui non si sarebbe
risvegliata l’attuale sensazione beatificante della consapevolezza di aver
superato coraggiosamente la lotta, e non avrebbe ringraziato benedicendo la Sua
Guida che lo ha protetto e non lo ha lasciato perire, per tenere davanti a lui,
da lontano, la corona della vittoria, come meta finale di tutto quanto ha
sostenuto!
16. Così, Miei cari figli, è la via della
vita. Io devo guidarvi attraverso sterpaglie e precipizi, affinché siate
purificati da tutto il terreno che vi è fissato, e quando sarete finalmente
puliti e lavati nel bagno della Mia divina Acqua della Vita, allora non vi
mancheranno gli indumenti freschi e la corona della vittoria!
17. Prendete con voi questo proponimento
della sera odierna, dove (per la prima volta) siete stati nutriti alla Mia
tavola (con parole dirette) e sempre, ogni volta che vorrete di nuovo
avvicinarvi alla stessa, di farlo più degnamente. Non dimenticate e non
lasciate andare la Mia dottrina dai vostri occhi, le Mie parole paterne rivolte
a voi, e le Mie stesse opere, sofferenze e sopportazioni durante il Mio
percorso terreno. Vi sia questo di consolazione: non solo che il vostro caro
Padre vi impone tutto questo come prova, ma che Egli stesso vi ha preceduto con
l’esempio ed ha sofferto, mentre le vostre presunte sofferenze sono ancora un
nulla, per quanto vi possano sembrare insuperabili!
18. Riflettete tutto questo. Continuate a
diventar sempre più degni alla tavola e all’Oste che oggi vi ha ospitato,
affinché possiate perlomeno dare la Gioia al Padre che vi ama, il Quale non
teme nessuna fatica di educarvi a figli Suoi, cosicché i Suoi sforzi non siano
sprecati per gli indegni!
19. Questo vi dice il vostro
affettuosissimo Padre che non vi ha mai abbandonato, e continuerà a guidarvi
affinché possiate riposare al Suo Cuore paterno, risorto da tutto questo. –
Amen! – A voi tutti la Mia benedizione paterna, Miei cari figli! – Amen! Amen!
Amen!
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Il Venerdì santo
7
aprile 1871
N.B. Queste poche
righe a questa importantissima festa, mostrano proprio che questa deve essere
celebrata più in silenziosa osservazione che con molte parole; inoltre si legga
la spiegazione delle “Sette parole di Cristo sulla croce”.
1. Il giorno odierno della crocifissione e della sepoltura
deve diventare per voi tutti un giorno ‘libero’; deve diventare per voi un
giorno in cui dovete cominciare a crocifiggere le vostre cattive
caratteristiche e farle sprofondare nella tomba della dimenticanza, affinché
possiate presto celebrare di nuovo una festa di resurrezione oppure di
elevazione, come dopodomani sarà commemorata con tutte le formalità nelle
vostre chiese. Prendetevi un esempio d’umiltà del vostro Gesù, allora
comprenderete la Sua parola che espresse un giorno ai Suoi apostoli: «E quando avrete fatto anche tutto ciò che
sta nelle vostre forze, allora confessate comunque che siete stati pigri
servitori!». Quando sarete arrivati a questa conoscenza e confessione,
allora il primo passo per la rinascita è fatto, allora comincia la primavera
dello spirito che Io decorerò con i fiori provenienti dal Mio Regno, cioè con i
fiori di benedizione dell’Amore paterno! – Amen!
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Sull’ignoranza umana
“Quanto pochi sanno, quanto si deve sapere,
per sapere che non si sa niente”.
[Monaco di Baviera “fogli
volanti”]
Venerdì santo, 7 aprile
.1871
1. Così hai letto una volta su un foglio umoristico
proveniente dalla tua città, e poiché proprio in questa frase sopracitata è
contenuta tanta verità e tanta profondamente sentita confessione dell’ignoranza
umana, allora oggi voglio darti alcune parole, dove simbolicamente dovrebbe
essere messo da voi qualcosa nella tomba che dovrà confermare questa frase, sebbene
proveniente dalla penna umana. Sì, purtroppo è vero che sono solo pochi che,
con tutta la ricerca e tutti gli studi, alla fine giungono comunque alla
conclusione di non sapere nulla, mentre il grosso, e in particolare tra coloro
che credono di essere eruditi, la maggior parte è catturata da una follia
orgogliosa, come se sapessero già tutto, come se non ci fosse nulla che la
scienza non possa illuminare, interpretare e spiegare. E proprio a causa di
questa presunzione di acume dello spirito umano, dimenticano proprio la cosa
principale cui dovrebbero aspirare dappertutto, ovvero, il progresso, poiché solo allora è
possibile miglioramento e progresso, quando si conoscono e si confessano i
propri errori. Ma finché questo spirito di professore è fissato in tutti, fino
allora gli uomini e i loro eruditi invece di progredire si smarriscono in pure
e false deduzioni, rinnegando o rigettando tutto ciò che non vuol subordinarsi
alle loro (spesso errate) vedute.
2. È vero che ho fatto trovare e scoprire
agli uomini attraverso i suoi grandi Doni dello Spirito, molte cose che, alla
fine, hanno contribuito molto alla sua quotidiana vita terrena, ai suoi bisogni
e alle sue comodità, solo che il motivo principale, del perché ho concesso
queste esplorazioni e sfruttamenti della Mia Creazione, veramente è stato per
rendere l’io spirituale degli uomini attento a Colui che ha creato proprio queste Leggi, e anche al perché le ha
create.
3. Ma poiché con i godimenti e le voglie
mondane e materiali l’uomo fu spinto in una direzione del tutto diversa di
quanto era nelle Mie intenzioni, e poiché la massa degli uomini viene
confermata nei loro desideri e idee più del necessario dalle loro guide e
coltivatori delle scienze, – adesso è tempo che anch’Io spenda una parola in
questo conflitto di idee, se materia o spirito, se Dio o natura, siano i veri e
propri motori della Creazione, per salvare gli uomini dalla totale caduta nel
più grossolano materialismo, dove non si potrebbe più parlare di alcuna
carriera spirituale!
4. Perciò ti ho fatto scegliere questo
testo non dalla Bibbia, ma comunque così importante come molti dalla stessa,
per segnare un confine per lo meno ai pochi che sentono ancora la Mia voce, e
anche alle future generazioni attraverso queste comunicazioni, fin dove è da
considerare il sapere umano, da apprezzare e da utilizzare spiritualmente.
5. La primissima cosa con la quale voglio
cominciare quest’argomento, è la parola ‘conoscenza’,
dalla quale gli uomini hanno costruito il loro titolo esagerato ‘scienza’. – Che significa in realtà
‘conoscenza’? Conoscere, significa: essere consapevole di qualcosa che è una
incontestabile verità, come due per due fa quattro.
6. Ora chiedo a voi e a tutti gli eruditi:
“Dove, eccetto proprio nel calcolo numerico o matematica, esiste una certezza
tale che le frasi e deduzioni che lo spirito umano presenta, siano altrettanto
incontestabili, come nell’esempio citato? Che p.e. nella chimica, nella
botanica, nella zoologia e mineralogia, e come si chiamano tutte le vostre
discipline scientifiche, siete arrivati alle leggi dove, mescolando questo e
quello insieme, deve dare sempre di nuovo la stessa cosa? Oppure dove,
nell’impiego di questo o quello, di uno o l’altro, si mostra il medesimo
risultato, queste sono ben altrettante verità, ma il perché queste sono verità,
proprio non lo sapete, poiché conoscete per lo più solo l’effetto, ma non la
causa. – Nella medicina che pure chiamate ‘scienza’, cosa ne sapete veramente?
Io vi dico: ‘Pochissimo!’. Conoscete una grande quantità di forze curative da
tutti i campi del regno della natura, conoscete i loro effetti, ma non sapete
tuttavia ‘il perché’, questo per lo
più non vi è afferrabile spiritualmente, perché non è tangibile, non è
percettibile; esso si trova molto più profondamente di quanto potete esaminare!
Vi accontentate con la pseudo apparente conclusione dell’erudito: “Queste sono le leggi della natura!”,
perché potete penetrare proprio fin qui e non oltre, e i vostri ricercatori che
si ritengono colti, non vogliono lasciarsi svergognare con domande insidiose.
Così è rimasta inconfutabile quella frase che dice: “Dove dominano certe leggi, immutabili leggi, ogni indagine è inutile!”.
7. Così parlano gli uni, e gli altri lo
ripetono balbettando, e così nascondono l’un l’altro la loro incertezza, invece
di ammettere del tutto modestamente: “Ora
riconosco di non saper nulla, perché non sono in grado di venire nemmeno alla
traccia della più piccola cosa!”
8. Vedete, nell’anatomia gli uomini sanno
o vedono i singoli organi negli animali o negli uomini morti; essi vedono
fegato, cuore, stomaco, tutti i vasi sanguigni, tutti i nervi, vedono la massa
bianca e grigia del cervello, sanno anche parzialmente le loro funzioni, ma
perché queste funzioni sono così e non diversamente? Perché la struttura degli
organi è così e non altrimenti? Il perché in questo animale è così e in
un’altro diversamente, questo non glielo dice la loro altamente decantata
scienza; poiché tutto ciò che vedono, tastano, sezionano, è solo il prodotto di
una forza spirituale che, al di fuori dell’ambito della conoscenza materiale
umana, usa la materia che produce un effetto secondo altre leggi piuttosto che
secondo mescolanze chimiche trovate e sfuggenti al microscopio o al bisturi;
cosa che rimane inaccessibile all’uomo comune-materiale, che però può essere
avvicinato al rinato spiritualmente in grado di percepire.
9. Vi voglio solo citare il cervello, dove
trovate nelle sinuosità dello stesso, nella sua massa e consistenza, il ricco e
spirituale campo dei pensieri che, penetrandovi, trovandovi un eco volenteroso,
vengono compresi o presentiti dall’anima umana, e possono fare della stessa,
già in un corpo materialmente legato, un essere angelico a metà spirituale!
Esiste questo forse nelle sostanze chimiche, nella calcite, nel fosforo e
altrove? Vedete, vi ho citato il cervello, perché ognuno sostiene di averne
uno, e sa cosa c’è dentro; mentre l’intera umanità insieme non sa cosa porta
sotto la volta della solida calotta cranica, quali processi e interazioni di
sostanze spirituali, fisiche ed eteriche vi si svolgono nel più piccolo
pensiero, e perché il cervello non è una massa, bensì, separato da sinuosità e
membrane mucose, è composto proprio di questi elementi chimici e nella quantità
stabilita, è costituito così e non diversamente per essere strumento di un
grande spirito legato, di una propaggine del Mio Io, per il quale non fu creata
solo la piccola Terra, bensì l’eterno, grande Universo, il quale è pure di
nuovo testimone di un eterno mai fugace Creatore che, oltre al Suo potere, è
anche il migliore ed affettuosissimo Padre, e questo perché voi finiti essere
creati non Lo potete comprendere come Creatore e Signore, bensì solo come
Padre, e non vi potete avvicinare a Lui!
10. Qui non voglio parlare di altre
scienze, poiché cosa sapete voi della mineralogia e dell’astronomia? Niente che
una puramente debole e approssimativa enumerazione delle specie trovate e dei
mondi scoperti. Che cos’è, infatti, la cristallizzazione nei regni minerali?
Perché s’inseriscono su superfici matematiche? – ‘È una legge’, si dice. Bene, è una legge, ma perché esse sono così
e non diversamente, nascoste all’interno della crosta terrestre? – Ecco, Miei
cari eruditi, diteMi ‘il perché’ di
questa legge. Perché i cristalli devono apparire proprio in tali forme, mentre
un altro regno minerale e terreno è apparentemente del tutto privo di forma?
11. Vedete, dare qui una risposta è per
voi un po’ difficile, tuttavia vi voglio spiegare questa risposta con un'altra
domanda: “Avete già dissolto tutti i
metalli fino ai loro più piccoli atomi, per sapere se non è proprio la
cristallizzazione una legge di base dell’intera formazione materiale di tutti i
corpi celesti?”. Oppure: “Avete già
riflettuto che cosa è veramente la ‘cristallizzazione’, e perché proprio le
superfici matematiche e le sommità piramidali sono la fine di ogni
cristallizzazione?”
12. Vedete, anche qui diventerà difficile
per voi la spiegazione, volendo Io di nuovo rispondere con un’altra domanda, e
questa è: “Conoscete voi le Leggi dei due
grandi moti elementari nell’intero Universo, vale a dire la forza di attrazione
e di repulsione, oppure magnetismo ed elettricità? Sapete voi quanto lontano
nella Creazione materiale tutto deve essere formato in modo tale che, proprio
queste due forze, possano affluire o defluire indisturbate? Sapete voi il
perché nell’elettricità sono necessarie delle punte per accoglierla? E sapete
in che maniera anche il magnetismo condiziona le proprie forme sotto le quali
può operare? E infine, che la punta piramidale è nient’altro che un simbolo,
ovvero, è la corrispondente immagine della materia, come si stratifica classe
per classe, l’una sopra l’altra, finché dal materiale grossolano, nella punta,
l’elemento più alto, più sottile e spirituale, possa avere il suo ingresso o efflusso?”
13. Vedete quanto vi ho stimolato con
queste domande? E l’ho fatto solo per dimostrarvi che, con tutto il sapere, voi
non sapete nulla! Tutto ciò che esercitate, tutto ciò che inventate o stabilite
attraverso calcolo, tutto questo non lo avete scoperto voi stessi, giaceva già
da lungo tempo in tutte le forme, in ogni vita animale e nel loro operare
davanti a voi; solo l’impiego è presso di voi differente, ma tutti i principi
si trovano nella vita, in parte
sotto, in parte sopra di voi.
14. Osservatori attenti utilizzano le
costruzioni delle formiche, delle api, la rete del ragno, le costruzioni dei
nidi degli uccelli, l’apparato meccanico del nuoto dei pesci, oppure il volo
degli uccelli, la formazione della crosta terrestre, per trarne utilità per la
vita umana valorizzata spiritualmente, dove la leva principale era sempre e
soltanto l’interesse personale del guadagno come inventore o scopritore.
Persino la loro stessa esistenza corporea come quella animica contengono tutto
ciò che è presente spiritualmente e materialmente nella natura che sta sotto di
voi, ma lo spirito, una scintilla proveniente da Me, cerca di imprimere a
questo conglomerato animico dell’anima umana, accanto alla vita vegetativa, la
più alta consacrazione, per nobilitarla e dimostrare all’uomo indirettamente
che, sebbene costituito di materia e anima, cosa che egli, l’uomo, ha in comune
anche con gli animali, nondimeno in lui è attivo ancora un altro impulso, un
altro principio che vuol elevare l’uomo animico al di sopra del suo essere
corporeo. Ed è proprio per questo che lo spirito lo permette, anzi lo sostiene,
quando l’uomo vuol penetrare nei segreti della natura che in questa non
dovrebbe scoprire solo delle leggi, ma anche un Legislatore che, oltre ad essere Creatore, ha anche
attributi non di un Dominatore, ma di un Padre,
il Quale, avendo creato tutto, non dimentica nemmeno il più piccolo verme nella
polvere, e anche a lui, come all’ultimo membro della Creazione terrena,
all’uomo, ha dato il sentimento per sentire gioia e sofferenza, affinché tutto
ciò che vive possa seguire l’impulso generale dell’amore e
dell’affratellamento, purché lo voglia.
15. Vedete, il vostro intelletto vi ha
insegnato a scoprire le leggi matematiche nella Mia natura, vi ha mostrato come
nelle e con le linee geometriche possono essere prodotte cose in cui le leggi
della Mia natura servono come fondamenta; esso vi ha guidato dalla matematica
alla meccanica, e attraverso questa vi ha dato i mezzi ausiliari per l’astronomia,
affinché possiate attirarvi nelle vicinanze perfino mondi che, altrimenti,
scomparirebbero alla vostra vista. Con ciò, come dite voi, vi ha aperto il
‘macro-cosmo’, altrettanto come il microscopio, un prodotto meccanico, che vi
ha aperto o scoperto il ‘micro-cosmo’; e perché? Perché oltre alla scoperta,
possiate vedere, sentire e presentire, ripetuto anche in altri mondi, che non
voi, e neppure questo piccolo globo terrestre è la cosa principale della
Creazione. Lo scopo era l’umiliazione della vostra arroganza, come se voi
sapeste già qualcosa. Era l’indizio che doveva farvi scoprire un Dio, un grande
Dio e un’infinita Creazione, sia nel più grande come nel più piccolo; solo che,
nonostante tutte queste dimostrazioni della Mia grazia, crebbe l’arroganza di
quei privilegiati che credevano di essere già loro stessi degli déi avendo
scoperto singole leggi, e proprio per questo la dimostrazione data qui da Me
che, nonostante la loro erudita arroganza, essi non sanno comunque nulla,
perché tutto ciò che hanno imparato, esplorato e scoperto, non lo hanno
afferrato dal lato spirituale, bensì da quello materiale più basso.
16. Vedete, perfino il matematico che potrebbe
parlare della ‘conoscenza’ prima che altri, perfino lui non comprende le
rispondenze spirituali delle sue linee matematiche e del suo calcolo, bensì
egli segue meccanicamente l’acquisito con lo studio, impara, studia e utilizza
ciò che altri hanno scoperto e inventato, senza sospettare quale grande campo
di idee del genere più profondo si trova nascosto nelle linee che traccia così
sbadatamente sulla sua tavoletta dei disegni. Anche lui, nonostante tutto il
sapere, non sa nulla; non sa nulla di un Creatore, non sa come né perché
proprio tutti gli atomi piccolissimi di cui è composto il suo luogo di dimora,
la Terra, è composto tutto fino all’ultimo corpo celeste che, in
incommensurabili orbite, nuovamente, gira in linee matematiche nell’Universo, seguendo
tutti le medesime leggi o la medesima Volontà che stabilisce queste Leggi come
elementi fondamentali del movimento, come attrazione e repulsione, e con ciò ha
determinato l’eterna continuità di quanto una volta creato. Il matematico non
sa, per esempio, che la linea retta è
la corrispondente forma matematica della verità; non sa che il triangolo è la forma corrispondente
di una delle basi dei principi fondamentali tendendo in alto; non sa che il cerchio è rispettivamente il segno
dell’infinito e della perfezione; non sa che proprio da questi elementi
matematici dapprima sono diventati solo linee, poi superfici, poi figure e, da
queste, corpi con confini matematici di superficie, in cui tutta la Creazione
ha la sua origine, la sua esistenza, il suo movimento e la sua perfezione. Egli
non sa che la linea curva, che lui conosce come sezioni regolari, erano, sono e
rimarranno, idee di base del sistema-mondo; egli non sa il perché i corpi
celesti devono orbitare intorno a sé in forma ellittica oppure ovale, il perché
la parabola come simbolo ha giocato il suo ruolo tanto dell’avvicinamento
spirituale come dell’eterno allontanamento spirituale nella storia della
Creazione. Egli non sa che tra verità, spinta verso l’Alto e infinità o
perfezione, si trovano milioni di forme, dove una o l’altra più spiccata, è
diventata più per la classificazione principale. Egli non sa che proprio
nell’astronomia, dove il suo spirito per mezzo dei telescopi ha scoperto certe
cose, sono state trovate di nuovo queste leggi del diretto avvicinamento e di
velocità mutata, ovvero la forza centripeta o centrifuga; proprio queste linee
matematiche che, calcolandole come sezioni regolari in ed attraverso la loro
costruzione, ha poi potuto impiegarle, all’Universo, per misurare e calcolare
il corso delle singole costellazioni. Tutto questo che proprio non sa, dovrebbe
condurlo al titolo della massima sopra menzionata. Allora la sua arroganza non
sarebbe così grande, perché dopo aver trovato attraverso faticosi e lunghi
calcoli alcune piccole leggi, crede di sapere già tutto perché conosce il corso
delle costellazioni; anzi, vede muoversi questi grandi soli mondiali, ma gli
rimane chiuso il perché e il dove, e non lo attraversa nemmeno un sospetto che
possa esistere un Creatore, un Signore che traina questi potenti mondi in
liberi spazi vuoti come leggere piume, dove proprio il loro movimento determina
la loro esistenza, la loro perfezione e la loro durata.
17. Poveri figli ai quali fu dischiuso il
Mio Regno, fin là dove dopo migliaia di anni penetra un solo raggio di Luce,
oppure dove a mezzo dei microscopi vi vengono aperti mondi e vite dove non ne
avreste più sospettata una, quanto debole è il vostro sapere, e quanto vana la
vostra superbia!
18. Vedete, sotto e sopra, tutto vi
esclama: “Noi testimoniamo di una Mano
potente che ci ha ordinato come una forma piramidale, dove il più basso
grossolano deve servire come base, per erigere sulla stessa qualcosa di più
alto, di più spirituale, e dove poi tutto spinge alla cima più alta, al Trono,
al Creatore e Dio che, posando su tutto, abbraccia ogni cosa con lo sguardo, e
a tutto il materiale e spirituale serve come punto fermo. Guarda in alto, tu,
uomo, alla forma di una piramide, e immagina cosa voleva esprimere il Creatore
con questa figura matematica; cerca di comprenderla e afferrarla, e poi cadi a
terra nella polvere dinanzi a Lui, esclamando: ‘Cosa sono io, o Padre, che Ti
ricordi di me, che mi hai dato la facoltà di pensare, di sentire e percepire
come il Tuo onnipotente Amore ha fatto tutto e creato tanto, per dimostrare
agli esseri provenienti da Te, che appunto solo nelle opere, Egli, il Padre,
vuole essere compreso o presentito in tutta la Sua Grandezza e nel Suo infinito
Amore!’.”
19. Così esclama all’uomo ogni più piccola
pietra, ogni animaletto infusore, e così dice ogni raggio di luce che, da
costellazioni lontane milioni di anni luci, colpisce il suo occhio, e dice che
anche là, dove ogni immaginazione della distanza è da lungo tempo cessata,
regna ancora vita, regna ancora amore, e che sempre la medesima Legge spinge
questi corpi celesti ad adempiere la loro missione, e preme lo spirito umano a
piegare finalmente le sue ginocchia davanti a Colui che era prima di lui, e
sarà ancora a lungo dopo di lui, quando il suo involucro corporeo sarà dato
alla Terra e lui, l’uomo, sarà diventato un libero cittadino di un grande Regno
degli spiriti, dove nessun sole separerà il giorno e la notte, bensì, dove si
passa di luce in luce, di splendore in splendore, di beatitudine in
beatitudine, cosicché tutto tende solo allo scopo di dimostrare
all’uomo-spirito che, sapere, il molto sapere, comincia solo allora, quando è
cessata la presunzione.
20. Ecco, figli Miei, vi sia data questa
parola affinché anche voi sappiate apprezzare il grado di sapienza dell’orgogliosa
umanità, e possiate comprendere che il sapere comincia solo là dove la modestia
ha il coraggio di confermare pubblicamente la propria ignoranza.
21. È ben vera quindi la frase come titolo
del foglio: “Quanto pochi sanno quanto si
deve sapere, per sapere che non si sa niente”. Sì, sono sempre pochi,
pochissimi che vogliono ammetterlo secondo questa frase; solo le conseguenze e
gli avvenimenti coincidenti accresceranno già questi sinceri confessori, finché
alla fine l’intera umanità arriverà ad ammettere che ‘sapere’ è solo faccenda
Mia, che il ‘presentire’ è solo faccenda degli spiriti e degli uomini! Nel
presentire si trova la sensazione dell’umiltà, nella conoscenza si trova
facilmente l’orgoglio! Perciò rimanete umili, e un animo sensibile nel dolce
presentire godrà più ore beate di quanto vi potrebbe concedere la fredda e
rigida conoscenza!
22. Pertanto, lasciate al Padre la Sua conoscenza, in
Lui culmini la vostra fiducia, il vostro stringervi a Lui e il vostro amore!
Vedete, il grande spirito Lucifero era ‘consapevole’ del suo potere, e perciò
cadde, poiché sapeva; se lo avesse presentito solo umilmente, allora sarebbe
rimasto timidamente presso di Me. Così gli andò come ai vostri eruditi che pure
vorrebbero nominarsi come un giorno un re babilonese: “Ne-bog-at-nezar”,
ovvero: “al di sopra di me non esiste più nessun Dio”. Quel re fu punito con la
demenza, e quanti dei vostri eruditi sono vicini ad essere inseriti altrettanto
in questa categoria[27].
*
23. Tanto per oggi, dove il Mio cadavere
umano intagliato nel legno viene esposto in molte chiese per l’adorazione. Fate
attenzione a non andare in giro nella Mia Creazione come ‘cadaveri lignei’. E
anche se la massa vi onora come oggi viene tributata grande venerazione al
cosiddetto santo sepolcro di legno, cioè senza vita spirituale, allora siete
proprio il contrario per quello che Io vi vorrei contrassegnare! Mettete nel
sepolcro tutte le opinioni preconcette, e parlate poi con Me, come Io ho detto
sulla croce «È compiuto!», dicendo: “L’opera di rinnegamento della mia natura
terrena è compiuta, d’ora in poi appartengo alla vita spirituale, e voglio
adoperarmi a sfruttare perfino le condizioni e gli eventi terreno-mondani così
che ne debba risultare sempre un guadagno spirituale, affinché anch’io, gonfiato
di presunzione, non mi debba immaginare di essere qualcosa o di sapere
qualcosa”.
24. Celebrate così la festa della vostra
resurrezione, e siate sempre memori che l’intelletto è solo per il giudizio del
mondo, invece il cuore o il sentimento è per afferrare lo spirito che giace nel
vostro cuore! Potete ‘sentire’ molto, anzi dell’infinito, ma ‘comprendere’,
poco!
25. L’umiltà è stata la Mia prima virtù
durante i Miei anni di cammino sulla vostra piccola Terra, questa
caratteristica sia anche presso di voi la prima, perché umiltà e modestia
rendono possibile un progresso. Le passioni opposte, orgoglio e presunzione,
spingono verso il basso, e voi non siete chiamati a retrocedere, né Io ho
sacrificato tanto e vi ho dato tanto, quanto già possedete adesso. Perciò
osservate bene questo e cercate sempre di diventare degni di Me, affinché Io,
come Padre e Creatore, possa provare una gioia in voi! – Amen!
[indice]
۞
La Croce
26
gennaio 1872
1. Sì, figlio Mio, oggi la croce deve spiegarti la Mia
parola, deve farti sentire e comprendere nella profondità delle rispondenze il
vero e proprio valore e senso come ancor mai è stato svelato all’umanità, il
grande mistero che si trova in questo segno; infatti, non è senza significato
spirituale che Io sono stato inchiodato ‘sulla
croce’ e non fui condannato a morte in un altro modo. –
2. Ebbene, come tutte le rispondenze
spirituali che sono molto più vicine di quanto si creda, così anche questa che
ti voglio far vedere adesso è così vicina, che ti stupirai del perché perfino a
te, su questo, non ti è ancora venuto il pensiero. Soltanto che presso voi
uomini è così: voi spiate nei Miei Cieli più lontani nelle immense distanze da
voi a Me, nelle Mie Leggi, cercate di scoprire negli ultimi infusori le stesse,
avendo dinanzi a voi un Regno incommensurabile, infinitamente verso l’alto e
infinitamente verso il basso, e il “Macro e Micro-cosmo” vi lascia sempre
insoddisfatti. Essi sfuggono ai vostri ragionamenti, gli inizi dell’uno e i
confini dell’altro, sprecando il vostro tempo e la vostra vita a cercare tutto
al di fuori di voi, questo grande mistero è già da tempo chiaro e risolto, e
pronto nell’interiore, dato tramite la Scintilla divina in voi, dove solo una piccola
introspezione nell’ultimo santuario del cuore vi renderebbe chiaro tutto ciò
che nell’intera Creazione può essere cercato solo sulla via indiretta dal
materiale allo spirituale, ma trovato solo dallo spirituale al materiale!
Ebbene, figlio Mio, ritorniamo di nuovo alla croce, dove anche lì per renderla
comprensibile voglio condurti dal campo materiale sul campo spirituale della
rispondenza.
3. Osserva ancora una volta una croce.
Com’è formata? – Dirai: “È una trave
verticale che alla metà superiore è tagliata da una trave trasversale, ovvero
un legno trasversale, su cui erano fissate le braccia del Crocifisso”. –
Dico Io: “Bene, hai ragione, figlio Mio!.
Ma che cosa significa spiritualmente questa forma?”. – Questa forma presa
spiritualmente– come risulta materialmente – significa due direzioni che
s’incontrano in un punto, là si dividono, e così una ‘attraversa’ l’altra. Una
forma che sta diritta e tende verso l’alto, viene incrociata dall’altra che
scorre parallelamente col suolo; essa dunque si mette sulla via ostacolando.
Per un inchiodato sulla croce, la testa e il cuore scorrono verticalmente sulla
trave, e le mani fissate al legno orizzontale. Questo significa: il tendere
dello spirito insieme all’anima deve essere orientato solo verso l’alto; tuttavia
esso viene interrotto tramite le azioni, oppure lo scopo del primo viene
‘incrociato’ attraverso il secondo. Infatti, la parola ‘azioni’ descrive
veramente solo cose e fatti che vengono compiuti con la mano, dove poi anche
nel senso spirituale la parola è il manovale dell’anima, e le serve come mezzo
per lo scopo. Qui hai quindi la rispondenza della forma della croce che Io ho
scelto, volendo dire ai Miei spiriti nel loro linguaggio: “Il Mio tendere di
guidare voi e gli uomini verso l’Alto, voi o perlomeno una grande parte di voi
lo vuole distruggere attraverso azioni trasversali o opposte. Anche gli uomini
durante il Mio cammino di vita terrena volevano impedire la Mia missione con il
loro modo di fare, solo che mentre al palo verso l’alto il Mio Cuore umano
cessò di pulsare e il Mio capo si piegò, mentre le Mie braccia fissate al legno
trasversale erano condannate materialmente all’inattività, il Mio Spirito fuggì
alla conclusione del Mio mandato, con le parole: «È compiuto!» e le Mie mani spirituali – libere come lo sono sempre
state – si levarono come Sapienza implorando all’Amore con le Parole: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello
che fanno!».
4. Queste due direzioni contrapposte, vita spirituale
e azione materiale, ottennero la loro più grande consacrazione attraverso le
Mie ultime parole. La Mia missione era compiuta, e a coloro che volevano
abbreviarla o perfino distruggerla, fu perdonato! L’Amore Mi inviò sulla Terra,
e la Sapienza, modificando l’impulso troppo grande, raggiunse la più grande
vittoria spirituale solo per mezzo dell’ultimo Atto materiale. – Ebbene, come
anche la croce, un giorno un palo della vergogna, ha ricevuto attraverso di Me
un significato onorevole, così voi e molti dei Miei figli, ai quali proprio per
amor Mio non va al meglio, che avete accolto la massima “stringersi sotto o alla croce, portarla pazientemente”, altrettanto
tu, figlio Mio, come un giorno Io, devi prendere tutto ciò che è unito con il
tuo spirito, consegnare la tua anima a Me, e sfruttare le azioni correnti di
traverso alla vita umana sociale, affinché non ti ostacolino nel procedere. E
tu, come un giorno Io sulla croce, dove innalzato al palo della vergogna a quel
tempo splendeva in grande gloria mentre intorno a Me stavano anime oscurate
dall’odio e dalle passioni, – così starai un giorno anche tu! Invece di gettare
al falso mondo il guanto di sfida, esclamagli: “Venite qui, voi smarriti, fratelli e sorelle, e imparate da me e dalle
mie sofferenze il supremo godimento più beato di un cuore puro”.
5. La croce come simbolo di due fattori
sempre opposti tra loro, vi deve dare l’insegnamento che proprio solo
attraverso gli opposti, il mondo materiale come quello spirituale, ha uno scopo
e un’esistenza! Nel mondo visibile è contrapposta la luce all’oscurità, il
freddo al caldo, la vita alla morte, il sorgere allo svanire, la quiete alla
lotta; nel mondo spirituale il bene al male, virtù ai vizi, l’amore all’odio,
l’amore per il prossimo all’amor proprio. Qui vedi dappertutto il simbolo della
croce, un giorno santificata attraverso di Me, dominare spiritualmente nella
rispondenza già molto prima in tutta la Mia Creazione come unico mezzo di
esistenza e conservazione. – Riconosci quindi l’alto significato della croce.
Porta anche tu le conseguenze di tutti i movimenti contrastanti in te. Mitiga i
tuoi desideri di appartenere spiritualmente del tutto solo a Me, e a non
considerare il mondano. – Finché porti il tuo corpo terreno, devi agire
materialmente, ma ciò nonostante puoi sentire spiritualmente, puoi imprimere ad
ogni azione il sigillo della Divinità. Ma del tutto spiritualmente, vivere
completamente unito con Me non è possibile. Non recidere da te stesso le vie
per il benessere; onora e gusta ciò che Io ti verso nel grembo in beni
materiali, impiegando con saggezza ciò che ti dono con Amore, e adempi così il
tuo scopo ugualmente bene come l’ho compiuto Io sulla croce, nonostante tutte
le circostanze contrastanti, simbolicamente espresse tramite il legno sul quale
conclusi la Mia carriera terrena, e nonostante ciò rimasi comunque vincitore. –
Ricordati della croce nella sua rispondenza spirituale, e ti riconcilierai con
il tuo destino, comprenderai come una croce senza trave trasversale non è una
croce, proprio come non è possibile nell’uomo una vittoria spirituale sul suo
io senza il flusso opposto degli ostacoli materiali che, alla fine, invece di
ostacolare il progresso spirituale, lo devono promuovere! – Ricordati delle Mie
ultime parole «È compiuto!», e cerca
anche tu di terminare felicemente la tua missione, come Io la Mia, e come incoronai la Mia missione con la
resurrezione, così spera anche tu la tua rinascita spirituale nel Mio Regno! –
Amen!
[indice]
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Il numero Tre
(appendice su ’La croce’)
14
febbraio 1872
1. Mi domandi: “Perché
proprio due criminali hanno dovuto subire con Me la morte sulla croce?”. Ed
Io ti rispondo: “Torna più indietro e
cerca di capire in quale periodo della Mia vita precedente si stava svolgendo”.
La risposta a questa indagine era il tempo di tre anni dell’Insegnamento
pubblico. Ebbene, la risposta ti è stata data, ma non sei capace di afferrare
il senso della stessa. Pertanto, per guidarti a questo, vogliamo dapprima
considerare la Mia stessa Divinità e poi le Caratteristiche di questa Divinità
nel mondo, sia quello materiale che spirituale, affinché da ciò tu possa
comprendere ed afferrare più facilmente il seguito.
2. Ascolta dunque: in tutte le cose che il
tuo intelletto può afferrare, troverai una certa cifra che singolarmente condiziona
la sussistenza delle cose, oppure è contenuta perlomeno nella cifra complessiva
dei fattori dell’oggetto come cifra di base, ed è in questa cifra che, per così
dire, il fondamento di tutta la Mia Creazione è espresso nel divenire,
nell’esistere e nello svanire; questa cifra è il numero ‘tre’. Tutto ciò che esiste ha una triplice estensione come corpo;
vale a dire: altezza, larghezza e profondità. Tutto ciò che esiste ha un
inizio, uno sviluppo e uno svanire. Tutto ciò che esiste ha un esteriore, un
interiore e un intimo. Tutto ciò che esiste ha un corpo, un anima e una
scintilla del Mio Io divino, ‘lo spirito’. La Creazione stessa, visibile e
invisibile, è sorta attraverso tre processi: il pensiero, l’idea e la
realizzazione. Anzi, Io stesso sono l’espressione di tre grandi fattori,
dell’Amore, della Sapienza e dell’impulso della conservazione di tutto ciò che
era stato creato dai due precedenti. Dappertutto tu vedi questo numero tre, e
proprio per questo lo stesso è intrecciato anche con la Mia vita terrena, dove
dappertutto vi è celato dello spirituale.
3. Alla Mia nascita Io stavo come Punto
centrale, come Mediatore tra altri due elementi spirituali, e questi rapporti spirituali
dell’umanità si sono ripetuti alla Mia fuoriuscita da questa vita terrena. Alla
Mia nascita stetti come Mediatore tra gli uomini materiali e quelli accessibili
spiritualmente per la Mia dottrina, stetti tra il politeismo, ovvero il
paganesimo, e il popolo che adorava un solo Dio. I primi con il tempo dovevano
essere salvati dalla totale decadenza, e con la parte migliore dell’altro
popolo, credenti in un Dio, riportare all’umanità la sua dignità perduta
attraverso la Mia dottrina. Quello che lì si espresse nelle circostanze del
tempo, si rappresentò simbolicamente alla fine della Mia vita.
4. L’uno criminale (nella rispondenza)
rappresentava i pagani; l’altro, il popolo giudaico. Il primo non si pentì né
si convertì; l’altro Mi pregò per intercessione e in parte credette in Me.
Entrambi erano congiunti con la vita terrena attraverso la croce, e qui
soggiacquero appunto alla morte, perché avevano considerato l’incrociamento
materiale del loro orientamento spirituale per la causa principale, e così allungarono
notevolmente la via verso l’Alto. All’uno promisi di essere lo stesso giorno
con lui in paradiso, e l’altro incorse alla legge morale del rigore, finché
l’auto discernimento gli avrà insegnato qualcosa di meglio.
5. Alla Mia nascita furono tre sapienti
dall’Oriente che vennero a portarMi oro, incenso e mirra, e questi tre sapienti
caratterizzavano i Miei tre giorni d’insegnamento nel tempio, come i Miei
futuri tre anni d’insegnamento e i Miei tre giorni nell’Ades per
l’ammaestramento e la liberazione degli spiriti che là Mi aspettavano. La linea
spirituale dei tre sapienti era triplice. L’uno Mi cercò nelle stelle, l’altro
nella visibile natura fisica, e il terzo nell’animico Regno spirituale.
6. La stella che li guidò fino a Me era la
stella della verità che essi ben supponevano in tutte le loro ricerche nelle
differenti direzioni, ma non ne erano certamente consapevoli. I tre sapienti
presentarono o rappresentarono le tre direzioni dello spirito di tutto ciò che
è creato e del Mio stesso Io divino; essi erano, per quanto riguarda spirito,
corpo e anima, oppure dello spirituale, del materiale e dell’animico,
condizionati in ogni cosa.
7. Anche il mondo era ed è ancora adesso
espresso in questo numero tre, se volete suddividere gli uomini in tre classi
così: uomini che credono poco o addirittura nulla; uomini nei quali è già
risvegliata la facoltà di credere, che quindi sono pronti ad accogliere il Mio
seme divino e alla fine Me, come Uomo-Dio, come Mediatore tra loro, promettendo
all’uno l’incontro con Me nel mondo spirituale; e coloro che rifiutano ogni
parola di conforto e di fede, vantandosi con la loro scienza intellettuale
senza badare alla voce del loro cuore, dovendoli lasciare a se stessi, a come
riusciranno a farcela come ‘forti spiriti’ dall’altra parte, nella tenebra
voluta da loro stessi del credere a nulla.
8. Queste tre condizioni spirituali dovrebbero essere
rappresentate corrispondentemente anche alla Mia nascita come al trapasso. Esse
erano: oscurità, crepuscolo e Luce. Oscuri furono i pagani; nel crepuscolo i
giudei, perché con le profezie dei profeti erano preparati; e la Luce,
irraggiando e riscaldando tutto, ero Io.
9. Così fu il Mio operare nei Miei tre anni
d’insegnamento, dove Io, risvegliando i dormienti dall’oscurità, preparandoli
al crepuscolo e precedendo davanti a loro come Luce, coronai poi la Mia opera
con la Mia resurrezione e ascesa al Cielo.
10. E come portai lì tra due peccatori
smarriti come ultimo Confortatore almeno per un conforto e speranza, così
adesso Mi trovo di nuovo tra i vostri uomini-ragione e i vostri credenti nel
crepuscolo, come unica Luce e Punto fermo nell’avvicinarsi confusione e
calamità! Gli uni sono peccatori induriti, come in quel tempo l’uno, il
malfattore; gli altri, credenti pentiti ma speranzosi, i quali sperano
fiduciosi nell’Amore misericordioso di un Dio onnipotente, per poter uscire dal
crepuscolo ed entrare nella Luce.
11. Così la Mia morte sulla croce tra i
due malfattori o peccatori è l’autentico simbolo dei diritti umani e divini della
condizione spirituale dell’umanità, e adesso, come una volta, Io sarò di nuovo
come Mediatore, come il grande Compensatore che unirà in Uno le direzioni che si stanno duramente di fronte, affinché alla
fine debba comunque determinare come presso di voi, spirito, corpo e anima, una
trinità, un solo tendere spirituale, un solo Regno spirituale, dal momento che
Io sarò di nuovo il Punto centrale e Conservatore di tutto il divenire e del
divenuto.
12. Così il numero tre, come espressione divina del Mio Io, come tipo fondamentale di
tutto il Creato, è sempre il portatore di tutto lo spirituale. Triplice è la
Mia Essenza, triplice la vostra, triplice il vostro periodo di vita, triplice
il periodo della Creazione, triplice la direzione di tutto il procedere, triplice
è la lotta per lo spirituale e triplice la vittoria!
13. Ovunque tu guardi è scolpito questo
numero ed è espresso simbolicamente in un triangolo oppure in una piramide,
alla cui base di ogni estremità della stessa è eretta una linea, tendendo verso
l’alto queste linee si inclinano un po’ alla volta sempre di più, e in un punto
si uniscono, dove il loro tendere e il loro inclinare trova il punto d’appoggio
e la loro fine. Questo punto d’appoggio, spiritualmente, sono Io.
14. Le linee innalzate sulla grande base
della Creazione materiale e spirituale sono l’umanità e tutte le creature, le
quali avvicinandosi gradualmente sempre di più a Me, raggiungono alla fine il
loro centro, la loro formazione spirituale più grande possibile nel loro comune
Punto centrale in Me, quindi il numero tre
determina Amore, Sapienza e Onnipotenza!
15. Allora accogli anche tu questo numero,
come santo nel tuo cuore; e dopo questo, aspira a giungere dal materiale
all’animico, e dall’animico allo spirituale, affinché la Scintilla spirituale
divina posta in te rappresenti poi il tuo corpo materiale, e la tua anima,
spiritualizzandosi e unendosi con la stessa, che è la forma di una piramide o
un triangolo (cioè qualcosa di concluso, di perfezionato) nel piccolo, come lo
sono Io nel grande, quale eterno Dio e Creatore di tutto l’esistente! Qui hai
la soluzione del numero tre, come là
significa simbolicamente e adesso rispettivamente, sempre lo stesso, vale a
dire Me, come Mediatore tra materia e anima, tra oscurità e crepuscolo, come
unica Luce raggiante che mai svanisce! – Amen!
[indice]
۞
Preparazione al giorno di Pasqua
16
aprile 1870
1. Domani celebrate la festa della Mia resurrezione, allora
voglio donarvi per questa festa alcune parole, dopo che avete celebrato
l’ultima di commiato dai Miei discepoli con siffatto amore e devozione! (Cena
del Giovedì santo). Sì, Miei cari figli, il giorno dopo è stato veramente il
giorno più importante e la chiave di volta del Mio scopo, perché ho deciso di
venire sulla vostra piccola Terra per compier lì l’Atto più grande
dell’umiliazione, come eterno Esempio per voi uomini e per i Miei spiriti che
vivono sparsi nello spazio infinito, e glorificando ovunque la Mia Lode e il
Mio Amore, per annunciarlo agli altri esseri creati. È stato il giorno più
importante perché con ciò ho sigillato la Mia Divinità, mentre i Miei apostoli
erano già diventati vacillanti nella fede. Se non avessi mantenuto la Mia parola
che Io espressi: «Per un po’ non Mi
vedrete più, e poi un altro po’ Mi vedrete di nuovo», se non fossi risorto
e, con ciò, avessi superato come prima la Vita, e adesso la morte, allora
sarebbe stato inutile tutto il Mio stesso, supremo sacrificio, e l’Opera
compiuta con grande umiliazione! Solo per il fatto che i Miei discepoli Mi
videro di nuovo risorgere, e in ciò riconobbero il Signore sulla morte e sulla
vita, tutti furono fortificati nella fede, e diedero poi facilmente e
liberamente la loro vita per la Mia dottrina che Io pagai col Mio sangue, ed ho
sigillato con la Mia resurrezione.
2. Miei cari figli! Quali sentimenti
dovrebbero attraversarvi all’inizio di questo giorno in cui viene celebrata la
festa della Mia resurrezione. Non voglio proprio toccare come viene celebrata:
con ciotole di cerimonie, scorpacciate e baccanali, ma non come dovrebbe essere
festeggiata.
3. È la resurrezione del Mio Amore che fin
lì era stato estirpato nella maggior parte degli uomini tramite egoismo, brama
di dominio e vendetta ottenebrata nel male, e se anche talvolta un sottile
soffio divino dell’Amore e della Misericordia aveva attraversato come un lampo
l’uno o l’altro, era stato solo per momenti. La Mia venuta, le Mie parole, le
Mie opere che avevano tutte riferimento solo all’Amore, che respiravano tutte
solo Amore, dovevano rafforzare attraverso la resurrezione come chiave di volta
del tutto, ciò che Io dissi spesso, e ora ve lo ripeto anche: “L’Amore non può passare!”, tutti i
poteri, perfino la morte, vanno a fondo in esso, e proprio per questo la Mia
resurrezione fu la massima dimostrazione, consolidamento e motivo per l’eterna
durata della Mia dottrina, allora nuovamente fondata.
4. Se non fossi ritornato dalla morte e
non avessi consolato al Mio tempo tutti i Miei seguaci, e rinnovato la Mia
parola dell’amore, tutto il Mio operare e parlare sarebbe caduto nella
dimenticanza, e un decennio dopo nessun uomo avrebbe più parlato di Me, al
massimo “...che Cristo è stato un uomo
straordinario, oppure, addirittura, un profeta”, e nient’altro. Sarebbe
rimasto all’espressione e non si sarebbe mai giunti alle azioni che la Mia
dottrina aveva rappresentato come vero mezzo all’unica meta dell’anima. Così
questa resurrezione fu il primo segno per dare alla Mia dottrina un’eterna
durata, per presentarla fino agli ultimi mondi che orbitano nello Spazio di
eternità in eternità come punto luminoso e come passo mai sospettato del
Creatore e Signore di tutto il visibile, come Egli sia risorto dalla più grande
umiliazione in maniera gloriosa, come Esempio per tutti gli spiriti e gli
angeli!
5. Sì, l’eterno Amore di nuovo resuscitò,
diffondendo ovunque la Sua indulgenza e la Sua mansuetudine; esso cominciò a
splendere come una soave Luce, sebbene con l’errata comprensione umana della
Mia dottrina e del suo utilizzo per scopi egoistici di una sola casta, la casta
sacerdotale, è corso molto sangue e sono cadute e cadranno ancora molte vittime
innocenti. L’amore è comunque uscito trionfante e glorioso dalle tempeste
provocate dagli uomini, rimanendo sempre lo stesso. Questo è ‘l’amore eterno, tutto riconciliante!’
6. Già sulla croce Io espressi la suprema
parola dell’amore, perdonando i Miei nemici, dopo che la Mia opera era quasi
compiuta fino alla totale trasfigurazione. E così l’amore, dopo mille e molti
anni ancora, sta sempre davanti ai Miei cari figli; Esso celebra giornalmente
una resurrezione in uno o nell’altro animo, così che dopo lunghe sofferenze
desidera finalmente ritornare a Me, ed Io gli lascio trovar la via.
7. Non celebrate solo domani, celebrate
tutti i giorni la festa della resurrezione del vostro amore per Me ogni volta
che avrete compiuto una buona azione nel Mio Nome, oppure quando, se per questa
mancheranno i mezzi per l’esecuzione, l’avrete voluta in voi stessi. Allora sarete
risorti, vi sarete poi avvicinati a Me di un gradino, più vicino all’infinito
Amore che vi ha voluto stringere al Suo Cuore già dall’inizio con tutte le
forze. Allora sarete risorti con Me da una posizione inferiore a un essere
migliore! – O figli, se sapeste cos’è l’Amore, l’Amore di un Creatore per i
Suoi figli! Se sapeste come non ignora niente, anzi perfino il più piccolo
cenno nei vostri cuori, per guidarvi sempre più vicino a Me, voi povere
creature! Voi non potreste pensare quest’Amore e continuare ad esistere, poiché
sarebbe per voi un annientamento nella pura delizia e nella beatitudine!
8. Celebrate la Mia festa, la festa della
resurrezione. Pensate a Me e immaginatevi anche che non siete i soli a celebrare questa festa, ma è
celebrata in tutti i Cieli. Da tutti gli spazi della Mia Creazione Mi giunge il
giubilo, suoni di accordi soavemente celestiali fluiscono dalle labbra dei Miei
angeli e da tutti i trapassati che Mi cercavano già su questa Terra, e ora Mi
hanno trovato là nell’eterno splendore della Mia magnificenza, tanto che se
deste un’occhiata a tutto questo con Me, non vorreste più vivere qui per un’ora
soltanto!
9. Celebrate questo giorno in tutta la
devozione nelle Mie disposizioni, e riflettete: “l’Amore non può far del male!”, – “l’Amore può solo amare e nient’altro!”. Celebrate questo giorno
con i Miei spiriti e confidate in Me, quando dopo breve tempo di prova suonerà
la vostra ora di richiamo, e poi cadrà il velo che adesso vi separa dal mondo
degli spiriti. Allora celebrerete anche per voi la prima resurrezione
spirituale, e con questo il tutto avrà poi anche per voi la sua pietra di volta
per il vostro pellegrinaggio terreno; solo allora imparerete a percepire nelle
Mie braccia e al Mio petto paterno che cosa significa ‘amare’, ma amare come posso Io quale Padre, amare i Miei figli che
hanno perseverato fedelmente presso di Me fino alla fine! L’Amore è risorto!
Esso, l’eterna Sorgente della
Creazione di tutto il Creato, ha vinto la morte e sarà l’Alfa e l’Omega di ogni
esistenza, sia nella Creazione materiale che spirituale!
10. Perciò, Miei cari figli, il Padre
vostro, l’Amore stesso vi esorta a celebrare solennemente questo giorno in
memoria di Me, esso è un giorno di festa per tutti coloro che conoscono la
parola ‘Amore’ e la vogliono di
continuo curare nel loro cuore.
11. Non dimenticate: è il Cristo risorto,
è il Dio che un giorno, dopo breve tempo del Suo soggiorno terreno ritornò nei
Suoi Cieli, il Quale dopo molti anni vuole mettervi di nuovo questo nel cuore,
come fece una volta là agli apostoli, quando dopo la resurrezione venne tra
loro attraverso le porte chiuse. Anche a voi, Miei cari figli, Io ritorno e vi
esclamo: “Non temete, sono Io, il Padre
vostro, Io, Gesù, l’eterno Amore risorto che ha vinto la morte; Io, l’Incorruttibile
sono di nuovo qui ed esclamo a tutti voi: risorgete anche voi! In alto! In
alto! Là vi fa cenno la stupenda meta dell’eterno Amore. Là sta il Padre con le
braccia aperte, ristorando tutti con la Sorgente del Suo infinito Amore! Quindi
correte da Lui, da Lui, Miei cari , affinché vi possa di nuovo ricambiare per
le vostre sofferenze subite per il Suo Amore e per la fede che vi sta
connessa!”
12. La Mia resurrezione è la festa
dell’incoronazione per tutte le Mie sofferenze ed umiliazioni durante il Mio
cammino di vita terrena. Possa essere anche la vostra resurrezione, la festa
della vittoria della vostra anima e del vostro spirito, affinché poi diventiate
degni di essere nei fatti figli Miei e rimanerlo in eterno! Questo vi dice il
vostro amorevolissimo Padre come parola commemorativa della Sua resurrezione,
come segno dell’Amore mai calante, dando a tutti voi la Sua paterna
Benedizione. – Amen! Amen! Amen!
[indice]
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Domenica di Pasqua
9 aprile
1871
1. Tu hai brama di una Mia parola perché il tuo cuore è
scosso dalla solennità del giorno così come viene celebrato in tutta la Mia
Creazione come Giorno della liberazione dalle dure catene, e d’altra parte
perché ti ricordi con tristezza di quegli uomini in cui la massa vive proprio
questo giorno del quale dovrebbe essere orgogliosa, con la più grande
indifferenza, dove solo per abitudine alcuni partecipano a cerimonie che non
possono evitare, ma del resto si dedicano solo alle passioni mondane e
precisamente alle più basse.
2. Tu Mi domandi: “Dov’è il Tuo sacrificio, o Padre, che hai portato per noi e per tutti
i Tuoi spiriti? Dov’è il riconoscimento dello stesso?”
3. Ed Io ti rispondo: “Stai tranquillo, figlio Mio; ciò che ti indispone, non rallegra
nemmeno Me”. Però, vedi, nondimeno Io lascio sorgere il Sole nel suo
splendore, portando vita ovunque su questa morta massa di anime.
4. Nonostante i loro smarrimenti, Io le
sovraccarico di Grazie, anzi le inondo con doni di benedizione; e nonostante
ciò, non serve a nulla! Se Io giudicassi come te, dal punto di vista umano,
anche su di Me verrebbe una malinconia; anzi ancora di più, Mi pentirei del Mio
sacrificio dell’umiliazione come Creatore e Signore del mondo. Anzi, se non
fossi l’Amore che mantiene gli esseri viventi, se non fossi l’Amore, il supremo
Amore stesso, dovrei maledire questo Atto, se l’Amore potesse maledire!
5. Ma poiché in primo luogo Io sapevo e
vedevo in anticipo queste condizioni, in quanto come Dio, nel rapporto
spirituale, ho una vista molto più elevata, di ampia portata, ed ho dinanzi a
Me un’intera eternità di tempo per la maturazione dei Miei piani, allora sono
tanto felice per il tuo cuore profondamente sofferente per queste cattive
condizioni, come Mio degno figlio nel quale ho il Mio compiacimento; tuttavia
non posso unire la Mia voce ai tuoi lamenti.
6. Sii rassicurato: Io so utilizzare per
l’avanzamento dei Miei piani anche i più grandi smarrimenti degli uomini, il
vivere spensieratamente di alcuni e le più cattive azioni, e dove a te può
sembrare che le cose si svolgano proprio così diabolicamente, proprio là il Mio
Amore è spesso maggiormente attivo, e il risultato finale, calcolando tutte le
azioni che si basano solo sulle passioni più basse degli uomini, non ottiene poi
il voluto male, bensì l’avvicinamento al Mio Regno già da tempo da Me avviato.
7. Quindi lascia pure che gli uomini si
trastullino, lasciali parlar male con disprezzo del loro prossimo, lasciali
maltrattare i loro sottoposti, di cui particolarmente il genere femminile; esse
pretendono sempre di essere soltanto dee o sante, piene di buone
caratteristiche, mentre loro, chi comanda, non ne possiede nemmeno una.
8. Non ti affliggere quando vedi come la
Mia parola trova così poco consenso, come viene ascoltata solo secondo la
forma, ma non si opera minimamente secondo questa.
9. Tu sai che cosa ti rispondo a tutto
questo? – Vedi, Io ti dico: – lascia pure andare questi uomini per la via che
vogliono, Io disporrò già le circostanze e concatenazioni in modo che tutti i
torti, tutte le calunnie e tutte le false parole ipocrite che hanno detto agli
altri, ricadono solo sul loro stesso capo. Essi dovranno una buona volta
imparare a comprendere ciò che adesso non comprendono e non vogliono accettare
in nessun modo, se la parola sia stata data agli uomini come conforto, ovvero
comunicata a loro direttamente da Me!
10. L’eternità è lunga, e chi non vuole
risorgere, chi non vuole lasciarsi rinascere, chi non vuol capire ciò che Io un
giorno dissi: «Io sono uno Spirito e chi
Mi vuol adorare, Mi deve adorare in spirito e in verità!», questi dovrà
portarne le conseguenze, non del Mio giudizio punitivo, ma delle sue stesse
azioni!
11. Sta tranquillo, lascia che gli uomini
ti ritengano per uno folle esaltato che secondo la loro presunzione ritengono
anche altri per folli; lascia loro questa gioia nella quale essi, gli oscuri,
credono di essere la luce che deve splendere e splenderà. Tu sorridi di loro,
ricordando la massima: ‘Ride bene chi ride per ultimo!’
12. Celebra con Me la tua festa della resurrezione!
Festeggiala con i buoni propositi di diventare sempre migliore, di diventare
sempre più degno del Mio Amore; scrivi, quando ti metto nella penna parole di
conforto, di pace e d’amore, oppure quando devo biasimare gli errori degli
altri con severità paterna per il meglio degli addormentati, tuttavia non ti
preoccupare degli effetti di quanto sarà detto. Non lo avrai espresso tu, ma
saranno parole Mie, e per secondo non hai nemmeno il potere di imporre agli
altri ciò che tu riconosci come una stupenda e benedicente verità. Lascia
aprire a Me gli orecchi ai sordi e incidere la cataratta ai ciechi, Io
M’intendo meglio di qualcuno di voi in tali cose.
13. Fa’ il tuo dovere verso di Me, e
festeggia la tua rinascita il più presto possibile, come festa di resurrezione
nel Mio Amore che ha comunque trionfato come al giorno d’oggi mille e molti
anni prima su tutte le cattiverie degli uomini!
14. Anche il tuo cuore sarà soddisfatto;
anche tu vedrai e verrai ancora a sapere come i cuori più duri diventano
teneri. Soltanto, non criticare i mezzi che forse devo impiegare per questo.
Rifletti: – quanto più la massa è dura, tanto più grande sforzo ci vuole per
ammorbidirla!
15. Consegnati alla Mia Volontà che finora
ti ha guidato, per vero su vie non troppo piacevoli, soltanto che tu stesso
dovrai ancora ammettere che solo con tali mezzi possono essere raggiunti tali
scopi.
16. Se ti sei purificato nei Miei
confronti, lascia allora agli altri simulare e nascondere i loro poveri cuori
smarriti sotto bei discorsi come vogliono; ti ho già aperto parecchie volte la
vista spirituale, e se anche in futuro alle volte capiterà, allora dovrà avere
per scopo solo per riconoscere il lupo nella veste di pecora, per non gettare
le Mie perle dinanzi ai porci. Nondimeno, che tu sia rammaricato quando i tuoi
sforzi non concludono nulla, allora consolati: se non posso nulla Io, come puoi
aspettarti un risultato migliore dalle tue piccole forze?
17. Continua pure a rendere felici altri attraverso le
Mie parole, a guidare gli altri su vie migliori; se non tutti ti seguono, non
ha importanza, anche i fiori su un albero che in primavera avvolgono lo stesso,
non tutti portano frutti, sebbene ognuno porta in sé il germoglio. Il vento, la
pioggia e il freddo, come anche altre circostanze, ne rovinano molti, e solo
pochi riescono a giungere alla maturazione resistendo a tutte le tempeste.
18. Così è anche con i tuoi amici e fratelli: non
tutti possono tenere lo stesso passo con te, a loro manca in volontà e in forza
d’azione, essi vengono meno, piegati come un fiore, sotto certe circostanze
perdono il coraggio, perdono la fede e la fiducia. Abbi solo pazienza; anche
per loro arriverà un tempo della resurrezione, dove essi, resi arrendevoli
mediante duri colpi, naturalmente solo più tardi riconosceranno quante
occasioni ci sarebbero state per comprendere.
19. I fiori dell’albero che il vento
disperde e la pioggia lava via, oppure sono distrutti dal gelo, come fiori sono
bensì usciti dal regno della realtà, ma non dalla Mia Creazione come sostanze
della natura. Essi dovranno adempiere in altre forme e sotto altre circostanze
ciò che a loro non è stato concesso come fiore. E così è anche con gli uomini:
le circostanze che agiscono su di loro, per il momento cambiano il loro modo di
sentire, cambiano il loro orientamento spirituale. Tuttavia non ti preoccupare,
anche su altre vie, diverse da quelle che tu volevi, li raggiungerà la Mia
mano, li farà attraversare una scuola di rinuncia e sofferenze come mezzi di
purificazione, e se poi, schiacciati dalla dura macina del loro destino,
saranno diventati cedevoli, allora verrò Io di nuovo con il Mio Amore e
riscalderò il freddo sconsolato cuore, così poi, volonterosi, presteranno
ascolto a tutti i Miei insegnamenti, perché tutto il resto nel mondo ha chiuso
spietatamente i suoi orecchi alle loro grida d’aiuto.
20. Ogni anno ritorna questo giorno
commemorativo della Mia resurrezione, ogni anno molti non si potranno
rallegrare di un progresso; cerca anche tu (lettore) di essere tra coloro che
procedono, e tu (scrivano) non ti preoccupare per i rimasti indietro. Io stesso
li spingerò avanti, e con pazienza comincerà anche per loro il giorno della
resurrezione del Mio Amore nel loro cuore. Rimani il Mio scrivano e figlio
obbediente e diligente, e non rattristarti nelle ore della consacrazione che il
Padre tuo Celeste pone talvolta nel tuo cuore tormentato da circostanze
mondane. Questo a te per oggi, come nel Mio giorno della resurrezione di una
volta e, possibilmente, per il tuo prossimo giorno della rinascita! – Amen!
[indice]
۞
La festa della Mia resurrezione
(come base di ogni più
nobile cultura)
31
marzo 1872
1. Mi preghi di ricevere alcune parole per il giorno
odierno, perché appunto proprio oggi il tuo cuore è così colmo di amore per il
tuo prossimo e in particolare per il tuo piccolo gregge che ti ho affidato per
guidarlo, che ti senti spinto a mandar loro, cioè agli ultimi, alcune parole di
conforto che dovrebbero supplire la tua lontananza nella loro cerchia. Ebbene
guarda, figlio Mio, anche se su questo giorno vi ho già detto molto, il cui
significato e la sua applicazione ve li ho dati per la vostra stessa vita
spirituale, allora voglio accondiscendere alla tua preghiera, e spiegarti la
tua beata sensazione del perché non vorresti celebrare questo giorno senza una
santa azione che si riferisca alla Mia resurrezione, e perché ti sarebbe caro e
piacevole se il tuo sentimento potesse trovare anche una risonanza nei cuori
dei tuoi fratelli e sorelle.
2. Ebbene vedi, oggi l’intera cristianità
celebra la festa della Mia resurrezione, eccetto i popoli slavi che, per
ignoranza e grettezza, non vogliono essere nel calcolo del vostro tempo, e la
celebrano più tardi.
3. Il come questa festa dovrebbe essere
celebrata, e veramente viene celebrata, vogliamo lasciarlo da parte e
rivolgerci solo a coloro che, quali veri cristiani, non la vogliono celebrare
con lo sfarzo esteriore, ma interiormente con delle considerazioni religiose,
con l’elevazione del loro cuore a Me. Infatti, mentre per loro questa parola è
di valore, per gli altri non bastano le parole, là deve sentire lo stomaco,
perché lo spirito avrebbe un giorno di festa, vale a dire non deve fare nessun
lavoro; tuttavia allo stomaco viene affidato il lavoro maggiore, al fine di
trovare la via d’uscita dal caos di cibi che proprio il giorno odierno vengono
cacciati in esso ‘in onore di Dio’.
4. Voltiamoci quindi da questi figli
smarriti, ed illuminiamo coloro che bramano la Luce, rendendoli felici con un
raggio del Mio Amore, mentre gli altri sono così a proprio agio seduti alla
tavola nell’oscurità materiale.
5. La festa della Mia resurrezione, ovvero
la scena conclusiva del Mio cammino di vita terrena, il perché Io un giorno
discesi sulla vostra Terra e quello che ho voluto lasciare agli uomini in
eterno, l’ho confermato là con la Mia morte sulla croce, e lo misi nella giusta
Luce solo con la Mia resurrezione. – Questa festa di resurrezione viene
celebrata anche in tutta la Mia Creazione, perché fu un atto nel quale l’intero
mondo visibile ed invisibile degli spiriti ottenne la sua vera destinazione.
6. Essa viene celebrata in quegli spazi,
ma non così come lo immaginate voi; là per tale festa è destinato pure un
giorno, perché nel Regno degli spiriti non esiste nessuna notte e perciò
nemmeno un giorno. Tanto più che i calcoli del vostro tempo e le vostre
supposizioni sono sbagliate, e tanto meno sapete il vero giorno della Mia
nascita[28],
poiché il calcolo del tempo presso i romani era diverso, e questo venne di
nuovo rettificato dai vostri astronomi, e inoltre, perché a causa dell’eclisse
solare i calcolatori degli osservatori stellari lo consideravano come un
fenomeno normale, cosa che però non lo fu. Essi determinano appunto questo
giorno di festa così che deve essere celebrato con la luna nuova, ma da tutto
ciò risulta che voi non festeggiate mai veramente il giorno della Mia
crocifissione, né della Mia resurrezione.
7. Vedete, come si strappò la cortina nel
tempio, e così l’Onnisantissimo – altrimenti sottratto al popolo –viene adesso
esposto, cosa che aveva altrettanto un grande significato, dovendo indicare
l’abbattimento dell’ultimo muro di separazione che esisteva fino allora tra Dio
e i Suoi esseri creati, pregando Egli – l’Amore stesso – ancora sulla croce per
gli abbagliati, esclamando: «Padre,
perdona loro, perché non sanno quello che fanno!», così questi avvenimenti
elementari, come lo strappo della cortina nel tempio, furono l’espressione di
ciò che si svolse nello stesso istante nell’intera Creazione, e in particolare
sulla vostra Terra. In altre parole, mentre l’intelletto mondano degli uomini
si oscurava attraverso la fanatica furia religiosa e i giudei non sapevano ciò
che facevano, allora cadde il muro separativo spirituale che fino allora
separava il Creatore da ciò che Egli aveva creato, e il muro si trasformò
attraverso la Mia preghiera come Crocifisso nel rapporto del Padre per i Suoi
figli, quale rapporto perseguito attraverso la Mia discesa, avviato là, e ora
va incontro al suo perfezionamento come conclusione!
8. Se però vi dico che questo giorno viene
festeggiato anche nel mondo degli spiriti, allora questo avviene in un modo del
tutto semplice e naturale, e precisamente così:
9. Dal ritorno a casa nel Mio Regno fino
al vostro tempo, sono passati nell’aldilà milioni di credenti; molti di questi,
specialmente quelli deceduti da poco, prendono parte a questi avvenimenti che
accadono nel vostro mondo da dove anche provengono, tanto che, appena
s’impadronisce una devota disposizione edificante in tali feste commemorative
degli uomini ancora viventi, i defunti non rimangono liberi da quest’influsso,
ma si intonano nell’Osanna e nell’Alleluia dei viventi.
10. Se ora nel Regno degli spiriti non
rimane nascosto nessun movimento spirituale, allora lo stesso eccita anche là
di nuovo altri spiriti alla simpatia; e come un sasso gettato nell’acqua,
attraverso il moto ondulatorio circolare che la sua caduta ha causato, dà
notizia alle lontane particelle d’acqua della sua caduta nell’elemento liquido,
così si diffonde anche questo giubilo con le preghiere di ringraziamenti
elevate a Me fino ai Miei sommi spiriti angelici, i quali fanno di nuovo
riaffluire il loro amore ai gradini inferiori, e s’intonano insieme nel loro
ringraziamento e inno di lode, producendo così un gioioso vibrare nell’intero
Regno dei Miei Cieli che è provenuto dalla Terra fino nella Mia vicina Sfera
degli spiriti e rifluisce da lì di nuovo a voi.
11. Vedi, questo ondeggiare spirituale
muove anche te, Mio caro scrivano, stimola in te questo beato sentimento
d’amore di pace e di quiete, sentimento che hai creduto espresso perfino
nell’intera natura visibile, e vorresti volentieri far sentire ai tuoi fratelli
e alle tue sorelle.
12. Per renderti chiaro i movimenti del tuo stesso
cuore i quali dovrebbero diventare utili anche per altri, proprio per questo
ricevi questa parola, per te, per i tuoi amici e per tutti i futuri veri
seguaci della Mia dottrina, affinché anche loro un giorno, leggendo queste
parole, dovranno imprimersi nella memoria quanto buono è stato il Padre loro
nel Cielo – ed ha provveduto anche per loro con del Pane spirituale, giacendo
ancora tutti come un embrione nel grembo dell’infinità.
13. Sì, figli Miei, celebrate questa festa
della resurrezione, facendo sorgere anche voi tutte le vostre virtù e tutte le caratteristiche
spirituali in voi, e lasciate indietro nella tomba preoccupazioni e piani
mondani, come Io un giorno il sudario, nel quale si avvolse la Mia salma, così
anche voi lasciate indietro tutte le false opinioni nelle quali vi hanno
coinvolto la vostra educazione e il vostro amor proprio.
14. Risorgete, come un giorno Io quale
Uomo-Spirito, e lasciate dietro di voi l’uomo mondano! Allora il giubilo degli
spiriti dall’aldilà che vi amano diventerà ancora più grande, percepirete
ancora di più la risonanza dello stesso, e guarderete altrettanto a Me con
gratitudine, come coloro ai quali è concesso di vedere Me faccia a faccia,
perché allora ben comprenderete che non celebrate la Mia festa di resurrezione,
bensì la vostra che vi ho lasciato con il Mio cammino di vita e la Mia
dottrina, e con ciò vi ha collocati nella vostra dignità spirituale, dove
dovrete trovare la vostra vera posizione non da soli uomini o cittadini di un
piccolo globo terrestre, bensì da spiriti, figli dello Spirito supremo ed eterni
gaudenti di mai sospettate beatitudini, come abitanti dei Miei Cieli
spirituali.
15. Questo era il Mio scopo, questo volevo
far di voi; e così potete ben immaginarvi che il giorno di una simile
resurrezione, guadagnata da Me con tali sacrifici, può essere festeggiato
veramente solo quando anche voi uomini, come Miei degni figli, potrete
afferrare l’intero valore della Mia volontà, e solo attraverso questo potrete
comprendere che non si trattava della Mia, ma della vostra glorificazione,
quando ho trascinato la croce al luogo dell’esecuzione, come quando Io – quale
Uomo-Dio spiritualizzato – ho fatto rotolare via da Me la pesante pietra
sepolcrale dell’Essere terreno, e con ciò suggellai non la Mia gloria, bensì la
vostra nel Mio Regno degli spiriti.
16. Perciò celebrate questo giorno con
tutta umiltà; riflettete che se Io stesso non avessi educato i popoli con la
Mia dottrina religiosa dell’amore e della tolleranza ad usanze più miti, da
dove sarebbe venuta fuori la vostra civilizzazione? Che cosa sareste voi
adesso? Senza la Mia comparsa in quel tempo, dove sarebbe ora la vostra cultura
umana del vostro spirito?
17. Quale immensa differenza, come
v’insegno adesso a contemplare e ad amare la Mia natura, e ritrovarMi in essa,
in confronto a quello stato che sarebbe da paragonare alla più profonda tenebra
senza la Mia venuta!
18. Tacendo solo i successi spirituali che
avete potuto trarne e potete ancora guadagnare, già solo osservando il vostro
benessere materiale dovrebbe determinarvi ad intonare a Me canti di
ringraziamento e di lode. Quanto più in alto arrivate nella conoscenza della
Mia parola, tanto più imparate a leggere e a comprendere il Libro spalancato
della Mia natura, dove da tutti gli angoli essa esclama: “Dio è Amore!”. L’Amore che offre tutto, per far di voi figli Suoi!
19. Celebrate questa festa della
resurrezione con una nuova elevazione del vostro io, con un’altra resurrezione
del vostro io spirituale animico! Così celebrerete la vostra festa con i Miei
angeli e spiriti, e da ciò diventerete spiritualmente puri e migliori.
20. Per Amore per voi ho sofferto tutto
ciò che un uomo poteva sopportare; per amore fate anche voi per gli altri ciò
che sta nelle vostre forze; è la lacrima di gratitudine nell’occhio di un altro
che rende felici e beati, non quella che scorre nel proprio occhio.
21. Proponetevi a diventar da oggi
migliori, più tolleranti e più amorevoli; celebrate questa festa con buone
azioni, come conseguenza di elevati pensieri, come conseguenza di entusiasmo
divino per l’unica vera Dottrina dell’amore che Io un giorno vi ho lasciato in
eredità, e che ora ripeto in così differenti forme.
22. Cercate di diventare degni di Me,
cercate di piacere a Me, poiché in questo piacere si trova più che solo la
consapevolezza di aver agito bene, perché Io l’ho voluto; con ciò non
combatterete per ottenere la Mia soddisfazione e quiete, ma la vostra. Questa è
la vostra resurrezione, così vi renderete liberi da tutto il materiale, così vi
spiritualizzerete, e come Io un giorno alla Mia resurrezione Mi levai nello
splendore della Mia magnificenza divina, purificato da tutto l’umano, proprio
così si deve librare in alto la vostra anima, purificata nella bianca veste
della Luce d’amore della Mia grazia e del Mio compiacimento. A questo riguardo
l’anima deve celebrare la sua resurrezione dal grossolano sensuale e mondano,
finché alla fine dovrete restituire alla Terra la dura veste terrena, e in una
veste animica spiritualizzata più pura dovrete celebrare l’ultima resurrezione
per una permanenza in un Regno dove non valgono i giorni né gli anni come
periodi di tempo, dove la luce non cambia con l’oscurità, ma dove il riflesso
del Mio Amore diffonde un sempre perpetuo giorno, nel quale – secondo
l’attività dello spirito – viene celebrato un processo di resurrezione dopo
l’altro, dove diventa sempre più grande la vista dentro e fuori la Mia natura,
nel Mio operare divino, e così da condurvi gradatamente in alto a Me nella Mia
vicinanza, nel cui splendore e calore però possono sentirsi solo degli spiriti
del tutto puri, come del tutto interamente ciò che sono Io come Dio, cosa che però Lo sono anche come Padre pieno d’Amore.
23. La via per vero non è lontana, poiché
all’infinito ci si può avvicinare solo attraverso l’infinito, attraverso un
tendere senza confini, perché solo così è possibile un’esistenza, un procedere
di beatitudine in beatitudine.
24. La resurrezione come solennità vi deve richiamare
in mente ogni anno questa via, affinché guardando indietro all’anno passato,
possiate almeno notare un passo in avanti, il che deve incoraggiarvi ad
ulteriori passi.
25. Allora celebrate così con i Miei
spiriti e i vostri cari già trapassati prima, la festa della resurrezione dalla
vostra stessa vita materiale alla spirituale. Con ciò glorificherete Me e voi,
e rallegrerete tutti coloro che vi amano ed hanno ancora parte al vostro
destino.
26. Osservate questo, e l’amore che il Mio scrivano ha
sentito oggi per voi per l’intera umanità, per Me e il Mio mondo degli spiriti,
riscalderà ed illuminerà anche il vostro cuore, e vi quieterà per la
benedizione per voi e per il bene degli altri. – Amen!
[indice]
۞
Quello che Gesù fece tra Pasqua e
l’Ascensione
20
aprile 1870
1. Miei cari figli! Volete sapere che cosa feci dalla Mia
resurrezione fino alla Mia ascensione? Allora vi voglio comunicare in breve che
utilizzai questo tempo per visitare tutti i Miei figli, dall’Eufrate fino al
Tigri, per portare a tutti loro conforto e benedizione, affinché le Mie parole
prendessero più radici in tutti, e fossero così un vivente monumento del Mio
cammino di vita terrena, e in questo modo lo devono diventare anche per tutti i
discendenti. Appena vidi tutti i cuori ben fortificati e sapevo che all’infuori
dei Miei apostoli, anche in molti altri cuori non viene più cancellata la fede
in Me e nella Mia dottrina, allora decisi, vedendo raggiunto il Mio scopo, di
ritornare al Padre da dove ero venuto.
2. Ciò che in quei quaranta giorni feci
come vero dopo scuola, lo dovete fare anche voi non appena sarete diventati
forti e saldi nella fede per tutti coloro ai quali avete comunicato la Mia
dottrina, perfino di rinsaldarla; infatti, quello che furono i quaranta giorni
per Me, questo è per voi il vostro cammino di vita terrena, poiché non sapete
se sarete lasciati da Me ancora uno oppure quaranta o più giorni su questa
Terra. Perciò non trascurate di lavorare nella Mia vigna come Io ho lavorato
nella vigna del Padre Mio come Gesù. Dove avete acceso in un’anima la scintilla
dell’amore, e vedete che il cuore divampa nell’amore per Me, continuate a
fortificarlo e a confermare le Mie parole nell’azione, affinché anche voi, dopo
la vostra scuola terrena, cominciando con la prima lettura della Mia parola, avrete
utilizzato altrettanto il tempo della vostra vita come Io nei Miei quaranta
giorni. Il vero e proprio dettaglio seguirà ancora come continuazione del Mio
“Evangelo di Giovanni”. Fino allora eseguite il Mio consiglio e le Mie parole.
Questo è sufficiente per meritare la Mia benedizione paterna. – Amen!
[indice]
۞
Sulla festa dell’Ascensione
25
maggio 1870
1. Poiché domani sarà celebrata la festa della Mia
Ascensione e dovete festeggiarla altrettanto spiritualmente, allora vi voglio
riferire alcune parole su questa, affinché comprendiate del tutto ciò che vuol
significare celebrare una festa che ha riferimento a Me, e inoltre, celebrare
questa festa che è stato l’ultimo Atto del Mio cammino terreno, allorquando ritornai
di nuovo lì da dove ero venuto!
2. Prima di passare alla vera e propria
celebrazione della festa di domani e spiegare la sua importanza per voi e per
l’intera umanità, vogliamo dare uno sguardo soprattutto sulla Mia intera vita
terrena, affinché possiate riconoscere e comprendere giustamente il perché
conclusi la Mia permanenza su questa Terra con una tale azione.
3. Dopo che, come ho già spiegato una volta in un
precedente dettato, Mi decisi di concludere il Mio cammino su questa Terra e
tra gli uomini, ed Io stesso come Uomo rivestito con tutte le sue virtù,
debolezze e passioni, per precedere tutti gli spiriti nell’infinità non solo
nella Parola, bensì con il più grande Esempio, e mostrare a tutti loro che ciò
che Io pretendo da tutti non è un’impossibilità e ognuno lo può compiere, vale
a dire di subordinare tutte le caratteristiche che può avere uno spirito oppure
un angelo o perfino un uomo, all’umiltà, – allora fu già compresa e conclusa
l’intera idea della Mia nascita, dei Miei insegnamenti e della Mia
crocifissione e l’ascensione al Cielo, come conclusione della Mia missione,
come pure l’altra destinazione, vale a dire: oltre all’esempio per i Miei
spiriti, anche per voi uomini qui sulla Terra, dopo che nella Mia scuola voi
avete eseguito proprio questo, scuola alla quale ho sottoposto Me stesso come
vostro Maestro, per elevarvi a figli Miei che devono governare e creare del
nuovo nell’eterno Spazio con Me. Io vi ho anticipato un dono straordinario che
era preservato a tutte le altre creature, e sarà dato anche a loro solo alla
condizione che si rivestano qui come uomini terreni, per passare nella vostra
amara miseria in questo mondo, se dapprima però, presteranno anche rinuncia ad
ogni posizione di potere, volendosi sottomettere a tutto ciò che voi tutti,
abitanti della Terra, dovete sottomettere con la stessa rinuncia e senza
mormorare. Questo era lo scopo principale della Mia comparsa sulla vostra
tenebrosa Terra!
4. Come Io eseguii questo e Mi sottoposi
come Uomo alle più grandi sofferenze e perfino alla morte più disonorevole, lo
sapete dai Vangeli, ed alcuni di voi conoscono l’intero percorso dei Miei anni
d’insegnamento, cioè coloro che hanno letto il Grande Vangelo di Giovanni, fin
dove fu scritto dal Mio defunto servitore[29].
5. Adesso, dopo che abbiamo menzionato con brevi
parole il nostro scopo a motivo della Mia comparsa sulla Terra, vogliamo
evidenziare il suo decorso e le conseguenze fino al vostro tempo, per passare
all’atto conclusivo del tutto, facendo precedere solo alcune parole su cosa
significa veramente celebrare un Atto, come sempre nella commemorazione
annuale, non come viene celebrato da voi, bensì come voi e come ciascuno
dovrebbe celebrarlo!
6. Quindi alla faccenda: ogni atto, sia il
proprio che quello altrui, posto in modo tale da lasciare conseguenze
significative alla propria persona o al popolo o all’umanità, per cui varrebbe
la pena ricordarsene annualmente, deve essere stata parimenti una buona o
grande e importante azione, tale da aver avuto un potente influsso sia sul singolo
come su molti. Da voi si celebrano ben delle cose come certi giorni di
battaglie e di vittorie, che però spesso non hanno portato molta fortuna al
bene degli uomini; queste vengono però anche celebrate per lo più solo da
coloro che hanno posto il guerreggiare come mestiere e con singoli scopi di
vita.
7. Lasciamo la gioia a questi e ai loro
adoratori e passiamo ad un altro genere di azioni, cioè a quelle che hanno
contribuito ad una svolta per il miglioramento nel periodo di vita di un
singolo, di un popolo oppure dell’intera umanità. A queste fanno parte
naturalmente solo quelle azioni che furono perseguite già da lungo tempo da
uomini di animo nobile, in parte per se stessi, in parte per il loro prossimo.
Se dunque un uomo nella sua vita terrena ha fatto un’importante passo che ha
influenzato potentemente tutto il suo fare e operare per l’intera vita, allora
è spesso il caso che si voglia ricordare, e per così dire, celebrare quel
giorno in cui è avvenuto l’avvenimento, ogni anno. Così, quasi ognuno festeggia
il suo compleanno o il suo onomastico, e se ha vissuto secondo la Mia Volontà,
nell’altro mondo anche il giorno della sua morte. La maggior parte degli
uomini, con il commemorare un giorno in cui è subentrato un importante momento
nella propria vita, intendono soltanto il fatto che riempiono il loro stomaco
più che di solito con i cibi, e nel giorno in cui hanno forse fatto molto, anzi
forse la maggior parte, fanno ora proprio il contrario ogni anno, lo cominciano
e lo concludono col fare niente.
8. Come dovrebbe veramente festeggiare un
uomo o un popolo o l’intera umanità il giorno che si sono posti nel calendario
come giorno di commemorazione per tutti gli anni? Vedete, Miei cari figli, se
un giorno è stato veramente così importante che lo si vuole ricordare ogni
anno, allora si dovrebbe per lo meno pensare a ciò che ha portato quel giorno,
come erano le condizioni, come ha utilizzato la favorevole svolta nel suo
destino, e se fosse avvenuta solo oggi invece di molti anni fa, ne sarebbe
degno oppure no?
9. Si dovrebbe ben riflettere su tutte
queste domande, sia presso i popoli oppure presso l’intera umanità, e il risultato
di questa considerazione dovrebbe poi essere che, sia il singolo come i popoli
e l’intera umanità, trovino che tutti non sono veramente mai stati degni
completamente di questa Grazia, e quindi non sono degni di afferrarne per lo
meno il proposito, quando il giorno ritorna nell’anno successivo, al fine di
starsene lì un po’ meglio al cospetto di un tale importante momento!
10. Una tale celebrazione dovrebbe essere
quindi dedicata innanzitutto non ad una gozzoviglia di piaceri, bensì a serie
considerazioni, per lo meno di non essere venuto invano nella vita di uomini
che dovrebbero diventare spiritualmente simili a Me. Un tale giorno dovrebbe
iniziare con una specie di esplorazione della coscienza, come prima della
confessione; poi dovrebbe seguire il pentimento degli errori commessi, e infine
concludersi con il proponimento di migliorarsi.
11. Questo sui normali giorni di
festeggiamento di ogni importante periodo della vita. Adesso però voglio
passare a quello che volete celebrare domani, e vi potete anche già immaginare
che se presso dei singoli uomini si celebrano spesso dei momenti insignificanti
della loro vita, allora vi ho appena esposto come gli stessi dovrebbero essere
celebrati, cosa c’è poi da fare, quando volete celebrare una solennità che ha
per base Me e il Mio cammino terreno, dove voi tutti sapete che la Mia comparsa
nel mondo ha un permanente influsso sul singolo, come sui popoli ed infine
sull’intera umanità, operando eternamente su tutto il loro fare e disfare!
12. Quindi, quando Io seppi risolto tutto
il Mio compito per la Mia umanità là vivente e per quella futura, allora per la
fortificazione della fede dei Miei discepoli e apostoli, dovetti provocare di
nuovo un Atto ancora maggiore della Mia resurrezione dalla morte, il che doveva
testimoniare la Mia vera e propria origine, da dove ero venuto.
13. Voi sapete dai Vangeli[30]
come fu messa in atto l’Ascesa al Cielo; essa avvenne dopo che assicurai tutti
i discepoli e i credenti che dimoravano in tutti i differenti paesi, con la Mia
personale comparsa del Mio Io divino, e li ebbi tutti consolati ed istruiti
affinché potessero sopportare perseveranti ciò che poi sarebbe capitato
all’improvviso su di loro nel tempo seguente, e dopo aver lasciato tutti saldi
e coraggiosi, chiamai i Miei discepoli, e oltre a loro, solo singoli altri su
un alto monte, e dopo aver dato loro ancora i migliori insegnamenti e la Mia
benedizione, Mi alzai e ascesi al Cielo, lasciando tutti perlomeno
visibilmente.
14. Ebbene, quest’importante momento che
testimonia più di tutto della Mia Divinità, non ritornando nei Miei Cieli come
Uomo con carne ed ossa, bensì del tutto spiritualizzato, così fu la pietra di
prova più importante e più forte della Mia dottrina, tanto da far comprendere
che Colui che aveva insegnato e pagato con la Sua vita, non era stato solo un
Uomo spiritualizzato da Dio, un profeta, oppure qualcos’altro, ma era veramente
Dio, il Signore ed onnipotente Creatore che, nella Sua inesplicabile grazia,
volle discendere a voi uomini, e ora, dopo che questi sono diventati
consapevoli della loro nobiltà d’anima e della loro discendenza spirituale da
Me, cominceranno solo nel Mio insegnamento a diventare ‘uomini’ secondo il Mio
intendimento. Essi dovrebbero anche comprendere d’ora in poi, Chi ha loro insegnato e predicato tutto
questo!
15. Dopo che questo atto, come l’ultimo e
supremo del Mio cammino di Vita terrena, fu per voi il più importante, allora
anche la sua celebrazione deve essere naturalmente così formata che si possa
collegare all’Atto stesso! Ebbene, Miei cari figli, come dovreste veramente
celebrare questo Atto? Vedete, questo è detto facilmente con poche parole: la Mia Ascensione è il ritorno a casa nel
Mio eterno Regno. Ora dovreste pensare al Mio ritorno, e questo, per vero,
giornalmente e annualmente, che un giorno seguirà il vostro, e come arriverete
là nell’altro mondo! Come Me, con la consapevolezza del completamento della Mia
missione nel senso più stretto secondo il Mio eterno ed irremovibile piano,
così anche voi dovete avere sempre davanti agli occhi il vostro ritorno a casa,
e particolarmente in questo giorno come celebrazione di questo momento, cioè
della Mia ascesa al Cielo, ripassare la vostra vita nel silenzio e domandarvi:
16. “Ho
anch’io compiuto la mia missione? E se oggi dovessi ritornare a casa nel Regno
dell’eternità, come ci starei dinanzi al Giudice della stessa, davanti al Padre
mio che un giorno ha sofferto tanto per un’incomprensibile Grazia, e
precisamente, per chi? Per me! E come ho ricompensato tutto il Suo Amore e Grazia?
Purtroppo con un leggero passar sopra i Suoi santissimi insegnamenti, con la
trascuranza delle Sue più amorevoli parole. E oggi, nel giorno del ritorno a
casa del Mio amorevolissimo Padre, che proprio attraverso questo Atto di oggi
Mi ha dato la dignità di uomo, mi ha dato la figliolanza sigillandola con il
Suo sangue, di cui gli uomini mai si renderanno conto, e di cui adesso, vivendo
dopo duemila anni, non avrei mai potuto averne parte, tutto questo deve stare
vivamente del tutto particolarmente davanti agli occhi miei”. –
17. Vedete, Miei cari figli, se Io non
fossi apparso sulla vostra Terra, dove sarebbe la vostra civiltà? Dove, ogni
nobile virtù che ora determina in così tanti cuori la sua nobiltà? Dove sarebbe
rimasta l’eterna, soave Dottrina cristiana che Io predicai all’umanità, e che,
sebbene mutilata attraverso l’egoismo e l’avidità di dominio di singoli, non
può più essere cancellata dal mondo e sarà per sempre la pietra fondamentale di
ogni pacifica convivenza e la regola per tutte le giuste ed ingiuste azioni?
18. Se rifletterete bene tutto questo nel
giorno di domani, allora nel futuro prenderete perlomeno questo proposito con
voi: “Sì, Padre, vedo la Tua infinita
Grazia e Amore in questo ultimo Atto d’amore che hai svolto sulla Terra tra noi
piccole creature; vedo quanto poco io merito questa grazia, poiché, dov’è
l’essere che voleva richiedere tale sacrificio da parte Tua a causa del proprio
benessere spirituale? Voglio celebrare questo giorno in silenziosa
contemplazione, voglio darmi del tutto a Te e alla Tua dottrina, voglio
esaminare il mio cuore e rovistare ogni angolo dello stesso per scoprire tutti
gli errori, affinché metta mano alla sua purificazione e sia così pronto, nel
caso del mio ritorno a Te, almeno per quanto lo permettano le mie deboli forze,
di aver fatto ciò che mi possa aver portato anche solo di un passo più vicino a
Te! Padre, concedi anche a Me questa grazia in ogni anno, quando questa
celebrazione sarà festeggiata da tutta la cristianità sulla Terra e dai Tuoi
spiriti nei Cieli come giorno di gioia, affinché io proceda ulteriormente nel
mio miglioramento, per poter diventare un giorno con il mio ritorno a casa,
anche se non come Te, tuttavia possa arrivare nei Tuoi Cieli così puro come un
figlio umano qui su questa Terra”.
19. Se voi, Miei cari figli, celebrerete
questo giorno del Mio ritorno a casa in questo modo, allora vi sarà anche
chiaro, da un periodo di tempo all’altro, ciò che dovete fare, e di quanto
siete rimasti indietro rispetto alla vostra missione, per diventare ciò per cui
vi chiamo giornalmente, questo significa: “Cercate
di diventare figli Miei! Cercate di rendervi degni dei sacrifici che Io ho
portato per voi, per soddisfare il Mio Amore che vorrebbe attirarvi sempre di
più al Mio Cuore paterno!”. Celebratelo così questo giorno; esso è come il
vostro compleanno. Un giorno diventerà anche il primo compleanno di una vita
migliore, e precisamente quella eterna, dove poi nessuna morte e nessuna
putrefazione interromperà la vostra attività e il vostro operare, dove
riconoscerete nello splendore e nell’eterna Luce, tutti i Miei soli e tutti i
Miei grandi spiriti angelici, nel penetrare con lo sguardo tutte le bellezze
della Mia vasta Creazione, e Colui che vi ha già guidato da molto tempo con
amorevole Cuore e mani, affinché non dobbiate più abbandonare la via una volta
intrapresa, che è la sola a condurre al Mio Cuore paterno! Questo ve lo dice
Colui che un giorno è ritornato a casa e adesso ritorna. Colui che vuole
mostrarvi il ritorno a casa e facilitarlo con la Sua benedizione! – Amen! Amen!
Amen!
Benedizione di
Pentecoste
come
Luce e consolazione per la vita
a coloro che sono ricettivi della stessa
۞
Per la festa di Pentecoste
«“Negli ultimi giorni, dice il Signore, io
diffonderò del mio Spirito sopra ogni carne, e profeteranno i vostri figli e le
vostre figlie, i vostri giovani avranno visioni, e i vostri vecchi avranno dei
sogni. E anche sui miei servitori e
sulle mie ancelle in quei giorni diffonderò del mio Spirito e profeteranno»
[Atti degli Apostoli
2,17-18]
«E dopo questo, avverrà che Io diffonderò
il mio Spirito sopra ogni carne, e i vostri figli e le vostre figlie
profetizzeranno, i vostri vecchi avranno dei sogni, e i vostri giovani delle
visioni!»
[Gioele 2,28]
1
giugno 1870
1. Hai scelto questo testo le cui parole sono
completamente adatte al giorno della Mia commemorazione che celebrerete
prossimamente, e ancor di più perché è preso dal capitolo degli Atti degli
Apostoli dove si celebra il giorno di Pentecoste e dove il seguito tratterà
della profezia di Gioele. Dopo che già precedentemente ti avevo messo nel cuore
che per questa festa vi avrei dato una Parola, allora voglio anche mantenere la
Mia promessa, e in relazione al testo sopra citato dare a tutti voi parole di
conforto e d’amore, ma anche di grave serietà per il vostro futuro.
2. Ascoltate dunque: già a quel tempo Io
feci mettere nel cuore degli apostoli, ed anche già prima a Gioele, parole profetiche che, lì
espresse, otterranno solo adesso, dopo più di 1800 anni[31],
il loro vero significato; infatti, si avvicina il tempo in cui tutti i punti
oscuri della Sacra Scrittura, come la Rivelazione del Mio prediletto Giovanni,
troveranno un po’ alla volta la loro soluzione.
3. Già lì in quel tempo, quando pervasi il Mio Spirito
ricco di benedizioni sui Miei apostoli e discepoli, e cominciarono a parlare
fluentemente tutte le lingue che erano loro necessarie per la diffusione della
Mia parola, già lì, dove si mostrò questa venuta del Mio Santo Spirito con
scrosciare tempestoso, gli altri giudei, eccetto gli apostoli, credevano poco
in questo, anzi ritenevano i Miei discepoli per ubriachi; ovvero erano
ubriachi, ma non di vino, bensì di gioia per aver ricevuto il Mio Santo Spirito
e con ciò la certezza che tutte le Mie parole e promesse che avevo dato già
durante il Mio cammino in mezzo a loro, sono allora andate, di fatto, in
adempimento. L’intelligente prospettiva profetica fece loro annunciare che un
giorno dei giovinetti e delle giovinette avrebbero ottenuto questa vista
spirituale e gli anziani avrebbero avuto sogni profetici; essi previdero, come
parecchi, entusiasmati della loro Dottrina, avrebbero visto davanti a loro
l’intero collegamento della vita spirituale con quella materiale, così come
passato e futuro, al pari del presente, e quel giorno più importante per loro,
in riferimento alla Mia seconda discesa nel senso spirituale che essi hanno
preannunciato profeticamente (adesso vicina), questo a poco a poco si è anche
adempiuto adesso. Infatti, da quel tempo in poi fino ad oggi il mondo non è mai
rimasto senza profeti o veggenti che hanno reso attenta l’umanità smarrita sul
loro cammino di vita sbagliato e alle conseguenze che il futuro svelava loro
come una naturale conclusione, avendo deviato del tutto da quella via insegnata
da Me. Quanti ci hanno rimesso la vita, e così hanno sigillato la loro
testimonianza con il proprio sangue.
4. Il mondo, cattivo com’era, e come lo è ancora fino
al giorno d’oggi, non voleva saper nulla di ciò che sarebbe stato un cuneo
d’arresto alle loro voglie e passioni. Essi hanno distrutto gli ammonitori e i
‘predicatori nel deserto’; solo che con ciò non potevano far tacere la loro
coscienza, e anche se gli uomini han voluto gettarsi in divertimenti di ogni
genere immaginabile, in alcuni singoli momenti questa voce si fece sempre
sentir di nuovo facendo rimproveri sul loro affaccendarsi, dimentichi di Dio.
5. E anche adesso nel mondo ci sono sparsi veggenti e
profeti, essi parlano e scrivono, giovinetti e giovinette hanno visioni,
sollecitano come ammonitori al cambiamento; ma chi li ascolta? Nessuno, oppure
per lo meno molto pochi. E perciò, dal momento che tutti gli spiritualizzati e
illuminati da Me raccolgono così poco valore presso gli uomini ciechi, Io
stesso dovevo di nuovo deciderMi, attraverso diretti influssi, come voi sapete,
già da più di trent’anni, a dettar nella penna dei Miei servitori ciò che manca
maggiormente agli uomini, ammonendoli al cambiamento; tanto più adesso dove la
lancetta delle Ore per il mondo
materiale è vicina al dodici[32],
e per lo spirituale si trova vicino all’una, per esclamare a tutti loro:
“Miglioratevi,
poiché è ancora tempo, e guardate quanto pochi si rivolgono alla Mia voce, quasi
ancor meno che alla voce dei veggenti e delle veggenti ispirati da Me!”
6. La prossima domenica è il grande giorno
commemorativo, in cui Io voglio di nuovo far ricordare tutto ciò che un giorno
ho detto, che ho promesso e finora ho fedelmente mantenuto (naturalmente solo a
coloro che sentono la Mia voce e la vogliono anche seguire).
7. Più di milleottocento anni fa feci traboccare il
Mio Spirito sui Miei unici figli che allora Mi amavano, e adesso dopo tanti
anni trascorsi nel flusso dei tempi, dove viene di nuovo celebrato il giorno
commemorativo di questo importantissimo momento, vive sulla Terra altrettanto
un piccolo mucchietto di cuori che Mi amano e che Mi hanno cercato, e in parte
anche trovato, ed hanno già comunicato ad altri con successo quanto hanno
trovato.
8. Adesso dopo 1800 anni anche su di voi, Miei cari,
singoli seguaci, voglio di nuovo effondere il Mio Spirito, per vero non così,
come a quel tempo sui Miei apostoli, poiché per questo non è ancora venuto il
momento, ma voglio farvi sentire percettibilmente il Mio Amore e la Mia Grazia,
tanto che voi con la lettura delle Mie parole sentirete il dolce alito del Mio
Spirito d’Amore. Sì, Miei cari figli! Voglio effondere su di voi lo spirito
della pace, e precisamente lo spirito della pace che proviene solo
dall’interiore, che non è da aspettare dal mondo esteriore!
9. Amate Me, e non dimenticate i vostri fratelli e
sorelle!
11. Preparatevi per le ore più serie anche per
possedere un sentimento più forte, perché il mondo sta molto nel male, e peggiorerà
ancora.
11. La grande nave della vita dell’umanità che va
barcollando ciecamente, che non vuol più sentire ammonimenti, né insegnamenti,
né minacce e né parole d’amore, bensì riconosce solo la sua pancia come idolo,
continua ad inseguire la follia dell’avidità di dominio e dell’egoismo. Questa
nave della vita è vicina ad essere infranta sulle rocce dell’eternità, per
pagare là la sua grande colpa, e precisamente in una volta, mentre in
precedenza avrebbe potuto pagare la stessa un po’ alla volta!
12. Miei cari figli! Poiché questa catastrofe non si
svolgerà pacificamente, e voi in questo vortice come naviganti insieme sarete
in parte anche sofferenti insieme, perciò utilizzo il grande giorno
commemorativo dell’invio del Mio Santo Spirito, per farvi notare che, come
allora, anche nel tempo attuale sorgeranno veggenti e profeti; anche voi,
influenzati dal Mio Spirito, vedrete sempre più chiaramente avvicinarsi
l’inevitabile con passi da giganti, vedrete cadere più d’una vittima, dovrete
assistere a qualche grande calamità! Perciò in questo giorno in cui leggerete
queste parole, il Mio Spirito penetra nei vostri cuori, vi fortifica e non vi
abbandonerà mai più, affinché siate saldi, anche se il mondo si distaccherà da
voi e sarete costretti a presentarvi in pubblico, per poi forse essere
insultati e perseguitati, affinché anche allora non vi dobbiate scoraggiate!
Non abbandonate la Mia parola e il Mio insegnamento, e così il Mio Spirito vi fortificherà e vi
guiderà sempre sulla giusta via; questa assicurazione deve essere data a tutti
voi come risultato finale del grande giorno commemorativo sulla via della
vostra vita!
*
13. Nondimeno, per venire più vicino a tutti, voglio
entrare oggi più nei dettagli della Parola di Luce e dare conforto. Ascolta
dunque: voglio fare subito l’inizio con te stesso, Mio scrivano; quindi
ascolta, Mio caro figlio! Molto hai già sofferto, lottato e tollerato, e non ti
è ancora stata rimossa l’ultima pietra dalla via, tu avrai ancora da combattere
qualche difficoltà, i tempi, diventando sempre più gravi, non poteranno nemmeno
a te delle rose, e solo presso di Me troverai quiete e conforto per le tue
sofferenze (esteriori e morali). Perciò non disperare! Il Mio Spirito ti
fortificherà e ti guiderà, quando il tuo non basterà più.
*
14. Per quanto riguarda il figlio Mio († Th.),
anch’egli ha già subito molto, diverso da ciò che hai subito tu, poiché dovete
riflettere continuamente che per ogni anima, per guidarla a Me, devo impiegare
differenti mezzi; quindi anche tu hai già provato una dura scuola, la tua
navicella sembrava si fosse infranta sulle rocce del duro mondo egoista, il
timoniere aveva perduto timone e consapevolezza e continuava a navigare
nell’ignoto senza sapere per dove, e vedi, una Mano che non conoscevi ti ha già
guidato da lungo tempo, e guidato la tua navicella oltre gli scogli e le rocce
nel tranquillo flusso della vita spirituale. Tu non sei ancora nel porto, alla
catena dell’ancora il tuo io sta ancora sotto l’influsso delle circostanze
esterne; non perderti d’animo! Chi ti ha guidato fino adesso, non ti lascerà
cadere, finché sarai degno di Lui; anche a te il Mio Spirito nell’ora giusta ti
indicherà chiaramente la tua meta e la via!
*
15. Tu, Mio caro figlio († Mdti), anche tu come i
precedenti hai lungamente sofferto, combattuto e sopportato, ma tutto questo
misurato alla tua individualità. Anche tu sei stato guidato in questo mondo,
senza sospettarlo, sulla via che è l’unica a guidare alla salvezza e al Mio
Cuore paterno. Hai cercato a lungo e alla fine Mi son fatto trovare. Tu avevi
ardente desiderio di Me, per vero, così che puoi considerare le tue sofferenze
corporee non come male, ma come puri benefici con i quali ti ho sovraccaricato
per liberare la tua anima dai legami che il mondo aveva intrecciato intorno a
lei. Continua come hai iniziato; guida anche tua moglie e tuo figlio sulla via
dell’amore e della sopportazione, e continua la dedizione a Me pieno di
fiducia. Tu sei padre di famiglia, e come tale ogni sofferenza e ogni male che
riguarda uno dei tuoi, o che vi potrebbe riguardare, ha sempre una risonanza
nel tuo cuore. Sta quindi attento a ciò che ti dico: non tendere le tue
aspettative troppo in alto, altrettanto tua moglie; non lasciarti gonfiare la
vela dei desideri, poiché è meglio non desiderare nulla, ma lasciare tutto a
Me, e la vostra massima sia: “Ciò che fa
il Signore è benfatto! Sia sempre fatta la Sua volontà, adesso e nell’eternità!
Amen!”. Allora in tutto ciò che ti potrebbe portare il tempo con riguardo a
Me, ti farà rallegrare dell’influsso del Mio Santo Spirito, e sarai tranquillo
nella tempesta come nello splendore del Sole!
*
16. Per te, Mio caro figlio († Mch.) che con un colpo
morale ti ho altrettanto tirato fuori dal delirio del mondo che ti aveva
sedotto, affinché anche tu potessi venire più vicino al Mio Cuore paterno, per
te che sei sulla giusta via ho solo da addossarti un’unica preoccupazione:
provvedere alla tua famiglia affinché non si allontani da Me. Certamente non
potrai deviare completamente il corso del mondo dai tuoi figli, ma metti solo
buone basi nei loro cuori e il resto lascialo a Me. Io ho portato voi tutti
sulla giusta via sotto differenti circostanze e differenti condizioni di vita,
allora credimi: porterò anche i tuoi figli sulla giusta via che stai
percorrendo e della quale desideri che anche loro la possano percorrere;
infatti, sono ancora tutti giovani, devono passare attraverso una scuola più
grande che la tua, questo s’intende da sé; ma stai tranquillo. Io, il
Conduttore di tutte le cose, non dimentico nemmeno i tuoi figli, e nonostante
tutti gli inconvenienti che verranno su di loro, non perderò le loro anime.
Dopo che ti ho ancora affidato oltre ad
altre anime, anche tua sorella sotto l’aspetto fisico e spirituale, provvedi
anche per loro, dando in abbondanza quel Pane che ti faccio giungere in così
ricca pienezza, e tranquillizzati per via delle loro sofferenze: come è con te,
lo è per tutti gli altri: “Senza amara
medicina, nessuna guarigione! – Senza
lotta, nessuna vittoria!”. – Oppure credi che sarebbe così facile diventare
un figlio Mio? Rifletti su cosa vuol significare, essere adottato da Me!
Nondimeno, il Mio Spirito aleggia intorno a voi tutti, e stringe un legame
indissolubile tra il vostro e il Mio Cuore!
*
17. Al Mio caro figlio J. (un funzionario
di banca), dico che da tutti i crediti
che ha presso gli uomini, non deve dimenticare quello grande che ha
presso di Me. È vero che deve bazzicare giornalmente con cifre e numeri, cifre
e numeri sono valori nominali, ma il più grande valore nominale è quello di
essere ben registrato da Me. Possa egli, facendo del bene al suo prossimo,
essere sempre memore che tutte le azioni registrate nel libro della sua vita,
il valore nominale principale deve valere quello del suo io presso di Me; Io
conosco il suo cuore, anche lui ha sofferto, ha lottato e sopportato, e voi
scorgete anche da questo che ‘nessuno viene a Me non spennato’, e che ‘il Regno
dei Cieli vuole violenza’ per essere conquistato. Egli deve solo continuare
così, il suo cuore è buono e tenero. Anche se è stretto in una delle peggiori
carriere egoistiche (commerciale) che un uomo possa avere, secondo la Mia
opinione, allora deve solo considerare il Mio valore, e che il più grande
valore per Me è di operare giustamente.
Perché ho permesso Io che lui capitasse in questa posizione che non era adatta
alle sue precedenti tendenze e diletti, e ciò perché proprio attraverso la
totale rinuncia di tutto ciò che gli era caro è diventato idoneo per Me e per
la Mia parola; la sua carriera gli darà abbastanza occasioni per essere utile
al suo prossimo, e così applicare per lo più ciò che insegnano e predicano le
Mie parole, vale a dire: le Leggi dell’Amore! Questo per i Miei discepoli
maschi!
*
18. C’è ancora da menzionarne uno: F. è
stato altrettanto molto e duramente provato. Ancora non è diventato ben caldo,
egli ha portato in mezzo a voi un cuore nobile ed è molto provato, e una sete e
fame del Pane divino deve anche averla, poiché anche a lui, come padre di
famiglia, gli occorrerà forza per i tempi venienti molto seri. Deve
accontentarsi solo con ciò che Io gli dono giornalmente, e non cercare di
indagare il futuro, allora otterrà quiete e forza per tutti i momenti della
vita, affinché in tutto ciò che dovrebbe succedere, egli possa comunque,
sempre, benedire il Mio fare e operare, perché da Me viene solo del bene. Del
bene, beninteso, per l’anima, e non per il materiale!
*
19. Per quanto riguarda le figlie femmine,
devo premettere che la donna molto raramente ha una vita e un operare
indipendente come l’uomo, e per questa ragione il suo influsso sulla vita
esteriore è scarso, e il suo operare è ristretto più alla cerchia familiare,
dove, come madre, predominante, dovrebbe trasmettere le Mie parole e
insegnamenti ai suoi figli. Ma poiché nella vostra cerchia ho per lo più tali
figlie che sono giunte solo più tardi alla vera conoscenza della Mia parola e
dei Miei insegnamenti, dove i loro figli erano già più grandi ed erano educati
in altre condizioni o sotto altre circostanze, – adesso li educano come se
fossero ancora giovani. Allora viene loro già a mancare principalmente la prima
missione, perché è troppo tardi voler piegare adesso l’albero troppo cresciuto.
Perciò, Io non faccio proprio nessun rimprovero su ciò a coloro che
effettivamente hanno dei figli, poiché se avessero saputo in tempo ciò che
sanno adesso, avrebbero agito anche diversamente. Io vedo quali pensieri
sorgono in loro. Esse Mi domandano: “Perché
non ci hai fatto conoscere prima la Tua parola?”
20. Ed Io, a questo rispondo: “Perché prima, da chiunque vi fossero state
comunicate, voi non le avreste accettate!”. Per primo, a causa della loro
ricchezza e delle opinioni contrarie emerse dalle stesse; e per secondo, a
causa delle discordie domestiche, poiché accanto alla molta tolleranza che
hanno portato con sé le circostanze del tempo, non è rimasto tempo per lavorare
alla salvezza animica della loro anima, ancor meno per pensare alla salvezza
spirituale dei loro figli. Perciò non preoccupatevi, figlie Mie! Io vi ho
guidato e vi ho lasciato patire per conquistarvi per lo meno per Me. Non
preoccupatevi per i vostri figli, anche a loro non mancheranno delle prove,
solo non dovete prendere tutto ciò che Io manderò su di loro come male e
sfortuna. Ciò che ho fatto patire a voi stesse, adesso che Mi avete
riconosciuto, dovete sapere che tutte le sofferenze non erano altro che atti di
benedizione che vi hanno guidate là, dove siete adesso!
21. Dovete benedire tutte le avversità che
vi hanno colpito, poiché esse hanno purificato i vostri sentimenti, hanno
aggiustato le vostre vedute del mondo e ricondotto le vostre esigenze a
desideri modesti, per aver gioia solo con Me e lasciar andare il mondo come
vuole. Perciò non vi angosciate, Mie care figlie, ciò che intendo fare con i
vostri figli in seguito è faccenda Mia, ma non lasciate crescere il vostro
sentimento materno (o genitoriale) oltre il Mio Amore. Io amo altrettanto i
vostri figli, anch’Io vorrei, come voi, averli sulla giusta via, solo che
questo non è possibile senza mezzi coercitivi, e nel Mio Regno degli spiriti
liberi non esiste ‘devi’, bensì, solo
‘puoi’; tutti i Miei figli devono
venire a Me liberamente, devono
riconoscerMi liberamente dall’interiore, allora essi diventano figli Miei, e
per diventarlo devo talvolta impiegare mezzi, che alle vostre corte vedute
materne sono spesso contrari! La vostra missione è questa: aspettare pazienti
il momento in cui poter far scendere piccole parole. Lasciate operare queste
parole, e se non si mostra nessun effetto, alla prossima occasione ripetete la
medicina; e come nell’omeopatia è spesso più importante una piccola dose che
una libbra di medicina assegnata, così attendete. Allora lavorate nel giardino
del cuore dei vostri figli in silenzio e di nascosto, e se vedete germogliare
una piantina oppure un fiore spirituale cercate di curarlo. Tutto nel mondo ha
il suo inizio nel piccolo, nell’embrione dorme la scintilla di un bambino che,
diventato un uomo, diventa figlio Mio, e alla fine, diventato un grande spirito
angelico, può portare nelle sue mani, mondi e ammassi stellari! – Questo per
voi!
*
22. Ora ho ancora una parola per coloro
che sono separate dai loro uomini dalla morte, oppure ancora nubili, e altre
donne. A tutte voi dico solamente: ciò che avete vissuto e appreso, sia
dell’amaro che del dolce, riflettete il vostro passato, e troverete come un
filo conduttore si è tirato attraverso la vostra vita intera, filo che vi ha
guidato fuori dal labirinto sicure, e con mano ferma vi ha portato là dove
siete adesso. Per quanti avvenimenti diversi possa anche aver avuto l’una o
l’altra, essi formano una sola catena di conduzioni che Io ho disposto così per
guidare ognuna di voi là da dove poteva trovare più facilmente la vera e
propria via che conduce a Me. Tutte voi siete adesso su questa via, e siete
diventate le Mie amate figlie. Qualunque circostanza possa ancora venir su di
voi, prendetela come Io ve la do, esse fanno tutte parte di un proprio piano di
vita, e non hanno nessun altro scopo che purificare i vostri cuori, per
guidarli a Me, e ricondurre il mondo e le sue vedute al loro vero e proprio
valore (o disvalore)! Solo allora, quando il mondo con tutta la sua vacuità,
starà dinanzi ai vostri occhi, potrete metterlo da parte con leggera coscienza,
per essere affezionate solo a Me. Solo allora, quando saprete che valore ha
veramente il mondo, lo potrete abbandonare senza lotta, e solo allora sarete
mature per i Miei Cieli e degne di essere chiamate figlie Mie.
23. Ora ad ognuno ho dato in pienezza
delle singole parole di conforto, affinché ogni figlio riconosca ciò che deve
fare in seguito e come deve sopportare le circostanze che il tempo porterà con
sé, il quale, sebbene uno per il mondo, nondimeno per ognuno, in relazione
all’effetto, devono essere differenti nella sua vita individuale.
*
24. Un giorno l’apostolo Luca e il profeta
Gioele dissero: «Giovinetti e giovinette
avranno visioni, e i vecchi dei sogni». Se tutti voi, figli Miei,
persevererete fedelmente sulla giusta via dell’amore per Me, allora visioni e
sogni profetici annunceranno anche a voi l’esito dei futuri eventi. Forse
sperimenterete e sopporterete anche voi molto, ma non dispererete nella Mia
grazia, poiché un padre terreno non abbandona i suoi figli, e anch’Io, più che
un padre terreno, non solo non vi abbandonerò, ma starò al vostro fianco con
tutta la Mia Potenza e il Mio Amore. Questo vi sia detto, come nel giorno
commemorativo del momento, quando versai il Mio Spirito sui Miei discepoli, per
mezzo del quale tutti furono beati. Che anche per voi verrà una tale ora, e poi
ognuno di voi riconoscerà l’intera portata della sua missione, di questo potete
esserne certi. La Mia benedizione vi aleggia intorno, Miei cari figli, e finché
vi chiamo con questo nome, siate anche convinti che vi proteggerò in tutti i
casi che vorranno venire; perché i Miei figli non appartengono più a questa
Terra, bensì alla Mia eternità. Riflettete bene questo, voi legittimi eredi di
tutte le Mie beatitudini che ho versato nel vasto spazio dell’infinità, e con
le sue bellezze e incommensurabile splendore di Luce da voi mai immaginate, vi
esclameranno passo dopo passo:
25. “Guardateci,
noi opere meravigliose di un infinito Amore, siamo state create per voi, e il
nostro scopo principale è di offrire, a coloro che amano il Padre, le
beatitudini che mai e in eterno appassiranno!”.
26. Questo, figli Miei, è il linguaggio
delle Mie Creazioni, linguaggio che solo i Miei figli comprenderanno e solo loro capiranno ciò che vuole dire:
“Essere figli dell’eterno Padre e Signore dell’infinità”. – Amen!
27. Questo è ciò che vi dice il vostro
amorevolissimo Padre come nel giorno commemorativo di quel tempo, dove Egli
versò sui Suoi primi figli la Sua benedizione e il Santo Spirito, e Lo tiene
pronto a ridarLo anche a voi in tutta pienezza, non appena ne avrete bisogno
per operare per Lui, per vivere e per diventare nell’aldilà i Suoi spiriti
angelici! – Amen! Amen! Amen!
[indice]
۞
Sullo Spirito Santo
13 novembre 1870
1. Perché disputate per l’ombra che getta una Luce, senza
conoscere la Luce stessa? L’uno ha posto come prima domanda: “Che cos’è veramente lo Spirito Santo?”.
– Io presuppongo che egli abbia avuto in mente la scena di quando Mi feci battezzare
nel Giordano! Da allora si scrive il nome ‘Spirito Santo’, che deve aver
librato sul Mio capo! – Dunque: che cos’è lo Spirito Santo?
2. Vedete, figli Miei, quello Spirito
Santo, che veramente non è altro che quella Potenza divina che da lì venne su di
Me come Uomo, per operare dove era necessario ‒ azioni divine – o come
voi le chiamate “miracoli”, era la stessa Potenza che anche al monte degli
ulivi, nel ‘Getsemani’, Mi abbandonò di nuovo per permettere che Io morissi
secondo la Mia missione come Uomo, con tutte le relative sofferenze e dolori
corporei.
3. Questo per cui voi disputate è però
qualcosa di completamente diverso da ciò che Io ricevetti là dal Padre Mio,
dall’Amore, come Dio divenuto Uomo, ovvero ‘la divina Sapienza’. Per
spiegarvelo più chiaramente, allora vi domando, per esempio presso un poeta che
ha composto per Me un poema di lode e ringraziamento: che cosa fa questi?
Vedete, in grazia al rapporto dell’anima con il corpo, la sua mano scrivente si
muove e porta le parole sulla carta, parole che il poeta ispirato sente nel suo
cuore. “Ma chi gli dà questi superiori, divini pensieri, che in primo luogo
‘entusiasmano’ lui e dopo di lui ancora migliaia?”. Vedete, questo è lo Spirito
divino che si risveglia in lui, e lo mette in grado di unirsi con l’anima, la
influenza a poetare un canto di lode al suo Signore e Creatore, dove perfino la
terza parte, il corpo, non può rimanere indifferente, poiché il cuore giubila
altamente e i polsi battono più velocemente. Questo travasare dell’anima con il
fluido spirituale è un simile atto, come capitò a Me durante il battesimo nel
Giordano! Comprendete ora che cos’è lo spirito!
Continuazione
14
novembre 1870
4. Nonostante questa spiegazione che vi ho
dato ieri, uno dei tuoi fratelli non si è accontentato, obiettando che un poeta
potrebbe fare anche un poema su un altro oggetto, come per esempio su un eroe,
oppure altrimenti qualcosa di grandioso, e come lo voglia ampliare ancora di
più anche sul cagnolino di una dama altolocata. Per quanto riguarda queste rime
di effusioni di un poeta che si fa pagare per le sue poesie, allora devo già
rispondere a tuo fratello che presso tali prodotti lo Spirito divino che dimora
nell’uomo, ed è una scintilla del Mio Spirito, non ha con questo niente in
comune. Qui opera una sola caratteristica dell’anima, cioè la fantasia, questo
è ben anche origine di un principio superiore, colma il cervello e anche il
cuore con immagini ricche di fiori, ma c’è una grande differenza tra la
risonanza di una parola poetata per Me e quella di un oggetto del tutto
normale, spesso anche semplice! Quanto più la fantasia è ricca, tanto più sono
scritte o disegnate delle immagine sulla tavoletta del cervello dell’uomo, le
quali sono tutte impressioni di qualcosa di accaduto, vissuto e pensato. Quanto
più un uomo ha vissuto e operato in questo senso, tanto più l’anima può leggere
da questa tavoletta ciò di cui ha bisogno per quest’oggetto. Quindi per lo meno
per l’anima è veramente solo un processo meccanico, come voi quando aprite dei
libri e copiate dagli stessi ciò che è adatto proprio all’occorrenza per i
vostri scopi. Qui il Mio Spirito non ha nulla a che fare! Questo aspetta solo
impulsi più alti riferiti a Me, impulsi che gli stimolano il suo stesso io,
allora si muove, e solo allora può operare unito con l’anima, perché entrambi,
almeno momentaneamente, si uniscono per lo stesso scopo. Da’ questo a tuo
fratello, forse adesso comprenderà meglio il proprio Spirito divino. – Amen!
[indice]
۞
Cenni sulla grande festa di Pentecoste
4
giugno 1871
1. Mio caro figlio, vuoi da Me qualcosa di profondo, di
spirituale e di elevato, come la Parola su Luce, Vita e Amore[33].
Ebbene, ciò che hai citato nella tua richiesta, non fu altrettanto un atto dove
l’Amore portò Luce e Vita ai Miei apostoli abbandonati e impauriti? Non fu in
quel momento in cui la Mia grazia nell’aspetto di fiammelle tremolarono intorno
ai loro capi, e i loro cuori furono bagnati con la divina benedizione, affinché
fossero in grado di eseguire l’udito e imparato così come l’avevano udito e
imparato? Il Mio Spirito, che là si riversò su di loro, li rese capaci di
diffondere in differenti lingue senza difficoltà la Mia dottrina, di
consolidare con opere uguali alle Mie il senso delle loro parole. E che cosa
faccio adesso già da lungo tempo? Non ho anche versato su di voi il Mio
Spirito, affinché anche voi foste in grado di comunicare la Mia parola che ora
ho dato direttamente nel vostro cuore per quietare la vostra fame di cibo
celeste, e per comunicare anche ad altri ciò che avevo espresso più di mille
anni fa? Voi ora lo ricevete nuovamente spiegato, e ricevete anche quello che
era andato perduto!
2. Anche su di voi fu versato il Mio
Spirito come segno della Mia grazia che mai appassisce e dell’Amore che mai si
esaurisce. Come in quel tempo venni ai Miei discepoli dopo che fu terminata
sulla Terra la Mia missione e quella degli apostoli ebbe il suo inizio, quindi
ora è solo il caso inverso.
3. Io riverso su di voi il Mio Spirito
solo come precursore del Mio vicino ritorno. Là, prima che il Mio Spirito si
fosse riversato sui Miei apostoli, la casa in cui si erano rinchiusi, per un
potente colpo di vento tremò; e adesso in cui faccio la stessa cosa con voi,
trema altrettanto la vostra casa d’abitazione, trema la Terra a causa del colpo
spirituale di vento che passa su tutti i paesi, per costringere al risveglio
gli spiriti da lungo tempo addormentati.
4. Ciò che accadde lì dopo la venuta del Mio Spirito e
alla fine della Mia carriera terrena, avverrà adesso prima del Mio ritorno. Lì
tremò la casa d’abitazione nelle sue fondamenta a causa del potente vento che
portò in vibrazione tutte le sue componenti; e adesso, altrettanto, se siete
solo un po’ attenti, vedete non solo tremare le vostre abitazioni materiali,
bensì l’atmosfera spirituale della vostra Terra attraverso il vento spirituale
che – come il vento mattutino ad ogni sorgere del Sole – così il Mio prossimo
ritorno precede come un nuovo sorgere spirituale del più grande Sole Centrale
dell’intera Creazione.
5. Gli animi degli uomini tremano,
inconsapevoli del ‘perché’ in tutte le teste e nei cuori vibrano le più
profonde e più piccole fibre dell’intero organismo spirituale. Tutto comincia a
risvegliarsi dal suo lungo sonno; ma come avviene presso un uomo che viene
risvegliato all’improvviso dal suo sonno e in un primo momento non sa cosa fa,
così vedete anche adesso i popoli, risvegliati dal Mio vento spirituale
proveniente dalle regioni superiori, commettere azioni che non hanno nessun
vero scopo, e somigliano piuttosto a quelle di un sonnolente, finché essi (i
popoli) più desti saranno venuti in sé e, seguendo istintivamente il loro
compito, si renderanno anche conto di quello che fanno.
6. Così il precursore della Mia nuova
venuta, il vento spirituale e i portatori dello stesso, devono essere i figli
Miei, i quali prepareranno i popoli a ciò che verrà dopo di loro; come Giovanni
nel deserto, altrettanto con la sua predica di pentimento (in senso figurato i
colpi di vento spirituali) doveva risvegliare gli addormentati e prepararli per
Colui che venne dopo di lui, e al Quale non era degno di sciogliere i lacci dei
calzari. Così tu, figlio Mio e preparatore della Mia parola all’umanità (†
Busch), sei anche tu un promotore di quel vento che dovrà colpire gli orecchi
degli uomini sordi e annunciar loro, come con suoni di tromba, la Mia prossima
venuta. Anche tu sei scelto, e ancora più d’uno tra voi, per aiutare ad
accelerare questa effusione del Mio Spirito, affinché l’aria spirituale venga
purificata e resa idonea per Me. – Non purificano i venti, altrettanto, l’aria
dai vapori nocivi? Ebbene ugualmente la corrente d’aria spirituale che ora
attraversa tutti i cuori, lì dovrebbe disperdere tutto il cattivo, poiché se si
dice:
7. «Alzate
o porte i vostri frontoni, alzateli ancora, o aperture dei secoli, deve entrare
il Re della Gloria!»[34],
non vuol dire altro che questo: – purificate
i vostri cuori, affinché le parole d’amore del Signore trovino un buon terreno
e possano produrre frutti degni di Lui.
8. Così si effonde il Mio Spirito
sull’intera umanità, e anche se non potete del tutto comprendere e penetrare
con lo sguardo né la vostra missione, né gli avvenimenti del mondo, quale scopo
finale essi avranno, allora dico a te, Mio caro figlio: vedi, hanno tutti lo
scopo di ricondurvi, dalla grande notte spirituale nella quale ora è
sprofondata l’intera umanità (cioè catturata nel senso mondano), alla Luce, a
Me, alla vostra vera e propria destinazione.
9. Tu infatti non comprendi questo
fermento in tutti gli animi; esso freme e sibila, vuole espellere ciò che è
estraneo, come il nuovo mosto rinchiuso
nelle botti che non ha abbastanza spazio per il suo sviluppo, e allora spezza
le catene, si rende libero, e con la rottura causa ben anche danni, danni
momentanei, e tuttavia gli spiriti, avendo finito di fermentare, sono diventati
ciò che volevano, sono diventati liberi, liberi dalle catene ostacolanti che li
volevano impedire nel loro sviluppo spirituale.
10. Non ti spaventare degli aspetti negli
avvenimenti che hai visto e vedrai ancora. Il male deve essere eliminato, e la
sua eliminazione non può avvenire su una via pacifica, bensì violenta;
all’inizio può produrre solo un apparente male, ma poi entrambe le parti
diventano libere. Il bene con la separazione dal male ha libero spazio
d’azione, ma anche il male è diventato libero, e secondo la sua tendenza fa
proprio come il bene. Lascia che si sfoghi questo processo di fermentazione;
osserva la stessa cosa anche nel mosto del vino, dove altrettanto c’è lotta e
distruzione; ma che qual è il risultato finale? Non è un chiaro, buono e
fortificante vino? Ebbene, aspettate il vino anche in questa fermentazione
spirituale, e la stessa cosa si mostrerà altrettanto qui:
la Mia dottrina d’amore nella forma più pura!
E come il vino fortifica il debole e lo rinvigorisce
per il lavoro e rende il suo corpo con il più lieve calore capace di maggiore
attività, proprio così anche la Mia dottrina fortificherà le anime degli uomini
rimasti, e li metterà nella posizione di aspettare ed accogliere degnamente
anche Colui che ha aiutato a pigiare questo meraviglioso vino, affinché il loro
corpo spirituale diventi capace per un lavoro spirituale superiore e per una
beatitudine più elevata nel Regno dell’Amore.
Così viene adesso versato lo Spirito sui Miei figli.
11. Queste benedizioni si librano come
fiammelle delicate sui loro capi, sui capi dei Miei prescelti, di cui anche tu,
figlio Mio, ne fai parte già da tempo. Dapprima dovete preparare a poco a poco
solo pochi, dovete insegnar loro a comprendere e sopportare lo Spirito del Mio
Amore.
12. Come un giorno gli apostoli in case
chiuse, così anche voi ancora nascosti e inosservati davanti al mondo, dovete
tutti fortificare il vostro spirito, rendervi saldi verso tutte le tempeste che
potrebbero venire. Dovete dapprima essere istruiti a considerare lo spirituale
come la cosa più alta, e il mondano come la cosa più bassa; dovete imparare e
comprendere che su questo mondo, nulla è di consistenza che solo la Mia Verità,
il Mio Amore, la Mia Luce e la Mia Vita; dovete imparare a stare a guardare
tranquilli quando tutto il mondano cade in macerie, ma in quel caso senza mai
perdere di vista l’assicurazione che da tutta questa distruzione ed
estirpazione di tutto il superfluo sorgerà poi purificato, come dalla cenere
attraverso il fuoco dell’amore, l’Albero della divina Verità. Dapprima
tenebroso fumo, poi un vapore sempre più bianco, più luminoso e più leggero,
finché alla fine si leveranno vapori più leggeri solo dai resti, e il Sole
spirituale sorgente, come con la pioggia con la sua caduta determina
l’arcobaleno nei suoi sette colori, così in questi vapori ascendenti si
svilupperanno le prime ed ultime parole delle Mie Leggi divine, cioè le grandi
Leggi fondamentali :
“Amate Dio sopra tutto, e il prossimo
come voi stessi!”
13. Così si effonde poi il Mio Spirito su tutti
i cuori ancora viventi, inizia l’aurora spirituale, il Sole, l’eterno Sole
dell’Amore sorge sui suoi figli per non tramontare mai più, e per far sentire
ai rimasti tutta la pienezza della sua potenza e forza. Questa è poi la festa
di Pentecoste per i Miei figli che, fedelmente perseveranti, sono rimasti
sempre con Me, e avranno cercato e anche trovato solo in Me e presso di Me ogni
consolazione e ogni aiuto.
14. Vedi, figlio Mio, tu che vuoi qualcosa
di profondo, di elevato e alto, questa è l’interpretazione di una futura festa
di Pentecoste, come lo era anche a quel tempo per i Miei discepoli. Allora
cominciò pure il processo di purificazione e fermentazione, in quella occasione
gettai l’innesco nelle moltitudini sotto forma della Mia dottrina, e adesso
arde di nuovo in tutti i luoghi, il vento soffia da un capo all’altro del
mondo. Nessuno sa da dove viene e dove va. È il vento che il Mio discepolo
Giovanni esprime simbolicamente nella sua Apocalisse con suoni di tromba, prima
che siano versate le coppe dell’ira. Queste coppe dell’ira significano le lotte
delle vecchie abitudini con le nuove insolite; esse significano il versamento
del Mio Spirito divino, il suo primo effetto e il suo risultato finale!
15. Quindi continua anche tu ad essere
divulgatore della Mia dottrina; sei un seminatore, allora spargi senza alcun
timore la Mia semenza, e per il suo germogliare voglio poi provvedere Io
stesso, e quando un giorno sarai presso di Me, dovrai gioire anche con Me a
causa del tuo operare, quando vedrai con occhi spirituali ciò che adesso puoi
solo lievemente presumere e sospettare. Là celebrerai con Me la festa di
Pentecoste, riconoscerai le fiamme del Mio Spirito d’amore sul tuo capo e sul
capo dei tuoi fratelli e sorelle, e nonostante ogni devastazione e abominazione,
benedirai la Mano che ha guidato alla meta te e i tuoi, così gloriosamente!
16. Che cosa vuoi ancora di più profondo?
Guarda nel futuro specchio, solleva un poco il velo che copre ancora il sorgere
del Sole, e vedrai venire il Padre in tutta la Gloria – circondato dai Suoi
angeli e spiriti che, come il Sole dopo una tempesta, afferrerà di nuovo il
mondo con tutto l’Amore e il Calore, ed esclamerà a tutti voi, come un giorno
ai Suoi discepoli nella casa chiusa a chiave: «Non temete, sono Io, il Padre vostro!». – Amen!
[indice]
Sulla Trinità
Sull’essenza del Signore
e sulla triplice essenza dell’uomo
chiamato a immagine Sua
۞
Preghiera di una sorella a causa della
perdita dei suoi figli
«Caro buon
Padre Celeste! Non potresti rivelarmi, avendomi preso i miei amori, se devo
considerare questo come punizione perché mi sono attaccata a loro con tanto
amore, e con questo amore forse un giorno mi sarei completamente strappata da
Te? Oppure è stato solo il Tuo enorme Amore paterno verso di noi, ad averli
chiamati in un migliore aldilà? Per me, invece, per imparare a conoscere Te su
questa via, per giungere un giorno anche a Te. Caro Padre, poiché adesso Ti ho
trovato, sono diventata oltremodo felice, poiché in Te ho trovato quiete e
conforto; solo qualche volta s’insinua in me una tristezza, quando penso ai
miei deceduti. Allora hai sempre versato speranza nel mio cuore ad un inseparabile
rivedersi; inoltre, Ti prego di guidarmi anche sempre su questa via che ora ho
intrapreso, affinché non me ne allontani, ma possa continuare sulla stessa
sempre più salda; tuttavia, non la mia volontà, ma sempre la Tua sia fatta.
Amen!»
Trieste,
26 marzo 1870
(Risposta)
1. Dunque, a questa Mia cara figlia scrivi che non deve
considerare come punizione nulla di ciò che incontrerà ancora durante la sua
vita terrena futura, come anche in quella passata.
2. Io
non punisco nessuno, bensì miglioro soltanto! Come dovrei voler punire
coloro che Mi amano, dal momento che perfino coloro che non Mi vogliono affatto
riconoscere e Mi rinnegano ovunque, Io non solo li lascio andare nel loro
affaccendarsi, bensì ripetutamente – anzi giornalmente – nonostante il loro operare
sbagliato, li sovraccarico di benedizioni?
3. Voi figli, corti di vista, credete di vedere una
punizione ove dappertutto vi è solo un Atto d’amore, anzi spesso perfino il più
grande che si presenta nella vostra vita; mentre voi vi sciogliete in lacrime
sulla presunta sofferenza inflitta, i Miei angeli si sciolgono altrettanto in
lacrime su di voi, ma in lacrime di gioia, perché nel Mio più grande Amore
compassionevole Mi son preso cura di voi, per risparmiarvi il lento procedere,
tramite un potente scossone sulla via che porta a Me, e oltre a ciò, Mia cara
figlia, sai tu se ai trapassati non abbia mostrato, altrettanto, un’immensa
Grazia? Conosci forse come sarebbe stato il loro destino, se fossero rimasti su
questo mondo?
4. Un giorno gioirai al loro rivederli, e
Mi loderai con loro, perché con questo avvenimento ho salvato le loro anime e
risparmiato qualche sofferenza, e così sono stati guidati a Me su una via
notevolmente più veloce.
5. Continua, figlia Mia, ad amarMi sempre
di più, e lascia tutto a Me, qualunque cosa possa accadere, confida nel Mio
aiuto, il Mio braccio è più vicino di quanto credi, e se forse in seguito ti
possono essere date anche medicine amare, allora pensa solo che le medicine
amare sono i migliori e più veloci mezzi di guarigione . Come e cosa Io impiego
per portarvi tutti più vicini a Me sulla via dei Miei Cieli, è sempre ben
fatto, poiché solo Io so che cosa e quando vi serve alcunché.
6. La Mia paterna benedizione per te e per
i tuoi; persevera sulla via come l’hai iniziata, e otterrai pure la corona
della rinascita spirituale, questo te lo assicura il tuo affettuosissimo Padre.
– Amen! Amen! Amen!
[indice]
۞
Vi ho ben tolto l’amico di mezzo a
voi,
ma accogliete Me nel vostro patto, ora voglio essere il
Terzo
Trieste,
29 marzo 1870
1. Già da tempo ho guardato con gioia alla vostra filiale
dedizione e alla vostra dedizione a Me e alla Mia dottrina con compiacimento,
ed ha rallegrato il Mio Cuore paterno il fatto di aver guadagnato di nuovo
alcuni buoni agnelli tra tante pecore rognose. Vi ho ben inviato Pane dai Cieli
tramite un vostro amico nella vostra città, ma ho riservato a Me la vera e
propria venuta del Mio stesso Io, quando il vostro animo sarà abbastanza maturo
da abbandonarsi in umiltà alle Mie disposizioni, e nonostante la perdita del
vostro amico, avrete comunque guardato con fiducia a Me. Così ho posto questo
versetto sopra descritto nel cuore del figlio Mio Salabski’s. Sì, Io voglio
essere il Terzo nel vostro patto, però voglio anche essere il Primo, affinché
riconosciate Colui che avete già cercato a lungo.
2. Anche adesso vi voglio ancora guidare
più percettibilmente di quanto ho fatto prima. È vero, vi ho preso il vostro
caro fratello e amico, ma solo fisicamente, poiché spiritualmente lui aleggia
intorno a voi ogni volta che glielo permettono le Mie disposizioni; lui gioisce
della sua esistenza nelle sfere spirituali, e non vuole aspettare il momento
quando anche i suoi cari potranno condividere con lui questi supremi godimenti
di tutte le beatitudini che adesso può godere da solo!
3. Ma poiché tutto ha il suo tempo, allora
deve pazientare, fino a quando gli metterò a fianco i suoi amici, migliorati e
purificati!
4. Miei cari figli! Oh, se solo sapeste
quali beatitudini il Padre vostro ha preparato per coloro che Lo amano, non
potreste resistere dal desiderio ardente di giungervi il più presto possibile;
soltanto che non è ancora ora. È come con un albero da frutta: la mela diventa
rossa, ha già i colori più belli, il fanciullo inesperto e avido crede che sia
già da tempo matura, vorrebbe raccoglierla, succhiarne lo squisito succo con le
sue labbra, e trasformare l’elemento eterico nella propria natura con avidità.
Soltanto, che il giardiniere esperto gli rifiuta la pretesa e dice: “Pazienza, mio caro fanciullo, per quanto
siano anche belli i colori all’esterno, l’interiore non è ancora così bello,
nella polpa della mela si alternano ancora elementi amari e dolci, la
fermentazione elementare non è ancora del tutto completata, solo un po’ di
pazienza ancora, finché l’intero processo sia completato, allora tu, mio caro,
mescolerai con il tuo stesso io, l’interiore di questa mela, tranquillo con la
tua salute, ma adesso procurerebbe il contrario, e per quanto dolce la
immagini, tanto acida è ancora”.
5. Così è ugualmente con la vita
spirituale mostratavi dagli spiriti e dalle loro comunicazioni. Nota bene: con
ciò Io intendo gli spiriti buoni. Se vi viene dipinto il mondo spirituale con
bei colori, gli spiriti vi si sentono beati perché sono per l’appunto spiriti
che vivono là nella loro sfera, nell’aria vitale spirituale che a loro è
conveniente è misurata, come per voi l’aria impregnata di ossigeno del vostro
globo terrestre; soltanto, guai a colui che dovesse giungervi prima (cioè
immaturo), prima che i suoi polmoni spirituali siano stati preparati per
l’inspirazione di tale aria spirituale. Egli desidererebbe tornare indietro
nelle sue precedenti condizioni, poiché là non potrebbe resistere.
6. Al fratello vostro deceduto ho dato sulla Terra
ancora l’ultima pulitura, e attraverso la sua lunga malattia ho levigato tutte
le scabrosità nella sua anima, affinché potesse poi sorbire in sé e ridare ad
altri, attraverso il riflesso, come uno specchio levigato, le migliaia e
migliaia di raggi di luce del Cielo spirituale. Egli lo ha fatto! La dura
scuola delle sue sofferenze ha cancellato in lui tutto ciò che aderiva d’impuro
alla sua anima. Adesso è libero, e può passare al più grande perfezionamento.
Già sulla Terra ha mostrato stupendi colori di rosso come una mela, ma
l’interiore non era ancora come la buccia esteriore, doveva essere eliminato
tutto ciò che era acido e amaro, affinché l’interiore corrispondesse
all’esteriore.
7. Io, quale migliore e più esperto
Giardiniere, ho però visto che il frutto per i Miei Cieli spirituali era
maturo, allora l’ho mandato a chiamare, e anche se attraverso la Mia ‘Cura
solare’ comunicatavi avrebbe potuto essere guarito, ho preferito ristabilirlo
del tutto spiritualmente mediante un’altra cura solare, per preparargli tra i
Miei spiriti migliori un destino più bello che si era ben meritato sulla vostra
Terra.
8. Continuate anche voi, Miei cari figli,
ad amarMi e ad essere affezionati a Me, e già diventa rossa la parte esterna
della vostra anima umana e si avvicina il tempo della maturazione. Quindi,
continuate a lottare contro le avversità della vita; solo non perdete di vista
Me e il Mio Regno celeste, e presto avrete ristabilito in modo armonico
l’interiore con l’esteriore, affinché poi Io possa condurre anche voi, dopo
breve tempo, nelle braccia del vostro amico in ansiosa attesa, e dopo
stringervi anche nelle Mie braccia.
9. Allora, riuniti in tre, Mi potrete poi
ringraziare per la benevolenza paterna con la quale vi ho in principio
separati, e più tardi riuniti con la gioia più grande. Dopo sarete in Me e con
Me, ed Io in voi il Primo, come adesso voglio essere il Terzo nel patto.
10. A voi, Miei cari figli, la Mia
benedizione paterna. Continuate come avete cominciato, e il Padre vostro non vi
abbandonerà, finché là, visibilmente, vi potrà dire ciò che adesso vi sussurra
nel cuore: che vi ama infinitamente!
Amen! – Questo ve lo dice il vostro affezionatissimo Padre, quale fedele Membro
del vostro patto. – Amen! Amen! Amen!
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Gesù era Dio o uomo?
Trieste,
10 giugno 1870
1. Dopo che i tuoi nuovi amici hanno sollevato alcuni dubbi
che in sé e per sé sono abbastanza importanti, tanto da aver bisogno di una
spiegazione, poiché dal concetto del Mio cammino terreno, se come Dio o come
Uomo, oppure come entrambi nello stesso tempo, dipende l’intero edificio della
fede così come l’ho data perfetta attraverso i Miei servitori (nel Vecchio e
Nuovo Testamento), allora – nonostante averlo già detto più volte – voglio
ripeterlo ancora una volta, e metterlo in una nuova Luce, per dare la giusta
Luce ai principianti ancora coinvolti nei dubbi.
2. Ascoltate dunque: vi ricorderete che
già in parecchie occasioni ho detto che, come Dio, volevo dare ai Miei spiriti,
con la Mia incarnazione e le vicende sperimentate come Uomo, il più grande
esempio di umiliazione, e come l’ho anche fatto veramente. Ora vi domando:
sarebbe stato un esempio di umiliazione se avessi vissuto, operato e sofferto,
come Dio sulla Terra? Certamente no! Poiché come Dio sarebbe stato in Mio
potere o di evitare tutte le sofferenze, oppure, volendolo, avrei potuto anche
sopportare con una insensibilità tutti i più grandi dolori. Dove sarebbe poi
rimasto l’esempio del sacrificio e dell’umiltà? Io dovevo quindi, quando venni
su questo mondo, essere completamente Uomo, e perciò come Uomo stesso anche
soffrire le sue passioni ed imperfezioni che Io ben saggiamente ho posto in
lui, poi combatterle e, come lo pretendo anche dagli uomini, anche vincerle.
Ora comprenderete bene che, quando vennero gli ultimi momenti, dove come Uomo
prevedevo la morte, come Uomo stesso dovevo anche sostenere la paura della
morte, come ogni altro.
3.Durante tutto il Mio cammino di vita
sulla Terra il principio divino in Me era in Mio potere solo per quanto Mi
servivo delle azioni portentose per il Mio insegnamento, così come la
previsione per vanificare tutti gli attacchi che i Miei nemici facevano contro
la Mia vita, finché non fosse venuto il Mio tempo, cosa che potete leggere
abbastanza spesso nei Vangeli, dove sta scritto: ed Egli fuggì, perché non era
ancora il Suo tempo [Gv. 10,39].
4. Ora però si tratta della domanda: “Dove ero Io allora come Dio, dal momento
che andavo in giro sulla Terra come Uomo, e poiché Io stesso pregavo sovente il
Padre Mio, e anche nel giardino del Getsemani quando innalzai le Mie ultime
preghiere a Lui, prima che iniziassi la via della sofferenze?”. – Questo è
il nodo, dove tanti hanno ancora dei dubbi, ma non lo vogliono ammettere; con
poche parole vi voglio adesso sciogliere questo nodo.
5. Io come Dio esisto, esistevo ed
esisterò sempre da due cose o principi fondamentali, l’uno si chiama Amore,
l’altro Sapienza! L’uno è ‘il Padre’, l’altro ‘il Figlio’; così dovete quindi
considerare queste caratteristiche distinte, di cui ognuna può avere per sé la
sua sfera, senza pregiudicare l’altra. Il Padre è l’Amore tutto comprendente, e
quale ‘Amore’ ha dato l’impulso a tutto il creare, e attraverso questo legame
tiene tutto insieme; la Sapienza è il Figlio ordinante, il Quale regola
all’Amore l’operare illimitato e sconfinato, che in nessun luogo potrebbe dire
no, mettendo ad esso proporzionate barriere.
6. Quando volli dare agli spiriti il Mio
esempio di prova dell’umiliazione, in un certo qual modo la Sapienza si separò
da Me (il Padre), e divenni Uomo, e l’Amore influì sulla Sapienza solo in
quanto doveva stare in contatto con la stessa, dal momento che l’Amore non può
esistere completamente senza la Sapienza e la Sapienza non può esistere senza
l’Amore. Poiché (perfino con la necessaria separazione) era sempre esistente un
collegamento di queste due caratteristiche che determinavano il Mio vero e
proprio Io. Allora i discorsi di Gesù erano sempre giustificati quando parlava
del ‘Padre’, per esempio quando Egli disse: «Voi non Lo conoscete, ma Io Lo conosco», oppure «Io vengo dal Padre e vado al Padre».
7. Nell’ultimo corso, dunque nel giardino, dove la
Sapienza come Uomo (in Gesù) dovette compiere l’ultimo amarissimo atto come
chiave di volta della Sua vita di prove, questa Sapienza per vero previde il
Suo inesorabile destino, soltanto che l’Amore, per essere coerente con Se stesso,
dovette lasciare Lui, il Figlio, a se stesso del tutto come Uomo, a causa del
Suo compito per redimere di nuovo dalla morte l’umanità caduta a motivo di
tutta la gravità del suo crimine; attraverso la Sua morte, Egli stesso come
Uomo, doveva ricondurre tutti gli spiriti di nuovo sulla retta via (che era
l’unica possibile per il raggiungimento della grande meta); e in questo ultimo
totale abbandono, Io come Gesù, Mi sentii spogliato di tutto il Divino, una
condizione che fino allora non era mai subentrata, e perciò esclamai: «Allontana da Me questo calice, ma non la
Mia, bensì la Tua volontà sia fatta!». Fu il momento della paura della
morte e della più grande umiliazione, il momento più importante della Mia
missione che, se non lo avessi sopportato, come allora l’ho veramente
sopportato, sarebbe stato senza effetto per voi uomini e per tutti gli spiriti.
8. Ora comprendete un po’ meglio, del perché parlai così come
Uomo ed ho pregato in questo modo? Perché Io ero proprio del tutto, solo Uomo
come voi, e nient’altro, con la sola piccola differenza che avevo ancora la
prospettiva di ciò che Mi sarebbe accaduto, di cui voi come uomini comuni siete
sprovvisti. Perciò anche quest’ora nel giardino prima della Mia cattura era
così infausta ed amara per Me.
9. Ora credo di avervi data una piccola
Luce con queste poche parole, affinché possiate considerare le cose del Mio
cammino e del Mio operare non solo come Uomo terreno, ma anche come
Uomo-Spirito, e discendente di Me stesso. – Amen!
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Triplicità o Trinità
Trieste,
26 agosto 1870
1. Su questa parola ho già detto talvolta molto e in modo
molteplice, e nonostante ciò questa parola tutto comprendente non è sviscerata
in tutta la sua profondità e non lo sarà neanche mai; infatti, una parola che
caratterizza il Mio Io nella Sua intera profondità – la Mia Creazione in tutta
la sua grandezza e il Mio regno degli spiriti in tutta la sua infinità – non si
può illuminare e spiegare, semplicemente con un paio di parole, così che non
rimanga più nulla da dire; e perciò riprendo di nuovo questa parola per
rivelarvi ancora qualcos’altro di superiore, di spirituale, ed estendendo fin nel
più piccolo atomo l’importanza di questo concetto tutto abbracciante. Ascoltate
dunque:
2. In principio ho detto: “Questa parola caratterizza il Mio stesso Io”, come l’ho dato nel
dettato ‘Luce,Vita, Amore’[35].
Essa però abbraccia sotto molteplici aspetti anche il Mio Io. Se vi volessi
spiegare l’Io come ‘Pensiero, Esecuzione
e Meta finale’ del Mio creare, oppure se ve lo volessi spiegare come ‘Pensiero, Adempimento e Scopo finale’
del Mio creare, oppure se ve lo volessi illuminare più da vicino come ‘Amore,
Sapienza e Prodotto’ dei due primi, come l’espressione realizzata delle Mie
prime Potenze spirituali, oppure se lo volessi presentare come l’infinità del
Mio Io, come la Sua realizzazione spirituale e come i Suoi pensieri e le Sue
idee materiali, oppure se ve lo volessi illuminare più da vicino come ‘Creatore, Giudice e Padre’ di tutta la natura creata, oppure se vi volessi indicare
più da vicino la Trinità come primo principio fondamentale della Mia Divinità,
– allora, dovrei farlo come Parola diventata Uomo e come Uomo purificato e spiritualizzato, ritornante di nuovo
alla propria Divinità.
3. Vedete, se vi volessi esporre un po’
alla volta tutte queste Trinità, non basterebbero degli anni per illuminarvi
più da vicino l’intera profondità di tutte queste Caratteristiche divine del
Mio Io, e anche allora avreste solo un debole concetto di ciò che è veramente
Dio, cosa il Padre e cosa Gesù, che era ed è Figlio dell’Uomo disceso
dall’Alto.
4. Altrettanto sarebbe incommensurabile
nelle spiegazioni la seconda Trinità della Creazione, cioè il Pensiero
creativo, la sua esecuzione e la meta finale dello stesso, dove veramente, come
Io stesso infinito, anche l’ultimo Pensiero non ha nessuna meta finale, mentre
la fine di un primo Pensiero stimolato è sempre l’inizio di uno nuovo più alto
e più spirituale.
5. Il terzo concetto summenzionato: Dio,
Giudice e Padre, comprende quello che vi sta veramente più vicino, e proprio per questo lo vogliamo anche osservare più da
vicino, affinché impariate a conoscere più profondamente in parte Me, in parte
voi stessi, e anche per mostrarvi la via che dovete percorrere per giungere a
Me.
6. Come ‘Dio’, per voi Io sono un Essere inaccessibile e incomprensibile
che si erge maestoso molto al di sopra di tutti gli spazi in irraggiungibile
lontananza, e da lì giudica, ordina e crea tutto, e così tiene ferma l’intera
infinità nei suoi rigorosi collocati confini (vale a dire eterne Leggi). Come
Dio non vi potete far di Me nessun concetto finito; un essere finito può solo
pensare dal gradino della sua esistenza altrettanto in modo finito, ma non può
comprendere cosa vuol dire non aver mai
avuto inizio, se gli è ancora concepibile di non finire mai. Questo primo
lato della Mia Trinità è quindi per voi un insolubile mistero, e lo rimarrà per
voi e anche per gli angeli più alti; questa, infatti, è la grande differenza
tra un essere creato e uno increato, il quale ultimo sono Io come Dio stesso.
7. Il secondo attributo, vale a dire di
Giudice, ovvero, come voi lo vorreste chiamare, ‘Signore’ di tutto ciò che è creato che tiene tutto nei suoi
stabiliti confini e punisce rigorosamente ogni andare oltre, per ognuno di voi
che siete creati per dei sentimenti più miti, come compassione, indulgenza e
amore (sentimenti che Io stesso vi ho messo nel petto), è altrettanto una
Caratteristica davanti alla quale dovete temere, a cui però non potete levar lo
sguardo in maniera confidenziale, specialmente se prendete in considerazione la
grandezza della Creazione fin dove la conoscete, e il Creatore e Giudice di
queste sfere estese verso di voi piccoli creaturine spirituali, in un certo
qual modo come scintille di luce contro il mare di Luce di un Sole Centrale!
Davanti a questa seconda Caratteristica dovreste perciò tremare e nascondervi,
se includete in ciò ancora il concetto ‘Giudice’, inteso come inesorabilità del
Suo giudizio.
8. Il terzo lato della Trinità, vale a
dire ‘Padre’, è l’unico che vi è
concepibile, percettibile e comprensibile, poiché anche voi conoscete questo
titolo già sulla Terra nella vostra vita familiare, perfino lo esercitate e lo
avete imparato ad apprezzare nei vostri genitori. Sotto questo titolo la
‘Divinità’ e il severo inesorabile ‘Giudice’ viene trasformato in una cara,
dolce Figura (voi come uomini non potete immaginarne nessun’altra) che ha preso
forma umana e, invece di guardare voi senza espressione con lo sguardo del Creatore elevato ampiamente sopra di
voi, oppure con l’occhio severo e senza compassione di un Giudice, vi guarda con l’occhio pieno d’amore di un Padre, e invece di ‘creature’, vi titola
con il dolce nome di ‘figli’, e vi fa sperare tutte le altre Caratteristiche di
un Padre che, in un Creatore e Giudice, sono un’impossibilità.
9. Se il Creatore e Giudice è anche
‘Padre’, allora anche la Sua Creazione acquisisce un aspetto più leggiadro, e
la Sua sentenza giudiziale subisce un giudizio più mite; perché ciò che il
Giudice condanna e punirebbe inesorabilmente, lo mitiga l’eterno Amore paterno
che rimane sempre lo stesso, che vuole solo migliorare ed istruire i Suoi figli,
ma non punirli!
10. Che cosa sarebbe l’intera Creazione
con tutte le sue meraviglie e mari di luci di soli, se ovunque predominasse solo
l’imposto ‘tu devi’? Non dovrebbe tremare tutto, e solo di paura, e non
sussultare di delizia d’amore?
11. Dove sarebbe anche un conforto e un
godimento spirituale per Colui che ha creato tutto questo? E per chi?
Certamente non per Sé, perché Egli non ne ha bisogno! Nel Suo straricco petto
di Creatore Gli potrebbe bastare questa Sua consapevolezza: Io posso creare,
costruire e di nuovo distruggere ciò che voglio, non è la Mia forza da mettere
alla prova, se è effettivamente vera oppure no?
12. Che cosa sarebbe la Creazione? Ve lo
dico Io: un muto, rigido e magnifico edificio di mute formazioni; nessun essere
vivente oserebbe giubilare per il benevolo influsso di un raggio di Sole e
rallegrarsi della sua vita, per paura di essere punito anche per questo giubilo!
Muta e maestosa starebbe l’intera Creazione, soli e mondi orbiterebbero l’uno
intorno all’altro perché lo devono, e nessun suono di ringraziamento e d’amore
sfuggirebbe da un solo petto, per paura di esserne punito dal Giudice.
13. Ma come cambia tutto questo, quando
attraverso l’intera Creazione spirituale e materiale, risuona l’esclamazione di
gioia: “Vedete, esseri da Me creati, voi,
testimoni della Mia potenza, siete stati creati da un Mio stesso bisogno,
dovete riconoscerMi non come Creatore e Giudice, bensì come un Padre che solo
nella gioia dei Suoi figli vede la Sua stessa realizzata!”.
14. Vedete, in questa esclamazione si
risveglia tutto! Tutto ha il coraggio di vivere, di amare e giubilare! Tutti
gli esseri creati sanno che possono far uso delle loro caratteristiche poste in
essi, poiché non un Creatore li distrugge, non un inesorabile Giudice li
giudica, ma un affettuoso Padre sta a guardare con compiacimento come tutto
vive, tutto si rallegra di questa vita, tutto prende a cantare a Lui, al grande
Donatore, con ogni respiro, un canto di lode per gratitudine, perché Egli,
l’Onnipotente, l’infinitamente buono e affettuosissimo, non è soltanto il
Creatore, non soltanto il Giudice, bensì anche il Padre delle Sue creature, e
che nel grande giubilo degli spiriti che si diffonde fino a Lui dalle sfere,
Egli in tal modo si sente dapprima Dio, Creatore e Padre, osservando le Sue
Caratteristiche divine e il Suo infinito Amore spirituale nella misura più
piccola, ovvero ‘in scala ridotta’ secondo il gradino degli esseri che lottano
per elevarsi a Lui. Il Giudice inesorabile è cessato, e per questo è subentrato
il Regno dell’amore, della tolleranza e del perdono, e come la Trinità quale
materia, anima e spirito, oppure Creatore, Giudice e Padre, oppure Padre,
Figlio e Spirito, porta in sé tutto ciò che l’Essenza suprema può guidare più
vicino alle Sue creature, proprio così è stata realizzata questa Trinità, come
‘Essere’, ‘Devi’ e ‘Puoi’ attraverso l’Amore paterno.
15. Anche voi, Miei cari figli, che Io
sovraccarico con tante grazie e benefici e vorrei guidarvi al Mio petto,
comprendete l’Amore paterno tutto abbracciante; comprendete che, quando nel
Creatore c’è ‘l’Essere’, nel Giudice ‘il Devi’,
nel Padre invece l’unico desiderio del ‘Puoi’’,
voi dovete divenire ‘figli
Miei’, affinché anche voi
possiate gioire non da soli, bensì con Lui e con tutti gli esseri più alti e
più spirituali della Sua Creazione, e potete anche cooperare nel grande
processo di purificazione che fu dato a tutti gli spiriti gradatamente, e
partendo dal più basso, attraverso Benevolenza e Amore di un Padre tutto
abbracciante, potete di nuovo ritornare là, da dove sono stati trasferiti fuori
nell’infinito tutti gli spiriti come piccole scintille del divino Amore e Forza
di Volontà.
16. Comprendete il Padre nel Suo operare,
nel Suo Amore e nella Sua Grazia, nelle Sue conduzioni, nella Sua umiltà e
unica assistenza, per guidare tutto ciò che è creato sempre più vicino alla sua
meta finale, e godrete beatitudini di pace preparando beatitudini perfino a
Colui che ha chiamato tutti voi dal nulla, affinché possiate essere beati
testimoni della Sua potenza, della Sua grandezza, ma anche del Suo Amore!
17. Comprendete le Sue vie, la Sua
dottrina e il Suo sacrificio che Egli ha portato per voi, affinché possiate
riconoscere che cosa significa essere chiamati ‘figli Suoi’, ed essere destinati a questo gradino! – Osservate il
verme che striscia davanti a voi nella polvere; anche a lui è stata posta nella
sua anima una scintilla divina e, poco consapevole di sé, striscia nella
polvere, e nonostante ciò esso ‘ama’ questa vita così scarsa assegnata a lui,
loda il Donatore nel dolce influsso dei raggi riscaldanti del Sole con i mezzi
che permette il suo organismo; e voi uomini andando eretti, che somigliate a Me
nell’aspetto, potete elevare lo sguardo negli spazi incommensurabili, essendo
dotati di linguaggio e potendo comunicare la grande massa di pensieri al vostro
prossimo. Voi, che avete il sublime fluido spirituale e divino nelle vostre
vene e un eterno spirito nel vostro petto, voi dominatori dell’infinità su
tutti i mondi, volete rimanere dietro al verme e dietro gli ultimi esseri viventi
nell’amore e nella gratitudine?! Riflettete a quello che fate, di quanta
responsabilità vi caricate nel calpestare con i piedi tanti doni spirituali e
corporei, nel dimenticare Colui che vi ha prescritto non come Creatore soltanto
l’‘Essere’, oppure come Giudice l’immutabile “Devi”, non come Giudice vi
punisce per ogni errore, bensì come Padre ve li perdona. E anche quando siete
caduti, Egli stesso vi aiuta a rimettervi in piedi, e in certi momenti vi fa
giungere con la Sua grazia, conforto e ristoro, affinché non dobbiate
abbandonare l’unica via dell’amore e dell’umiltà che conduce direttamente solo
a Lui.
8. Riflettete tutto questo, cioè quanto
siete impegnati ad impiegare tutte le vostre forze per mostrare almeno con la
vostra volontà di voler meritare il nome ‘figli Suoi’, di voler diventare degni
della Sua Trinità solo dell’ultima, ma più grande Caratteristica, del ‘Suo Amore paterno!’.
19. Non desistete! Vi riuscirà comunque,
anche se non subito. Vincerete sulle molte tentazioni, per poter poi esclamare
con diritto il nome “Padre”, perché
ve lo siete meritati. Ma anche il Padre non vi chiamerà solo “figli Suoi”, bensì, come Padre, vi farà
percepire tutto ciò che un Cuore paterno è in grado di dare al figlio.
20. ‘Tre’ è il numero santo, ovunque nella
Mia Creazione è intrecciato con il Mio Io, nell’intera natura visibile e
invisibile, e nel vostro io tende ovunque a diventare ‘uno’. Così possa anche
in voi esistere l’aspirazione a voler essere ‘Uno’ da spirito, anima e corpo,
quest’ultimo spiritualizzandolo, affinché anche voi (come Io stesso) possediate
spiritualmente nell’intera misura tutte le Caratteristiche della Trinità, e
diventiate, non solo secondo il nome, ma, nei fatti, ‘figli Miei’.
21. Vi ho tracciato la via, i mezzi non mancano,
occorre solo la vostra volontà per diventare ciò che può contribuire alla
vostra salvezza e alla Mia gioia! – Amen! Amen! Amen!
[indice]
۞
La Parola di Dio nell’uomo
ovvero:
“Quale processo si svolge veramente nel cuore
di un uomo,
quando Tu, o Signore, gli detti la Tua parola
divina?”
Trieste,
12 novembre 1870
1. Questa è la seconda domanda che interessa la tua
piccola compagnia, perché in parte essi vorrebbero sapere come avviene questo,
affinché siano resi attenti anche su te stesso, se un’altra voce nel loro
interiore dicesse cose che non sono cresciute proprio sullo stesso fondamento,
e in parte perché hanno sentito descritto diversamente dai differenti media e
scrivani questo differente influsso spirituale, così che adesso si sentano
spinti a ricevere un chiarimento su quale comunicazione spirituale sia la
giusta e la migliore.
2. Dopo che Io stesso tra gli ultimi
dettati ho toccato questo punto[36],
allora voglio dire anche sotto questo riguardo qualcosa di più preciso,
affinché possiate apprezzare e comprendere più giustamente le Mie
comunicazioni, come anche colui tramite il quale le do.
3. Innanzitutto però devo dapprima far
precedere un insegnamento animico, ovvero delle osservazioni psicologiche,
affinché impariate a comprendere meglio il meccanismo e la relazione delle
vostre tre unità, cioè dello spirito,
anima e corpo, e solo allora vogliamo passare al caso eccezionale che può
subentrare, allorquando queste umane parti costitutive sono state purificate e
rese sensibili nella loro regione spirituale facendo sì che essi percepiscono,
spesso sentono e possono anche vedere, delle cose per le quali all’uomo comune
sono sbarrate le vie.
4. Ebbene, dunque: voi vi ricorderete
nella parola sulla trinità, in cui vi ho spiegato la Mia Trinità, adesso invece
vi devo mettere in luce più da vicino quella vostra, affinché possiate
riconoscere pure qualcosa più da vicino, di cosa voi stessi siete composti e
che cosa in voi è la parte più nobile! Dunque, come ho detto, voi siete
composti di tre cose, cioè di spirito, anima e corpo. Lo spirito come scintilla proveniente da Me, il quale vi è stato dato
per ottenere, attraverso di esso, l’autoconoscenza e la consapevolezza che non
siete stati creati solo per questa Terra; questo spirito, messo in voi già
prima della nascita, si comporta in modo latente o passivo, e lascia tranquilla
l’anima nell’organizzazione del suo corpo materiale, non la disturba nemmeno
più tardi, quando è completata l’organizzazione e l’uomo è entrato nell’età
matura. Solo di tanto in tanto si annuncia dal centro del cuore, se l’anima si
abbassa del tutto all’animalesco, e allora in un primo momento è solo un
incerto, oscuro presagio che s’insinua nell’anima con certe azioni, dove essa
poi sente che non agisce secondo la sua destinazione. Lo spirito è
perfezionato, non ha bisogno di nessuna educazione e nessuna istruzione! Tutto
questo è solo faccenda dell’anima, la quale deve dapprima imparare a dominare
un po’ alla volta il corpo, per esserle d’aiuto in ciò che ha imparato,
specialmente in cose nelle quali non deve ignorare il suo meccanismo!
5. Lo spirito comincia ad uscire dal suo
involucro solo quando l’anima si è già allontanata dalle cose mondane, quando
cerca solo lo spirituale considerandolo come la cosa più alta. Qui è il momento
in cui lo spirito rende agevole la ricerca, e poi si fa trovare dall’anima.
6. Fino ad allora l’anima è come se avesse
vissuto solo una vita che aveva in comune come con gli animali, e si estendeva
solo poco oltre se stessa. Invece, non appena si fa dominante il principio
spirituale, allora arretrano i suoi bisogni
come quelli del corpo; essi divengono subordinati a scopi superiori, e
comincia una spirituale fiorente vita che mai appassisce. Fin lì l’anima
dormiva solamente, oppure cullava se stessa in sogni che avevano come scopo
principale il mondo e i suoi vantaggi. Fino a questo risveglio l’anima e il
corpo sono solo come due piante vegetanti, in cui l’una è cresciuta a causa dell’altro
per lo scopo in comune.
7. Ogni volta che succedeva qualcosa che
non era proprio secondo le leggi dello spirito, l’anima percepiva un
presentimento inquietante, ovvero sentiva ben una voce in lei che le faceva
seri rimproveri, e che voi conoscete in generale sotto il titolo di
‘coscienza’, perché appunto non può essere rinnegata, e si presenta secondo il
suo nome come qualcosa di assodato. Ebbene vedete, questa voce che all’uomo
dice spesso cose che lui non vorrebbe sentire, questa voce è in parte la voce
del vostro spirito, in parte quella di un spirito buono (spirito protettore) o
un angelo, che vi accompagna, dove però, accanto a questa, potreste sentire
anche delle voci che vi vorrebbero indurre al male. Queste voci sono poi voci
dell’amor proprio, oppure la voce di uno spirito maligno (diavolo), il quale
attraverso questa voce che v’induce al male crede di scusarsi, perché egli
pensa: “Costui fa anche ciò che ho fatto
io, anche lui non poteva resistere, come me, e così ora non sono io punibile,
bensì la natura umana”.
8. In fondo, esiste però ancora un’altra
Voce che spesso vi riferisce soavi parole ammonitrici, pazienti rimostranze,
quando siete sul punto di fare qualcosa in cui la vostra coscienza aveva già
predicato contro anticipatamente; ebbene vedete, questa Voce è spesse volte la
Mia! Qui si manifesta il Mio sussurro nel vostro cuore; la testa con il suo
pensare tace, e voi provate o sentite questa voce fievole e tranquilla esporvi
tutto il pro e il contro di una azione che volete cominciare.
9. Chi ora comincia ad abbandonarsi a
questa Voce, le presta ascolto, e dopo l’ascoltato agisce di conseguenza, viene
guidato un po’ alla volta dalla vita esteriore in quella interiore, vita che
gli preparerà godimenti con i quali potrà facilmente dimenticare quelli del
mondo esteriore! In questo modo l’anima diventerà sempre più forte, e allo
spirito nel centro sarà reso facile di imprimere sempre di più alla stessa il
suo impulso spirituale.
10. Se questo è dunque il caso che la vita
animica così accresciuta avrà raggiunto un certo grado, e se, per l’appunto, ho
bisogno di un uomo che deve annunciare agli altri la Mia parola, pura come Io la do, allora utilizzo
una tale anima già preparata a metà, per promuovere attraverso di essa i Miei
scopi.
11. Che poi lo scrivere o l’udire
spirituale è parimenti differente, questo avviene perché anche questo udire
della sua voce interiore non sta sullo stesso gradino della formazione dello
spirito, per il qual motivo l’uno deve essere trattato diversamente che un altro,
per ripetere la Mia parola.
12. Anche spesso Mi scelgo persone che
sono buone di cuore e di buona volontà, e in tutta la restante semplicità
stanno comunque su un gradino morale abbastanza alto, senza che essi stessi lo
sappiano. A questi inconsapevoli mezzi-angeli devo naturalmente guidare la mano
Io stesso, e scrivere con loro in modo meccanico, perché non sono esercitati a
sentire nell’interiore.
13. Così anche il Mio influire è un
piccolo disturbo nella vita dell’organismo, quando, non appena Io agisco sul
cuore o per mezzo del plesso solare sui nervi, allora il cervello viene messo
fuori gioco, poiché, come l’uno o l’altro vuol riflettere su questo influire,
allora l’influsso cessa, e poi nessuno sarà più in grado di dare una risposta
sufficiente. Nel Mio influire e far sentire la Mia voce a colui che la riceve,
allo scrivente è come se parlasse con una seconda persona, che all’inizio
domanda solo allo scrivente, ma poi continua incessantemente a riferire e a
parlare. Tutte le altre idee retrocedono, scompaiono tutte le immagini
fantasiose, l’uomo è solo orecchio e precisamente solo un orecchio spirituale;
infatti, il fragore che colpisce dall’esterno il suo orecchio terreno, non lo
preoccupa. Così egli si concentra per sentire solo la Mia voce, vive una vita
in comunione con Me, e poi ripete, fedele alla lettera, ciò che Io vi volevo
dire, affinché voi procediate nel chiarimento e nel miglioramento.
14. Già nei tempi antichi questo influire
e ascoltare la Mia Voce era dato solo a singoli uomini; infatti, tutti i
profeti del Vecchio Testamento erano solo ascoltatori della Mia Voce nel loro
cuore! Adesso, dal momento che per Me è importante guidare l’umanità il più
presto possibile alla sua meta finale, adesso non ho bisogno di questi uomini
da Me scelti per questo, come allora, per essere anacoreti[37]
e vivere nel deserto; adesso il mondo è diventato spiritualmente del tutto un
deserto, e colui che comincia ad occuparsi di Me e a sentire la Mia Voce, è già
adesso completamente ‘anacoreta’, perché si è ritirato dal mondo esterno, vive
solo nel suo interiore, e lavora alla costruzione del tempio per una vita
migliore.
15. È ancora da menzionare che, come ho
detto prima, anche gli spiriti possono avere un influsso sul cuore di un uomo;
e se poi l’uomo lo vuol mettere su carta, oppure, semmai, se si lascia guidare
senza volontà la mano dagli spiriti, ecc., allora avete davanti a voi tutto il
processo dello ‘spiritismo’, solo che esso è condizionato con la relazione con
gli spiriti, cosicché, se il sistema dei nervi non è troppo saldo, può essere
facilmente allentato, cosa che è piuttosto il caso nel genere femminile che in
quello maschile. Quello che viene fuori da questo domandare e rispondere
spiritistico, lo sapete, e sapete anche voi stessi giudicarlo, dopo che vi ho
già detto alcune cose sull’argomento.
16. Il Mio influire è certo ampiamente
diverso da quello degli spiriti; dagli spiriti sentite ben forse splendidi
insegnamenti, secondo il grado dello spirito stesso; da Me invece sentite del divino, delle verità inconfutabili. Le comunicazioni degli spiriti –
mettetevi una volta alla prova – non vi ecciteranno nel leggerle due o tre
volte. – Detto in breve, presto vi annoieranno; mentre le Mie parole
stabiliscono come una propria essenza, come un fiore che mai appassisce ed è
ben profumato, cosicché voi, per quante volte lo mettete da parte, lo
prenderete comunque continuamente, per deliziarvi un’altra volta del suo
profumo! Questa è la pietra di paragone tra le comunicazioni di finiti spiriti
creati, e quelle dell’infinito Creatore, Padre vostro.
17. Alcuni di voi invidiano i Miei
scrivani, e da una parte hanno ragione quando lo fanno, d’altra parte invece
no, poiché il Mio scrivano deve sottoporsi perseverante ad alcune cose, ed
essere animato dall’amore per Me e per il suo prossimo, in cui proprio
all’aspirante per tale grazia, potrebbe mancare fortemente in queste
caratteristiche, nel caso lo avessi scelto per Mio scrivano. Perciò lasciate da
parte questo; pensate che solo Io so meglio di tutti a cosa serve ciascuno, e
se attiro qualcuno a Me attraverso la scrittura, allora siate sicuri: gli
ascoltatori (e fautori) dello scritto, Mi stanno altrettanto vicini come lo
scrivano, oppure come l’oratore, ecc.
18. Accogliete soltanto il cibo celeste
come ve lo do Io; vivete di conseguenza e lasciate ad ognuno la sua chiamata
posta a lui da Me; un giorno tutti voi potrete quietare al Mio petto paterno il
grande impulso dell’unificazione con Me; nessuno sarà privilegiato, perché voi
siete tutti figli Miei! Questa parola del Padre vostro vi basti (su questa
faccenda), e con essa, la Mia benedizione! – Amen!
[indice]
۞
Sul rapporto spirituale di un ‘medium
del Padre’[38]
Trieste, 26 novembre 1870
(una parola per J.G.R.)
1. Mio caro figlio, perché ti tormenti con desideri che
non portano a niente? Tu vuoi avere la ‘Mia parola’. – Ma Io ti domando: “Non l’hai in te? Non senti giornalmente la Mia
voce come ti guida, ti consiglia o sconsiglia nelle faccende professionali, e
ti fa gustare spiritualmente ciò che ti è destinato permanentemente come un
guadagno, solo nell’altro mondo?”
2. Vedi, Mio caro figlio, per avere la Mia
parola com’è data in parte fino adesso solo a pochi, per questo, proprio non ci
vuole un gradino morale superiore come quello degli altri non dotati di questa
grazia; no, figlio Mio. Io do questo dono solo a colui che considero più capace
di poter operare per i Miei scopi, poiché vedi, anche questo scrivano che ti
manda queste righe ha già scritto parole per tutti i possibili fratelli e
sorelle, ed ha ricevuto da Me le necessarie risposte; soltanto che lui non ha
ancora mai chiesto qualcosa per sé, né ha avuto bisogno di qualcosa da Me. Egli
svolge senza volontà il suo servizio che gli ho affidato, e perciò è solo un
mediatore tra Me e i figli Miei.
3. Tu invece hai idee del tutto diverse di
questi influssi della Mia parola nell’anima umana. Allora t’immagini di sentire
chiaramente in te la Mia voce, di poter parlare e conversare con Me come con un
amico molto amato; tu credi di avere in te questa voce, di vivere solo per Me,
e mettere tutto il resto in fondo! – Ma non è così!
4. Per primo, quando scelgo uno scrivano,
lo faccio perché ho bisogno di un organo che sia in grado, e che mondanamente
abbia anche il tempo necessario per potersi dedicare completamente al Mio
servizio. Per secondo, non scelgo lo scrivano a motivo di lui, bensì a motivo
degli altri. Se anche tu sentissi in te così, percettibilmente, la Mia voce
come il Mio scrivano, Io ti domando solamente: “Che cosa vuoi che Io ti detti? E per chi?”. – Quando sei solo e
lasci libero corso ai tuoi pensieri, quando ti avvicini a Me nella preghiera,
oppure quando ti dedichi alla lettura della Mia parola, chi ti prepara queste
ore beate? Certamente nessuno al di fuori di Me! Ora Io domando, quando nel tuo
interiore percepisci la Mia voce che per esempio dice: ‘Vedi, Mio caro figlio, quante gioie ti può concedere un’ora solitaria,
sia nelle passeggiate nella libera natura, sia tra le quattro mura, se soltanto
la sai utilizzare, continua così, bada sempre di ritirarti dal mondo e dalle
sue gioie ingannevoli, e rientra nel tuo cuore, dove arde una santa fiamma che
splende solo per Me, e viene anche nutrita solo da Me; continua a camminare su
questa via, e sentirai sempre di più nel tuo cuore la Mia voce per la tua
consolazione e per la tua tranquillità. È essa che ti ha guidato con diversi
mezzi e su vie differenti; presta ascolto solo a questa voce, è la voce del
Padre tuo! Amen!’.
5. Se tu senti così nel cuore e percepisci
questa voce, perché non prendi la matita e scrivi ciò che ti dico nello stesso?
Vedi, figlio Mio, tu non lo fai! Tu ascolti, siedi pensieroso sulla tua
poltrona, immerso nei tuoi sentimenti, nei pensieri rivolti a Me, ma non
scrivi. – E perché non scrivi questi pensieri – come vorresti magari chiamarli?
Perché non li metti giù per iscritto? – Perché sai ben troppo bene che non sono
per nessun altro che solo per te stesso! Perciò aspetta, come ti ho già detto
una volta, finché la tua compagnia sarà un po’ cresciuta, quando sarà diventata
necessaria una Mia diretta conduzione; allora saprai anche tu perché hai la
parola, cioè non per te, bensì solo per il meglio degli altri. Quindi l’amore
per il prossimo ti animerà di più che l’amor proprio. Ora vorresti la Mia
parola solo per te, perché non conosci la portata di questo dono. Allora Mi
supplicherai come tutti i Miei scrivani per un Pane di Vita, ma non per saziare
te, ma per ristorare altri affamati nel santo servizio. Vedi, figlio Mio,
allora la Mia parola avrà un doppio valore, e solo allora il suo vero scopo, e
per te sarà poi una grazia, e per i tuoi fratelli e sorelle un beneficio. E se
poi ti domanderò: “Cosa preferisci: un
riconoscimento per te, o servire per gli altri come strumento per guidare a Me
i figli smarriti?”. E certamente preferirai l’ultimo al primo. Perciò
aspetta. Quando avrò bisogno di te, ti concederò questa facoltà che adesso non
porterebbe nessuna utilità e vantaggio che allora, quando Io ti metterò in un
posto e ti esclamerò: “Adesso, figlio
Mio, è venuta anche per te l’ora! Alzati e lavora nella Mia vigna per il bene
dell’umanità!”. – Amen!
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L’essenza della Parola di Dio
Triste,
6 marzo 1871
1. Ascoltate: nelle Mie parole ci sono cose che, prese
letteralmente e spiritualmente, sono vere, ma anche molte cose che sono tenute
insieme agli avvenimenti successivi e sembrano letteralmente false, e che
comunque possono e diventeranno spiritualmente vere. Dipende solo come
s’intende leggerle. Se le si prendono solo ‘ad letteram’ come dicono i latini,
allora Mi si fa un gran torto, perché ciò che Io dico come Spirito non deve mai
essere compreso in modo diverso che spiritualmente; ogni altra interpretazione
conduce su vie errate. Ebbene, vedete, nelle Mie parole stanno certe allusioni
che ‘di fatto’ non si sono avverate, altrettanto poco come le profezie di
Giovanni sull’ultimo Giudizio che effettivamente non si sono avverate. Anche lì
stanno scritte delle cose che accadranno e sono già accadute, e voi con il
normale intelletto umano e con l’occhio umano non ve ne siete accorti; come
forse gli avvenimenti si sviluppano così naturalmente da uno all’altro che non
c’è da scoprire nessuna traccia di miracoli oppure di un visibile intervento
del Mio Cielo e dei Miei angeli, e nonostante ciò vi devo dire che voi vi
trovate già fortemente in questo processo di purificazione che il Mio Giovanni
vi ha preannunciato più di mille anni fa, ma ci vuole un occhio spirituale e un
orecchio spirituale per percepire il
colpo di un grande giudizio del mondo, cose che vi mancano principalmente,
ma sono anche non così facili da ottenere.
2. Quanti ‘teologi’ e ‘teosofi’, come si
fanno chiamare, si affaticano per decifrare queste profezie del Mio discepolo,
e non ci riescono! E queste – pensate – sono solo profezie del Mio Giovanni,
visioni che egli ha visto; ebbene, come volete comprendere allora le Mie
profezie, profezie del Maestro, se vi sono incomprensibili quelle dell’allievo?
Voi ancora non comprendete nemmeno per idea cosa c’è nelle Mie parole, solo qui
e là s’insinua in uno o nell’altro il presentimento che sotto c’è ancora molto
di più grande, di quanto credete di aver compreso con la lettura o avete
sentito leggere.
3. Sì, figli Miei, nelle Mie parole si
trova celata l’infinità, poiché Io, il Donatore delle stesse, sono appunto
anche infinito. In esse si trova dello spirituale e del celestiale, poiché Io
sono uno Spirito, e il Mio vero e proprio mondo è il Cielo di tutti i Cieli,
dove si parla un linguaggio che è degno del Costruttore dei Cieli e dei suoi
abitanti! Voi non sapete quanto siete lontani dalla comprensione di questo
contenuto spirituale e celestiale delle Mie parole, nondimeno vi devo dire che
anche voi, in ciò, dovete riflettere che tutte queste parole che avete ricevuto
finora, non sono solo per voi, non sono per l’attuale generazione vivente, non
sono scritte per tali principianti di corte vedute nella Mia dottrina d’amore,
no, bensì per altri lontani periodi di tempo, dove voi già da lungo tempo,
provveduti con una veste spirituale e con altri organi visivi, uditivi e
tattili, comincerete solo allora a comprendere Colui che un giorno ha versato
tanta Luce nei vostri occhi diventati ciechi! Ora per lo più presentite il
senso delle Mie parole in modo terreno, ovvero materiale, ma un giorno le
comprenderete in modo animico e su gradini superiori e spirituali. Ovunque vi
verrà annunciato un altro senso, e nonostante ciò le parole rimarranno le
stesse! Perciò confidate in Me, cari
figli, e vedrete, e giornalmente verrete a sapere che, anche se ‘l’apparenza
inganna’, nondimeno la verità si mostrerà al tempo giusto! – Amen!
[indice]
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Sull’essenza dell’Amore del Signore
per noi
(la parabola della stufa)
ovvero
“Tutto è dato per tutti”
Trieste,
10 maggio 1871
(inizialmente
per L. Pfaff G.)
1. Mio caro figlio, trascorsero alcune ore da quando ti
inviai le Mie ultime parole che, su richiesta di tua moglie, Io le avevo
rivolto a causa del significato della pioggia[39],
e già si muove in te malumore e orgoglio offeso per il fatto che non le ho
rivolte direttamente a te, come alla tua compagna. Questo malumore è durato
finché il giorno successivo hai preso la penna ed hai potuto lamentarti presso
tuo fratello e Mio scrivano. Adesso che il tuo sangue si è calmato, e
all’agitazione ne è seguita una fresca riflessione, ti voglio chiedere: “Dunque, hai trovato così poco nelle Mie
parole e nel significato della pioggia, oppure non riconosci le bestioline o
piccoli errori che Io vorrei levar via dal tuo cuore attraverso la Mia pioggia
di grazie?”. Vedi, figlio Mio, la pioggia di grazia scorreva giù su di voi,
provocata – come ho appena detto – dalla domanda di tua moglie; tuttavia, se
non ho rivolto la parola personalmente a te, allora questa parola vale tanto
bene per te che per tutti, come per la tua compagna di vita. – Hai già letto e
copiato molte parole e dettati che non erano rivolti direttamente a te, e
comunque contenevano molto per te. E perché adesso questa suscettibilità,
questo cruccio infantile?
2. Vedete, figli Miei, con la Mia grazia
che vi ho fatto giungere specificamente, siete diventati un po’ viziati; dovete
giudicarMi però diversamente! Riflettete:
Io sono Dio, l’Altissimo Signore e Creatore di tutto l’Universo, e non Mi
posso immischiare in singole preferenze, dove presto, l’uno o l’altro si crede
onorato. Il Mio Amore per voi, per te, figlio Mio, e per te, figlia Mia, è
altrettanto grande come per l’ultimo essere smarrito. Voi tutti siete Mie
creature. Io devo amarvi tutti allo stesso modo, e non posso preferire l’uno o
l’altro secondo il mondano vostro modo di vedere. Se voi e molte migliaia di
altri date ascolto ai Miei insegnamenti e ammonimenti, se seguite la voce del
vostro buon Pastore fate a voi stessi solo il meglio. A Me rimane la gioia
paterna di aver guadagnato un figlio per il Mio Regno, ma la beatitudine dei
Cieli che Io godo da eternità, verrà data come ricompensa a colui che segue la
Mia voce, e in seguito questa beatitudine lo renderà capace di intonarsi nel
coro di tutti i Miei grandi esseri spirituali.
3. Perciò vi rimando alla parola che un
giorno espressi: «Nei Cieli c’è più gioia
per un peccatore pentito che per 99 giusti che non hanno bisogno della Mia
grazia!». Il Mio Amore per voi, per
tutte le Mie creature, è un Amore generale e costante; non può essere né più né
meno. C’è solo la differenza che l’uomo o lo spirito, quanto più sente, tanto
più si dona a Me, tanto più si avvicina a Me! Voglio darvi un esempio pratico
tratto dalla vostra stessa vita domestica, per rendervi la Mia parola più
chiara, più comprensibile. Ebbene, cosi ascoltate:
4. In inverno, quando la coltre di ghiaccio ricopre i
vostri fiumi e laghi, e la neve i vostri campi e prati, quando il calore in
parte sfugge dall’atmosfera, e del Sole solo la luce illumina i vostri giorni,
allora accendete il fuoco nelle vostre stufe, per sostituire artificialmente
ciò che vi nega la natura in questa stagione. Ebbene vedete, voi sfuggite la
vita esteriore, la vita all’aperto, e vi ritirate nelle vostre stanze, ovvero
nella vita interiore, per avere là una sostituzione per il mondo esterno
rattristato. Vedete, la vostra stufa irradia il calore uniformemente verso
tutte le parti, essa è il ‘benefattore’ per tutti coloro che in questa stanza
cercano protezione dal gelo, essa riscalda i mezzo congelati così bene, come i
meno congelati, essa è il generale distributore di calore senza differenza. Che
ora sente più calore colui che si avvicina di più, rispetto a colui che sta più
lontano, e se quest’ultimo forse si lamenta del freddo, non è colpa della
stufa. Egli sta lì, sempre uguale, soffrendo nonostante tutti i raggi del
calore. Avvicinatevi di più alla stessa, e il calore manifesterà il suo
influsso ancora di più sui vostri corpi, subentrerà il piacevole stato d’animo,
dove colui che è stato respinto dal freddo mondo esterno, sente nel suo
interiore il vero calore della vita, e poi leverà il suo sguardo a Me, perché
gli ho fatto sentire così bene proprio il freddo mondo esterno e la vita
interiore dello spirito. Ecco, Miei cari figli, Io sono la Stufa che riscalda tutti allo stesso modo, che abbraccio tutti
ugualmente con i Raggi del Mio Amore; non pretendete un Dio extra per ognuno, a
questo Dio non è possibile, questo Dio che mantiene una Creazione come vi è
visibile, deve già essere così alto e sublime, e deve stare su un punto di
vista dove abbraccia con lo sguardo tutto con la stessa forza, e può essere
abbracciato con uguale forza dell’Amore! Perciò, figlio Mio, non ti agitare
quando una volta a te, una volta alla tua compagna, alla Mia cara figlia,
giunge una parola dai Miei Cieli, oppure quando giungono nelle tue mani altri
dettati che non menzionano di te.
5. Tutto è dato per tutti; le parole che
faccio scrivere direttamente a voi in tante lettere, sono altrettanto poco solo
per voi, come le altre che non sono rivolte a voi. La storia delle sofferenza
di tua moglie, il suo avvicinarsi a Me a poco a poco, le sue lotte, il suo
sviluppo spirituale per quello che è adesso, non è per voi, oppure è stato
ordinato solo per lei, no! Lei è stata destinata a diventare con le sue sofferenze
e lotte un esempio per molti, per dimostrare ciò che può fare il potere
dell’amore, se vuole seriamente! Sta tranquilla, figlia Mia, sotto i dolori hai
dovuto partorire il tuo figlio spirituale, succedendoti come a ogni madre; al
primo celestiale sorriso del neonato, tutti i dolori sono dimenticati,
sostituiti e compensati, cosa che sente proprio solo la madre, perché ha dovuto
partorire con dolori, quello che è menzionato nella tua lettera di oggi –
Genesi 3,16-19[40]
– che là apparentemente è espressa come maledizione, è diventata solo una
benedizione di incommensurabile portata.
6. Anche là il versetto 19, che tu, figlia
Mia, credevi destinato a tuo marito, non è inteso così come vi sta scritto.
Vedi, senza lotta, senza sforzo, la vita non avrebbe nessuno stimolo, e se a
quel tempo Io dissi: «…e con il sudore della tua fronte, mangerai il pane»,
allora questa espressione, altrettanto, non era una maledizione, essa era la
benedizione, la pioggia di grazie che proprio dopo questa caduta, gocciola giù incessante
sull’intera umanità, anzi su tutto il Creato, e quale pioggia è fruttifera, ma
i cui frutti possono e devono essere ottenuti solo con sacrifici.
7. Adamo ed Eva furono creati a immagine
Mia, quindi un giorno dovevano diventare simili a Me, ‘figli Miei’, e per
raggiungere questo ci vuole lotta, ci vuole rinnegamento di tutto il mondano,
preferendo lo spirituale a tutto il resto. Ciò che allora il serpente credeva
di aver fatto di male, si deve trasformare in bene; i rovesci d’acqua
disastrosi si devono trasformare in benedizione, per ristabilire così di nuovo,
quell’unione, che proprio il serpente in quel tempo volle impedire, e vuole
impedirlo anche adesso.
8. “Vegliate
e pregate, affinché non cadiate in tentazione!”, così vi ho esclamato poco
fa, e adesso lo ripeto: “Vegliate, anzi, sorvegliate il vostro interiore! Nel
vostro cuore vi sono ancora nascoste delle piccole bestiole (caratteristiche
umane) che vogliono nascondersi dalla pioggia di grazie, e si mostrano solo
allora, quando credono che sarebbe per loro un’occasione propizia. Vegliate!
Sorvegliate tali piccole passioni, e pregate affinché Io, vostro Dio, Creatore
e Padre, non vi lasci andare a fondo a causa di piccolezze, dal momento che vi
ho protetto da grandi pericoli, e vi ho sempre mantenuto sulla via che conduce
solo nei Miei Cieli e nella Mia vicinanza! Per rafforzamento, la Mia
benedizione a voi due, e non dimenticate mai che il Padre vostro è anche Dio! –
Amen!
[indice]
۞
La Parola
ovvero
‘Solo nel più piccolo dimora il più grande’
Trieste,
3 luglio 1871
(da una
lettera al fratello J. Busch, da Dresda): «… Dopo che nulla accade nel mondo materiale e spirituale che non abbia il
suo scopo, allora anche questo stimolo del vostro animo sarà volutamente
permesso, in parte per allontanare i vostri stessi dubbi, ma in parte però per
via dei miei fratelli e delle mie sorelle, e forse anche in seguito, per
lasciare all’umanità ricettiva, come testimonianza permanente, come devono
essere comprese le condizioni del tempo, la Rivelazione di Giovanni e
l’effusione dello Spirito Santo avute da parte del Signore, e così forse voi
sarete stati lo strumento per benefici spirituali a molti, la cui portata non
possiamo misurare né io né voi! Perciò, lodato e glorificato sia Colui che
spesso con mezzi così semplici può operare cose così grandi!»
1. Sì, Mio caro scrivano, e anche tu, Mio caro figlio,
così è nella Mia amministrazione: compiere
con minimi mezzi la cosa più grande. È questo il più alto gradino dello
spirito!
2. Guardate solo l’operare degli uomini,
le loro invenzioni, le loro macchine, il loro modo di guarire, e scorgerete
ovunque che, proprio perché non vogliono confidare in Me, ma nelle loro stesse
forze, devono fare tanti giri per trovare ciò che in un rinato nel Mio Spirito
si scorge al primo sguardo, che comprende il ‘perché’ e ‘per che cosa’, e nello
spirito, vede formato davanti a sé al momento, mezzi e scopo. Perciò
adoperatevi anche voi di giungere al chiarimento il più presto possibile,
affinché anche voi impariate a comprendere e a riconoscere il mondo, gli
avvenimenti e il vostro stesso cuore.
3. Nulla è più facile che operare miracoli
davanti a una moltitudine spiritualmente limitata, ci vuole solo l’illimitata
fiducia in Me, e anche il ben saggio impiego di un tale aiuto solo in caso di
bisogno, e non per curiosità o per scherzo, poiché allora ogni esperimento
mancherà d’effetto. Tuo fratello (J.B.) soffre in ogni caso di un ‘vizio del
cuore’, soffre di scetticismo, cerca sempre nel nuovo ciò che nel più vecchio è
già stato detto e spiegato migliaia di volte. Egli condivide questo errore con
molti dei tuoi ascoltatori, perciò Io ho lasciato esprimere per iscritto il suo
desiderio rivolto a te; era il suo, ma è assopito anche in parecchi cuori, e
così ho soddisfatto lui e voi e ancora molti altri che in seguito cercheranno
il Mio pane. Quindi una domanda innocente di un singolo è diventata una colonna
commemorativa per l’eternità!
4. Oh, Miei cari figli! voi non sapete e
non comprendete che cosa c’è veramente celato nel più piccolo. Vedete, gli
astronomi Mi cercano nel vasto, incommensurabile spazio, solo in una piccola
distanza oltre la loro facoltà di comprensione, e non hanno nessuna cifra per
esprimerla e potersela immaginare. Si fermano stupiti, confusi; ed anche quando
vengono sopraffatti da una eternità con i suoi mondi mai misurati, non Mi
cercano comunque, non cercano Colui che sarebbe per loro comprensibile prima
nel più piccolo, invece che nel Grande. I chimici che vogliono sezionare
l’etere, l’aria e tutto ciò che per loro è visibile e toccabile, tutti loro
cercano nel grande, Colui che è comprensibile solo nel più piccolo atomo, nella
più piccola forza.
5. Il geologo scava in fra ossa fossili e
altre specie di pietre; egli vuol calcolare l’età della sua dimora, la Terra,
le sue rivoluzioni e le sue epoche evolutive. – Povero beccamorto! Tu chiedi ai
morti per i viventi. I loro resti ben ti dicono: “Una volta ‘eravamo’, ma ‘il quando’ lo devi solo indovinare!”,
perché nessuna voce da lì gli comunicherà il quando Io edificai nella Mia
Sapienza le Creazioni, e di nuovo le distrussi, per fare alla fine, della
vostra dimora, la Terra, ciò che adesso potrebbe essere, se anche voi uomini
foste come Io vi ho creato: un paradiso per i Miei figli giubilanti incontro a
Me! Solamente, ‘ciò che non è, può ancora
avvenire!’, così dice uno dei vostri proverbi. Ed Io aggiungo, che proprio
adesso sto facendo di questo globo terrestre ciò per cui l’ho veramente creato.
Il lavoro è in pieno corso, soltanto che opero di nuovo alla Mia maniera, dal
piccolo al grande. E così anche voi vedrete come da parole – spesso per voi
solo parole gettate lì – si svilupperanno i più grandi eventi, come un giorno
dalla Mia parola: ‘Sia fatto!’, e un
po’ alla volta è sorta un’intera Creazione nell’ordine più giusto.
6. ‘La Parola’ è un Mio dono per l’intero
mondo degli spiriti e anche per l’umanità. È ‘la Parola’ che risveglia ciò che
agita gli spiriti, a spingerli a gradini superiori. La Parola è il motivo del discorso,
il discorso è il motivo dell’agire, e l’agire è il motivo dei progressi
spirituali! Un giorno risuonò questa piccola Parola: ‘Sia fatto!’, e continua a farsi sentire. Da eoni in eoni penetra
il suo suono stimolando e risvegliando, poiché non è materia, bensì spirito.
Dovranno e devono per vero presentarsi degli abusi anche con quest’arma
spirituale, con la Parola spirituale, come lo vedete anche oggigiorno, poiché
l’uomo è libero di rivolgersi verso l’alto o verso il basso; nondimeno anche
qui il risultato finale è di nuovo al servizio dei Miei scopi.
7. Vedete, figli Miei, voi siete quasi
ancor meno che creature microscopiche nella Mia Creazione, in confronto a
quegli uomini che esistono lì con corpi giganteschi, uomini che supererebbero
tutti la vostra immaginazione; e tuttavia, invece di questi enormi uomini, ho
scelto voi per figli, Io stesso son venuto sulla vostra Terra, più piccola di
un granello di sabbia, e in questa vi ho di nuovo mostrato che nel più piccolo,
Io sono il più grande! Avendo questi uomini giganteschi, spiritualmente, ancora
una lunga via per riconoscere Me come Colui che sono veramente, così voi – con
i corpicini microscopici – avete uno spirito nello stesso, al quale perfino
l’infinità è spesso troppo piccola. E come la piccola ‘Parola’ è la portatrice
di tutto lo spirituale, così anche voi, piccoli esseri, siete destinati nella
Mia grande Creazione a diventare i portatori della Mia dottrina d’amore in
tutti gli spazi; e allora si giustifica di nuovo che solo nel più piccolo dimora
il più grande, come in un granello giace nascosto un eterno bosco di alberi che
non scomparirà finché esiste la Terra sulla quale quel seme può continuare il
suo processo vegetativo.
8. E così la Parola è l’eterna Semenza di
un mondo degli spiriti mai terminante, è un progresso mai cessante. Perciò
confidate anche nella Mia parola, essa è la Fonte primordiale di ogni Amore, di
ogni benedizione che scorre dalla stessa su di voi. Leggetela spesso e molte
volte, immergetevi in una singola Parola! In ogni Parola espressa da Me si
trova una eternità. L’infinità che voi non potete afferrare nello spazio e
nelle distanze, sta chiara dinanzi a voi nella più piccola Parola.
9. Come ‘la Parola’ partorisce eternamente
del nuovo, eternamente nuovi pensieri, nuove idee, nuove azioni e guida a
costante progresso e, con ciò, conferma la sua infinità, ugualmente vedete
create dalle due forze primordiali ‘magnetismo’ ed ‘elettricità’, attrazione e
repulsione, un infinito mondo di soli, pianeti e comete, ai quali un giorno
esclamai il ‘Sia fatto!’. Laddove i vostri sguardi non possono più afferrare
nessun raggio di luce con nessun telescopio, là in quegli spazi operano queste
due forze che, entrambe quali piccole Leggi, continuamente creano paradisi ed
eden per le Mie creature, là soffia ancora lo stesso soffio dell’Amore tutto
abbracciante, il quale pervade anche il vostro petto nei momenti beati.
10. Anche là Io sono il Padre, sebbene non
così conosciuto come da voi, ma sempre Lo stesso che anche là guida tutti gli
esseri e le creature, li guida ad un mondo degli spiriti molto al di sopra
della materia, li guida incontro all’eterna beatitudine e delizia, e dove di
nuovo, nell’aspetto di una singola Parola, il Mio Io, la Mia Creazione e la
meta tracciata per tutti gli esseri creati, risplende nel più alto raggio di
luce, e questa Parola che non scomparirà mai eternamente, è la Parola sempre
operante nello stesso modo, che dalla culla fino alla tomba, e oltre, non vi
abbandonerà mai in eterno. Questa Parola é: ‘l’Amore!’, – l’Amore del Padre
vostro, il Quale solo in questo Amore può essere percepito come Padre, quando i
Suoi figli afferrano e comprendono del tutto questa Parola! – Amen!
[indice]
۞
“PADRE”
ovvero
della Trinità tra Padre, madre e figlio – Dio, natura e
uomo
Trieste,
17 novembre 1871
1. In queste parole, Mio caro figlio, trovi tutte le
beatitudini che un cuore umano possa godere o solo presentire; in questa parola
potrai approfondire e immedesimarti completamente nella stessa. Ebbene, poiché
stai alla soglia del Cielo spirituale, perché hai cominciato a comprendere il
profondo senso spirituale anche se solo in una delle Mie parole, e precisamente
quella più importante e tutto abbracciante, allora ti voglio aprire ancora
ulteriormente le porte del Cielo, affinché tu – sebbene ancora nella veste
terrena – per lo meno possa vedere da lontano e presagire spiritualmente ciò
che vuoi dire con la parola ‘Padre’, e perché afferra così potentemente colui
che si dona completamente al senso interiore di questa parola sunnominata.
2. Vedi, figlio Mio, per spiegarti la
parola ‘Padre’ e precisamente sotto l’aspetto umano a cui solo dopo deve
seguire la comprensione spirituale, allora devo prenderla da lontano, e così
ascolta dunque:
3. Voi chiamate ‘padre’ quell’uomo che per
la creazione o la procreazione di un essere vivente ha dato il primo impulso;
infatti, la vera e propria partoriente del generato è la madre. Ebbene, poiché
tra questi due – il generatore e la partoriente – il generato sta nel mezzo
come prodotto dei due, allora è anche naturale che nell’intero mondo animato
con anime, come perfino nel regno animale, esistono ‘rapporti animici’ tra
queste tre specie di membri di una famiglia. Nel regno animale l’incombenza del
padre è molto limitata, e il sostentamento, l’alimentazione e la personale
protezione dei piccoli, fin dalla nascita è quasi sempre trasferita alla madre.
In questa Io ho posto il tenero sentimento dell’amore materno, che negli
animali – a vergogna dell’attuale umanità – è molto maggiore, più forte e più
piena di abnegazione di quello che si mostra negli uomini dotati di ragione.
Negli uomini c’è lo stesso rapporto: all’inizio la prima diretta preoccupazione per la conservazione
del neonato è lasciata alla madre, perciò nei bambini minori è anche
predominante l’amore e la propensione per la madre che si basa su principi
fondamentali animici del tutto differenti dall’amore per il generatore, per il
padre. Infatti, il neonato dapprima è veramente solo carne e sangue della
madre, e perciò è anche con lei unito animicamente in maniera molto stretta,
mentre il padre condivide con il neonato la parentela animica spirituale
attraverso il legame con la madre. Ora emerge la domanda:
4. Come deve essere veramente fatto
l’amore per la madre, come l’amore per il padre da parte del bambino, ovvero:
quale grado d’amore merita ognuno dei due, affinché appaia giusto dinnanzi ai
Miei occhi?
5. Vedi, figlio Mio, qui arriviamo in un
campo dove si potrebbe dire molto, poiché secondo i concetti umani la madre fin
dall’inizio merita più amore per gratitudine che il padre, perché è lei che
deve lottare con le sofferenze, con i casi di malattie, anzi deve lottare
perfino con la morte, finché l’essere generato veda la luce del mondo, per non
parlare delle altre preoccupazioni e ansie che sorgono dalla culla fino all’età
più matura della giovinezza.
6. Se ora rifletti tutto questo a sangue
freddo, potrebbe ben sorgere in te il pensiero: “Se dunque l’amore che un figlio deve sentire verso sua madre, fondato
su molti benefici e sacrifici, ed è giusto dinanzi a Te, perché, o Signore, non
ci hai comandato di amarTi come una madre? Poiché anche Tu ci hai fatto nascere
su questa Terra, anche Tu provvedi per noi dal momento del concepimento fino
alla tomba; Tu ci accompagni, guidi i nostri passi, sei indulgente come una
madre, mentre il padre mondano terreno punisce spesso con rigore i nostri
errori. Tu perdoni, dove egli vorrebbe punire! Perché, nonostante ciò, l’amore
per Te come Padre è comunque più forte che l’amore eseguibile nel massimo grado
per la madre corporea?”
7. Vedi, figlio Mio, ora siamo arrivati al
punto in cui posso spiegarti l’Amore paterno, ovvero l’amore per il Padre e
l’amore del Padre. Vedi, da voi sulla Terra il padre ama i suoi figli perché il
vincolo animico lo lega con la madre, e così anche con il figlio stesso. Da voi
sulla Terra il padre sente un obbligo verso l’essere da lui generato, egli
sente che il fanciullo è anche una sua propaggine, solo che lui non può ancora
far comprendere al figlioletto i suoi sentimenti, finché questi non è cresciuto
e non ha imparato a comprendere anche questo amore, le sue amorevoli parole
ammonitrici e le sue preoccupazioni e sforzi, come egli si affatica attraverso
il lavoro per preparare, al generato da lui, una sorte il più piacevole
possibile. Solo quando il figlio impara a comprendere il padre, quando può
capire che anche le punizioni provenienti dalla mano paterna vengono dettate
solo dall’amore, solo allora il figlio vede nel suo genitore il suo primo e
unico vero amico che gli vuol facilitare il più possibile la sua vita e
liberarlo da molti dispiaceri che il padre ha dovuto spesso pagare con grandi
sacrifici e sofferenze.
8. Questo amore del padre è quindi, confrontato con
quella della madre, veramente l’amore per elevare spiritualmente un’anima,
mentre la madre fin dall’inizio ha più a che fare con la formazione del giovane
corpo, e per questo impiega tutto per consegnare più tardi al padre un’anima
incorrotta in un corpo sano.
9. Che la madre provveda anche per lo
spirituale del fanciullo che cresce, è ben vero. Lei è la preparatrice, lei mette
la prima pietra sulla quale poi il padre può edificare il suo edificio
spirituale d’insegnamento e di educazione; ma appena si avvicina la vita più
seria, allora la madre deve arretrare, e solo nelle figlie la sua influenza
resta ancora durevole, perché un animo femminile è più facilmente compreso da
un altro animo femminile, e le esperienze della madre possono servire anche
alla figlia, cosa che nel figlio come rampollo maschile non è più il caso.
10. Ebbene, ciò che qui ti ho spiegato dei rapporti umani,
della trinità tra padre, madre e figlio, vale anche nello spirituale. Vedi,
tutto il materiale è la partoriente, cioè il Mio intero mondo creato (come la
natura) è madre e figlio, ed Io sono il Padre; iniziando dal primo impulso
della Mia volontà, fino all’ultimo gradino materiale, operano le Mie Leggi
poste nella natura, come la madre per il poppante.
11. I mondi, le loro disposizioni e le
loro condizioni generano i Miei prodotti spirituali, cominciando dall’embrione
fino alla formazione spirituale. Dove però lo spirito comincia a divenire
libero, dove comincia a comprendere come e perché esso esiste, come e perché
viene da Me guidato così e non diversamente, come e perché il Mio mondo fu
creato con le sue incommensurabili profondità, meraviglie e bellezze, solo
allora comincia il suo sospettato presentimento a muoversi, solo allora
comincia a comprenderMi e a capire che molto oltre la materia esiste un Regno
spirituale, e molto oltre questo, il Conservatore di tutto, come Padre
affettuoso e provvidente che non dimentica nulla nel Suo Universo, ma abbraccia
tutto con lo stesso Amore, perché in tutto fu posto da Lui una scintilla
divina.
12. Là comincia un Amore paterno, dove la
natura provvedendo per tutto il mondano con la sua sollecitudine e l’istinto,
deve ampiamente arretrare; là comincia la comprensione, come nel giovane che
comprende l’amore del padre e può afferrare perché il padre lo consiglia così e
non diversamente, perché deve drizzare i suoi passi!
13. Come l’uomo naturale, il cui spirito
non ancora svegliato è assopito nella sua anima, trova le Mie vie e conduzioni
spesso del tutto incomprensibili e inspiegabili, cosa che comunque al rinato
spiritualmente, al chiaramente vedente, è una inesauribile fonte del più
sentito ringraziamento, allora anche per un poppante tutte le preoccupazioni
della madre fin dall’inizio della sua vita sarebbero pure meraviglie, se le
potesse solo presentire o comprendere, e i consigli del padre non gli sarebbero
più scritti in stile geroglifico, perché appunto la capacità di accoglimento
non è ancora sviluppata per questo; invece ciò che per il figlio infante è un
mistero, è al giovinetto o alla fanciulla cresciuta una verità chiaramente
splendente. Così è anche con la Mia educazione spirituale con voi, figli Miei. Quanta
fatica Mi costa, finché l’uno o l’altro comincia a comprendere ciò che Io gli
ho sussurrato migliaia di volte nell’orecchio, finché alla fine sorge una luce
crepuscolare, che ciò che faccio, sebbene per voi sempre ancora inspiegabile,
ma per Me è sempre stato chiarissimo, ha per scopo finale solo il miglioramento
e la nobilitazione, in altre parole, il suo bene spirituale!
14. Anche tu, figlio Mio, dopo tanta
resistenza verso la Mia conduzione, dopo molte sofferenze, sei finalmente
arrivato là dove ora ammetterai che un Padre come sono Io – che come Tale vuole
essere riconosciuto da voi tutti, al Quale in confronto al Suo stesso Spirito
l’infinita Creazione è pari ad un niente di niente, che un tale Padre deve
tuttavia anche avere un modo di amare che non può essere afferrabile, non
comprensibile, ma che comunque un tale Amore divino opera solo per il meglio
dei Suoi creati, e che questo Amore paterno può solo amare, e mai punire!
15. Adesso senti tutta la deliziosa forza
che si trova nell’esclamazione: “O Padre,
non mi abbandonare! Non abbandonare me, la creaturina infante nella polvere
della Terra che Tu hai colmato con tante Grazie!”. Ebbene, con una tale
esclamazione, nell’impulso del tuo cuore, oppure nella somma beatitudine del
tuo amore di delizia, comprendi che, elevato molto al di sopra di tutti i
sentimenti umani, lassù dietro quella grande volta celeste, dimora un Padre con
un Amore nel petto che nessun uomo, nemmeno uno spirito e nessun angelo può
afferrare, ed ora, in considerazione di un tale Amore paterno, vorresti
esclamare anche tu: “Che cosa sono io, o
Signore, che ti ricordi di me?”.
16. Ed Io ti rispondo: “Tu sei figlio Mio! Tu sei una di quelle
creature che nel più interiore porta una Scintilla proprio di questo Amore
divino che tu glorifichi così altamente in Me, tu sei uno di quegli esseri a
causa dei quali ho portato un giorno sulla Terra così grandi sacrifici; e tu
sei un essere che, per guadagnarlo per i Miei Cieli, non ho temuto nessuna
fatica, affinché un giorno Io riottenga indietro tutte le Mie Scintille divine
inviate fuori, potenziate e pure, come le ho date un tempo! – Questo Amore,
questa beatitudine che senti adesso nello scrivere o nel leggere il Mio nome di
‘Padre’, questo amore è una dimostrazione della tua comprensione, in parte
della tua missione sulla Terra, in parte della giusta comprensione delle Mie
parole che vi ho donato così abbondantemente e con cui continuo ancora a
nutrirvi”.
17. Sì, l’Amore paterno di un Dio è
qualcosa di grande, di irraggiungibile, esso è il Raggio calorico che dà
all’intera Creazione, vita e abbondanza; è esso che, se penetra nel cuore
umano, può lì preparare solo beatitudine, solo delizia, e risveglia sempre solo
beato amore non terreno, bensì ultraterreno.
18. Lascia a questo amore nel tuo cuore
solo libero spazio; lascia fluir fuori i tuoi sentimenti solo verso di Me, per
quanto il tuo cuore lo possa sopportare. Io in compenso voglio di nuovo farti
penetrare dal Mio Amore paterno, così che un raggio del Mio Amore possa
compensare tutta la tua vita terrena di sofferenza!
19. Riconosci in ogni battito del tuo
cuore una Grazia d’amore del Padre tuo, il Quale, finché lascia pulsare il tuo
cuore, ti dà l’occasione di percepire il Suo Amore nella Sua natura, e di
crescere nel Suo Amore, finché un giorno sarai maturo per sopportare più forti
e spirituali influssi!
20. Quindi continua solo ad amare! Eterna
e insondabile è la sorgente dell’Amore del Padre tuo nel Cielo! – Amen!
[indice]
۞
La verità
Trieste,
18 gennaio 1872
1. Vedete, questa parola passa di bocca in bocca, e
tuttavia a pochi o a nessuno è venuto in mente di definire il suo significato,
di descriverla più precisamente. Ovunque, si dice: “Esiste una sola verità!”. – Sì, anch’Io dico che esiste una sola
verità, ma ora viene la domanda: “In che
cosa consiste?”. – Allora ciascuno uscirà con una opinione o
un’interpretazione diversa, ognuno cercherà l’origine della verità altrove,
piuttosto che dove si trova veramente. Ebbene, per guidarvi all’unico
fondamento, all’unica Legge da dove può essere derivato ogni altro concetto di
verità, allora voglio dirvi Io il fondamento originario, e questo Fondamento
originario sono unicamente e soltanto Io stesso[41].
2. Gli uomini d’intelletto potranno negare
l’esistenza di un Dio, di un Creatore quanto vogliono, tanto c’è e rimane
comunque questo fondamento come indigesto elemento sempre ricorrente, e quando
uno o l’altro che si crede erudito pensa di aver ragionato tanto da eliminarMi,
allora sorgo di nuovo da un'altra parte, e precisamente indistruttibile e
indelebile, come sono sempre stato e sempre sarò.
3. Vedete, quest’esistenza di un altissimo
Essere come Legislatore, dal momento che nessuno può rinnegare le Leggi
dell’intera natura visibile, Egli è e rimane la prima Verità, dalla quale
devono essere derivate tutte le altre verità. Guardate fuori nel grande Spazio
etereo dove orbitano mondi intorno a mondi, e precisamente in aggiunta a
questo, ancora in un movimento roteante intorno a se stessi; vedete, là sta
scritta la prima verità, essa si chiama ‘vita’!
Senza vita non è possibile nessun mondo. Ma questa vita deve essere prodotta da
altri fattori per continuare ad esistere, e questi fattori sono il duplice
movimento di tutti i mondi, in parte intorno a se stessi, in parte nel mezzo al
loro centro di nuovo intorno ad altri mondi più grandi, e questi, poi, sono
appaiati a intere famiglie per orbitare intorno a un altro punto centrale nel
grande Spazio etereo, che non esiste più materialmente, ma solo spiritualmente.
4. Questo movimento che – producendo
attrito – raccoglie sostanze nutritive dall’etere, cede le stesse ai suoi mondi
(questi con il proprio movimento intorno a se stessi utilizzano tali sostanze
per la loro esistenza e stabilità), dove poi questo movimento, come Legge
necessaria che produce con i minimi mezzi i più grandi risultati, consegna ad
ogni atomo fino al più grande mondo ciò che per loro è proprio necessario nel
luogo giusto e al tempo giusto. Questa è una verità che non può essere
sostituita da nessun altro mezzo, perché come prodotto della Mia divina
sequenza di idee, può essere solo così e non diversamente, ed è quindi – come
dite voi – un ultimatum sul quale basano tutte le altre combinazioni, nelle
quali le stesse hanno il loro punto d’appoggio e, da ciò, mettono in atto la
loro stessa sopravvivenza.
5. Ciò che questa semplice verità è nel
grande girotondo dei mondi e dei soli, è altrettanto in ogni altra creazione;
dal più piccolo granello di sabbia fino al mondo più grande, tutto è costruito,
disposto e congegnato così che accanto alla fame vi è il satollamento, accanto
al bisogno il sostentamento, e precisamente così che per una via più semplice e
più naturale non è possibile nessun altro mezzo.
6. Queste sono verità, ovvero
esclusivamente una e la stessa Verità, che fa trasparire in milioni e milioni
di forme il Mio Io, poiché ogni atomo esclama ad ogni attento osservatore:
7. “Così
lo poteva disporre solo un Dio, un Essere sommamente intelligente, il Quale con
i mezzi più piccoli può ottenere i più grandi scopi!”. Questa è verità, è
incontestabile verità, senza la quale mai qualcosa poteva esistere né essere
conservata! Ovunque, voi trovate espressa questa verità, perfino nel materiale.
Guardate la vostra Terra: a Chi siete debitori del suo clima, della sua
vegetazione e della sua vita, sulla superficie come nel suo interno? La piccola
inclinazione del vostro asse terrestre verso l’asse del Sole ha prodotto tutto
questo; cambiatelo e poi fatevi spiegare e fare i conti dai vostri astronomi e
geologi che cosa sarebbe della vostra dimora. Ecco, qui avete una verità, solo
così e non diversamente la Terra poteva diventare un luogo di dimora per esseri
viventi e intelligenti!
8. Andiamo avanti: che cosa tiene tutto
così insieme sulla vostra superficie affinché non venga lanciato fuori
nell’infinità col violento movimento di rotazione? Vedete, è l’impulso della
gravità, la forza che attira tutto verso il punto centrale della Terra, di
nuovo una piccola potenza con un grande effetto. E che cosa mantiene la vostra
Terra nella sua grande orbita intorno al Sole? – Una rassomigliante forza,
quella dell’attrazione, con cui la Terra viene guidata attraverso lo Spazio
etereo, laddove assorbe elementi per l’ulteriore durata, che poi attraverso il
raggio di luce e il calore del Sole producono vita e possono trasformare la
nuda roccia in un paradiso per dei viventi e sensibili esseri.
9. Questa è verità, sempre la stessa, solo
espressa con altri mezzi, con altri fattori, e ciò che opera così potentemente
nella materia grossolana e come motivo principale ne condiziona la formazione,
la continuazione a sussistere e la durata dei mondi e terre, vale a dire che
ottiene così grandi risultati con tanti pochi mezzi, è la medesima verità; è
quella stessa verità che c’è nel mondo vegetale delle piante e della vita
sensibile vivente del mondo animale, fin su, all’uomo. Ovunque potete trovare
nell’organizzazione più semplice anche nei più piccoli organi di un corpo,
qualunque esso sia, cosicché nel minimo spazio emerge di nuovo il massimo
effetto, nel minimo tessuto cellulare emerge altrettanto solo quest’unica
verità, come nel circuito dei più grandi Soli Centrali, cioè: – che tutto il
Creato è disposto in maniera perfetta e insuperabile, e solo così poteva essere
fondata la sua sussistenza e la sua esistenza. Ovunque vedete la potenza della
Volontà divina che, in un piccolo flusso di sangue di un animale vivente,
svergogna ed annienta l’intera arte dei vostri meccanici e costruttori di macchinari.
10. Dio è vero, e solo le Sue Leggi sono
verità, tutto il resto è specie diversa, innaturale, e inseguirle ci si punisce
da sé, o attraverso i fallimenti dei piani coltivati, oppure con il totale
dissolvimento. Questa grande e unica verità, però, è ancora più confermata ed
espressa chiaramente nel Regno spirituale.
11. Io sono uno Spirito, e come in ogni
materia è posto dello spirituale per la trasformazione della stessa e la spinge
al procedere, proprio così è ancora di più nel regno dei pensieri e delle idee
degli esseri pensanti; anche là vi è una sola Verità che irradia su tutto il
resto, è la Verità di un eterno Amore dal quale è proceduto tutto ciò che è
creato, e attraverso la stessa Verità, scomparendo di nuovo solo in apparenza,
oppure dissolvendosi in altre forme ed elementi, continua a procedere, per
ritornare all’Elemento originario spirituale, dal quale tutto è proceduto.
Questa Verità spirituale, l’Amore che ha creato tutto, in parte come base per
qualcosa di superiore, in parte per il rivestimento dello spirituale, questo
Amore come sublime Potenza morale è l’unica Verità che passa come un filo
attraverso l’intera Creazione materiale, poi unisce l’un con l’altro l’intero
Regno degli spiriti, e così lo raffina sempre di più e, spiritualizzato,
ritorna alla fine di nuovo a Me come potenza purificata!
12. L’amore è la più alta verità, tutto
ciò che accade a causa sua e con lui, porta l’impronta del Divino in sé. Solo
l’amore può operare del bene senza altre intenzioni, senza altri pensieri
segreti. Dove l’amore non è la prima norma di tutte le azioni, non vi è nessuna
prosperità, tutto è costruito sulla sabbia, e non sulla roccia; infatti, quella
roccia che non si sposta eternamente mai e sfida tutte le tempeste, è la Verità, è Dio, è Amore! Ma per
comprendere anche giustamente questo Amore, allora voi, propaggini viventi del
Mio Io divino, dovete anche ben riflettere che in tutti i pensieri, idee e
azioni, soltanto Lui deve essere il movente, solo Lui deve essere l’inizio e la
fine! Per Amore son venuto da voi sulla Terra, per Amore per voi ho salvato
l’intera umanità dalla caduta in una inaudita immoralità, per Amore per voi ho
istituito la Mia dottrina che – come sapete – non contiene nessun altro
comandamento che i Comandamenti dell’Amore.
13. Ciò che nel grande regno materiale è
il movimento, cioè la vita, nello spirituale il grande motore è l’amore; senza
amore non è possibile nessun risultato spirituale per una vita spirituale
crescente di tutto ciò che possa essere iniziato!
14. L’amore è l’unica verità, l’amore è il
portatore di tutto il materiale creato, e promotore di tutto lo spirituale in
progresso!
15. Perché ci sono tutte queste sventure,
guerre, malattie e miserie senza numero tra voi uomini? Proprio perché
l’atteggiamento degli uomini è senza amore, perché il loro operare è fondato su
ogni altra base, ma non sull’amore; perciò la diffidenza, perciò le situazioni
innaturali delle condizioni sociali, delle classi degli uomini tra loro.
16. Ovunque si pecca contro l’amore, e ovunque
al peccato segue a ruota la punizione.
17. Trasformate il vostro amor proprio in
amore per il prossimo! Non dimenticate le Mie due Leggi dell’amore! E la Terra,
adesso luogo di dimora dell’afflizione e della miseria, diventerà di nuovo un
paradiso; un paradiso come giardino della pace, e un paradiso per spiriti e
anime che non si vorranno ingannare reciprocamente nascondendosi con delle
maschere, ma dove ognuno potrà mostrare all’altro il suo interiore, chiaramente
e sinceramente!
18. Finché gli uomini non saranno convinti
di questa verità, fino allora diventerà sempre peggio e più brutto (sulla
Terra), poiché l’innaturale si punisce da se stesso, fino a quando Io,
concedendo perfino tutti gli orrori, salverò comunque voi dalla distruzione
dell’odio e dell’egoismo, nondimeno anche la scintilla dell’amore, la quale, di
nuovo splendente, dovrà darMi il benvenuto alla Mia prossima discesa, come
portatrice del suo elemento affine, e come Amore personificato in e sulla Terra
e in tutti i mondi e in tutti i Cieli!
19. Perciò figli Miei, amate! Solo l’amore
emana le Mie parole. ‘Amore!’, vi
esclama la natura da tutti gli angoli, e amore è l’unica scintilla divina che,
raggiante di gioia, da un occhio corporeo può annunciare agli altri: “Esiste una sola Verità!”, e questa è
quella che fa orbitare tutti i mondi, quella che nel raggio dei soli mandato su
lontane terre e pianeti, anche là non opera altro che vita, luce e calore, i tre
fattori della Mia Creazione, i quali espressi spiritualmente sono: Amore,
Sapienza, e il loro prodotto: – l’azione dell’Amore! – Amen!
[indice]
۞
Amore per Dio e per il prossimo, come
sangue e acqua
16 febbraio 1872
«E uno dei soldati con una lancia gli aprì il
costato,
e subito ne scaturì sangue e acqua».
[Gv. 19,34]
1. Ebbene vedi, Mio caro figlio, hai scelto questo testo e ora ne vorresti un
chiarimento che ti dovrà riversare un po’ di Luce sulla Mia vita terrena di
quel tempo. – Così ora ascolta:
2. Ciò che a quel tempo fece un
soldato per assicurarsi della Mia morte fisica, e che – come dice la Scrittura
– si è anche dimostrato con la fuoriuscita di sangue e acqua dal costato
aperto, questo succede anche adesso con ognuno che Mi vuol seguire, ed è anche
da leggere corrispondentemente al corso degli avvenimenti del mondo, dove
proprio questo atto dei precursori e preparatori per la futura resurrezione, è
tanto per il singolo uomo come per l’intera umanità!
3. Tuttavia, per farti comprendere
bene tutto questo, ti devo spiegare il processo fisico di quell’apertura della
ferita e il suo risultato, e poi passare allo spirituale nella rispondenza.
4. Questa ferita che quel soldato
recò al Mio fianco sinistro, fu una stoccata con la lancia attraverso un lato
del polmone. – Ora devi sapere che il polmone è nel corpo umano per ravvivare
il sangue devitalizzato delle vene, il quale ritorna dalla sua circolazione da
tutte le parti del corpo, per ravvivarlo di nuovo, avendo il polmone quella
funzione di eliminare le particelle morte dalle parti del corpo attraverso
l’espirazione, e per mezzo dell’inspirazione di trasformare il sangue delle
vene di nuovo in sangue delle arterie, sotto la cui forma lo può di nuovo
portare nel cuore e da lì portare nuova vita in tutto il corpo.
5. I polmoni sono quindi organi
principali, senza i quali non può aver luogo nessuna continuazione di vita
nemmeno per un minuto.
6. Nei polmoni avviene quindi un
processo di separazione e un processo di unificazione-regolazione;
quest’ultimo, cioè il processo di regolazione, avviene quattro volte, finché un
unico processo di separazione attraverso l’espirazione restituisce il
carbonizzato dell’organismo umano in un’espirazione all’atmosfera che vi
circonda.
7. Dove quindi questo processo non
ha più luogo, là la vita ha una fine, e il sangue, prima di tutto il resto, va
incontro alla decomposizione, cioè il liquido linfatico si separa dai globuli
del sangue, e mentre precedentemente essi costituivano un corpo unico, l’intero
sangue, essi adesso, divisi, come sostanze separate, vanno ognuno incontro alla
propria via della trasformazione. – Perciò, dopo la stoccata nel fianco
sinistro, fuoriuscì sangue e acqua, oppure – come lo chiamate voi – sangue
(coagulato) e siero separati.
8. Questa separazione è il primo e
più sicuro segno della cessazione delle funzioni vitali. Ciò che tu ora trovi
qui scritto fisiologicamente, questo si svolge anche in ciascun uomo, e
spiritualmente nell’umanità.
9. Ciò che il polmone è nel corpo
umano, quale unico fattore principale per il moto del cuore e attraverso lo
stesso per la vivificazione dell’intero organismo dell’uomo, – è nell’anima
dell’uomo spirituale la grande legge dell’Amore, suddiviso in due comandamenti.
10. Dove la Mia Legge dell’Amore
non è attiva, là il progresso spirituale è cessato, là un comandamento si è
separato dall’altro, e ne segue che la linfa (spirituale) e i globuli del
sangue (spirituale) prendono ognuno la propria via, cioè l’amore di Dio viene
(poi) disposto in modo tale, che all’uomo non gli viene difficile, e l’amore
per il prossimo è esercitato solo fin dove lo stesso non sfiora i propri
interessi.
11. Mentre la linfa ovvero l’acqua
del sangue deve essere il vettore dei globuli sanguigni, ovvero spiritualmente,
in modo appropriato: dovendo l’amore per il prossimo essere la dimostrazione di
un amore per Dio, esso è beneficiario solo per se stesso. E come il sangue così
separato (da solo) non è portatore di vita, così anche dall’operare separato
non sorge nessuna vita veramente spirituale, bensì sorge la decomposizione
materiale, nel diniego di tutto lo spirituale, se si vive solo per il mondo.
12. Tutto il Mio universo creato
sussiste però solo attraverso queste due Leggi dell’Amore! Sono esse che
tengono stretti gli esseri agli esseri, e attirano perfino la grande materia
alla materia, e li porta al cambiamento del loro stato spirituale e materiale,
per creare sempre qualcosa di nuovo che sta su gradini superiori. – Come il
sangue spinto dalla pressione del cuore penetra fin nei più sottili vasi
capillari, diffondendo vita e stimolando il cambio di sostanze, e determina il
vero e proprio processo di vita, – altrettanto va in avanti il corso spirituale
di un’anima umana secondo la sua missione, lungo la via sulla scala degli
esseri spirituali.
13. Ciò che nel polmone è lo
stimolante ossigeno dell’atmosfera, questo è contenuto nel Mio insegnamento,
nelle Mie Leggi dell’Amore. – Dove questa specie di aria spirituale non
penetra, qui c’è regresso o morte; qui quest’insegnamento causa il processo di
espulsione tra il bene e il male. E come nel tuo corpo con ogni pulsazione del
cuore, oppure con ogni respiro si espelle il consumato, il deperito, e viene di
nuovo inspirato il ravvivante mettendo in moto la grande circolazione del
sangue, – altrettanto nella vita animica spirituale dell’uomo gli insegnamenti
contenuti nelle parole comprese stimolano a nuove azioni, per indurre alla
rinnovata separazione del male, affinché l’intera vita spirituale, simile a
quella corporea, scambi sempre il vecchio con il nuovo.
14. Così il dinamico movimento del
sangue è la migliore immagine del tuo tendere, del permutare il male nel
psichico (l’animico) con il bene, dal cui processo è condizionata la vita
spirituale eternamente crescente!
15. Quanto poco puoi quindi vivere
senza che il tuo sangue scorra continuamente nelle tue vene la sua intensa
vita, tanto poco puoi vivere spiritualmente senza questo perpetuo processo di
separazione.
16. E quando un giorno il soldato
mercenario Mi colpì nel fianco sinistro e ne scaturì sangue e acqua, questa fu
l’effettiva prova delle Mie ultime parole sulla croce: ‘È compiuto!’. – Io come Uomo avevo terminato la Mia missione, e
cominciava la vostra.
17. Il sangue del Mio corpo terreno
si separò, e l’Amore per Dio si separò dall’amore per il prossimo, per
adempiere la Parola dove dissi: “Non son
venuto per portarvi la pace, bensì la spada!”, in altre parole: al Mio
ritorno a Casa, nel Mio Cielo, come segno della Mia morte lasciai all’umanità
queste due Leggi separate e senza vita; tuttavia, accanto, diedi loro
l’ossigeno del Mio insegnamento, per unire di nuovo queste due Leggi, per
completare – e precisamente per proprio merito – l’una attraverso l’altra, e
così ravvivare di nuovo l’uomo animico spirituale che Io lasciai loro indietro,
affinché diventassero per proprio merito ciò che sono stato Io sulla croce,
cioè l’Uomo spiritualizzato, il Quale, attraverso il grande sacrificio sul palo
della vergogna della croce, pose di nuovo nei suoi diritti la dignità
umana-spirituale.
18. Come quindi questo processo di
respirazione e circolazione del sangue in ogni uomo è la sua vita e condiziona
la stessa, così è anche nei popoli, nell’intera umanità.
19. Dove queste due Leggi
dell’Amore non condizionano la vita spirituale dei popoli e delle nazioni, vi è
solo sangue e acqua, invece di vigoroso sangue che porta vita. Vi è idolatria,
ovvero rinnegamento di Dio; vi è egoismo, amore per se stessi invece che per il
prossimo; vi è morte nella vita sociale, morte nella vita spirituale, dove in
seguito al processo di decomposizione in altri elementi, dovrà di nuovo
generare vita, ma spesso su altre vie più dure!
20. Perciò i destini dei popoli, così come
del singolo uomo, sono differentemente mescolati con afflizioni, disgrazie e
malattie.
21. L’intero corpo, quando una
singola parte non esegue le sue funzioni, soffre altrettanto; la forza vitale
generale cerca di correggere quest’errore, perciò gli stati di febbre con le
malattie, corrispondenti agli spirituali fermenti nelle nazioni.
22. Le Leggi dell’amore non possono
sussistere separate. L’ossigeno, il Mio insegnamento d’amore, spinge alla
riconquista del perduto, spinge a raggiungere di nuovo la dignità spirituale, e
così i popoli compiono ciò che nel singolo uomo compie la sua coscienza, ciò
che nel corpo umano deve compiere il polmone come scopo della sua esistenza.
23. ‘Avanti!’, risuona da tutti gli angoli. Il corpo si vuole
spiritualizzare, vuol raffinare i suoi organi, affinché un’anima
spiritualizzata trovi la sua veste adatta alla condizione spirituale.
24. L’anima vorrebbe purificare dal
male il campo spirituale dei pensieri e delle azioni, salendo sempre più in
alto, desiderando esser pari alla Scintilla spirituale dimorante in essa.
25. Le nazioni e i popoli – spesso
inconsapevoli dell’impulso che li scuote – tendono a gradini superiori, cercano
di privarsi del più grossolano, del materiale. – Costretti dall’impulso, gli
uomini insorgono per restituire al popolo, come al singolo uomo, la sua
dignità, per respingere nei loro giusti confini tutte le trasgressioni di
violenza e di arbitrio, affinché si faccia luce, affinché il vivente sangue
spirituale del Mio insegnamento d’amore faccia battere gioiosi tutti i cuori
incontro a Colui che un giorno sul Golgota, con il Suo esempio, mostrò gli
ultimi confini della dignità umana, fin dove qualunque uomo, senza danneggiare
la propria dignità spirituale, possa estendere la misura del sacrificio e
dell’umiltà, affinché l’amore congiunto, per Dio e per l’uomo, e non come
sangue e acqua – come nell’Uomo-Dio fisicamente crocifisso – bensì come nel
Gesù spiritualizzato, quale Padre della Creazione e di tutti i Suoi figli,
congiunto come pieno elemento di vita, diventi necessario per l’ulteriore
formazione della spirituale anima umana, così come il sangue circolante
nell’organismo vivente!
26. Perciò continua a respingere
ciò che è contrario al tuo istinto spirituale! Inspira il Mio insegnamento come
l’aria calda in primavera, impregnata di elementi spirituali. Lascia solo
continuare il processo di espulsione che accelera lo scambio di sostanze, –
così vivrai in modo spirituale, e in questo modo ti diventeranno più chiare di
gradino in gradino le Mie parole e il loro senso, e più chiaro sarà il
linguaggio della Mia natura, dove si aggira sempre l’amore per Dio e per il
prossimo congiunto come unico fattore di vita.
27. Non lasciar mai diventare anche
in te il tuo sangue spirituale in ‘acqua e sangue’. Tienili entrambi sempre
uniti, poiché con ciò tieni legato a te, completamente Me e tutta la Mia
natura, e solo in quest’unione sorgerà per te, quiete e pace!
28. La più grande beatitudine non
sta nell’aver raggiunto qualcosa, ma nel tendere per raggiungerla. Perciò non
perderti d’animo!
29. Grande è il Mio Regno, e
infiniti sono i gradini; tu cerca di conquistarti i più alti, poiché quanto più
in alto sali, tanto più grande è l’orizzonte, tanto più grande è la prospettiva
e la comprensione del Mio Regno d’amore, dove non c’è ‘sangue e acqua’ come in
un corpo morto, ma c’è Luce e Vita che, congiunto con l’Amore, tutto vivifica,
beatifica e riscalda.
30. Qui hai nuovamente una Parola
dal Padre tuo Santo, il Quale non cesserà mai di illuminare anche le più
piccole pieghe del tuo cuore, finché un giorno starai dinanzi a Lui puro e
splendente come angelo dell’Amore, e solo allora potrai comprendere pienamente
che solo attraverso la lotta, la vita ottiene il suo vero fascino! – Amen!
[indice]
۞
Il Cristo storico e il Cristo
dogmatico
Trieste,
9 maggio 1872
1. Mio caro figlio! Le spiegazioni e le discussioni di questo
erudito dottor H. hanno fatto muovere in te una quantità di dubbi, e ora
vorresti sapere da Me stesso, come la migliore e più sicura competenza, che
cosa era il Cristo quando un giorno era sulla Terra, se Dio-Uomo, oppure solo Dio.
2. Ti sei basato su trattazioni erudite, e
quindi ti devo anche rispondere in modo nuovamente erudito, affinché la
risposta sia degna della domanda! Il tuo dottor ‘Hohlfeld’ presenta nel suo
scritto, due Cristi, uno dogmatico e uno storico; egli vuole spiegare il primo
e dimentica completamente che senza il Cristo storico non ci sarebbe stato un
Cristo dogmatico.
3. Se quindi deve essere data una
spiegazione di qualunque genere sulla persona ‘Cristo’, sulla Sua vita, sulla
Sua Essenza e sul Suo operare, allora deve essere anzitutto constatato se è
realmente esistito un Cristo oppure no! Ebbene, la dimostrazione dell’esistenza
di un Cristo ve la danno in parte i Vangeli dei Miei apostoli, di più ancora
alcuni scrittori di storia latina o romana di quel tempo. I Miei discepoli
attraverso quello che vi hanno lasciato fino ai vostri tempi vi narrano la Mia
nascita, i Miei anni di gioventù, il Mio tempo d’insegnamento e la Mia fine
come Cristo; tutto concorda con le relazioni romane, con quel tempo narrato da
ulteriori scrittori di storia pagana. Questi ultimi solo come relatori degli
avvenimenti accaduti. Voi avete ricevuto tutti questi fatti, ora ancora più
dettagliati, annunciati da una serie di anni nuovamente da Me stesso, in parte
nel “Grande Vangelo di Giovanni”, in
parte nella storia della Mia infanzia
intitolata come “Vangelo di Giacomo”,
Mio fratello[42],
e nella scena dei “Tre giorni nel tempio”.
4. Ebbene, tutto questo conferma agli studiosi
e scriventi della storia, che Io (quale Cristo), rappresentai l’Uomo nella sua
più alta dignità morale, e trassi dai libri di Mosè l’essenza fondamentale
della morale e della religione, separai il guscio dal nocciolo, e fondai così
una Dottrina senza la quale non sarebbe potuta esistere a lungo una convivenza
tra gli uomini, e oltre a questo, quale Dottrina, non collocava l’uomo come
animale intelligente e come ultimo membro della Creazione di questa Terra, ma
lo mostrò come prodotto spirituale di due mondi, vale a dire del mondo
spirituale e materiale, come lo potete leggere nei Vangeli.
5. Questa Dottrina lumeggia con il Mio
stesso cammino di vita, con le Mie opere, con la predestinazione della Mia
morte e della Mia resurrezione. Questa Dottrina, nonostante tutto, sarebbe
caduta nella dimenticanza, secondo certi uomini profondamente pensanti, se Io
non avessi fatto per gli uomini l’impossibile, dimostrando con la Mia
resurrezione dalla morte, che Io sono realmente Colui per il quale Mi
presentai, cioè il Figlio dell’Onnipotente che ha creato Cielo e Terra.
6. Chi dunque credette nella Mia
resurrezione, credette anche in Cristo come un Essere superiore, e per questi
non fu più una meraviglia il Mio ritorno al Padre, come chiamai la Mia ascesa
al Cielo, poiché se discesi solo su questa Terra per voi uomini e per tutto il
Mio mondo degli spiriti, allora per Me deve essere stato anche facile ritornare
là da dove ero venuto.
7. Pertanto, la chiave per la
dimostrazione della Mia Divinità è la fede nella Mia resurrezione! Chi non
crede in questa, non può essere cristiano! Ma solo basandosi su questa fede,
tutte le Mie parole, tutte le Mie opere dall’infanzia fino alla resurrezione,
acquistano un valore superiore. Da lì risale anche un Cristo dogmatico, come risultato
da quello storico.
8. Il tuo signor dottore avrebbe quindi
dovuto veramente stabilire dapprima questo ai suoi ascoltatori, e poi passare
alla Dottrina cristiana che Io ho edificato come Uomo, e l’ho sigillata come
Dio[43],
solo che aver preso la faccenda in modo sbagliato come ha fatto lui, è stata
proprio una questione solo di un uomo di testa e d’intelletto, che voleva
dimostrare agli altri con le sole parole, ciò che lui stesso non sapeva (e come
uomo unilaterale d’intelletto non potrà nemmeno mai sapere).
9. Ebbene, una volta ammesso che la Mia
persona è realmente esistita e che ebbe tale inizio e tale fine, allora era del
tutto naturale che poi emergessero delle domande, per comprendere i molti
discorsi dell’Evangelo, dove si parla sempre ‘del Padre’ e ‘del Figlio’ e
infine addirittura ancora di uno ‘Spirito Santo’, – inoltre: “Che cosa era Cristo? Era Egli metà Uomo, o
metà Dio? Aveva un’Anima come noi, oppure solo la Sua divina soltanto a Lui
propria?”, pure domande di almanacconi[44]
che avrebbero voluto volentieri saper tutto, ed hanno sempre cercato in sfere
lontane ciò che stava spesso loro davanti al naso. Se però sarebbe bastata loro
la comprensione dell’Essenza della Mia persona, questa è un’altra domanda;
infatti, Io sono venuto nel mondo principalmente
a causa della Mia dottrina, e non soltanto per mostrare agli uomini la Mia
persona in forma umana, poiché se la Mia persona visibile fosse stata
inevitabilmente necessaria per l’edificazione della Mia dottrina, allora non Mi
sarei fatto crocifiggere, ma sarei rimasto come immortale sulla Terra, forse
fino ai vostri tempi e ancora più a lungo, finché la Mia dottrina fosse stata
completata e completato l’edificio da erigere attraverso la stessa.
10. Da tutto ciò risulta chiaro che (prima
di tutto) si trattava solo della Mia dottrina, in altre parole del
reinserimento dell’uomo nei suoi diritti spirituali e della sua dignità, e che,
anche se non proprio Io stesso, magari un uomo da Me destinato a questo
(spirito o angelo) avrebbe portato la Dottrina all’umanità, è comunque soltanto
la Dottrina che rendesse possibile un’esistenza al mondo, così che esseri
intelligenti, vivendo liberamente come voi uomini, potessero continuare ad
esistere, se avessero seguito le due Leggi dell’Amore date da Me, che non
crimini ed uccisioni potessero continuare e, in fin dei conti, con la totale
distruzione della razza umana, perfino che il globo terrestre orbitasse
inutilmente nella sua ampia orbita intorno al Sole.
11. Dunque, la Mia dottrina, Miei signori
dottori e almanacconi, osservatela dapprima tramite il Mio insegnamento
dell’umiltà, del sacrificio e dell’Amore, e poi il Cristo vi diventerà
comprensibile più facilmente, ciò che era, da dove venne, e dove Lo dovete
cercare[45].
12. Il perché venni su questa Terra e cosa
avevo per scopo con la Mia discesa, non solo per voi uomini, bensì per il Mio
intero grande Regno dei mondi e degli spiriti, tutto questo l’ho già rivelato
ampiamente in parole precedenti. I dubbi degli eruditi, se la Mia Anima sulla
Terra era umana o divina, si può spiegare facilmente, chiedendo a tutti voi: “Di quale origine è l’anima umana veramente?”, e inoltre: “Chi vi ha insegnato cosa essa è e per quale motivo l’avete?”. –
Dopo aver saputo tutto questo nel vostro stesso cuore (ma nota bene, non nella
testa), Io continuo a chiedervi: “Non
credete che nel Regno degli spiriti, al quale appartiene anche la vostra anima,
non esistono all’infinito molti gradini di manifestazioni di forze di cui è
capace un’anima? E se questo è accettato, non è allora necessario che proprio
quest’anima possa anche compiere azioni che vanno oltre la vostra solita vita?”
13. Se Io, Iddio, sotto l’aspetto di Cristo,
venni sulla vostra Terra, vissi con voi, parlai con voi, come voi uomini lo
potete comprendere, allora non ho fatto nient’altro che quello che fa un padre
o un insegnante in una scuola infantile. Costui parla con i bambini come lo
possono comprendere e capire; e cosa ci vorrebbe a compiere davanti ai bambini,
delle azioni che, secondo la loro forza di comprensione, apparirebbero loro
come miracoli, mentre sarebbero solo cose che – basandosi su alcune leggi
universali della natura – i bambini stessi potranno un giorno eseguire[46]?
Così fu per Me. Io vi creai un giorno come Mia immagine spirituale e fisica,
non Mi servii né di uomo, come lo pensate voi, né di Dio come Lo sono Io, per
rendervi comprensibile la Mia dottrina e stabilirla indelebile come eterna
Legge fondamentale.
14. Ciò che ho fatto, insegnato e sofferto
sulla Terra, aveva un perché superiore, come Io stesso vi ho già detto prima,
ma conoscere questo non aiuterebbe ad avanzare oltre di un passo i vostri
eruditi, perché il loro progresso e il loro valore morale non dipende da questa
conoscenza.
15. Per chi ha davanti agli occhi del
tutto chiaramente la Mia Creazione con i suoi misteri, il Mio stesso Io così
come ve l’ho già spiegato migliaia di volte, il Mio scopo con voi e con il
mondo materiale e spirituale, deve anche avere altre opinioni migliori,
concetti superiori e idee più belle di Me e del Mio mondo, le quali devono
consolidare e rafforzare la sua fede, e ciò è del tutto naturale; ma una tale
prospettiva, un tale occhio spirituale, non è proprio dato a tutti, e tanto
meno ai signori teologi che si basano su tutti i concili e su libri falsi o
inservibili (parimenti umani) da lungo tempo scomparsi.
16. Voler regolare, definire e spiegare la
Mia Divinità, la Mia Creazione, la Mia discesa sul vostro globo terrestre e
perfino la vostra vita umana come scuola di prove – mentre l’ultimo animaletto infusore ed
anche già una singola parola afferrata spiritualmente dal tempo del Mio
insegnamento presenterebbe a loro per primo la Mia Grandezza, e per ultimo la
Mia Divinità come Cristo (nelle Mie parti spirituali) nella Luce più pura e più
bella – in entrambi sarebbe l’amore che dimora nel cuore, la Guida che li
porterebbe fuori dal labirinto, mentre tutti loro si ostinano a spiegare, sia
prima che adesso, solo con la lanterna dell’intelletto, cose che sono molto più
facili da comprendere al figlio infante rispetto al dottore che ha studiato
filosofia e teologia.
17. Questo è il nocciolo, Mio caro figlio!
Anche tu talvolta ti smarrisci nel campo di contese religiose ed
ecclesiastiche. Lascia stare, non porta a niente! Non chiedere alla testa, se
il cuore non ti vuol rispondere! Se da quest’ultimo non ricevi una giusta
risposta, allora è un segno che non vi è nessuna cosa sufficiente che potrebbe
chiarire i tuoi dubbi, cioè come la desideri tu.
18. Chiuditi invece nel tuo interiore, là ti verrà la
risposta, prima che da qualunque relazione con persone che si credono erudite.
Esaminale tutte, e finché non trovi in loro il sentimento infantile, allora sii
convinto che essi non sono ancora per nulla maturi per il Regno Mio, e dovranno
ancora fare molti corsi di lezione e dissertazioni, finché apprenderanno ciò
che sa già un fanciullo al seno
della madre, e cioè: che solo l’amore è la chiave per tutti i misteri
spirituali! Questo per la tranquillità tua e degli altri. – Amen!
[indice]
۞
Breve trattato della storia della
Creazione
Trieste,
17 febbraio 1875
1. Quando ero ancora solo nell’incommensurabile Spazio e
non era stato creato nulla di vivente e nessuna essenza, allora in Me si mosse
l’Amore, e pretese contraccambio di amore, pretese esseri che dovessero
comprendere la Mia grandezza, la Mia onnipotenza e la Mia sapienza, ma anche il Mio Amore, conformarsi e corrispondervi. E
vedi, allora in un primo momento creai tre grandi spiriti che, oltre alla
potenza creativa di creare esseri infiniti da loro stessi, possedevano anche la
facoltà di comprendere e afferrare la Mia Sapienza e il Mio Amore. Uno di
questi spiriti, che come divulgatore di Luce doveva portare la Luce spirituale
nei vasti spazi dell’Universo, e quindi stava più vicino a Me stesso, proprio
questo spirito, il cui nome era ‘Lucifero’ mantenne in tempi più tardi un
significato del tutto diverso, – questo grande spirito si guastò, abusò del suo
potere e divenne ciò che è ancora oggi, il principio del male, come polo
opposto della Mia divina bontà.
2. Liberi come voi uomini, così erano e
sono rimasti e rimangono gli spiriti. Questo spirito nel suo intero complesso a
cui appartiene anche l’incommensurabile schiera degli spiriti che ha generato
da sé, non ritornò volontariamente; e così fui costretto, poiché tutto
procedeva da Me e deve ritornare a Me, a dar corso a questi disobbedienti
spiriti caduti una via di ritorno che fosse degna di Me, e non togliesse loro
la libertà d’azione.
3. Così fu creato il mondo materiale, che altro non è che gli spiriti caduti legati nella
materia, i quali, sviluppandosi da gradino in grandino come scuola di prova e
di purificazione, devono procedere un po’ alla volta dall’apparente
imponderabile al ponderabile, dall’inorganico all’organico, dalla vita legata
nell’istinto alla libera vita animica, come esseri spirituali pensanti ancora
nella materia, e poi, dopo la morte fisica, circondati da mezzi più leggeri,
come spiriti, ritornare finalmente là da dove sono usciti.
4. Nella creazione del mondo spirituale e
di quello materiale la prima Legge fu quella morale (per questo e per quello),
e per il mondo materiale fu la legge della gravità materiale, cioè la forza di
attrazione che attira gli spiriti a Me come loro ‘Origine’, come il sasso che
viene attratto dalla madre Terra. Questa forza di attrazione presso lo spirito
legato nella materia diventa tanto più debole, quanto più predomina lo
spirituale e l’animico e quanto più la materia è spiritualizzata. Giudica così,
figlio Mio, tutto ciò che è creato, e Mi comprenderai e afferrerai prima.
Tuttavia, affinché queste Leggi stabilite siano anche eseguibili nello
spirituale, e per dare al Mio mondo degli spiriti la dimostrazione pratica che
è possibile, come esseri creati, adempiere le stesse, allora decisi nel Mio
Amore di separare da Me la Mia Sapienza, e rivestire la Stessa su un piccolo
insignificante corpo celeste come Uomo, nato nelle condizioni più misere, là
far passare tutte le fasi di uno stadio indigente, e far soffrire perfino la
morte che in quel tempo era la più vergognosa. Come la Mia Sapienza (quale
Gesù) ha adempiuto questo compito, lo sapete tutti dai Vangeli, e in ultimo
ancora dal ‘Grande Vangelo di Giovanni”.
5. Quindi vedi, figlio Mio, la vita e la
sofferenza di Cristo non hanno un grande valore solo per voi uomini, bensì
anche per l’intera famiglia spirituale di quel grande mondo, soffrendo Io, il
più potente, come il più umiliato degli abbassamenti che, come espressione di
un divino Amore, sarà per tutti gli esseri viventi una misura per i tempi
eterni, fin dove può andare il vero Amore, senza perdersi qualcosa. Proprio per
questo, tale Atto della Mia umiliazione e della Mia dottrina, attraverso azioni
d’amore, si dimostrò l’unico durevole, eterno ed irremovibile nei suoi
principi: la religione dell’amore per Dio
e per il prossimo che, dal lieve presentimento fino alla chiara
consapevolezza, dal fanciullo balbettante salendo fino all’angelo supremo,
predica solo amore, e pretende soltanto amore.
6. Afferra così la storia della Mia vita e
la Mia dottrina, e ti sorprenderai come le parole che ho espresso come Sapienza
divina, raccolte dai Miei discepoli, ancora oggi sono valide e vere, e non
possono essere discreditate da nessuna cosa. Non pensare che Io ti abbia
abbandonato! Vedi, figlio Mio, Io non abbandono l’ultimo verme che il tuo
occhio è in grado di vedere nella polvere, no! E tu credi che la Mia mano
paterna si ritirerebbe da te e da tua figlia? No! Ma voi stessi siete colpevoli
in molto (di apparentemente spiacevole); e tuttavia con tutto ciò che decidete
ed eseguite secondo la vostra opinione, s’intrecciano i fili della Mia
conduzione, perché vi voglio allevare per altre condizioni permanenti, ed uso
solo le circostanze attraverso il vostro stesso atteggiamento, per giungere al
Mio scopo.
7. Attenetevi solo strettamente a questo: Io, l’Iddio dell’Amore, non punisco, siete
voi uomini a punire voi stessi! Vi punite con false opinioni sullo scopo
della vostra vita, e attraverso false deduzione e conclusioni, punite voi
stessi attraverso desideri che forse come conseguenza hanno il bene materiale,
ma pena spirituale. Vedi, tuo figlio († ufficiale), che è venuto presto nel Mio
Regno degli spiriti, adesso si rammarica per quanto ha tralasciato sulla Terra.
Egli cerca presso i suoi amici là, come qui (invece che da Me) una spiegazione:
una vita spirituale più alta che qui aveva trascurato secondo la sua posizione
terrena; non imitatelo (in questo), lasciatevi guidare da Me, confidate in Me!
Voi siete figli Miei e propaggini spirituali di un potente Creatore che vi
vuole allevare a ciò per cui siete stati veramente creati: diventare un giorno figli Suoi! Spogliatevi dei concetti imparati
sia del ‘mondo’ che del ‘culto religioso’, cercate il nocciolo
della questione e gettate via il guscio!
8. Voi siete spiriti, la vostra origine è
elemento spirituale, e dopo poco tempo passate di nuovo nel Regno degli
spiriti. Queste parole che leggete qui, non sono parole del vostro amico
terreno (dello scrivano), no! Sono parole Mie, sono parole del Padre vostro che
credevate molto al di sopra della vostra Terra e anche al di sopra
dell’atmosfera terrestre, ed è comunque spesso così vicino a voi, vi circonda
insieme ad anime affini, tanto dal Regno dell’aldilà che dell’aldiquà, e vi
manda consolazione su tutte le vie, dove solo un pezzetto della Mia natura
entusiasma il vostro occhio.
9. Non fate lutto per vostro figlio,
presto starà meglio di voi. Rallegratevi che Io ho permesso che vi porti
notizia da un mondo che finora avete giudicato male e falsamente interpretato.
Lui, il figlio ritornato presto a ‘casa’, sarà il vostro costante
accompagnatore qui sulla Terra e poi nell’aldilà, dove anche a voi saranno
aperti gli occhi e vedrete che l’amore paterno o fraterno non muore oltre la
tomba; là in quel mondo, solo un animo ben disposto all’amore può amare con una
profondità di sentimento e perseverante, di cui avrete qui ben gustato qualcosa
in alcuni momenti di Luce, ma solo là comprenderete che cosa deve essere
l’Amore di un Creatore che ha potuto mettere una tale scintilla di un Amore
indelebile in un piccolo cuore umano che, crescendo ad ogni possibile
grandezza, può alla fine comprendere da sé la grandezza di un Creatore che ha
creato mondi e spiriti, e voleva aver espresso in tutti i mondi (le Creazioni),
così come in tutti gli esseri, solo tre parole, le quali dicono: “Dio è
Amore!”
10. Imparate a sentire questo Amore e a
confidare in Lui! Gettatevi nelle Mie braccia! Vi ho messo Io nel mondo, l’ho
fatto per Amore, per Amore vi dirigo e vi guido all’immenso Amore, vi guido a
Me! Siate memori di questo, e le nere nuvole delle sofferenze e delle
preoccupazioni terrene, sia nel presente che nel futuro, verranno mitigate dal
Raggio divino del Mio Amore, perché anche voi dovete compiere, come un giorno
Io, ciò che Mi ha posto per compito il Mio Amore (là, come ora voi).
11. Questa, come una Mia prima parola da
Me a voi, cari figli, ai quali non l’amore per Me, ma ben la comprensione
manca, come devo valorizzare in pratica il Mio Amore, per trarre dai figli
degli uomini, figli Miei, per l’eterna mai terminante vita! – Amen!
* * * * * * *
[1] Dettato del 15.01.1872
già pubblicato al cap. 21 nella raccolta “Segreti della Creazione”
[2] Chimo: la
sostanza in cui si trasformano gli alimenti nello stomaco per l’azione dei
succhi gastrici.
[3] Siamo nel 1871,
perciò 31 anni dal 15 marzo 1840 in cui iniziarono le comunicazioni a Jakob
Lorber.
[4] J. Lorber
ottenne la prima comunicazione il 15 marzo 1840.
[5] Sugante: che
asciuga, che serve ad asciugare, detto di carta assorbente o cartasuga.
[6] Siamo nel 1872
[7] Il vero giorno
della nascita di Gesù è veramente il 7 gennaio.
[8] “Storia
dell’infanzia di Gesù” di Jakob Lorber, nominato anche come “Il Vangelo di
Giacomo”.
[9] In tedesco il
Natale è “Weihnacht”, cioè Notte consacrata .
[10] Per ‘altri
spiriti’ qui sono intesi gli esseri incarnati sugli infiniti mondi, cioè sui
soli e pianeti della Creazione di tutti i globi involucro.
[11] (il dettato del
13 dicembre 1870)
[12] Vedi “Segreti
della Creazione” cap. 21 La piramide della Creazione dello stesso autore.
[13] Quasi un
aforisma, poiché nonostante i suoi 300.000 kilometri al secondo, la luce,
rispetto al pensiero, è lenta nel suo procedere, e in questo caso si adopera
per indicare l’infinita grandezza dell’universo, la cui distanza di mondi
sconosciuti ha cominciato ad essere compresa nella sua enormità solo dopo la
costruzione di telescopi sempre più potenti.
[14] Erano tre
piante di datteri insieme, una più grande e due più piccole strettamente unite
[15] Rif. Il cap. 3
- “L’elettricità” - del 23.10.1870 pubblicato in “Segreti della Creazione”.
[16] Spettroscopia:
parte della fisica che si occupa della produzione e dell’analisi dello spettro
della luce o di altre radiazioni elettromagnetiche.
[17] Qui si fa
riferimento ad Archimede, (Siracusa 287-212 a.C.) matematico e fisico. Autore
della teoria della leva, base della statica e inventore di numerose macchine da
guerra, tra cui gli specchi ustori con cui diresse la difesa di Siracusa
assediata dai Romani.
[18] Ciò che l’uomo può e cosa non può: l’uomo può
ben formare artisticamente dalla pietra una magnifica grande casa, soltanto che
per creare un granello di sabbia non basta tutta la sua forza. Può sgretolare
la pietra più dura in polvere e disperderla nell’aria, solo distruggerla
completamente non lo può, e di nuovo no, no, no! – La mano dell’uomo può
compiere molto, ma non può creare né distruggere niente!
[19] Danda: ciascuna
delle due strisce di tela forte con le quali un tempo si reggevano per di
dietro i bambini per insegnar loro a camminare.
[20] Siderale: che
riguarda le stelle, gli astri: movimenti,
luce siderale.
[21] Ci si chiede
come poteva essere espresso un concetto simile per quel tempo di 150 anni fa in
rapporto al tempo odierno, così ricco di ‘distrazioni’. È probabile che il
riferimento del Signore fosse per questo nostro tempo, in cui appena da qualche
anno tali rivelazioni cominciano ad essere conosciute sulla Terra.
[22] Luminare: che
dà luce. Ma qui dovrebbe essere inteso, per rispondenza, la Luce spirituale
derivata dalla Nuova Rivelazione, comprendente tutti i dettati dati fino al
1874 iniziando da quelli di Jakob Lorber.
[23] Esplicativa:
che serve a spiegare, che ha valore di spiegazione: note esplicative
[24] Libro
pubblicato da questa stessa Casa Editrice dal titolo “Segreti della Creazione”.
“L’occhio” cap. 30.
[25] Una delle
ultime parola che il nostro Padre Santo ha dettato nella penna al fratello
Mayerhofer, poiché egli morì il 30 marzo 1877 a Trieste, quindi come il suo
amato Maestro, il Venerdì santo.
[26] Liscivia:
soluzione di acqua mista a cenere vegetale, di alto potere detergente,
adoperata per il bucato.
[27] Daniele cap. 4
e 5.
[28] Dal “Grande
Vangelo di Giovanni” è rivelato che la nascita del Signore è avvenuta il 7
gennaio.
[29] Il Signore
continua: “Quello ancora mancante di questo, cioè il risveglio di Lazzaro,
inoltre l’ingresso in Gerusalemme, la storia della Mia sofferenza, la Mia
morte, resurrezione e infine la Mia Ascensione e tutto ciò che sta di mezzo, lo
riceverete dettato anche più precisamente al tempo suo quando sarà il momento,
non appena si troverà lo scrivano per questo”.
[30] Dai Vangeli:
Lc. 24,50-51 / Mc. 16,19 / Mt. 28,16-20, solo brevissime notizie di
quell’evento, qui viene anticipata qualche notizia in più che poi sarà
comunicata con più particolari nel 1939 a Leopold Engel nell’ultimo capitolo,
con la denominazione di “Grande Vangelo di Giovanni” vol. 11, cap. 76. Inoltre,
successivamente con particolari approfondite spiegazioni fu comunicato a Max
Seltmann l’intero evento come libretto XIII “L’Ascensione”.
[31] Siamo nel 1870
[32] Il significato
delle ‘Ore’ del tempo spirituale è già stato spiegato a Jakob Lorber nell’opera
“Le dodici Ore”, nel 1842 e nel “Segni del nostro tempo” a Mayerhofer.
[33] Luce, Vita e
Amore: “Segreti della vita”, Cap. 1
[34] Salmo 24,7
[35] Dettato del
30.06.1870 pubblicato nel compendio “Segreti della vita” al Cap. 1.
[36] Vedi il dettato
del 3/11/1870 dal titolo: “Sulla voce interiore”, pubblicato nella raccolta
“Cenni di vita”.
[37] Anacoreta: chi
viveva nella solitudine per fare penitenza.
[38] Medium del
Padre: con tale denominazione, sono tutti coloro che al tempo di Mayerhofer
ricevevano comunicazioni spirituali dall’Alto.
[39] Trattasi del
dettato dal titolo “La pioggia” nella raccolta “Segreti della Creazione”l, dato
allo scrivano il 29.04.1871.
[40] E alla donna
disse: “Moltiplicherò assai il tuo travaglio e le tue doglie; partorirai i
figli nel dolore; i tuoi desideri saranno rivolti verso tuo marito, ed egli
dominerà su di te”. Poi ad Adamo disse: “Poiché tu hai ascoltato la voce di tua
moglie e hai mangiato del frutto dell’albero di cui ti avevo detto: ‘Non ne
mangiare!’, maledetta sarà la Terra tramite te; con il lavoro affannoso ricaverai
da essa il tuo nutrimento per tutti i giorni della tua vita. Essa ti produrrà
spine e triboli, ti nutrirai dell’erba dei campi, col sudore della tua fronte
mangerai il pane, finché ritornerai alla terra, perché da essa sei stato tolto;
poiché polvere sei e polvere ritornerai!”.
[41] Giov. 14, 6: “Io sono la Via, la Verità e la Vita;
nessuno viene al Padre se non per mezzo Mio”. E Matt. 14, 29: “Prendete su di voi il mio giogo, e imparate
da me, perché sono docile ed umile di cuore; e troverete pace per le anime
vostre”.
[42] Mio fratello:
Giuseppe prima di prendere in casa Maria dal Tempio, era un vedovo con cinque
figli: Joses, Gioele, Samuele, Simeone e Giacomo il più piccolo poi diventato
apostolo.
[43] Vedi la prima
predica di Pietro, negli Atti degli Apostoli, 2-22
[44] Almanacconi:
presunti sapientoni che credono di sapere tutto.
[45] Giov. 14,21-23: “Chi ha i
Miei Comandamenti e li osserva, quello Mi ama; e chi Mi ama, sarà amato dal Padre
Mio, ed Io l’amerò e Mi manifesterò a lui. – Se uno Mi ama, osserverà la Mia
parola; e il Padre Mio l’amerà, e Noi verremo a lui e prenderemo dimora presso
di lui”.
[46] Giov. 14,12-14: “In verità, in verità vi dico che chi
crede in Me farà anch’egli le opere che faccio Io; e ne farà di maggiori,
perché Io Me ne vado al padre; e quel che chiederete al Padre nel Mio Nome, lo
farà; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se chiederete qualcosa nel
Mio Nome, Io la farò”.