PREFAZIONE
a
Giovanni l’annunziatore
Amico
Lettore!
Se la tua anima conosce la pace di una tranquilla fede
ortodossa, e nel rito e nel dogma, placidamente distendendosi, non abbisogna di
più vasti, ma tempestosi orizzonti, non leggere
questo libro, esso non è per te. Non è la solita agiografia cui
sei abituato, non conclude con gli atteggiamenti
filatelici in uso, non esalta alcuna santità fuori dall’uomo. Non
turbare perciò l’anima tua, non distrarla dalla devozione
abituale, non costringerla senza paraocchi e senza abitudine, a correre per la
tumultuosa strada delle epoche; faresti male a Te e al libro, danneggeresti la
tua coscienza e la nostra. La via che tu percorri
è buona, la verità che in essa si contiene
e si esprime è quella adatta all’anima tua; con il sommo Poeta
stai «contento al qui» e non cercare perigliose avventure per le
quali con sei ancora pronto o, …da molto tempo, hai cessato di esserlo.
Se invece, Amico Lettore, non trovi terra che ti regga
o tempio che ti quieti, se in ogni fede scorgi l’incrinatura, in ogni
filosofia l’inutilità, in ogni sentiero la deviazione, se,
ipercritico di ogni cosa, in nulla ti appaghi, allora prova a leggere questo
libro; sarà una delle tante esperienze fatte e accumulate, che, inutili
per questa vita, fruttificheranno nell’altra.
Leggi questo libro con la premessa che Noi stessi ti
facciamo: «Esso non risolverà i tuoi dubbi, ma li
aumenterà; ma colui che teme il dubbio non
è degno di conquistar la verità. Dubita e indaga. Qualcosa troverai sempre ». Se poi la tua ipercritica
vacuamente si esercitasse contro la forma letteraria o la realtà
storica, lasciati dire: primo, che la forma letteraria è quanto basta
curata per farsi accettare e capire dal medio lettore, senza richiedergli
esagerati sforzi; quanto poi alla realtà storica, sappi che vi è
un’unica realtà, quella che le anime sentono, fuori dalle
esaltazioni di parte, e fuori dagli isterismi di setta.
Una realtà storica vera e propria non esiste nel mondo, e ciò, che «Dio» ha
segnato nel Suo libro eterno, non si trova in alcuna biblioteca. Potrebbe
essere interessante immaginare la storia di 1952 anni, se il cristianesimo non
si fosse imposto, o se l’islamismo avesse trionfato.
I personaggi che vivono in questo libro sono uomini
che conquistano e perdono di continuo, al gioco della vita, la posta
dell’anima loro. Nessuno è di rilievo, perché in
realtà nessuno ne è il protagonista. Lo stesso Giovanni, che dà il nome al libro, …non lo è.
L’unico protagonista è, ...l’insegnamento
sparso qua e là», ...«l’insegnamento essenico»
che si riassume tutto in un’unica formula: «L’Uomo, creato a
immagine e somiglianza di Dio!». Raggiungere, realizzare, attuare questa
somiglianza, ecco l’anelito sentito consapevolmente o inconsapevolmente
da ognuno dei personaggi, che null’altro sono se
non uomini, a par di te, cercanti la oro essenza.
Perciò, Amico Lettore, se prenderai e
leggerai questo libro, ognuno dei personaggi che incontrerai
ti dirà la sua parola umana, e forse tutti insieme sussurreranno al tuo orecchio la formula unica in cui s’identifica il vero.
Erode, Pilato, Tullia Paolina, Erodiade,
Giovanni, Gamaliele, Gesù, ognuno ti porgerà uno specchio in cui sempre rivedrai
te stesso.
Simon mago, Albigael, Giuda, nulla faranno di
diverso. Ognuno ti ripeterà: «Io
sono te; tu sei me; tutti siamo
l’uomo e il figlio dell’Uomo, e perciò il Figlio di Dio!».
La tua inquietudine
è la nostra. La tua speranza, la tua disperazione, la tua ambizione, la tua miseria, la tua
evoluzione furono e sono le nostre. Noi siamo te e tu sei noi, e tutti siamo l’Uomo che Dio
creò a sua immagine e somiglianza.
Perciò, Amico
Lettore, prendi e leggi, e non buttar via questo libro. Anche se in principio dovesse annoiarti, esso
potrà sempre dirti una parola amica e suggerirti una
soluzione giusta, indicarti
uno dei tanti modi che ognuno ha, per giungere al vero e identificato Iddio! Quel Dio che val
meglio riconoscere che nominare, imitare
che adorare, coadiuvare più che servire, …e amare, perchè nell’amarLo è la compiutezza
perfetta, in quanto che, colui che
ama «è!».
Sia con te, o Lettore, la
pace, quella pace che non è neghittosità, ma
operosità. Non è rassegnazione, ma accettazione cosciente di quel «Fiat
Voluntas Tua!»
che, tanto vanamente, l’umanità ripete con la monotonia di un
disco, da quasi duemila
anni!