Prefazione dell’editore tedesco
all’Opera
“Le DODICI
ORE”
Che ora è? Qual è
l’ora – per l’umanità di cultura in generale e per il singolo? – Questo è
indicato nella maggior parte del contenuto di questo libretto, in cui accanto
all’esposizione delle miserabili mancanze delle nostre attuali situazioni, è
presentata a noi anche l’alta Meta chiaramente illuminante in un’immagine
semplice ed estremamente avvincente.
Il periodo di
dodici anni nel quale questo Scritto è andato esaurito si spiega con lo strano
contenuto chiamato dal mondo pressappoco “pessimistico” con le sue immagini
spesso malintese, un po’ drastiche; perciò parve
indicata una revisione secondo lo spirito del tempo, per l’umanità che diventa
sempre più suscettibile o eccitabile, per la qual ragione prima della sua nuova
stampa abbiamo pregato il Signore, e poi nella “prefazione” abbiamo ricevuto i
Cenni della Grazia che in forma brevissima contengono tutto il necessario, ma
sono, comunque, di nuovo idonei a destare ancora più scandalo in alcuni deboli,
specialmente per coloro che “cavalcano la lettera” nel nostro poco piacevole
tempo di critica intellettuale. Anche qui sta bene l’avvertimento del Signore:
“Il mondo ha la parola (l’involucro) nel senso, ed Io il Senso nella Parola”.
Vorremmo perciò
pregare ognuno di leggere ben con calma il tutto – e voler riflettere che le
prime 11 ore formano veramente soltanto la molto vasta, ma assai necessaria
umiliante introduzione, affinché possiamo sopportare senza subir danni
l’innalzante immensa rivelazione della 12° Ora.
Se teniamo assai
ferma la frase conclusiva dell’11° ora, allora comprendiamo che qui è mostrato
soprattutto come – nonostante la presunzione del progresso scientifico
culturale a causa delle nostre moderne conquiste – c’è comunque ancora così tanto marcio in generale e nel singolo, soprattutto nel
rapporto morale-spirituale, vale a dire nella cosa principale. Questa
contraddizione dovrebbe essere riconosciuta più nella sua essenza. Se cerchiamo
la causa principale, allora troviamo che i successi
decantati del nostro tempo appartengono per lo più alla sfera dell’intelletto,
la cui formazione unilaterale, perfino astratta, è un segno del nostro tempo in
seguito al suo orientamento materiale; la sfera intellettuale, infatti, è ampiamente
genere di questo mondo, e quindi armonizza con la tendenza dell’attuale
umanità. La conseguenza è la trascuratezza dell’istruzione animica, dove
unicamente è radicato il nobile dell’uomo; qui dimora la nostalgia per la vera
felicità interiore che mai trova soddisfacimento attraverso la cultura
esteriore, perché là – anche se spesso inconscia – sonnecchia il desiderio per
l’eterna Verità e si farà sempre sentire.
Ora domandiamo –
come stanno le cose presso l’odierna umanità con la cura di questo germe celeste?
E i fenomeni quotidiani, i rapporti generali e singoli sono eloquenti testimoni
della terribile trascuratezza del meglio del mondo,
questa è la cultura del cuore! Con questa trascuratezza – in seguito al
sopravvenuto dominio dello spirito materialistico del mondo che le sacre
Scritture descrivono con la caratteristica parola “anticristo”, giunge al punto
che ora veramente il Divino e l’Eterno non hanno più nessun posto in questo
mondo materializzato, e quindi la povera umanità “culturale” si è privata di
Dio (e dell’Ideale), fortunatamente con eccezioni che si moltiplicano. Il primo
fatto non è tristissimo? – Questa condizione è descritta nelle Scritture come
gli “Ultimi Tempi”, perché il vero umano – il Divino nell’uomo – è quasi
scomparso.
Per scoprire
questo, il nostro libretto è perfettamente adeguato come duro ammonitore, dove
non si spiega solamente la miseria degli oppressi e la sventura degli stessi,
ma anche il dolore del Padre per i perduti nei due campi. – Per conservarci la
necessaria tolleranza nell’agitazione crescente di questo tempo di lotta oppure
periodo di nascita, nel quale adesso si accumulano crimini e scandali ecc.., in attesa di condizioni migliori, ci teniamo saldi al
fatto che ogni criminale è per vero un peccatore contro l’Ordine divino ed
umano ma, nel senso più profondo, è un fratello smarrito con un’anima malata, e
quindi la salvezza dell’anima di questi, dovrebbe essere il compito più
importante della società; con tutto ciò ci vogliamo ben ricordare che da un
lato il peccatore rappresenta anche una specie di lode e trionfo del Creatore,
perché il sommo compito del Creatore è appunto – formare degli esseri con la
libera volontà, e con questo, anche se agiscono contro
Se osserviamo
onestamente con la scala della Predica del monte (Matt.
5-7) il nostro io, allora non può mancare che ci sorgerà la conoscenza che, nel
male esistente, ognuno porta anche una parte di colpa, e quindi ognuno è anche
impegnato a cooperare nella sua parte al ritorno per il miglioramento. Il primo
passo, l’auto conoscenza del male, deve essere generale. Il grido di difesa del
profeta (Geremia 30,12): “Il guasto è disperatamente maligno”, deve essere
l’espressione del sentimento generale, cui segue naturalmente il grido d’aiuto:
ma da ciò, dove è la salvezza e salute? Sul quale
segue ora da molte parti certamente il richiamo che inganna molti: “Qui”, “no
qui”, “venite qua, da noi c’è la salvezza del mondo” e molto ancora (Matt. 24,23: segni degli ultimi tempi); ma nel tentativo
tutti questi sistemi socialdemocratici, etici, spiritistici, vegetariani ecc.
si dimostrano come troppo brevi, unilaterali ed insufficienti, sebbene possano
essere di benedizione per singoli ed interi gruppi.
Nonostante questo
deprimente risultato della ricerca sulle nostre situazioni nell’attuale crisi
dell’umanità, non ci lasciamo comunque scoraggiare, perché prima che non sia
riconosciuto lo smarrimento, non è possibile nessun ritorno, ma pensiamo al
consolante grido dell’unico e vero Salvatore: (Luca 21.22) “Quando vi
accorgerete di questo, allora alzate le vostre teste, perché la vostra
redenzione si avvicina!”.
Egli ha ben
previsto questo, questa miseria più grande di tutti i tempi, e perciò ha anche
promesso come consolazione più grande – il Suo Ritorno, e precisamente nella
magnificenza come Principe della Pace (Iniziato con
Sì, possa il Suo
Spirito della Compassione verso ogni sventura, il Suo Spirito della Dedizione,
pronto al Sacrificio, ritornare ora abbondantemente
sull’umanità, e ridestare molti per diventare veri successori di Colui che,
quale il Sommo, ha fatto sorgere i Cieli della Sua Magnificenza e, come un
minimo, venne nel mondo per compiere la più grande Opera spirituale: un’eterna
Redenzione di tutti gli smarriti, caduti e miserabili – che bramano
il miglioramento, superando Egli l’abisso tra
In questo punto
luminoso sono concordi tutti i benevoli filantropi, ben riconoscendo che è
necessario creare più accesso a questo puro pensiero cristiano che è l’unico a
salvare, vale a dire l’ideale-umano attraverso parola e azione.
Quindi qui, voi
benestanti, che volete cooperare per evitare la catastrofe (contro la quale la
forza esteriore può poco, poiché essa è spinta dallo spirito), qui si tratta di
agire, – seguendo l’eterno Esempio di portare salvezza ai miseri nell’umano
abnegante Amore – per Amor di Dio e del Bene, e guadagnare così con sacrifici
esteriori, l’interiore vera, eterna e sublime beatitudine, subito ed in eterno!
Ma anche per gli
oppressi c’è qui Consolazione e Luce nel Suo esempio,
il Quale non possedeva neanche una pietra ed era in ogni modo nel Suo Spirito
il più ricco, come testimoniano Parole ed Azioni; sebbene Egli avesse il potere
– di rimuovere tutti gli ostacoli. Si umiliava lo stesso, osservando i Suoi
Comandamenti: “Non opponetevi al male”, “pregate per i vostri
nemici!”, “benedite coloro che vi maledicono!”, ed ha
riportato così
Badiamo bene: il
promesso Regno dei Cieli non c’è solo nell’aldilà, ho no, ma la sua radice deve
essere già piantata qui in noi, già qui beatificante (vedi gli esempi dei
martiri); solo allora nel liberissimo aldilà può sorgere da noi nell’infinita
pienezza in eterno.
Così come anche
l’inferno si radica già qui in noi attraverso il nutrimento della gelosia,
orgoglio e indolenza, così li portiamo con noi dall’altra parte.
“L’anticristo”, il
male in generale, il peggiore impedimento del progresso, è vinto dal “Sangue di
Cristo” che è – il Suo Santo Spirito di Vita, l’Amore Redentore misericordioso
tutto sacrificante che porta
Per questo vogliamo
implorare e lavorare, perché questo Spirito sia versato abbondantemente,
affinché venga una grande Pentecoste e così la scintilla del Cielo portata da
Gesù sulla Terra diventi un fuoco consumante ogni male (Luca 12,49), scintilla
che possa divampare presto al Padre Celeste come segno più magnifico di
ringraziamento e lode!
Qui siamo ancora
spinti a ringraziare fraternamente i pochi, cari amici fedeli, porgendo loro la
mano, come augurando a tutti il meglio!
Così
piaccia a Dio! Il Quale può e aiutare vuole, se noi stessi ci sforziamo per
questo, pregando. Allora Grazia e Benedizione del Padre sarà per noi sempre per
ogni dove!
Domenica delle Palme 1895
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