Prefazione
all’opera
“Il Sole
naturale”
comunicata a J. Lorber nel 1842
Osservare da vicino un pianeta, è sempre stato il
sogno di uomini ricercatori che, da sempre, si sono chiesti l’origine della
vita e cosa c’è oltre la nostra Terra. Scandagliare il cielo è perciò diventato
l’obiettivo di innumerevoli astronomi, che nel tempo
hanno costruito telescopi sempre più potenti, con l’obiettivo di ‘vedere’
sempre più vicino gli astri. Tuttavia, l’osservazione di una stella, come lo è
il nostro Sole, è un’impresa alquanto difficile, poiché davanti all’obiettivo
devono essere interposti degli schermi per limitare la grande luminosità che
penetra nell’obiettivo, e se per un pianeta basta aumentare la potenza dell’ingrandimento,
per l’osservazione di un sole occorrono ben altri meccanismi limitativi.
Con lo sviluppo della tecnologia e dei viaggi delle
sonde nello spazio, nel XX secolo ci si è spinti oltre, utilizzandone diverse per
ottenere dati, e tuttavia, tutto ciò che gli scienziati hanno potuto dire della
nostra stella, si è sempre trattato e sempre si tratterà di ipotesi
che probabilmente nulla hanno a che fare con la realtà, poiché questa potrebbe
confutare qualsiasi opinione se solo ci si potesse recare sul posto e vedere
con i propri occhi carnali. Ma poiché è certo che per
degli scopi ben divini non è possibile all’uomo abitante su di un qualsiasi
corpo solare andare su un altro corpo solare, sia esso satellite o pianeta,
pena la vita, anche per ciò che riguarda un possibile viaggio verso il Sole non
sarebbe né sarà mai possibile farlo.
Ben diverso è invece il concedere l’osservazione di un
astro con gli occhi dello spirito tramite il proprio interiore. Oppure, come
nel caso di J. Lorber, avere
un racconto particolareggiato come se ci si recasse sul posto. Pertanto,
tramite questa rivelazione ci è possibile dare uno
sguardo e comprendere ben oltre le assurde supposizioni scientifiche.
In quest’opera, oltre le caratteristiche fisiche dell’astro,
che in se e per sé è come un pianeta, vengono esposte
dettagliatamente le caratteristiche delle razze che lo abitano, le quali, vivendo
in zone differenziate, sono simili in rapporto a quelle dei singoli pianeti del
sistema solare, oltre naturalmente la razza degli uomini solari. Spiegazioni
che non concernono solo i relativi caratteri fisici, ma viene
spiegato anche il rapporto spirituale sia tra loro che con la Divinità, cioè le
loro facoltà e i loro ordinamenti sociali e religiosi.
Un tale resoconto può essere equiparato ad un ponte tra il mondo naturale e quello spirituale, in
grado di consentirci di chiarificare radicalmente la visione del mondo che ci
attornia, nonché della stessa Terra innestata alla pari degli altri pianeti, da
considerare come figli del grande Sole. Spiegazioni queste, completamente
opposte a quelle della scienza, la quale presenta i pianeti come masse di
materia morta, oppure come palle di gas più o meno incandescente,
in mezzo al gelido spazio cosmico! E il Sole, così come viene
essenzialmente insegnato nelle scuole la cui teoria è completamente accettata
dal genere umano, sarebbe una palla di gas composta dal 75% di Idrogeno e dal
25% di Elio, che però, data la sua massa, la grande gravità proporzionale a
questa, gravità che aumenta sempre più verso il nucleo considerato di puro
plasma, terrebbe questi gas attratti nella sua atmosfera, denominata ‘cromosfera’.
Alla luce di questa Rivelazione del 1842, tutte le
opinioni e teorie sul nostro astro sono da cancellare, visto che neanche una si
è finora avvicinata neanche lontanamente alla realtà, realtà che invece ci viene presentata con veridicità di particolari tali, che
davanti alla ragione esprimono una luce così aggraziata, da valere ben più
delle ipotesi fantascientifiche dei ricercatori terrestri che al confronto queste
dettate fanno solo sorridere.
Ad esempio, nessuno scienziato è ancora riuscito a
scoprire che la maggior parte dei raggi solari che giungono sulla Terra, non sono generati dal Sole, ma sono la somma dei raggi ricevuti
da miliardi di altri Soli e riflessi dalla sua particolare calotta atmosferica.
Mentre per quanto riguarda l’apparente calore visibile nella rifrazione della
luce sulla sua calotta, come se fosse eruttato dall’interno, esso non è
generato da una “reazione nucleare proveniente dal nucleo”, come dice la scienza
attuale, nucleo che comunque non possono nemmeno
ipotizzare, viene generato sulla sua superficie dal continuo attrito cui questa
è soggetta nel suo continuo movimento sia di rotazione su se stesso in 29
giorni, che di rivoluzione attorno ad un enorme Sole Centrale (quello della via
lattea), poiché la calotta solare, più densa dell’atmosfera terrestre, e ben
più grande, con un diametro di circa 1,5 milioni di km e, trascinata dal suo
stesso moto, si scontra con le innumerevoli particelle e raggi cosmici nell’infinito
etere dello spazio cosmico. A quella velocità, le particelle cosmiche dello
spazio eterico sbattono sulla corona solare, generando comunque, oltre al
calore dei raggi diretti degli altri soli, un ulteriore calore a causa del
fortissimo impatto con loro, velocità che non è solo quella della rotazione e
della traslazione dovuta al suo movimento di rivoluzione attorno al Sole Centrale
della nostra galassia, ma dalla somma delle velocità orbitali relative con cui
si sposta nell’etere insieme alla galassia, insieme all’ammasso stellare e all’ammasso
galattico con cui si muove il tutto attorno all’immenso Sole centrale
primordiale al centro del Globo cosmico.
Tramite questa rivelazione si scopre che invece, per
quanto non lo si possa scoprire tramite l’osservazione
fisica poiché l’atmosfera luccicante non consente alcuna penetrazione all’immagine
visiva dal di fuori, il Sole non è affatto una palla di gas, ma è uno ‘speciale
pianeta’ che, in sé, è suddiviso in quindici fasce parallele al suo equatore, sette
verso nord e sette verso sud, più una centrale; fasce su cui vivono miriadi di
esseri – che certamente non hanno una costituzione fisica come la nostra – ma
che vivono insieme ad una fauna e ad una
flora particolare e specchiale, come lo è quella dei pianeti, essendo egli il
generatore della vita che ciascun pianeta ha in sé e su di sé.
Anche sulle cosiddette ‘macchie solari’, i ricercatori
terrestri non hanno la più pallida idea di cosa siano, mentre la semplicissima
spiegazione in questa Rivelazione, dimostra inequivocabilmente sia la
caratteristica morbida del terreno, sia la sua rifrazione.
Esso inoltre non è un’unica grande sfera, ma la
materia di cui è formato, essendo a metà tra il materiale e lo spirituale, deve
necessariamente essere considerata diversamente dalla nostra, a cominciare con
il fatto che è formato da sette soli interni, uno dentro l’altro, sui quali
vivono infiniti spiriti primordiali, detti anche ‘spiriti della luce
fondamentale solare’. Questi, procedendo nella loro crescita spirituale, vengono trasferiti man mano dal sole più interno fino a
quello esterno, finché viene data loro la possibilità di passare nella vita fisica
naturale di tutto ciò che è presente sulla superficie solare, oppure, quali
particelle infinitesimali, possono raggiungere l’atmosfera dei pianeti, da dove
poi iniziare una vita fisica nell’essenzialità della materia.
Gli abitanti della fascia centrale sono i veri e
propri abitanti del Sole, la cui corporatura è solo un po’ più grande della nostra,
ma hanno un corpo luminosissimo, fatto di una sostanza che non ha niente a che vedere
con quella del corpo umano terrestre. Mentre gli abitanti delle altre fasce
sono sempre più grandi man mano che le fasce su cui
abitano vanno verso i poli.
Oltre alle caratteristiche degli uomini, di alcuni animali
e di alcune piante nelle varie fasce, poiché questi sono molto simili ai
corrispondenti sui pianeti, è evidente che avanzando nella spiegazione, è come
se, contemporaneamente, vengano presentate le caratteristiche
della morfologia fisica, culturale e spirituale degli esseri del pianeta
corrispondente, quindi non si tratta solamente del Sole, ma di tutto il sistema
solare.
Un ultimo cenno lo dedichiamo alle abitazioni e ai
templi, enormi, che con delle spiegazioni particolareggiate ci portano alla
scoperta di un campo, in cui la tecnologia è per noi inconcepibile, mentre
quegli esseri dimostrano di aver sviluppato capacità, che per noi terrestri non
sono nemmeno pensabili. Inoltre, poiché la merce di
scambio non è il denaro, e la vita di qualunque popolo
di ogni fascia, e perciò di ogni pianeta è sempre comunitaria e la Divinità
viene sempre messa al primo posto, ne risulta che essi hanno da sempre reso
vivo l’invito principale del Vangelo: “Ama Dio sopra ogni cosa e il prossimo
come te stesso!”
Amici della Nuova Luce