Rivelazioni

nel 1840/1844 al mistico e profeta

Jakob Lorber

 

Lo scenario della Genesi raccontata giorno per giorno dal tempo di Adamo ed Eva, dai loro primordi, al Diluvio. Il peccato, la cacciata, la moltiplicazione dei figli, le due stirpi di Adamo e di Caino, i Comandamenti, la città di Hanoch, la presenza del Signore celata nella figura di uno Straniero quale Padre e Guida meravigliosa per i Suoi figli. Le diverse razze sulla terra. Le cause del Diluvio

 

Il Governo della famiglia di Dio

 

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dall’origine creazione1  al  diluvio.jpg Diluvio

 

L’opera completa comunicata a J. Lorber si compone di 831 capitoli, dettati in altrettanti giorni durante quattro anni, dal 1840 al 1844, suddivisi in tre volumi di oltre 600 pagine ciascuno:

 

1° - Governo della Famiglia:   Volume 1  (cap. 1 - 186)

2° - Governo della Famiglia:   Volume 2  (cap. 1 – 280)

3° - Governo della Famiglia:  Volume 3  (cap. 1 – 365)

 

 

Premessa / Postfazione

 

Il Governo della Famiglia di Dio è il primo libro dettato a Jakob Lorber, un testo monumentale in tre volumi di oltre 1800 pagine, scritto in quattro anni (1840/1844), che riguarda la storia della Creazione primordiale del mondo spirituale e materiale, nonché le vicissitudini dei primi patriarchi, ovvero “la Genesi” della Bibbia raccontata fin nei più piccoli particolari, fino al ”Diluvio universale”.

Già dalle prime pagine ci si trova di fronte alle più profonde esortazioni rivolte a tutto il genere umano, affinché ciascuno sia reso consapevole delle proprie inclinazioni e possa comprendere quanto queste lo abbiano finora allontanato dal divino in sé.  Infatti, non è possibile comprendere lo spirituale se si è ancora ammantati del materiale. E per far questo è necessario lasciarsi tutto alle spalle, qualunque conoscenza esteriore del mondo, qualunque tendenza, qualunque credo o fede, per accedere alla vera Sapienza. Già alle prime parole il Signore dirà: “A coloro che qui cercano non col cuore, ma esaminano e criticano sempre e soltanto con la loro pura intelligenza mondana, e anziché bussare al Nome vivente dell’eterno Donatore di ogni buon dono, bussano soltanto alla dura e morta scorza della materia, a questi non sarà dato né sarà aperto”.

La vastità di tale Opera non si limita alla trattazione di tematiche puramente bibliche, ma abbraccia anche argomenti di carattere scientifico, fornendo indispensabili chiarimenti alle teorie sulla creazione dell’universo e sull’evoluzione umana, partendo dal fondamentale principio dell’auto formazione; chiarimenti che  testimoniano come Dio non voglia uomini-macchine, ma esseri autonomi autocoscienti che si formino da sé nel discernimento della propria libertà, subordinata però alla volontà del Creatore riconosciuto come Padre, e ciò attraverso infiniti processi tentazioni ed esperienze che portano anche ad errori, più o meno consapevoli, che resteranno per sempre quali tappe cruciali del proprio destino.

Nella storia dell’umanità del periodo della nostra terra risalente a 6000 anni fa, non è il solo racconto biblico ad emergere, benché sia evidenziato con una tale ricchezza di particolari riguardanti personaggi, luoghi e dialoghi, che proiettano il lettore in quei tempi remoti, ma attraverso i vari insegnamenti, si può comprendere in quest’Opera che il fine stesso per cui è stata dettata è di  far  sapere agli uomini che Dio ha creato ogni cosa per Amore, un Amore del tutto particolare, che prevede non solo l’attaccamento del Padre per i figli, ma anche la necessità dello stesso Padre di essere riamato, dai Suoi propri figli, superando quella solitudine nella quale era immersa da sempre la Divinità, prima del «Sia Luce!».

Dopo alcuni mesi di fedele servizio nella scritturazione di quanto gli veniva comunicato, Jakob Lorber rifletté che quell’impegno quotidiano avrebbe potuto presto terminarlo, per dedicarsi magari alla musica o a qualche altra attività che gli avrebbe consentito di vivere in maniera più decorosa, avendo oramai rinunciato al suo lavoro di violinista. E a questo pensiero interiore, ricevette ben la risposta dall’Alto:

 

(8 Agosto 1841)

1. Ebbene scrivi! Perché Io so già da tempo che cosa volete tu ed Andreas H. ‘volenteroso’! Ed Io vi rispondo questo :

2. Tu, Mio servitore, rifletti bene su quale carica ti è stata concessa da Me e quanto hai ancora da fare, prima che sia terminata soltanto l’Opera principale (il “Governo della Famiglia”). Infatti, per far questo, d’ora in poi avrai bisogno, dopo i tuoi scritti, ancora di tanto tempo quanto ne hai impiegato finora per scrivere ciò che adesso è già esistente. Vedi, una cosa simile richiede da te, usando l’operosa diligenza, ancor quasi un anno, poiché non sei proprio lo scrivano più spedito. E sarebbe bene se tu potessi impiegare quotidianamente cinque ore per questo.

3. Infatti, gli argomenti ancora da trattare dell’Opera principale sono: una permanenza di tre giorni presso Adamo dove accadranno delle cose straordinarie della massima importanza per chiunque che le vorrà leggere. Poi seguirà il ritorno nelle pianure e una breve panoramica su ogni popolazione terrestre di allora. Poi la morte di Adamo e, a poco a poco, la storia di tutti i suoi figli delle stirpi principali a voi note, fino a Noè; e così,  la mescolanza dei figli di Jehova con le belle figlie delle pianure del mondo. Poi, passando velocemente in rassegna le guerre di Jehova, la chiamata di Noè, i predicatori di penitenza inviati da lui nelle pianure, l’impulso di Noè per la costruzione dell’arca, il suo schernito e compromesso lavoro, i suoi guardiani. Poi i grandi terremoti, i segni visibili nel firmamento, e infine il diluvio con tutti i suoi fenomeni, prima e dopo. E da lì, poi ancora alcuni sguardi fino ad Abramo e al sommo sacerdote Melchisedec, e ancora alcune parole supplementari.

4. Solo allora sarà portata a conclusione l’Opera principale, alla quale saranno poi ancora da includere Parole fondamentali supplementari già date, che a suo tempo saranno maggiormente chiarite.

5. Vedi, questo ha, e tuttora esige, l’Opera principale! E ci sono ancora una grande quantità di Testimonianze della Natura e La rivelazione del Cielo stellato, così come del mondo degli spiriti in ogni luogo, su i soli e tra i soli, corpi mondiali, satelliti e comete.

6. Allora calcola come te la caverai con tutto questo in due anni! Perché per allora dovrà essere terminata, vale a dire, se lo volete e v’importa qualcosa di ciò.

7. Se invece a voi non importa tanto, allora ho già altra gente cui assegnare l’incarico, e precisamente in altri paesi, paesi che accoglieranno tali grandi Doni e li perfezioneranno fino all’ultimo capoverso.

8. Vedi, Io non ti dico ciò che devi fare, tuttavia, se hai la Mia Parola, allora devi dedicarLe quotidianamente almeno, con eccezione delle feste, sulle otto ore per due anni per ultimare tutto ciò che per adesso è della massima importanza.

9. Ciò perché gli uomini, da questo, dovranno riconoscere presto, alla perfezione, quanto sia stoltamente vano tutto il loro fare con le attività mondane!

10. Per quanto riguarda invece la tua restante attività, specialmente nel linguaggio del suono, hai la tua libera volontà. Ed è sempre un peccato della pigrizia se l’uomo trascura con leggerezza ciò che ha ottenuto da Me, prima che Io glielo tolga in un modo o nell’altro.

11. Vedi, Io ti ho reso in spirito un precettore del cuore e dell’amore per gli uomini, e l’incarico che ti ho dato è di far questo, e inoltre, di conformare la tua vita stessa secondo la Parola. Non ti sarà riconosciuto alcun merito per il fatto di aver ricevuto questo, essendo solo una grande Grazia per chiunque la ottiene; invece, come merito, è considerato unicamente il vivere secondo la Parola in tutto amore, pazienza, mitezza, in ogni fede e fiducia, in ogni abnegazione e docile sopportazione di qualsiasi croce e sofferenze varie, affinché in questo modo il cuore sia perfettamente purificato da ogni scoria del mondo.

12. E così avrai già abbastanza da fare con quest’incarico educativo, e difficilmente potrai assumertene un altro. E puoi abitare ovunque, solo, non accanto ad una qualunque meretrice, beninteso!

13. Se dunque con questo il ‘volenteroso’ (Andreas Huttembrenner) è servito, allora la tua benedizione può in segreto rafforzare i suoi figlioli, e tu lo puoi aiutare comunque anche nel tempo libero in diversi modi. Ma una cosiddetta posizione come precettore, con tutto ciò che essa richiede, attualmente per te non è possibile accettarla. E se ci vai, allora va’ lì completamente inosservato (nello spirito), poiché il certo qual mondo in quel luogo non deve accorgersi di te, altrimenti si potrebbe irritare potentemente per questo, – e voi, poi, a causa sua.

14. Questo comprendilo bene, poiché un certo qualcuno osserva con cento occhi i tuoi passi e sta in agguato per trovare qualcosa che gli dia nell’occhio. Se il ‘volenteroso’ una volta cambierà carica e posto, allora potrete stare insieme senza preoccupazioni. Nel frattempo, però, solo con dovuta prudenza!

15. Dunque ascolta, tu, ‘volenteroso’! Certa [gente] crede lo stesso che il servitore impartisca a te e ai tuoi figlioli segrete lezioni sul luteranesimo e su tutti i cosiddetti eretici anticattolici, e che la musica sia solo una copertura politica.

16. Se ora il servitore Lorber disdice qui ad un tratto e poi viene ad abitare da te ‘volenteroso’, questo potrebbe causare molto facilmente alcuni piccoli dispiaceri. Perciò, per evitarlo, la camera attuale del servitore la si deve tenere ancora per un mese e mezzo. E per tempo v’indicherò ben Io come tutta l’intera faccenda sia da concludere.

17. Inoltre, però, il servitore nel frattempo non deve cambiare ancor troppo il suo ordine presso Anselmo Zelante della Parola, questo significa, che se viene a stabilirsi da te, ‘volenteroso’, egli deve ancora, almeno da due a tre volte alla settimana, stare da lui a pranzo, e altrimenti, come di consueto, [recarsi da lui] possibilmente ogni giorno.

18. Ma soprattutto tu, ‘volenteroso’, devi accordarti in modo conveniente anche con tua moglie, se lei dovesse porre le sue domande al servitore sul vostro accordo! Infatti, coloro che sono molto parsimoniosi, cercano sempre di semplificare perfino i bisogni più necessari. Tu comprenderai bene com’è da intendere questo.

19. Su questo simile consiglio riflettete bene e agite di conseguenza!

20. Questo dice Colui al Quale tutte le cose sono conosciute! Amen! Amen!

 

 

(Durante il completamento dei tre volumi del “Governo della Famiglia di Dio”, le innumerevoli pagine  non furono dettate a Lorber in modo consequenziale, ma con infinite interruzioni, poiché gli amici che andavano a trovare il mistico ponevano delle domande, in seguito alle quali scaturirono centinaia di risposte (poi raccolte nei tre volumi di “Doni del Cielo”) che provocarono a loro volta la stesura di nuove Opere: Le 12 Ore” (1841); “Il grande Tempo dei tempi” (1841); “La Luna” (1841)”; “Saturno” (1841-1842); “La mosca” (1842); “Il Gloßglockner” (1842); “Il Sole naturale” (1842)”; “Dr. Strauß” (1843); “Il Sole spirituale” (1842-1843); “Supplemento” (1843-1844); “L’infanzia di Gesù” (1843-1844). Questo denota e sta a  confermare l’assoluta sottomissione del mistico, quale docile strumento nelle mani del Signore.

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Alla fine dei primi quattro anni, dopo il termine della prima Opera, J. Lorber ricevette anche una spiegazione conclusiva per quel primo corposo lavoro:

 (Giugno 1844)

1. «Lo scrivano della presente Opera cercò seriamente, e trovò quello che cercava.  Egli chiese, e gli fu dato; e poiché bussò alla porta giusta, gli fu aperto, e per mezzo di lui così accadrà anche a tutti coloro che sono di cuore buono e di buona volontà. A coloro che qui, invece, non cercano col cuore ma esaminano e criticano sempre e solo con la loro presunta pura intelligenza mondana, e anziché bussare al Nome vivente dell'eterno Donatore di ogni buon dono, bussano solo alla dura e morta scorza della materia, a questi non sarà dato né sarà aperto. Infatti, lo Spirito del Signore non si rivela mai attraverso l'intelligenza degli intelligenti del mondo, ma solo nella e attraverso la semplicità del cuore di coloro che di fronte al mondo degli intelligenti sono considerati e conosciuti come stolti; e tuttavia l'intelligenza dei sapienti del mondo, di fronte alla semplicità degli stolti, in breve tempo diventa un nulla.

2. Chi leggerà la presente Opera con un cuore umile, credente e grato, ne trarrà grazie e benedizioni d’ogni genere, e non mancherà di riconoscere nell'Opera il vero Autore.  Invece, poiché alla pura casta degli intellettuali è comunque indifferente il leggere un Daniele o un Sir Walter Scott o un Rousseau o un Hegel,  l'intelligenza mondana piglierà tutto in modo mondano, considerando una comunicazione di livello superiore – pur proveniente dall'Alto – come una vuota fantasticheria di persone illetterate, per natura ricche di fantasia, che così vorrebbero valorizzarsi e ottenere qualcosa per mezzo delle loro mistificazioni, giacché per la via della pura intelligenza non possono ottenere nulla, essendo essenzialmente prive di questa.

3. Dunque, nessuno si lasci fuorviare da ciò!  Quante volte i quattro Vangeli sono già stati messi in dubbio? Tuttavia, per questo motivo, valgono forse di meno nei cuori dei veri seguaci di Dio? Quanto spesso Io, il Signore e Datore della vita e di ogni dono veramente vantaggioso ad essa, sono già stato dichiarato dai sapienti del mondo un semplice uomo, un ipnotizzatore, anche un imbroglione e perfino un personaggio puramente immaginario, e come Tale sono considerato da milioni in questo momento!  Nondimeno, ciò non inganna ugualmente altri milioni. Costoro, come praticanti, e non solo come uditori della Mia parola, hanno visto nella semplicità del loro cuore che il Gesù di Nazareth era più di quello che i molti eruditi del mondo credono o non credono affatto ciò che Egli sia stato. Perciò nessuno per l'Opera qui presente si adegui al giudizio del mondo, il quale eleva solo ciò che è della propria natura, ma ci si attenga solo alla voce del cuore dei semplici! Costoro, davanti agli occhi del buon Donatore, daranno ad ognuno un giusto giudizio, mentre l'intelligenza dei dotti del mondo troverà in ciò la migliore occasione per scandalizzarsi molte volte. E buon per loro se non vi faranno completamente naufragio!

4. Chi leggerà quest'Opera e la considererà solo un'ispirazione spirituale, però non gli sarà chiaro se essa venga da uno spirito di specie superiore o inferiore[1], costui è ancora molto cieco, e la coltre dell’incomprensione mondana vela ancora molto la vista del suo cuore.

5. Invece, a colui che crede in Me con fede viva, non saranno sconosciuti il Mio Vigore, la Mia Bontà e la Mia pienissima Sapienza, ed egli scorgerà, e deve scorgerlo, che Io ben possiedo Forza e Sapienza in eterna sovrabbondanza, e là dove coltivo un campo, saprò sicuramente scacciare da quel campo il nemico per l'eternità, poiché Io e Satana non abbiamo ancora mai condotto l'aratro nello stesso solco!  Eppure, secondo l'intelligenza egoistica del mondo, purtroppo, sì [che le Mie caratteristiche sono sconosciute].  Il mondo, essendo esso stesso tenebroso, ovunque, non vede altro che tenebra; invece agli occhi di coloro che sono istruiti e attirati dal Padre, tutto appare completamente diverso, poiché per chi è veramente puro e illuminato, tutto è ugualmente puro e ben illuminato.

6. A coloro, invece, che dicono che quest'Opera, per essere considerata come data dall'Alto, manca di semplicità, di tranquillità e di ampiezza di vedute, e di quella certa profondità nella visione globale del mondo[2], sia detto molto brevemente soltanto questo: che essi si esaminino prima scrupolosamente nel loro cuore, se, forse, proprio a loro non manchi quello che non trovano nella Parola! – Del resto, hanno dato qui un giudizio, in modo da poter dire anch'essi qualcosa su quest'Opera in qualità di colti europei, pur senza essersi addentrati nella piena profondità dell'Opera  stessa; per un tale approfondimento, infatti, occorre di certo, chiaramente di più che leggere a mala pena un'unica volta e, superficialmente, solo una parte di quest'Opera.

7. Che cosa intendono, dunque, tali lettori, per ‘semplicità’? Io ritengo che una Scrittura, la quale, nonostante la più che necessaria e misteriosa pienezza e profondità di ciò che dà – per la limitata visione umana – sia scritta in modo tale che perfino i fanciulli la possano capire molto bene, purché siano capaci di leggere un po' e il loro pensiero possa un po' innalzarsi al di sopra dell'ABC e dell'uno per uno, una tale Scrittura a buon diritto non può dirsi mancante della richiesta semplicità. Tuttavia, ciò che determina la semplicità di una Scrittura, non saranno mai in eterno le immagini e il linguaggio, ma solo ed esclusivamente il facile discernimento di un cuore, per quanto semplice, e il trovarsi a proprio agio in una tale Scrittura. Tutto il resto, invece – come un linguaggio antico, goffo e appesantito dalle relative allegorie vecchie di parecchie migliaia di anni – è altrettanto poco semplicistico, quanto lo è l'intelligenza mondana dei sapienti del mondo. Riguardo invece a quanto viene qui osservato circa la necessaria tranquillità, l’ampiezza di vedute, e la richiesta profondità nella visione globale del mondo, tutto ciò è tanto più presente in quest'Opera, quanto più la cavillosa intelligenza del mondo ne vaneggia la mancanza, poiché, ciò che dà tranquillità al cuore, deve pur avere in sé abbondanza di tranquillità. Però, all'intelligenza, ovviamente, non può dare alcuna tranquillità, poiché essa non è atta ad assimilarla, trovando in una Scrittura tanto poco una qualsiasi tranquillità, quanto ne può trovare un qualsiasi fiume prima di aver raggiunto il più profondo del mare. Tuttavia, se l'intelligenza dei sapienti del mondo potesse umiliarsi, e dalla sua presunta altezza discendere nella cameretta vitale e piena di semplicità del cuore, allora già da questa semplicità troverebbe anche nella presente Opera la tranquillità che va cercando, e troverebbe una pienissima ampiezza di vedute proprio in questa stessa tranquillità.  Invece, fino a quando l'intelligenza, simile a una banderuola segna-vento in cima alla torre della sapienza terrena viene girata di qua e di là ininterrottamente in tutte le direzioni, da ogni e da qualsiasi vento del dubbio essa, verosimilmente, non potrà trovare da nessuna parte la sua tranquillità, che essa stessa non ha, e così neanche la consueta ampiezza di vedute di cui gode sulla sua pur ventosa altezza.

8. Se poi qualcuno in quest'Opera non trova quella certa profondità della visione globale del mondo, a lui sia detto, anzitutto, che il Donatore di questa Scrittura, con la presente, non si proponeva affatto di sviluppare in coloro che la leggeranno, ciò che effettivamente è, nella vera tranquillità e nella semplicità del loro cuore, cioè una tale visione globale del mondo che purtroppo ormai tra gli uomini è già troppo diffusa, – ma soltanto, di destare un sentimento di devozione e gratitudine e, da questo sentimento, ravvivare e vivificare in modo duraturo una fede viva e il giusto amore a Dio e al prossimo.

9. Nondimeno, in secondo luogo, coloro che leggeranno questa Scrittura nel giusto senso, raggiungeranno tuttavia con sufficiente profondità una migliore visione del mondo senza l’intervento degli eruditi, i quali per la via dei loro vani esami intellettivi non approderanno mai eternamente a quella vera profondità della visione globale del mondo e dei mondi, come è invece distinguibile per i retti lettori solo e unicamente nella presente Opera – per non parlare di altre e successive Opere nelle quali, per così dire, il Sole e, con esso, materialmente e spiritualmente, tutti i sistemi planetari, solari e i sistemi dei Soli centrali, saranno trattati diffusamente e rivelati in modo sufficientemente comprensibile ed esauriente.

10. Se dunque, in un'Opera è rappresentato con sufficiente chiarezza, dal primo inizio di tutte le cose create – dunque per una sequenza di tempi e di avvenimenti che dura già da quasi un'eternità – lo sviluppo di tali cose, tanto in modo materiale, quanto in modo particolare e spirituale, e tuttavia qualcuno trova troppo poca profondità in quella che secondo il suo parere sarebbe una insufficiente visione del mondo – in verità, anche in tutti i Cieli ci sarà difficilmente ancora un collirio tramite il quale tali indagatori potrebbero eliminare la loro deplorevolissima miopia.

11. Invece, i retti lettori di quest'Opera potranno dire questo con pieno diritto: "Noi, semplici e di debole intelligenza, amanti di Dio, che davvero all'infuori dell'Università di Dio nei nostri cuori non ne abbiamo mai frequentata altra, né a Parigi, né a Jena, né a Goettingen, noi non vogliamo tuttavia far cambio con tutta la vostra celeberrima sapienza mondana, poiché il nostro fervoroso guardare nelle profondità delle grandi creazioni del nostro Padre santo, lo preferiamo al vostro millenario indagare a occhi bendati. Quale distanza raggiungono i vostri binocoli e le vostre linee matematiche lo possiamo vedere dal vostro calendario, e le vostre vie non ci sono sconosciute; ma quale distanza raggiunge la chiara vista del nostro cuore che riposa in Dio, ebbene, per misurare questa, i vostri ‘tubi’ e le vostre ‘linee matematiche’ potrebbero diventare considerevolmente troppo corti ed essere troppo poco matematici!".

12. Chi dunque vuol leggere quest'Opera con vero profitto per la propria anima, la legga con tutta la semplicità del proprio cuore, abbandonato in Dio, e non si comporti come un censore alla maniera umana del mondo, ma sia sempre e solo un premuroso padrone di casa del proprio cuore, così da trovare nella presente Opera, in gran quantità, ciò che alcuni pochi lettori altamente eruditi non hanno purtroppo trovato.

13. E adesso, ogni benedizione e ogni grazia ai retti lettori che sono di cuore puro e di buona volontà!  – Amen!»

 

* * *

 

 

 

(A queste parole, lo scrivano, dopo aver ricevuto già così tanto, presumendo che il suo lavoro non avrebbe avuto una fine così rapida, e non sapendo come questo avrebbe dovuto essere portato a compimento con i pochi mezzi a sua disposizione, essendo egli poverissimo, formulò una nuova domanda dalla quale scaturì la relativa risposta dall’Alto):

 

Un ‘nota bene’

(sulla stampa della Nuova Parola)

9 giugno 1844

[D.D.C. vol.2 cap. 128]:

 

O Signore! Vedi, adesso ho già ricevuto da Te così tanta Grazia da non potermi meravigliare abbastanza per la sua grande quantità. Anche l’importanza della Grazia concessa è così grande e sublime che non potrò mai misurarla. – Questa santa Luce, deve dunque rimanere come propria, solo per me e per i miei pochi amici? Oppure non dovrebbe andare piuttosto nel mondo per tutti gli uomini attraverso la stampa? E se deve essere data al pubblico, allora ci si domanda: “Come? Quando? E dove?”. – O Signore! Su questo Ti chiedo fervidamente una risposta!

1. (risposta dall’Alto): Che e in cosa, sia grande e importante quanto Io ti do, lo so Io al meglio. – Il ‘come’, il ‘quando’ e il ‘dove per il mondo’, è però una domanda per la quale una risposta effettiva non è ancora matura – così come non lo è il mondo! – Io perciò ti dico:

2. Il mondo adesso è come un uomo che con un pessimo pasto si è guastato moltissimo lo stomaco, al punto che gli diventa stomachevole anche il cibo migliore. Se tu glielo presenti, si sente subito male fino a vomitare, e fuggirà anche il piatto più buono!

3. Vedi, proprio così accadrebbe ora alla Mia parola dinanzi al mondo! Il mondo la fuggirebbe e se ne scandalizzerebbe in vario modo; la condannerebbe e la maledirebbe, perché non è data per i suoi interessi, ma solo per gli interessi dello spirito, che il mondo, però, già da lungo tempo non ha più!

4. Questo Mio grande, vivente Dono di Grazia, ha certo il destino di passare (un giorno) al mondo, ma solo allora, quando il corrotto mondo avrà nuovamente fame del Mio cibo!

5. La fame, infatti, la sta preparando ora la Chiesa romana! – E come? Con i suoi cattivi cibi! Proprio con ciò, essa ha causato il peggioramento dello stomaco dell’anima, e poi questo rifiuterà per un po’ di tempo ogni cibo, disponendosi in tal modo a una giusta fame, così da poter afferrare questo Mio vero Pane celeste con assai grande avidità, e saziandosene per la vita eterna!

6. Vedi, così Io voglio che avvenga, poiché lo stolto, maligno mondo, non si è smaliziato ancora abbastanza attraverso tutti gli indicibili tormenti che dovette sopportare dalla prostituta di Babele, e le fa continuamente la corte da tutte le parti per puri scandalosi interessi mondani. – Per questo, Io ora colpirò questo mondo con triplice cecità, affinché cada tanto più sicuramente nella vecchia, ma ora nuovamente risistemata rete, gettata del tutto con arte, così che poi Babele, con tale mondo imprigionato, procederà in un modo tale, per cui la storia non avrà ugual esempio da mostrare!

7. Io, però, dico anche, che questo baccano di Babele durerà assai poco, e presto si scoprirà ripetutamente che cosa trama in realtà questa meretrice! E poi, dieci volte guai alla grande meretrice! – Ogni cane alla catena dovrà stare meglio di lei quando le si toglierà la vecchia, ma ben fissata maschera! – Una vergogna ed infamia più grande, ancora nessuno l’ha mai vista sul mondo, e mai nessuno vedrà ancora un castigo più duro!

8. Questa volta, Babele crescerà rapidamente, perché ha un terreno ben fertilizzato nei principi del mondo. La prima via era faticosa, poiché Babele doveva dapprima saggiare tramite i suoi servitori come stavano le cose con il terreno; ora, però, risorgerà tanto più rapidamente, perché conosce molto bene il suo territorio, e per antica esperienza sa esattamente che cosa deve fare per giungere alla desiderata méta del dominio totale! Nel raggiungimento veloce di questa méta sta però anche l’altrettanto prossimo completo sfacelo di questa dominatrice.

9. E guarda, proprio in vista di questo sicuro evento sta il motivo principale per preparare la rivelazione di questa Mia Parola, perché altrimenti si dovrebbe anche accettare, così come si accetta tutto ciò che proviene da Me, il giudizio di condanna da parte di questa meretrice, che però per questa volta e per tutte le volte future, non sta nell’Ordine Mio.

10. Tu pensi con certezza che i luterani, come anche tutte le altre confessioni, accoglieranno questa Mia Parola, di certo dai molteplici aspetti, con la più grande brama? – Io lo so di certo meglio di tutti quanti, e ce ne sono che hanno sete! – Nondimeno, una volta per tutte, vi dico: “Tra molti milioni, alcune migliaia non faranno abbassare il piatto della bilancia!”

11. Per i migliori, viene ora provveduto in ogni luogo. Perciò i pochi eletti avranno meno bisogno, prima del tempo, di questa Mia parola, di quanta ne abbia l’immensamente grande ed estremamente stolto seguito del mondo! – Nondimeno, a tempo debito questa Parola giungerà senz’altro a tutti coloro che la desidereranno nel loro cuore!

12. Non sta forse in quella Scrittura il detto: «Molti sono i chiamati, ma solo pochi gli eletti!»? – Vedi, così è anche qui! – Voi pochi eletti siate dunque lieti oltre misura di appartenere proprio agli eletti, e rallegratevi grandemente di quanto avete ricevuto! E non preoccupatevi del mondo, se, come, quando e dove questo lo riceverà! Perché in verità, questo è ancora a lungo non degno di questa Mia Grazia!

13. Io ti dico: “Chi è degno, costui dovrà essere salvato, come un giorno Loth a Sodoma, e Noé lo fu nel suo tempo!”; ma per gli indegni Io non ho altri doni, che quelli che ogni giorno terreno porta con sé! – Al tempo di Abramo, Io feci soltanto a lui la grande Promessa, sebbene la Terra contasse allora già molte centinaia di migliaia di abitanti. Se allora, ciò era buono e giusto, perché non deve esserlo anche adesso? Io sono sempre Lo stesso, come al tempo di Abramo, e adesso opero così come operavo allora.

14. Io Mi rivelo sempre e solo ai pochi che sono maturi e per i quali la Mia Parola non diventa un giudizio, – però, se attraverso la Mia premura, molti diventano maturi, allora libererò anch’essi – come un giorno capitò ai figli di Abramo dall’egiziana schiavitù – al tempo giusto!

15. Perciò non domandare: “Dove, come e quando?”, – bensì, fa intanto tu, quello che devi fare; per tutto il resto provvederò già Io. – Senza il tuo merito e senza la tua premura ti ho dato questa Grazia, poiché tu non sei ancora mai stato senza peccato dinanzi a Me! E così l’hanno ricevuta anche i tuoi fratelli, senza alcuna loro premura!

16. Così si dovrà procedere anche con la divulgazione di questa Parola, – ma prima deve sopraggiungere un grande dolore su una gran parte del mondo dalla meretrice. Guai a tutti quegli Stati che ora la spingono sul trono, e i cui troni essa consolida! In verità, questi faranno una caduta dai loro seggi, più grande e più vasta di quanto stiano lontani l’uno dall’altro i due poli del Cielo! – E non temete per questo, perché Io proteggerò sempre i Miei, e mai dovrà essere torto un capello sulle loro teste.

17. E adesso, penso che la risposta alla tua domanda abbia avuto la sufficiente estensione. Perciò accontentati di questa, perché non è necessario dire di più al riguardo! – Infine, rammento ancora solamente che anche i tuoi amici dovranno prenderla come “un nota bene” pienamente valido. Ed anch’essi dovranno lasciar provvedere a Me e seguire i Miei consigli, allora tutto andrà per il meglio nel Nome Mio. – Amen!

 

 

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[1] Questa osservazione del Signore si riferisce a un giudizio espresso da un dotto tedesco.

[2] Questa seconda osservazione del Signore si riferisce a un giudizio che un altro esperto tedesco diede sul manoscritto.