Commento
al libro
Il testo in lingua italiana è stato preparato nel 2011 con un lavoro di oltre 10 mesi in questa ultima fase, perché la sua prima traduzione risalente al 2001 rimase accantonata proprio per il fatto che, essendo l’originale in rima, non era possibile fare una traduzione letterale in rima, ed il testo rimase in prosa senza quella necessaria spinta a preparare una stampa coerente con l’originale.
Solo nel marzo del 2007 si è presa la decisione di capire il messaggio evangelico contenuto in questo particolare Dettato e, con un impegno degno di un pioniere, un caro fratello si è cimentato nella possibilità di renderlo come meglio era possibile in rima. Un lavoro immane che però gli ha fatto capire quanto fosse importante esaltare la musicalità/armonia originaria per consegnare agli italiani un testo per quanto possibile ad immagine di quello tedesco. Infatti il Signore, oltre ad essere un insegnante per eccellenza, è anche un pregiatissimo chimico, ottico, medico, ricercatore, astronomo, ecc. ecc. ed anche poeta!
Il dettato in lingua tedesca consiste di 151 strofe di 10 righe in ‘rime baciate’ a due a due, mentre con la traduzione in lingua italiana ciò è stato fatto solo quando possibile, per quanto sarebbe stato più facile mettere il testo in rima baciata, però non sarebbe stata una traduzione quanto più possibile corrispondente all’esatto senso dell’originale.
Un paragone lo si può vedere con la Divina Commedia. Se questa fosse tradotta in un'altra lingua, se ne potrebbe mai rendere il senso originario? Lo si potrebbe in parte se non si facesse una traduzione letterale. Così anche qui, per “Il grande Tempo dei tempi”, se a volte si noterà una rima non proprio armonica, ciò fu dovuto alla impossibilità di una traduzione che ne avrebbe stravolto il senso, perché l’aspetto importante in una traduzione della parola del Signore è proprio quello di non stravolgerne il senso. Infatti il Signore stesso già nella Sua ‘introduzione’ raccomanda: “Perciò nessuno cambi nulla di questo Cantico! Ma se gli sembrerà incomprensibile, che entri nella sua umiltà, e qui troverà il frutto vivente”.
Ne è nata l’edizione
precedente del 2008 nella quale la parte sinistra del libro era in rima e
quella destra in prosa. – Ma ancora c’era molto da lavorare! – Però quanto meno
però si è avuta la possibilità di comprenderne il contenuto e quindi il
messaggio celato in esso. Nel frattempo fu pronto il secondo volume di “Doni
del Cielo” nel quale il dettato del 12 maggio 1848 esortava così:
(estratto
da: “Doni del Cielo” vol.2 cap.196)
È venuto il
Tempo
(12 maggio 1848)
1. È ora il tempo
del “Grande Tempo dei tempi!”. Perciò vedi che venga stampato in alcune
centinaia di esemplari, anzi, anche in migliaia e qualcosa di più. Infatti,
questo cantico troverà presto molti compratori. Non deve però essere troppo
costoso, affinché molti se lo possano comprare. – Se costa 20 soldi, allora non
è né troppo caro né troppo a buon mercato. Io aggiungerò soltanto alla testata
introduttiva ancora una piccola testata come Prefazione che tu puoi facilmente
aggiungere in alcune righe oltre all’attuale introduzione.
2. Nello stesso
tempo però devi spiegare, in una brevissima nota, anche l’essenza di un
globo-involucro, altrimenti nessun lettore comprenderebbe questo concetto. – Il
provento deve tornare a tuo favore.
3. Subito dopo però
può seguire la da voi cosiddetta, “Opera principale”e dopo, la Mia “Storia
della Giovinezza”. – E poi “Sole e Pianeti”, “La Terra” e svariate “Testimonianze
dalla natura”. – Il titolo, sotto il quale una successiva opera deve essere
pubblicata, sarà aggiunto da Me al tempo giusto.
4. Approfittate del
tempo, perché ora è giunto quello che Io ho stabilito e reso adatto per la
pubblicazione di questa nuova Rivelazione. Non temete ora nessuna fatica ed
all’inizio nemmeno piccole spese! Io vi dico che voi tutti spiritualmente ne
avrete un guadagno di mille volte tanto!
5. Il tempo quindi,
di cui Io ti parlai all’inizio che sarebbe venuto in breve, tempo nel quale il
mondo avrà bisogno di questa Mia nuova Parola, è ora giunto! – La “prostituta”
è rigettata; l’ira del drago è diventata innocua. Perciò fuori ora col nuovo,
grande giorno! Amen, amen, amen.
Allora è subentrata una nuova
capacità di operare:
1.
elemento: stampare alcune migliaia di esemplari perché ci saranno
molti compratori;
2.
non deve essere costoso affinché molti lo possano
comprare;
3.
il Signore aggiungerà una prefazione alla già comunicata
introduzione;
4.
occorre una nota sul globo involucro;
5.
il guadagno deve tornare a favore dell’editore;
6.
dopo la stampa di quest’opera possono seguire nella
stampa gli altri volumi: GFD – Infanzia – Sole naturale – Sole spirituale – la
Terra – Testimonianze dalla natura .
7.
l’esortazione del Signore negli ultimi 2 versetti è
forte, il testo è una rivelazione, nonché un invito a non temere nessuna
fatica, né per le spese. Inoltre questa esortazione fu data a distanza di 7
anni dal Dettato;
Da allora tutto l’impegno di pochi amici, che hanno
collaborato vicendevolmente curandone la revisione del testo e della grafica
nei più piccoli particolari, ha reso il testo quanto più realistico possibile e
in rima per una edizione completamente rivista.
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Il testo rappresenta un
percorso, attraverso cui il credente viene messo in relazione con la propria
fede facendogli indossare l’abito di un personaggio rappresentato dai vari
interlocutori, così da essere chiamato da Dio stesso ad esprimersi su cosa egli
intende per il più grande Atto d’Amore compiuto dalla Divinità. Attraverso il
susseguirsi delle risposte ciascun lettore potrà verificare la propria fede, e
così attivarsi per crescere nella ricerca di una risposta che lo deve portare
ad analizzare in sé “il grande Tempo dei tempi’, ovvero, per la propria anima,
a tendere al proprio Tempo per la propria redenzione.
1° personaggio (5,1): è un ricercatore credente, chiamato dal signore
‘fedele ricercatore’ il quale risponde “la luce”.
Ma questa non può essere la risposta giusta, perché allora la piccola luce di
una candela, in quanto ‘luce’, sarebbe uguale alla gran luce - ad esempio - di
un sole.
Sul globo involucro:
(pag.158)
2° personaggio (7,1): è un osservatore anch’esso credente ‘caro
osservatore’ e questo risponde “lo spazio”.
Ma anche questa non può essere la risposta adatta, perché allora: con quale
termine dovrebbe essere indicata l’Infinità, che certamente è molto più grande?
3° personaggio (9,1): è un veggente il quale allora risponde bene “l’Infinità”. Però qui viene fatto un paragone con
la fertilità degli infusori dove nelle loro infinite scissioni agisce
certamente l’infinito. E se già in questi infinitesimali animaletti c’è
l’infinito, come si potrebbe paragonare questo piccolo loro infinito, rispetto
alla scissione/moltiplicazione di elementi più grandi, come i mondi?
4° personaggio (12,1): un sacerdote. Egli riflette bene e risponde “la ferita al costato”. Il Signore pone la
relazione di una tale ferita con quella di qualunque condannato che certamente
non va al patibolo con grandi propositi, e non ci sarebbe grande differenza tra
l’Atto della ferita a Lui al costato sulla croce, e quelle di tali altri
condannati. Infatti, nessun condannato potrebbe gloriarsi delle sue ferite,
inflittegli per le sue mancanze.
5° personaggio (16,1): è il pio paziente, al quale gli viene fatta
subito la promessa che non gli verrà tolta la salvezza, anche se dovesse
sbagliare… Risponde “la croce”. Ma anche
questa risposta è simile alla precedente, perché chi è condannato alla croce è
certamente per i suoi peccati. Allora anche Gesù avrebbe dovuto mostrarsi
colpevole per ottenere in un certo senso il suicidio di Sé attraverso la croce.
6° personaggio (19,1): è un silenzioso viandante, ovvero un pellegrino
(peccatore) in cerca del regno di Dio o della Sua grazia. E per lui dovrebbe
essere già più facile trovare la risposta. Ma egli tentenna, viene esortato e
poi risponde con un certo timore “…la redenzione”.
Ma se questa fosse la risposta giusta, e nella testa del pellegrino il
desiderio più grande è quello di essere redento, egli considera una tale
redenzione possibile solo attraverso la croce, ovvero all’accettazione di ogni
croce. Ma se fosse così, allora, per Dio, e quindi per confermarne la risposta,
Iddio dovrebbe continuamente passare attraverso la croce per ripetere il Suo
più grande Atto d’amore, e questo non sarebbe proprio possibile!!!
7° personaggio (22,1): l’innamorato di Dio. Egli ha un cuore
fedele, perché vive di atti d’amore e gli viene promesso che mangerà alla mensa
del Signore. La sua risposta risulterà la migliore tra tutti i precedenti: “l’Amore”. Ma se fosse così, allora la Sapienza,
con i suoi raggi più splendenti, non è a supporto e sullo stesso piano
dell’Amore? L’amore deve servire a congiungersi con esso, così da poter
scorgere in sé l’Atto più grande, ma non è questo, quello più grande compiuto
dalla Divinità.
8° personaggio (25,1): il piccolo popolo della Terra. Ma il popolo tentenna
e non desidera rispondere. Uno dice questo, l’altro quello,
come se si prendessero gioco del Signore.
9° personaggio (26,2): la Terra stessa.
Essa viene citata come sepolcro dei morti, oscura portatrice di putridi orrori,
con il suo occhio del mare ed i suoi umidi messaggeri (gli inglesi in cerca di
nuove terre da depredare – nelle “12 Ore” appena dettato), con il suo
molteplice orecchio, e le sue voragini di fuoco ultra grandi. La Terra però
piange sui suoi peccati e resta muta.
10° personaggio (29,2): il Sole. Esso è in effetti il primo
interlocutore veramente parlante, perché i primi 9 personaggi hanno dato la
risposta attraverso la parola dello stesso Richiedente, mentre qui il Sole
parla direttamente. Ma rifiuta di rispondere
(36,1), ricorda la sua paura alla nascita di Gesù, poi ne divenne invidioso.
Venne rimproverato da un angelo, ma nonostante misuri la sua immane grandezza
rispetto alla Terra, resta umile. Su di lui viene confermata la dimora dei
neonati morti sulla Terra e curati da Maria (“Sole
Spirituale” vol.2 cap.65°/fine 118° di Jakob Lorber – esiste un estratto,
edizione Armenia 1992 “I bambini parlano dell’aldilà”).
Il Signore fa un inciso
all’umanità della Terra orgogliosa rispetto al Sole (leggere il 38°)
11° personaggio (40,1): Il Sole centrale della nostra galassia (Sirio)
- Il Signore gli chiede di annunciare la risposta ai terrestri in toni
incendiari, Lui evidenzia la sua umiltà e si fa piccolo, come un cane, e
vorrebbe essere esentato alla risposta. ma poi accetta di riprendere la
piccolissima Terra e la rimprovera molto. Alla fine dà la sua risposta: l’Incarnazione [diventare Padre, Fratello ed
offrire amore, ed in tutta mitezza, sopportare] (56,8)
(D.d.C. vol.1 cap.134 –
ediz. nuova) – (D.d.C. vol.3 cap.22 ed tedesca)
Nota da “Doni
del Cielo” – dettato ad Jakob Lorber del 5.04.1841 per Anselm Hüttembrenner
(5 aprile 1841, alle 10 di sera) Cap 22 - Una Parola ad Anselm zelante della Parola
Dopo che Jakob
Lorber mise giù per iscritto la 58° strofa della “Redenzione” e l’aveva letta
ad Ans. H., Anselm Hüttembrenner disse a Jakob Lorber: «Ogni Opera del
Signore è la più grande, e la Sua grandezza operosa non può essere misurata col
cubito dell’intelletto umano e del cuore umano; l’Incarnazione del Signore è
così grande, quanto la Sua Missione d’Insegnamento, e questa è così grande come
la Sua Morte sulla Croce, e questa così grande come la Sua resurrezione e
l’invio dello Spirito Santo, e questi sono così grandi come il dimorare del
Signore nel cuore dei Suoi poveri e deboli fedeli».
Dopo di ciò
furono dati nella penna a Jakob Lorber i seguenti quattro versetti:
«Tu zelante della
parola, non ti devi immergere in contesa vuota,
oh guarda, un
fanciulletto innocente vi accennerà la grande Verità fedelmente!!!
Perciò in nulla ti
devi fondare, allora già l’Opera più grande troverai.
Io Amen, Io Amen,
Io Amen.»
Il Signore
prosegue con un inciso per accentuare che la risposta non si può trovare nel
grande (strofa 59,7-9 / 60,1-4).
12° personaggio (68,1): - Sole centrale
primordiale (Urka) 68,1 – l’immenso globo
di fuoco, è così grande che un raggio di luce impiegherebbe 10 trilioni di
spazi-luce calcolati ciascuno in 45 ampiezze della Terra come unità percorsi al
secondo (61,9) per andare da Polo a Polo (63,2), ma si fa piccolo davanti a Dio
e ai Suoi figli-soli e racconta di un atomo della Terra caduto dal piede di un
angelo che lo stava polverizzando al tempo di Gesù sulla Terra (73,1), poi
salvato non risponde per la troppa
umiltà. (75,8) A lui il Signore fa una promessa di una grande città/scuola che
costruirà sul suo suolo (78,3 e 9)
13° personaggio (85,1): gli angeli
- non rispondono (90,8), anche se nelle
loro parole, chiamandolo “Padre” accennano inconsapevolmente alla risposta (92,10).
Qui c’è un bell’inciso del
Signore che ancora una volta conferma come nel grande non può esserci la
risposta, ma solo ai piccoli che piangono lacrime come tesori si sapienza. (da
leggere 94-97).
Da qui in poi
l’ammaestramento è meraviglioso e durerà dalla 104° alla 144° strofa.
Conclusioni: (strofa 147) Tutti gli interlocutori
sono elementi della nostra personalità che vivono in noi e che noi dobbiamo
ricercare per ritrovarli. La Terra e i soli stanno nella testa. I sapienti
negli occhi, orecchi, naso e bocca. Gli angeli sono le conoscenze derivate
dalla Parola di Dio che ci insegnano come entrare nel Regno di Dio per guidarci
alla vera vita spirituale, però la stessa vita deve essere prima elevata in noi
dallo stesso puro amore nascente spontaneamente. In tale amore è celato ‘il figlio’ nel quale è insito ‘il grande Tempo dei tempi’ ovvero l’eterno mattino della vita per ciascuno, ovvero
la vera e propria redenzione. Infatti
solo nell’amore è presente lo scopo dell’intera Creazione che si redime
attraverso di esso, liberandosi da ogni legame, attraverso il più grande Atto
d’Amore di Dio: Concedere la libertà alla creatura ed ottenere che la
creatura libera tenda all’amore spontaneamente e riconosca nel Creatore il
Padre, elevandosi così a ‘figlio’, affinché si possa vivere insieme: le creature
con Dio/Padre (144,7-10).