Risposta a un’incomprensione

manifestata dal presidente dell’associazione italiana ‘Amici di Lorber

 

È stata resa nota una libera interpretazione riguardante ‘Il legame del Cielo’, redatta dal presidente dell’associazione Jakob Lorber Italia, dove egli dissente apertamente sulla spiritualità di questa rivelazione tutta, ritenendola anatema. Ragion per cui, ci sembra ovvio esprimere alcune considerazioni in merito, onde evitare che qualcuno dei nostri lettori – ricercatori della verità – rischi di cadere nella rete dell’incomprensione, oppure che si avventuri a prendere in considerazione ‘parole di uomini’, piuttosto che cercare di capire la ‘Parola’ proveniente dall’alto, e farla propria studiandola, meditandola e confrontandola, affinché non sia soltanto la mente con la semplice lettura a determinare una comprensione, ma sia piuttosto il sentimento del cuore a ricercarne la verità. Infatti, è la stessa parola rivelata, che in più di un’occasione ci dice come qualche volta, per essere messi alla prova, è …concesso, che degli errori si insinuino nelle varie rivelazioni, affinché non si abbia – sempre - la pappa pronta, ma noi tutti, quali figli, ci si comporti come dei veri coadiutori, al fine di dimostrare la nostra fede e il nostro amore a Lui, il Salvatore. Poiché, chiedendo ancora a Lui la verità, sarà poi possibile riceverla, mentre tutti quelli che la cercano solo in se stessi, ergendosi a giudici, e sbandierandola, dimostrano di seguire proprio l’oppositore, colui, che volle far tutto da solo, anziché sottomettersi come un bambino, al Padre!

Dunque, ai fatti.

Presupposto

A) sul giornalino on-line dell’associazione Lorber, n.206/2015/pag.8, un lettore chiede se può avere spiegazioni su un passo del Vangelo in cui il Signore promette la rimozione dei suoi [Mt. 26,64 / Mc.13,26 – 14,62 / Lc. 21,27];

B) sul n.207/2015/pag.1-12 il presidente dell’associazione Lorber risponde a un altro lettore che nel frattempo, attraverso due rivelazioni da lui conosciute, cercava di rispondere al primo:

- la prima, presa dal libro ‘Il legame del Cielo’, (e la cosa ci riguarda);

- la seconda, presa da una rivelazione ricevuta – pare – in lingua inglese, che però noi non conosciamo, e perciò non possiamo nemmeno valutare;

Per il presidente, entrambe sono da condannare, ritenendole egli completamente inaffidabili, e frutto della fantasia del ricevente. Più precisamente, le contestazioni sul Legame del Cielo vertono sul capitolo 9 vers. 48-69 in cui si fa riferimento a un bagaglio da preparare, al fine di affrontare il viaggio dopo la prima chiamata, e tra le poche cose essenziali da portare con sé, al cap. 20,3 sono indicati ogni genere di occhiali. Su questo elemento/occhiali, già oltre 10 anni fa, a un lettore di allora, sullo stesso giornalino n. 17/del Luglio 1999, a pag. 8, lo stesso Presidente aveva manifestato i suoi dubbi, e un altro lettore, evidentemente ancora interessato all’argomento, gli aveva risposto con calma in una lettera pubblicata sul n. 21 del Novembre 1999 (vedi allegato), cui però, non ci fu replica. Non sappiamo il perché, allora, il Presidente non ritenne opportuno replicare. Resta evidente come gli stessi dubbi avanzati allora sugli occhiali e su altri punti egualmente controversi, siano identici a quelli dell’odierna sua ulteriore esternazione, facendo capire che egli allora non volle comprendere il senso di tali semplici spiegazioni, né approfondirle, ritenendole forse, non degne  nemmeno di essere prese in considerazione. Ringraziandolo dunque per averci dato l’opportunità di chiarire ora questi dubbi, cercheremo di farlo per tutti quelli che sono alla ricerca della verità.

   Innanzitutto, è necessario esplicitare il senso delle critiche proferite, affinché sia riconoscibile quanto superficiale sia stata una tale analisi, da parte di chi certamente ha letto, ma non è stato in grado di comprendere. Infatti, lo studio della parola di Dio non è il solo leggere, ma comporta ben altre caratteristiche, e queste devono essere sempre, l’arma del cuore e del desiderio di verità, accompagnate alla richiesta costante rivolta al Salvatore, del chiarimento, nonché di un certo impegno personale a comprendere.

- (Giornalino degli amici di Lorber): n.207 - pag 5, citazione 1: “Questa pazza veggente aveva scritto: [L.d.C. cap. 9,12] «Ci sono degli spiriti che vivono dalla creazione del mondo, vale a dire da 6.666.000 anni».

Questa frase è riferita come se l’affermazione fosse stata talmente lontana dalla verità, da poter dichiarare ‘pazza’ la veggente, addebitandole la colpa di aver aggiunto di sua iniziativa, parole oltre la rivelazione ricevuta. Il presidente non commenta il perché una tale affermazione sarebbe da pazzi. Lo facciamo noi, nella speranza che gli amici lettori in cerca della verità, abbiano degli elementi per comprenderla.

Anzitutto, è necessario riportare per intero il contenuto del versetto precedente, poiché la frase citata è solamente la conclusione di un concetto ben più articolato: [cap. 9, 5-12]

« (16 gennaio) - 5. Quando Io dico: “Intendo di descrivere la morte, il Giudizio, l’inferno e il Regno dei Cieli”, non bisogna che crediate si tratti della morte corporale, ecc., bensì è intorno alla morte dello spirito che Io voglio intrattenerMi con voi. 6. Anzitutto, devo dirvi quello che è da intendersi sotto il concetto di “morte”. - Esiste in generale una morte, così, forse come la immaginate voi sotto la forma di uno scheletro ambulante munito di falce e di clessidra? - Oh, no, la morte è il compendio di tutti i peccati, di tutti i vizi e di tutte le colpe; è il compendio di tutto ciò che è maligno e perfido, e che è riprovevole, non solo al Mio cospetto, ma anche a quello di ogni spirito o uomo che sia di sentimenti buoni. 7. Ma Io che sono il Signore, non posso né voglio condannare né mai condannerò nessuno che abbia sia pure una volta sola, e sia pure soltanto il breve tempo di un secondo, pensato a Me; giacché nell’azione del pensare a Me è già insita una rivelazione, cioè un riconoscimento della Mia Onnipotenza. 8. Io sono effettivamente il Signore, il Quale può separare la vita dalla morte nella Parola, nella Verità e nell’Azione. Io stesso che sono il Signore e Dio, Mi metto in mezzo quando il Maligno vuole accalappiare un’anima. Io le pongo parole di consolazione nel cuore, quando essa crede di esser perduta a causa dei propri peccati o errori, e di dover andare in ogni caso in perdizione o, se lo ritiene, che non giovi più alcun pentimento e che per lei non vi sia più salvezza, per essere Io un Giudice inesorabile. Sono Io, che pongo nel cuore di una tale povera anima un qualche esempio tratto dalla Sacra Scrittura, e con ciò le dimostro che Io non disdegno la preghiera nemmeno dei peccatori che si sono già dati come perduti! 9. Per i veri figlioli di Dio, quindi, non vi può essere morte, perché Egli stesso ridesta a Vita tutti i peccatori. Ci sono bensì, peccatori e peccatrici, che devono più di una volta percorrere la via della carne giacché sempre di nuovo si lasciano accalappiare e sedurre dal peccato, ovverosia dalla carne, ma questi tali si puniscono da se stessi e non c’è bisogno che li punisca Io. 10. Che cosa posso fare Io di un peccatore, per esempio, il quale – anche dopo varie incarnazioni – non vuole per nulla credere in Me? Vedete, nell’aldilà, già dallo spirituale che non è possibile circoscrivere nel materiale, uno spirito è reso attento che ci deve esser Qualcuno, il Quale sovrasta tutte le cose e che tutto ordina, così come si trova ordinato. 11. Ci sono però, degli spiriti i quali per lunghi anni rimangono fissi e immobili nello stesso punto, senza pensare a qualche cosa e senza voler accettare alcunché di vero e di buono da altri spiriti che sono mandati per ammaestrarli. Essi non credono né a Me né alla Mia Parola, o a quella di un altro. Simili spiriti, in queste condizioni devono restarsene isolati e campare molto miseramente la vita. In questa solitudine essi possono esser considerati morti, e sono ridestati solamente quando essi stessi accolgono un qualche insegnamento, o se, pure, incominciano a pensare e a credere in Me. 12. Già al primo pensiero che sia rivolto a Me, essi sono liberati dalla morte; perché per questi poveretti, persino un pensiero solo a Dio, qualunque esso sia, costituisce già una liberazione da morte. Tali spiriti non sono di natura maligna, ma sono così ostinatamente sordi a ogni ammonizione, che con loro non si sa da dove cominciare. Ce ne sono fra questi, di tali, che già fin dalla creazione del mondo vivono in questo modo, vale a dire già da sei milioni seicentosessantasei mila anni (6.666.000)».

 

Su tale punto è espresso dunque, un concetto esteso sulla morte spirituale, che in questa rivelazione istruisce su più fronti, fino a citare che ci sono degli spiriti (originari) [cap. 9,11] i quali restano nella stessa situazione, fissi e immobili, per lunghi anni, come morti, e di questi [cap. 9,12] ce ne sono tali, che vivono a questo modo, fin dalla creazione del mondo.

(Analisi della frase): facciamo notare come, chi ha potuto leggere l’errata corrige inserita nel libro Il Legame del Cielo nella sua nuova edizione del 2003, sappia che non è stato possibile trovare il testo nella sua stesura in lingua originale, e che questa edizione, fedele copia della prima edizione del 1927-1929, è stata una versione in un certo senso rabberciata dall’editore, o copiatore, in quanto, solo dopo la stampa, nel 2003, si è potuti entrare in possesso di una copia manoscritta del traduttore, attraverso cui, a un confronto, è stato possibile scoprire tanti piccoli errori - o modifiche peggiorative - dell’ottimo testo manoscritto. Ciò ci fa capire che, innanzitutto, non essendo possibile verificare la traduzione, anche qualunque refuso interpretato dal traduttore deve essere preso con le pinze, poiché ci vorrebbe l’originale della veggente, che pare sia andato perduto dalla casa editrice Lorber tedesca, cui fu inviato negli anni trenta. Perciò, se al presidente la cifra fa storcere il naso, giacché è noto che la nostra Terra è certamente molto più vecchia di 6.666.000 anni, occorre allora un certo discernimento al fine di sbrogliare la matassa. Per certo, sappiamo che è il Signore, a volte, a lasciare specificatamente dei punti poco chiari, per tanti motivi, fra cui quello che, attraverso successive rivelazioni, a volte allo stesso, a volte a un altro veggente, poi quel punto diventa chiaro. Nel nostro caso, la frase sarebbe senz’altro più chiara se, ad esempio, fosse stata strutturata così: «Ce ne sono alcuni, di tali spiriti, che già fin da quando essi furono relegati nella creazione del vostro mondo, vale a dire da 6.666.000 anni…», poiché così, anche alla luce di altre rivelazioni, quel numero sarebbe assai più comprensibile.

   Già di per sé, questo numero è particolare, e da solo si presta a varie interpretazioni. Attraverso Lorber sappiamo che la superficie della Terra cominciò a fuoriuscire dalla massa liquida di cui era composta, circa sette milioni di anni prima della nascita dell’uomo (non di Adamo!), e che è soggetta a dei cicli di trasformazione attraverso cui essa si rinnova. [Testimonianze dalla natura cap. 2]. Inoltre, già al cap. 65,6 del GEG vol.6 un insegnamento di Gesù ai discepoli aveva prefigurato che alcune anime potevano restare per dei milioni di anni sullo stesso punto:

« 6. Certamente ci sono dei mezzi, usando i quali anche una simile anima può essere salvata dopo lunghissimi spazi di tempo, ma questi mezzi hanno in verità un aspetto ben deplorevole e doloroso! Poiché a più di un'anima di questa specie, indurita cioè, nella sua perfidia, possono talvolta occorrere anche milioni di anni terrestri di tempo, prima che essa incominci per sua personale virtù a migliorarsi, quando sia fatto uso di simili mezzi tormentosi nei suoi confronti.  Ed è perciò che qui un giorno ha maggior valore di cento anni nell'aldilà, calcolati secondo la misura terrestre del tempo. Comprendete voi ciò?»

Attraverso un'altra mistica più recente, Bertha Dudde, cioè in rivelazioni date dopo oltre 100 anni da Lorber, è spiegato in modo approfondito [fascicolo n. 87] come avviene che lo spirituale svolga la sua funzione nella materia e come esso raggiunga gradualmente la liberazione da questa, quando rinuncia alla sua opposizione a Dio. Perciò, anche alla luce della rivelazione a B. Dudde, si può capire come il ragguaglio sia da intendersi riferito alla possibilità che in uno di questi spazi ciclici di tempo – che può arrivare fino a 6.666.000 anni – quando nella materia trasformata furono relegati degli spiriti, di tali, alcuni non abbiano mai modificato la loro essenzialità, e pertanto, siano rimasti ancora fermi sullo stesso gradino di evoluzione/durezza/opposizione. –  Quindi, cari amici, nessuno scandalo per chi conosce la verità.

 

- (Giornalino degli amici di Lorber) - pag. 5, citazione 2: «…nel 1886 aveva scritto che: “Nel giro di pochi mesi sarebbero crollate tutte le miniere di carbone e altre miniere, e tutti ne sarebbero stati informati attraverso i giornali. Dopo di ciò, un fuoco avrebbe bruciato tutta l’Inghilterra, e altri fuochi avrebbero bruciato altre parti della Terra, ma che tali notizie devastanti i suoi seguaci di quell’epoca le avrebbero sapute più tardi, poiché sarebbero bruciati anche i pali telegrafici. Aggiunse che ci sarebbe stata l’invasione dei francesi i quali avrebbero fatto una strage degli abitanti (non si sa di quali abitanti, visto che non si sa CHI era questa pazza, né il suo paese di origine che avrebbe dovuto essere distrutto dai francesi)».

La citazione, così com’è presentata, denota un certo sgarbo da parte di Giuseppe (il presidente), e la sua superficialità nel non voler analizzare, né approfondire le rivelazioni, poiché, avere un parere assolutamente personale su un argomento, è lecito, ma sbandierarlo come fosse una verità, senza aver prima effettuato alcun approfondimento, dimostra di volersi porre da se stessi al servizio di chi lavora per spargere zizzania, e servire così, piuttosto, l’avversario di Dio. Vediamo i punti citati:

 

- primo punto (Giornalino degli amici di Lorber): (…nel giro di pochi mesi).

 Che da lì a pochi mesi dalla ricezione del dettato (1886), sarebbero crollate tutte le miniere di carbone – è una vera e propria supposizione errata! Da nessuna parte c’è un riferimento al tempo del giudizio imminente, ma solo che esso sarebbe dovuto avvenire, e solo, dopo il colpo inferto alla Terra! Il mese cui probabilmente si fa riferimento, è al capitolo 9,36, cioè: dall’inizio del fremito, dopo il cui colpo, passerà un mese.

[LdC cap. 9,35-36]: «35. Se a prescindere dal fremito di cui abbiamo detto, si farà talvolta sentire anche qualche piccolo terremoto, non bisogna che vi spaventiate, giacché le pietre non cadono giù negli abissi senza far rumore e, di solito, non cadono isolatamente. Il frequente e rapido susseguirsi precipitoso dei massi, produce un rumore e uno scrollamento oscillatorio del terreno. Non appena le pietre si saranno solidamente unite agli strati sottostanti delle rocce o dell’argilla, vale a dire, quando si saranno in maniera rigida assestate, soltanto allora, il fremito della Terra avrà una fine. 36. E questo periodo, secondo il vostro modo di computare, avrà la durata di circa un mese intero. Nessuno scienziato sarà capace di rendersi ragione del fenomeno e, nonostante studi più profondi e lo sfoggio della più vasta scienza, non ci sarà nessuno che potrà spiegare le cause del fremito della Terra».

   Il concetto, sebbene non esplicito, è tuttavia chiaro, poiché, che non si trattasse di un tempo di allora, ma di qualcosa di molto più avanti che non è ancora avvenuto, è evidente, e basta seguire la cronologia degli eventi espressi al cap. 9, nella spiegazione del Giudizio:

- [vers. 29]:     il colpo inferto alla Terra;

- [vers. 39]:     migrazione dei figlioli (quelli africani – cap. 1,7 e 19,4)

- [vers. 30-34 e 7,13]: crollo delle miniere ( giudizio)

- [vers. 29-31 e 36]: fremito per lungo tempo; (II° giudizio)

- [vers. 35]:     qualche piccolo terremoto;

- [vers. 36]:     durata del fremito di un mese;

- [vers. 37]:     grandi proclami per il Giudizio imminente (anche tramite B. Dudde al fasc. n. 39 – ‘Il precursore’);

- [vers. 38]:     fine dell’ordine civile

- [vers. 45]:     fuoco sull’Inghilterra dopo 24 ore dalla fine del fremito; (III° giudizio)

- [vers. 51]:     i francesi al confine. Preparare il bagaglio.

 

[LdC cap. 9, 53-56]: solo dopo quest’ultimo evento, la spiegazione entra nel calcolo di un tempo riferito a ‘mesi’, dopo dei quali, con il Giudizio finale, ci sarà ‘la rimozione’, (che era l’elemento della domanda del lettore al giornalino degli amici di Lorber), e non certamente un tempo di mesi dalla dettatura alla veggente!

- « 56. O diletti figlioli, ormai soltanto a mesi, avrete ancora da calcolare il tempo dopo il quale Io, il Padre, il Maestro e il Signore, radunerò i Miei figlioli, i Miei scolari e i Miei sudditi. Rallegratevi, perché presto voi Mi vedrete, però non già nel Mio splendore e nella Mia Gloria, perché ciò sarebbe di grave impedimento al vostro amore per Me! Oh, no, Io verrò a voi semplicemente simile a voi, e ciò ben presto. Preparatevi dunque, giacché Io voglio vedervi così come siete».

 

    - secondo punto (Giornalino degli amici di Lorber): il crollo delle miniere.

Esso è anticipato al cap. 7,13):

- « 13. Udite ancora: “Una campana suonerà, la quale non ha mai ancora suonato, e uno squillo sarà udito sopra tutta la Terra”. - “Questa cosa appare alquanto incredibile e di sapore mistico e oscuro”, così pensate voi. Ebbene, la campana significherà il crollo quasi simultaneo di tutte le miniere di carbone, ed anche delle altre. Ma quando ciò accadrà, sappiate allora che è il Padre, il Quale fa suonare la campana al cui squillo voi dovete fare attenzione. Questo suono si propagherà quasi con la velocità del vento da un Paese all’altro. Per mezzo dei giornali che voi leggerete, voi giungerete a sapere quasi contemporaneamente come staranno le cose».

Ma questo primo ‘giudizio’, sarà solo a seguito delcolpo’ che sarà inferto alla Terra. [LdC cap. 9, 29-30]:

- « 29. Subito dopo il colpo che sarà inferto alla Terra, a causa del quale essa tremerà da un Polo all’altro fin nelle sue fondamenta, e quando anche l’ultima miniera sarà crollata, si manifesterà un lento tremito della Terra, il quale farà piombare nell’angoscia e nello spavento ogni essere vivente. Questa è la conseguenza naturale dei precedenti crolli del terreno. 30. Gli spazi vuoti creati nella terra in seguito al lavoro del minatore, si riempiranno di massi che verranno a crollare. Perciò si produrrà questo fremito. Io non posso cambiare le cose, perché, come detto, si tratterà della conseguenza naturale del primo colpo».

Di quale colpo si tratti, non è citato né da Lorber, né in questa rivelazione, poiché è un concetto talmente legato al Giudizio finale, che solo molto più avanti, attraverso B. Dudde, poté essere rivelato, e in modo tale, che solo dopo aver messo insieme i dettati relativi a un tale avvenimento mondiale, e la cui traduzione è avvenuta solo pochi anni fa [fascicolo n. 109], dunque solo ai nostri giorni, è stato possibile conoscere di che si tratta. E una simile rivelazione non poteva essere fatta a Lorber, né a questa mistica anonima, poiché essi vissero molto tempo prima. Il perché occorra leggere fino al versetto 26, cioè il perché sia necessario che le miniere di carbone e anche altre (nel 1888 non c’era ancora la corsa all’accalappiamento delle miniere di petrolio, avvenuta dopo, quindi il termine ‘altre’ è corretto!) debbano crollare in sé, è evidente solo per un vero figlio che ascolta e vuole comprendere nel profondo la parola del Padre.

   Su questo concetto il Padre si dilunga, e ciò è un invito a farci capire che l’uomo non può – per il denaro o il profitto – abusare della libertà di sfruttare inopinatamente la Terra nelle sue riserve, poiché così, è evidente che si attira un giudizio. Di conseguenza, se nel terreno restano degli enormi vuoti, alla fine questi crolleranno! Che occorresse studiare e approfondire il testo, già il Signore lo anticipa con la fine della frase al versetto 12: «12. ... I ciechi nello spirito, certamente non Mi comprenderanno». E ciò è evidente, infatti, nel 1888 non c’era ancora lo sfruttamento delle miniere, avvenuto in seguito, e un tale giudizio non poteva avvenire allora, quando solo le miniere di carbone potevano essere considerate con dei vuoti nel sottosuolo. Quindi il riferimento non era per quell’epoca, poiché lo sfruttamento, e quindi la creazione delle enormi cavità sotterranee, è avvenuto molto più tardi, con l’inizio dell’era moderna e lo svuotamento del sottosuolo dal petrolio e dai gas naturali a dismisura.

 « 14. Io vi dico: “Questo è il primo mietitore il quale mette la falce alla zizzania, ed egli taglia fino a tanto che ha compiuto il suo lavoro”. Questo primo mietitore è però il maligno spirito stesso, poiché egli vuole far entrare gli uomini in possesso di molto denaro, allo scopo che essi non abbiano il tempo, nel turbamento della felicità del denaro, di pensare a Me, di pregarMi e di sacrificare a Me il loro lavoro. 15. Egli, il maligno, soltanto, nella sua cecità dimentica che i sostegni del terreno sul quale lavorano i minatori è divenuto vacillante, e che soltanto alla Mia Grazia è dovuto se già da lungo tempo questa catastrofe è stata impedita. Poiché Io ho comandato agli angeli di mantenere questo ponte fradicio fino a tanto che non sia giunto il tempo di prendere il Maligno stesso nella sua stessa trappola. 16. Egli diventerà furente, e nella sua ira cercherà di arrecarvi del danno. Ormai sta in voi di prestare più fede a Me che a tutte le trame che egli ordisce. Egli avrà per appoggio la sapienza falsa accumulata dagli scienziati del mondo, i quali appena posticipatamente dimostreranno con precisione che così sarebbe dovuto accadere.17. Ma voi, ai quali già oggi Io vado annunciando tali cose, voi sapete la ragione per cui i sostegni della Terra sono mantenuti ancora. Non smarritevi, poiché Io sono con Voi! Io conosco i cuori dei Miei figlioli, e so che Mi sono devoti. Abbiate fede nel Padre, voi che siete dei buoni figlioli. Non disperate, perché Egli solo può difendervi ed anche vi difenderà e vi libererà dalle insidie del Maligno, le quali con l’iniziare del Regno dei mille anni hanno raggiunto la fine. Il Mio avversario farà ogni sforzo possibile per accalappiarvi, usando sapienza, arti e ogni sorta di piccole macchinazioni. Però, voi restateMi fedeli e siateMi devoti; amateMi come il Padre vostro, il vostro Protettore, vostro Dio e Signore; così vado dicendovi del continuo Io, che sono il Padre di ogni Vita e di ogni benedizione.

 

IO, IL PADRE DELLA VITA BENEDETTA

18. O diletti figlioli, Io sono il Padre che compendia in Sé la Vita e la benedizione. Io ho benedetto i Miei figlioli, e ho fatto la Terra perché serva da dimora ai figli di Dio. E invece, come hanno i figlioli ricompensato il Padre? Non hanno essi ridotto la Terra, che era destinata a dimora degli uomini migliori della Creazione, non l’hanno essi ridotta a una spelonca di ladroni, anzi, peggio ancora, a una prigione di bestie selvagge e feroci? 19. Vedete, Io stesso, quale Signore della Creazione, ho pianto quando vidi che tutto, tutto era vano, e che nessuno più voleva cercarMi ed udirMi nelle Mie parole. O figlioli Miei, il Padre che tutti vi ha creati, e il Quale vi guida dalla culla alla tomba, questo Padre ha pianto. Egli sentì pietà nel vedere come tanti fra voi si erano incamminati per la via comoda, e tuttora vi vanno e ancora vi andranno. E la Pietà in Me così parlò all’Amore: “Noi vogliamo stringerci assieme e costruire una via stretta, e vedere se per questa via l’uno o l’altro s’incamminerà verso il mondo della pace”. E come stabilito, costruimmo la strada e vi disponemmo dei gradini. E quantunque di rado, molto di rado, pure, dei viandanti stanchi del mondo se ne vennero fino alla scala, però, molto più raramente vi s’incamminarono, tuttavia almeno qualcuno ci venne. 20. Questi sono stati benedetti dal Padre d’Amore, ottennero la Vita e, benché lentamente, furono pure introdotti nel Regno della pace, che tutti possono e dovrebbero conquistarsi e che, pure pochi soltanto raggiungono. O Miei buoni figlioli, non è lasciato al Maligno abbastanza potere, onde perseguitare i Miei agnelli? 21. Io non costringo nessuno, Io non comando a nessuno, poiché ciascuno ha la propria libera volontà. Però la Mia libera Volontà la possiedo anch’Io. Chi dunque si abbandona del tutto a Me e non ha più volontà, costui è Mio, e a lui Io dono la Vita ed elargisco la benedizione, ed è lui che Io chiamo Mio figliolo. 22. Certo, coloro che si abbandonano a Me, resteranno Miei figlioli; Io non Mi stacco più da loro, perché Io voglio interdire al Maligno i suoi armeggi e voglio dimostrare Chi è il Signore e Chi è il Vincitore, se egli con i suoi accoliti, oppure Io con i Miei figlioli. Io vi rafforzerò e vi guiderò (spiritualmente) per sentieri nascosti che egli non conosce. 23. Io intendo dimostrare all’Infinità che essa non deve tremare quando Io metto mano al timone che dirige l’Universo. Io sono il Domatore del Maligno, e conseguirò quella vittoria che egli s’illude di aver già conseguito. Io lo ricaccerò per sempre fra le strettoie dalle quali ora lo svincolo per provare i Miei figlioli. 24. Per questa ragione anche questa Terra rappresenta il mondo della prova, cioè la dimora della prova dell’Infinito. Io ho dato a ciascuno, al momento della sua nascita, i mezzi per ottenere la Vita, affinché nessuno possa dire: “Signore, Tu ci hai bensì dato la vita terrena, ma non ci hai dato contemporaneamente un dono celeste per il mantenimento eterno della Vita”. 25. Ma allora Io esclamerò ad alta voce: “Che cosa ne avete fatto del talento che vi ho affidato, e della Vita che vi ho donato dall’aldilà per la peregrinazione su questo mondo? Non vi ho fatto dire, per mezzo di uomini bene intenzionati: credete che Io sono il Padre, e sperate che dopo la vita su questo mondo ce n’è un’altra migliore!  26. AmateMi come il Padre dei Suoi figlioli e amatevi tutti ugualmente fra voi, così otterrete la Vita e la benedizione da Me, il Padre vostro. Ma voi la Mia voce non l’avete udita, e perciò neppure Io intendo udire qualcosa da voi. Andatevene dunque! E se volete entrare nel Mio Regno, percorrete ancora una volta la via della carne, dei dolori e della miseria; infatti, Io non sento misericordia per voi che non ne avete avuta nessuna per Me e per i Miei figlioli”.  - Amen, Amen, Amen!»

 

- riguardo ai giornali, è evidente che a quel tempo, essendo questi, gli unici mezzi d’informazione, non sarebbe stato possibile dire che una tale notizia si sarebbe diffusa tramite televisione o radio o internet, ecc.!

 

 

- terzo punto (Giornalino degli amici di Lorber): fuoco sull’Inghilterra.

Citiamo il testo della rivelazione [LdC cap. 9,45-46]:

 «45. Il successivo Giudizio da seguire al secondo, subentrerà quando la Terra avrà perdurato in quiete per 24 ore. Un fuoco si rovescerà su tutta l’Inghilterra, causato dalle sostanze infiammabili trattenute per tanto tempo nell’aria, e questo fuoco brucerà tutto ciò che ancora rimane lì. Chi è buono e giusto dinanzi a Me, questi sarà già salvato prima, e soltanto l’immondizia sarà distrutta sulla Terra. E questo sarà nuovamente un Giudizio non invocato da Me, bensì prodotto dagli uomini stessi. 46. La Terra è ricoperta da un’epidermide. Se questa è ripiena di sostanze infiammabili e tali sostanze vengono sfregate a causa del continuo scuotimento della Terra, è naturale che debbano accendersi. Dunque, come detto, ciò non è opera Mia, bensì degli uomini stessi, avidi di denaro. Queste notizie giungeranno agli orecchi vostri appena più tardi, perché perfino i fili telegrafici bruceranno. Allora voi saprete che cosa è questo e chi l’ha provocato. Questo è il terzo guaio che verrà sopra la Terra.

Poiché l’uso di internet e dei mezzi televisivi o radio non poteva certamente essere citato dal Signore nell’anno 1888, è evidente che per fili telegrafici sono da intendersi i moderni ripetitori, che stanno sempre nell’aria su dei pali. Se al tempo della veggente una tale ipotesi poteva essere considerata fantascientifica (allora la scienza non era ancora supportata da fantascienza, ma solo da fantasia), oggigiorno la situazione è ben diversa. Dopo aver osservato per così tanti anni il buco nell’ozono, tutti gli scienziati sanno che nell’atmosfera migrano e ristagnano innumerevoli gas, liberati dall’uomo a causa della sua sconsiderata sete di potere, e questi per adesso stanno lì, apparentemente innocui – sebbene gli scienziati stessi, a volte esprimano i loro dubbi a riguardo. Ora, nel momento in cui dovesse verificarsi l’impatto con un asteroide, lo scossone (il colpo) sulla Terra, o terremoto mondiale che ne scaturirà, provocherà la rottura di tutti quei tubi del gas di cui le moderne città sono oggi ramificate,  immettendo altro gas fresco nell’atmosfera, e quindi, saturando l’atmosfera già ‘lesa’ dal  lancio di milioni e milioni di tonnellate di polvere negli strati bassi dell’atmosfera, così come è ipotizzabile accada, dopo un impatto con un asteroide infuocato. Quindi dopo questo spazio di tempo - un mese – durante il quale l’atmosfera ha resistito a non esplodere, così come è profetizzato, dopo due giorni dalla fine del fremito, altri spiriti/gas liberatasi da tutte queste miniere di carbone-zolfo-petrolio-metano-ecc., porteranno l’atmosfera a incendiarsi. Il dove, è indicato sull’Inghilterra, e per comprendere perché su questo popolo, sebbene sia già  detto al cap. 9,45: «chi è buono e giusto dinanzi a Me, questi sarà già salvato prima, e soltanto l’immondizia sulla terra sarà distrutta», sarebbe opportuno studiare bene le “12 Ore” comunicate a J. Lorber. In quella rivelazione si rende evidente come il comportamento degli inglesi fu così efferato in ogni angolo della Terra, tale da essere seguito solo raramente da altri popoli in cerca di tesori. Quindi, come dire:Un giudizio attirato su di sé”.

 

-  quarto punto (Giornalino degli amici di Lorber): l’invasione dei francesi che avrebbero fatto strage degli abitanti…(non si sa di quali abitanti, visto che non si sa CHI era questa pazza, né il suo paese di origine che avrebbe dovuto essere distrutto dai francesi)

 

Altra affermazione di Giuseppe da ritenersi gratuita e ingiusta. Il testo dice: [LdC cap. 9,51]:

 « 51. Ma voi fate attenzione quando si dirà che i francesi si avanzano oltre il confine con la velocità del vento; allora sappiate e pensate che: “Ora il Signore ha chiamato, e noi dobbiamo seguire il Suo richiamo”. - Raccogliete tutto ciò che intendete portare con voi in una cassa o baule che sia, e prendete soltanto quest’unico bagaglio. Dunque, per ciascuna famiglia, un pezzo».

- Che i francesi avrebbero fatto strage degli abitanti e che avrebbero distrutto un non ben identificato paese viene citato inizialmente al cap. 9,51: «Ma voi fate attenzione quando si dirà che i francesi si avanzano oltre il confine con la velocità del vento…», riferisce che i francesi - certamente i più vicini all’Inghilterra - i quali hanno potuto vedere con terrore l’incendio maestoso estendersi al di sopra del territorio inglese, poiché probabilmente anche a occhio nudo si vedrà un simile spettacolo, si precipiteranno lontani quanto più possibile dal Nord, temendo anch’essi un simile incendio sulle loro teste, e andando verso i confini del Sud. Quindi, ancora nessuna aggressione, né guerra, ma solo: richiesta di aiuto/asilo in senso cautelativo.

- Poi c’è una seconda citazione [9,58]: «Vi  ho detto che voi dovete essere pronti alla chiamata, la quale consiste in ciò: che i francesi si affrettano a marcia forzata oltre il confine. – Essi verranno e inonderanno il paese e ne assaliranno gli abitanti e ne faranno strage. Ma allora voi sarete giù al sicuro». Questo atto rappresenta il IV giudizio che avanza, poiché, quando un gruppo di persone scappa, anche tutte le spinte animiche individuali si legano al gruppo cui sono legati. Perciò, una volta innescata la ‘miccia’ della violenza, non ci si ferma più davanti a nulla. E quindi, anche i più semplici comportamenti si trasformano attraverso l’ira che monta. Il giudizio sull’Inghilterra, a seguito del già superato ‘colpo’ alla terra, farà capire che ci si trova davanti ad un Giudizio dall’alto, e la popolazione che per prima scapperà dal nord verso il sud, saranno proprio coloro che non hanno certo nulla da lasciare, proprio i più disperati, così come tutti gli ex migranti che già avevano dovuto sopportare di tutto per ottenere asilo nelle terre del nord, e ora, tutto il sogno di una nuova vita in un paese dove, in un certo senso avrebbe dovuto scorrere ‘latte e miele’, sfumando, lascia presagire che tutto è perduto, e quindi occorre fuggire di nuovo. E quella fede ancora tenuta a freno dall’attività giuridica del paese ospitante, che non c’è più, e inoltre, gli stimoli della sopravvivenza, della spinta alla lotta verso il ‘nemico di fede diversa dalla propria’, con tutte le spinte del mondo spirituale negativo che oramai prenderà il sopravvento in tutti quelli che non hanno coltivato la vera fede, (il Signore usa il termine: le bestie selvagge [9,59], farà sì che non ci sarà scampo tra i rimasti che non sono stati prima tratti in salvo: la prima chiamata, il bagaglio, il viaggio, ecc.

 

-  quinto punto (Giornalino degli amici di Lorber): altre due righe citate: «…questa donna sostiene che il Signore abbia detto di lei: “All’infuori di questo Mio strumento, nessuno poi avrà più niente da scrivere”. (nota di Giuseppe: ora noi tutti non dovremmo credere ai mistici veggenti venuti dopo questa donna, ovvero dopo l’anno 1886)».

 

Che peccato! Quanto dolore deve sostenere il Cuore del Maestro-Gesù nel vedere come la Sua parola sia storpiata e vilipesa, nonché modificata, e solo perché non  si è compresa! Sebbene esortato così tante volte - in altre occasioni - a non eccedere nell’eccessiva libertà di espressioni che non si confanno a un vero credente, Giuseppe persiste in quest’atteggiamento contrario alla verità, storpiandola a suo piacimento, affinché, con il suo modo di essere, sia solo la verità personale, a emergere.

   Il testo dice [LdC cap. 9,123]: «123. Tosto che avverrà il primo colpo, cioè, come si avvicina il primo Giudizio per la rovina del pessimo fra i maligni, così si chiude la scuola. All’infuori di questo Mio strumento, nessuno poi avrà più niente da scrivere. Però, quest’una sorgente non deve inaridire, affinché i figlioli vi possano attingere; e ciò significa: «La via che conduce all’inferno è aperta. Ciascuno può andare dove vuole, ma per ciascuno è pure aperta una piccola porticina per la quale può entrare nella pace eterna». 124. Se Io non lasciassi aperta questa porticina, o se non annunciassi la Mia Parola servendomi della mano o della bocca di uno dei Miei figlioli peregrinante nella carne, al maligno sarebbe lasciato un campo d’azione talmente grande, che voi tutti ne rimarreste infiacchiti. 125. Io devo manifestare Me oppure la Mia Parola affinché rimanga sempre aperta per voi una via, e affinché vi sia una solida muraglia contro la quale debbano infrangersi gli attacchi del nemico. Ormai è qui il tempo del quale ho detto che questa Mia figliola avrà da scrivere ancora di più».

Cioè, il tempo cui fare riferimento, quello in cui resterà comunque aperta la porticina, cioè la ricezione della Parola, è quello seguente al primo colpo, lo scossone, l’avvenimento, affinché questa concessione, resti l’unico strumento attraverso il quale quelli che vivranno il breve tempo della fine fino al Giudzio finale, ne possano personalmente attingere. Ovvero, la ricezione della Parola, come scuola per tutti i fedeli, nel tempo dopo il colpo, non sarebbe potuta accadere! Il perché sia così e non diversamente, lo si può comprendere nello specifico, e approfonditamente, con altri dettati ricevuti da B.D., i quali, raccolti al fascicolo n. 38 spiegano come si svolgerà il breve tempo della fine, ossia quel breve tempo compreso tra il colpo (l’avvenimento), e il Giudizio vero e proprio, quando inizierà una lotta di fede nella quale i fedeli a Dio avranno tutti il dono della ‘parola interiore’, per affrontare questo difficilissimo tempo che si concluderà con il rapimento/rimozione dei giusti [fascicolo n. 42 BD] e il giudizio degli empi [fascicolo n. 44 BD]. Perciò, proprio nessun giudizio imminente dopo il 1886, e fino a oggi, ancora no!

 

-  sesto punto (Giornalino degli amici di Lorber): sugli occhiali.

[LdC cap. 20,3]  « 3. E ora voglio infine descrivervi singolarmente quali oggetti dovete prender con voi quando avrete da lasciare la vostra dimora attuale. La prima cosa che nomino è: occhiali di ogni specie e qualità. Dico questo perché ciascuno sia munito di occhiali per il viaggio. E adesso indicherò quello che dovete prendere nella vostra valigia, perché possiate farvi un concetto del come essa dovrà essere grande. Al trasporto della stessa provvederanno i vostri angeli, i Miei angeli».

Su questo concetto, già oltre 10 anni fa, come abbiamo accennato all’inizio del presente commento, era stato risposto apertamente a Giuseppe con la lettera riportata in allegato, e già allora quelle semplici parole avrebbero dovuto rappresentare per il nostro amico, un monito a rendersi edotto, un’occasione di riflessione della Parola comunicata, una stretta di mano grazie alla quale approfondire le innumerevoli tematiche affrontate con questa dolcissima - sebbene terribile - rivelazione dal Cielo. Ma ciò, evidentemente, allora non servì! Né è comprensibile il perché di tanta avversione da parte sua, verso una tale dolcissima e utile rivelazione, che tra l’altro è in linea con altre. E ciò, esclusivamente per degli occhiali?

Poniamo una supposizione: ipotizziamo cioè uno scenario apocalittico, seguente l’avvenimento dell’impatto dell’asteroide che, in questa rivelazione, è peraltro solo accennato (il colpo!), per non sconvolgere anzitempo l’equilibrio psicofisico dei non credenti – generazioni, da allora fino ad oggi – se questi lo avessero saputo troppo in anticipo. Poiché, solo i credenti possono e devono venire a conoscere determinate verità, quali perle dall’alto, che non devono essere date a tutti.

   Già una vastissima parte della Terra subirà morte e distruzione diretta, compresi i paesi adiacenti, anch’essi colpiti dai detriti e dagli sconvolgimenti dell’atmosfera, nonché dal terremoto conseguente che sarà avvertito in tutti i paesi della Terra, e certamente di una tale entità, oltre l’inimmaginabile, che comporterà distruzioni impensabili in tutte le città della Terra. Non ci sarà più la luce elettrica, così com’è oggi la rete estesa e utilizzata in tutti i paesi civilizzati, poiché le centrali elettriche e le reti di smistamento salteranno. Così come non ci sarà più l’acqua corrente, anch’essa spesso data per spinta da grandi pompe nei vari centri di distribuzione. Mancherà subito ogni possibilità di approvvigionamento dei prodotti alimentari, così come siamo abituati attualmente con le grandi catene di distribuzione degli alimenti nei supermercati, quindi, ogni oggetto rimasto integro, che potrebbe servire in seguito, sarà preda dei più forti, i quali imperverseranno, abusando dei più deboli, o fedeli.

 [LdC cap. 9,69]. « 69. Le miserie andranno accumulandosi, e la fame e le sofferenze verranno sopra tutto ciò che si muove e ha vita. Né l’uccello dell’aria, né l’animale del bosco sarà sicuro della propria vita, perché la fame, e non la malizia, costringerà gli uomini a ricorrere a mezzi illeciti. Povera umanità, perché non lasciate che vi aiuti Io?»

Così come, tramite Bertha Dudde, al fascicolo n.38 è ampiamente citato. Qui, ne ‘Il legame del Cielo’ abbiamo un invito. Ma a chi è diretto? Per scoprirlo, cioè per capire che le categorie dei fedeli cui sono date le indicazioni tramite questo libo , sono diverse, e che a ciascuno di essi il Signore riserva un trattamento diverso, facciamo seguire alcune citazioni:

- [LdC cap. 1,8]: « 8. In mezzo a loro, esse hanno un grande maestro. Io l’ho mandato affinché dichiari loro ciò che avrà da accadere nel tempo nel quale Io intendo di condurre insieme a loro la piccola schiera dei Miei cari. – Essi sono pronti alla partenza e attendono gli avvenimenti e la chiamata che Io, il Signore, lancerò loro. E come un giorno Io comandai al popolo d’Israele che togliesse da sé il pane azzimo, cioè che lasciasse indietro ogni scoria, così sono pure i Miei figlioli pronti per il viaggio nel paese che Io Mi riservo di indicar loro».

 Costoro, qui citati, sono un popolo di credenti lontani dalla civiltà; un po’ come in alcuni films dove s’intende presentare l’introvabile città dell’Eldorado, nella quale gli uomini pensano siano conservate ricchezze infinite. Qui il Signore accenna che esiste un tale popolo, sconosciuto e isolato, e che è grazie a questi uomini e alla loro fede spirituale, che fino ad oggi la Terra è mantenuta nella sua malvagità, essendo questi, i puri, pronti a obbedire, e sempre pronti alla chiamata, per essere portati fuori da quel luogo nascosto, per andare in quello di riunione, quando il Signore vorrà. Dove essi saranno portati e di che luogo si tratti, non è dato sapere:

- « 39. Io intendo parlare dei Miei figlioli i quali abbandonano l’Africa. Il vostro tempo invece non è ancora venuto, giacché voi dovete appena gettar via da voi tutta l’immondizia del peccato, prima che possiate cambiar dimora. Io, il Signore, manderò in quel tempo i Miei angeli sul mondo, affinché i Miei figlioli siano protetti! ...

Cioè, solo i figlioli qui citati, quelli dell’Africa, emigreranno con la chiamata. Gli altri, «il vostro tempo invece…», avranno ben altre cose da fare. Ed è indicato nei versetti successivi:

- «42. Voi dovete vivere con i vostri come finora, né Io opererò dei miracoli particolari. Solamente così posso aiutarvi senza dare nell’occhio agli altri. A voi non accadrà nulla, però non dovete tradirvi, né dovete palesare i vostri accompagnatori (spirituali), perché altrimenti questi dovrebbero immediatamente abbandonare il mondo, e voi allora sareste lasciati in balia della plebaglia. E allora, che ne sarebbe di voi?».

- Una seconda categoria di chiamati per il viaggio, è indicata nel IV° giudizio [cap. 9, 49-55]:

« 52. Chi non ha famiglia, e dimora solo, prenda pure un bagaglio per la sua persona. Ciascun individuo porti un pacco o una valigetta a mano, dove deve trovarsi il puro necessario per un lungo viaggio. Non prendete con voi però, alcuna cosa superflua, altrimenti tutto vi andrà perduto. E quando sarà giunto il tempo di andarsene, voi ne sarete avvisati di notte in un sogno, nel quale un angelo vi apparirà e dirà: “Alzatevi, o figlioli! Il Signore vuole condurre i Suoi figlioli fuori dal deserto, nella Terra Promessa! Amen. 53. Quando in seguito al sogno vi desterete, a ciascuno di voi, al vostro fianco si porrà una guida (spirituale) che vi aiuterà e vi assisterà e curerà il vostro bagaglio. Voi però, prostratevi, raccomandate il vostro spirito e l’anima e il vostro corpo a Me, il Padre, e seguite poi la guida, la quale conosce la via che avete da prendere, e che ha l’incarico di riunire i Miei figlioli affinché questi in file serrate entrino nel paese che è destinato per loro. 54. Io ho riservato a Me di indicare il luogo di destinazione, perché Io, che scruto e conosco i cuori e le reni dei Miei figlioli, ho trovato che non sarebbe buono di dire a loro già ora dove essi avranno da andarsene. Vi basti per adesso che Io vi annunci per mezzo di questa Mia figliola ciò che vi occorre, e sia questa una piccola prova della vostra pazienza e della vostra devozione. 55. Quello che più di tutto bramereste sapere, Mi riservo di dirvelo. Benedetto sia ciascun figliolo il quale accoglie ben volentieri e con pazienza queste parole della prova dal Padre, e con assoluta fiducia si lascia condurre da Lui. E benedetti siano, di un’uguale benedizione, tutti quelli che entreranno nel luogo benedetto già edificato per i Miei figlioli».

Sono costoro, che non essendo abbastanza capaci di resistere alla lotta di fede, saranno preservati in questo breve tempo fino al giorno del giudizio, cioè chiamati dopo il quarto Giudizio per andare nel luogo dove già saranno andati quelli provenienti dall’Africa. Sono costoro, che dovranno approntare il bagaglio con gli oggetti indicati al capitolo 20, alla fine del libretto ‘Il legame del Cielo’. Chi invece dovrà affrontare i cattivi, nella lotta di fede, resterà fino all’ultimo a testimoniare la fede in Dio, con l’aiuto della Parola interiore, per essere salvato con la rimozione.

Quindi, per quanto riguarda gli occhiali, da prenderne ‘di ogni specie e qualità’, che cosa ha a che fare con la ‘quantità’ sostenuta da Giuseppe? È forse là indicato di andare in un negozio di ottica, abbandonato dal proprietario dopo ilcolpo’, a rubare occhiali di ogni genere, come se l’indicazione fosse sulla quantità? No di certo! Tant’è che la seconda parte del versetto 20,3 spiega:

« 3.… Dico questo affinché ciascuno sia munito di occhiali per il viaggio».

Perciò, non esclusivamente occhiali da vista, che certamente ciascuno che li avesse, li porterebbe comunque con sé, ma occhiali di ogni genere per il viaggio, per quelli che non portano occhiali da vista! Riflettiamo: siamo nel 1886, e solo da poco tempo, e pochissime persone potevano permettersi un paio di occhiali da vista. Questi erano riservati solo a persone benestanti, pur se realizzati in una qualità proporzionata alla capacità di lavorazione manuale del tempo. Solo successivamente,  a partire dalla prima guerra mondiale, con lo sviluppo industriale e tecnologico che ne è seguito, gli occhiali graduati hanno avuto un input con la diffusione di massa, e successivamente, dopo la seconda guerra mondiale, con la lavorazione robottizata della plastica, anche occhiali non da vista! Perciò l’indicazione degli occhiali, è da intendersi proprio per il tempo odierno, ed è così espressa, appunto per non stravolgere il modo di pensare di oltre 100 anni fa, tempo in cui non si poteva avere nessuna idea di che cosa essi sarebbero divenuti.

Il Signore, in un certo senso, ci dà il comando: «Fai ciò che ti dico, per il viaggio!» Il motivo non è dato sapere. Ipotizziamo:

1) l’atmosfera anormalmente luminosa dopo l’evento apocalittico;

2) particolari raggi ultravioletti pericolosi alla retina, da schermarsi come possibile;

3) probabili tempeste di vento con polvere più o meno radioattiva, ancora sparsa nell’atmosfera;

4) oppure, come segno caratteristico dei chiamati.

In definitiva, non occhiali da riempirne la valigia, come se questi dovessero utilizzarsi a palate, chissà quando e dove, così come intende Giuseppe, ma un paio a testa per il viaggio, e non necessariamente da vista. Tutto il resto dell’occorrente, esiguo: camice, mutande, fazzoletti, cappello, l’occorrente per rammendare, mi sembra la migliore indicazione di cose indispensabili e in un certo ordine, su cui non c’è proprio nulla da obiettare. Perfino l’indicazione degli strumenti musicali o per dipingere, e i due libri ‘Infanzia di Gesù’ e ‘l’Apocalisse’, sono perfettamente in linea con le altre rivelazioni. Pertanto: dov’è lo scandalo? Avrebbe forse il Signore dovuto indicare dei telefonini, oppure vari telecomandi a pile assortite? No di certo, poiché tutto ciò che è del mondo odierno, resterà al mondo, alla distruzione! Invece, i più preparati, o più idonei a dimostrare la loro fede al prossimo, anche per una sorta di riscatto dai peccati precedenti, quali veri fedeli reincarnati proprio per questa missione (vedi il concetto secondo la rivelazione data ad A. Wolf, “La chiamata dall’universo”), rappresenteranno quelli che lotteranno nella lotta di fede fino all’ultimo giorno. Poi, con la rimozione, tutti: gli africani, i chiamati, e quelli della lotta di fede, saranno rimossi con un atto soprannaturale (BD fascicolo n. 42).

Ci auguriamo che queste brevi ma approfondite spiegazioni, aiutino il credente nella ricerca della verità, ed egli comprenda che questa, non sempre si trova a portata di mano così facilmente, perfino quando è presentata tramite delle rivelazioni; perciò occorre sempre molto amore e studio, nella preghiera e nella meditazione, e chiedendo aiuto solo a Colui che morendo sulla croce per ciascuno di noi, ci ha resi capaci di assimilare e testimoniare la Sua eterna Verità.

 

Amici della nuova Luce

 

 

 

Allegato

Lettera pubblicata sul giornalino ‘Amici di Lorber’ n. 21/1999 di Novembre

 

L'amico Giampiero Vinci di Lecce ci scrive

 

Carissimo Giuseppe

 

Ho notato la tua risposta sul n°17 di Luglio 99 a pag. 8 con la quale ti chiedi il perché sul "Legame del Cielo" sarebbe stato comunicato di portare con sé degli occhiali per affrontare l'ipotetico viaggio tra la propria dimora e il luogo del futuro Regno sulla Terra.

Personalmente, anch'io mi sono posto la stessa domanda, tuttavia ho anche cercato di rispondermi, e adesso l'occasione mi spinge a parlarne sperando che alcune considerazioni possano essere utili per comprendere a tutti noi sempre più i consigli e le raccomandazioni che in ogni tempo sono stati dati dal Cielo agli uomini, per la loro salvezza.

Alcune interpretazioni sull'opera: Essa consta di due dettati (vedi pag.32,3) - "Il Legame del Cielo", dal 1/01/1886 al 16/02/1886 (o 1888 da verificare) a mezzo di M. SP. a G. - "Il futuro Regno", dal 15/02/1905 al 9/03/1905 a mezzo di J. in G. A parte queste righe che potrebbero rappresentare le iniziali dei nomi e della città (?) si evidenziano solo ed esclusivamente le date all'inizio dei vari capitoli non numerati, ma, manca una prefazione attraverso cui sarebbe stato possibile risalire a notizie sul dettato.

Per chi ha avuto il piacere di leggerlo, avrà notato come non sarebbe possibile fare un riassunto, perché ogni frase, ogni espressione, è già di per sé così piena di significato che non se ne può togliere nemmeno una parola. L'Opera inizia con una prosa di 10 righe, le quali rappresentano il soggetto di tutto il primo dettato e da cui il Signore trae spunto dimostrando quanto possa essere profonda e varia ciascuna Parola emanata da Lui. Se poi qualcuno dovesse trovare delle contraddizioni in qualche punto, l'Autore Stesso ci mette in guardia a pag. 91,4:

@«Se in queste Mie Rivelazioni doveste imbattervi in apparenti contraddizioni, non bisogna che le consideriate tali, bensì pensate bene che Io porgo ai Miei figlioli il cibo spirituale così com'essi possono sopportarlo e digerirlo.».

Ciò premesso, cerchiamo di analizzare il testo indicato da Giuseppe. Esso dice così (pag.58,3):

@ «Ed ora Io voglio infine descrivervi singolarmente quali oggetti dovete prendere con voi quando avrete a lasciare la vostra dimora attuale. La prima cosa che Io nomino è: occhiali di ogni specie e qualità. Dico questo perché ciascuno sia munito di occhiali per il viaggio».

Come si può notare, viene indicato, addirittura, quale "prima cosa" da portare con sé, degli occhiali di ogni specie e qualità! E perché dunque? Innanzitutto, a mio avviso, dobbiamo considerare il momento storico in cui questi fatti dovrebbero accadere: il messaggio è del 1886. Ma per quale epoca è stato dettato? Se il Signore sapeva che sarebbero passati oltre 100 anni, e che le caratteristiche di tale utile oggetto sarebbero state sempre più modificate, avrebbe potuto dare una indicazione più precisa? Ovvero: si tratta di occhiali da vista o da sole? Di lenti di vetro o infrangibili? Perché la richiesta dice proprio così: @«.. ciascuno sia munito di un paio di occhiali per il viaggio..». Allora si potrebbe trattare di occhiali da sole con i quali, però, al tempo del dettato molto probabilmente non esistevano; e inoltre, come è da considerare i bambini? Anche a loro va estesa tale richiesta? E ancora: per coloro che non hanno mai avuto bisogno di occhiali di alcun genere, perché dovrebbero essere dotati di un paio di occhiali per il viaggio?

Ma nel dettato è detto: @«.. occhiali di ogni specie e qualità..». Quindi in ciò sarebbero compresi tutti i tipi, indipendentemente dalla specie e dalla gradazione. Né è specificato di portare i propri occhiali (cioè per chi li usa già).

A questo punto vorrei citare un ricordo di quando ero bambino, in cui mio padre diceva spesso: “Se stessimo su di una grande nave e ti dovessi dire: «Buttati a mare», tu che faresti?” - Ed io: “Ma papà, non so nuotare, non mi ci butterei!”. E lui: “E invece ti ci devi buttare! Anche se non sai e non capisci perché”. Ed io: “Ma perché, papà? Allora tu mi vuoi morto!”. E lui: “Ma no, bambino mio, se te lo dico io che ti voglio bene, anche se ti dovessi dire: «Buttati!», tu ti ci devi buttare, perché vuol dire che se non lo facessi sarebbe ancora peggio, e se te lo dico io che ti ho voluto al mondo, tu devi sicuramente credermi e lo devi fare, anche se ti sembra che io, che sono tuo padre, sto sbagliando. Potrei mai voler fare del male al mio bambino? Io che sono più grande di te, so bene perché ti direi una cosa simile, anche se tu non puoi capire!».

Ecco, questo è il mio ricordo, e con questo voglio dire: “Se io riconosco nel dettato del Futuro Regno la Parola santa del Signore, io che non sono nulla agli occhi del Creatore, anche se non capisco, ma è Lui che me lo chiede, per la mia fede in Lui, quale Padre, lo farei. Altrimenti dove starebbe l’amore filiale? Se il Signore, nei tempi antichi, disse: (Genesi 17,11) «Sarà circonciso ogni vostro maschio. Vi farete cioè recidere la carne del vostro prepuzio. », oppure: «La carne degli animali impuri non dovrai mangiarla (Levitico 11)», oppure: «Ricordati del giorno di Sabato per santificarlo (Esodo 20,8)» ecc, forse che l’uomo di allora capiva perché doveva fare tutte quelle cose che gli venivano chieste da un tale invisibile Dio? Egli dovette agire, e fu giustificato in virtù della fede, e solo dopo molte migliaia di anni il Padre amoroso spiegò il perché di tali richieste. Noi, nel tempo attuale, che siamo salvati in virtù dell'amore e delle opere dell'amore, abbiamo però perso di vista il contatto con il nostro Creatore e Padre e crediamo quasi esclusivamente in ciò che vediamo e in ciò che ci viene spiegato dai cosiddetti scienziati e medici e professori. Eppure Egli ci parla sempre, anche se per farsi ascoltare deve adoperare i pochi strumenti rimastoGli attraverso i profeti e scrivani. Ma se noi crediamo che un messaggio provenga da Lui, anche se non lo comprendiamo esattamente, occorre anche che mettiamo mano all’opera, affinché si resti sempre pronti alla chiamata che può venire in qualsiasi momento.

Vorrei farvi osservare ancora una volta che i tempi di Dio non sono i tempi dell’uomo, e se il Signore spesso parla come se una profezia dovesse avverarsi a breve, tuttavia, mutando le condizioni, anche i tempi cambiano, e se mai la profezia dovesse diventare stantia e apparentemente non più attuabile per i tempi che sopravvengono, per coloro che credono è un dovere, se non una vera e propria gioia, fare di tutto per attuare la richiesta del Padre. Quantomeno proprio per scongiurare il giudizio promesso.

Ma forse qualcuno dirà: Si, va bene, ma in un tale ipotetico momento in cui, dopo il crollo delle miniere, il sistema mondiale attuale sarebbe nel caos, e spinti da questo amore filiale e ascoltando la prima chiamata tramite il sogno e poi anche se si avesse accanto il servitore promesso e si dovesse così preparare il bagaglio per il viaggio, non sarebbe il caso di chiedere proprio ad un tale servitore il perché sarebbe necessario portare con sé, tra le poche essenziali (?) cose, proprio degli occhiali per ciascun componente della famiglia che non sono mai stati usati?”. OK, la domanda è pertinente, ed anch’io me lo sono chiesto, ed ho trovato in questo pensiero la risposta: «Caro fratello, tu sai che devi farlo, perché me lo chiedi? Allora fallo!».

Ecco, questo è ciò che mi suggerisce il mio povero spirito. Ma se qualcuno ha qualche altra giustificazione, lo scriva pure al giornalino.

 

In aggiunta, due riflessioni conclusive me le concedo:

- Il Signore Stesso già in questo dettato ci anticipa due cose da prendere in considerazione: una è che in questo luogo, dove saranno raccolti i salvabili, già il Signore Stesso tramite i Suoi servitori farà sì che ci siano tutti quegli elementi utili per il sostentamento, l’altra è che, mentre per le donne viene accennato ai lavori a cui sarà adibita, per gli uomini viene detto:(pag.57,5) «Il lavoro degli uomini verrà invece trattato verbalmente, perché qui si dovrebbe diffondersi in troppi dettagli per lumeggiarli tutti». Ciò per me vuol dire che noi non possiamo sapere che cosa il Signore vorrà che si faccia da noi, ma soltanto che devo munirmi di occhiali.

Nel 1851 tramite Lorber noi abbiamo avuto “La Forza Salutare della Luce Solare” il cui dettato, per gli elementi che contiene, si può dire che non è ancora stato messo in pratica. E’ vero che la Miron produce vetro colorato e sostanze solari, ma l’effetto miracoloso di guarigione è forse proprio così come viene indicato nel dettato? A volte mi sembra che tale “medicina” non sia per l’epoca attuale, ma proprio per il futuro Regno, in un luogo pieno di raggi di sole ai margini dell’equatore (pag.56,3), nel quale sarà necessario curarsi inizialmente e/o curare i nuovi arrivati tramite tali sostanze, per la cui preparazione tramite l'uso di contenitori di vetro colorato occorrerà, per la loro fabbricazione, anche una certa quantità di vetro puro o colorato come quello, appunto, degli occhiali richiesti.

- Un'altra ipotesi che mi viene in mente è che tale viaggio a piedi (è così che ci si muove nel Regno degli spiriti!), dovrebbe essere effettuato mentre sulla Terra incombe il giudizio che avanza, come quello dell'incendiarsi dell'atmosfera (pag.25,6). Non potrebbero tali occhiali (da sole) preservare gli occhi dall'abbagliamento?

 

Certamente le mie sono solo ipotesi, basate su un testo tradotto dal tedesco il cui originale, per la verifica del testo, attualmente non si trova. Mi auguro che qualcuno possa fare luce e chiarire sempre più tale “Parola”, affinché rimanga sempre vivo in noi il desiderio di riunirsi per amare con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutto noi stessi, il nostro caro, amorevolissimo, misericordioso Padre del Cielo e della Terra.

Un caro saluto a tutti voi.

 

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