Risposta
a un’incomprensione
manifestata dal presidente dell’associazione
italiana ‘Amici di Lorber’
È stata resa nota una libera interpretazione
riguardante ‘Il legame del Cielo’, redatta dal presidente dell’associazione Jakob Lorber
Italia, dove egli dissente apertamente sulla spiritualità di questa rivelazione
tutta, ritenendola anatema. Ragion per cui, ci sembra ovvio
esprimere alcune considerazioni in merito, onde evitare che qualcuno dei nostri
lettori – ricercatori della verità – rischi di cadere nella rete
dell’incomprensione, oppure che si avventuri a prendere in considerazione
‘parole di uomini’, piuttosto che cercare di capire la ‘Parola’ proveniente
dall’alto, e farla propria studiandola, meditandola e confrontandola, affinché
non sia soltanto la mente con la semplice lettura a determinare una
comprensione, ma sia piuttosto il sentimento del cuore a ricercarne la verità.
Infatti, è la stessa parola rivelata, che in più di un’occasione ci dice come
qualche volta, per essere messi alla prova, è …concesso, che degli errori si insinuino nelle varie rivelazioni, affinché non si abbia
– sempre - la pappa pronta, ma noi tutti, quali figli, ci si comporti come dei
veri coadiutori, al fine di dimostrare la nostra fede e il nostro amore a Lui,
il Salvatore. Poiché, chiedendo ancora a Lui la verità, sarà poi possibile
riceverla, mentre tutti quelli che la cercano solo in se stessi, ergendosi a
giudici, e sbandierandola, dimostrano di seguire proprio l’oppositore, colui,
che volle far tutto da solo, anziché sottomettersi come un bambino, al Padre!
Dunque,
ai fatti.
Presupposto
A) sul giornalino on-line
dell’associazione Lorber, n.206/2015/pag.8, un lettore chiede se può avere
spiegazioni su un passo del Vangelo in cui il Signore promette la rimozione dei
suoi [Mt. 26,64 / Mc.13,26 – 14,62 / Lc. 21,27];
B) sul n.207/2015/pag.1-12 il presidente
dell’associazione Lorber risponde a un altro lettore
che nel frattempo, attraverso due rivelazioni da lui conosciute, cercava di
rispondere al primo:
- la prima, presa dal libro
‘Il legame del Cielo’, (e la cosa ci riguarda);
- la seconda, presa da una
rivelazione ricevuta – pare – in lingua inglese, che però noi non conosciamo, e
perciò non possiamo nemmeno valutare;
Per il
presidente, entrambe sono da condannare, ritenendole egli completamente
inaffidabili, e frutto della fantasia del ricevente. Più precisamente, le
contestazioni sul Legame del Cielo
vertono sul capitolo 9 vers. 48-69 in cui si fa
riferimento a un bagaglio da preparare, al fine di affrontare il viaggio dopo
la prima chiamata, e tra le poche cose essenziali da portare con sé, al cap.
20,3 sono indicati ogni genere di occhiali. Su questo
elemento/occhiali, già oltre 10 anni fa, a un lettore
di allora, sullo stesso giornalino n. 17/del Luglio 1999, a pag. 8, lo stesso Presidente
aveva manifestato i suoi dubbi, e un altro lettore, evidentemente ancora
interessato all’argomento, gli aveva risposto con calma in una lettera
pubblicata sul n. 21
del Novembre 1999 (vedi allegato), cui però,
non ci fu replica. Non sappiamo il perché, allora, il Presidente non ritenne
opportuno replicare. Resta evidente come gli stessi dubbi avanzati allora sugli
occhiali e su altri punti egualmente controversi, siano
identici a quelli dell’odierna sua ulteriore esternazione, facendo capire che
egli allora non volle comprendere il senso di tali semplici spiegazioni, né
approfondirle, ritenendole forse, non degne
nemmeno di essere prese in considerazione. Ringraziandolo dunque per
averci dato l’opportunità di chiarire ora questi dubbi, cercheremo di farlo per
tutti quelli che sono alla ricerca della verità.
Innanzitutto,
è necessario esplicitare il senso delle critiche
proferite, affinché sia riconoscibile quanto superficiale sia stata una tale
analisi, da parte di chi certamente ha letto, ma non è stato in grado di
comprendere. Infatti, lo studio della parola di Dio non è
il solo leggere, ma comporta ben altre caratteristiche, e queste devono essere
sempre, l’arma del cuore e del desiderio di verità, accompagnate alla richiesta
costante rivolta al Salvatore, del chiarimento, nonché di un certo impegno
personale a comprendere.
-
(Giornalino degli amici di Lorber): n.207 -
pag 5, citazione 1: “Questa pazza veggente aveva scritto:
[L.d.C. cap. 9,12] «Ci sono degli spiriti che vivono dalla
creazione del mondo, vale a dire da 6.666.000 anni».
Questa frase è riferita come se l’affermazione fosse
stata talmente lontana dalla verità, da poter dichiarare ‘pazza’ la veggente,
addebitandole la colpa di aver aggiunto di sua iniziativa, parole oltre la
rivelazione ricevuta. Il presidente non commenta il perché una tale
affermazione sarebbe da pazzi. Lo facciamo noi, nella speranza che gli amici
lettori in cerca della verità, abbiano degli elementi per comprenderla.
Anzitutto, è necessario riportare per intero il
contenuto del versetto precedente, poiché la frase citata è solamente la
conclusione di un concetto ben più articolato: [cap. 9, 5-12]
« (16
gennaio) - 5.
Quando Io dico: “Intendo di descrivere la morte, il Giudizio,
l’inferno e il Regno dei Cieli”, non bisogna che crediate
si tratti della morte corporale, ecc., bensì è intorno alla morte dello spirito che Io voglio intrattenerMi
con voi. 6.
Anzitutto, devo dirvi quello che è da intendersi sotto il concetto di “morte”.
- Esiste in generale una morte, così, forse come la immaginate voi sotto la
forma di uno scheletro ambulante munito di falce e di clessidra? - Oh, no, la morte è il compendio di tutti i peccati,
di tutti i vizi e di tutte le colpe; è il compendio di tutto ciò che è maligno
e perfido, e che è riprovevole, non solo al Mio cospetto, ma anche a quello di
ogni spirito o uomo che sia di sentimenti buoni. 7. Ma Io che sono il Signore, non posso né voglio condannare né
mai condannerò nessuno che abbia sia pure una volta sola, e sia pure soltanto
il breve tempo di un secondo, pensato a Me; giacché nell’azione del pensare a
Me è già insita una rivelazione, cioè un riconoscimento della Mia Onnipotenza. 8. Io sono
effettivamente il Signore, il Quale può separare la vita dalla morte nella
Parola, nella Verità e nell’Azione. Io stesso che sono il Signore e Dio, Mi metto in mezzo
quando il Maligno vuole accalappiare un’anima. Io le pongo parole di
consolazione nel cuore, quando essa crede di esser perduta a causa dei propri
peccati o errori, e di dover andare in ogni caso in perdizione o, se lo
ritiene, che non giovi più alcun pentimento e che per lei non vi sia più
salvezza, per essere Io un Giudice inesorabile. Sono Io, che pongo nel cuore di
una tale povera anima un qualche esempio tratto dalla Sacra Scrittura, e con ciò
le dimostro che Io non disdegno la preghiera nemmeno dei peccatori che si sono
già dati come perduti! 9.
Per i veri figlioli di Dio, quindi, non vi può essere morte, perché Egli stesso
ridesta a Vita tutti i peccatori. Ci sono bensì, peccatori e peccatrici, che
devono più di una volta percorrere la via della carne giacché sempre di nuovo
si lasciano accalappiare e sedurre dal peccato, ovverosia dalla carne, ma
questi tali si puniscono da se stessi e non c’è bisogno che li punisca Io. 10. Che cosa posso
fare Io di un peccatore, per esempio, il quale – anche dopo varie incarnazioni
– non vuole per nulla credere in Me? Vedete, nell’aldilà, già dallo spirituale
che non è possibile circoscrivere nel materiale, uno spirito è reso attento che
ci deve esser Qualcuno, il Quale sovrasta tutte le cose e che tutto ordina,
così come si trova ordinato. 11. Ci sono però, degli spiriti i quali per lunghi anni rimangono
fissi e immobili nello stesso punto, senza pensare a qualche cosa e senza voler
accettare alcunché di vero e di buono da altri spiriti che sono mandati per
ammaestrarli. Essi non credono né a Me né alla Mia Parola, o a quella di un
altro. Simili spiriti, in queste condizioni devono restarsene isolati e campare
molto miseramente la vita. In questa solitudine essi possono esser considerati
morti, e sono ridestati solamente quando essi stessi accolgono un qualche
insegnamento, o se, pure, incominciano a pensare e a credere in Me. 12. Già al primo
pensiero che sia rivolto a Me, essi sono liberati dalla morte; perché per
questi poveretti, persino un pensiero solo a Dio, qualunque esso sia,
costituisce già una liberazione da morte. Tali spiriti non sono di natura
maligna, ma sono così ostinatamente sordi a ogni ammonizione, che con loro non
si sa da dove cominciare. Ce ne sono fra
questi, di tali, che già fin dalla creazione del mondo vivono in questo modo,
vale a dire già da sei milioni seicentosessantasei mila anni (6.666.000)».
Su
tale punto è espresso dunque, un concetto esteso sulla morte spirituale, che in questa rivelazione istruisce su più
fronti, fino a citare che ci sono degli spiriti (originari) [cap. 9,11] i quali
restano nella stessa situazione, fissi e immobili, per lunghi anni, come morti,
e di questi [cap. 9,12] ce ne sono tali, che vivono a
questo modo, fin dalla creazione del mondo.
(Analisi della
frase): facciamo notare come, chi ha
potuto leggere l’errata corrige inserita nel libro Il Legame del Cielo nella sua nuova edizione del 2003, sappia che
non è stato possibile trovare il testo nella sua stesura in lingua originale, e
che questa edizione, fedele copia della prima edizione del 1927-1929, è stata
una versione in un certo senso rabberciata
dall’editore, o copiatore, in quanto, solo dopo la stampa, nel 2003, si è
potuti entrare in possesso di una copia manoscritta del traduttore, attraverso
cui, a un confronto, è stato possibile scoprire tanti piccoli errori - o
modifiche peggiorative - dell’ottimo testo manoscritto. Ciò ci fa capire che,
innanzitutto, non essendo possibile verificare la traduzione, anche qualunque
refuso interpretato dal traduttore deve essere preso con le pinze, poiché ci
vorrebbe l’originale della veggente, che pare sia
andato perduto dalla casa editrice Lorber tedesca,
cui fu inviato negli anni trenta. Perciò, se al presidente la cifra fa storcere il naso, giacché è noto che la
nostra Terra è certamente molto più vecchia di 6.666.000 anni, occorre allora
un certo discernimento al fine di sbrogliare la matassa. Per certo, sappiamo
che è il Signore, a volte, a lasciare specificatamente dei punti poco chiari,
per tanti motivi, fra cui quello che, attraverso successive rivelazioni, a
volte allo stesso, a volte a un altro veggente, poi
quel punto diventa chiaro. Nel nostro caso, la frase sarebbe senz’altro più
chiara se, ad esempio, fosse stata strutturata così: «Ce ne sono alcuni, di tali spiriti, che già
fin da quando essi furono relegati nella creazione del vostro mondo, vale a
dire da 6.666.000 anni…», poiché così, anche alla luce di altre
rivelazioni, quel numero sarebbe assai più comprensibile.
Già di per sé, questo numero è particolare,
e da solo si presta a varie interpretazioni. Attraverso Lorber
sappiamo che la superficie della Terra cominciò a fuoriuscire dalla massa
liquida di cui era composta, circa sette milioni di anni prima della nascita dell’uomo (non di Adamo!), e che è soggetta a dei cicli di
trasformazione attraverso cui essa si rinnova. [Testimonianze
dalla natura cap. 2]. Inoltre, già al cap. 65,6
del GEG vol.6 un insegnamento di Gesù ai
discepoli aveva prefigurato che alcune anime potevano restare per dei milioni
di anni sullo stesso punto:
« 6. Certamente ci sono
dei mezzi, usando i quali anche una simile anima può essere salvata dopo
lunghissimi spazi di tempo, ma questi mezzi hanno in verità un aspetto ben
deplorevole e doloroso! Poiché a più di un'anima di questa specie, indurita
cioè, nella sua perfidia, possono talvolta occorrere anche milioni di anni
terrestri di tempo, prima che essa incominci per sua personale virtù a
migliorarsi, quando sia fatto uso di simili mezzi tormentosi nei suoi
confronti. Ed è perciò che qui un giorno
ha maggior valore di cento anni nell'aldilà, calcolati secondo la misura
terrestre del tempo. Comprendete voi ciò?»
Attraverso un'altra mistica più recente, Bertha Dudde, cioè in rivelazioni
date dopo oltre 100 anni da Lorber, è spiegato in
modo approfondito [fascicolo n. 87]
come avviene che lo spirituale svolga la sua funzione nella materia e come esso
raggiunga gradualmente la liberazione da questa, quando rinuncia alla sua
opposizione a Dio. Perciò, anche alla luce della rivelazione a B. Dudde, si può capire come il ragguaglio sia da intendersi
riferito alla possibilità che in uno di questi spazi ciclici di tempo – che può
arrivare fino a 6.666.000 anni – quando nella materia trasformata furono
relegati degli spiriti, di tali, alcuni non abbiano mai modificato la loro
essenzialità, e pertanto, siano rimasti ancora fermi sullo stesso gradino di
evoluzione/durezza/opposizione. – Quindi, cari amici, nessuno scandalo
per chi conosce la verità.
- (Giornalino
degli amici di Lorber) - pag. 5, citazione 2: «…nel 1886 aveva
scritto che: “Nel giro di pochi mesi sarebbero crollate tutte le miniere di
carbone e altre miniere, e tutti ne sarebbero stati informati attraverso i
giornali. Dopo di ciò, un fuoco avrebbe bruciato tutta l’Inghilterra, e altri
fuochi avrebbero bruciato altre parti della Terra, ma che tali notizie
devastanti i suoi seguaci di quell’epoca le avrebbero sapute più tardi, poiché
sarebbero bruciati anche i pali telegrafici. Aggiunse che ci sarebbe
stata l’invasione dei francesi i quali avrebbero fatto una strage degli
abitanti (non si sa di quali abitanti, visto che
non si sa CHI era questa pazza, né il suo paese di origine che avrebbe
dovuto essere distrutto dai francesi)».
La citazione, così com’è presentata, denota un certo
sgarbo da parte di Giuseppe (il presidente),
e la sua superficialità nel non voler analizzare, né approfondire le
rivelazioni, poiché, avere un parere assolutamente personale su un argomento, è
lecito, ma sbandierarlo come fosse una verità, senza aver prima effettuato alcun approfondimento, dimostra di volersi porre
da se stessi al servizio di chi lavora per spargere zizzania, e servire così,
piuttosto, l’avversario di Dio. Vediamo i punti citati:
- primo
punto (Giornalino degli amici di Lorber): (…nel giro di pochi mesi).
Che da lì a
pochi mesi dalla ricezione del dettato (1886), sarebbero crollate tutte le
miniere di carbone – è una vera e propria supposizione errata! Da nessuna parte
c’è un riferimento al tempo del giudizio imminente, ma solo che esso sarebbe dovuto avvenire, e solo, dopo il
colpo inferto alla Terra! Il mese
cui probabilmente si fa riferimento, è al capitolo 9,36, cioè: dall’inizio del
fremito, dopo il cui colpo, passerà un mese.
[LdC cap. 9,35-36]: «35.
Se a prescindere dal fremito di cui abbiamo detto, si farà talvolta sentire
anche qualche piccolo terremoto, non bisogna che vi spaventiate, giacché le
pietre non cadono giù negli abissi senza far rumore e, di solito, non cadono
isolatamente. Il frequente e rapido susseguirsi precipitoso dei massi, produce
un rumore e uno scrollamento oscillatorio del terreno. Non appena le pietre si
saranno solidamente unite agli strati sottostanti delle rocce o dell’argilla,
vale a dire, quando si saranno in maniera rigida assestate, soltanto allora, il fremito della Terra
avrà una fine. 36.
E questo periodo, secondo il vostro modo di computare, avrà la durata di circa un
mese intero. Nessuno scienziato sarà capace di rendersi ragione del
fenomeno e, nonostante studi più profondi e lo sfoggio della più vasta scienza,
non ci sarà nessuno che potrà spiegare le cause del fremito della Terra».
Il concetto,
sebbene non esplicito, è tuttavia chiaro, poiché, che
non si trattasse di un tempo di allora, ma di qualcosa di molto più avanti che
non è ancora avvenuto, è evidente, e basta seguire la cronologia degli eventi
espressi al cap. 9, nella spiegazione del Giudizio:
- [vers. 29]: il
colpo inferto alla Terra;
- [vers. 39]: migrazione
dei figlioli (quelli africani – cap. 1,7 e 19,4)
- [vers. 30-34 e 7,13]: crollo delle miniere (I° giudizio)
- [vers. 29-31 e 36]: fremito per lungo tempo; (II° giudizio)
- [vers. 35]: qualche
piccolo terremoto;
- [vers. 36]: durata
del fremito di un mese;
- [vers. 37]: grandi
proclami per il Giudizio imminente (anche tramite B. Dudde
al fasc. n. 39 – ‘Il precursore’);
- [vers. 38]: fine
dell’ordine civile
- [vers. 45]: fuoco
sull’Inghilterra dopo 24 ore dalla fine del fremito; (III° giudizio)
- [vers. 51]: i francesi al confine. Preparare il bagaglio.
[LdC cap. 9, 53-56]:
solo dopo quest’ultimo evento, la spiegazione entra nel calcolo di un tempo
riferito a ‘mesi’, dopo dei quali, con il Giudizio finale, ci sarà ‘la
rimozione’, (che era l’elemento della domanda del lettore al giornalino degli
amici di Lorber), e non certamente un tempo di mesi
dalla dettatura alla veggente!
- « 56. O
diletti figlioli, ormai soltanto a mesi, avrete
ancora da calcolare il tempo dopo il quale Io, il Padre, il Maestro e il
Signore, radunerò i Miei figlioli, i Miei scolari e i Miei sudditi.
Rallegratevi, perché presto voi Mi vedrete, però non già nel Mio splendore e
nella Mia Gloria, perché ciò sarebbe di grave impedimento al vostro amore per
Me! Oh, no, Io verrò a voi semplicemente simile a voi, e ciò ben presto.
Preparatevi dunque, giacché Io voglio vedervi così come
siete».
- secondo punto (Giornalino degli amici
di Lorber): il
crollo delle miniere.
Esso è anticipato al cap. 7,13):
- « 13. Udite ancora: “Una
campana suonerà, la quale non ha mai ancora suonato, e uno squillo sarà udito
sopra tutta la Terra”. - “Questa cosa appare alquanto incredibile e di
sapore mistico e oscuro”, così pensate voi. Ebbene, la campana significherà il crollo quasi simultaneo di tutte le
miniere di carbone, ed anche delle altre. Ma
quando ciò accadrà, sappiate allora che è il Padre, il Quale fa suonare la
campana al cui squillo voi dovete fare attenzione. Questo suono si propagherà
quasi con la velocità del vento da un Paese all’altro. Per mezzo dei giornali che voi leggerete, voi giungerete a sapere
quasi contemporaneamente come staranno le cose».
Ma questo primo ‘giudizio’, sarà solo a seguito del ‘colpo’ che sarà inferto alla Terra. [LdC cap. 9, 29-30]:
- « 29. Subito dopo il colpo
che sarà inferto alla Terra, a causa del quale essa tremerà da un Polo
all’altro fin nelle sue fondamenta, e quando anche l’ultima miniera sarà
crollata, si manifesterà un lento tremito della Terra, il quale farà piombare
nell’angoscia e nello spavento ogni essere vivente. Questa è la conseguenza
naturale dei precedenti crolli del terreno. 30. Gli spazi vuoti creati nella terra in
seguito al lavoro del minatore, si riempiranno di massi che verranno a
crollare. Perciò si produrrà questo fremito. Io non posso cambiare le cose,
perché, come detto, si tratterà della conseguenza naturale del primo colpo».
Di quale colpo si
tratti, non è citato né da Lorber, né in questa
rivelazione, poiché è un concetto talmente legato al Giudizio finale, che solo
molto più avanti, attraverso B. Dudde, poté essere
rivelato, e in modo tale, che solo dopo aver messo insieme i dettati relativi a
un tale avvenimento mondiale, e la cui traduzione è avvenuta solo pochi anni fa
[fascicolo n. 109], dunque
solo ai nostri giorni, è stato possibile conoscere di che si tratta. E una
simile rivelazione non poteva essere fatta a Lorber,
né a questa mistica anonima, poiché essi vissero molto tempo prima. Il perché
occorra leggere fino al versetto 26, cioè il perché
sia necessario che le miniere di carbone e anche altre (nel 1888 non c’era
ancora la corsa all’accalappiamento delle miniere di petrolio, avvenuta dopo,
quindi il termine ‘altre’ è corretto!) debbano crollare in sé, è evidente solo
per un vero figlio che ascolta e vuole comprendere nel profondo la parola del
Padre.
Su questo
concetto il Padre si dilunga, e ciò è un invito a farci capire che l’uomo non
può – per il denaro o il profitto – abusare della libertà di sfruttare
inopinatamente la Terra nelle sue riserve, poiché così, è evidente che si
attira un giudizio. Di conseguenza, se nel terreno restano degli enormi vuoti, alla fine questi crolleranno! Che occorresse
studiare e approfondire il testo, già il Signore lo anticipa con la fine della
frase al versetto 12: «12. ... I ciechi nello spirito, certamente
non Mi comprenderanno». E ciò è evidente, infatti,
nel 1888 non c’era ancora lo sfruttamento delle miniere, avvenuto in seguito, e
un tale giudizio non poteva avvenire allora, quando solo le miniere di carbone
potevano essere considerate con dei vuoti nel sottosuolo. Quindi il riferimento
non era per quell’epoca, poiché lo sfruttamento, e quindi la creazione delle
enormi cavità sotterranee, è avvenuto molto più tardi,
con l’inizio dell’era moderna e lo svuotamento del sottosuolo dal petrolio e
dai gas naturali a dismisura.
« 14. Io vi dico: “Questo è il primo mietitore il quale mette la falce alla zizzania, ed egli taglia
fino a tanto che ha compiuto il suo lavoro”. Questo primo mietitore è
però il maligno spirito stesso, poiché egli vuole far entrare gli uomini in
possesso di molto denaro, allo scopo che essi non abbiano
il tempo, nel turbamento della felicità del denaro, di pensare a Me, di pregarMi e di sacrificare a Me il loro lavoro. 15. Egli, il
maligno, soltanto, nella sua cecità dimentica che i sostegni del terreno sul
quale lavorano i minatori è divenuto vacillante, e che soltanto alla Mia Grazia
è dovuto se già da lungo tempo questa catastrofe è
stata impedita. Poiché Io ho comandato agli angeli di mantenere questo ponte
fradicio fino a tanto che non sia giunto il tempo di prendere il Maligno stesso
nella sua stessa trappola. 16. Egli diventerà furente, e nella sua ira cercherà di arrecarvi del
danno. Ormai sta in voi di prestare più fede a Me che a tutte le trame che egli
ordisce. Egli avrà per appoggio la sapienza falsa accumulata dagli scienziati
del mondo, i quali appena posticipatamente dimostreranno con precisione che
così sarebbe dovuto accadere.17. Ma voi, ai quali già oggi Io vado
annunciando tali cose, voi sapete la ragione per cui i sostegni della Terra
sono mantenuti ancora. Non smarritevi, poiché Io sono con Voi! Io conosco i
cuori dei Miei figlioli, e so che Mi sono devoti. Abbiate fede nel Padre, voi
che siete dei buoni figlioli. Non disperate, perché Egli solo può difendervi ed
anche vi difenderà e vi libererà dalle insidie del
Maligno, le quali con l’iniziare del Regno dei mille anni hanno raggiunto la
fine. Il Mio avversario farà ogni sforzo possibile per accalappiarvi, usando
sapienza, arti e ogni sorta di piccole macchinazioni. Però,
voi restateMi fedeli e siateMi
devoti; amateMi come il Padre vostro, il vostro Protettore, vostro Dio e Signore;
così vado dicendovi del continuo Io, che sono il Padre di ogni Vita e di ogni
benedizione.
IO,
IL PADRE DELLA VITA BENEDETTA
18. O diletti figlioli, Io sono il Padre che compendia
in Sé la Vita e la benedizione. Io ho benedetto i Miei figlioli, e ho fatto la
Terra perché serva da dimora ai
figli di Dio. E invece, come hanno i figlioli ricompensato il
Padre? Non hanno essi ridotto la Terra, che era destinata a dimora degli uomini
migliori della Creazione, non l’hanno essi ridotta a
una spelonca di ladroni, anzi, peggio ancora, a una prigione di bestie selvagge
e feroci? 19.
Vedete, Io stesso, quale Signore della Creazione, ho
pianto quando vidi che tutto, tutto era vano, e che nessuno più voleva cercarMi ed udirMi nelle Mie
parole. O figlioli Miei, il Padre che tutti vi ha creati,
e il Quale vi guida dalla culla alla tomba, questo Padre ha pianto. Egli sentì pietà nel
vedere come tanti fra voi si erano incamminati per la via comoda, e tuttora vi
vanno e ancora vi andranno. E la Pietà in Me così
parlò all’Amore: “Noi vogliamo
stringerci assieme e costruire una via stretta, e vedere se per questa via
l’uno o l’altro s’incamminerà verso il mondo della pace”. E come
stabilito, costruimmo la strada e vi disponemmo dei
gradini. E quantunque di rado, molto di rado, pure,
dei viandanti stanchi del mondo se ne vennero fino alla scala, però, molto più
raramente vi s’incamminarono, tuttavia almeno qualcuno ci venne. 20. Questi sono
stati benedetti dal Padre d’Amore, ottennero la Vita e, benché lentamente, furono pure introdotti nel Regno della pace, che tutti
possono e dovrebbero conquistarsi e che, pure pochi soltanto raggiungono. O
Miei buoni figlioli, non è lasciato al Maligno
abbastanza potere, onde perseguitare i Miei agnelli? 21. Io non
costringo nessuno, Io non comando a nessuno, poiché ciascuno ha la propria
libera volontà. Però la Mia libera Volontà la possiedo
anch’Io. Chi dunque si abbandona del tutto a Me e non ha più volontà, costui è
Mio, e a lui Io dono la Vita ed elargisco la benedizione, ed è lui che Io
chiamo Mio figliolo. 22.
Certo, coloro che si abbandonano a Me, resteranno Miei figlioli; Io non Mi
stacco più da loro, perché Io voglio interdire al Maligno i suoi armeggi e
voglio dimostrare Chi è il Signore e Chi è il Vincitore, se egli con i suoi
accoliti, oppure Io con i Miei figlioli. Io vi rafforzerò e vi guiderò
(spiritualmente) per sentieri nascosti che egli non conosce. 23. Io intendo
dimostrare all’Infinità che essa non deve tremare quando Io metto mano al
timone che dirige l’Universo. Io sono il Domatore del Maligno, e conseguirò
quella vittoria che egli s’illude di aver già conseguito. Io lo ricaccerò per
sempre fra le strettoie dalle quali ora lo svincolo per provare i Miei
figlioli. 24.
Per questa ragione anche questa Terra rappresenta il mondo della prova, cioè la
dimora della prova dell’Infinito. Io ho dato a
ciascuno, al momento della sua nascita, i mezzi per ottenere la Vita, affinché
nessuno possa dire: “Signore, Tu ci
hai bensì dato la vita terrena, ma non ci hai dato
contemporaneamente un dono celeste per il mantenimento eterno della Vita”.
25.
Ma allora Io esclamerò ad alta voce: “Che
cosa ne avete fatto del talento che vi ho affidato, e della Vita che vi ho
donato dall’aldilà per la peregrinazione su questo mondo? Non vi ho fatto dire, per mezzo di uomini
bene intenzionati: credete che Io sono il Padre, e
sperate che dopo la vita su questo mondo ce n’è un’altra migliore! 26. AmateMi come
il Padre dei Suoi figlioli e amatevi tutti ugualmente fra voi, così otterrete
la Vita e la benedizione da Me, il Padre vostro. Ma
voi la Mia voce non l’avete udita, e perciò neppure Io intendo udire qualcosa
da voi. Andatevene dunque! E se volete entrare nel Mio Regno,
percorrete ancora una volta la via della carne, dei dolori e della miseria;
infatti, Io non sento misericordia per voi che non ne avete avuta nessuna per
Me e per i Miei figlioli”.
- Amen, Amen, Amen!»
- riguardo ai
giornali, è evidente che a quel tempo, essendo questi, gli unici mezzi
d’informazione, non sarebbe stato possibile dire che una tale notizia si
sarebbe diffusa tramite televisione o radio o internet, ecc.!
- terzo
punto (Giornalino degli amici di Lorber): fuoco
sull’Inghilterra.
Citiamo il testo della rivelazione [LdC cap. 9,45-46]:
«45. Il successivo
Giudizio da seguire al secondo, subentrerà quando la Terra avrà
perdurato in quiete per 24 ore. Un fuoco si rovescerà su tutta l’Inghilterra, causato dalle
sostanze infiammabili trattenute per tanto tempo nell’aria, e questo fuoco
brucerà tutto ciò che ancora rimane lì. Chi è buono e giusto dinanzi a Me,
questi sarà già salvato prima, e soltanto l’immondizia sarà distrutta sulla
Terra. E questo sarà nuovamente un Giudizio non invocato da Me, bensì prodotto
dagli uomini stessi. 46.
La Terra è ricoperta da un’epidermide. Se questa è ripiena di sostanze
infiammabili e tali sostanze vengono sfregate a causa
del continuo scuotimento della Terra, è naturale che debbano accendersi. Dunque, come detto, ciò non è opera Mia, bensì degli uomini
stessi, avidi di denaro. Queste notizie giungeranno agli orecchi vostri appena più tardi, perché perfino i fili telegrafici bruceranno. Allora
voi saprete che cosa è questo e chi l’ha provocato. Questo è il terzo guaio che
verrà sopra la Terra.
Poiché l’uso di internet e
dei mezzi televisivi o radio non poteva certamente essere citato dal Signore
nell’anno 1888, è evidente che per fili
telegrafici sono da intendersi i moderni ripetitori, che stanno sempre
nell’aria su dei pali. Se al tempo della veggente una tale ipotesi poteva
essere considerata fantascientifica (allora la scienza non era ancora
supportata da fantascienza, ma solo da fantasia), oggigiorno la situazione è
ben diversa. Dopo aver osservato per così tanti anni il buco nell’ozono, tutti
gli scienziati sanno che nell’atmosfera migrano e ristagnano innumerevoli gas,
liberati dall’uomo a causa della sua sconsiderata sete di potere, e questi per
adesso stanno lì, apparentemente innocui – sebbene gli scienziati stessi, a
volte esprimano i loro dubbi a riguardo. Ora, nel momento in cui dovesse
verificarsi l’impatto con un asteroide, lo scossone (il colpo) sulla Terra, o
terremoto mondiale che ne scaturirà, provocherà la rottura di tutti quei tubi
del gas di cui le moderne città sono oggi ramificate, immettendo altro gas fresco
nell’atmosfera, e quindi, saturando l’atmosfera già ‘lesa’ dal lancio di milioni e milioni di tonnellate di
polvere negli strati bassi dell’atmosfera, così come è ipotizzabile accada,
dopo un impatto con un asteroide infuocato. Quindi dopo questo spazio di tempo
- un mese – durante il quale l’atmosfera ha resistito a non esplodere, così come è profetizzato, dopo due giorni dalla fine del fremito,
altri spiriti/gas liberatasi da tutte queste miniere di carbone-zolfo-petrolio-metano-ecc.,
porteranno l’atmosfera a incendiarsi. Il dove, è indicato sull’Inghilterra, e
per comprendere perché su questo popolo, sebbene sia già detto al cap. 9,45: «chi è buono e giusto dinanzi a Me, questi
sarà già salvato prima, e soltanto l’immondizia sulla terra sarà distrutta»,
sarebbe opportuno studiare bene le “12 Ore”
comunicate a J. Lorber. In quella rivelazione si
rende evidente come il comportamento degli inglesi fu così efferato in ogni
angolo della Terra, tale da essere seguito solo raramente da altri popoli in
cerca di tesori. Quindi, come dire: ‘Un giudizio
attirato su di sé”.
- quarto
punto (Giornalino degli amici di Lorber): l’invasione dei francesi
che avrebbero fatto strage degli abitanti…(non
si sa di quali abitanti, visto che non si sa CHI era questa pazza, né il
suo paese di origine che avrebbe dovuto essere distrutto dai francesi)
Altra affermazione di Giuseppe da ritenersi gratuita e
ingiusta. Il testo dice: [LdC cap.
9,51]:
« 51. Ma voi fate attenzione
quando si dirà che i francesi si avanzano oltre il confine con la velocità
del vento; allora sappiate e pensate che: “Ora il Signore ha chiamato, e noi dobbiamo seguire il Suo richiamo”. - Raccogliete
tutto ciò che intendete portare con voi in una cassa o baule che sia, e
prendete soltanto quest’unico bagaglio. Dunque, per
ciascuna famiglia, un pezzo».
- Che i francesi avrebbero fatto strage degli abitanti
e che avrebbero distrutto un non ben identificato paese
viene citato inizialmente al cap. 9,51: «Ma voi fate attenzione quando si dirà che i
francesi si avanzano oltre il confine con la velocità del vento…», riferisce che i francesi - certamente
i più vicini all’Inghilterra - i quali hanno potuto vedere con terrore
l’incendio maestoso estendersi al di sopra del territorio inglese, poiché
probabilmente anche a occhio nudo si vedrà un simile spettacolo, si
precipiteranno lontani quanto più possibile dal Nord, temendo anch’essi un
simile incendio sulle loro teste, e andando verso i confini del Sud. Quindi, ancora nessuna aggressione, né guerra, ma solo: richiesta
di aiuto/asilo in senso cautelativo.
- Poi c’è una seconda citazione [9,58]: «Vi ho detto che voi dovete essere pronti
alla chiamata, la quale consiste in ciò: che i francesi si affrettano a marcia forzata
oltre il confine. – Essi verranno e inonderanno il paese e ne assaliranno gli
abitanti e ne faranno strage. Ma allora voi sarete giù
al sicuro». Questo atto rappresenta il IV
giudizio che avanza, poiché, quando un gruppo di persone scappa, anche tutte le
spinte animiche individuali si legano al gruppo cui
sono legati. Perciò, una volta innescata la ‘miccia’ della violenza, non ci si
ferma più davanti a nulla. E quindi, anche i più semplici comportamenti si
trasformano attraverso l’ira che monta. Il giudizio sull’Inghilterra, a seguito
del già superato ‘colpo’ alla terra, farà capire che ci si trova davanti ad un
Giudizio dall’alto, e la popolazione che per prima scapperà dal nord verso il
sud, saranno proprio coloro che non hanno certo nulla
da lasciare, proprio i più disperati, così come tutti gli ex migranti che già
avevano dovuto sopportare di tutto per ottenere asilo nelle terre del nord, e
ora, tutto il sogno di una nuova vita in un paese dove, in un certo senso
avrebbe dovuto scorrere ‘latte e miele’, sfumando, lascia presagire che tutto è
perduto, e quindi occorre fuggire di nuovo. E quella fede ancora tenuta a freno
dall’attività giuridica del paese ospitante, che non c’è più, e inoltre, gli
stimoli della sopravvivenza, della spinta alla lotta verso
il ‘nemico di fede diversa dalla propria’, con tutte le spinte del mondo
spirituale negativo che oramai prenderà il sopravvento in tutti quelli che non
hanno coltivato la vera fede, (il Signore usa il termine: le bestie selvagge [9,59], farà sì
che non ci sarà scampo tra i rimasti che non sono stati prima tratti in salvo:
la prima chiamata, il bagaglio, il viaggio, ecc.
- quinto punto (Giornalino degli amici di Lorber): altre due righe citate: «…questa donna sostiene che il Signore abbia detto di lei:
“All’infuori di questo Mio strumento, nessuno poi avrà più niente da scrivere”.
(nota di Giuseppe: ora noi tutti non dovremmo credere
ai mistici veggenti venuti dopo questa donna, ovvero dopo l’anno 1886)».
Che peccato! Quanto dolore deve sostenere il Cuore del
Maestro-Gesù nel vedere come la Sua parola sia
storpiata e vilipesa, nonché modificata, e solo perché
non si è compresa! Sebbene esortato così
tante volte - in altre occasioni - a non eccedere nell’eccessiva libertà di
espressioni che non si confanno a un vero credente, Giuseppe persiste in
quest’atteggiamento contrario alla verità, storpiandola a suo piacimento,
affinché, con il suo modo di essere, sia solo la verità personale, a emergere.
Il testo dice
[LdC cap. 9,123]:
«123. Tosto che avverrà il primo colpo, cioè, come si
avvicina il primo Giudizio per la rovina del pessimo fra i maligni, così si
chiude la scuola. All’infuori di questo
Mio strumento, nessuno poi avrà più niente da scrivere. Però,
quest’una sorgente non deve
inaridire, affinché i figlioli vi possano attingere; e ciò significa: «La via che conduce all’inferno è aperta.
Ciascuno può andare dove vuole, ma per ciascuno è pure
aperta una piccola porticina per la quale può entrare nella pace eterna». 124. Se Io non
lasciassi aperta questa porticina, o se non annunciassi la Mia Parola
servendomi della mano o della bocca di uno dei Miei figlioli
peregrinante nella carne, al maligno sarebbe lasciato un campo d’azione
talmente grande, che voi tutti ne rimarreste infiacchiti. 125. Io devo manifestare Me oppure la Mia Parola affinché rimanga
sempre aperta per voi una via, e affinché vi sia una solida muraglia contro la
quale debbano infrangersi gli attacchi del nemico. Ormai è qui il tempo del
quale ho detto che questa Mia figliola avrà da scrivere ancora di più».
Cioè, il tempo cui fare riferimento, quello in cui
resterà comunque aperta la porticina,
cioè la ricezione della Parola, è quello seguente al primo colpo, lo scossone,
l’avvenimento, affinché questa concessione, resti l’unico strumento attraverso
il quale quelli che vivranno il breve tempo della fine fino al Giudzio finale, ne possano personalmente attingere. Ovvero,
la ricezione della Parola, come scuola per tutti i fedeli, nel tempo dopo il colpo, non sarebbe potuta
accadere! Il perché sia così e non diversamente, lo si può comprendere nello
specifico, e approfonditamente, con altri dettati ricevuti da B.D., i quali, raccolti al fascicolo n. 38 spiegano
come si svolgerà il breve tempo della fine, ossia quel breve tempo compreso tra
il colpo (l’avvenimento), e il Giudizio vero e proprio, quando inizierà una
lotta di fede nella quale i fedeli a Dio avranno tutti il dono della ‘parola
interiore’, per affrontare questo difficilissimo tempo che si concluderà con il
rapimento/rimozione dei giusti [fascicolo n. 42 BD] e il
giudizio degli empi [fascicolo n. 44 BD].
Perciò, proprio nessun giudizio imminente dopo il 1886, e fino a oggi, ancora
no!
- sesto punto (Giornalino degli amici di Lorber): sugli occhiali.
[LdC cap. 20,3] « 3. E ora
voglio infine descrivervi singolarmente quali oggetti dovete prender con voi quando avrete da lasciare la vostra dimora
attuale. La prima cosa che nomino è:
occhiali di ogni specie e qualità. Dico questo perché ciascuno sia munito di occhiali per il viaggio. E adesso
indicherò quello che dovete prendere nella vostra valigia, perché possiate
farvi un concetto del come essa dovrà essere grande.
Al trasporto della stessa provvederanno i vostri angeli, i Miei angeli».
Su questo concetto, già oltre 10 anni fa, come abbiamo
accennato all’inizio del presente commento, era stato risposto apertamente a
Giuseppe con la lettera riportata
in allegato, e già allora quelle semplici parole avrebbero dovuto
rappresentare per il nostro amico, un monito a rendersi edotto, un’occasione di
riflessione della Parola comunicata, una stretta di mano grazie alla quale
approfondire le innumerevoli tematiche affrontate con questa dolcissima -
sebbene terribile - rivelazione dal Cielo. Ma ciò,
evidentemente, allora non servì! Né è comprensibile il perché di tanta
avversione da parte sua, verso una tale dolcissima e utile rivelazione, che tra
l’altro è in linea con altre. E ciò, esclusivamente per degli occhiali?
Poniamo una supposizione: ipotizziamo cioè uno scenario apocalittico, seguente l’avvenimento dell’impatto
dell’asteroide che, in questa rivelazione, è peraltro solo accennato (il
colpo!), per non sconvolgere anzitempo l’equilibrio psicofisico dei non
credenti – generazioni, da allora fino ad oggi – se questi lo avessero saputo
troppo in anticipo. Poiché, solo i credenti possono e devono venire a conoscere
determinate verità, quali perle dall’alto, che non devono essere date a tutti.
Già una
vastissima parte della Terra subirà morte e
distruzione diretta, compresi i paesi adiacenti, anch’essi colpiti dai detriti
e dagli sconvolgimenti dell’atmosfera, nonché dal terremoto conseguente che sarà
avvertito in tutti i paesi della Terra, e certamente di una tale entità, oltre
l’inimmaginabile, che comporterà distruzioni impensabili in tutte le città
della Terra. Non ci sarà più la luce elettrica, così com’è oggi la rete estesa
e utilizzata in tutti i paesi civilizzati, poiché le centrali elettriche e le
reti di smistamento salteranno. Così come non ci sarà
più l’acqua corrente, anch’essa spesso data per spinta da grandi pompe nei vari
centri di distribuzione. Mancherà subito ogni possibilità di approvvigionamento
dei prodotti alimentari, così come siamo abituati attualmente
con le grandi catene di distribuzione degli alimenti nei supermercati, quindi,
ogni oggetto rimasto integro, che potrebbe servire in seguito, sarà preda dei
più forti, i quali imperverseranno, abusando dei più deboli, o fedeli.
[LdC cap. 9,69]. « 69.
Le miserie andranno accumulandosi, e la fame e le sofferenze verranno sopra tutto ciò che si muove e ha vita. Né l’uccello dell’aria, né
l’animale del bosco sarà sicuro della propria vita, perché la fame, e non la
malizia, costringerà gli uomini a ricorrere a mezzi
illeciti. Povera umanità, perché non lasciate che vi aiuti Io?»
Così come, tramite Bertha Dudde, al fascicolo n.38 è ampiamente citato. Qui, ne ‘Il legame del Cielo’ abbiamo un invito. Ma a chi è diretto? Per scoprirlo, cioè per capire che le
categorie dei fedeli cui sono date le indicazioni tramite questo libo , sono diverse, e che a ciascuno di essi il Signore
riserva un trattamento diverso, facciamo seguire alcune citazioni:
- [LdC cap. 1,8]: « 8. In mezzo a loro, esse hanno un grande maestro. Io l’ho
mandato affinché dichiari loro ciò che avrà da accadere nel tempo nel quale Io
intendo di condurre insieme a loro la piccola schiera
dei Miei cari. – Essi sono pronti alla partenza e attendono gli avvenimenti e
la chiamata che Io, il Signore, lancerò loro. E come
un giorno Io comandai al popolo d’Israele che togliesse da sé il pane azzimo,
cioè che lasciasse indietro ogni scoria, così sono pure i Miei figlioli pronti
per il viaggio nel paese che Io Mi riservo di indicar loro».
Costoro, qui
citati, sono un popolo di credenti lontani dalla civiltà; un po’ come in alcuni
films dove s’intende presentare l’introvabile città
dell’Eldorado, nella quale gli uomini pensano siano conservate ricchezze
infinite. Qui il Signore accenna che esiste un tale
popolo, sconosciuto e isolato, e che è grazie a questi uomini e alla loro fede
spirituale, che fino ad oggi la Terra è mantenuta nella sua malvagità, essendo
questi, i puri, pronti a obbedire, e sempre pronti alla chiamata, per essere portati fuori da quel luogo nascosto, per
andare in quello di riunione, quando il Signore vorrà. Dove essi saranno
portati e di che luogo si tratti, non è dato sapere:
- « … 39. Io intendo parlare dei Miei figlioli i quali abbandonano l’Africa. Il vostro tempo invece non è ancora venuto, giacché voi dovete appena
gettar via da voi tutta l’immondizia del peccato, prima che possiate cambiar
dimora. Io, il Signore, manderò in quel tempo i Miei angeli sul mondo, affinché
i Miei figlioli siano protetti! ...».
Cioè, solo i figlioli qui citati, quelli dell’Africa,
emigreranno con la chiamata. Gli altri, «il vostro tempo invece…», avranno ben altre cose
da fare. Ed è indicato nei versetti successivi:
- «42. Voi dovete vivere con i vostri come finora, né Io opererò
dei miracoli particolari. Solamente così posso aiutarvi senza dare nell’occhio
agli altri. A voi non accadrà nulla, però non dovete tradirvi, né dovete palesare i vostri accompagnatori (spirituali), perché
altrimenti questi dovrebbero immediatamente abbandonare il mondo, e voi allora
sareste lasciati in balia della plebaglia. E allora, che ne sarebbe di voi?».
- Una seconda categoria di chiamati per il viaggio, è
indicata nel IV° giudizio
[cap. 9, 49-55]:
« 52.
Chi non ha famiglia, e dimora solo, prenda pure un bagaglio per la sua persona.
Ciascun individuo porti un pacco o una valigetta a mano, dove deve trovarsi il
puro necessario per un lungo viaggio. Non prendete con voi però, alcuna cosa
superflua, altrimenti tutto vi andrà perduto. E quando sarà
giunto il tempo di andarsene, voi ne sarete avvisati di notte in un sogno, nel
quale un angelo vi apparirà e dirà: “Alzatevi,
o figlioli! Il Signore
vuole condurre i Suoi figlioli fuori dal deserto, nella Terra Promessa! Amen”.
53.
Quando in seguito al sogno vi desterete, a ciascuno di voi, al vostro fianco si
porrà una guida (spirituale) che vi aiuterà e vi assisterà e curerà il vostro
bagaglio. Voi però, prostratevi, raccomandate il vostro spirito e l’anima e il
vostro corpo a Me, il Padre, e seguite poi la guida, la quale
conosce la via che avete da prendere, e che ha l’incarico di riunire i Miei
figlioli affinché questi in file serrate entrino
nel paese che è destinato per loro. 54. Io ho riservato a Me di indicare il
luogo di destinazione, perché Io, che scruto e conosco i cuori e le reni dei
Miei figlioli, ho trovato che non sarebbe buono di
dire a loro già ora dove essi avranno da andarsene. Vi basti per adesso che Io
vi annunci per mezzo di questa Mia figliola ciò che vi occorre, e sia questa
una piccola prova della vostra pazienza e della vostra devozione. 55. Quello che più
di tutto bramereste sapere, Mi riservo di dirvelo.
Benedetto sia ciascun figliolo il quale accoglie ben volentieri e con pazienza
queste parole della prova dal Padre, e con assoluta fiducia si lascia condurre
da Lui. E benedetti siano, di un’uguale benedizione, tutti quelli che
entreranno nel luogo benedetto già edificato per i Miei figlioli».
Sono costoro, che non essendo abbastanza capaci di
resistere alla lotta di fede, saranno preservati in questo breve tempo fino al
giorno del giudizio, cioè chiamati dopo il quarto Giudizio per andare nel luogo
dove già saranno andati quelli provenienti dall’Africa.
Sono costoro, che dovranno approntare il bagaglio con gli oggetti indicati al
capitolo 20, alla fine del libretto ‘Il legame del
Cielo’. Chi invece dovrà affrontare i cattivi, nella lotta di fede, resterà
fino all’ultimo a testimoniare la fede in Dio, con l’aiuto della Parola interiore, per essere salvato con la rimozione.
Quindi, per quanto riguarda gli occhiali, da prenderne ‘di
ogni specie e qualità’, che cosa ha a che fare con la ‘quantità’ sostenuta da
Giuseppe? È forse là indicato di andare in un negozio di ottica, abbandonato
dal proprietario dopo il ‘colpo’, a rubare occhiali di
ogni genere, come se l’indicazione fosse sulla quantità? No di certo! Tant’è
che la seconda parte del versetto 20,3 spiega:
« 3.…
Dico questo affinché ciascuno sia munito di occhiali per il viaggio».
Perciò, non esclusivamente occhiali da vista, che certamente ciascuno che li avesse, li porterebbe
comunque con sé, ma occhiali di ogni genere per il viaggio, per quelli che non
portano occhiali da vista! Riflettiamo: siamo nel 1886, e solo da poco tempo, e
pochissime persone potevano permettersi un paio di occhiali da vista. Questi
erano riservati solo a persone benestanti, pur se realizzati in una qualità
proporzionata alla capacità di lavorazione manuale del tempo. Solo successivamente, a
partire dalla prima guerra mondiale, con lo sviluppo industriale e tecnologico
che ne è seguito, gli occhiali graduati hanno avuto un input con la diffusione
di massa, e successivamente, dopo la seconda guerra mondiale, con la
lavorazione robottizata della plastica, anche
occhiali non da vista! Perciò l’indicazione degli occhiali, è da intendersi
proprio per il tempo odierno, ed è così espressa, appunto per non stravolgere
il modo di pensare di oltre 100 anni fa, tempo in cui non si poteva avere
nessuna idea di che cosa essi sarebbero divenuti.
Il Signore, in un certo senso, ci dà il comando: «Fai
ciò che ti dico, per il viaggio!» Il motivo non è dato sapere. Ipotizziamo:
1) l’atmosfera anormalmente luminosa dopo l’evento
apocalittico;
2) particolari raggi ultravioletti pericolosi alla
retina, da schermarsi come possibile;
3) probabili tempeste di vento con polvere più o meno radioattiva, ancora sparsa nell’atmosfera;
4) oppure, come segno caratteristico dei chiamati.
In definitiva, non occhiali da riempirne la valigia,
come se questi dovessero utilizzarsi a palate, chissà quando e dove, così come
intende Giuseppe, ma un paio a testa per il viaggio, e non necessariamente da
vista. Tutto il resto dell’occorrente, esiguo: camice, mutande, fazzoletti,
cappello, l’occorrente per rammendare, mi sembra la migliore indicazione di
cose indispensabili e in un certo ordine, su cui non c’è proprio nulla da
obiettare. Perfino l’indicazione degli strumenti musicali o per dipingere, e i
due libri ‘Infanzia di Gesù’ e ‘l’Apocalisse’, sono
perfettamente in linea con le altre rivelazioni. Pertanto: dov’è lo scandalo?
Avrebbe forse il Signore dovuto indicare dei telefonini, oppure vari
telecomandi a pile assortite? No di certo, poiché tutto ciò che è del mondo
odierno, resterà al mondo, alla distruzione! Invece, i
più preparati, o più idonei a dimostrare la loro fede al prossimo, anche per
una sorta di riscatto dai peccati precedenti, quali veri fedeli reincarnati
proprio per questa missione (vedi il concetto secondo la rivelazione data ad A.
Wolf, “La
chiamata dall’universo”), rappresenteranno quelli che lotteranno nella
lotta di fede fino all’ultimo giorno. Poi, con la rimozione, tutti: gli
africani, i chiamati, e quelli della lotta di fede, saranno rimossi con un atto
soprannaturale (BD fascicolo n. 42).
Ci auguriamo che queste brevi ma approfondite
spiegazioni, aiutino il credente nella ricerca della verità, ed egli comprenda
che questa, non sempre si trova a portata di mano così facilmente, perfino
quando è presentata tramite delle rivelazioni; perciò occorre sempre molto
amore e studio, nella preghiera e nella meditazione, e chiedendo aiuto solo a Colui che morendo sulla croce per ciascuno di noi, ci ha
resi capaci di assimilare e testimoniare la Sua eterna Verità.
Lettera
pubblicata sul giornalino ‘Amici di Lorber’ n.
21/1999 di Novembre
L'amico Giampiero Vinci di Lecce ci scrive
Carissimo Giuseppe
Ho notato la tua risposta sul n°17 di Luglio 99 a pag.
8 con la quale ti chiedi il perché sul "Legame del Cielo" sarebbe stato
comunicato di portare con sé degli occhiali per affrontare l'ipotetico viaggio
tra la propria dimora e il luogo del futuro Regno sulla Terra.
Personalmente, anch'io mi sono posto la stessa
domanda, tuttavia ho anche cercato di rispondermi, e adesso l'occasione mi
spinge a parlarne sperando che alcune considerazioni possano essere utili per
comprendere a tutti noi sempre più i consigli e le raccomandazioni che in ogni
tempo sono stati dati dal Cielo agli uomini, per la loro salvezza.
Alcune interpretazioni sull'opera: Essa consta di due
dettati (vedi pag.32,3) - "Il Legame del Cielo", dal 1/01/1886 al 16/02/1886 (o 1888 da
verificare) a mezzo di
M. SP. a G. - "Il futuro Regno",
dal 15/02/1905 al 9/03/1905 a mezzo di J. in G. A parte queste righe che
potrebbero rappresentare le iniziali dei nomi e della città (?) si evidenziano
solo ed esclusivamente le date all'inizio dei vari capitoli non numerati, ma,
manca una prefazione attraverso cui sarebbe stato
possibile risalire a notizie sul dettato.
Per chi ha avuto il piacere di leggerlo, avrà notato come non sarebbe possibile fare un riassunto,
perché ogni frase, ogni espressione, è già di per sé così piena di significato
che non se ne può togliere nemmeno una parola. L'Opera inizia con una prosa di 10 righe, le quali rappresentano il soggetto di tutto il
primo dettato e da cui il Signore trae spunto dimostrando quanto possa essere
profonda e varia ciascuna Parola emanata da Lui. Se poi qualcuno dovesse
trovare delle contraddizioni in qualche punto, l'Autore Stesso ci mette in
guardia a pag. 91,4:
@«Se in queste Mie Rivelazioni doveste imbattervi in
apparenti contraddizioni, non bisogna che le consideriate tali, bensì pensate
bene che Io porgo ai Miei figlioli il cibo spirituale
così com'essi possono sopportarlo e digerirlo.».
Ciò premesso, cerchiamo di
analizzare il testo indicato da Giuseppe. Esso dice così (pag.58,3):
@ «Ed ora Io
voglio infine descrivervi singolarmente quali oggetti dovete prendere con voi
quando avrete a lasciare la vostra dimora attuale. La prima cosa che Io nomino è: occhiali di ogni specie e qualità. Dico questo
perché ciascuno sia munito di occhiali per il viaggio».
Come si può notare, viene
indicato, addirittura, quale "prima cosa" da portare con sé, degli occhiali di ogni specie e qualità! E
perché dunque? Innanzitutto, a mio avviso, dobbiamo
considerare il momento storico in cui questi fatti dovrebbero accadere: il
messaggio è del 1886. Ma per quale epoca è stato
dettato? Se il Signore sapeva che sarebbero passati oltre 100 anni, e che le
caratteristiche di tale utile oggetto sarebbero state sempre più modificate,
avrebbe potuto dare una indicazione più precisa?
Ovvero: si tratta di occhiali da vista o da sole? Di lenti di vetro o
infrangibili? Perché la richiesta dice proprio così: @«.. ciascuno sia
munito di un paio di occhiali per il viaggio..». Allora si potrebbe trattare di occhiali da sole con
i quali, però, al tempo del dettato molto probabilmente non esistevano; e
inoltre, come è da considerare i bambini? Anche a loro
va estesa tale richiesta? E ancora: per coloro che non hanno
mai avuto bisogno di occhiali di alcun genere, perché dovrebbero essere dotati
di un paio di occhiali per il viaggio?
Ma nel dettato è detto: @«.. occhiali di
ogni specie e qualità..». Quindi in ciò sarebbero compresi tutti i
tipi, indipendentemente dalla specie e dalla gradazione. Né è specificato di
portare i propri occhiali (cioè per chi li usa già).
A questo punto vorrei citare un
ricordo di quando ero bambino, in cui mio padre diceva spesso: “Se stessimo su di una grande nave e ti
dovessi dire: «Buttati a
mare», tu che
faresti?” - Ed io: “Ma papà, non so nuotare, non mi ci butterei!”. E lui: “E invece ti ci devi buttare! Anche
se non sai e non capisci perché”. Ed io: “Ma perché,
papà? Allora tu mi vuoi morto!”. E lui: “Ma no, bambino mio, se te lo dico io che ti voglio bene,
anche se ti dovessi dire: «Buttati!», tu ti ci devi
buttare, perché vuol dire che se non lo facessi sarebbe ancora peggio, e se te
lo dico io che ti ho voluto al mondo, tu devi sicuramente credermi e lo devi
fare, anche se ti sembra che io, che sono tuo padre, sto sbagliando. Potrei mai
voler fare del male al mio bambino? Io che sono più grande di te, so bene
perché ti direi una cosa simile, anche se tu non puoi capire!».
Ecco, questo è il mio ricordo, e con
questo voglio dire: “Se io riconosco nel dettato del Futuro Regno la Parola
santa del Signore, io che non sono nulla agli occhi del Creatore, anche se non
capisco, ma è Lui che me lo chiede, per la mia fede in Lui, quale Padre, lo
farei. Altrimenti dove starebbe
l’amore filiale? Se il Signore, nei tempi antichi, disse: (Genesi 17,11) «Sarà circonciso ogni
vostro maschio. Vi farete cioè recidere la carne del vostro prepuzio. », oppure: «La carne degli animali impuri non dovrai mangiarla
(Levitico 11)», oppure: «Ricordati del giorno di Sabato per
santificarlo (Esodo 20,8)» ecc, forse che
l’uomo di allora capiva perché doveva fare tutte quelle cose che gli venivano
chieste da un tale invisibile Dio? Egli dovette agire, e fu giustificato in
virtù della fede, e solo dopo molte migliaia di anni il Padre amoroso spiegò il
perché di tali richieste. Noi, nel tempo attuale, che siamo salvati in virtù
dell'amore e delle opere dell'amore, abbiamo però perso di vista il contatto
con il nostro Creatore e Padre e crediamo quasi esclusivamente in ciò che
vediamo e in ciò che ci viene spiegato dai cosiddetti
scienziati e medici e professori. Eppure Egli ci parla sempre, anche se per
farsi ascoltare deve adoperare i pochi strumenti rimastoGli attraverso i profeti e scrivani. Ma se noi crediamo che un messaggio provenga da Lui, anche
se non lo comprendiamo esattamente, occorre anche che mettiamo mano all’opera,
affinché si resti sempre pronti alla chiamata che può venire in qualsiasi
momento.
Vorrei farvi osservare ancora una volta che i tempi di
Dio non sono i tempi dell’uomo, e se il Signore spesso parla come se una
profezia dovesse avverarsi a breve, tuttavia, mutando le condizioni, anche i
tempi cambiano, e se mai la profezia dovesse diventare stantia e apparentemente
non più attuabile per i tempi che sopravvengono, per coloro
che credono è un dovere, se non una vera e propria gioia, fare di tutto
per attuare la richiesta del Padre. Quantomeno proprio per scongiurare
il giudizio promesso.
Ma forse qualcuno dirà: “Si, va bene, ma in un tale ipotetico momento
in cui, dopo il crollo delle miniere, il sistema mondiale attuale sarebbe nel
caos, e spinti da questo amore filiale e ascoltando la prima chiamata tramite
il sogno e poi anche se si avesse accanto il servitore promesso e si dovesse
così preparare il bagaglio per il viaggio, non sarebbe il caso di chiedere
proprio ad un tale servitore il perché sarebbe necessario portare con sé, tra
le poche essenziali (?) cose, proprio degli occhiali per ciascun componente
della famiglia che non sono mai stati usati?”. OK, la domanda è pertinente,
ed anch’io me lo sono chiesto, ed ho trovato in questo
pensiero la risposta: «Caro
fratello, tu sai che devi farlo, perché me lo chiedi? Allora fallo!».
Ecco, questo è ciò che mi suggerisce il mio povero spirito.
Ma se qualcuno ha qualche altra giustificazione, lo
scriva pure al giornalino.
In aggiunta, due riflessioni conclusive me le concedo:
- Il Signore
Stesso già in questo dettato ci anticipa due cose da prendere in
considerazione: una è che in questo luogo, dove saranno raccolti i salvabili,
già il Signore Stesso tramite i Suoi servitori farà sì che ci siano tutti
quegli elementi utili per il sostentamento, l’altra è che, mentre per le donne
viene accennato ai lavori a cui sarà adibita, per gli uomini viene
detto:(pag.57,5) «Il lavoro
degli uomini verrà invece trattato verbalmente, perché
qui si dovrebbe diffondersi in troppi dettagli per lumeggiarli tutti». Ciò per me vuol dire che noi non possiamo sapere che
cosa il Signore vorrà che si faccia da noi, ma soltanto che devo munirmi di
occhiali.
Nel 1851 tramite Lorber noi
abbiamo avuto “La Forza Salutare della Luce Solare” il cui dettato, per
gli elementi che contiene, si può dire che non è ancora stato messo in pratica.
E’ vero che la Miron produce vetro colorato e
sostanze solari, ma l’effetto miracoloso di guarigione è forse proprio così
come viene indicato nel dettato? A volte mi sembra che
tale “medicina” non sia per l’epoca attuale, ma proprio per il futuro Regno, in
un luogo pieno di raggi di sole ai margini dell’equatore
(pag.56,3), nel quale sarà necessario curarsi inizialmente e/o curare i nuovi
arrivati tramite tali sostanze, per la cui preparazione tramite l'uso di
contenitori di vetro colorato occorrerà, per la loro fabbricazione, anche una
certa quantità di vetro puro o colorato come quello, appunto, degli occhiali
richiesti.
- Un'altra ipotesi che
mi viene in mente è che tale viaggio a piedi (è così che ci si muove nel Regno
degli spiriti!), dovrebbe essere effettuato mentre
sulla Terra incombe il giudizio che avanza, come quello dell'incendiarsi
dell'atmosfera (pag.25,6). Non potrebbero tali occhiali (da sole) preservare
gli occhi dall'abbagliamento?
Certamente le mie sono solo ipotesi, basate su un
testo tradotto dal tedesco il cui originale, per la verifica del testo, attualmente non si trova. Mi auguro che qualcuno possa fare
luce e chiarire sempre più tale “Parola”, affinché rimanga sempre vivo in noi
il desiderio di riunirsi per amare con tutto il cuore, con tutta l’anima, con
tutto noi stessi, il nostro caro, amorevolissimo, misericordioso Padre del
Cielo e della Terra.
Un caro saluto a tutti voi.