Mistico /
chiaroveggente / medium
A. Farnese
Il
libro: Franchezzo: un
viandante nelle terre dello spirito
Per oltre cento anni questo
autore di un unico libro in lingua inglese – “Franchezzo:
A Wanderer in the Spirit
Lands” (Un viandante nelle terre dello spirito) – è rimasto completamente
sconosciuto al pubblico italiano. A dire il vero, nel 1923 ne venne fatta un’edizione in lingua olandese “Franchezzo; een zwerver in der geestenwereld”. Poi, riscoperto, tradotto in italiano,
il testo è stato stampato e presentato all’uomo del
XX° secolo. Oggi il testo è stato riproposto da molte
case editrici, ma, nonostante tutto, non ha avuto molta notorietà, segno dei
tempi odierni, in cui l’uomo, sempre più materialista, crede sempre meno alla
possibilità dell’esistenza e/o di un contatto con il mondo extrasensoriale.
Farnese, come lui stesso afferma, è solo un tramite
di quel mondo da cui ‘riceve’ delle parole, …e le scrive. Della sua persona, al giorno d’oggi nulla si sa, neppure il nome, ma solo
l’iniziale A. e che era di origine italiana, ma che ricevette quelle parole in
Inghilterra, in lingua inglese. Sicuramente era un chiaroveggente, e forse anche
un medium, visto che a quel tempo la crescita dei
circoli spiritistici era di moda in tutta l’Europa, grazie alla spinta per il desiderio della ricerca dello spirituale, nel tempo
della liberalizzazione delle coscienze, tenute a freno da secoli di oscurantismo
da parte della classe religiosa imperante.
Ai lettori pellegrini che già conoscono le
opere dei mistici, questo libro potrà porre nuove tappe di riflessione, al fine
di comprendere l’infinito piano spirituale dell’aldilà. In questo trattato in cui
uno spirito racconta il suo piano spirituale nell’aldilà, fa riflettere
il fatto che ciò che viene presentato del suo mondo, in un certo senso
non assomiglia al contenuto degli insegnamenti nelle altre rivelazioni del
mondo spirituale presentato dal Signore stesso. Perciò ci premuniamo di fare
alcune brevi osservazioni, al fine di indirizzare il lettore ad
una più ampia autonoma meditazione su ciò che viene presentato tramite gli
altri mistici, mentre qui si tratta di un mistico (Farnese) di cui non sappiamo
nulla di lui, né di come abbia ricevuto questo messaggio trascendentale.
Innanzitutto, Franchezzo
è uno spirito, come egli stesso dichiara nell’ultimo
capitolo (cap. 31) – che nulla ha avuto a che fare nella sua vita, men che meno
nei suoi primi passi nell’aldilà – con una qualche fede in un Dio. Ciò che si
evidenzia è solo una conoscenza dell’idea che esiste un Dio, ma la sua unica
aspirazione, il suo unico amore, è verso una donna, addirittura, verso una donna ancora vivente sulla Terra, nemmeno verso i suoi
familiari, che incontrerà per volere loro. Inoltre, per quanto i suoi amici
spirituali, tramite cui si hanno comunque insegnamenti per la conoscenza del
mondo dell’aldilà abbastanza ampi riguardo le varie
sfere di vita nelle quali operano, tuttavia qui non esiste alcun insegnamento
evangelico, se non, quello di stimolare l’amore verso il prossimo e riconoscere
i propri errori, anche valutando la condizione delle altre anime in rapporto ai
loro errori.
In effetti, si tratta di quella sfera di
vita che circonda il nostro pianeta, simile – viene detto – anche all’essenza
spirituale presente negli altri pianeti: i tre cieli o tre regioni atmosferiche
spirituali, spiegate tramite Jakob Lorber nell’opera
“La Terra”, nella seconda parte “La
Terra spirituale”. Se qualcuno, ai tempi di Lorber
si fosse chiesto come avrebbe dovuto essere intesa la
vita di tali spiriti in quella regione, ora con questo libro “Franchezzo nell’aldilà” ne ha una visione più chiara, sia
per ciò che riguarda l’essenza esteriore dell’ambiente a cui va incontro uno
spirito come lui, sia dell’essenza dei suoi personaggi. Così come viene spiegato in un'altra rivelazione, “Nosso
Lar”, in cui in quella città spirituale il desiderio
delle anime lì viventi è quello di ritornare sulla Terra, trattandosi di anime
ancora immature e materiali che desiderano rifare il percorso terreno in quanto
non aspirano ad altri piani dello spirito, anche qui nei pochi personaggi con
cui si ha a che fare, si denota questa tendenza.
In effetti, si potrebbe pensare che non si
tratta di ‘anime dall’alto’, ma questo potrebbe
trattarsi in massima parte di ‘anime dal basso’, le
quali, proprio per la loro caratteristica provenienza, non hanno ancora i
requisiti per ascendere al ‘regno dei Cieli’ vero e proprio. Quindi, per quanto
essi abbiano attraversato l’esperienza terrena,
possono appartenere certamente alla condizione di ‘figli’, ma in questo caso si
tratta ancora di ‘figli in divenire’, poiché non sono anime che avevano scelto
di incarnarsi dopo aver accettato, compreso e desiderato, di ricalcare le orme
di Gesù, ma sono ancora ‘anime in formazione’ nel loro ancora lungo iter per il
perfezionamento.
Qui, infatti, è molto presente il concetto
della reincarnazione, mentre nelle altre rivelazioni in cui il Padre-Gesù parla
ai ‘figli’, Egli raramente indica un tale concetto della reincarnazione come
una cosa ripetitiva, ma piuttosto solo come un evento riservato a un percorso
di aiuto-missione sulla Terra, o solo in casi rarissimi per accelerare il
proprio procedere nell’evoluzione spirituale, proprio per il
fatto che i ‘già figli’, ovvero i ‘non caduti’, non necessitano di
reincarnarsi continuamente per smaltire la loro condizione di ‘ex caduti’, non
essendo mai caduti.
In sostanza, tutto ciò che viene dallo
spirituale, ha una sua funzione, e per ciascuno, dopo la morte del corpo, ha un
suo specifico percorso da prendere. Rivelazioni quindi, anche queste utili per
la conoscenza dell’origine ella ‘vita’, ma con le
quali occorre avere anche il discernimento, per conservare il meglio e lasciar
perdere ciò che non è utile.
Un’ultima indicazione è riguardo al senso
dei diversi piani che già in questo trattato sull’aldilà sono presentati come
senza fine. – Se già nella sfera terreste di un piccolissimo pianeta come la
Terra, essi sono così diversificati, con grandezze
infinite già per delle anime che si spostano alla velocità del pensiero (cap.
18), tali da non riuscire a comprendere l’immensità delle situazioni a cui
vanno incontro miliardi e miliardi di esseri animici,
come si potrebbe comprendere la vastità di piani esistenti in quelle altre zone
della Creazione che ci viene accennato esistenti con grandezze sempre più
enormi, dal sistema-solare all’Ammasso-planetario, poi da questo
all’Ammasso-stellare, da quest’ultimo all’Ammasso-galattico, fino all’immenso
Sole-centrale che regge un intero Globo-involucro, grandezze che solo gli
angeli più puri sono appena in grado di percepire?
Amici della Nuova Luce
(1896 - scrive
l’autore): «Il seguente racconto è stato scritto più di un
anno fa, e nel darlo al pubblico non pretendo di esserne l'autore, poiché ho solo
recitato la parte di un amanuense e mi sono sforzato di scrivere nel modo più
veritiero e accurato possibile le parole datemi dallo spirito stesso, che è uno
dei tanti spiriti che hanno desiderato che io scrivessi per loro le loro
esperienze nel mondo degli spiriti. Ho dovuto scrivere le parole alla velocità
con cui la mia penna ha potuto scorrere sulla carta, e molte delle esperienze
descritte e delle opinioni avanzate sono del tutto contrarie a ciò che io
stesso credevo essere conformi alle condizioni di vita
nel mondo degli spiriti. Lo spirito Franchezzo l'ho
visto più volte materializzato, ed è stato riconosciuto in queste occasioni da
amici che lo hanno conosciuto nella vita terrena. Avendo dato al pubblico il
racconto così come l'ho ricevuto dallo Spirito, devo lasciare a lui tutta la
responsabilità delle opinioni espresse e delle scene descritte».
A.
Farnese
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Il
libro: Franchezzo: un viandante
nelle terre dello spirito