Raccolta di nuovi Scritti
teosofici
(Lo scrivano di Dio)
(un breviario estratto dagli
scritti di Jacob lorber)
Titolo originale: Ammaestramenti
dall’eterno Amore e Sapienza
(Sulla Parola vivente,
Traduzione dalla seconda Edizione tedesca del 1991
Tutti i diritti riservati
Copyright
1979 by Lorber Verlag - D –
Bietigheim
Dall’edizione in lingua tedesca di: H. Mühlberger, D – Augusta
ISBN 3-87495-123-5 (D)
Edizione in lingua italiana a cura del gruppo:
Amici della nuova Luce - www.legamedelcielo.it
Copy©right Casa editrice GESÙ La
Nuova Rivelazione
Casa editrice GESÙ La Nuova Rivelazione
Via
Vittorio Veneto, 167 - 24038 Sant’Omobono Terme
(Bergamo)
Tel./Fax: 035.851163 - Cell.: 347.1041176
E-mail:
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Sito casa editrice: www.gesu-lanuovarivelazione.com
Sito: www.jakoblorber.it
Indice
delle abbreviazioni dei titoli
Cap. I -
Grande ed ultima testimonianza del Battista sul Signore
(Giov.3,34-36) - (GEG
1/24 [12-18])
Cap. II - Il
colloquio notturno di Gesù con Nicodemo
[IG. 25-26]
- [GEG 1/18, 19, 20,21 e 22 / rif. Giov. 3, 1-21)]
Cap. III -
Dalla Scuola di Vita del Signore
Motto (GEG IX/155 [9])
III/a Il ‘nocciolo’ fondamentale della Dottrina del
Signore (GEG
III/53 [6-16])
III/b Autodeterminazione ed
attivo amore (GEG III/241 [2-10])
III/c La ‘Porta’
dell’abnegazione (GEG IV/1 [4-6, 9-12])
III/d La fede
come prestazione (GEG V/213 [8-9])
III/e Conoscenza
di se stesso e conoscenza di Dio (GEG V/215 [1-7])
III/f La
coscienza e l’influsso degli angeli (GEG III/232 [1-14])
III/g Esortazione
allo spirito della riconciliazione (GEG V/250 [4])
- (GEG IV/78 [1-5])
III/h La libera
volontà deve sempre essere rispettata (GEG VIII/43 [7])
III/i L’amore
per il prossimo (GEG VII/94 [17] - (GEG VII/140 [1, 3, 11-12]) - (GEG IV/39 [1])
- (GEG IV/79 [5-9])
- (GEG V/126 [9]) - (GEG
VIII/120 [7,6]) - (GEG XI/75 [18 e 19])
III/j Sul
pregare (GEG
IX/87 [4-6])
III/k Sulla
scienza delle rispondenze (GEG IX/93 [4-7])
III/l Umiltà e
stima di se stesso (GEG VII/141 [4-12])
III/m La lussuria
ostacola lo sviluppo spirituale (GEG VIII/41 [8-13])
III/n Sapere e
sapienza – Sapere e fede (GEG VII/183 [13-14]
- (GEG IX/132, [11-13])
III/o La
differenza tra beatitudine e dannazione (TL 58 [10-12])
- (S.Sp.
II/106 [8])
III/p Che cos’è
lo Spirito? (S.
Sp. II/79 [12-13]) - (S.Sp.II/71,
[9-14,8])
Cap. IV
- Dell’Insegnamento del
Signore sull’anima
Motto (GEG
VI/133 [3])
IV/a Essenza e
scopo della materia nel processo dello sviluppo dell’anima (GEG VI/133 [3-6])
IV/b I gradini di
sviluppo dell’anima (GEG X/21)
IV/c Il processo
formativo dell’anima («trasmigrazione delle anime») (GVG X/184)
IV/d Esempio di
unificazione di un’anima animale ad un’anima umana naturale (GEG X/185 [4-7])
IV/e I due
principi nell’uomo: materia e spirito (GEG XI/75 [2-27])
IV/f La
conduzione dell’anima umana per il perfezionamento (GEG IX/171 [4-10])
IV/g Sulla
Conduzione di Vita nell’aldiquà e nell’aldilà
(GEG VII/156 [7-12])
IV/h L’anima
nell’aldilà (GEG
VIII/17 [5-7]) - (GEG IX/142 [2] - 143 [8])
Cap. V -
La triplice essenza dell’uomo ed il Regno di Dio nel cuore dell’uomo
Motto (GEG
II/217 [5])
V/a La visione di
Oalim (GFD II/72 [9-26]; 74 [2-3, 24-32]) - (GVG
IV/214 [9]
V/b Corpo, anima,
spirito (GEG
II/217 [5]. (GEG IX/174 [9-12]) - (GEG IX/176 [2-4, 7, 9])
- (TL
51 [5,7])
V/c
V/d La
resurrezione della carne (GEG V/238 [1, 3, 6])
V/e Il Regno di
Dio nel cuore dell’uomo (GEG IX/72 [11-15]
- (S.Sp.
II/10 [14])
- (TL
70 [2-4, 13, 15, 21, 24-25])
V/f Dio come
Padre dall’Eternità (GEG III/225 [6-9])
Cap. VI -
(testo particolare, dato il 14
giugno 1840)
Cap. VII - La via per la rinascita spirituale
Motto (testo
del 15 agosto 1840)
VII/a Necessarie
regole di comportamento (testo particolare mediante J.Lorber,
dato il 15 e 18 agosto 1840)
VII/b Questa però
è la via più breve per la rinascita (testo particolare, come sopra, del 18 agosto 1840)
VII/c Auto
contemplazione (meditazione) (GEG I/224 [8 – 13])
- (GEG I/226 [1-4]) - (GEG
II/166 [18,19])
- (GFD
II/242 [3-13])
VII/d L’auto
formazione (GEG
II/75 [7-9] - (Spiegazioni delle Scritture cap. 5) - (S.Sp. II/44 [16, 17])
VII/e Contemplazione
spirituale di un’aurora: sul vero riposo del Sabato nel cuore (GEG II/148 [8-15])
VII/f Il pensare
nel cuore (GEG
II/62 [1-10])
VII/g La duplice
facoltà del riconoscere (R. Bl. I/35 [2-6, 8])
VII/h La rinascita
dell’anima (GEG
XI/50 [1-14] - (GEG XI/52 [1-7] -
(GEG VIII/61 [9-14])
- (GEG VIII//57 [12]) - (R. Bl. II/278, [4, 6]
- (IG. 298 [8-13])
VII/i La vista
spirituale (GEG
XI/53)
VII/j Fatiche
inutili (GEGV/160
[1-16])
VII/k «Fare
violenza al Regno di Dio» (GEG VII/127 [3-7, 9])
VII/l La via per
l’unificazione con lo spirito (GVG VIII/150 [14-16])
- (GVG IX/103 [5-6])
Cap. VIII
- La rinascita dello spirito
Motto: (GFD I/Prefazione del Signore) (GEG I/2 [14-16],
Giov. 1, 13)
VIII/a Ulteriori
spiegazioni (GEG
I/161, [1-6]) - (GEG I/214 [10-11] - (GEG II/41 [5]) - (GEG IV/220 [6-8, 10])
- (GEG IV/225 [5,6,8]) - (GEG VII/54 [11-13]) - (GEG VII/69 [6-7])
- (GVG IX/102 [8, 4-5])
- (GEG IX/108 [4-5]) - (GVG IX/141 [3]) - (S.Sp. I/64 [15])
VIII/b Solo il
Miracolo della Pentecoste ha reso possibile la rinascita spirituale (GFD I/144 [2])
- (GFD I/46, [20-23]) - (GEG III/171 [4-8, 11-14]) - (GEG III/180
[3-8]) - (GEG IV/133 [8-9])
- (GEG IV/217 [9] - 218 [1]) - (GEG VI/142
[8]) - (GEG VII/129 [10]) - (GEG IX/56 [6-7])
VIII/c Il rapporto
tra anima e spirito: (GEG VII/66 [5-8]) - (GEG IV/226 [1-4]) - (GEG IV/228 [2-5])
- (GEG IV/256 [1-4] - (GEG V/211 [3-7])
VII/d La giusta
conoscenza della Sapienza di Dio: (GEG VII/55 [3-12])
VIII/e La
cameretta vitale nel cuore nella rispondenza dei sensi: (GEG VIII/57 [10-14])
VIII/f I tre
gradi del perfezionamento di vita: (GEG VII/155 [1-13]) – (GEG I/3 [1]), (Giov. 1, 16)
Cap. IX - Per
la comprensione delle rispondenze tra il mondo della natura ed il mondo degli
spiriti
(DDC
III/112) (GEG I/92 [16])
Epilogo: (GEG III/224 [12-14])
۞
Il presente volumetto prende il posto delle brochüre
precedenti già esaurite «La via per la rinascita» e contiene una notevole
selezione ampliata di testi scelti dagli Scritti di Jakob Lorber,
ed insieme mirano allo stesso tema centrale.
Già al tempo della vita
di Jakob Lorber (1800-1864) il suo primo editore
Johann Busch di Dresda pubblicò nel 1856 per la prima
volta un volumetto, di questo è ridato qui il frontespizio in facsimile. Questa
rinascita spirituale non è da confondere con la reincarnazione, su cui nel Grande Evangelo di Giovanni VI/61
[3-4] si legge: «Il lontano oriente crede
ancora oggi fermamente nella trasmigrazione dell’anima; ma tale fede è presso
di loro molto contaminata, perché essi fanno tornare l’anima dell’uomo di nuovo
in una carne animale. Ma un’anima per quanto imperfetta non ritorna più
indietro».
Con rinascita
spirituale si tratta piuttosto del perfezionamento dell’uomo, quindi della vera
e sublime meta di tutti gli sforzi umani-spirituali,
anzi dell’umanità in genere, com’è avvertibile dall’intera letteratura di Jakob
Lorber come richiesta sempre presente, ed inoltre è
menzionata in centinaia di testi anche nel diretto insegnamento e sotto sempre
nuovi aspetti.
Così ora il
presente breviario per la rinascita spirituale come una specie di filo
conduttore vorrebbe guidare il lettore, attraverso la classificazione a gruppi
per così dire dall’esterno della complessa materia, e cioè dal pensare
materiale da noi così tanto abituale e profondamente radicato (uguale ad un
Nicodemo) con l’aiuto della “Scuola di Vita” del Signore e di molti altri dei
Suoi meravigliosi segnavia, gradualmente nel centro spirituale del nostro
proprio essere, e questo significa: dall’oscurità della nostra vita terrena
alla raggiante Luce di Grazia della Sapienza d’Amore proveniente da Dio nel
nostro cuore. Ma che perfino la via più breve per la rinascita spirituale non è
per nulla breve, ma – secondo le circostanze – può anche essere lunga e
faticosa, cosa che in ogni caso però è la migliore che l’uomo possa scegliere,
su ciò il Signore non ci lascia mai nel dubbio.
Così possa quindi
questo breviario per la rinascita dello spirito proveniente da Dio essere per
l’aspirante un fedele compagno di viaggio sulla sua via che conduce al Regno
della Luce!
Merano, Autunno 1979
H. E . Sponder
۞
Il corpo dell’uomo non saprà mai in eterno tutto ciò che è nascosto in esso;
perché egli non ha nessun occhio per la contemplazione di ciò che c’è nel suo
interiore. Lo spirito però, che è nell’interno dell’uomo, è il solo a vedere ed
a sapere tutto ciò che è nell’uomo. Perciò ognuno si adoperi per la vera
rinascita dello spirito, senza di questa, infatti, nessuno può entrare nel
Regno di Dio.
(GEG VI/158 [12])
TL =
GEG = Grande
Evangelo di Giovanni + L’11° Volume mediante Leopold Engel)
S.Sp. = Il Sole Spirituale
GFD = Governo
della Famiglia di Dio
DC = Doni del Cielo
IG = L’Infanzia di Gesù
R.Bl. = Robert Blum,
nuovo titolo: Dall’inferno al Cielo (2 volumi)
S.T.S. = Spiegazioni Testi delle Scritture
(Sulle abbreviazioni di cui
sopra, le cifre romane indicano il rispettivo volume, le cifre arabiche, i
capitoli e pagine)
[indice]
۞
Grande ed ultima testimonianza del Battista sul Signore
[Giov. 3,
34-36]: «Poiché colui che Dio ha mandato,
proferisce parole di Dio. Ma Dio non dà a lui il Suo Spirito con misura (come
ad un uomo, ma in tutta la sua pienezza). Il Padre ama il Figlio e ha dato ogni
cosa nelle mani Sue. Chi crede nel
Figlio, costui ha la vita eterna. Chi però non crede al Figlio, costui non
vedrà la vita, bensì l’ira di Dio rimane su di lui!».
[GEG vol. I - cap. 24,
12-18]
…«Così è
anche con Colui che è venuto da Dio, per testimoniare di Dio e per parlare la
pura Parola di Dio. È Egli stesso il mare senza fine (Spirito di Dio). Se di
conseguenza Egli dà a qualcuno il Suo Spirito, non Lo dà in misura limitata,
perché solo in Dio può esistere in ogni pienezza, ma Lo dà secondo la misura
che è nell’uomo. Se però l’uomo vuole ottenere lo Spirito, la sua stessa misura
non deve essere difettosa e rimanere aperta, bensì questa misura deve essere
ben legata e ben sigillata!
Colui però, presso
il Quale voi eravate ed avete domandato se Egli fosse il Cristo, anche se esteriormente
è un Figlio dell’Uomo, ha ricevuto fin dall’Eternità lo Spirito di Dio non in
misura umana, ma nella stessa infinita misura di Dio; infatti, Egli stesso è in
Sé lo sconfinato mare dello Spirito di Dio! Il Suo Amore è dall’Eternità il
Padre Suo, e Questo non è fuori del visibile Figlio dell’Uomo, bensì in Lui
stesso. Questi è il Fuoco,
Ma questo caro
Padre ama moltissimo il Suo eterno Figlio, ed ogni potere e potenza sono nelle
mani del Figlio, e tutto ciò che noi abbiamo nella giusta misura, l’abbiamo
presa dalla Sua smisurata pienezza. Egli stesso dalle Sue proprie Parole è ora
tra noi un uomo di carne, e
Chi di conseguenza
accoglie il Figlio e crede in Lui, costui ha già in sé
Io, Giovanni, vi ho
detto tali cose e ho dato a tutti voi una testimonianza pienamente valida. Con
le mie mani vi ho purificato dal sudiciume della Terra! Ora, andate da Lui,
accogliete
[indice]
۞
Il colloquio notturno di Gesù con Nicodemo sulla
rinascita
[Qui dapprima un
promemoria da ‘L’Infanzia
di Gesù’: cap. 26]:
Quando la sacra famiglia dopo la cerimonia
della circoncisione del Pargoletto Gesù uscì dal tempio, era già sopraggiunta
la precoce notte invernale, e per di più era una vigilia del Sabato, quindi
difficilmente si trovava ancora una casa aperta, e così Giuseppe ed i suoi non
trovarono, in un primo momento, nessun alloggio in Gerusalemme. Alla fine però
si avvicinò a loro un giovane nobile Israelita che gli domandò: «Che cosa fai
ad un’ora così tarda sulla via col tuo fardello? Non sei tu pure israelita, e
non conosci le usanze?». E Giuseppe gli rispose: «Vedi, io sono della stirpe di
Davide; ora mi trovavo nel tempio dove ho sacrificato al Signore, ma la notte
mi ha sorpreso ed adesso non posso trovare alloggio, e sono in grande angustia
per la mia consorte e per il suo figlioletto!». Ed il giovane israelita disse a
Giuseppe: «Venite allora con me, io vi alloggerò fino a domani, verso il
compenso di un grosso o del suo equivalente!» Il mattino seguente, mentre
Giuseppe si disponeva già per la partenza per Betlemme, venne il giovane
Israelita con l’intenzione di riscuotere il grosso della pigione. Come però fu
entrato nella stanza, lo invase un tale potente senso di sgomento, che le sue
labbra non poterono articolar parola. E Giuseppe gli si avvicinò e disse:
«Amico! Esamina quale tra i miei effetti ti sembra valere un grosso e prendilo,
poiché io non posseggo denaro di sorta». Rinfrancatosi alquanto, l’Israelita
disse allora con voce tremante: «O uomo di Nazaret,
ora appena ti riconosco! Tu sei Giuseppe, il falegname, sei quello stesso al
quale nove lune or sono toccò in sorte di ricevere dal tempio Maria, la vergine
del Signore! Qui è quella vergine stessa! Come l’hai tu custodita, poiché essa
è ora madre nei suoi quindici anni? Che cosa è accaduto? Certamente tu non sei
il padre! Poiché uomini della tua età e timorati di Dio quale tu sei, come è
noto in tutto Israele, non fanno mai cose simili. Ma tu hai figli adulti, puoi
garantire per la loro innocenza? Li hai tu avuti di continuo sott’occhio, ed hai
sorvegliato tutti i loro pensieri, le loro azioni e la loro condotta in
generale?». Giuseppe però rispose al giovane e disse: «Ed anch’io ora ti
riconosco; tu sei Nicodemo, un figlio di Benjam,
della stirpe di Levi! Come puoi esaminarmi, non spettando a te tale fatto? Ma
va nel tempio ed il sommo consiglio ti darà una giusta testimonianza sulla mia
intera casa!». Queste parole penetrarono profondamente nel cuore del ricco
giovane, ed egli disse: «Ma per l’amor di Dio, dimmi almeno com’è accaduto che
questa vergine abbia partorito? È questo un prodigio, oppure è cosa naturale?».
A questo punto la levatrice qui presente si avvicinò a Nicodemo e disse: «Uomo!
Eccoti il grosso richiesto per questo miserabile alloggio e non trattenerci più
a lungo invano. Ma rifletti chi è stato alloggiato nella tua misera casa per un
grosso! Appressati però, e tocca il Pargoletto, affinché dagli occhi tuoi cada
la grossa benda che li copre e tu veda chi è Colui che ti ha visitato!».
Nicodemo allora si avvicinò e toccò il Fanciullo, e come L’ebbe toccato, gli fu
dischiusa per breve tempo la vista interiore, così che egli vide
[GEG vol. I cap. 18]
…Ma nella penultima notte della Mia
permanenza nelle vicinanze di Gerusalemme venne da Me un certo Nicodemo, egli
era un aristocratico di Gerusalemme; era un fariseo e come uno dei più ricchi
cittadini di Gerusalemme anche il capo degli ebrei in questa città.
[Giov. 3, 1 e 2]: «Or v’era tra i farisei un uomo chiamato
Nicodemo, uno dei capi degli ebrei. Costui venne di notte da Gesù e Gli disse:
rabbi, noi sappiamo che tu sei un Maestro venuto da Dio, infatti, nessuno può
fare questi segni che fai tu, se Dio non è con lui».
Questo Nicodemo quindi venne da Me
nella notte e disse: «Maestro! Perdonami se vengo così tardi nella notte da Te
e ti disturbo nel Tuo riposo; ma poiché ho saputo che lascerai questi dintorni
già domani, allora non ho potuto fare a meno di tributarTi
la mia dovuta stima. Poiché vedi, io e parecchi dei miei colleghi ora sappiamo,
dopo che abbiamo osservato le Tue azioni, che Tu sei venuto da noi come un vero
profeta mandato da Dio! I segni che Tu operi, infatti, nessuno li può fare, a
meno che Jehova non sia con lui! Quindi Tu sei un
evidente profeta e devi vedere come molti di noi si trovano a mal partito, ma
ciò nondimeno attraverso i Tuoi predecessori ci è promesso il Regno di Dio,
allora dimmi, quando questo verrà, e qualora venga, in quali condizioni si deve
essere per giungere nello stesso?»
[Giov. 3, 3]: «Gesù gli rispose dicendo: “In Verità, in
Verità Io ti dico: se uno non è nato di nuovo, egli non può vedere il regno di
Dio”».
Alla domanda di Nicodemo Io
risposi in breve così come lo dichiara il versetto, vale a dire: «In verità, in
verità, se uno non è nato di nuovo, non può vedere il Regno di Dio e meno
ancora entrarvi!». – Cosa che vuol dire quanto: se tu non risvegli il tuo
spirito seguendo le vie che ti mostro con
Che Nicodemo non
avesse compreso questo Mio discorso e si dimostrava vero in lui che non si
poteva afferrare il vivente divino delle Mie Parole, se non si è risvegliato
nello spirito, lo mostra chiaramente il versetto seguente:
[Giov. 3, 4]: «Nicodemo gli disse: “Come può un uomo
nascere ancora una volta, se egli è diventato vecchio? Come può entrare di
nuovo nel corpo di sua madre e nascere da questo una seconda volta?”».
Nicodemo, sconcertato da questo
Mio Discorso domanda: «Ma, caro Maestro, ciò che Tu dici ai miei orecchi suona
veramente strano! Come può essere possibile che un uomo possa nascere ancora
una volta? Può dunque un uomo che è diventato grande, vecchio e rigido, salire
attraverso la stretta porticina nel corpo di sua madre, e poi nascere da questo
per la seconda volta? Vedi caro Maestro, questa è una cosa impossibile! O Tu
non conosci nulla del veniente Regno di Dio o per lo meno niente di quello
autentico, oppure Tu lo conosci ma non vuoi dirmi niente per paura che Ti
faccia catturare e gettare in prigione….Tu Sei un grande Benefattore della
povera umanità ed hai guarito quasi tutti gli ammalati di Gerusalemme
meravigliosamente con
Ma credimi, caro
Maestro, io tengo molto al Regno di Dio che sta per venire! Perciò, se Tu ne
sai di più, dimmelo in maniera che io possa afferrarlo! Parlami delle cose del
Cielo con Parole celesti e delle cose della Terra con parole terrene, ma in ben
intese immagini, altrimenti le Tue Parole mi saranno meno utili dei geroglifici
dell’antico Egitto, che io non posso né leggere né comprendere. Ora dai calcoli
da me effettuati sono certo che il Regno di Dio deve essere già qui, solo che
ancora non so dove e come sia possibile giungervi ed esservi accolto. A questo
vorrei avere da Te una risposta chiara e comprensibile».
[Giov. 3, 5]: «Gesù rispose: “In Verità, in Verità Io ti
dico: se uno non è nato dall’Acqua e dallo Spirito, non può entrare nel Regno
di Dio!”».
Alla ripetuta domanda Io diedi a
Nicodemo di nuovo la risposta come compare precisamente nel precedente versetto
5. Essa è differente dalla prima solo per il fatto che qui viene stabilito da
vicino, da che cosa bisogna essere rinati veramente per poter entrare nel Regno
di Dio, vale a dire rinascere dall’Acqua e dallo Spirito, cosa che vuol dire
quanto:
l’anima deve essere
purificata con l’acqua dell’umiltà e dell’abnegazione (infatti l’acqua è
l’antichissimo simbolo dell’umiltà; essa lascia fare tutto da sé, è per tutto
zelante nel servizio, si sceglie sempre luoghi bassi della Terra e le altezze
fugge) e soltanto dopo dallo Spirito della Verità, Spirito che mai un’anima
impura potrà afferrare, poiché un’anima impura è simile alla notte, mentre
Chi di conseguenza
purifica l’anima con l’umiltà accoglie
Naturalmente Io non
diedi una tale spiegazione a Nicodemo, perché egli nella sua limitata sfera
conoscitiva l’aveva afferrata ancora meno dei brevi velati principi stessi.
Perciò Mi chiese ancora una volta, come sarebbe da intendere questo.
[Giov. 3, 6]: «Ciò che è nato dalla carne, è carne, e ciò
che è nato dallo Spirito è spirito».
Ma Io gli diedi per
risposta come sta scritto nel precedente versetto 6: «Non ti meravigliare se ti
parlo in questo modo! Poiché vedi, ciò che viene dalla carne, questo è ancora
carne, quindi materia morta oppure involucro esteriore della vita; ma ciò che
viene dallo Spirito, questo è anche spirito oppure l’eterna vita e
A Nicodemo le cose
non apparvero ancora chiare. Egli fece un movimento improvviso con le spalle e
si meravigliava sempre di più, non per la cosa in sé, perché egli, quale uno
dei più sapienti farisei che era versato in tutte le scritture, non era in
grado di afferrare il senso di questo discorso, infatti, egli teneva in gran
conto la sua sapienza, ed anche a causa della sua grande sapienza era stato
elevato a capo degli ebrei.
A causa di ciò si
meravigliava potentemente, perché ora in Me aveva trovato un Maestro
completamente inaspettato, il quale con strani discorsi metteva a dura prova la
sua sapienza! Non riuscendo dunque a comprendere, Mi domandò ancora una volta:
«Si, com’è ancora da intendere questo? Può dunque anche uno spirito divenir
gravido e poi partorire il simile suo?».
[Giov. 3, 7]: «Non meravigliarti perché ti ho detto: voi
dovete nascere di nuovo!».
Dissi a lui: «Ti ho già detto che
non devi meravigliarti così di quello che ti ho riferito: “Voi dovete tutti
nascere di nuovo!”».
[Giov. 3, 8]: «Il vento soffia dove vuole, e tu odi ben il suo
sibilo, ma non sai da dove viene e dove va, così è chiunque è nato dallo
Spirito!».
«Poiché vedi, il vento soffia
dove vuole, tu odi il suo sibilo, tuttavia non sai, da dove la sua origine
proviene, così sta anche con ognuno che procede dallo Spirito e parla a te. Tu
ben lo vedi e lo odi, ma poiché egli ti parla nel suo modo spirituale, tu non
puoi comprendere ed afferrare da dove gli vengano quelle cose e cosa voglia
dire con esse. Ma poiché tu sei un sapiente onesto e leale, al tempo giusto ti
sarà concesso di afferrare e comprendere tali cose».
[Giov. 3, 9]: «Nicodemo rispose e Gli disse: “Maestro, come
possono avvenire queste cose?”».
A questo punto Nicodemo scuote il
capo dubbioso e dice dopo un po’: «Allora vorrei ben apprendere da Te come
possa accadere una cosa simile; infatti, ciò che io so e comprendo, lo so e
comprendo nella mia carne. Se la carne mi viene tolta, allora potrò afferrare e
comprendere ben poco. – come, com’è possibile che io, essendo di carne, possa
diventare uno spirito, e come può il mio spirito essere accolto da un altro
spirito ed essere generato di nuovo? Come avverrà questo?».
[Giov. 3, 10]: «Gesù
rispose dicendogli: “Tu sei certamente un maestro in Israele e non sai questo?”».
Gli dissi Io: “Tu sei uno dei più
sapienti maestri d’Israele e non riesci ad afferrare e comprendere tali cose?
Ma se tu, quale maestro delle Scritture non riesci ad afferrare queste cose,
come potranno afferrarle i molti altri che delle Scritture conoscono appena che
un giorno c’è stato un Abramo, un Isacco ed un Giacobbe?».
[Giov. 3, 11]: “In verità, in verità, Io ti dico: noi
(spirituali) parliamo (in modo del tutto naturale) di ciò che sappiamo, e
testimoniamo di ciò che abbiamo visto, ma voi non volete comprendere ed
accettare la nostra testimonianza».
«In Verità, in Verità, crediMi! Noi, Io ed i Miei discepoli che siamo stati
mandati qui dallo Spirito, non ti parliamo il puro e semplice linguaggio
spirituale, ma completamente secondo natura ed in immagini naturali della
Terra, ti rendiamo noto ciò che sappiamo in spirito ed in spirito abbiamo
veduto, e voi non riuscite a comprenderlo e ad afferrarlo!».
[Giov. 3, 12]: «Ma se già non potete credere quando vi parlo
di cose terrene, come potreste poi credere se parlassi con voi di cose puramente
celesti?».
«Ma se già non riuscite ad
afferrare e capire cose così facilmente comprensibili, giacché parlo con voi di
cose spirituali in modo terreno, tanto che esse in questa maniera diventano
cose terrene in piena regola, come si comporterebbe la vostra fede se vi
parlassi delle cose celesti puramente in maniera celeste? – Io ti dico:
soltanto lo spirito, che in sé e da se stesso è spirito, sa cosa c’è nello
spirito e cos’è la sua vita! Ma la carne è soltanto una corteccia esteriore e
non sa niente dello spirito, a meno che lo spirito lo riveli all’involucro,
alla corteccia. Il tuo spirito però è ancora troppo dominato ed avvolto dalla
tua carne, e perciò non sa niente di lui. Ma come ho già detto, verrà il tempo
in cui il tuo spirito diventerà libero; allora comprenderai ed accoglierai la
nostra testimonianza!».
Risponde Nicodemo:
“Caro Maestro, Tu, più Sapiente dei sapienti! Oh dimmelo in modo comprensibile,
quando, quando verrà questo tempo così ardentemente atteso!».
A questo Io
risposi: «Amico Mio, tu sei ancora troppo poco maturo perché possa indicarti il
tempo, il giorno e l’ora! Vedi, finché il vino nuovo non ha cessato di
fermentare, rimane torbido, e se tu lo versi in una coppa di cristallo e tieni
poi la coppa anche verso il Sole, nessun raggio, per potente che sia, riuscirà
a penetrare attraverso il torbido del vino nuovo, e proprio così accade anche
con l’uomo. Prima che egli non sia fermentato come si deve, ed in seguito a
tale processo ha allontanato da sé tutte le impurità,
[Giov. 3, 13-15]: «E nessuno è salito al Cielo, se non Colui
che è disceso dal Cielo, vale a dire il Figlio dell’Uomo che è sempre in Cielo.
E come Mosè aveva innalzato un serpente nel deserto, così deve essere innalzato
anche il Figlio dell’Uomo, affinché tutti coloro che credono in Lui non vadano
perduti, ma abbiano la vita eterna!».
«Vedi, nessuno sale al Cielo se non
Colui che è disceso giù dal Cielo, cioè il Figlio dell’Uomo che è sempre in
Cielo. E come Mosè nel deserto ha innalzato un serpente, così deve essere
innalzato anche il Figlio dell’Uomo, affinché tutti coloro che credono in Lui
non vadano perduti, ma abbiano la vita eterna! DimMi,
afferri tu questo?”».
Dice Nicodemo:
«Caro Maestro! Come dovrei, come lo potrei! In Te
Dove però l’uno è
puramente divino, allora deve essere divino anche il due. Le Tue opere, caro
Maestro, sono divine, e così deve essere divina anche
Oltre a ciò Tu hai
detto che Colui che è disceso così dal Cielo, in realtà si trova solo in
apparenza sulla Terra, ma nella verità Egli sta sempre lo stesso nel Cielo!
Quindi per il momento solo Enoch ed Elia possono
partecipare al Regno di Dio che verrà e probabilmente anche Tu, mentre gli
altri milioni e milioni di uomini dovranno mettersi per tutte le eternità nella
buia tomba in attesa che
Caro Maestro, per un simile
Regno di Dio sulla Terra si ringraziano i poveri vermi della Terra. Che cosa
aveva fatto Enoch e cosa Elia, per meritarsi di
essere accolti in Cielo? In fondo nulla che non fosse proprio alla loro natura
celeste! Essi non avevano quindi nessun merito e secondo le Tue spiegazioni,
furono accolti in Cielo perché essi come Te dal Cielo vennero giù sulla Terra!
…
Ma cosa intendi Tu
con l’innalzamento del Figlio dell’Uomo, innalzamento che deve essere simile a
quello del serpente di bronzo di Mosè nel deserto, e come e perché devono avere
la vita eterna tutti coloro che credono in questo Figlio dell’Uomo innalzato,
questo va già in qualcosa che in sé è puro non senso. Chi è questo Figlio
dell’Uomo?…».
Dico Io: «Tu ora
hai espresso molte parole ed hai parlato come un uomo che non ha alcuna idea
delle cose celesti; ma non poteva essere altrimenti, infatti tu sei nella notte
del mondo e non puoi scorgere
[Giov. 3, 16]: «Poiché Dio ha tanto amato il mondo che Egli
ha dato il Suo Unigenito Figlio, affinché tutti coloro che credono in Lui non
vadano perduti, bensì ottengano la vita eterna!».
«Io ti dico: Dio è l’Amore ed il
Figlio è
Dice Nicodemo: «Mi
sembra di comprenderlo come dovevo, ma in fondo non lo comprendo. Se sapessi
almeno cosa pensare del Figlio dell’Uomo! Tu adesso parli pure di un Unigenito
Figlio di Dio, che l’Amore di Dio inviò nel mondo. Il “Figlio dell’Uomo” e il
“Figlio di Dio” è una e la medesima Individualità?».
Dico Io: «Guarda
qui! Io ho una testa, un corpo e mani e piedi. La testa, il corpo, le mani ed i
piedi sono carne, e questa carne è un Figlio dell’Uomo, infatti, ciò che è carne
procede dalla carne. Però in questo Figlio dell’Uomo, che è fatto di carne,
dimora
[Giov. 3, 17]: «poiché Dio non ha mandato Suo Figlio nel
mondo perché lo condannasse, ma che esso diventi beato attraverso di Lui».
«Tu però non devi aspettarti in
qualche modo un giudizio di questo mondo, come forse guerre, diluvi oppure un
fuoco proveniente dal Cielo per distruggere tutti i pagani, poiché vedi, Dio
non ha mandato il Suo Unigenito Figlio (
[Giov. 3, 18]: «Chi crede in Lui non sarà giudicato, ma chi
non crede, costui è già giudicato, egli, infatti, non crede nel Nome
dell’Unigenito Figlio di Dio».
«Chiunque crederà in Lui, sia
ebreo o pagano, non verrà mai più in eterno giudicato e né potrà mai perire; ma
chi si scandalizzerà del Figlio dell’Uomo e non crederà in Lui, costui è poi
già giudicato. Proprio questo, infatti, dal momento che non vuole e non può
credere, perché a causa dei suoi sentimenti di superbia si scandalizza nel Nome
e nell’Esistenza del Figlio dell’Uomo, è già il giudizio di un tale uomo.
Comprendi tu questo?».
Dice Nicodemo: “Sì,
più o meno comprendo il senso del Tuo estremamente mistico discorso; però
questo mi sembra ancora come campato in aria, finché il Figlio dell’Uomo da Te
collocato tanto in alto, nel Quale dimora in pienezza
Così suona anche il
Tuo giudizio che tu stabilisci solamente nella mancanza di fede, incomprensibile.
… Cos’è dunque veramente il Tuo “Giudizio”, quale nuovo significato Tu colleghi
a questo concetto?».
Dico Io: «Amico
Mio, a questo punto anch’Io posso dirti: Mi pare impossibile che tu non riesca
ad afferrare chiaramente il pieno senso del Mio Discorso! Non riesci a
comprendere il concetto “Giudizio”, ed Io ti ho pur dato chiarissima e piena
spiegazione».
[Giov. 3, 19]: «Questo però è il Giudizio, che
«Vedi, questo è il Giudizio, che
ora
[Giov. 3, 20]: «Chiunque fa cose malvagie, costui odia
«Colui che fa ed ama tali opere,
questi è un nemico della Luce; egli odia la stessa e farà di tutto perché non
si faccia Luce intorno a sé, affinché le sue opere maligne, delle quali egli sa
che sono proibite e giudicate dalla Luce, non vengano riconosciute nella Luce
nella loro bruttezza e quindi possono essere punite. E vedi, in questo consiste
il vero giudizio; ma ciò che tu comprendi sotto il giudizio, non è il giudizio,
bensì solo una punizione che segue al giudizio.
Se tu ami camminare
nella notte, è già questo un giudizio dell’anima tua, perché tu ami più la
notte che il giorno. Ma se a causa di ciò ti scandalizzi facilmente e ti fa
male oppure cadi in una fossa o in una profonda tomba, allora un tale scandalo
o una tale caduta non è il Giudizio, bensì soltanto una conseguenza del
Giudizio in te, perché tu ami la notte ed odi il giorno!».
[Giov. 3, 21]: «Ma colui che fa opere di Verità, costui
viene alla Luce, affinché le sue opere siano manifeste, perché esse sono
operate in Dio!».
«Ma se tu sei amico della Luce,
del Giorno e della Verità proveniente da Dio, allora agirai anche in conformità
alla Verità divina e desidererai ardentemente che le tue opere vengano alla
Luce e siano manifestate davanti a tutti; infatti, tu sai che le tue opere,
perché fatte nella Luce della Verità proveniente da Dio, sono buone e giuste e
meritano quindi riconoscimento ed evidente ricompensa!
Chi però è un amico
della Luce, costui non camminerà nella notte, bensì nel giorno, e riconoscerà
subito
Io penso che tu ora
Mi avrai ben compreso.»
Dice Nicodemo: «Ormai mi è tutto chiaro, salvo una
sola cosa; e questa cosa è proprio lo straordinario Figlio dell’Uomo stesso.
Che mi serve la fede o la migliore e più solida volontà di credere nel Figlio
dell’Uomo, se questo Figlio dell’Uomo stesso non è qui? Dall’aria o da una pura
idea non ci si può inventare nessun Figlio dell’Uomo. Dimmi, dunque, dove posso
incontrare quest’eterno Figlio di Dio, e sii certo che io Gli andrò incontro
con la massima fede».
Dico Io: «Se non
avessi visto questo in te, allora tu non avresti ricevuto da Me ora un tale
insegnamento! Tu però sei venuto da Me di notte e non di giorno, sebbene hai
visto e sentito molto delle opere Mie! Ma poiché sei venuto da Me nelle ore
della notte naturale che corrispondono alla notte della tua anima, allora è
anche molto comprensibile che tu non sia ancora in chiaro sul “Figlio
dell’Uomo”.
Io ti dico: se
qualcuno cerca il Figlio dell’Uomo nella notte, allora egli ha nel giorno timor
di far qualcosa davanti a tutti gli uomini, per non venire in discredito con
loro, quanto egli cerca, ben non lo troverà. Tu, infatti, il più sapiente degli
ebrei, devi ben conoscere che la notte, qualunque essa sia, non si presta a
cercare e trovar qualcosa. Chi dunque cerca il Figlio dell’Uomo, questi deve cercarLo nel giorno e non nella notte, allora Questi già si
lascerà trovare.
Io ti dico solo
questo: va lì da Giovanni, il quale ora a causa dell’acqua battezza a Enon presso Salim, costui ti dirà
se l’Unigenito Figlio di Dio è già qui oppure no! Là tu devi conoscerLo!».
Dice Nicodemo:
«Ahimè, caro Maestro, questo sarà difficile! Poiché io ho giornalmente obblighi
su capo e collo e posso da questi non facilmente allontanarmi! … Ma tutte le
volte che Tu vorrai venire a Gerusalemme con i Tuoi discepoli, allora vieni da
me, ed io vi darò un buon alloggio! In me devi Tu insieme a tutti coloro che
sono con Te trovare sempre un sincero amico e mecenate. … Tutto ciò che è in
mio potere, questo deve essere sempre pronto al servizio Tuo!
Poiché vedi, in me
si è verificato un grande cambiamento! Io Ti amo, caro Maestro, più di tutto
ciò che mi era caro, e questo Amore mi dice: Tu stesso sei Colui al quale volevi
indirizzarmi a Giovanni in Enon! Può anche non essere
così come lo sento in me; resta pur vero che io Ti amo con tutto il cuore,
riconoscendo in Te un grande Maestro della vera divina Sapienza. Anche le tue
opere, che prima di Te nessuno ha fatto, mi hanno colmato con la più profonda
meraviglia, tuttavia
Dico Io: «Abbi pazienza
ancora un poco e tutto ti dovrà divenir chiaro. Fra breve ritornerò da te e
sarò Ospite tuo, allora dovrai apprendere tutto.
Però segui
l’impulso del tuo cuore, il quale con uno sguardo ti dirà più di tutti i cinque
libri di Mosè e tutti i profeti! Poiché vedi, niente è vero nell’uomo che
soltanto l’Amore! Perciò attieniti ad esso, e camminerai nel giorno!».
[indice]
۞
Dalla scuola di Vita del Signore
Motto: [GEG vol.
IX cap. 155, 9]: «Chi impara da Me e viene a Me nella Scuola della vita, attraverso la
fede nell’unico, solo vero Dio, attraverso l’Amore per Lui ed attraverso
l’amore per il prossimo, e poi vive ed opera secondo questo Mio Insegnamento,
costui è un vero discepolo della Mia Scuola. E questa è l’unica vera e giusta
Scuola di Vita per ciascun uomo che entra in questa scuola e vuol perseverare
in essa immutabilmente fino alla fine della sua vita terrena. In questa Scuola
soltanto egli troverà l’eterna vita ultraterrena della sua anima, e la morte e
il giudizio della materia da lui si ritireranno».
[indice]
a) - Il ‘nocciolo’ fondamentale della Dottrina del Signore
[GEG vol. III cap. 53, 6-16] - (Il Signore a Suetal):
« Come ogni cosa buona deve essere amata
solo perché è buona e perciò vera, nella stessa maniera anche Dio vuole essere
amato, perché Lui solamente è sommamente buono e sommamente vero! Il tuo
prossimo però deve essere amato altrettanto, perché come te è l’immagine di Dio
e come te porta in sé uno spirito divino.
- Vedi, questo è il vero nocciolo
fondamentale della Sua Dottrina, e con l’eventuale più precisa osservanza di
questa nuova dottrina, lo spirito nell’uomo, inizialmente molto incatenato,
diventa sempre più libero, si desta e compenetra alla fine l’intero uomo, e
così attrae tutto nella sua vita, questa è una Vita di Dio e perciò deve durare
in eterno, e precisamente nella più possibile sublime Beatitudine. - Ma
ciascun uomo, che così in un certo senso viene a rinascere nel proprio spirito,
mai vedrà, sentirà o gusterà la morte, e lo sbarazzarsi della sua carne gli
sarà delizia suprema. Poiché lo spirito dell’uomo, diventato completamente una
cosa sola con la propria anima, somiglierà ad un uomo rinchiuso in una dura
prigione, il quale attraverso la stretta fessura di questa prigione guarda
fuori i leggiadri campi della Terra e può vedere, come uomini liberi si
rallegrano sugli stessi con ogni genere di fruttuosa attività, mentre lui deve
ancora languire in prigione. Ma quanto felice sarà egli, quando verrà il
carceriere ad aprire la porta, lo libererà dai ceppi e gli dirà: “Amico, tu sei
libero da pena ulteriore; va e godi ora la piena libertà!” - Così
lo spirito dell’uomo somiglia al frutto vitale di un embrione di un uccellino
nell’uovo; quando col calore dell’incubazione è diventato maturo all’interno
del vincolante guscio, lo rompe e si rallegra della sua libera esistenza. - Ma
l’uomo può arrivare a questo soltanto con la precisa e sincera osservanza della
Dottrina, Dottrina che il Salvatore di Nazaret ora
annuncia agli uomini. – Ora però l’uomo riceve, quando è già rinato sempre più
nello spirito, anche altre perfezioni, delle quali il semplice uomo di carne
non si può fare nessun concetto. Lo spirito allora diviene in sé una potenza
pari a quella divina; ciò che poi un tale spirito perfetto nell’uomo vuole,
questo accade, poiché all’infuori della potenza vitale dello Spirito
nell’intera infinità di Dio non può esserci nessun’altra potenza e forza.
Infatti soltanto la vera Vita è Signore, Creatore, Conservatore, Legislatore e
Guida di ogni creatura, e tutto perciò si deve sottomettere alla potenza
dell’unico eterno Spirito vivente. »
[indice]
b) - Autodeterminazione ed attivo amore
[GEG vol. III cap. 241, 2-10] - (Raphael a Mathael):
« Voi sapete che ogni uomo deve perfezionare e
formare se stesso, del tutto indipendente dall’Onnipotenza della Volontà
divina, liberamente da sé secondo il riconosciuto Ordine divino, per diventare
in questo modo un libero figlio di Dio. Il modo più valido e quindi più
efficace per questo è l’Amore per Dio ed in ugual misura l’amore per il
prossimo. Al fianco dell’Amore sta la vera umiltà, mansuetudine e pazienza,
perché il vero amore senza questi tre annessi non può sussistere affatto e non
è nessun vero e puro Amore.
Ma come può l’uomo
apprendere in sé, che egli si trova del tutto fedelmente nel puro amore secondo
l’Ordine divino?
L’uomo esamini se
stesso, quando vede un povero fratello o una povera sorella oppure questi
vengono a Lui per aiuto, se nel proprio cuore preme del tutto apertamente il
desiderio di donare con gioia, dimenticando se stesso completamente! Se
percepisce questo in sé serio e vivente, allora egli è come un vero figlio di
Dio già maturo, e le promesse fatte, promesse che un figlio di Dio ha da
attendersi, cominciano a premere per la piena realizzazione ed a manifestarsi
come meraviglia in parola ed azione, e voi quali maestri apparirete così
giustificati davanti ai seguaci vostri.
Quei seguaci però,
presso i quali le promesse non divengono manifeste, avranno da attribuirlo a se
stessi, infatti, essi hanno il loro cuore ancora non completamente aperto al
povero prossimo dell’umanità.
L’Amore a Dio e
l’osservanza volontaria della Sua riconosciuta Volontà sono il vero elemento
del Cielo nel cuore dell’uomo. Questo è la stanza di soggiorno dello Spirito di
Dio in ogni cuore umano; però l’amore del prossimo è la porta che conduce in
questa santa stanza di soggiorno. Questa porta deve essere completamente
aperta, affinché la pienezza della Vita di Dio possa prendere alloggio in tale
stanza di soggiorno, e l’umiltà, mansuetudine e pazienza sono le tre ampie
finestre aperte, attraverso le quali la santa stanza di soggiorno di Dio nel
cuore dell’uomo si illumina nel modo più splendente della Luce dai Cieli e
viene riscaldata con ogni pienezza di Vita proveniente dai Cieli.
Dunque tutto sta
nel libero e lietissimo assai aperto amore per il prossimo; la massima
possibile abnegazione è la rivelazione delle promesse stesse. – Qui avete ora
la giusta risposta alla supremamente importante questione vitale. Riflettetela
ed agite di conseguenza; in questo modo vi giustificherete dinanzi a voi
stessi, dinanzi ai vostri fratelli ed al cospetto di Dio! Poiché ciò che fa
adesso il Signore stesso, dovranno farlo anche gli uomini, per diventare a Lui
simili e quindi figli Suoi. »
[indice]
c) - La ‘porta’ dell’abnegazione
[GEG vol. IV cap. 1, 4–6, 9–12] - (Il Signore a Mathael):
« In Verità, Io vi dico: nessuno
verrà a Me, se non lo attirerà a Me il Padre! Voi tutti dovete essere istruiti
dal Padre, quindi dall’eterno amore in Dio se volete venire a Me! Voi tutti
dovete essere quindi perfetti, com’è perfetto il Padre nei Cieli. Ma il molto
sapere, come anche la più ricca esperienza non condurranno lì, bensì soltanto
il vivente amore a Dio ed in equal misura per il
prossimo; in questo sta il grande mistero della rinascita del vostro spirito da
Dio e in Dio. - Ma ciascuno dovrà prima passare con Me per la
stretta porta della pienissima abnegazione, fino a diventare come Sono Io.
Ciascuno deve cessare di essere per sé qualche cosa, per poter diventare tutto
in Me. -
Amare Iddio sopra ogni cosa vuol dire: sorgere ed entrare completamente
in Dio, ed amare il prossimo significa altrettanto: entrare completamente nel
prossimo, altrimenti mai lo si può amare completamente; un amore a metà non è
di utilità né a colui che ama né a colui che è amato. »
« In ciò sta la
suprema Sapienza, che voi diventiate sapienti attraverso il più vivente Amore.
Tutto il sapere però senza amore non serve a nulla! Perciò non preoccupatevi
troppo per il molto sapere, bensì che amiate molto, allora l’amore vi darà ciò
che nessun sapere vi potrà dare… - Cosa vi giova dinanzi a Me, anche se voleste
disciogliervi di ammirazione sulla Mia Potenza, Grandezza e Magnificenza mai
sondabile, – ma fuori della vostra casa piangono poveri fratelli e sorelle di
fame, sete e freddo?! Quanto sarebbe misero e niente affatto utile una pura
esclamazione di giubilo e di lode per l’onore e per la gloria di Dio, sulla
quale si fa finta di non sentire la miseria dei poveri fratelli! Che cosa
servono tutti i grandi e sfarzosi sacrifici nel tempio, se davanti alla sua
porta un povero fratello muore di fame?!
- Perciò siano le vostre ricerche
rivolte anzitutto verso la miseria dei vostri poveri fratelli e sorelle; a
costoro portate aiuto e conforto! Allora troverete in un fratello che voi
avrete soccorso, di più che se aveste visitato tutte le stelle e Mi aveste
glorificato con il linguaggio dei Serafini!
- In Verità, Io vi dico! Tutti
gli angeli, tutti i Cieli e tutti i mondi con tutta la loro sapienza non
possono in eterno mai darvi quello che voi potete raggiungere se con tutte le
vostre forze e con tutti vostri mezzi porgete vero aiuto ad un fratello che
viveva nella miseria! Niente esiste di più sublime e di più vicino a Me che
solamente il vero, fattivo Amore! »
[indice]
[GEG vol. V cap. 213, 8-9] - (Il
Signore a Epifano):
« Con l’ascolto di una nuova
Dottrina non si può fare a meno della fede per lo meno in principio. Si possono
benissimo esaminare gli insegnamenti ed i loro fondamenti, – ma per questo ci
vuole che li si abbia accolti prima in base all’autorità della veridicità del
maestro come verità di alto valore, anche senza immediata radicale
comprensione; poiché questa viene solo col suo adempimento, cosa che
[indice]
e) - Conoscenza di se stesso e conoscenza di Dio
[GEG vol. V cap. 215, 1-7] - (Il
Signore a Epifano):
«
[indice]
f) - La coscienza e l’influsso degli angeli
[GEG vol. III cap. 232, 1-14] -
(Raphael a Mathael):
(Raphael): « Credi tu che noi, spiriti
angelici in numero sterminato, e qui specialmente io, stiamo al Signore in
servizio soltanto su questa collina? Vedi, com’è evidente ora stiamo qui
dinanzi agli occhi tuoi, così stiamo noi al Signore sempre pronti per grandi
servizi e portiamo
[indice]
g) - Esortazione allo spirito della riconciliazione
[GEG vol. V cap.250, 1-4] - (Il
Signore a Pietro):
« S’intende dunque da sé che in questo
mondo per i grandi e rozzi criminali devono esserci ed esistere nei diritti
degli uomini anche potenti e grandi tribunali mondani, altrimenti alla fine
nessuno sarebbe più sicuro della propria vita. Ma trattandosi di piccoli
traviamenti, che non di rado accadono tra gli uomini, allora questi conviene
che vengano appianati dinanzi al tribunale della Misericordia e dello Spirito
conciliativo del cuore, affinché dai piccoli traviamenti degli uomini che
avvengono l’un con l’altro, non finiscano con il generare delitti gravi e
pesanti; poiché in verità Io vi dico: rapina, omicidio ed assassinio alla fine
sono nient’altro che conseguenze dei piccoli traviamenti degli uomini che in
origine erano piccoli ed avevano radici esclusivamente in meschine considerazioni
mondane, egoistiche e presuntuose. »
[GEG vol. IV cap. 78, 1-5]
- (Il Signore a Zorel):
« Chi confessa pentito i propri
peccati e fa penitenza nella vera, vivente umiltà del suo cuore, questi Mi è
più caro che novantanove giusti che non hanno ancor mai avuto bisogno di
penitenza. Vieni perciò ora a Me, o amico contrito; poiché in te c’è ora il
vero sentimento dell’umiltà, cosa che a Me è più gradito dei sentimenti dei
giusti che lo sono fin da principio, i quali esclamano nei loro cuori: “Osanna, o Dio nell’alto dei Cieli, dal
momento che noi consapevolmente non abbiamo mai profanato il Tuo santissimo
Nome con un peccato!”. Questo esclamano essi e ne hanno anche il diritto;
ma a causa di ciò essi anche guardano un peccatore con occhio di giudice e come
la peste fuggono la vicinanza sua!
- Perciò vieni a Me, ed Io ti
mostrerò la sola vera via della Vita e dell’Amore e della vera sapienza
proveniente da questo Amore! – Vedi amico, la via che conduce alla Vita dello
Spirito, è una via spinosa e stretta. Con altre parole ciò vuol dire: tutto
quello che in questa vita ti può accadere di irritante, di amaro e di
sgradevole da parte degli uomini, combattilo con tutta indulgenza e
mansuetudine, e chi ti fa del male, a questi non ricambiare il male, ma rendigli
invece l’opposto, così ammasserai carboni ardenti sul suo capo. Chi ti
percuote, a questi non rendergli le percosse, – prendi piuttosto da lui ancora
una percossa, affinché vi sia e rimanga pace e concordia tra voi; perché
soltanto nella pace prospera il cuore e lo sviluppo dello spirito progredisce
nell’anima. »
[indice]
h) - La libera volontà deve sempre essere rispettata
[GEG vol. VIII cap. 43, 7]
- (Il Signore):
« Lasciate ad ognuno la libera
volontà e non esercitate a nessuno una costrizione; poiché voi ora sapete che
ogni costrizione morale è completamente contraria al Mio Ordine eterno. E ciò
che non faccio Io, non fatelo neppure voi! »
[indice]
[GEG vol. VII cap. 94, 17):
« Il vero amore per il prossimo
consiste in questo, che si faccia al prossimo tutto quello che ragionevolmente
si possa desiderare che esso faccia a noi! »
[GEG vol. VII cap. 140 [1, 3, 11 – 12] - (Il
Signore ad Agrippa):
« …Nei giorni di quest’epoca
tenebrosa il Regno di Dio soffre violenza, e chi vuole possederlo deve anche
strapparlo a sé con violenza, ciò che vuole dire quanto, che ora è difficile
rinunciare a tutte le vecchie ed arrugginite abitudini che hanno messo profonde
radici nell’uomo a causa degli allettamenti e gli adescamenti del mondo, o in
altre parole spogliarsi interamente dell’uomo antico come di una veste lacera e
rivestirsi di un uomo perfettamente nuovo proveniente dalla Mia Dottrina. »
«
« RiconoscerMi
e credere che Io sono il Signore non è abbastanza, bensì si deve anche operare
cosa Io vi insegno; poiché solo attraverso l’azione l’uomo raggiungerà la piena
somiglianza di Dio. - Ma l’operare secondo
[GEG vol. IV cap. 39, 1]
- (Il Signore a Cireneo):
« Vedi, la spiegazione pratica di
tutte le leggi di Mosé e di tutte le profezie dei
profeti è questa: amate Dio quale vostro eterno Padre sopra ogni cosa ed i
vostri poveri e spesso ammalati fratelli e sorelle in qualsiasi circostanza
come voi stessi, così sarete voi quali veri, nell’anima sani figli dell’Eterno
Padre nel Cielo altrettanto perfetti, quanto è perfetto Egli stesso, – a questo
scopo voi siete veramente chiamati! Perché chi qui non diverrà così perfetto
come è perfetto il Padre in Cielo, non verrà a Lui e non mangerà in eterno alla
Sua mensa. »
[GEG vol. IV cap. 79, 5-9]
- (Il Signore a Zorel ed altri):
« Chi di voi sarà un amico di
tutto cuore dei poveri, a questi anch’Io sarò un Amico ed un vero Fratello nel
tempo e nell’eternità, ed egli non avrà bisogno di apprendere l’interiore
sapienza da un altro sapiente, bensì sarò Io a dargliela in tutta pienezza nel
cuor suo! Chi amerà il suo più vicino povero fratello come se stesso e non
scaccerà la povera sorella, qualunque sia la stirpe e quale sia l’età, a questi
verrò sempre Io stesso e Mi rivelerò a lui fedele. Al suo spirito, che è
l’Amore, Io lo dirò, e questo spirito riempirà delle Mie Parole tutta la sua
anima e la sua bocca. Quello che allora egli dirà o scriverà, sarà detto e
scritto da Me per tutti i tempi dei tempi.
- Ma l’anima dei duri di cuore
sarà presa da spiriti maligni, e costoro la rovineranno e la uguaglieranno ad
un’anima di animale, come tale poi essa anche si manifesterà nell’aldilà. - Date
volentieri e date abbondantemente; perché come voi qui date, così vi verrà
anche restituito. Un duro di cuore non sarà penetrato dalla Mia Luce di Grazia;
ed in lui dimoreranno le tenebre e la morte con tutti i suoi orrori! – Ma un
cuore soave e delicato verrà presto e facilmente penetrato dalla Mia Luce di
Grazia, Luce che è essenza quanto mai delicata e dolcissima, ed Io stesso farò
poi ingresso in tal cuore con tutta la pienezza del Mio Amore e Sapienza. –
Questo voi potete ben crederlo! Queste Parole, infatti, sono Vita, Luce, Verità
ed Atto compiuto, della cui realtà ognuno deve riconoscere che si dovrà
disporre conformemente a ciò. »
[GEG vol. V cap. 126, 8]
- (Il Signore a Mathael):
« Il vero, nobile e ragionevole
amore del prossimo è per questa vita terrena il più attendibile termine visivo
per esaminare lo stato di purezza dell’anima. usatelo perciò prima di ogni
altra cosa, e non mancherete di raccogliere quanto prima in voi i frutti assai
ricchi di benedizioni per i granai dell’eterna Vita nella Luce dello Spirito
Mio! »
[GEG vol. VIII cap. 120, 7 e 6] - (Il
Signore ad un oste):
« Un povero straniero è cento
volte più povero che un nativo del luogo, il quale presso tutti coloro che ben
conoscono le sue necessità, trova ancora facilmente aiuto; mentre il povero
straniero è simile ad un piccolo fanciullo che non riesce a comunicare a
nessuno le sue necessità se non che attraverso il pianto. Perciò siate anche
misericordiosi verso gli stranieri, allora troverete anche in Cielo accoglienza
e misericordia; poiché per il Cielo voi siete, fino adesso, ancora puri
sventurati stranieri sulla via della vostra peregrinazione terrena! In Verità,
chi aiuta uno straniero senza fini personali, per puro, schietto amor per il
prossimo, questi è anche un grandissimo amico di Dio, già su questa Terra è
simile agli angeli del Cielo ed ha già nel cuor suo la pienezza del Regno di
Dio. »
[GEG vol. XI cap. 75, 18 e 19]:
« L’amore per il prossimo è la
via che conduce all’Amore per Dio. Ma poiché l’Uomo Gesù adempì questo
Comandamento fino nei minimi particolari, allora crebbe in Lui anche l’Amore
per Dio, così che alla fine Egli potette sorgere in Esso. Il peccato non aveva
nessun potere su di Lui; infatti, Egli si sforzava, dall’iniziale già visibile
via dell’amore per il prossimo, che si rivelava attraverso opere esteriori, di
giungere all’interiore, invisibile via dell’Amore per Dio. »
[indice]
[GEG vol. IX
cap. 87, 4-6] - (Il Signore ai Suoi discepoli):
« Gli uomini devono sempre esercitarsi nella vera
preghiera e non stancarsi; poiché una giusta e ferma fiducia viene acquisita
dall’uomo anche attraverso un giusto esercizio, cosa che ha sempre aiutato il
discepolo alla maestria. – Un uomo ben provveduto di tutti i beni terreni,
dimentica facilmente la preghiera vera e piena di fede. Quando una volta un
pericolo lo assale, allora comincia egli anche a cercare con la preghiera aiuto
presso Dio; ma in sé egli ha troppo poca fiducia per trovare ascolto presso
Dio, e la causa sta chiaramente nella mancanza di esercizio nella piena e
vivente fiducia in Dio. – Ma con che cosa l’uomo può rafforzare meglio la sua
fiducia in Dio se non attraverso l’esercizio, consistente nel chiedere e
pregare incessantemente?! »
[indice]
k) - Sulla scienza delle rispondenze[2]
[GEG vol. IX cap. 93, 4-7]
- (Il Signore ad uno scriba):
« L’udire, vedere, sentire,
pensare, parlare e lo scrivere dello spirito è costituito diversamente che qui
fra gli uomini nel mondo naturale, poiché i rapporti di vita dello spirito e
dell’anima sono completamente diversi da quelli del corpo. E perciò quello che
uno spirito fa e dice, può essere reso comprensibile all’uomo naturale soltanto
sulla via dell’antica scienza delle rispondenze. - Gli
uomini hanno perduto questa scienza delle rispondenze per colpa loro, così si
sono esclusi essi stessi dal rapporto con gli spiriti di tutte le sfere e di
tutti i Cieli, e perciò non possono più afferrare e comprendere lo spirituale
delle Scritture, e di queste si rendono conto che la lettera è morta e non può
dar vita a nessuno, bensì soltanto il significato interiore nascosto è vivente
che, quale
[indice]
l) - Umiltà e stima di se stesso
[GEG vol. VII cap. 141, 4 – 12] - (Il
Signore ad Agrippa):
« Ma se tutti gli esseri sono
sicuramente Opera di Dio, allora sono essi anche Opere del Suo Amore. Anzi voi
stessi siete solamente puro Amore proveniente da Dio e in Dio, e la vostra
esistenza è in sé attraverso
Ma Iddio è
dall’Eternità un Maestro perfettissimo nel grande
come nel piccolo, mai è stato un abborracciatore e pasticcione, e quindi non ha
da vergognarSi delle opere Sue! Ma l’uomo, tra le
creature in quantità innumerevoli ed infinitamente varie, è la creatura più
perfetta, il punto culminante dell’Amore e Sapienza divina, e destinato a
diventare perfino un Dio. Come Si dovrebbe Iddio vergognare di tale Sua
eccellentissima opera, e ritenere indegno di avvicinarSi
alla stessa?! Vedi, caro amico, simili idee riguardanti Iddio puramente mondane
esteriori, devi lasciarle andare! Esse sono false e non giovano allo scopo che
tu possa attraverso di esse avvicinarti a Dio sempre di più; bensì simili idee
false ti allontanerebbero sempre più da Lui, e questo col tempo così che per
puro falso timore reverenziale ad amarLo non oseresti
più affatto.
Ecco guardate qui!
Io solo sono il Signore dell’Eternità – come Mi trovo ora fra di voi? Vedete,
Io vi chiamo figli, amici e fratelli, e quello che voi siete dinanzi a Me,
ciascun uomo è chiamato ad esserlo, e qui non esiste nessuno di meno e nessuno
di più! Perché ogni uomo è l’opera Mia perfetta che deve anche riconoscersi ed
apprezzarsi come tale, ma non disconoscersi e disprezzarsi al di sotto di ogni
spauracchio; perché chi si disprezza, pur riconoscendosi opera Mia, questi
disprezza inevitabilmente anche Me, il Maestro.
Amici, l’umiltà
dell’uomo nel cuore è certo una delle più necessarie virtù, attraverso la quale
si può giungere più presto alla Luce interiore della vita! Ma questa virtù
consiste veramente soltanto nel vero amore per Dio e per il prossimo. Essa è la
soave pazienza del cuore, attraverso la quale l’uomo riconosce bensì la sua
superiorità, ma mai s’innalza da dominatore sui suoi fratelli ancora molto
deboli, bensì li abbraccia con tanto più amore e si adopera mediante insegnamento,
consiglio ed opera di innalzarli al riconoscimento del proprio superiore
perfezionamento! In questo consiste la reale e sola vera umiltà, ma mai in
eterno consiste nel disprezzo di se stessi. – Chi non apprezza giustamente se
stesso come un’opera di Dio, questi non può apprezzare nemmeno il proprio
prossimo e neppure Dio secondo Verità, bensì soltanto secondo una qualche
motivazione assolutamente sbagliata. »
[indice]
m) - La lussuria ostacola lo sviluppo spirituale
[GEG vol. VII cap. 41, 8–13] - (Il
Signore ad Agricola[3]):
« Un buon matrimonio congiunto
con giudizio, sapienza ed abnegazione, non impedisce la rinascita spirituale,
ma la lussuria e la voluttà la rende impossibile, perciò fuggitele peggio della
pestilenza!
I dissoluti d’ambo
i sessi, anche se dopo un certo tempo rientrano completamente in sé ed
attraverso grande abnegazione cominciano a condurre una vita pienamente casta e
con una giusta espiazione ottengono anche la completa remissione dei loro peccati,
raggiungeranno però la completa rinascita spirituale in questo mondo
difficilmente o niente affatto, bensì soltanto una rinascita parziale; poiché
l’anima di tali uomini ha abbastanza da fare per liberarsi della voluttà della
sua carne, così che possa percepire gli ammonimenti dello spirito, ammonimenti
che sono necessari per la salvezza sua. Un tale uomo in verità può diventare
molto buono e saggio ed operare molto del bene; ma difficilmente giungerà in
pienezza alla potente e meravigliosa forza operante. Un’anima può raggiungere
questa soltanto nell’aldilà.
Una tale anima
somiglia ad un uomo che per molti anni era infermo e malato, ed alla fine è
stato guarito in grazia ad un rimedio vero e giusto. Ma come succede ad un tale
uomo che in seguito alla mancanza dell’interiore formazione dei muscoli, nervi
e fibre e nell’esercizio di questi non può giungere alla piena forza vitale di
un uomo fin dalla nascita sano, così succede ad un’anima che è stata lungamente
ammalata; manca l’originaria formazione del vero e puro Amore per Dio, quindi
anche quella della Fede e della Volontà, così le manca ancora di più
l’esercizio di questi, e la potenza di queste tre componenti vitali dell’anima
di un dissoluto completamente emendata, rimane tuttavia sempre indietro,
sebbene in Cielo si abbia più gioia per un peccatore pentito che per
novantanove giusti che di penitenza mai hanno avuto bisogno. Infatti, se
l’Amore,
[indice]
n) - Sapere e sapienza – sapere e fede
[GEG vol. VII cap. 183, 13–14] - (Il
Signore a Lazzaro):
« Io vi ho già spiegato molte
cose e voi ormai molte anche ne comprendete; tuttavia la cosa principale è e
rimane la costante aspirazione alla completa rinascita dello spirito
nell’anima; poiché unicamente attraverso di essa l’uomo viene elevato ad ogni
Verità e Sapienza, ed ha poi una perfetta e conseguente Luce dal terreno fin
nel più puro celeste, e con
[GEG vol. IX cap. 132, 11 – 13] - (Il
Signore ai Suoi discepoli):
« Ma il Regno di Dio, che in Me è
venuto in questo mondo, è appunto la purissima e perfettissima Verità, come
anch’Io stesso sono
[indice]
o) - La differenza fra Beatitudine e dannazione
[
« Qui esistono artifici
ingannevoli in quantità innumerevole i quali sono interessati a portare
un’anima sempre più vicino alla vera e propria essenza di Satana, affinché essa
diventi parte con lui concorde, cosa che però mai può avverarsi, poiché
ciascun’anima racchiude già in sé un proprio spirito, e non può liberarsene, il
quale spirito è l’opposto dello spirito di Satana. - Se
un’anima così, vuole avvicinarsi a Satana, allora lo spirito in essa si
comporta sempre come giudice, vindice e punitore e tormenta l’anima
dall’interno come un fuoco inestinguibile, con tale tormento poi l’anima viene
allontanata nuovamente da Satana, – per quanto possibile – e poi passa di nuovo
in un miglioramento. Se essa segue questo miglioramento, allora le diventa
anche sempre più facile avvicinarsi alla purezza del suo spirito in essa
dimorante. - E se questo miglioramento procede sempre,
allora può essa giungere anche alla beatitudine, qualora divenga come lo
spirito suo. Poiché questa è la differenza tra la beatitudine e la dannazione:
nella beatitudine l’anima passa completamente nello spirito, e lo spirito è poi
l’essere vero e proprio; nella dannazione invece l’anima vuole gettar fuori lo
spirito ed accoglierne un altro, vale a dire quello di Satana. In questo caso
essa diventa la cosa più dissimile allo spirito, perciò lo spirito in essa è la
più perfetta polarità opposta. In tale qualità poi lo spirito esercita quella
controforza che allontana sempre più enormemente da Satana; quanto più un’anima
si avvicina all’essenza di Satana, tanto più violenta è la reazione dello
spirito in essa contro lo spirito di Satana. Questa reazione è però per l’anima
la sensazione più dolorosa fra tutte, e da ciò hanno origine anche le
sofferenze ed i tormenti dell’inferno, come pure proprio questa reazione si
manifesta come il fuoco inestinguibile. E questo è appunto anche il tarlo
nell’anima che non muore, ed il suo fuoco non si estingue; ed è poi uno e lo
stesso fuoco che genera nell’angelo la suprema Beatitudine e nel demonio la
suprema infelicità. »
[Sole Spirituale vol.
II cap. 106, 8]:
«Ogni azione ha una precisa commisurata
conseguenza sanzionata da Dio. Questa conseguenza è l’inevitabile giudizio cui
ogni azione è sottoposta. Quindi è predisposto dal Signore che ogni azione, sia
buona o cattiva, alla fine giudica se stessa. »
[indice]
p) - Che cosa è dunque lo spirito?
[Sole Spirituale vol.
II cap. 79, 12–13]:
« Che cosa è dunque lo spirito?
Lo spirito è il vero principio di Vita dell’anima, e l’anima senza lo spirito,
non è nient’altro che un organo etereo sostanziale, che per l’accoglienza della
Vita possiede bensì ogni facoltà, ma senza lo spirito è nient’altro che un
polipo sostanziale spirituale eterico che stende continuamente le sue braccia
verso
[Sole Spirituale vol.
II cap.71, 9–14,18]:
« Per il conseguimento della
rinascita dello spirito è però necessaria l’osservanza di quella santa Scuola
della Vita in tutte le sue parti, Scuola che il grande santo Maestro di ogni
vita ha predicato dalla sua propria santa Bocca agli uomini della Terra e l’ha
suggellata col Suo proprio Sangue! »
« Chi non vuol prendere in mano
questa scuola attivamente, com’è indicato nella stessa, questi deve ascrivere
solo a se stesso se con ciò perde
[indice]
۞
Dell’insegnamento del Signore sull’anima
Motto: [GEG vol. VI cap. 133, 3]: “Tutta la materia, dalla pietra più dura fino all’etere al di sopra
delle nuvole, è sostanza animica. E la sua
destinazione è, passare di nuovo nell’essere puramente spirituale”.
a) - Essenza e scopo della materia nel processo dello sviluppo dell’anima
[GEG vol. VI cap. 133,
3-6] -
(Il Signore):
« Tutta la materia di questa Terra, dalla
pietra più dura fino all’etere al di sopra delle nuvole, è sostanza animica, ma in uno stato necessariamente giudicato, e
quindi consolidato. Ma la sua destinazione è di tornare nuovamente
all’esistenza libera puramente spirituale, così essa proprio con
quest’isolamento avrà raggiunto l’indipendenza della vita. Ma per raggiungere
questa mediante un’attività autonoma sempre più aumentata, l’anima – per
rendersi libera dai legacci della materia – deve attraversare tutti i possibili
gradini della vita e deve ad ogni nuovo gradino anche di nuovo chiudersi in un
corpo materiale, con il quale poi essa attrae a sé e si appropria di nuove
sostanze di vita e di attività.
Quando un’anima è
entrata una volta in un corpo, sia di una pianta o di un animale, dopo
opportuna completa maturazione è giunta al punto di essere atta a salire su di
un gradino superiore della vita – cosa che il suo spirito dell’aldilà
proveniente da Dio vede assolutamente chiaro – allora il suo spirito
ultraterreno, che continuamente sorveglia l’opera del suo perfezionamento,
dispone che le venga tolto il corpo ormai non più adoperabile, affinché essa
poi, già dotata d’intelligenza superiore, possa formarsi un nuovo corpo, nel
quale per un tempo più o meno lungo possa elevarsi ad una maggiore intelligenza
vitale ed attiva, e questo così fino all’uomo, dove essa, come già
perfettamente libera, giungerà nel suo ultimo corpo, alla piena consapevolezza
di sé, al riconoscimento di Dio, all’Amore per Lui e con questo alla perfetta
unione con il proprio spirito dall’aldilà, quale perfetta unione noi la
chiamiamo nuova nascita o rinascita dello spirito.
Raggiunto che abbia
un’anima questo grado della vita, allora essa è perfetta e poi come un essere
ed una vita perfettamente indipendente non può più essere distrutta e consumata
dall’Essere e dalla Vita universale di Dio.
La prova più sicura
che un’anima umana abbia raggiunto l’indipendenza della vita, consiste nel
fatto che essa riconosce Dio e perfino Lo ama con tutte le forze sue. Poiché
fintanto che un’anima non riconosce Dio come un Essere esistente come fuori di
lei, essa è ancora come cieca e muta non libera dall’Onnipotenza divina; allora
deve ancora lottare violentemente per liberarsi da questi ceppi. Ma appena
un’anima incomincia a riconoscere il vero Dio come esistente fuori da lei, ed a
percepirLo come un’Entità reale per effetto del
sentimento d’Amore per Lui, allora essa è già libera dai vincoli dell’Onnipotenza
divina e va poi sempre più appartenendo a se stessa ed è quindi auto creatrice
del proprio essere e della propria vita e con ciò un’indipendente amica di Dio
per tutte le Eternità delle Eternità. »
[indice]
b) - I gradini dello sviluppo dell’anima
[GEG vol. X cap. 21]
- (Il Signore):
« Tutto ciò che
Ma la sostanza animica, se per la particolare formazione intellettiva nel
secondo regno[4]
doveva essere sottoposta ad una grande selezione, nel terzo regno, quello degli
animali, dove la molteplicità è ancora molto, molto maggiore, doveva essere
portata ad una sempre maggiore unificazione per il raggiungimento di compiute
singole intelligenze più chiare e più libere. E perciò si riuniscono qui anche
innumerevoli particelle di sostanze animiche di piccoli
animali di genere e specie differenti in una più grande anima animale, come per
esempio in quella di un verme più grande o di un insetto. Innumerevoli quantità
di tali anime di insetti, appunto nuovamente di differenti genere e specie,
quando si sono liberate dai loro involucri materiali che le tenevano legate, si
riuniscono poi di nuovo in
un’anima di animale di specie più grande e più perfetta, e così via su fino ai
grandi e perfetti animali in parte ancora selvatici e in parte di specie
mansueta; e solo dall’ultima unione di queste anime di animali procedono poi le
anime degli uomini ben provviste con tutte le possibili facoltà intellettive.
Quando un uomo
nasce in questo mondo e per la sua piena liberazione riceve anche un corpo da
portare, ciò è organizzato in maniera estremamente sapiente da Dio, così che
egli, (l’uomo), quale anima completa, possa e debba ricordarsi altrettanto poco
di tutti i necessari stati precedenti nelle sue consistenze transitorie, ma
ancor sempre entità separate, quanto un occhio possa vedere e distinguere le
piccole singole gocce del mare, di cui esso consiste. Se questo all’anima umana
fosse concesso, allora essa non sopporterebbe quest’unificazione di parti così
infinitamente diverse di sostanza animica e
intellettive, ma tenderebbe a sciogliere se stessa in tutta fretta, così come
si scioglie una goccia d’acqua sul ferro rovente.
Per mantenere
l’anima dell’uomo, deve esserle tolto completamente ogni reminiscenza per mezzo
del corpo che la racchiude fino al momento della sua completa interiore
unificazione con il suo spirito d’Amore proveniente da Dio; questo spirito,
infatti, è, per così dire, il cemento, attraverso il quale vengono fissate
tutte le infinite particelle intellettive animiche in
un eterno indistruttibile essere completo, esse si illuminano, riconoscono e
comprendono in tutta chiarezza e, quale essere compiuto simile a Dio, lodano e
glorificano l’Amore,
[indice]
c) - Il processo formativo dell’anima («Trasmigrazione delle anime»)
[GEG vol.
X cap. 184] - (Il
Signore al giudice superiore Tito):
« Tu domandi, perché Io permetto
queste ostilità nella natura di questa Terra. Ed Io ti dico: perché proprio gli
uomini di questa Terra secondo le loro anime ed il loro spirito sono costituiti
così che possono diventare figli di Dio, per cui possono fare quelle cose che
Io stesso posso fare, già agli antichi, infatti, è stato detto per bocca dei
profeti: “Voi siete figli Miei e quindi dèi, come Io, quale Padre vostro, sono
Dio!”
Ma per predisporre
un’anima così, allora essa deve essere per così dire combinata in una lunga
sequenza di anni da un numero infinito di particelle animiche
dal regno di tutte le creature di questa Terra, e questa combinazione delle
molte, spesso infinite creature animiche, è appunto
ciò che gli antichi sapienti, i quali ne erano ben a conoscenza, chiamavano
“trasmigrazione delle anime”.
Le forme materiali
esteriori delle creature si mangiano bensì a vicenda, ma così facendo divengono
libere le anime dimoranti nelle creature, e le affini si uniscono e vengono
concepite in un successivo, più alto gradino, nuovamente in una forma
materiale, e così di seguito fino all’uomo.
E come avviene con
l’anima, così avviene anche con il loro spirito ultraterreno, il quale è il
vero ispiratore, continuatore, formatore e mantenitore delle anime fino
all’anima umana, la quale allora soltanto entra nella propria sfera di piena
libertà ed è in grado di continuare la formazione di se stessa in riguardo al
profilo morale.
Quando l’anima si è
elevata da se stessa fino a un certo grado di perfezione spirituale, allora
soltanto il suo spirito ultraterreno di Luce e d’Amore si congiunge ad essa, e
l’intero uomo comincia da quel momento a divenire in tutto sempre più simile a
Dio, e quando il corpo viene tolto all’anima, allora essa è già un essere di
perfetta divina somiglianza, e può da sé chiamare tutto all’esistenza ed anche
saggiamente mantenerlo.
Ciò che ti ho detto
adesso, ha luogo però solo su questa Terra ed in nessun altro corpo mondiale,
oltre a ciò in esuberante pienezza come proprio su questa Terra, e chi ha
discernimento, costui lo comprenda dal fondamento: perché questa Terra
corrisponde precisamente al Mio Cuore, Io stesso possiedo solo un Cuore e non
parecchi cuori; così ci può essere soltanto un corpo mondiale, da Me
predisposto, che corrisponda pienamente al Mio Cuore e precisamente al suo più
intimo punto vitale. »
[indice]
d) - Esempio di un’unione animica animale in un’anima umana naturale
[GEG vol. X cap. 185, 4 – 7] - ( Il
Signore continua a parlare a Tito):
« Ed ora voglio mostrarti che
cosa è stato della caccia osservata da te oggi sotto il profilo animico. (in questa scena di caccia sono rimasti uccisi una
gazzella, uno sciacallo ed un’aquila gigantesca). Ebbene guarda! Lì davanti
alla porta sta già una figura umana, come quella di un bambino, ed aspetta di
essere accolta nel corpo di una madre in un prossimo concepimento. E dietro
quest’apparizione di un’anima vedi una figura di Luce; questa è già lo spirito
ultraterreno di quest’anima, il quale s’incaricherà che quest’ultima – per il
momento ancora naturale – alla prossima occasione sia messa in un corpo
materno. – Quindi hai visto, come dagli ultimi tre gradini di animali già
perfetti – ovviamente con molte migliaia di fasi precedenti – è venuta alla
luce un’anima umana.
Da questo nascerà
al mondo un bambino maschio, il quale, se sarà ben educato, diventerà un grande
uomo. La sensibilità della gazzella guiderà il suo cuore, l’astuzia dello
sciacallo la sua ragione, e la forza dell’aquila gigante il suo ingegno, il suo
coraggio e la sua volontà. Il suo carattere fondamentale sarà di un guerriero,
che però potrà egli moderare mediante il suo temperamento e mediante la sua
sapienza, quindi potrà diventare un uomo molto utile in qualsiasi situazione.
Se però diventerà un guerriero, allora avrà fortuna per il suo coraggio, ma
diventerà altrettanto vittima delle altre armi da guerra. Ma affinché tu possa
accorgerti del bambino subito dalla nascita, allora il tuo vicino terreno già
nel prossimo anno potrà entrare in scena come suo padre. »
[indice]
e) - I due principi nell’uomo: materia e spirito
[GEG vol. XI cap. 75, 2-27] - (Il
Signore):
« Già spesso è stato chiarito che
Adamo, quale primo uomo di questa Terra – nel senso della piena libertà
spirituale – era stato creato allo scopo di costituire una forma, fuori della
quale la materia sarebbe potuta essere ricondotta di nuovo alla libera vita
spirituale. Ma per ottenere questo scopo era necessario innanzi tutto il
superamento della materia stessa, vale a dire: attraverso libera decisione
doveva essere creata una condizione che, da un lato presentasse la vittoria su
tutte le note basse caratteristiche, come passioni, brame e inclinazioni
mondane, per rendere possibile dall’altro lato, una libera ascesa alla
purissima vita spirituale.
È già stato detto
abbastanza spesso che l’anima umana consiste di minutissimi primi elementi, i
quali, crescendo e sviluppandosi a sfere sempre più alte della consapevolezza,
raggiungono nell’uomo di nuovo quella forma definitiva che, proprio perché
forma terrena, non è più capace di un ulteriore sviluppo, mentre lo è invece nel
suo sviluppo animico. Perciò nell’uomo s’incontrano
due principi: la fine della vita materiale, come consapevolezza nella sua
massima espressione, e l’inizio di un’animica
immutabile vita nella massima perfezione delle forme riportate. Per questo
l’uomo su questo filo del rasoio della vita terrena non si può certo sottrarre
alla consapevolezza che egli vive, – poiché lui stesso è la dimostrazione di
questo –, tuttavia non ha nessun presentimento che egli è giunto alla soglia di
una vita spirituale, vita che ora nell’immutabile permanente forma umana prende
il suo inizio; in altre parole: dopo aver attraversato molte trasformazioni
fisiche che avevano per meta la figura umana, questa rimane adesso inalterata
nel suo aspetto generale; ma comincia ora una trasformazione animica che ha per meta di avvicinarsi sempre di più allo
Spirito stesso di Dio e di entrare con Esso in comunione.
Ma cosa può
accadere se questo passaggio non è mediato? Qui, infatti, materia e spirito
stanno bruscamente l’una di fronte all’altro, questi ben si perfezionano
reciprocamente sempre di più, ma mai – come polarità – possono toccarsi
completamente. In ogni caso però deve essere qui mostrata una via, deve essere
gettato un ponte sul quale è possibile giungere dalla materia allo Spirito!
Questa via deve essere un esempio che chiunque è in grado di seguire. Se questa
via non fosse trovata, vale a dire se un uomo non la percorresse, allora
l’uscita dalla materia per pervenire ad una libera Vita spirituale,
diventerebbe impossibile.
Adamo doveva
costruire in sé questo ponte, e tale compito lo aveva veramente molto facile,
essendo allora gli stimoli della materia assai minimi rispetto ad oggi. Aveva
bisogno solo di vincere se stesso e di obbedire; e così il ponte sarebbe stato
gettato, ed in lui poteva crescere fiorente la vita spirituale, l’obbedienza a
Dio per un uomo che è libero da qualsiasi peccato, è l’unico mezzo esaminatore.
Soltanto dalla disobbedienza seguono da sé tutte le altre mancanze. Ebbene,
Adamo cadde, e così avvenne un arretramento nella materia, vale a dire in
quella polarità che può tanto allontanarsi da Dio, quanto può ascendere a Iddio
stesso a Beatitudini sempre maggiori.
Ora ripetutamente
da parte di anime particolarmente forti furono fatti dei tentativi di penetrare
attraverso questa folta copertura di foglie per lasciar intravedere il Sole, e
poiché questo anche fu raggiunto parzialmente, l’umanità possiede antichissime religioni.
Tuttavia a queste anime forti non riuscì a colpire così il centro dell’albero,
a spezzare la sua chioma, affinché quest’albero possente potesse morire. E
precisamente questo a loro non riuscì, perché essi stessi nella loro vita
terrena non erano senza peccati, bensì già gustarono il mondo, prima di provare
sete per
Ma in ciò, visto
che ora questa Via che conduce direttamente a Dio è aperta, ed in ciò, visto
che questa Via fu realizzata dall’Uomo Gesù, che con questo divenne il Figlio
di Dio, sta
(Il Signore) Senza di Me nessuno
può venire al Padre, e senza la fede in Gesù nessun savio ha ancora mai provato
l’onnipotente Essenza di Dio quale Sorgente primordiale di ogni Amore che possa
presentarsi personalmente. L’Invisibile diventa visibile in Gesù, e
quest’Unificazione di entrambi nella forma umana rende possibile l’avvicinarsi
della creatura al Creatore, la dissoluzione della materia nello Spirito, la
riconduzione della sequenza di peccati commessi verso l’Alto, oltre il muro di
separazione tra materia e Spirito, due punti che altrimenti non potrebbero mai
toccarsi. Il ponte è
[indice]
f) - La conduzione dell’anima umana al perfezionamento
[GEG vol. IX cap. 171, 4 e 9-10] - (Il
Signore):
« L’uomo, come viene in questo
mondo, secondo l’anima viene separato completamente dall’Onnipotenza di Dio ed
è rimesso in tutto al suo stesso volere e discernimento. Soltanto quando egli,
sulla via dell’istruzione per bocca dei suoi genitori e di altri saggi
insegnanti, giunge alla conoscenza di Dio, si rivolge poi a Lui con fede e Lo
supplica per ottenere il Suo Aiuto e
« Ogni anima perfezionata è
compenetrata da una e la stessa Verità, perché essa scaturisce come Luce del
suo amore per Dio e per il prossimo.
- Fino a quando gli uomini
possono imbattersi tra loro in dispute, contese e guerre, allora sono essi
ancora lontani dal Regno di Dio e non vi arriveranno prima che siano diventati
costantemente grandi in ogni pazienza, umiltà, mansuetudine e vero amore per il
prossimo; ma quando una buona volta sono in queste caratteristiche, e giungono
con ciò in se stessi alla verità proveniente da Dio, allora ogni disputa,
contesa e guerra avranno un’eterna fine. »
[indice]
g) - Sulla Conduzione di vita nell’aldiquà e nell’aldilà
[GEG vol. VII cap. 156, 7– 12] - (Il
Signore ai farisei):
« L’uomo deve operare nel mondo e
volontariamente deve resistere alle sue maligne attrazioni. Così fortificherà
l’anima sua, e
Tali uomini (che si
ritirano completamente dal mondo, come gli eremiti del Carmelo e di Sion)
peccano certamente tanto poco, quanto poco pecca una pietra; ma è questo forse
un merito della pietra? Ma l’anima dovrà deporre il suo corpo; allora
nell’aldilà cosa farà nella sua immensa debolezza ed assoluta inattività?
Infatti là verranno su di lei prove di ogni specie che dovranno spronarla alla
piena e vera attività di vita, e queste prove per l’anima dotata con le sue
capacità di questa Terra, saranno completamente corrispondenti alle stesse che
lei aveva qui, ma per l’anima pura saranno necessariamente più forti che qui,
perché nell’aldilà quello che l’anima pensa e vuole, si presenta già dinanzi a
lei come nella realtà. Qui ha essa da fare solo con i suoi invisibili pensieri
ed idee che combatte facilmente e delle quali si può anche liberare facilmente;
ma dove i pensieri ed idee diventano visibili realtà –, come potrà l’anima
debole combatterli nel mondo che essa stessa si sarà creato?
Perciò di là le
tentazioni si presenteranno ben molto più difficili di qui. E cosa potrà dare
l’anima per liberarsi dalla dura prigionia delle sue stesse maligne passioni?!
E certo nell’aldilà essa dovrà diventare molto più attiva per liberarsi dal
labirinto dei suoi propri pensieri idee ed immagini; poiché prima che non
metterà da se stessa mano all’opera, non le tornerà utile nessun aiuto mediante
un qualche atto immediato della Misericordia di Dio o di un qualche altro
spirito, come anche è già qui sulla Terra in gran parte il caso.
Chi, infatti, non
cerca Dio seriamente, bensì va completamente dietro alle brame del mondo,
costui perde Dio, e Dio non gli darà nessun segno in base al quale potrà
riconoscere quanto profondamente e quanto ampiamente si è già scostato da Lui.
Solo quando, per proprio impulso e bisogno, comincerà di nuovo a cercare Dio,
allora anche Dio comincerà ad avvicinarsi a lui, e Si farà anche trovare dal
cercante, fino al punto che al cercante sarà una vera serietà trovare e
riconoscere Dio. »
[indice]
[GEG vol. VIII cap.17, 5 – 7] - (Il
Signore):
« Ogni anima nell’aldilà
diventerà quello che vuole. Se vuole il male, essa viene dapprima ben resa
attenta quali inevitabili conseguenze avrà. Se invece si cambia, allora può
essere presto e facilmente aiutata; ma se non si cambia, essa sarà lasciata
libera di avere e di godere quanto vuole il frutto proveniente dall’amor
suo. -
Questo amore però, sia di buona o cattiva specie, è la vera e propria
vita dell’anima di ogni uomo, angelo o demone; se prendiamo all’anima l’amore,
allora le prendiamo anche la vita e l’esistenza. Ma questo non può esistere in
eterno nel puro Ordine di Dio; poiché se nella Creazione potesse essere
annientato soltanto il più piccolo atomo e perdere completamente l’esistenza,
allora Dio stesso con questo perderebbe un atomo nel Suo Essere, cosa che però
non è possibile. - E così, tanto meno un’anima umana può perdere
completamente la sua esistenza; però essa può enormemente diventare sventurata
ed infelice per sua massima volontà e può, se soltanto lo vuole seriamente,
anche diventare, attraverso la sua stessa libera volontà, di nuovo felice e
completamente beata. »
[GEG vol. IX cap. 142, 2-7] - (Da
un discorso istruttivo del Signore con dei pescatori al Lago bianco):
« (Il Signore): La vera Beatitudine della vita, non consiste
nella chiara visione e riconoscenza, bensì solamente nella sempre crescente
attività d’amore. Perciò ogni anima deve prima fare, di quest’attività d’amore,
l’unico elemento della vita, senza il quale essa mai potrà giungere
all’interiore chiarezza di vita, infatti, l’attività d’amore è un fuoco di vita
interiore che, attraverso il suo sempre crescente ravvivarsi, deve diventare
una splendente fiamma luminosa.
Ma se questo
elemento di vita nell’anima è diventato completamente desto, così che l’anima
stessa diventa totalmente di questo elemento vitale – cosa che vuol dire
quanto: l’intero uomo è nuovo nello Spirito – e quindi rinato –, allora
l’anima, nonostante la sua interiore chiarezza, la quale è una conseguenza
dell’attività d’amore accresciuta fino al più alto grado possibile, rimane anche
sempre attiva nel più alto grado possibile, e la sua beatitudine e la sua
chiarezza aumenta secondo i gradi della sua attività d’amore e non secondo i
gradi della sua chiarezza, alla quale senza l’attività d’amore essa comunque
mai può giungere; poiché così è stabilito da Dio fin dall’Eternità, in modo
tale che nessuno spirito e nessuna anima umana può giungere alla Luce senza una
corrispondente attività.
Ma come fanno gli
uomini a far sorgere la luce su questo mondo materiale? Vedi, essi sfregano
legno con legno o pietra con pietra così a lungo, finché c’è la scintilla di
fuoco; le scintille cadono su materiale facilmente infiammabile – come legno,
paglia e certe resine mescolate con zolfo e nafta –, così diventa subito
divampante una chiara fiamma, e diventerà luce in essa stessa ed attorno ad
essa in tutte le direzioni.
Vedi, così già nel
morto mondo materiale si mostra che per produrre fuoco e luce deve precedere
una certa attività! E così per
Così stanno le cose
con la vita dell’anima e con la sua interiore chiarezza di riconoscimento. La
sapienza di un’anima è già qui ed ancora più nell’aldilà sempre la conseguenza
della sua attività. Se quest’attività cessasse o potesse cessare, allora
cesserebbero nell’anima anche la sapienza e l’interiore chiarezza di vita. Hai
capito ora questo?»
[GEG vol.
IX cap. 143, 1-8]:
« (Risponde uno dei
pescatori) “Sì, Signore e Maestro, ora però vorrei ancora sapere, in che
cosa consiste fondamentalmente l’attività di un’anima perfetta nel grande
aldilà. Su questa dura Terra ci sono per gli uomini molte migliaia di svariate
cose da fare, se egli vuole vivere – ma che cosa deve fare nel grande aldilà
spirituale? Anche là arerà, seminerà e raccoglierà per il mantenimento della
vita?”
(A questo risponde
il Signore): Sì certo, amico, arare, seminare e raccogliere, – ma
ovviamente in un altro modo ed in un altro senso, rispetto a come accade su
questo mondo materiale. Vedi, senza la grande attività degli spiriti, e
specialmente di quelli perfetti, su nessuna terra sorgerebbe qualcosa! Non solo
non crescerebbe nulla e nessun essere vivente potrebbe andare in giro sul
suolo, ma anche non sarebbe sorto nessun sole e nessuna terra e ancor meno
continuerebbero ad esistere.
Gli uomini arano sì
la terra e spargono i semi nei solchi, ma spetta agli spiriti mettere in atto
il germoglio, crescita e maturazione del frutto. Specialmente per gli spiriti
perfetti c’è molto da fare su questa Terra come anche su tutti gli altri corpi
mondiali; ma ancor di più per la giusta formazione dell’anima e perfezionamento
degli uomini già nell’aldiquà, e assai molto di più poi nell’aldilà. Poiché
sono incomparabilmente sempre di più le anime imperfette che vengono nel grande
aldilà rispetto a quelle perfette, specialmente da questa Terra. Ma le anime
imperfette e malvagie con l’aiuto degli spiriti della natura non purificati,
rovinerebbero presto a tal punto quest’intera Terra che su d’essa nessun’erba,
nessun arbusto, nessun albero potrebbe più crescere e nessun animale e nessun
uomo potrebbe più esistere.
Solo mediante
l’amore, la sapienza e la potenza degli spiriti perfetti, le anime malvagie ed
imperfette nell’aldilà sono impedite ad attuare tale devastazione, e poi a poco
a poco anche perfezionate e forse di gradino in gradino anche avvicinate al
Regno di Dio.
Ma come gli spiriti
perfetti causano tutto questo, non si può descrivere con parole; quando però
voi stessi sarete nuovi e rinati nello Spirito, allora vi diventerà pur chiaro
e naturale come gli spiriti lavorano ed operano nel grande aldilà. – Hai tu
compreso anche questo?
(Disse di nuovo lo
stesso pescatore): “Sì, caro Signore e Maestro, e io Ti ringrazio per
(Risponde il Signore):
“Chi crede ed ha la giusta via, questi raggiungerà anche ciò cui seriamente
aspira!” »
[indice]
۞
La triplice essenza dell’uomo ed il Regno di Dio nel
cuore dell’uomo
Motto: [GEG vol. II cap. 217, 5]:
Con la nascita del corpo viene posto nel cuore
dell’anima l’eterno germe della vita come una piccola scintilla del purissimo
Spirito di Dio.
[Gov.
Fam. Dio vol
II cap. 72, 9–26];
« All’inizio mi parve molto strano che io
dovessi guardare il mio cuore. - Tuttavia, quando riflettei su questa
possibilità o impossibilità di portare gli occhi nel corpo, all’improvviso
persi la luce dei miei occhi; ma quasi nello stesso istante, tutto divenne in
me chiaro, perciò mi vidi interiormente come di solito mi vedo esteriormente
alla luce del Sole. - Io non riuscivo a comprendere come questo fosse
possibile, ma allora il mio cuore cominciò anche presto a diventare
perfettamente trasparente, e vidi presto tre cuori inseriti uno dentro l’altro,
come qui sono messi dentro al ruvido frutto del castagno tre semi: nel nocciolo
del guscio marrone la vera e propria polpa del seme ed in questo soltanto il
piccolo nocciolo germe, nel quale è racchiusa la vita, e in questa è racchiusa
la sua infinita molteplicità ed infinita varietà. - Il cuore esteriore però presto
si spezzò e cadde disciolto giù nelle infinite profondità; e questo era il
cuore esteriore di carne del corpo. L’interiore, sostanziale cuore però rimase
e si estese continuamente, perché l’interiorissimo
cuore-germe, di una luminosità intensissima, lo costringeva a ciò, poiché esso
stesso si sviluppava sempre di più e diventava sempre più grande, come qui il
germe di un seme deposto nella terra s’ingrandisce sempre di più finché sorge
da esso un poderoso albero. - Così era anche il caso di questo mio interiorissimo cuore-germe. All’inizio sembrava come fosse
un cuore; quando però divenne sempre più grande, allora assunse anche sempre di
più un aspetto umano, e presto riconobbi me stesso in questo nuovo uomo, uomo
che è sorto dal mio intimissimo luminoso cuore-germe.
- Alla vista di quest’uomo pensai in me: “Questo nuovo cuore umano in me ha
forse a sua volta un cuore in sé?”. - Ed io mi accorsi che anch’esso
racchiudeva un cuore in sé! Questo cuore però sembrava un sole, e la sua luce
era migliaia di volte più potente del Sole di giorno. - E mentre io contemplavo
sempre di più questo cuore-Sole, allora scoprii improvvisamente nel mezzo di
questo cuore-Sole una piccola immagine vivente che assomigliava perfettamente a
Te, o Padre Santo, – però non sapevo come ciò fosse possibile. - E
mentre stavo riflettendo, mi colse un’indicibile delizia, e
[Gov.
Fam. Dio vol
II cap. 74, 24–32] - (L’alto Abedam[5]
ad Oalim e quindi anche a tutti i padri):
« Voi siete già
diventati debolissimi, sebbene tutti i vostri primi maestri siano ancora in
vita; che cosa accadrà poi soltanto a coloro che s’imbatteranno in assai cieche
contese sulla vostra attuale esistenza stessa?! Per questo Io vi dico, ancora
una volta, che nessuna dottrina è utile a qualcosa se i suoi ordinamenti non
possono essere confermati attraverso
[GEG vol. IV cap. 214, 7]
- (Il Signore):
« Quando l’anima è diventata una
cosa sola con lo spirito, allora essa, resa a sua volta perfetta e colma di
luce, contempla dall’interno all’esterno il proprio corpo, vede attraverso di
questo, riconosce poi con un solo sguardo tutta l’intera geniale costruzione e
disposizione artistica del proprio organismo fisico, si ricorda del motivo e
della causa che presiedettero alla formazione di ogni singola parte di un
organo, per quanto minuta, e ne riconosce l’organizzazione supremamente
opportuna ed efficace. Ma finché un’anima non abbia raggiunto la perfezione
della propria vita, essa può affaticarsi mille e poi mille anni ancora senza
poter arrivare mai a conoscere a fondo il proprio corpo. »
[indice]
[GEG vol. II cap. 217, 5] - (Il Signore):
« Col parto del corpo dal ventre materno viene
posto nel cuore dell’anima il germe vitale come una piccola scintilla del
purissimo Spirito di Dio, come col frutto di una pianta, quando essa ha perso
il fiore e comincia a premunirsi ed a consolidarsi. Ed il corpo una volta
formato, comincia così la formazione dello spirito nel cuore dell’anima. A
questo punto l’anima deve poi fare tutto il possibile perché lo spirito in lei
cominci a germogliare, e deve favorevole andargli incontro. »
[GEG vol. IX cap. 174, 9 – 12] - (Raphael[6]
ad un medico):
« La luce della lampada della
vita riempita è, in questa vita terrena, una piena, vivente fede, la quale illumina
le cose del Regno di Dio. Chi persevera in questa luce e non si occupa più del
necessario per le cose di questo mondo, questi perviene precoce all’eterna Luce
di Vita in sé, e così poi perviene anche aldiquà già nell’evidente reale Regno
di Dio e nella sua Potenza e Forza. Infatti, chi qui è una cosa sola con
[GEG vol. IX cap. 176, 2-4, 7, 9] - (Raphael continua a
parlare al medico):
« C’è solo un essere; ma un non
essere mai ci sarà nell’intero spazio infinito della Creazione. L’esistenza
temporale materiale è certamente soltanto un’esistenza di prova per il
raggiungimento della vera e indistruttibile esistenza, ma in sé è tuttavia
anche solo una piena esistenza spirituale, poiché in e per sé nell’intera sfera
dell’infinità è impossibile possa esserci un’altra effettiva e vera esistenza.
»
« Vedi amico, con tutta la tua
sapienza greco mondana, là ora siede il Signore tra noi! Egli solo è
completamente la vera ed eterna reale Esistenza in Se stesso; noi siamo
attraverso
[
« Quando il frutto nel corpo
materno ha trascorso circa tre mesi vivendo secondo il corpo, l’anima viene in
uno stato di quiete, il suo cuore animico ha
raggiunto una certa solidarietà,. per opera di uno spirito angelico si immette
per l’appunto nel cuore dell’anima uno spirito eterno avvolto in un settuplo
involucro; naturalmente nessuno deve immaginarsi un involucro materiale, bensì
un involucro spirituale che è molto più forte e resistente di un involucro
materiale, – cosa che si può vedere già da molte cose su questo mondo, dove è
molto più facile forzare un carcere materiale che uno spirituale. – Dopo
l’inserimento dello spirito nel cuore dell’anima, cosa che accade in alcuni
fanciulli prima, in altri più tardi, in molti tre giorni prima della nascita,
il corpo giunge velocemente alla piena maturazione, e la nascita potrà
accadere. »
[indice]
c) -
[GEG vol. VIII cap. 24, 1, 4–14] - (Il Signore su Sue
disposizioni ai discepoli):
« …tutti coloro che hanno
accettato pienamente
« Sotto questi tre
concetti l’Essenza di Dio è presentata agli uomini perfettamente come del tutto
spiegata. È vero che per un uomo di debole intendimento ciò possa apparire una
triplice Personalità divina, ma per restare in tutto pienamente fedele alla più
profonda e più interiore Verità, pur non si può rappresentar la cosa
diversamente da come appunto è… - L’uomo è creato completamente ad Immagine di
Dio, e chi vuole conoscere se stesso perfettamente, questi deve sapere e riconoscere
in sé che egli, quale l’uno e lo stesso uomo, consiste propriamente anche di
tre personalità! Tu hai un corpo provvisto con tutti i sensi ed altre membra e
parti necessarie, dalle più grandi fino alle più piccole immaginabili per
condurre una vita libera ed indipendente. Questo corpo per il fabbisogno della
formazione della spirituale anima in esso, ha una propria vita naturale che si
differenzia rigorosamente in tutto da quella spirituale dell’anima. Il corpo
vive del nutrimento materiale, dal quale sono formati il sangue e gli altri
umori nutritivi per le differenti parti costituenti il corpo stesso. – Il
cuore ha in sé un proprio meccanismo vivificante e siffatto che senza
interruzioni si deve estendere e poi di nuovo contrarre, con ciò spinge il
sangue vivificante il corpo con gli altri umori derivanti dallo stesso in tutte
le sue parti e con la contrazione lo accoglie nuovamente in sé, per satollarlo
con nuove parti nutritive e poi di nuovo spingerlo fuori per satollare le
differenti parti costituenti il corpo, senza quest’ininterrotta attività
propria del cuore l’uomo, secondo il corpo, non vivrebbe nemmeno un’ora. - Con
quest’attività vitale del cuore, e così anche della propria attività dei
polmoni, del fegato, della milza, dello stomaco, dell’intestino, dei reni, e
così ancora delle altre parti innumerevoli costituenti il corpo, l’anima non ha
da fare per nulla. Tuttavia il corpo, come una personalità per se stessa
completamente isolata, è uno e lo stesso, ed opera ed agisce così come se
entrambi fossero una e completamente la stessa personalità. - Ma
ora osserviamo l’anima per se stessa, e troveremo che anche lei per se stessa è
un uomo completamente perfetto, la quale, sostanzialmente spirituale, racchiude
in sé e per sé le medesime parti costituenti il corpo ed in rispondenza
spirituale superiore si serve anche delle stesse così come il corpo delle sue
parti materiali. - Sebbene però da una parte il corpo e
dall’altra l’anima di per sé rappresenta due uomini o persone completamente
diverse, delle quali ognuna per sé detiene una sua attività del tutto
particolare, cosa che essa alla fine non può rendersi nemmeno conto sul come e
perché, tuttavia in fondo, considerando le cose dal punto di vista del vero e
proprio scopo della Vita, formano soltanto un uomo unico, così che nessuno può
affermare che egli non sia un uomo solo, bensì un doppio uomo! Il corpo,
infatti, deve servire l’anima e questa con il suo discernimento e la sua
volontà deve servire il corpo, ragion per cui l’anima per le sue azioni, per le
quali aveva utilizzato il corpo, è altrettanto responsabile come per le
proprie, azioni che consistono in ogni genere di pensieri, desideri, cupidigie
e brame. - Se però osserviamo ancora più da vicino la
vita e l’essenza dell’anima per se stessa, allora troveremo anche facilmente
che essa, quale un essere umano ancora provvisto di un corpo sostanziale, per
sé non è per niente superiore, per esempio, all’anima di una scimmia. Essa
possederebbe è vero una ragionevolezza istintiva in grado superiore che un
comune animale, ma di un’intelligenza o di un superiore libero giudizio delle
cose ed i loro rapporti, mai ci potrebbe essere un discorso. - Per
queste superiori e propriamente somme facoltà e del tutto simile a quelle di
Dio, nell’anima opera un puro terzo uomo essenziale spirituale, dimorante
proprio nell’anima. A mezzo suo essa può distinguere il vero dal falso e il
bene dal male, e può liberamente pensare in tutti i sensi immaginabili ed in
piena libertà, secondo le circostanze essa con la sua libera volontà sostenuta
da lui determinata per il puro vero e buono si rende un po’ alla volta
completamente simile allo spirito dimorante in lei, quindi forte, potente e
sapiente, e quale rinata in lui, quindi identica a lui. -
Quando questo è il caso, allora l’anima è come se fosse un unico essere
con il suo spirito, così come anche le parti più nobili del corpo di un’anima
perfetta – le quali parti propriamente consistono nei molti differenti spiriti
naturali del corpo – passano completamente nello spirituale sostanziale corpo,
cosa che voi potete chiamare la carne dell’anima, e con ciò alla fine anche
nell’essenziale dello spirito, in ciò è anche da comprendere la vera
resurrezione della carne nell’ultimo e più vero giorno di vita dell’anima,
giorno che poi segue quando un uomo diviene completamente rinato nello Spirito,
o già qui, in questa vita, oppure faticosamente e lungo e complicato
nell’aldilà. - Sebbene però un uomo pienamente rinato nello
Spirito sia completamente soltanto un uomo perfetto, tuttavia la sua
essenzialità continua a sussistere in eterno in una trinità in sé ben
distinguibile. »
[GEG vol. VIII cap. 25, 1–15] - (Il Signore ai discepoli):
« Voi notate in ogni cosa una triplicità distinguibile:
la prima cosa che vi si presenta agli occhi è la forma esteriore; poiché senza questa nessuna cosa sarebbe
pensabile e non avrebbe anche nessun’esistenza. La seconda è
evidentemente il contenuto delle cose,
infatti, senza questo non esisterebbero nemmeno e non avrebbero anche nessuna
forma e nessun aspetto esteriore. La terza cosa per l’esistenza di un
oggetto è un’interiore, necessaria forza propria di ogni cosa che tiene
unito il contenuto degli oggetti e costituisce la vera essenza degli stessi. E poiché proprio questa forza
costituisce il contenuto e quindi anche la forma esteriore degli oggetti, essa
è pure l’essenza fondamentale di ogni esistenza di qualsiasi specie possa
essere, e senza di essa sarebbe altrettanto poco concepibile un essere o una
cosa, come senza un contenuto e senza una forma esteriore. - Voi
vedete ora che le tre parti suddette in e per sé sono ben distinguibili, poiché
la forma esterna non è il suo contenuto ed il contenuto non è la sua
condizionante forza stessa; e certo sono essi totalmente uno. -
Ritorniamo ora alla nostra anima. L’anima per la sicura e determinata
esistenza, deve avere una forma esteriore, vale a dire quella di un uomo; la
forma esteriore è quindi ciò che noi chiamiamo corpo oppure anche carne, sia
esso ancora materiale o spirituale sostanziale, cosa che qui è completamente
indifferente. - Ma se l’anima è, secondo la forma un uomo,
allora essa avrà anche un contenuto corrispondente alla forma esteriore. Questo
contenuto o corpo interiore dell’anima è il suo stesso essere vitale, quindi
l’anima. - Ma se c’è tutto questo, allora c’è anche la
forza che condiziona l’anima interna; e questo è lo spirito, che alla fine è
tutto in tutto, poiché senza di lui è impossibile possa esserci una pura
sostanza e senza di questa neppure un corpo e quindi neanche una forma
esteriore. Quantunque però le tre personalità ben distinguibili sono
nell’insieme un essere solamente, devono tuttavia essere designate e
riconosciute come singolarmente distinguibili.
- Allo spirito o all’eterna
essenza è insito l’Amore, come forza tutto causante, la somma intelligenza e la
vivente ferma volontà; tutto questo insieme genera la sostanza dell’anima e le
dà la forma o l’essenza del corpo. Una volta che l’anima oppure l’uomo è
secondo la volontà e l’intelligenza dello spirito, allora lo spirito si ritira
nel più interiore e dà all’anima, una volta esistente, una libera volontà coma
da lui separata ed una libera ed in un certo qual modo autonoma intelligenza
che l’anima si appropria in parte attraverso i sensi di percezione esteriore ed
in parte attraverso una presa di coscienza interiore e poi la perfeziona come
se questa perfezionata libera intelligenza fosse opera sua. - In
seguito a questo stato di cose necessariamente così disposte, nel quale l’anima
si sente come separata dal suo spirito, essa è idonea ad accogliere tanto una
rivelazione esteriore quanto una interiore. Se essa l’accoglie, l’accetta ed
opera di conseguenza, allora comincia con questo ad unificarsi col suo spirito,
e passa sempre più nella sua sconfinata libertà, tanto in riguardo
all’intelligenza ed alla libertà di volere, quanto anche alla forza ed alla
potenza di poter attuare tutto ciò che riconosce e vuole. - Da
questo voi potete nuovamente riconoscere che l’anima, come pensiero dello spirito
trasformato in sostanza vivente, pensiero che in fondo è lo spirito stesso, può
in un certo qual modo essere considerata e guardata come una seconda entità
proveniente dallo spirito, senza perciò essere qualcos’altro che non sia lo
Spirito stesso. - Che infine l’anima, quale individuo, appaia
rivestita con un corpo esteriore, come in un certo qual modo la terza
personalità, ve lo mostra l’esperienza quotidiana. Il corpo serve all’anima
come una rivelazione esteriore del suo più interiore spirito, ed ha lo scopo di
volgere verso l’esterno l’intelligenza e la libera volontà dell’anima, di
limitarla e soltanto poi cercare e trovare l’interiore illimitatezza
dell’intelligenza e della volontà e la sua vera forza e diventare con ciò una
unità, infinitamente glorificata e completamente ed individualmente autonoma,
con lo spirito più interiore, il quale è sempre lo stesso unico e radicale
essere dell’uomo. - Alla fine di quest’importantissima
illuminazione vogliamo passare all’Una e Trina Essenza di Dio stesso, affinché
possiate chiaramente comprendere, perché Io, a causa della superiore e
interiore vivente Verità, vi ho dovuto raccomandare di battezzare, vale a dire
fortificare gli uomini che credono in Me ed hanno effettivamente accettata
[Doni del Cielo vol.
I cap. 31, 12–13]: (Il Signore):
« Poiché vedete, non ha importanza
come una cosa sia nello spazio e nel tempo; ma tutto sta nel come la vostra
vita è al di fuori di questi due elementi [spazio e tempo, cioè nell'eterna
esistenza]. Con gli occhi della carne cogliete le cose fuori di voi; con gli
occhi dell'anima in voi, e con gli occhi dello spirito guardate dal centro
delle cose e così anche dal centro del vostro essere. Ma soltanto con
l'avvicinarsi del Mio Spirito diventano tutte le cose diventano completamente
capaci di parlare e vivere. - Vedete, Io, il vostro Padre santo, vi mostro
molto! Perciò siate diligenti nell'amore, affinché
[indice]
d) - La resurrezione della carne
(Su
questo vedi anche sopra al punto c) nel GEG VIII/24 [13]
[GEG vol. V cap. 238, 1, 3, 6] - (Il
Signore ai Suoi discepoli):
«
Per la resurrezione della carne è da comprendere le buone opere del vero amore
per il prossimo! Queste saranno la carne dell’anima e immediatamente risorgerà
con lei nel suo ultimo giorno mondano spirituale, secondo il vero squillo di
tromba di questa Mia Dottrina, all’eterna vita come puro corpo etereo! Anche se
tu avessi portato cento volte un corpo sulla Terra, nell’aldilà avresti solo
quest’unico corpo indicato. »
«
“Nella tua carne tu contemplerai Iddio”, vuol dire quanto: nelle tue buone
opere secondo la ben riconosciuta Volontà di Dio, tu vedrai il tuo Dio. Perché
sono solo le opere che l’anima esercita con il suo corpo, che le è dato
unicamente per strumento, e conferiscono ad un’anima o la nobiltà dinanzi a Dio
oppure anche il contrario. Le opere pure danno il puro, le impure quelle
impure. Il puro pensare conforme alla scienza pura e questo anche congiunto ad
un contegno casto e puro, senza opere dell’amore per il prossimo oppure con
questo non sufficiente, procura all’anima ancora a lungo nessun corpo
spirituale e quindi anche nessuna contemplazione di Dio. »
«
Sì, Miei cari, il sapere ed il credere, per quanto puri, non hanno mura tanto
solide da proteggervi al tempo delle tempeste; ma ben sono ed hanno queste le
opere del vero amore per il prossimo. Esse costituiscono il vero, permanente
corpo dell’anima, la sua dimora, il suo territorio ed il suo vero mondo. Questo
imprimetevelo bene, non soltanto per voi, ma anche per tutti coloro ai quali
predicherete l’Evangelo dopo di Me. Se essi conosceranno
[indice]
e) - Il Regno di Dio nel cuore dell’uomo
(Su questo vedi anche al punto
III/b: GEG III/241 [8 – 10])
[GEG vol. IX cap. 72, 11 – 15] - (Il Signore):
«Se l’uomo comincia a credere senza
dubitare, e rende vivente la fede per mezzo del suo operare secondo
E
così dunque nella Mia Dottrina Io sono per gli uomini un vero Pane nutriente
della Vita proveniente dai Cieli, e l’operare seconda essa è una vera Bevanda
della stessa Vita, un ottimo e vigorosissimo Vino che attraverso il suo Spirito
vivifica l’intero uomo ed attraverso la chiara divampante fiamma del fuoco
dell’amore lo illumina anche da parte a parte. Chi mangia questo Pane e beve
questo Vino, questi non vedrà, non sentirà e non gusterà nessuna morte mai più
in eterno. – Operate a ciò conforme, e le Mie Parole diventeranno in voi viventissima Verità!»
[Sole Spirituale vol.
II cap. 10, 14]:
«Voi sapete che lo spirito
dell’uomo è una perfetta vivente Immagine del Signore, ed ha in sé la scintilla
o punto focale dell’Essenza divina. Se egli afferra questo in sé
incontestabilmente, allora afferra egli anche in sé il Tutto del Signore. Egli
porta quindi in sé l’Infinito dal più piccolo fino al più grande perfettamente
in divina maniera, oppure ha unito in sé come in un punto Tutto del Signore
attraverso il suo potente Amore per Lui.»
[
«Il Regno di Dio è all’interno
dell’uomo. La sua prima Pietra è Cristo, l’unico ed assoluto Dio e Signore del
Cielo e della Terra, temporale ed eterno nello spazio come nell’Infinità. Il
cuore deve credere in Lui, amarLo sopra ogni cosa ed
il prossimo come se stesso. Se l’uomo ha adempiuto completamente nel proprio
cuore questa semplicissima richiesta, allora il Regno di Dio è già trovato. Per
il resto, l’uomo non ha più da preoccuparsi; se egli ha bisogno qualcosa, ad
ognuno sarà dato in aggiunta.»
«
Ma neppure voi dovete raffigurarvi i rinati scopritori del Mio Regno come una
specie di certosini o di trappisti da considerarsi perfettamente morti per
tutto ciò che è di questo mondo, che non si occupano di nient'altro che di
rosari, messe e litanie, che praticano ridicoli digiuni e il disprezzo per la
donna, che maledicono aspramente i peccatori e contemplano di quando in quando
per passatempo la loro fossa e la loro bara. - Oh,
tutti questi non sono affatto indizi di rinascita; al contrario anzi, ciò è il
grave segno di una generazione di tenebre fittissime in loro! La luce dei
rinati non conosce alcun lato oscuro della vita poiché dappertutto è in loro
pienissimo giorno. - 13. La fossa e la bara non sono affatto gli
emblemi di un rinato il quale abbia trovato il Regno di Dio, perché Laggiù non
vi sono né fosse né bare per la ragione che non vi sono morti. Là invece non
esiste che una eterna risurrezione ed una vita eterna; ora per questo le fosse
e le bare certo non servono a niente, perché il rinato vive già continuamente
nel proprio spirito, e considera il distacco dal proprio corpo come una morte
altrettanto poco quanto può qualcuno considerarsi morto la sera allorché ha
deposto la propria veste, o meglio ancora allorquando si è liberato da un peso
ingente che gli gravava le spalle, una volta giunto alla meta. - Per
tali motivi il rinato non sa più cosa sia la morte. Questo è bensì un indizio
grandioso della rinascita, però si trova soltanto interiormente nell'uomo e non
viene portato pubblicamente come un soprabito secondo l'ultima moda da Parigi,
né questo segno imponente viene messo in mostra come una veste preziosa, bensì,
come già detto, un simile segno non è che interiore. »
«Altrettanto
anche gli altri segni della rinascita sono soltanto all’interno dell’uomo e
diventano esteriormente visibili soltanto se è necessario. Questo è quindi
anche un segno della vera rinascita. Perciò come conseguenza della rinascita
non si deve nemmeno aspettarsi delle sciocche cose miracolose, bensì frutti del
tutto naturali di uno spirito sano e di un anima diventata sana attraverso di
lui.»
«Amore
per Me, grande bontà di cuore, amore per tutti gli uomini, questo è nel suo
complesso il vero segno della rinascita, ma dove questo manca, e dove l’umiltà
non è ancora abbastanza forte per reggere ogni colpo, là non servono né
aureole, né tonache, né visioni di spiriti, ed uomini del genere sono spesso
lontani dal Regno di Dio che non molti altri dall’aspetto molto mondano;
infatti, il Regno di Dio non viene mai con esteriori orpelli, bensì solo
all’interno in tutto silenzio ed inosservato nel cuore dell’uomo. – Imprimetevi
questo nel vostro animo quanto il più profondamente potete, allora troverete il
Regno di Dio molto più facilmente di quanto pensate…»
[indice]
f) - Dio come Padre dall’Eternità
[GEG vol. III cap. 225, 6–9] - (Il Signore a Murel):
«Io sono nel Mio eterno Spirito
Padre vostro già dall’Eternità; ma in questa Mia Carne sono tuttavia simile ad
uno sposo e voi tutti siete uguali alla Mia diletta sposa – quando accogliete
In
Verità Io vi dico: chi crede in Me e si attiene effettivamente alla Mia Parola,
questi è come una sposa celeste in Me, ed Io in lui sono come un vero Sposo
dell’eterna Vita. Ma chi è in Me ed Io in Lui, costui non vedrà, non sentirà né
gusterà mai più la morte!
Chi
crede in Me e Mi ama e con ciò si attiene al Mio facile Comandamento del puro
Amore, questi è colui che Mi riconosce come Padre anche nella pienissima luce
del suo cuore. Ed a lui verrò sempre Io stesso e Mi rivelerò, e da quel momento
egli verrà ammaestrato e guidato da Me, e conferirò alla sua volontà la forza
affinché alla stessa nel caso di reale necessità tutti gli elementi debbano
ubbidire!
Nel
vero e proprio mondo i Miei non celebreranno trionfi brillanti, poiché tutti
gli uomini di questa Terra non sono soltanto figli Miei, ma figli del principe
della menzogna, della notte e delle tenebre. Costoro non amano
[indice]
۞
(Rivelata dal Signore il 14 giugno 1840)
Cos’è
Questa è una Domanda rivolta ai figli Miei, i quali entrando profondamente
in sé, devono rispondere in tutta quiete del loro cuore, affinché anche su ciò
sia aperta a loro una piccola porticina nelle segrete camere del loro amore,
per riconoscere se stessi ed il Mio Amore ed accendersi nello stesso
potentemente per Me, – poiché Io solo posso redimere l’anima attraverso la
rinascita dello spirito ed attraverso di lui l’intera creatura.
Ma
questa è la più importante e più grande Domanda: come causa la legge mosaica la libertà
della volontà attraverso l’amore, attraverso l’amore, la rinascita, ed
attraverso la rinascita,
La
risposta a questa Domanda sarà difficile per colui che cerca di smussarvi
soltanto l’acutezza del suo intelletto; ma chi divamperà nell’amore ed in tutta
umiltà per Me, castui troverà la piena risposta
fedelmente nella cameretta del suo cuore. Ma al Mio povero debole servitore
Jakob (Lorber) darò la piena Risposta, affinché voi
possiate poi confrontare la vostra ed esaminare il vostro cuore ed in ciò la
profondità della camera dell’amore. Io, il Grande Maestro in tutte le cose.
Amen! –
Questa
è la piena Risposta alla Mia Domanda più grande e più importante rivolta a voi,
la cui grandezza e gravità diventa manifesta in modo raggiante solamente in
questa presente Risposta.
Affinché
la risposta possa essere riconosciuta totalmente, è
necessario che venga dimostrata l’essenza dell’uomo nella sua sfera naturale
spirituale, senza la quale sarebbe inutile predicare le cognizioni preliminari,
poiché il tutto è rivolto soltanto allo spirito, diventare di nuovo vivente nell’Amore,
Amore che è il Padre suo. Ed affinché al vostro spirito fosse dato il primo
impulso, vi ho anche dato sopra questa Risposta, in che cosa si basa la Vita
dello spirito, la sua rinascita e solo dopo l’eterna Vita dell’anima nella
suprema Libertà.
Vedete,
l’uomo è composto di un corpo naturale che è un vaso nel quale attraverso i
differenti organi si forma un’anima vivente; infatti, nel sorgere attraverso la
procreazione viene formata soltanto la sola essenza del corpo. Soltanto nel
settimo mese, quando il corporeo essere organico è formato attraverso la vita
vegetativa della madre – anche se non completamente secondo la forma, comunque
in tutte le sue parti – nella regione della fossetta epigastrica viene aperta
una vescichetta non percettibile per i vostri occhi, proveniente dal
procreatore, contenente la sostanza dell’anima. Questa poi si comunica
all’intero organismo attraverso il collegamento dei nervi, trasforma un fluido
magnetico che si trova in tutti i nervi in quello suo e penetra poi in tutta
velocità elettrica presto anche in tutti i restanti organi, ma solo per ultimo
nei muscoli del cuore, cosa che avviene normalmente solo al settimo giorno, in
alcuni talvolta un po’ più tardi.
Allora
il cuore comincia molto lentamente ad estendersi attraverso il graduale
riempimento con la sostanza dell’anima, e quando un po’ alla volta è stato
riempito così come una boccia elettrica, allora si scarica nelle vene
attraverso una camera superiore. Questo fluido scaricato si comunica a tutti
gli umori che si trovano lì, li costringe al movimento in tutti i vasi, e così
anche gli umori presenti nei vasi stessi li costringe a passare nelle vene, ed
attraverso le stesse di nuovo indietro al cuore, nel frattempo il cuore viene
già di nuovo caricato e rispedisce subito gli umori tornanti indietro.
E
così comincia poi il battito del polso, la circolazione degli umori, ed un po’
più tardi quella del sangue di qui derivante. Con ciò si forma, vale a dire
attraverso il continuo passaggio e scambio degli umori, e precisamente quello
del sangue attraverso la massa del corpo, con la sostanza contenuta nei sottili
umori, l’elettromagnetica solidità dell’anima. – E quando poi è stato del tutto
formato lo stomaco per l’accoglienza degli umori più grossolani dal corpo della
madre per il sostegno degli umori e del sangue usati per questa destinazione,
allora l’uomo viene separato dai legami nutrizionali nel corpo materno e
partorito nel mondo esterno, fornito dei cinque sensi naturali per percepire il
mondo dei sensi, o veramente le differenti sostanze come della luce, del suono,
del gusto, dell’olfatto ed in fine delle sensazioni generali, le quali sono
tutte destinate a perfezionare l’anima, e secondo il suo bisogno far crescere
il corpo, cosa che poi avviene di seguito in parecchi anni. E così sono ora due
uomini in uno, vale a dire uno materiale ed in questo uno sostanziale (ed in
seguito ancora uno essenziale).
Ascoltate ben
attentamente!
Appena tre giorni circa prima della nascita, dalla sostanza ultrafine e nello
stesso tempo solidissima dell’anima, nella regione del cuore viene formata
un’altra vescichetta infinitamente fine, ed in questa vescichetta viene messo
dentro uno spirito un giorno diventato malvagio, che secondo l’essenza è una
scintilla del divino Amore; è indifferente se il corpo è maschile o femminile,
lo spirito è comunque senza differenza sessuale e soltanto con il tempo assume
qualcosa di sessuale, cosa che si rivela attraverso la concupiscenza.
Ma
questo spirito è ora ancora morto, come lo era già, esiliato nella materia, da
lungo, lungo tempo, l’anima però è un’essenza sostanziale imponderabile,
semplice e quindi indistruttibile, ed i suoi sensi ora un po’ alla volta
formati totalmente, come sono il discernimento uguale agli orecchi,
l’intelletto uguale agli occhi, il piacere uguale al gusto nelle impressioni
ricevute dal suono e dalla luce, poi uguale all’olfatto la percezione del bene
e del male, ed alla fine uguale alla generale sensazione la consapevolezza
della vita naturale in essa, cosa che viene causata attraverso le costanti
evoluzioni delle finissime sostanze nei suoi organi corrispondenti al corpo. Ma
come gli umori circolanti del corpo dapprima hanno formato l’essenza dell’anima
attraverso le sostanze portate a lei dal mondo esterno, proprio così attraverso
la circolazione delle finissime sostanze negli organi dell’anima deve essere e
viene nutrito lo spirito racchiuso nella vescichetta, finché esso stesso
diventa maturo per rompere la vescichetta e così un po’ alla volta può
penetrare tutti gli organi dell’anima e, come l’anima nel corpo, così anch’esso
nell’anima diventa un perfetto terzo uomo attraverso l’alimento proveniente dal
pensiero dell’anima, cosa che accade nel modo seguente: Anche lo spirito, come
il corpo e l’anima, ha corrispondenti organi spirituali, uguale all’udito ed al
discernimento la sensazione o percezione, uguale alla Luce e all’intelletto la
volontà, uguale al gusto ed al piacere nelle impressioni ricevute dal suono e
dalla luce la ricettività di tutto il mondano nelle forme corrispondenti,
uguale a quello dell’olfatto e della percezione del bene e del male il
discernimento del vero e del falso, ed infine uguale al generale sentimento e
consapevolezza della vita naturale l’amore procedente da tutto questo.
E
come ora è costituito il cibo del corpo attraverso tutti questi organi, così è
anche quello dell’anima, ed alla fine anche quello dello spirito. Se il cibo in
genere è cattivo, alla fine tutto diventa cattivo e di conseguenza anche
riprovevole; ma se il cibo in genere è buono ed accettabile, così alla fine
tutto diventa anche buono ed accettabile. Ebbene vedete, queste sono le
condizioni naturali esistenti tra corpo, anima e spirito; ed ora si domanda,
che cosa è qui un cibo cattivo e che cosa uno buono.
Vedete,
tutto il mondano è cattivo, perché rivolge lo spirito di nuovo al mondo, dalla
cui notte del carcere della morte Io l’ho strappato alla materia e posto nel
cuore dell’anima, affinché quivi diventi di nuovo vivente e purificato da tutto
il sensuale naturale e materiale-mondano, ed affinché diventi alla fine capace
per l’accoglienza della Vita proveniente da Me. Ma se ora gli viene offerto del
cibo cattivo, allora diventa esso nuovamente mondano, sensuale, ed alla fine
materiale, e con ciò morto come prima della nascita, ed anche l’anima con il
corpo, poiché con ciò essa stessa è diventata materiale. – Ma se allo spirito è
dato un buon cibo, cibo che è
E
vedi, nello stesso tempo però con la procreazione, specialmente quando questa
viene intesa come peccaminosa basata sulla soddisfazione puramente animalesca,
anche dall’inferno vengono immesse una quantità di vescichette d’amore
infernale nella regione della pancia e delle parti sessuali, le quali vengono
partorite quasi nello stesso tempo con il Mio Amore come il bruco in primavera,
quando arriva il calore del Sole naturale, così anche questa nidiata nello
spirito dell’uomo attraverso il sorgente Calore del Mio Sole divino. – Vedete,
perciò vengono poi anche le tentazioni, poiché ognuno di questi esseri
partoriti dall’inferno fanno incessanti tentativi di intervenire nella vita
dell’anima ovunque possibile. E se poi l’uomo non si oppone di propria volontà
con forza a queste bestie con il rinato Amore proveniente da Dio, essi
affluiscono in tutti gli organi dell’anima e si stabiliscono lì come polipi
succhianti nei punti dove lo spirito si riversa nell’anima, e così impediscono
all’anima l’accoglienza della Vita proveniente dallo spirito ed anche
attraverso di lui l’accoglienza della Vita dell’Amore divino. Se ora lo spirito
vede che non si può estendere per accogliere in sé una pienezza della nuova
Vita proveniente da Dio, si ritira di nuovo indietro nella sua muta
vescichetta, e così in lui anche tanto più il Mio Amore, Amore che qui è
l’Iddio nell’uomo. – Se questo nell’uomo si è svolto, allora diventa di nuovo
puramente naturale ed oltremodo sensuale ed anche perduto, perché egli non sa
che questo è proceduto in lui, poiché le bestie del tutto tranquillamente
corrompono inizialmente in maniera gradevole i sensi dell’uomo e poi lo
catturano un po’ alla volta completamente, così che di tutto ciò che è dello
spirito non sa, non sente, non vede, non assapora, non ha sentore e non
percepisce più nulla.
Questa
è poi una tristezza, tale che dall’inizio fino al tempo presente non c’era ed
anche non ce ne sarà più in avvenire, se ora l’uomo prende il suo rifugio in
Dio, esteriormente con la preghiera, soprattutto della Mia Preghiera,
attraverso digiuno e lettura della Parola dalla Scrittura, con ciò consegue un
grande ardente desiderio di diventare libero dalla grande afflizione.
Se
l’uomo ha preso questo seriamente, dal momento che vede in sé gli oscuri dubbi
in grande quantità, allora comincio ad operare Io dall’esterno come un
Vincitore della morte e dell’inferno attraverso le Opere della Redenzione e do
all’uomo dalla Mia pietosa Croce e sofferenza secondo
Ma poiché ora comincia a
versarsi dall’esterno l’Amore misericordioso di Gesù Cristo nelle parti
ammalate, sia del corpo come anche dell’anima salvandola, questo illumina gli
organi e rende percettibile all’anima in sé come coscienza ammonitrice le
innumerevoli bestie del peccato, allora l’anima si spaventa – cosa che si
annuncia attraverso l’angoscia del cuore, come anche attraverso una interiore
stretta del petto nella regione dello stomaco – e prega poi in questo dolore mortificante,
cosa che si manifesta attraverso il vero pentimento, a Dio nel crocifisso Amore
per Grazia e Compassione; – e vedi, allora lo spirito se ne accorge e comincia
di nuovo a muoversi nella vescichetta, nella quale si era ritirato.
Allora
all’uomo sono richiamate alla mente, con seri ammonimenti, attraverso l’Amore
misericordioso di Dio, le leggi di Mosè, dalla prima fino all’ultima, ed
applicata la loro severissima osservanza, con questa si umilia e rinnega fino
nel più profondo interiore. E precisamente per la stessa ragione, quando una
lavandaia torchia il suo panno battendolo nella più stretta spira, affinché
siano portate via perfino le parti più piccole di sporco attraverso l’acqua col
risciacquo, cosa che è ripetuta tante volte, finché si nota soltanto una
qualsiasi impurità nell’acqua; solo allora un tale bucato è esposto ai raggi
del sole, affinché questi portino via le ultime tracce di sporco evaporandole,
in modo che dai puri venti siano annientate e disperse da tutte le parti.
E vedete,
così sono numericamente dieci le leggi di Mosè provenienti da Dio, cosa che è
un numero di Dio, e mostrano che l’uomo, quando è caduto in preda alla
malinconia, deve dapprima credere che Io sono, e che abbia poi il massimo
rispetto di Me, addirittura che egli creda perfino che sia colpevole, e dai
sette giorni scegliere il consigliato Sabato e santificarlo nella quiete come
un vero giorno di riposo del Signore, affinché si rinneghi ed impari a dare
sempre più profondi sguardi in sé, per riconoscere così i suoi abitanti e poi
rivolgersi a Me, affinché Io li distrugga nel modo suddetto e li cacci fuori
degli organi dell’anima sua.
Se
l’uomo si è umiliato fino a questo punto, profondamente sotto
Poi
l’uomo diventa vivente da parte a parte, e questo totale divenir vivente è poi la
resurrezione della carne.
E
se ora tutto viene compenetrato dal Padre, allora poi il Figlio viene accolto
dal Padre in Cielo, questo è: nel cuore del Padre; ma il Figlio prende lo
spirito dell’uomo, e questo l’anima, e l’anima il corpo, che è lo spirito dei
nervi a voi noto, infatti tutto il resto sono soltanto escrementi dello stesso.
Così
ora il Padre, che è l’Amore del Padre che diventa operante nell’uomo, diventa
Luce nell’uomo, poiché
Ebbene
vedete, quale Fatica, Longanimità e grande Pazienza Mi costa sempre, per poter
salvare da mille appena uno. Quanto spesso da uno di questi vengono
disconosciute, disprezzate, maledette e calpestate con i piedi le Mie fatiche;
- e vedete, Io mai smetto di esclamarvi: “Venite a Me tutti voi che siete
stanchi ed aggravati, Io vi voglio ristorare!”.
Ma
è duro predicare ai sordi ed ai ciechi, poiché si sono precipitati in
pienissima misura nelle afflizioni del mondo e con ciò hanno insudiciato la
loro Terra, che è la loro carne, con la maledizione del fetido inferno, il cui
puzzo è una vera pestilenza dell’anima. Così devo di nuovo far piovere ogni
volta un diluvio dai Cieli, sotto il quale vengono intese le amare Opere della
Redenzione. Se con questo poi il terreno dell’anima imbrattato di maledizione è
di nuovo lavato ed attraverso i venti della Grazia sono di nuovo prosciugati
pantani e paludi, solo allora esiste di nuovo una possibilità di predicare le
vie per
E così vi predico già da lungo tempo, seguite la Mia Voce
e ritornate all’Ovile delle Mie amate pecorelle, affinché Io vi guidi quale
l’unico buon Pastore sui Pascoli della Vita e voi Mi diate poi la lana, bianca
così come la neve, ed Io vi prepari poi una veste che vi adornerà per tutta
l’Eternità!
Se
un contadino ha un piccolo frutteto e vede che gli alberelli sono tutti
selvatici, allora pensa: che cosa devo fare? Se li sradico dalla terra, allora
il mio giardino diventerà vuoto, ed anche se ne pianto degli altri, all’inizio
anche questi saranno selvatici, forse nemmeno così forti come quelli già
esistenti. Quindi voglio pulirli con cura di tutti questi maligni vermi e dei
loro nidi e voglio e cercherò al tempo giusto, di innestarvi rametti nobili di
alberi buoni, e così questi selvatici, che per il resto sono freschi e ben
sani, con l’Aiuto dall’Alto certo se la caveranno tutti, affinché un giorno mi
debbano portare sicuramente ancora molti frutti buoni, dolci e nobili. – E
vedete, l’intelligente contadino, fa come ha saggiamente pensato, ed ottiene
con questo già in pochi anni un raccolto ricco e pieno di gioia.
E
vedete, voi genitori siete tutti tali contadini, sul cui terreno o corporeo
fondamento, attraverso la spensierata fornicazione in ogni vizio di Sodoma e Babele, sono sorte tutte le piante selvatiche
dell’inferno. Perciò dopo dovete purificare con doppio fervore questi cespugli
da tutte le migliaia di specie di insetti dannosi, che consiste nel fatto che
dovete impiegare la più grande cura su tutti i desideri e brame che prendono la
loro origine dagli insetti infernali dimoranti nell’interiore. Voi dovete
estirpare gli stessi attraverso il vero modo indicato chiaramente da Me ed
all’inizio potare anche i rami laterali inutili che spesso sembrano buoni, ma
indeboliscono ostinatamente sempre la vita del tronco, allora presto alleverete
un tronco sano e pieno di forze. E quando poi verrà il tempo dell’innesto, che
è l’annuncio e l’innestare della legge proveniente dal Mio sommo Amore per
mezzo di Mosè, potrete attendervi certamente con
Ma questa è
Che cosa significa e cos’è
l’Opera della Mia Redenzione, allora vi dico: per primo è l’Opera più grande dell’eterno Amore, poiché in
tal modo Io, l’Altissimo, in tutta la pienezza del Mio Amore e nell’infinita
Pienezza della Mia Divinità Stessa, divenni Uomo, anzi per voi perfino
Fratello, presi sulle Mie Spalle tutta la massa dei peccati del mondo e purificai
Il mondo quindi poiché non è altro che l’evidente forma
esteriore dell’inferno, e siccome
[indice]
۞
Motto: “L’obbedienza e
l’umiltà sono il nutrimento per la rinascita dello spirito”
a) - Necessarie regole di comportamento
Date dal Signore il 15
agosto 1840
Qui vi do brevissime Regole di comportamento, regole che
sono da osservare precisamente e bene, se volete essere al sicuro da tutte le
persecuzioni del mondo ed imboccare anche la via più breve per giungere il più
presto possibile al possesso della Mia Grazia e da ciò alla completa rinascita.
Queste Regole sono
ordinate in maniera seguente:
Primo: ognuno deve osservare nel modo più scrupoloso,
riguardo a tutta la sua persona esteriore, qualunque legge politica, e sopportare di buon
grado ogni pressione che lo mette alla prova; poiché non esiste in nessun luogo
parte un potere se non solamente in Me ed attraverso di Me. Tutto Mi è
sottomesso, o (raramente) in modo consapevole oppure (di solito) in modo
inconsapevole; qui, infatti, governano principi buoni e duri, secondo le
condizioni di vita dei sudditi, poiché tutto questo è subordinato a Me. Ma se
tra il popolo in qualche modo vi sono ancora tutti i vizi, come è presso di voi
il caso, come dovrei Io darvi reggenti disinteressati?
Guai perciò ad ogni
contestatore! Costui deve essere castigato non soltanto con la morte temporale,
bensì anche con quella eterna; i governanti, infatti, stanno troppo in alto
perché possano essere da sé ciò che sono per il popolo, e qui nessuno è
qualcosa senza
Il Mio Regno non è
di questo mondo. Perciò date all’imperatore ciò che è suo, ed a Me, ciò che è
Mio, vale a dire il vostro cuore nell’obbediente e pura umiltà; non
preoccupatevi per tutto il resto, perché Io, Padre vostro, sono davvero in
mezzo a voi! Perciò siate obbedienti ai vostri sovrani, prendete
volenterosamente senza brontolio la leggera croce sulle vostre spalle e seguiteMi in tutto Amore e mansuetudine, rinnegando voi
stessi, allora vivrete e renderete vivente nella Grazia Mia, qualunque cosa
guarderete nel Nome Mio! Amen.
Secondo: per quanto riguarda la dominante
chiesa esteriore, ogni suddito di fede in essa incorporato è nella
stessa situazione – fino a quando è di quella fede esteriore e per quanto
riguarda tutte le sue prescrizioni – dei sudditi rispetto al loro principe, con
la sola differenza che una diserzione non è punibile come nello Stato, ma è da
tollerare impunemente. Io però aggiungo che guarderò con occhi adirati colui
che abbandonerà la sua terrena madre di fede, ed un giorno non gli dovrà andar
molto meglio che ad un folle suicida. Poiché voi avete un corpo, per mezzo del
quale le prime impressioni giungono all’anima e la nutrono, così deve pur anche
esserci una dispensa esteriore, la quale è la chiesa esteriore, affinché
mediante la stessa il vostro cattivo corpo venga forzato e lavorato similmente
ad un bimbo nel grembo materno! Ma chi ora abbandona troppo presto il suo
grembo materno, dite, che cosa sarà o cosa può essere di un essere simile?!
L’obbedienza e
l’umiltà sono il nutrimento dell’anima per la rinascita dello spirito. Ma se la
chiesa romana v’insegna questo, e ciò del tutto eccellentemente, che cosa vi
spinge via allora dalla madre di fede del vostro corpo? – Così dunque ognuno
rimanga fedele alla sua chiesa, e Mi sia novantanove volte benedetto uno della
chiesa romana se si conforma nell’obbedienza alla stessa, ed ogni altro
soltanto una volta, poiché è un contestatore egoista, nel quale non si trova
nessuna umiltà e solo poco amore! Ma per quanto concerne le cerimonie, nessuno
se ne deve scandalizzare; infatti là, per il vivente tutto è vivente, per il
puro tutto è puro, per l’obbediente tutto è giusto e per l’umile tutto è
santificato. – Come si può giudicare le condizioni della chiesa e dello Stato,
uno che s’immagina di stare nella Mia Luce? Ritiene egli dunque che Io non
abbia così tanto discernimento per cambiare le condizioni, se non volesse piacere
alla Mia Volontà?! Oh, tali giudici stanno profondamente al di sotto di un pur
debole credente, se ritengono che Io abbia bisogno della loro assistenza
giudiziaria! In Verità vi dico, tali cose sono per Me un abominio. Tutto,
infatti, avviene a tempo debito, ed Io soltanto sono il Giudice di tutte le
cose e di tutte le condizioni, poiché Io soltanto sono santo e giusto
nell’Amore. Perciò seguite la vostra chiesa in ciò che pretende, e lasciate
attrarre da Me il vostro cuore, – allora giungerete molto presto alla Vita di
Grazia e con ciò alla rinascita dello spirito e vivificherete la vostra chiesa
esteriore nel corpo vostro! Amen
Terzo: per quanto concerne le cerimonie,
in queste non c’è né qualcosa di beatificante, né propriamente qualcosa che
porti alla morte. Poiché nel mondo tutto avviene sotto una certa cerimonia –
cosa che viene definito un processo –, così anche la chiesa nella sua
esteriorità può benissimo avere delle cerimonie; soltanto nessuno deve cercarvi
qualcosa di meritorio che valga per
Poiché come un
albero cresce, porta rami e ramoscelli, poi boccioli, foglie, fiori e negli
stessi filamenti femminili e maschili – il che con il tempo tutto cade come
fosse roba inutile e senza valore, affinché il frutto prosperi libero ed
efficacemente in tutta la forza della sua essenza ordinata -, in modo simile
stanno le cose con la chiesa cerimoniale. Se qualcuno mangiasse tutto ciò che
cresce, allora perirebbe con il cibo così immaturo, ma qui è commestibile
soltanto il benedicente frutto maturo, sebbene non raramente si siano già
sperimentate nei fiori delle forze guaritrici, le quali in così tante malattie
vi sono state di ottimo aiuto. Ebbene vedete, questi processi vegetativi sono
simili alle morte cerimonie; ma non dovete dire: «Essi sono pur necessari a
motivo dell’ordine; poiché se gli alberi restano privi di fiori, compariranno
ben pochi frutti!» ?!
La chiesa ebraica
era una chiesa prefigurativa, puramente cerimoniale, come foglie e fiori per il
frutto vivente della Parola dell’eterno Amore; ora Io domando: essa non era
giusta, se era ciò che doveva essere?! Se vi sono dati dei bambini, con che
cosa volete o potete insegnar loro a riconoscere Me e
Voi tutti
inizialmente non siete altro che ebrei e bambini e perciò avete molto bisogno
della cerimonia religiosa, fino a quando siete ancora bambini, soltanto che non
deve rimanere così; ma chi ha finito la classe elementare, questi vada in una
classe superiore e vi impari a leggere ed a scrivere ed infine a calcolare nel
Mio Amore e ad operare nella Grazia della Sapienza Mia. E se il suo cuore è
diventato amorevolmente puro, questi venga poi nella Mia Scuola, nella quale
soltanto giungerà alla Vita eterna mediante la rinascita. Chi invece, non
osservando il suo interiore, rimane attaccato alla cerimonia che in sé è morta,
diventerà lui stesso morto, poiché egli fu così stupidamente ottenebrato da
cercare lo scopo nei materiali mezzi esteriori. Se uno getta via il bimbo
insieme all’acqua del bagno, allora è un pazzo furioso; ma chi sbadatamente
getta via il bimbo e conserva l’acqua del bagno, costui è già morto per la sua
superstiziosa malvagità. Il savio però tiene il bimbo con la bacinella – il
bimbo, perché è un frutto vivente; e la bacinella per poterlo lavare ancora più
volte.
Perciò, se volete
diventare veri figli del Mio Amore e della Grazia Mia, non lasciatevi scandalizzare
dal fiore; infatti, il fiore abbia l’aspetto che vuole, cosa v’importa?!
Pensate al frutto, allora anche il fiore vi apparirà santificato, poiché sapete
che non rimarrà alle foglie ed ai fiori, se qualcuno però è prosperato fino al
frutto, allora egli non commette peccato se si guarda frequentemente intorno e
vi esamina con molto rispetto l’evolvere della sua vita spirituale; invece non
Mi è certo gradito colui che, disprezzando i suoi passi di bambino, s’innalza
orgoglioso come un avvoltoio e poi da altezze vertiginose getta sguardi
assassini alle modeste piccionaie ed attende con cupidigia la loro caduta, per
guadagnare con ciò qualcosa.
Pensate che senza
il Mio Permesso non accade nulla, ed eternamente non può accadere nulla, allora
all’istante tutto vi sembrerà completamente diverso! Ogni uomo ha in verità la
piena libertà del proprio volere, ma
Quarto: un’ulteriore circostanza è la lettura dei
cosiddetti libri proibiti. Io qui non dico che non dovete leggerli
affatto se vi capitano fra le mani, altrettanto come Io non proibisco ad uno di
pronunciare il nome del principe della menzogna e, ove è necessario, di farne
cenno per mettere in guardia da lui. Ma ora domandate a voi stessi, a che cosa
vi serve tutto il già letto! Che cosa sta scritto nei libri che provengono
dall’orgoglioso intelletto umano? Io vi dico, nient’altro che assurdità e
stupidità a rotta di collo, e non ha nessuna utilità, bensì ha intasato la
vostra testa con ogni sorta di fuoco fatuo ed il vostro cuore con ogni sorta di
immondizie, con ciò ha reso molteplicemente chiuso ed oscuro il vostro spirito.
Oppure dite: agisce bene costui, quando Io gli esclamo: «Vieni a Me, se sei
stanco ed aggravato, Io ti voglio ristorare; chiedi, allora ti sarà dato;
cerca, allora troverai, e bussa, allora ti verrà aperto!», quando ancora gli
grido: «Qualunque cosa chiederai al Padre nel Nome Mio, Egli te lo darà
immediatamente; cerca innanzitutto il Regno Mio, – in aggiunta ti sarà dato
tutto il resto!»
Come mai allora,
sapendo questo, tuttavia non venite a Me, perché possiate imparare da Me le
grandi Vie della Mia Grazia e ricevere
Perciò leggete
poco, ma tanto più pregate, allora verrò Io a voi ed in un minuto vi darò di
più che tutte le biblioteche dell’intero mondo hanno da esibire. Di conseguenza
preoccupatevi anche poco per l’interdizione della libertà riguardo ai libri,
infatti, colui davanti al quale Io ho spalancato il grande Libro della Mia
eterna Grazia, costui potrà ben fare a meno di leggere scritti proibiti, dal
momento che il Mio Libro non prende norma da alcuna censura mondana, – esso,
infatti, viene aperto sempre nel cuore del fedele, dove nessuno sguardo di
censura mondana può penetrare, e dove non vengono eternamente nemmeno erette
barriere! Amen
Quinto: per quanto tuttavia concerne
Proprio così stanno
le cose anche con quei scritti mistici, la cui lettura vi frutta e serve tanto
poco, quanto un qualsiasi romanzo –, se da ciò non potete giungere in voi a
nessuna convinzione, poiché con tutto questo aggravate soltanto la vostra
memoria quale bocca del vostro superbo intelletto. Invece di renderlo affamato
ed assetato d’amore e sapienza, lo foraggiate con ogni genere di sapere e con
ciò gli togliete l’appetito per il Cibo della Vita. O voi ancora una volta
folli!
Io sono
(continuazione, il 18 agosto
1840)
Sesto: per quanto riguarda i sacerdoti,
allora Io dico: di questi ce ne sono di parecchie specie, infatti, ci sono tali
che sono sacerdoti a motivo del prestigio e del potere, ai quali ripugna
In Verità, Io vi
dico: costoro mai intenderanno un'altra Parola da Me che la grande:
«Allontanatevi da Me, perché non vi ho mai conosciuto! Voi siete sempre stati
spregiatori della Mia Parola vivente ed avete fatto di Me un mentitore;
infatti, sta scritto: chi osserva i Miei Comandamenti, costui è colui che Mi
ama; ma chi Mi ama, ama anche Colui che Mi ha mandato, cioè il Padre Santo, e
Noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui e Noi stessi Ci riveleremo
a lui!».
Tuttavia ci sono di
nuovo anche sacerdoti che ben meritano questo nome pieno di benedizione.
Costoro sono benevoli e pieni d’amore verso chiunque. Quello che hanno, lo
donano ai poveri. Essi non condannano nessuno, bensì cercano con cura soltanto
di salvare il perduto. Consolano gli afflitti, alloggiano i forestieri dando
loro un soffice giaciglio e mettono a se stessi, per vero amore, una pietra
sotto il loro capo consacrato. Non si fanno pagare alcun sacrificio, bensì
dicono a colui che vorrebbe farlo: «Fratello, il sacrificio è santo e di
inestimabile valore; esso, infatti, rappresenta di nuovo in modo vivente, nella
fede e nell’amore, la grande Opera della Redenzione. Perciò non può essere
pagato ed eseguito a beneficio di un singolo, ma per
Vedete, questo è
per Me un vero sacerdote, il cui sacrificio Mi è infinitamente gradito! In
Verità Io vi dico: andate ed ascoltate la sua predica, poiché non una parola è
sua, bensì vivamente
Perciò voi stessi
non dovete inciampare nella chiesa a causa dei sacerdoti. Meno però dovete
scandalizzarvi per un qualunque vescovo. Poiché costui sta già più in alto e
presiede ad un popolo, così potete già anche immaginarvi, che non se ne sta
tutto solo, ma ognuno dei suoi passi, parole ed azioni vengono da Me contati
molto precisamente, e attraverso di lui deve tuttavia sempre essere mantenuto
in buon ordine lo stato esteriore delle cose.
Ma per quanto
concerne il vostro interiore, sapete già comunque che qui dipende sempre da voi
e poi dalla Mia Grazia, e questa Grazia non ve la può dare né un angelo del
Cielo, né un qualsiasi vescovo, né chiunque altro, bensì dapprima potete
darvela voi stessi col vero Amore per Me e per il prossimo, mediante la precisa
osservanza dei Comandamenti, oppure come peccatore, mediante una seria
penitenza.
Poiché da tutto
quello che fate, risplenda l’Amore per Me e per il prossimo! Siate tra voi in
comunione fraterna in tutto ciò che è buono, allora verrò a voi e vi renderò
viventi completamente! Amate coloro che vi odiano e vi perseguitano, e benedite
con la preghiera coloro che vi maledicono e vi condannano; allora comincerete a
percepire grandi effetti della Mia Luce nei vostri cuori tenebrosi! Amen
Settimo: per quanto concerne infine la
cosiddetta confessione
auricolare ed i sette santi sacramenti, allora vi dico e perfino vi
prego: non ve ne scandalizzate, usate tutto giustamente e nel giusto vivente
senso, allora vivrete! Qui, infatti, per il contestatore niente è giusto, per
il giusto invece tutto è giusto e santo; perfino il nido di un uccello carpirà
dal suo cuore una lode, e ciononostante è soltanto il morto nido di un uccello!
Quanto più potete immaginare che le cose che qui sono state istituite per la
vostra santificazione, non sono campate in aria, - ma qui dipende sempre da
voi, da come le usate!
Chi si confessa e
riconosce i suoi peccati davanti al sacerdote, quegli ha così riconosciuto i
suoi peccati apertamente davanti al mondo, ed un giorno una tale confessione
sarà motivo di indulgenza per lui, se non continua più a peccare. Chi però
pecca dopo la confessione quanto prima, quegli ha fatto della confessione una
cassa di risparmio dei peccati, la quale un giorno gli renderà alti interessi
per l’inferno. Perciò qui chi si confessa e fa vera penitenza e subito non
pecca più, quegli fa certo benissimo; chi però considera tutto questo un
completo nulla, quegli un giorno resterà molto deluso, poiché troverà un abisso
sopra il quale difficilmente potrà mai saltare.
Se Io ora vi ho
dato delle regole, un ordine ed un sistema, allora usatelo bene, e rispettatelo
come l’avete; infatti, come già ho detto, poco importa l’esteriore, tutto
invece sta in voi, come lo prendete! Tanto può essere buono e vero, altrettanto
può anche essere cattivo e falso, dipende se lo volete usare così oppure no. Se
però sotto il Sole crescono erbe curative e velenose, allora pensate: non
dipende dal Sole, se così o così, ma sempre ogni volta dalla rispettiva
costituzione interiore o buona o cattiva della pianta, se ne procede
benedizione o veleno! Perciò dipende sempre da voi, se bene o male. Amen. Io,
il vostro amorevole Padre. Amen
[indice]
b) - Questa è la via più breve per la rinascita
(data dal Signore il
18 agosto 1840)
Certo, sotto
quest’aspetto per l’uomo giusto succede come per un albero, il cui frutto
anch’esso non diventa maturo ad un tratto, bensì a poco a poco; ma se la
primavera è stata tiepida e serena e l’estate costantemente calda, intercalata
da leggere piogge, allora voi dite: «Quest’anno avremo una maturazione
precoce!» Vedete, lo stesso è con voi, se avete trascorso la vostra giovinezza
serenamente in tenero Amore per Me, allora anche l’estate sarà calda ed in
tutto vivificante. Intercalata da pioggia di Grazia dal Cielo, e voi potete
star sicuri che l’eterno autunno dorato per l’eterna maturazione del frutto
immortale non sarà più lontano. Poiché nella misura in cui qualcuno vuol rinascere
da Me, deve riconoscere i suoi peccati e confessarli pubblicamente per la sua
umiliazione, vale a dire: esteriormente sul serio per mezzo della confessione,
ed interiormente a Me di perdonarlo, com’è indicato nella Mia Preghiera, e come
un Pietro deve provare vero pentimento, dolore e timore, e piangere per la
perdita così inestimabile della Grazia Mia, e con la volontà deve prendere la
più seria decisione di non voler più peccare per tutta l’eternità. Poi deve
proporsi con grande fermezza di rompere del tutto col mondo, e di consegnarsi
completamente a Me e nel suo amore avere una grande nostalgia di Me ed in
questa grande nostalgia ogni giorno deve ritirarsi dal mondo e da tutte le
occupazioni in esso, ed almeno per la durata di sette quarti d’ora, a porte e
finestre chiuse, in totale silenzio, occuparsi solamente di Me nel suo più
intimo interiore. E sempre, ogni qual volta qualcuno si sia portato in questa
quiete, egli deve rivolgere a Me nel suo cuore il seguente, interessante
discorsetto nella più ferma serietà e dire:
«Signore, eccomi
qui! Ti ho fatto aspettare a lungo, o amorevolissimo, Padre santo, poiché già
fin dalla mia fanciullezza Tu mi hai esclamato incessantemente: “Vieni a Me, –
Io ti voglio ristorare!” Ora, o Padre, è venuto il tempo in cui il mio orecchio
si è aperto e la mia volontà, altrimenti così ostinata, si è piegata totalmente
alla Tua, piena d’umiltà ed obbedienza dinanzi a Te; così come, secondo la tua
Volontà, si è sottomessa ai miei fratelli, tutti migliori di me. Perciò vieni
da me, Tu mio adorato Gesù, e ristora la mia anima malata col balsamo del Tuo
infinito Amore! Fa che io scopra il mio grande torto nella Tua amara sofferenza
e morte; fammi vedere le cinque sante Ferite e riconoscere in queste il mio
grande misfatto! O Gesù, Tu Vincitore della morte e dell’Inferno, vieni da me,
ed insegnami a comprendere rettamente
Dopo di che andate
a riposare e crescete nella nostalgia e nell’Amore per Me! Se farete questo
esercizio anche solo per un breve tempo, Io vi dico che presto vedrete
lampeggiare e sentirete tuonare; ma allora non vi spaventate, e non temete!
Perché ora vengo Io ad ognuno, prima come Giudice nella tempesta, nel fulmine e
nel tuono, e solo dopo nel soave, santo Soffio come Padre!
Chi vuol fare una
cosiddetta confessione generale nel senso vero, avrà molto da impegnarsi,
perché vi sono richieste più umiltà e più abnegazione. Questo significa – sia
ben chiaro –, che deve esserci un totale proponimento di non peccare più, e la
santa Cena deve essere presa nella vivente fede per purissimo Amore per Me;
soltanto allora si potranno percepire all’istante in voi i meravigliosi effetti
suoi, i quali si manifesteranno subito come grandissima, incomprensibile gioia
e letizia celeste. –
Vedete, questa è la
via più breve e più efficace per la pura rinascita, nella quale soltanto si può
ottenere
Perciò ritengo che anziché gli svaghi mondani,
gl’intrattenimenti e le compagnie molto sporche, possiate scegliere a ragione
[indice]
c) - Auto contemplazione (meditazione)
GEG vol. I cap. 224, 8–13] - (Il Signore):
«All’uomo niente è più salutare
di una temporanea contemplazione interiore di se stesso! Chi vuole esaminare se
stesso e le forze sue, questi deve frequentemente esaminarsi ed osservarsi
interiormente…»
«..Mettetevi tranquilli e riflettete in vivente
silenzio sul vostro fare e lasciare, sulla vostra ben conosciuta Volontà di
Dio, e se nei differenti periodi della vostra vita avete ottemperato alla
Stessa, allora vi siete esaminati in voi stessi e con ciò avete reso più
difficile la via in voi alla penetrazione di Satana. Poiché non vi è cosa alla
quale Satana dedichi cure tanto zelanti quanto ad impedire all’uomo, con ogni genere
di insignificanti inganni esteriori, di giungere alla sua interiore auto
contemplazione! Quando l’uomo ha raggiunto con l’esercizio una certa abilità
nell’ispezione del proprio interiore, allora egli trova in sé anche facilmente
e presto, quali trappole gli ha teso Satana, ed allora può ben bene
distruggerle ed annientarle e può arginare con energia ogni futura malignità
dello stesso nemico. Questa cosa è assai ben nota a Satana e perciò è
diligentemente impegnato ad occupare l’anima dell’uomo con ogni tipo di
imbroglio per avvincerne l’interesse ai fatti esteriori; e se il gioco gli
riesce, diventa facilissimo per
lui, procedendo per vie occulte,
tendere, inosservato, quanti tranelli vuole all’anima, la quale infine viene a
trovarsi tanto irretita da non poter più nemmeno pensare ad un’indagine
interiore di se stessa, e ciò è un male ben grave! In questo modo, infatti,
l’anima viene separata sempre di più dal suo spirito e non può più destarlo;
ora questo è poi già il principio della seconda morte dell’uomo. Adesso voi
sapete in che cosa consiste l’interiore auto contemplazione. Perciò fate un
tale esercizio in silenzio e non lasciatevi disturbare fino ad allora da nessun
avvenimento esteriore! Poiché Satana non tralascerà sicuramente di distogliervi
da questo con l’uno o l’altro spettacolo esteriore. Quando però vi rammentate
che Io ve l’ho anticipato, tornate rapidamente di nuovo in voi stessi!»
[GEG vol. I cap. 226, 1–4] -(Il Signore):
«Voi avete ora visto un nuovo
modo e maniera, come l’uomo possa passare dalla materia allo spirituale sempre
più puro, e come egli su questa via possa divenire un signore su se stesso e
con ciò alla fine anche sull’intera natura esteriore del mondo. Perciò
occupatevi di tempo al tempo di questa via nel Nome Mio, e perverrete ad un
grande potere sulle vostre passioni e da ciò sull’intero mondo naturale e
nell’aldilà su tutte le creature. Non crediate ora però di aver già
completamente cavato a Satana il suo perfido coraggio. Ogni qualvolta
intraprenderete con voi stessi di nuovo tale esercizio, allora verrete anche
inquietati da lui, fintanto che non sarete completamente rinati nello spirito.
Ma se una buona volta siete rinati dallo spirito, allora Satana ha perso per
l’Eternità ogni potere su di voi, e sarete giudici suoi, come anche di tutti
coloro che egli ha avvinghiato a se, e voi li potete di nuovo sottrarre a lui
per l’Eternità!
[GEG vol. II cap. 166, 18,19] - (Il Signore):
«Ma ora vogliamo riposare ed
esercitarci ancora una volta nell’auto contemplazione interiore, la quale è una
vera festa del Sabato in Dio! – A queste Parole dalla Mia Bocca in casa divenne
tutto silenzioso, e restammo così seduti per tre ore. – Dopo questo tempo il
Signore disse: ora il Sabato è compiuto e possiamo concedere anche alle nostre
membra il necessario riposo.»
[Governo Famiglia di
Dio vol. II cap. 242, 3–13] - (Enoch
al re Lamech):
« Tu ora devi chiudere il tempio
per la durata di novantun giorni. Al novantunesimo però, a cominciare dalla
giornata di domani, tu dovrai riaprire il tempio di mattina, ma dovrai entrarvi
solo di sera e vi rimarrai poi il tempo di circa un’ora. - E
quando ti presenterai nel tempio dinanzi a Dio, tu non devi adoperare la tua
bocca, né meno ancora le tue mani, bensì devi restartene perfettamente
tranquillo in attesa dello Spirito di Dio, con tutta l’umiltà e l’amore del tuo
cuore. - Tu però non devi dire né con il cuore, né
meno ancora con la bocca: “Dio grande e
onnipotente, santo Spirito di ogni Forza e Potenza eterne, vieni a me e manifestami
[indice]
[GEG vol. II cap. 75, 7 – 9] - (Il Signore a Giuda):
«In questo sta il grande mistero
dell’auto costituzione dell’uomo. Tutto Io posso fare all’uomo, ed egli rimane
uomo; ma il cuore è sua proprietà, cuore che egli stesso deve completamente
trattare se vuole preparare a se stesso
[Supplemento cap. 5,
12-18]:
«È compiuto!» – Ma che cosa è compiuto? –
«È vero che è compiuto; ma non
per voi, bensì solo per Me stesso. Ossia: Io ho fatto per voi tutto ciò che sta
nella divina possibilità; per questo ho compiuto
[Sole Spirituale vol.
II cap.35, 27]: ( cap. 44, 16–17
)
« Ognuno che vuole giungere nella
vita del suo spirito, deve recarsi giornalmente per un po’ di tempo nella
perfetta quiete del suo spirito ed in questa quiete non deve vagare con ogni
sorta di pensieri, ma deve afferrare solo un pensiero e contemplare fisso
questo come un determinato oggetto, – il pensiero migliore qui è certamente il
Signore! E se qualcuno farà questo continuamente con fervore ed ogni possibile
abnegazione, allora la vista come l’udito del suo spirito guadagnerà sempre più
in acutezza interiore e dopo un tempo non proprio troppo lungo, questi due
strumenti sensoriali dello spirito verranno aumentati al punto che egli vedrà,
con grandissima facilità, forme spirituali della specie più meravigliosa,
laddove egli prima riteneva di scorgere soltanto un vuoto informe. E con
altrettanta facilità egli percepirà suoni e parole dove prima sembrava regnasse
un eterno silenzio.»
[indice]
e) - Contemplazione spirituale di un aurora: sul vero riposo del Sabato nel cuore
[GEG vol. II cap. 148, 8–15] - (Il Signore ai suoi
discepoli):
«Immaginatevi e rappresentatevi
dunque il Sole spirituale:
Ma se vedete una superficie
d’acqua perfettamente quieta, ed il Sole vi si specchia dentro, esso rifletterà
dallo specchio d’acqua nella stessa Maestà e Verità, così come voi lo vedete in
Cielo. Ed allo stesso modo avviene in un quieto animo libero da passioni, cosa
che può essere raggiunta solo attraverso una totale abnegazione, umiltà,
pazienza e purissimo amore, a questo punto, affinché l’Armonia di Dio nello
spirito dell’uomo altrettanto si rifletta pura e vera come il Sole materiale da
una quiete superficie d’acqua.
Se questo presso un
uomo è il caso, allora tutto in lui è prosperato per
Questo è il vero
riposo del Sabato in Dio, e perciò la celebrazione del Sabato è stata comandata
da Dio. In tale giorno l’uomo deve astenersi da ogni lavoro gravoso e faticoso,
perché ogni lavoro gravoso costringe l’anima a concedere alla carne le forze
sue, e con ciò viene eccitata con la stessa, cosa che trasferisce lo specchio
della sua acqua vitale in un potente movimento così che essa a causa di ciò non
può riconoscere in tutta chiarezza in sé la pura Verità divina. – Il vero
riposo del sabato consiste quindi in una ragionevole festa da ogni gravoso
lavoro; senza necessità non si devono porre mano in esso, ma nella necessità
ogni uomo è tenuto ad aiutare il fratello suo.
Ma più ancora di
astenersi da un rude lavoro, l’anima deve mettere da parte ogni passione. Le
passioni, infatti, sono tempeste dell’anima; esse sconvolgono la sua acqua
vitale, e l’Armonia di Dio viene poi nell’anima deturpata come viene deturpata
l’armonia del Sole sulle onde del mare. L’immagine del sole si riflette ben
dalle onde, ma in quale deformazione! E se la tempesta dura a lungo, allora dal
mare in tumulto sorgono presto pesanti vapori e riempiono l’atmosfera
dell’anima con fosche nuvole; queste impediscono poi completamente alla Luce del
Sole spirituale di giungere alle acque vitali dell’anima, – l’anima divenuta
poi tenebrosa, non può più distinguere il vero dal falso e considera l’inganno
dell’inferno per una Luce celeste.
Un’anima simile poi
però è come perduta. Devono, infatti, venire forti venti, cioè dure prove
dall’Alto, così che attraverso esse è lacerata la maligna nuvolaglia
dell’anima, questa poi si reca subito nel vero riposo del Sabato e con ciò
porta alla quiete il mare della propria vita, altrimenti per lei non c’è salvezza!
Vedi, questo è il
senso spirituale valevole per ognuno, che ci mostra questo bellissimo sorgere
del Sole nella sua apparizione completamente naturale! Chi lo considererà in
sé, questi rimarrà nella Verità ed in ogni Luce, e
[indice]
[GEG vol. II cap. 62, 1–10]:
Dice Cireneo[8]:
“Signore, in me con il pensiero nel cuore proprio non va, perché già dalla mia
giovinezza venni abituato a pensare nella testa, Mi pare quasi impossibile
poter pensare nel cuore! Come si deve dunque cominciare per poter pensare nel
cuore? Dice il Signore: «Questo è completamente facile e del tutto naturale.
Tutto ciò che puoi pensare secondo il tuo sentimento nel grande cervello, viene
prima dal cuore. Poiché ogni pensiero, per quanto piccolo, deve avere prima un
qualche impulso, attraverso il quale esso viene provocato come necessità.
Quando il pensiero, per un qualunque bisogno, viene stimolato e prodotto prima
nel cuore, appena dopo esso sale al cervello della testa per la contemplazione
dell’anima, affinché questa metta le membra del corpo nell’adeguato movimento, affinché
il pensiero interiore diventi atto a tradursi nella parole o nell’azione. Ma
che un uomo potesse pensare soltanto con il capo, sarebbe la più piatta
impossibilità! Il pensiero, infatti, è una pura creazione spirituale e di
conseguenza non può sorgere in nessun altro luogo che solo nello spirito
dell’uomo, il quale spirito dimora nel cuore dell’anima e da dove stimola
l’intero uomo. Ma come sarebbe possibile ad una creazione svilupparsi da una
qualsiasi materia per quanto sottile considerato che, ogni materia, quindi
anche il cervello dell’uomo, non è altro che purissima materia e quindi mai può
essere potenza creatrice, bensì soltanto il prodotto della stessa! Tu ora
comprendi bene questo e forse già senti che non c’è nessun uomo che possa
pensare qualcosa nella testa?».
Dice Cireneo:
«Signore, ora io sento questo in maniera assolutamente vivente! Ma come avviene
dunque tal cosa? Mi sembra adesso veramente di aver pensato da sempre solo nel
cuore! Meraviglioso! Come si può spiegare un fatto simile? Si, io percepisco
nel cuore vere e proprie parole, e come parole pronunciate, e non mi pare più
affatto che fosse possibile afferrare un pensiero nel capo». Dice il Signore:
«Questa è la conseguenza del tutto naturale del ridestarsi sempre maggiore del
tuo spirito nel cuore, cosa che è l’amore per Me ed attraverso di Me per tutti
gli uomini. Negli uomini però, nei quali tale amore non si è ridestato ancora,
i pensieri si formano certamente anche nel cuore, ma, poiché questo è troppo
materiale, essi non vengono percepiti nello stesso, ma soltanto nel cervello,
dove i pensieri del cuore, quali gia più materiali a
causa dell’impulso all’azione, si formano per immagine e si confondono con le
immagini che si sono impresse dal mondo esterno attraverso i sensi esteriori
del corpo nel quadretto celebrale ed in tal modo i pensieri si presentano
dinanzi agli occhi dell’anima e diventano essi stessi materiali e cattivi e poi
devono essere considerati necessariamente quale causa del malvagio operare
degli uomini! E perciò ciascun uomo deve prima rinascere nel cuore e colà nello
spirito, altrimenti non può entrare nel Regno di Dio!».
Dice Cireneo a
Pietro che gli sta accanto: «Comprendi tu bene questa cosa della rigenerazione
dello spirito nel cuore, e che cosa e dove veramente sia il Regno di Dio, del
quale Egli e i due angeli parlano continuamente e questo come promessa futura
per la nostra fede?». Risponde Pietro: «Certamente che lo comprendo, e se non
lo comprendessi, non resterei qui, ma ritornerei alle cure della mia casa. Ma
tu, nobile signore, cerca nel tuo stesso cuore solamente, là troverai in breve
tempo molto di più di quanto io potrei dibattere con te in cento anni. Guarda
noi che siamo stati i Suoi primi discepoli e testimoni, se parliamo
esteriormente molto con Lui! E vedi, tuttavia noi parliamo con Lui di più che
non tu e molti altri mediante la parola esteriore. Noi, infatti, parliamo con
Lui semplicemente solo nel cuore e Gli facciamo ogni tipo di domande ed Egli ci
risponde in Pensieri chiari e bene espressi, e con ciò guadagniamo doppiamente.
Perché una Risposta del Signore nel cuore dell’uomo è in un certo modo già una
quota di Vita, mentre la parola esteriore può tradursi in quota di Vita
soltanto mediante la continua azione per l’esercizio dell’anima. E così puoi
tu, nobile signore, domandare nel tuo cuore veramente anche riguardo alla
questione che concerne Satana, ed il Signore metterà poi la giusta Risposta nel
tuo cuore silenziosamente ed in segreto tanto che a Satana, nonostante il suo
udito finissimo, sarà impossibile intenderla! E nello stesso modo tu puoi
chiedere nel cuore al Signore anche della rinascita dello spirito e del Regno
di Dio e ti sarà data quanto presto la più chiara risposta».
[indice]
g) - La duplice facoltà del riconoscere
[Robert Blum vol. I cap.35,
2–6 e 8]:
«Vedi, ogni uomo ha una duplice
facoltà conoscitiva: una è la facoltà esteriore che è l’intelletto del capo
oppure quello esteriore dell’anima. Con questa facoltà conoscitiva non si potrà
mai afferrare e comprendere l’Essenza divina, poiché essa fu data all’anima
appunto per separare temporaneamente dalla Divinità lo spirito contenuto in
essa, tenendoglieLa celata per un certo periodo. Ma
se un’anima vuole cercare e trovare Dio con questa sola facoltà negativa, essa
si allontana sempre più dalla meta, quanto più ostinatamente vuole addentrarsi
per la via.
L’anima però ha
ancora un’altra facoltà, che non ha sede nel suo capo, ma nel suo cuore. Questa
facoltà si chiama animo interiore ed è costituita da una propria volontà,
dall’amore e da una forza raffigurativa corrispondente a questi due elementi
dell’animo stesso. Una volta che questa forza ha accolto in sé il concetto
dell’Esistenza di Dio, questo concetto è subito abbracciato dall’amore e tenuto
fermo dalla sua volontà, quale tener fermo si chiama poi “credere”. Attraverso
questa fede che è vivente, viene destato il vero spirito. Questo poi osserva il
suo scuotitore, lo riconosce e lo afferra subito, si rialza poi come una
potente Luce proveniente da Dio e compenetra l’anima ed in essa trasforma tutto
in Luce. E questa Luce è poi la vera e propria fede, grazie alla quale ogni
anima può divenir beata.
Hai tu mai sentito
qualcosa di quest’unica e vera fede? Tu dici in te: “No, questo genere di fede
mi è completamente estraneo, perché un pensare nel cuore mi sembra del tutto
impossibile!”. Sì, così è anche! E la cosa ti deve sembrare impossibile.
Per poter pensare
nel cuore si deve fare un apposito esercizio; questo consiste nel ridestare in
continuazione l’amore per Dio. Attraverso questo risveglio il cuore si rafforza
e si dilata, per la qual ragione poi vengono allentati i vincoli dello spirito,
cosicché la sua Luce (ogni spirito, infatti, è una Luce proveniente da Dio) può
svilupparsi sempre più e liberamente. Quando poi
In questa fede sta
poi anche quella forza straordinaria della quale si parla per due volte nei
Vangeli.»
[indice]
[GEG vol. XI cap. 50, 1–14] - (Il Signore):
«Il giorno dopo Simon Pietro Mi
venne vicino e disse: «Signore e Maestro! Finora ci rimane ancor sempre
qualcosa di non chiaro, perché il Tuo corpo rimane temporaneamente in un certo
stato d’indipendenza dallo Spirito interiore, così che, come sembra anche dalle
Tue Parole, Tu Saresti ora l’eterno Spirito di Dio stesso in Persona, poi di
nuovo come se il Tuo Uomo corporeo fosse completamente indipendente e soltanto
di tanto in tanto compenetrato da Lui! Noi in questo riguardo veniamo sempre in
un certo contrasto nelle opinioni nostre, cosa questa che Tu certamente ci
perdonerai, perché noi siamo attaccati saldamente a Te e crediamo in Te,
tuttavia non Ti afferriamo ancora così completamente nella Tua più intima
Natura. Come dunque si spiega questo?».
Ed Io gli risposi:
«Mio caro Pietro, tu tanto quanto i fratelli non riuscite a comprendere ancora
così tante cose, perché non avete ancora raggiunto in voi quel gradino
spirituale per poter comprendere questo procedimento certo in sé molto
semplice, e che Io già molto spesso vi ho spiegato a sufficienza. Voi ora però
siete qui per sperimentare in voi stessi quello che in Me non vi è ancora
chiaro.
Che cosa serve
richiamare l’attenzione sempre sulle differenze tra il Figliuolo dell’Uomo ed
il Figliuolo di Dio, se non siete capaci di riconoscere e percepire in voi
stessi la differenza tra lo spirito umano e corpo umano. Solo la perfetta
rinascita già nel corpo vi scioglierà questa domanda alla pienissima
soddisfazione, ed al raggiungimento della stessa voi avete già intrapreso tutti
i passi atti allo scopo, così che la meta non vi è lontana. Tuttavia la stessa
non è ancora completamente raggiunta. Ma ora rispondeteMi
ad alcune domande, affinché possiate avvicinarvi alla comprensione di questo
punto principale.
In primo luogo:
come percepite voi il vostro pensiero e sentimento? Sono questi esteriori o
interiori, potete rispondere a una domanda che vi viene fatta solamente per
perché avete imparato la risposta a memoria dal vostro Maestro, oppure risponde
il vostro stesso io interiore per deduzione?
Voi direte:
«possono accadere entrambi i casi». Se ora l’uomo fosse semplicemente una
macchina, anche se dotata di un’anima cosciente, allora questa potrebbe pensare
solo esteriormente, vale a dire potrebbe procurarsi un sapere attraverso
impressioni della memoria, cosa questa che si può apprendere solo con
l’ammaestramento, all’incirca come si addestra un animale. La deduzione
tuttavia è un domandare dell’anima rivolto ad un principio interiore vivente
nell’uomo, il quale dà la risposta alle domande poste e come spirito vive
ancora nell’anima e come tale è perfetto. Perciò anche nell’interiore dell’uomo
comincia un regolare gioco di domande e risposte.
Qui si dirà: “Sì,
ma se lo spirito è perfetto, come si spiega il fatto che spesso vengono alla
luce delle deduzioni così tanto stolte? Allora lo spirito non risponde sempre
in maniera giusta?”.
Certo che lo
spirito lo fa, ma poiché esso nell’uomo rappresenta prima di tutto il principio
vitale dell’anima, allora anche questa come cosciente di se stessa a seconda
del proprio essere può agire similmente ad un’immagine riflessa. Proprio così
come una vera immagine riflessa non potrebbe sorgere senza un oggetto presente,
oggetto che ad essa è perfettamente uguale, così anche l’anima può manifestare
liberamente il proprio giudizio solamente quando questi provengono come
riflesso dallo spirito. Ma come un’immagine riflessa rappresenta ogni cosa
rovesciata, esattamente opposto all’oggetto, e pur tuttavia è ancora vero,
altrettanto succede anche qui, finché entrambi non cercano di andare l’un
nell’altro.
Soltanto un uomo
che ha destato in sé lo spirito a un grado tale che l’anima non riflette più
alcun riflesso terreno capovolto, ha raggiunto la rinascita e si trova nella
perfetta Verità. Infrangere questa barriera naturalmente non è cosa facile,
perché attraverso il corpo material-terreno l’anima
predisposta in senso terreno ha una maggiore predisposizione per questo che per
lo spirito, il quale si fa sentire soltanto debolmente, essa senza facoltà di
distinzione acquisibile per le vie dell’insegnamento, è volentieri portata a
considerare come propria azione l’azione di questo spirito. Infrangere questa
barriera è il Mio e vostro compito, così come di tutti i Miei seguaci, e la via
per questo voi la trovate per mezzo del vostro spirito interiore che voi avete
da portare per vostro linguaggio. Solo questo è l’unico vero maestro, perché
esso è inseparabile con l’universale Spirito di Dio, del quale è un’immagine
nel piccolo, di conseguenza ogni verità attinge solo da Lui.
Una volta che
l’anima si è subordinata pienamente alla sua essenza dello spirito e con ciò si
è liberata da ogni desiderio terreno, così che essa tende esclusivamente e
soltanto verso lo spirituale e nello spirito quindi è sbocciata come anima
conscia di sé stessa, allora l’uomo già più perfetto ha raggiunto quel grado
che, dai sapienti indiani venne denominato come “Nirvana”, una condizione
dunque, nella quale ogni volontà, che è condizionata a tendenze carnali e
terrene, è annientata, e che esclude ogni vita nella carne come esistenza
materiale. Questa condizione è possibile nella vita materiale, anzi deve essere
raggiunta, affinché la perfetta pace sopraggiunga nel cuore umano.
Voi tutti siete
vicini a questa rinascita dell’anima. Nell’aldilà nel Mio Regno tuttavia c’è,
quando Io vi sarò asceso, un’altra rinascita ancora, questa è quella dello
spirito, la quale consiste nella comunione indissolubile con Me. Allora nella
Casa del Padre regnerà la suprema beatitudine dei figli nonché gioie delle
quali nessun cuore umano potrà mai aver presentimento, perché esse sono gioie
puramente spirituali, delle quali non è possibile rendervi comprensibile in
anticipo nemmeno il più piccolo riflesso.
Applicatevi dunque
innanzi tutto che la vostra anima raggiunga la rinascita, affinché essa impari
a guardare soltanto attraverso gli occhi dello spirito e con questo riconosca
sempre di più se stessa e le proprie origini».
[GEG vol. XI cap.52, 1–7] - (Il Signore):
«Tutti coloro che già sulla Terra
seguono Me e la Mia Parola, raggiungeranno quella meta che Io già così spesso
vi ho indicato come rinascita dell’anima: questo è quindi un compenetrare nello
spirito dell’anima, la quale con ciò diventa atta a penetrare, già nel corpo,
in ogni superiore sapienza dei Cieli, ed a divenire non soltanto signora di se
stessa, ma anche signora su quanto la circonda, anzi, perfino sulla natura e
sulle forze occulte qualora essa si sforzi di adempiere
Tali uomini rinati
possono e devono anche essere uomini di grande rettitudine, come in tutti i
tempi ci sono stati tali che raggiungevano questa massima perfezione
dell’anima; ma per giungere a questo non è ancora necessario essere pervenuti
fino alla comunione con il personale operante Spirito di Dio.
Anzi, finora ciò
non era per niente ancora possibile, perché all’infuori di Me (Gesù)
Solo dopo
Certamente dopo di
Me molti ancora potranno pervenire alla rinascita dell’anima, di conseguenza
saranno molto beati e felici, anche senza raggiungere questo supremo ed ultimo
gradino. Molti inviati dello Spirito Mio discesero sulla Terra ed indicarono
all’umanità smarrita le vie per le quali essa sarebbe potuta giungere alla pace
ed all’illuminazione interiore, senza però essere in grado di poter mostrare le
vie dirette conducenti a Me, per la ragione che queste non erano ancora aperte.
Quindi tutti coloro che vogliono percorrere le vie precedenti, possono
benissimo pervenire alla rinascita dell’anima, non però alla comunione con Me.
Quest’ultima cosa è
possibile soltanto attraverso la fede in Me, nel credere che Io sono veramente
il Cristo, l’Unto, al quale è stata data ogni Potenza e Magnificenza del Padre,
affinché gli uomini diventino felici e sommamente beati attraverso il Figlio.
Io sono
[GEG vol. VIII cap. 61, 9–14] - (Il Signore):
«Dite voi stessi, e riflettete su
questo: Un mercante che sapesse di poter comperare ad un prezzo conveniente una
delle perle più grandi di valore inestimabile, non sarebbe un vero pazzo, se
egli, non possedendo tanto denaro, non vendesse subito i suoi beni di poco
valore e comperasse al loro posto la preziosissima perla?
Vedete, così stanno
le cose anche con il valore della rinascita dell’anima umana nel suo Spirito
della Vita primordiale da Me proveniente. Non è questa rinascita meritevole del
fatto che un uomo giusto rinunci a tutti i tesori del mondo, e con tutte le sue
forze tenda verso la grande perla della vita, vale a dire verso la rinascita
dell’anima nello spirito della vita primordiale? Oppure non è meglio provvedere
per la vita eterna dell’anima che per tutti gli effimeri tesori del mondo,
tesori che passano ed imputridiscono ed all’eterna, chiara vita dello loro
anima certamente giammai torneranno di nuovo vicino completamente.
È ben vero che
durante la vita su questa Terra l’anima si appropria dalla carne ciò che le è
affine, lo trasforma nella sua sostanza, e dopo il completo abbandono del
corpo, e precisamente dall’eterea decomposizione, si appropria a poco a poco
pure di quello che le è corrispondente per il suo rivestimento. Ma questo non è
un tesoro vitale di un’anima, bensì soltanto una proprietà di vita di ogni
anima, fondata sul Mio Ordine, cosa che mai potrà essere calcolata a merito
suo, poiché questa è una faccenda che dipende esclusivamente dalla Mia Cura.
Ma oltre a ciò
bisogna anche considerare come qualcosa di sicuro e vero che in un’anima pura
ed avendo vissuto secondo
Perciò per ogni
anima la sola cosa necessaria è che essa cerchi in sé ed anche trovi il Mio
Regno della vita nella piccola cameretta del cuore-basamento della vita; tutto
il resto vi sarà comunque dato da Me come una libera aggiunta.»
[GEG vol.
VIII cap. 57, 12] - (Il Signore):
«In questa cameretta dimora
quindi il vero e proprio spirito proveniente da Dio, e se l’anima dell’uomo
entra in questa cameretta del cuore attraverso la vera umiltà, docilità, nonché
l’amore dell’uomo giusto per l’eterno, non creato Amore di Dio, allora l’anima
si unisce così con l’eterno Spirito proveniente da Dio e Questo con l’anima
creata, e ciò è poi veramente la rinascita dell’anima nello Spirito da Dio.»
[Robert Blum vol. II cap.
278, 4 e 6] - (Il Signore):
«Il Mio Regno è perciò posto nel
piccolo cuore di ogni uomo. Chi vi vuole entrare, costui deve dunque entrare
nel suo stesso cuore e crearsi qui un posticino di quiete, cosa che si chiama
umiltà, amore e contentezza. Se riesce a far questo, allora è anche fatta in
eterno la sua felicità.»
«Breve è l’intera via, è lunga al
massimo tre spanne – essa è la distanza dalla testa fino al centro del cuore.
Quando avrete percorso questo piccolo tratto, allora siete voi già nel Cielo.
Non pensate che faremo una qualche salita oltre tutte le stelle, ma solo una
discesa nel nostro cuore. Là troveremo il nostro Cielo e la vera Vita eterna!»
[Infanzia Gesù cap. 298, 8-13]:
«Ma ogni uomo deve portare in sé
certe debolezze che sono i soliti ceppi dello spirito, attraversi i quali esso
è tenuto rinchiuso come in un solido guscio. Ma i ceppi possono essere forzati
soltanto allora, quando l’anima mischiata con la carne si è rafforzata mediante
la giusta abnegazione così da essere forte abbastanza da afferrare e trattenere
il libero spirito. Per questa ragione l’uomo non può altrimenti accorgersi
delle proprie debolezze e sperimentare come e da che cosa il suo spirito è
tenuto prigioniero, se non attraverso tentazioni d’ogni genere. Se egli dunque
proprio in questo punto si rinnega nella sua anima stessa, allora egli scioglie
così i ceppi allo spirito ed incatena con questo l’anima. Quando poi con il
giusto tempo l’anima è consolidata con tutti gli ex vincoli dello spirito,
allora certamente lo spirito del tutto libero da ceppi, si riversa in modo
naturalissimo in tutta l’anima rafforzata appieno, e questa perviene in tal
mondo in tutta la celeste perfezione della Potenza dello Spirito diventando con
ciò in eterno una sola cosa con Lui.»
[indice]
[GEG vol. XI cap. 53] - (Il Signore):
«Sono ora aggiunte alcune parole
sulla contemplazione spirituale per coloro che percorrono le Mie Vie e vogliono
riconoscere in se stessi, fino a qual punto l’anima è capace di evolversi già
nel corpo. Qui non si tratta di insegnare a conseguire particolari prodigi o
qualità magiche, né di fornire la ricetta per andare solo verso queste, bensì
deve essere indicata la via su come vengono superati i molteplici dubbi del
cuore che l’anima sente fino a quando essa non ha allentato il vincolo che la
tiene legata alla carne. Questo però è il vero scopo: diventare indipendente
dalla carne con tutte le sue voglie, dubbi ed errori, per sentirsi bene ed
entrare, dopo la morte del corpo, nel genuino, autentico e vero mondo nel quale
l’anima deve fare ingresso completamente libera ed indipendente.
È evidente che la
vita dell’anima deve manifestarsi completamente da se stessa quando le catene
della carne che la legano si allentano. Tutti coloro che ascoltano sì
Ognuno che si
toglie le catene, perviene ad una visione più chiara dell’uomo e della natura,
da principio soltanto in modo così che egli ritiene che la propria facoltà
d’osservazione sia molto acuta; in verità però questo è il ridestarsi dello
spirito che ottiene libertà di movimento. Poi l’uomo si abitua a guardare in sé
stesso, vale a dire a riconoscere le immagini che l’occhio suo spirituale vede
e può osservare indipendentemente dai suoi occhi di carne, e così, qualora si
trovi nell’amore per Me e persegua a costruire su queste fondamenta, egli
perverrà rapidamente a quella proprietà dello spirito che voi chiamate
«chiaroveggenza»; la quale però non è una proprietà magica, ma una proprietà
assolutamente naturale dell’anima, di fronte alla quale essa si può tuttavia
altrettanto bene chiudersi, come voi nella carne potete chiudervi di fronte
allo sviluppo di differenti facoltà.
Nei casi
d’infermità, nei quali molte volte avviene un allentamento dell’anima dal
corpo, che però poi è una specie di chiaroveggenza malsana in seguito
all’indebolimento del corpo, per la qual ragione si verificano molte
inesattezze, – non è insolita una vita dell’anima nel suo mondo estraneo al
corpo. Molte fantasie non sono altro che immagini rispondenti del mondo animico, – immagini corrispondenti perché, perché il
linguaggio che lo spirito, col quale esso parla all’anima, non sono parole,
bensì solo completi concetti, mentre le parole comunicano solo faticosamente i
concetti.
Sviluppare questa
facoltà di comprendere il linguaggio che, come linguaggio delle rispondenze vi
è noto per lo meno in parole, non è utile soltanto durante questa vita terrena,
ma è perfino necessario, perché altrimenti dopo la morte del corpo l’anima
viene a trovarsi nel mondo degli spiriti come una straniera che entra in un
paese assolutamente sconosciuto, essa non comprende il suo linguaggio e dal
quale soltanto a grande fatica riesce a farsi comprendere, con la sola
differenza che gli abitanti di questo paese ben comprendono lo straniero,
mentre questi non comprende i nativi, i quali si devono prima inserire
nuovamente nei pesanti ceppi della vita animica per
poter accogliere nuovamente il linguaggio del corpo diventato inconsueto e
pesante che permette di comunicare soltanto a mezzo delle parole ma non a mezzo
di progressioni di pensieri.
Perciò uomini
spiritualmente progrediti deplorano molte volte l’impossibilità di poter
esprimere in maniera soddisfacente le loro percezioni per il fatto di dover
usare le parole, oppure l’impossibilità di fissare per mezzo della scrittura o
della parola il susseguirsi dei pensieri con quella velocità fulminea con la
quale lo spirito li fa vedere all’anima. Tutto ciò non sarebbe possibile se
questo linguaggio dello spirito non fosse dato in rapide immagini ed in
successioni di concetti.
Esiste perciò più
di un modo per poter comunicare che quello della parola o della scrittura.
Perciò nessuno pensi che il linguaggio scritto o l’eloquenza estremamente
evoluta, sia pure al sommo della perfezione, costituisca il culmine della
potenza espressiva che l’anima dell’uomo possa esprimere; infatti questi sono
soltanto efflussi molto deboli degli sforzi dello spirito più interiore onde
rendere l’anima partecipe di quanto di supremamente perfetto si cela nello
spirito stesso. Nessuno creda perciò di fare alcunché di straordinario se viene
reputato un maestro di questa esteriore via di mezzo. Egli è solo un povero
pasticcione al paragone della ricchezza del maestro interiore, il quale non
ostenta i suoi doni verso l’esteriore.
Tuttavia lo
sforzarsi in se stessi mediante
[indice]
[GEG vol. V cap. 160, 1–6]:
«Qualcuno si affatica per
vent’anni e non giunge alla perfezione. Sì, perché quest’aspirante giusto uomo
onesto non poteva giungere alla rinascita dello spirito? Proprio per il motivo
che ha fatto tutto bene per raggiungerla. Chi ama Dio ed il prossimo per un
altro motivo che Dio per amor di Dio ed il prossimo puramente per amor del
prossimo, questi non giunge alla completa rinascita, perché questa è una
diretta unione fra Dio e l’uomo. Per tali motivi l’uomo mette una parete
divisoria tra sé e Dio, per quanto possa essere sottile, e perciò non può
diventare completamente uno con lo Spirito di Dio. Ma finché quest’unificazione
non ha luogo, non si può parlare di nessuna rinascita totale.
k) - «Fare violenza al Regno di Dio»
[GEG vol. VII cap. 127, 3–7 e 9] - (Il Signore):
«L’osservanza perfetta della
riconosciuta Volontà di Dio è il vero Regno di Dio in voi! Ma l’osservanza
della riconosciuta Volontà di Dio ora non è proprio così facile; gli uomini del
mondo, infatti, vi si oppongono ostinatamente e perseguitano i veri aspiranti
per il Regno di Dio. – Perciò colui che vuole far proprio del tutto il Regno di
Dio, non deve avere alcun timore davanti a coloro che possono uccidere soltanto
il corpo dell’uomo, ma non possono arrecare danno all’anima; l’uomo tema
piuttosto Iddio, il Quale, secondo l’Ordine Suo immutabile, può confinate
all’inferno anche l’anima!
Chi teme Iddio più
che gli uomini e nonostante le persecuzioni che questi possono cagionargli,
agisce secondo la riconosciuta Volontà di Dio, questi strappa a sé con violenza
il Regno di Dio; e chi lo fa, anche immancabilmente l’otterrà.
Ma a ciò è da
aggiungere ancora qualcosa che rientra pure nell’ambito dello strappare a sé
con violenza il Regno di Dio, e questo consiste nel fatto che l’uomo si
eserciti nella maniera più perfetta possibile nel rinnegare se stesso rispetto
ad ogni cosa che sia del mondo, perdoni di cuore tutti i suoi offensori, non
nutra rancore ed odio contro nessuno, preghi per coloro che lo maledicono,
renda del bene a coloro che gli fanno del male, non s’innalzi al di sopra di
nessuno, sopporti con pazienza le tentazioni che di quando in quando vengono su
di lui, e si astenga dalla gozzoviglia, crapula, meretricio ed adulterio. Chi
mette in pratica in sé queste estreme abnegazioni, questi fa anche violenza al
Regno di Dio e lo strappa con violenza a sé.
Ma chi pure ben
riconoscendo Iddio, amandoLo e venerandoLo
sopra ogni cosa ed anche il prossimo come se stesso, ma oltre a ciò anche stima
e teme il mondo, e non ardisce di confessare apertamente il Mio Nome, perché
ciò potrebbe arrecargli qualche svantaggio dal punto di vinta mondano, questi
non fa nessuna violenza al Regno di Dio, ed a questo Regno anche non potrà pervenire
completamente su questo mondo, e poi nell’aldilà avrà da sostenere più di una
lotta ancora prima di giungere alla completezza.
Chi dunque ora sa e
crede che Io sono il Messia promesso, questi deve anche agire secondo quanto
vado insegnando, che ho insegnato ed ancora insegnerò in avvenire, altrimenti
egli non è degno di Me, ed Io non gli sarò di particolare aiuto nello sviluppo
della sua vita interiore. Io però sono
Chi, quando
occorre, Mi riconosce dinanzi al mondo, questi Io pure riconoscerò dinanzi al
Padre del Cielo; ma chi, qualora sia necessario, non Mi riconosce dinanzi al
mondo, questi Io pure non riconoscerò dinanzi al Padre in Cielo!»
[indice]
l) - La via per l’unificazione con lo Spirito
[GEG vol. VIII cap.
150, 14–16] - (Il Signore):
«Cercate innanzi tutto di formare
e fortificare il vostro sentimento di vita secondo
Io vi dico: lo
spirito, il solo vivente nell’uomo, è puro Amore ed il suo sentimento è
tenerissimo ed eternamente assai benevolo. Chi di conseguenza si sforza di
accogliere sempre di più tale suo amore e tale suo sentimento nella sua anima
piena d’amor proprio, e nello stesso diventa anche sempre più forte, vigoroso,
coraggioso ed arrendevole, con ciò favorisce la piena unificazione dello
spirito con l’anima; e se poi l’anima diventa puro amore e sapienza secondo il
suo sentimento tenerissimo ed assai benevolo, allora una tale anima è poi anche
già pienamente una cosa sola con il suo spirito e con ciò è poi anche nel
possesso assai vivente di tutte le meravigliose facoltà vitali ed essenziali
del suo spirito, e questo sicuramente è molto più prezioso che aver frequentato
tutte le scuole dei sapienti del mondo sulla Terra, restando però con questo un
uomo rigido e senza cuore.
Lasciate perciò per
il momento ogni inutile investigare riguardo allo stato di molti rapporti delle
cose ed i suoi aspetti, delle cause e degli effetti nel mondo, infatti questo
non porta l’anima più vicina alla vera meta della vita in cento anni nemmeno di
un pelo, perché essa con ciò non può giungere a nessuna vera conoscenza
interiore, ma soltanto ad un sapere esteriore, superficiale e parziale ed a
cieche supposizioni, da cui non può mai risultare un sapere e conoscenza
ordinata e coerente, ragion per cui l’anima si trova in una continua angosciosa
ricerca, dalla quale le deriva poca vera salvezza di vita.»
[GEG IX/103 (5 – 6)] -
(Il Signore):
«Anche se l’uomo riconosce con il
suo intelletto molto chiaramente tutto il buono e vero, ma il suo cuore è
ancora pieno di ogni sorta di cose mondane, allora agli uomini costa ancora
parecchie dure lotte col suo proprio mondo, prima che quest’ultimo venga
eliminato dal cuore e dalla volontà del cuore, e l’uomo poi anche ami e voglia
soltanto ciò che egli riconosce come buono e vero.
Soltanto quando
l’amore, la volontà e l’intelletto riempito d’ogni Verità sono divenuti una
cosa sola in ogni azione, allora l’uomo è anche entrato nella propria anima
nella rinascita dello spirito proveniente da Dio, ed è pervenuto in se stesso
al primo grado della Potenza di Dio e può in questo stato anche già operare
segni.»
[indice]
۞
La rinascita dello spirito
Motto: [Gov. Fam. Dio
vol. I, prefazione del Signore]:
«Lo scrivano (Jakob Lorber) della presente opera ha cercato seriamente, ed ha
trovato ciò che cercava. Egli ha chiesto e gli è stato dato; e poiché ha
bussato alla Porta giusta, questa gli è stata aperta ed attraverso di lui anche
a tutti coloro che sono di cuore e volontà buona. Ma a coloro che non cercano
col cuore, ma sempre soltanto con il loro presunto puro intelletto mondano ed
esaminano e criticano, ed invece di bussare nel Nome vivente dell’eterno
Donatore di tutti i buoni Doni, bussano soltanto alla dura e morta corteccia
della materia, a questi non sarà dato né sarà aperto. Infatti lo Spirito del
Signore non si rivela mai attraverso l’intelletto degli intelligenti del mondo,
ma soltanto in ed attraverso la semplicità del cuore di coloro che davanti agli
intelligenti del mondo sono considerati e conosciuti come stolti; ma
l’intelletto dei sapienti del mondo in breve tempo diventa tuttavia nulla di
fronte alla semplicità degli stolti.»
[GEG I/2 (14 – 16)]:
«Il battesimo dai Cieli però è il
completo passaggio dello spirito e dell’anima con tutti i suoi desideri allo
spirito vivente dell’amore per Dio e dell’amore in Dio stesso. Una volta che è
avvenuto tale passaggio dalla liberissima volontà dell’uomo ed ora tutto
l’amore dell’uomo si trova in Dio, allora attraverso questo santo amore anche
l’intero uomo si trova in Dio e là viene maturato, rafforzato e fortificato per
un essere nuovo e perciò dopo il raggiungimento della giusta maturazione
rinasce da Dio. Dopo questa seconda nascita, che precede né da desiderio della
carne né dalla volontà procreatrice dell’uomo, allora soltanto è l’uomo un vero
figlio di Dio, egli lo è diventato attraverso
Ma questa Grazia è
anche proprio la potente attrazione di Dio nello spirito dell’uomo, attraverso
il quale egli, come attratto dal Padre, giunge al Figlio, cioè alla divina Luce
Primordiale, oppure, il che è la stessa cosa, alla giusta e vivente Sapienza di
Dio.»
(Giov. 1,13): «I quali non sono nati dal sangue, né dalla
volontà della carne, né dalla volontà di un uomo, bensì da Dio»
[GEG vol. I cap. 161, 1–6] - (Il Signore):
«Finché l’uomo è creatura, egli è
temporaneo, transitorio e non può sussistere; poiché ciascun uomo, come è
creato nell’ordine naturale, non è altro che un vaso adatto, nel quale
solamente si può sviluppare un vero uomo attraverso la costante cooperazione
divina. – Quando questo vaso esterno ha raggiunto il grado sufficiente di
formazione, e per conseguire questo Dio ha disposto il vaso più che
sufficientemente di tutti gli elementi e proprietà necessarie, allora Egli
risveglia, o piuttosto sviluppa nel cuore umano il Suo eterno Spirito increato.
Questa eterna,
increata Luce, pienamente in eterno vivente posta nel firmamento dell’uomo, è
poi il verissimo soprintendente del vero giorno nell’uomo, ed istruisce il
precedente vaso a trasformarsi completamente nella sua eterna increata Essenza
divina e così da trasformare l’intero uomo in un vero figlio di Dio.
Ogni uomo creato
però ha un’anima vivente, la quale qui è ben anche uno spirito e possiede le
necessarie facoltà di riconoscere il buono e il vero ed il cattivo e il falso,
di appropriarsi del buono e vero e respingere da sé il cattivo e falso; ma
ciononostante essa non è uno spirito increato, bensì uno spirito creato, e come
tale da sé mai potrà giungere alla figliolanza di Dio.
Ma qualora essa,
secondo la legge a lei data, ha accolto il buono ed il vero in tutta umiltà e
modestia del suo cuore e del suo libero volere, impressale da Dio, allora tale
volontà umile, modesta ed obbediente è diventata un vero firmamento, poiché essa
si è formata secondo il celestiale, posto nell’anima dell’uomo; ed è così
completamente atta ad accogliere in sé l’increato puro Divino.
L’anima dell’uomo,
infatti, di per se stessa mai potrebbe in eterno contemplare Iddio nella Sua
purissima Essenza spirituale; ed inverso il purissimo increato Spirito di Dio
mai potrebbe vedere ciò che è naturale, poiché il naturale-materiale è come se
non esistesse per Lui. Ma con l’unione perfetta, come prima indicato, dello
Spirito purissimo con l’anima può ora la stessa, grazie al nuovo Spirito che la
penetra, contemplare Dio nella Sua purissima Essenza spirituale originaria, e
lo Spirito attraverso l’anima, perviene alla visione del naturale-materiale.»
[GEG vol. I cap. 214, 10–11] - (L’angelo a Filopoldo):
«In modo particolare però ogni
spirito che è posto nell’anima, deve innanzi tutto formare l’anima mediante
l’osservanza delle leggi a lui date esteriormente. Se l’anima con questo ha
raggiunto il giusto grado di maturità e formazione, allora lo spirito poi
straripa completamente nell’intera anima, e l’intero uomo è con questo
compiuto, è una creatura nuova, certo che in fondo proviene sempre da Dio,
perché lo spirito nell’uomo veramente altro non è che un Dio in piccolissime
proporzioni, perché proviene completamente dal Cuore di Dio. Ma l’uomo è questo
non per l’azione divina, bensì per sua altamente propria[10],
ed proprio per questo è completamente un vero figlio di Dio! E ti dico ancora
una volta in tutta brevità: gli uomini si devono formare completamente da se
stessi secondo l’Ordine rivelato, altrimenti essi difficilmente possono
diventare figli di Dio. E così un perfetto uomo su questa Terra è quale figlio
di Dio in tutto uguale a Dio, mentre un uomo imperfetto sta invece molto al di
sotto del regno animale!»
[GEG vol. II cap. 41, 5] - (Il Signore a Sara):
«Chi ridesta l’amore per Me,
questi ridesta il suo spirito che Io gli ho dato, e poiché questo Spirito sono
Io stesso e deve essere, perché all’infuori di Me non c’è nessun altro Spirito
della Vita, allora egli ridesta con ciò proprio Me stesso in sé, e con questo
diviene completamente un rinato nella Vita eterna e poi non può più in eterno
morire ed eternamente mai essere annientato, nemmeno dalla Mia Onnipotenza,
perché egli è una cosa sola con Me. Perciò non credere affatto che il tuo amore
per Me sia manchevole, ma è proprio così come deve essere. Persevera in questo,
allora non vedrai né sentirai o gusterai in eterno nessuna morte!»
[GEG vol. IV cap. 220, 6–8, 10] - (Il Signore):
«Perciò Io sono venuto nel mondo,
per mostrarvi il vero ritorno e la giusta via all’Ordine Mio, a percorrere la
stessa fino al raggiungimento della non lontana rinascita dello spirito
nell’anima, dopo la quale non è più possibile ed immaginabile una cattiva
ricaduta. E questa via ora deve essere spianata, poiché a coloro che una volta
sono stati deviati, con il solo rattoppato ritorno dell’anima poco sarebbe
giovato. L’anima deve certamente ritornare nell’Ordine completamente, prima che
si renda possibile la rinascita dello spirito nella stessa. Tuttavia la
condizione di miglioramento dell’anima rattoppata non è durevole, perché
attraverso il potere del mondo ed i suoi temporanei vantaggi, un’anima solo
rattoppata troppo facilmente, di fronte a forti seducenti occasioni, ricade di
nuovo nelle sue vecchie abituali assurdità. Ma per impedire possibilmente
questo, Io ora ho spianato la nuova via in modo che lo Spirito Mio, che Io
metto ed ho messo nel cuore di ogni anima come una scintilla del Mio Amore
paterno, venga nutrito con il vostro amore per Me e con l’amore vero e fattivo
verso il prossimo che da esso deriva, e possa accrescersi nella vostra anima in
modo che, raggiunta la debita estensione ed intensità, si congiunga
completamente con l’anima migliorata e divenga una sola cosa con lei, quale
atto poi si chiama ed anche si chiamerà la rinascita dello spirito.»
«Questa scintilla
del Mio Amore però viene posta in pienezza nel cuore di un’anima umana soltanto
quando l’uomo ha percepito
[GEG vol. IV cap.225, [5, 6, 8] - (Il Signore):
«Se i grandi benefici, nei quali
lo Spirito Mio con il tempo vi guiderà, saranno usati secondo il Mio Ordine,
essi vi apporteranno mille Benedizioni in ogni cosa; ma se con il tempo doveste
eventualmente cominciare egoisticamente ad impiegarli contro il Mio Ordine,
allora essi diventeranno per gli uomini covi di ogni immaginabile sventura
terrena!»
«Ciò che ora Io vi
dico, lo dico pure a tutti coloro che fra mille anni e poi mille ancora, più o
meno, – vi seguiranno. Dopo di nuovo un altro strato della Terra entrerà in un
periodo di fermentazione e rifacimento con e senza uomini;
«Ma con la
rinascita dello spirito nell’anima a questa non viene limitata la sua propria
libertà ed il suo esteriore riconoscimento nelle file delle grandi Creazioni
che continuamente proverranno dal Mio Amore, Sapienza, Ordine, Potenza e
Forza.»
[GEG vol. VII cap. 54, 11–13] - (Il Signore a Nicodemo):
«Nei Comandamenti è racchiusa
tutta
Chi dunque con
l’osservanza dei Comandamenti ha fatto propria
Ed ora Io dico a
voi tutti che proprio attraverso la precisa osservanza dei Comandamenti dovete
aspirare innanzitutto a diventare già qui sulla Terra, così perfetti come è
perfetto il Padre in Cielo, allora sarete in grado di fare anche queste cose e
cose ancora più grandi di quelle che Io stesso faccio ora. E se vi troverete in
questa condizione, allora sarete anche voi già anticipatamente cittadini della
nuova Gerusalemme.»
[GEG vol. VII cap. 69, 6–7] - (L’angelo):
«Lo spirito interiore è
incessantemente occupato a rendere l’anima il prima possibile matura e
pienamente libera, esso però non può né deve cagionarle la benché minima
costrizione, perché in tal caso un’anima si renderebbe poi ancora più materiale
ed impedita di quanto potrebbe diventarlo per opera di tutti gli influssi del
mondo esteriore! Perciò all’anima nel suo corpo fu data una propria volontà ed
un proprio intelletto, allo scopo di indurla, per propria volontà, a spogliarsi
sempre di più, attraverso l’insegnamento proveniente dall’esterno, di qualsiasi
mondanità e ad incamminarsi per le vie spirituali che si fanno sempre più pure.
– Ma nella misura in cui l’anima s’incammina attivamente per le vie spirituali
sempre più pure, nella stessa misura a lei si unisce poi anche il suo interiore
e puro spirito dall’aldilà. E se essa, per mezzo del suo intelletto fattosi
sempre più puro ed anche per mezzo della sua volontà resasi così sempre più
libera, si è completamente spogliata di tutto ciò che è del mondo, allora essa
è diventata uguale al proprio spirito ed una cosa sola con lui, unificazione
questa che noi chiamiamo la rinascita spirituale.»
[GEG vol. IX cap. 102, 8] (Il Signore):
«Ma in che cosa consiste questa
Potenza di Dio nell’uomo? Questa consiste nel vero e puro Amore per Dio, nella
Sua sapienza tutto superante e da questo nel giusto amore per il prossimo, ed
inoltre nella mansuetudine ed umiltà, come pure nell’abnegazione rispetto alle
seduzioni del mondo. Chi è diventato forte in tutto questo, quegli ha già
[GEG vol. IX cap. 108, 4–5] - (Il Signore):
«Sempre però è l’uno e lo stesso
Spirito che è in grado completamente da solo di produrre tutto in un modo o
nell’altro, perché Esso è dai primordi il Fondamento di tutto ed anche lo sarà
eternamente; infatti, tutto ciò che è qui, in fondo è soltanto Potenza, Forza,
Amore, Sapienza e Volontà dello Spirito.
Anche ciascun uomo
è in possesso di un tale spirito, il quale però si presenta operante nell’uomo
soltanto quando questi mette in pratica pienamente la riconosciuta Volontà di
Dio, ed il suo spirito, camminando sulla via del puro amore per Dio e da questo
per il prossimo, si unisce con l’anima nell’uomo e con questo essa stessa
diventa puro amore e volontà di Dio. Se nell’uomo è avvenuto questo, allora
egli è anche simile a Dio e può anche operare cose, del cui fondamento nessun
intelletto umano puramente esteriore può farsi un concetto.»
[GEG vol. IX cap. 141, 3] - (Il Signore):
«Un’anima perfetta, rinata nel
Mio Spirito d’Amore e Verità, col distacco del suo corpo, non solo non perderà
nulla, se non il suo carico ed il suo fardello che la legano a questo mondo
materiale, ma ci guadagnerà solo indicibilmente molto di più. Poiché in Verità,
Io ti dico: nessun occhio di carne ha mai visto, nessun orecchio udito, e
nessun senso umano ha mai percepito quali beatitudini nel grande aldilà abbiano
da attendersi coloro che Mi amano e vivono ed agiscono secondo il Mio
Insegnamento!»
[Sole Spirituale vol.
I cap. 64, 15] - (Il Signore):
«Attenderai invano il tuo «Giorno
del Giudizio; infatti, questo è e dura per tutti gli uomini ininterrottamente.
Per i giusti nell’amore è un Giorno della resurrezione alla Vita eterna, la
quale è la perfetta rinascita dello spirito. Ma è anche un Giorno del Giudizio
per tutti coloro che non Mi vogliono accogliere in sé nello Spirito e nella
Verità e quindi in tutto l’Amore.»
[indice]
b) - Solo il miracolo di Pentecoste ha reso possibile la rinascita spirituale
[Gov.
Fam. Di Dio vol. I cap. 144, 2]:
«Io, Abba Emanuel, non ho in verità nessun compiacimento in questo sacrificio, bensì solamente in colui che di puro cuore l’ha preparato per Me, – tuttavia Io lo benedico per ricordare in anticipo un altro sacrificio che un giorno verrà offerto per la vivificazione di tutti i morti e di tutti i viventi. Ed anche in futuro fino alla fine di tutti i tempi dei tempi deve rimanere così al pane ed all’Agnello! Amen»
[Gov.
Fam. di Dio vol. I cap. 46, 20–30] - (Il
Signore):
«Vedete, un giorno Io fui già qui
all’inizio del mondo, per creare tutte le cose a causa vostra e voi a causa
Mia. Presto verrò di nuovo nelle grandi inondazioni per lavare
E verrò poi per la
terza volta, però in svariate maniere come adesso a voi, senza un preciso
numero di volte, ora visibile ed ora nuovamente invisibile nella Parola dello
Spirito, per preparare le Mie Vie. E poi verrò per la quarta volta in grande
miseria corporale nel grande Tempo dei tempi. E verrò poi per la quinta volta
nello Spirito d’Amore e di ogni Santità. E verrò per la sesta volta
interiormente ad ognuno che porterà nel proprio cuore un vero, serio desiderio
di Me, e sarò una Guida di colui che, credente e pieno d’amore, si lascerà
attrarre da Me alla Vita eterna. E poi sarò anche lontano dal mondo; ma chi Mi
avrà accolto, quegli vivrà e nel Mio Regno sarò con lui eternamente.
Ed alla fine, come
già detto, Io verrò ancora una volta; ma quest’ultima venuta sarà per tutti una
Venuta permanente, in un modo o nell’altro.
Ascoltate e
comprendete bene: rimanete nell’Amore, poiché questo sarà il vostro Salvatore! AmateMi sopra tutto, – ciò sarà la vostra Vita in eterno.
Amatevi però anche l’un l’altro, affinché vi venga il Giudizio condonato!
[GEG vol. III cap. 171, 4–8, e 11–14] - (Il
Signore a Jarah):
«Voi tutti la nuova nascita o
rinascita proveniente dallo spirito e nello spirito la comprenderete
perfettamente solo quando, Io quale Uomo e figlio dell’uomo, come Elia, sarò
rapito da questa Terra sotto i vostri occhi! Dopo soltanto riverserò dai Cieli
il Mio Spirito pieno di Verità e Potenza su tutti i miei, per la qual cosa
soltanto sarà resa possibile perfettamente la completa rinascita dello spirito
e nello Spirito, ed anche voi soltanto poi e con ciò comprenderete e
riconoscerete la rinascita del vostro spirito.
Ma fino allora
nessuno potrà rinascere pienamente nello spirito, come pure nessuno lo può a
cominciare da Adamo, non escluso Mosé e tutti i
profeti. Però attraverso il Mio Atto che ora ho annunciato a te ed a tutti gli
altri, avranno parte alla piena rinascita dello spirito tutti coloro, a
cominciare da Adamo, che saranno generati nel mondo ed erano nella loro vita
fisica perlomeno di una buona volontà, sebbene non sempre attiva secondo
questa. – Poiché ci sono ancora molti che hanno la migliore volontà di fare
qualcosa veramente di buono, ma a loro mancano i mezzi, le forze esteriori e le
capacità che a tale scopo sono tanto necessarie quanto sono necessari gli occhi
per vedere. Ebbene, in casi simili presso di Me la buona volontà vale quanto
l’azione stessa.
Voglio darti ancora
un esempio! Vedi, ammettiamo che tu abbia la migliore volontà di aiutare uno
molto povero che è venuto a te. Ma poiché tu stessa non hai nessuna possibilità,
allora vai dall’uno o dall’altro possidente e preghi con tutte le forze per un
giusto aiuto per il tuo poveretto; ma a causa della durezza di cuore del ricco
non ottieni nulla e devi lasciare che il poveretto se ne vada senza sostegno,
lo rimpiangi e lo raccomandi al Signore Iddio. – Vedi, qui la tua volontà è
altrettanto come la compiuta azione stessa.
E di uomini simili
ce ne sono stati molti prima di voi, ce ne sono adesso e ce ne saranno pure in
avvenire; tutti questi saranno partecipi della rinascita dello spirito nelle
anime loro!
Se quindi ora tu
come tutti gli altri non puoi ancora comprendere giustamente in che cosa
consiste la vera e propria rinascita dello spirito, Io adesso te ne ho mostrato
il fondamento nel modo più chiaro possibile; ma quando verrà il tempo in cui
nel tuo spirito sarai rinata, allora soltanto tu comprenderai perfettamente
perché adesso non puoi comprenderlo completamente!»
[GEG vol. III cap.180, 3–8] - (L’angelo a Filopoldo[11]):
«Però anche se Dio il Signore
nella Sua Sapienza e maestosa Potenza è infinito, tuttavia Egli è ora
nell’Amore del Padre qui come un Uomo limitato presso di voi e tra di voi. E
proprio questo Amore, che mostra Lui stesso Uomo dinanzi a voi, rende anche noi
Angeli uomini dinanzi a voi, altrimenti noi siamo Luce e Fuoco, saettanti
attraverso tutti gli spazi infiniti come grandi, creati pensieri, ricolmi di
Parola, Potenza e Volontà da Eternità in Eternità!
Lo spirito però, o meglio
ancora quello che più propriamente è la fiamma dell’Amore proveniente dal Cuore
di Dio, in virtù della quale soltanto acquisite la vera caratteristica di figli
di Dio, questa fiamma voi uomini di questa Terra la ricevete appunto soltanto
adesso e di conseguenza siete preferiti in maniera inesprimibile al di sopra di
noi; e noi avremmo da percorrere la vostra via per divenire uguali a voi!
Finché noi angeli
rimaniamo così come siamo adesso, allora non siamo altro che Braccia e Dita del
Signore e ci muoviamo pronti all’azione solo quando veniamo incitati da Lui
così come voi incitate le vostre mani e le vostre dita. Di noi tutto appartiene
al Signore; niente è nostro come in qualche modo indipendente, e tutto è in noi
veramente il Signore stesso.
Voi invece siete
chiamati e destinati a diventare nell’assoluta indipendenza, quello che è il
Signore stesso; a voi, infatti, dal Signore verrà ancora detto: “Voi dovete essere perfetti in tutto così
com’è perfetto il Padre vostro nel Cielo!”
Ma quando tali Parole
del Signore a voi uomini saranno dette, allora soltanto scorgerete pienamente a
quali grandezze senza fine siete chiamati e destinati, e quale infinita
differenza esiste poi tra voi e noi!
Voi siete adesso
certamente solo embrioni nel corpo materno, embrioni che con la loro minima
forza vitale non possono ancora costruire case; ma quando rinascerete dal vero
corpo materno dello spirito, allora voi pure sarete in grado di operare così
come qui opera il Signore!»
[GEG cap. IV cap. 133, 8–9] - (Il Signore
a Mathael):
«Per afferrare in tutte le
profondità delle profondità il Mistero del Regno di Dio, dovete voi tutti,
prima essere rinati nello spirito, cosa questa che per voi adesso è ancora
impossibile. Appena quando il figlio dell’Uomo avrà fatto ritorno là da dove
Egli è venuto, allora manderà a voi lo Spirito di ogni Verità, il quale Spirito
è santo; questo Spirito vi ridesterà completamente, renderà perfetto il vostro
cuore e ridesterà in voi lo spirito di ogni Verità, questo significa nel cuore della
vostra anima, ed attraverso questo atto voi sarete poi rinati nello stesso, e
vedrete e comprenderete nella Luce più chiara tutto ciò che i Cieli afferrano
nelle loro profondità.
Ma quello che ora
Io vi mostro e spiego, è solo una parte preliminare di ciò che lo Spirito vi
darà in assoluta pienezza. Moltissimo avrei ancora da dirvi, ma voi adesso non
lo potreste ancora sopportare; ma quando verrà lo Spirito di Verità, Questi vi
guiderà e condurrà in ogni Sapienza!»
[GEG vol. IV cap. 217, 9 e
218, 1] - (Il Signore):
«Appena un uomo rinasce
completamente ovvero rinasce dal suo spirito, allora egli è poi del tutto
uguale a Me, ed in tutta la sua libertà di vita può volere da sé qualsiasi cosa
che, resosi oramai identico all’Ordine Mio, a lui piace, e secondo il suo
libero volere deve essere e deve accadere. In tale stato di vita perfetta,
perché completamente simile a Me, l’uomo allora non è soltanto signore delle
creature e degli elementi locali di questa Terra, bensì la sua magnificenza si
estende poi, come
[GEG vol. VI cap. 142, 8] -
(Il Signore):
«Ma quando Io stesso, da qui a
non molto, avrò abbandonato personalmente questa Terra, allora farò discendere
lo Spirito Santo di ogni Verità su tutti i Miei fedeli discepoli e fratelli.
Questi poi li guiderà, condurrà ed innalzerà in ogni Verità, Sapienza, Potenza
e Forza, ed unificherà le anime vostre con lo spirito ultraterreno dell’amore
proveniente da Dio, così attuerà in voi la rinascita dello spirito, senza la
quale non vi può essere vera e libera, eterna Vita, bensì soltanto una vita
vincolata e giudicata, la quale di fronte alla vera, liberissima Vita dello
spirito è una vera morte!»
GEG vol. VII cap. 129 10] - (Il Signore a Giovanni):
«Io stesso devo essere prima
completamente in Me quale Dio dall’Eternità, affinché vi possa poi mandare e
donare lo Spirito Mio. Quando Questo verrà, allora soltanto Esso vi guiderà in
tutte le Verità che per voi sono adesso ancora incomprensibile, e poi potrete
fare questo ed ancora cose più grandi di cosa faccio Io stesso adesso!»
[GEG vol. IX cap. 56 [6
– 7] - (Il Signore all’oste in Samaria):
«
[indice]
c) - Il rapporto fra anima e spirito
[GEG vol. VII cap. 66, 5–8] - (Il Signore ad Agricola):
«L’anima dell’uomo è una sostanza
puramente eterea, quindi composta da una quantità innumerevole di atomi di Luce
oppure particelle le più piccole possibili, le quali per opera della Sapienza e
dell’Onnipotente Volontà di Dio costituiscono una perfetta forma umana, e lo
spirito puro è appunto
Il puro spirito è
un Pensiero di Dio proveniente dal suo Amore e Sapienza e diventa un essere
vero attraverso
L’anima attraverso la forza dello
spirito è in un certo qual modo nuovamente materia dissolta, la quale trapassa
nella forma primordiale del proprio Spirito, costretta dalla sua forza, e poi,
unita con il proprio spirito, costituisce per così dire il suo sostanziale
corpo di luce eterica, così come l’anima si forma e si modella la sua futura
veste mediante la sua volontà di pura forza spirituale dalla materia carnale
che la circonda, quando questa è stata completamente decomposta e dissolta.
Con ciò hai tu ora
una rappresentazione molto breve e pienamente vera di ciò che l’anima è di per
sé, e di ciò che è di per sé il puro spirito.»
[GEG vol. IV cap. 226, 1–4] - (Il Signore a Cireneo):
«L’anima si comporterà rispetto
allo spirito sempre così come il corpo terreno rispetto all’anima. Il corpo di
un’anima per quanto così perfetta ha in un certo modo una propria volontà di
godimento, mediante la quale l’anima può essere corrotta qualora entri nello
stesso. Un’anima ben allevata mai entrerà nella volontà divoratrice del corpo e
rimarrà su di questo sempre un sovrano; invece è molto possibile questo nelle
anime legate!
Ma tra anima e
spirito agisce tuttavia un rapporto soltanto così, come tra un’anima
originalmente perfetta ed il proprio corpo. Il corpo di per sé di brame può
averne quante ne vuole, e può incitare l’anima alla concessione e
soddisfacimento con tutti i suoi aculei spesso molto taglienti, allora l’anima
perfetta risponde a questi ciò nondimeno sempre con un efficacissimo no! E in
un modo perfettamente simile si comporta lo Spirito Mio nell’anima, nella quale
si è completamente riversato.
Finché l’anima
entra perfettamente nella volontà dello spirito, tutto anche avviene
esattamente secondo la volontà dello stesso, ciò che è pure
L’anima, notando
presto la sua stessa debolezza ed inettitudine, abbandona presto tali piani
illusori del proprio volere, si ricongiunge nella maniera più intima con lo
spirito e lascia predominare la volontà Sua. Qui c’è poi di nuovo in pienezza
Ordine, Potenza e Forza.»
[GEG vol. IV cap.228,
2–5] -
(Il Signore):
«Dove,
in qualche contemplazione e
percezione dell’anima, mentre questa vive nel suo corpo, non è messo in azione
anche il cervello del capo, allora all’anima non rimane nessun ricordo, bensì
al massimo un vago presentimento soltanto; infatti, per quello che l’anima
accoglie nel cervello del proprio capo, essa ha altrettanto poco un qualche
potere visivo quanto il corpo possiede un tale potere rispetto a ciò che
attraverso gli occhi e gli orecchi va imprimendosi nelle molte piastrine
celebrali. Tanto può osservare soltanto l’anima che è all’interno di tutta la
carne.
Ma ciò che poi in maniera
corrispondente rimane attaccato nel cervello animico,
questo non può essere visto dall’anima con gli occhi suoi, né sentirlo con i
suoi orecchi i quali, come gli occhi e gli orecchi del corpo, sono rivolti
unicamente all’esterno; bensì questo lo può solo lo spirito in essa, perciò un
uomo può anche riconoscere completamente qualcosa di spirituale puro, soltanto
quando lo spirito, destato perfettamente nell’anima, si è riversato nella
stessa.
Ma quello che c’è
interiormente nello spirito, questo lo riconosco Io e poi per mezzo Mio lo
riconosce lo spirito dell’uomo, il quale spirito è identico con Me oppure con
lo Spirito Mio; infatti, Esso è
Finché dunque
un’anima dimora nel corpo, un cervello fisico giustamente formato le è
necessariamente indispensabile per una vera, chiara visione, mentre un cervello
deformato non può servirle affatto agli scopi della visione spirituale, come
anche la visione attraverso la fossette epigastrica non le può essere di
utilità, perché essa non è atta a ritenere nessuna reminiscenza. Poiché anche
se ciò resta attaccato per l’Eternità al suo cervello spirituale, essa per
queste cose non ha né occhi, né orecchi, cosa che invece ha solo lo spirito in
essa destato.
[GEG
IV/256, 1–4] - (Il Signore):
La sfera vitale
esteriore dell’anima è simile all’irradiazione di una luce terrena. Quanto più
lontana si trova dalla fiamma, tanto più debole e pallida diventa, finché alla
fine di essa più non rimane che tenebre e profonda notte.
Ma non così sta con
la sfera vitale esteriore dello spirito. Questa è simile all’etere il quale,
distribuito egualmente in ogni luogo, colma tutto lo spazio infinito. Se poi
avviene che lo spirito, emergendo libero nell’anima, si eccita, allora nello
stesso istante si eccita entro un raggio infinitamente ampio, anche la sua
sfera vitale esteriore, e la sua visione, percezione ed azione si estende poi
senza la minima limitazione tanto infinitamente lontano, quanto lontano si
estende l’etere che riempie completamente lo spazio fra le Creazioni esistenti
entro l’etere stesso. Questo etere, infatti, è propriamente del tutto identico
all’eterno spirito vitale nell’anima.
Il divario tra la
sfera di vita esteriore di un’anima per quanto di per sé perfetta e l’etere
vitale esteriore dello spirito, è quindi una differenza infinita ed
indicibilmente grande.
Qualora per effetto della
concentrazione nelle anime ci siano parti dello spirito universale come
separate, esse formano comunque sempre una unità perfetta con lo Spirito
universale non appena giungono a compenetrare completamente l’anima in seguito
alla condizionata rinascita dello spirito. Queste parti però con ciò non
perdono affatto la loro individualità, perché esse, quali punti focali vitali
nella forma umana dell’anima, possiedono anche la medesima forma, e per
conseguenza esse, quali spiriti che percepiscono e vedono immediatamente tutto,
attraverso la loro anima che, in effetti, è il loro corpo, percepiscono e
sentono con assoluta chiarezza anche tutto quello che di particolarmente
individuale si trova nell’anima che le racchiudono. Ma per tale ragione anche
un’anima che è ricolma da parte a parte del suo spirito, può vedere, percepire,
udire, pensare e volere tutto, perché essa è completamente una cosa solo con il
suo spirito.
[GEG vol. V cap. 211,
3–7] -
(Il Signore ad Epifano):
«Hai tu mai scoperto una linea di
confine fino alla quale un’anima desta possa innalzare i suoi pensieri? Ma se
l’anima ha già un infinito campo d’azione, cosa vogliamo dire allora solo
dell’eterno, divino Spirito in essa, Spirito che è in sé
Io ti dico: questo
spirito è Colui che crea ed ordina tutto nell’uomo; l’anima invece è per così
dire unicamente un corpo sostanziale, così come il corpo di carne è un
contenitore dell’anima, finché questa non abbia raggiunto in esso una qualche
solidità. Quando ciò è avvenuto, allora essa trapassa sempre più nello spirito
e quindi anche nella vera e propria Vita la quale in sé e di per sé è una vera
Forza, una verissima Luce, e continuamente crea fuori di sé lo spazio, le
forme, il tempo e la durata delle forme in esso, le ravviva e le rende
indipendenti. E come le forme scaturiscono dall’Infinità e dall’Eternità della
Vita pienamente vera, ne consegue pure che esse afferrano, per sé ed in se
stesse, l’infinito ed eterno per tutti i tempi e per tutte le Eternità.
Nessuno dunque può
sostenere che egli come uomo sia un essere limitato; l’Infinità e l’Eternità
esistono già in tutte le sue piccolissime parti, e per questa ragione egli può
anche afferrare l’infinito ed eterno. – Chi qui pensa che egli viva soltanto
per un tempo molto limitato, costui si sbaglia enormemente! Niente vi è
nell’uomo di transitorio, ma vi è unicamente e necessariamente, per quanto
riguarda il corpo materiale, qualcosa di mutabile, come lo è e deve essere
anche ogni materia terrena, poiché la sua unica destinazione fissata dal potere
della pura Vita è, di trapassare essa stessa alla Vita pura e per l’avvenire
nell’immutabile Vita.
Quantunque le
molte, svariatissime parti ed elementi della materia e così pure del corpo
umano siano trasformate, non per questo esse cessano di essere, bensì
continuano ad esistere eternamente in una forma spirituale e quindi in una
forma e natura più nobile.»
[indice]
d) - La giusta conoscenza della Sapienza di Dio
[GEG vol. VII ap. 55, 3–12] - (Il
Signore a Nicodemo):
«
Ebbene, questo Mio
modo d’insegnare e di parlare appare agli occhi dei sapienti del mondo come una
stoltezza, perché essi non sanno niente dello spirito e della sua potenza e con
i loro sensi grossolani nulla percepiscono, ma
Io vi parlo della
segreta Sapienza di Dio, che Egli già prima della Creazione di questo mondo
materiale ha decretato per la vostra eterna magnificenza di vita. Ciò che vi
rivelo adesso, lo rivela lo Spirito di Dio al vostro spirito, affinché anche il
vostro spirito scruti e riconosca le Profondità in Dio. Poiché soltanto lo
Spirito penetra con lo sguardo ed esplora tutte le cose e, così purificato,
anche le Profondità in Dio! E quindi ora ricevete da Me non lo spirito del
mondo, di cui non avete per niente mai bisogno, bensì lo Spirito proveniente da
Dio, affinché per mezzo di questo Spirito voi possiate afferrare e comprendere
pienamente quello che vi è dato da Me come fosse dato da Dio.
Io dunque di queste
cose non posso parlare con voi secondo la maniera usata dalla sapienza umana, e
voi perciò non mi potete neppure comprendere completamente, perché il vostro
spirito non ha ancora compenetrato del tutto la vostra anima. Ma quando la
vostra anima con tutto l’amore e sincero buon volere si troverà completamente
nello Spirito proveniente da Dio, Spirito che ora ricevete, allora voi pure
giudicherete spiritualmente fuori di voi stessi tutte le cose, e tutto ciò che
ora vi appare ancora oscuro ed incomprensibile lo riconoscerete e
comprenderete.
Ma voi ora certo
già comprendete qualcosa dell’eterno vero Spirito di Dio e potete anche già
giudicare spiritualmente varie cose. Invece l’uomo interamente naturale non
intende nulla dello Spirito di Dio in sé, e quando gli si parla di questo,
allora ciò è per lui una stoltezza, perché egli non ha in sé ciò che potrebbe
dirigere spiritualmente l’anima sua. Poiché se un uomo vuole intendere e
comprendere ciò che è spirituale, allora la sua anima ed ogni altra cosa deve
prima essere del tutto predisposta spiritualmente; ogni Vita, infatti, ogni
vera Luce ed ogni vera Forza, risiede unicamente nello Spirito, il Quale
solamente tutto dispone e da nessuno può essere contrariamente disposto.
Ma l’uomo naturale
ancora senza spirito, è materia nel suo giudizio, e la sua vita naturale gli è
data dallo Spirito di Dio solamente come un mezzo, affinché egli, attraverso la
stessa, possa destare in sé la vera Vita spirituale, se egli vuole. E così con
il suo intelletto naturale può già riconoscere come tali i Comandamenti di Dio
e poi far propria la volontà anche di osservarli e di vivere e di operare
conforme agli stessi. Se egli fa questo, allora lo spirito di Dio penetra già
nella sua anima nella misura in cui essa si è spinta in avanti nell’osservanza
dei Comandamenti e nella fede in un Dio e nell’Amore per Lui e per il prossimo.
Quando poi l’anima
è pervenuta ad una Forza tale da non poter mai più essere sminuita, questo è
allora già un segno sicuro che lo Spirito proveniente da Dio l’ha del tutto
compenetrata ed in lei giudica spiritualmente ogni sua conoscenza ed ogni suo
sapere, ed un’anima simile ha pienamente superato la sua precedente morta
materia ed è diventata con lo Spirito di Dio che l’ha compenetrata, uno
Spirito, una Forza, una Luce ed una vera Vita per sempre indistruttibile, la
quale da nessuno più può essere giudicata.
Cercate perciò
anzitutto il vero Regno di Dio e
Ed Io vi dico
quanto sta scritto: «Nessun occhio umano ha visto, né orecchio ha udito, ed in
nessun cuore è pervenuto, quello che Iddio ha preparato per coloro che Lo amano
ed osservano i Suoi Comandamenti!»
[indice]
e) La cameretta della vita nel cuore nel senso della rispondenza
[GEG vol. VIII cap. 57,
10–14] -
(Il Signore):
«La positiva cameretta della vita
nel cuore è – per quanto riguarda le parti del corpo – sicuramente la
particella più insignificante dell’intero corpo, essa è buia e non viene mai
illuminata dai raggi del Sole, e perfino dagli uomini, ai quali pur procura e
dona
E tuttavia ogni uomo
che vuole veramente conoscere se stesso e Dio, deve entrare in questa sua
cameretta vitale del cuore del tutto inconsiderata per la via dell’estrema
umiltà e docilità e restituire di nuovo spiritualmente
In questa cameretta
dimora quindi il vero e proprio spirito proveniente da Dio, e quando l’anima
dell’uomo entra in questa cameretta attraverso la giusta umiltà e docilità,
nonché a mezzo dell’amore dell’uomo giusto per l’eterno, increato Amore di Dio,
allora l’anima si unisce con l’eterno Spirito proveniente da Dio e questo
Spirito con l’anima creata, e questa è poi appunto, la rinascita dell’anima
nello Spirito da Dio.
Come però un uomo
giusto deve fare ciò, per giungere in sé alla piena magnificenza della vita,
così pure l’ho fatto ora anch’Io stesso nel grande uomo cosmico, per essere per
voi tutti un vero Modello ed un vero Indicatore della Via, e sono venuto su
questa Terra, perché essa, secondo il Mio eterno Ordine, corrisponde appunto
alla positiva cameretta del cuore, l’ho fatto per entrare così nella Mia
propria e con questo anche nella vostra massima Magnificenza in ogni Potenza in
Cielo e su tutte le Terre.
Io ero ben
dall’eternità in Me stesso in ogni Potenza e Magnificenza, ma per nessun essere
creato Io ero tuttavia un Dio visibile ed afferrabile, neppure per un angelo il
più perfetto; se volevo in un certo qual modo renderMi
contemplativo a qualcuno, come ad Abramo, Isacco e Giacobbe, ciò accadeva in
questo modo: Io colmavo un angelo particolarmente con lo Spirito della Mia
Volontà, così che egli poi in certi momenti rappresentava
[indice]
f) - I tre gradi del perfezionamento di vita
[GEG vol. VII cap. 155
(1-13)]: - (Il Signore):
«Voi siete ancora troppo
attaccati al mondo ed ai vostri grandi tesori ai quali aderisce molto sangue di
vedove ed orfani; e questo per gli uomini del mondo è sempre quell’enorme
abisso da superare, abisso che rappresenta una difficoltà immensa per loro.
Ma come
presso Dio sono possibili tutte le cose, ugualmente anche all’uomo del mondo e
peccatore più indurito è possibile trasformarsi presto ed in maniera efficace,
se egli seriamente in piena fede e fiducia in Dio fa quello che
La volontà di peccare nell’uomo, infatti, trova sempre un grande sostegno, e precisamente negli stimoli e passioni della propria carne; invece per la volontà al bene non trova egli nella propria carne alcun sostegno, bensì soltanto nella fede in un Vero Iddio e particolarmente nell’amore per Lui, e oltre di ciò pure nella speranza che le promesse fattegli da Dio andranno nel pieno adempimento.
Chi dunque
attraverso la ferma e vivente fede, attraverso l’amore per Dio e per il
prossimo, ed attraverso l’indubbia speranza che può combattere tutte le cattive
passioni della sua carne e quindi diventa totalmente signore di se stesso,
questi diventa poi anche presto signore dell’intera natura esteriore e da ciò,
per il fatto che è diventato completamente signore di se stesso, si trova gia sul primo gradino del vero, interiore perfezionamento
di vita, anche se ancora troppo spesse volte non gli mancheranno affatto le tentazioni
di ogni specie che lo inciteranno a l’uno o l’altro lieve peccato.
Se a questo punto egli arriva a concludere
con tutti i propri sensi un’alleanza solidissima in seguito alla quale questi
si distolgono da ogni stimolo terreno e si rivolgono esclusivamente all’essere
spirituale puro, allora questo è già un segno sicuro e ricolmo di Luce vitale
che l’interiore spirito proveniente da Dio ha del tutto compenetrato l’anima,
ed allora l’uomo si trova sul secondo gradino dell’interiore, vera perfezione di
vita.
Su questo gradino all’uomo è diventata propria anche quella forza e libertà di vita che egli, poiché è colmo nell’anima sua completamente della Volontà di Dio, può operare soltanto secondo la stessa e così non può più commettere nessun peccato; infatti, egli stesso è diventato puro, così a lui è anche tutto puro.
Ma sebbene l’uomo è poi già un perfetto signore dell’intera natura, ed ha in sé la chiarissima convinzione che per lui non vi è più alcuna possibilità di errare, poiché tutto il suo operare viene guidato dalla vera Sapienza proveniente da Dio, egli è e resta tuttavia solamente sul secondo gradino dell’interiore perfezione di vita.
Esiste però ancora un terzo e supremo gradino dell’interiore perfezione di vita. Questo consiste in ciò che l’uomo perfetto, ben sapendo che egli ora come un potente signore di tutta la natura può senza peccato fare tutto quello che vuole, ma ciò nonostante per umiltà e mansuetudine tiene a freno la sua forza di volontà e potenza, ed in ogni suo fare e lasciare per purissimo amore per Dio non intraprende alcuna cosa senza prima esserne stato comandato direttamente da Lui, cosa che veramente per il perfetto signore della natura è ancora un compito ben grave, perché egli nella sua piena sapienza sempre riconosce che può operare giustamente soltanto in base alla volontà proveniente da Dio dimorante in lui stesso! Ma uno spirito che va più in profondità riconosce anche che tra la particolare Volontà di Dio in lui e la liberissima, universale infinita Volontà in Dio esiste ancora una grande differenza, per la qual ragione egli poi subordina la sua particolare volontà completamente all’universale Volontà di Dio, e fa qualcosa per forza assolutamente propria soltanto quando egli viene a ciò chiamato direttamente dall’esclusiva e propria Volontà in Dio. Chi così fa, questi è giunto in sé alla più interiore ed alla suprema perfezione di vita; cosa che qui è la perfezione di vita sul terzo gradino.»
[GEG vol. I cap. 3]:
«[1] Quando l’uomo in tal modo attraverso la rinascita
perviene alla vera figliolanza di Dio, nella quale viene in piena regola
generato da Dio, dal Padre, oppure dall’Amore in Dio, allora egli perviene alla
Magnificenza della Luce primordiale in Dio, cosa che è propriamente la
fondamentale e primordiale divina Esistenza stessa; questa Esistenza è il vero
e proprio figlio Unigenito del Padre, così come
[Giov. 1, 16]: «Dalla Sua Pienezza abbiamo ricevuto Grazia
su Grazia».
[indice]
Per la comprensione delle rispondenze tra il mondo della
natura ed il mondo degli spiriti
20 aprile 1858
1. In questo tempo è un po’
difficile – perfino per uno che è ben versato in tutte le possibili scienze –
sostenere una tale teoria, attraverso la quale il concetto rispondenza possa
venirgli completamente spiegato, perché
2. Allora voglio discutere la cosa
con voi, invece che con una teoria pur sempre difficile da comprendere, molto
semplicemente con un paio di esempi facilmente afferrabili, e la teoria si
lascerà trovare facilmente da sé.
3. Si dice in un dettato: “Si cerchi delle rispondenze facili da
trovare e si risolva con esse i verdetti (secondo l’istinto)!”. Ebbene
guardate, questo va così: a qualcuno di voi, o riposando nel suo soggiorno
oppure camminando da qualche parte all’aperto con o senza occupazione, viene
improvvisamente un pensiero, come se andasse incontro ad una grande montagna
che fin oltre la sua mezza altezza è coperta da un fitto bosco ed ai piedi è
circondata da ogni genere di sterpaglia. In alto al di sopra del bosco però
scorge tuttavia masserie contadine montane e campi e prati, e soltanto sopra
queste, punte e cime rocciose molto poderose, studia e cerca poi anche subito
da qualche parte una via d’accesso possibilmente buona attraverso la sterpaglia
ed il fitto bosco.
4. Presto con il suo pensiero
circonda l’intero monte, ma non trova da nessuna parte qualcosa di una via
d’uscita, così questo pensiero gli fa venire il malumore in piena regola e
presto abbandona tutto il pensiero, sebbene questo emerga nuovamente ancora in
parte così, come un lucignolo che si sta spegnendo quando l’olio è già
all’ultima goccia. Ora guardate! Uno spirito superiore dell’aldilà ha come
messo, per così dire, sulla via dell’anima, questo pensiero o piuttosto
quest’immagine assai vivida del pensiero. Ma che cosa sente con questo l’anima?
Di certo una specie di disagio, del tutto simile a quello derivato da un
proposito importante ma pesantemente legato ad una quantità di difficoltà
difficili da superare. E proprio questo sentimento disagevole ed opprimente è
già quel certo giudizio secondo l’istinto che può venire così risolto
attraverso la rispondenza da trovare facilmente e presto:
5. Una qualsiasi grande impresa
commerciale è uguale ad un grande monte visto nel pensiero, la cui vasta base è
coperta da ogni genere di sterpaglia quasi impenetrabile ed il cui petto è
coperto di un bosco estremamente fitto. La vasta base coperta fittamente da
sterpaglia corrisponde alla grande difficoltà iniziale dell’impresa, e la
sterpaglia corrisponde alle moltissime e pungenti preoccupazioni. Il fitto
bosco corrisponde alla prospettiva di vantaggio molto limitata dell’impresa e
che necessiterà di una lunga e perseverante grande fatica per giungere durante
l’impresa ad una pura e proficua prospettiva.
6. E se dopo molte fatiche e sforzi
vi si giunge poi anche, allora questi si mostrano solo poco rispondenti alle
masserie contadine montane, ai magri campi e prati. Alla fine arrivano ancora
magari irte pareti rocciose, punte e cime, e queste corrispondono di nuovo
all’ascesa proprio impossibile per conquistare vantaggiose e maggiori
prospettive, perché il raggiungimento molto dispendioso delle prospettive
vantaggiose, come ha mostrato l’immagine del pensiero, già in sé e per sé era
solo del tutto scarso.
7. Ora che cosa voleva dire uno
spirito superiore al viandante con questa immagine del pensiero? Questo lo
risolverà presto la verifica dell’intelletto esteriore ed ordinato, e la
conclusione sarà in breve così: “Lascia
stare la tua progettata impresa, perché ne otterrai poco guadagno ed alla fine
dovrai accontentarti del grande dispendio e delle molte fatiche e preoccupazioni,
di soli vantaggi molto magri, con i quali non potrai procurarti nessuno
sviluppo maggiore”.
8. Nel senso del tutto spirituale
però il puro principio intellettuale su menzionato dice così: “Vedi, tu anima preoccupata soltanto di
guadagno terreno, così il mondo ripaga i suoi inservienti e servitori!”
9. Ebbene, con quest’immagine ognuno potrà formarsi
facilmente da sé una regola per la comprensione sicuramente più chiara su che
cosa sia in sé e di per sé un giudizio dell’animo secondo l’istinto – in quanto
viene dal cuore e non dal cervello – su che cosa sia una rispondenza e come sia
da usare per la soluzione del giudizio dell’animo. Ma in questa settimana Io ti
darò all’occasione ancora un paio di simili esempi, da dove ognuno potrà poi
attingere già quasi per ogni possibile caso la sua Luce.
22
aprile 1858
(Continuazione)
10. Dunque scrivi ancora un paio di ulteriori esempi per
il completamento della comprensione delle rispondenze.
11. Qualcuno di giorno oppure di notte in qualche modo va
su di un sentiero, in uno stato d’animo così del tutto naturalissimo ed il meno
possibile agitato. Ad un tratto urta col suo piede contro qualcosa che si trova
sul sentiero e per questo diventa già più agitato ed attento. L’oggetto che
stava sul sentiero consisteva in un pezzo di legno marcio che, qualche
lavoratore aveva gettato lì e poi l’aveva lasciato a terra con indifferenza,
cosa che per il nostro caso però non è di nessun significato.
12. Il nostro viandante continua il suo cammino, e come è
già nuovamente sempre di più libero dalla precedente agitazione, arriva
saltellando un cane che, in qualche modo rimasto indietro, rincorre ora i suoi
padroni. Per quanto innocente era per sé anche questa seconda apparizione, essa
aveva però fatto già un’impressione più forte sul nostro viandante, poiché
pensò fra sé: “Se il cane fosse stato un
po’ feroce, quanto facilmente mi avrebbe potuto molto danneggiare!”
13. D’ora in poi il nostro viandante rimane già d’animo
più desto e si guarda diligentemente intorno da tutte le parti ed ora giunge,
senza ulteriore esitazioni, sano e salvo alla sua meta, dove deve concludere un
affare.
14. Ebbene, che cosa ci sarebbe da desumere per il nostro
viandante affarista da queste due apparizioni ed incontri sulla via delle
rispondenze, oppure che cosa ha voluto dirgli con questo uno spirito superiore
dell’aldilà?
15. Guardiamo ora subito al giudizio dell’animo secondo
l’istinto. Come suona ovvero in che cosa si esprime? In una specie di tensione
un po’ frammista ad un poco di paura ed ansietà. Ebbene, a questo si può
all’istante trovare la rispondenza risolutiva certamente giusta che si chiama
prudenza e vigilanza. E cosa dice il criterio intellettivo esteriore?
Nient’altro che: sulla via ed in un affare non si può mai essere abbastanza
prudenti e vigili ad ogni passo!
16. Ebbene, se si ha questo, allora si ha anche già
compreso perfettamente il linguaggio di uno spirito ammonitore, perché ciò
potrebbe suonar così: “L’uomo col quale
tu vuoi concludere un affare, è uguale al sentiero (questa è poi la rispondenza
principale) che hai percorso per concludere l’affare. Egli, l’altro, dapprima
ti farà balenare un tornaconto per te che ti sorprenderà e ti porterà fuori del
tuo quieto stato d’animo, ma tu sii prudente e non crederci, perché il
tornaconto mostrato è come il pezzo di legno marcio sul sentiero! Questo lo
comprenderai presto con un po’ d’intelletto.
17. Ma poi
comincerà anche a mostrarti del tutto con eloquenza lo svantaggio che per te
può aumentare se non concludi l’affare con lui, ma anche in questo non c’è
nulla di vero. La sua eloquenza non è che un cane fedele solo a lui che gli
corre dietro, che in verità ti sorprenderà molto, ma con alcune riflessioni
dovrai subito scoprire che il pericolo che si doveva mostrare è come se non ci
fosse e con la conclusione dell’affare tu devi procedere con prudenza e
vigilanza”.
18. La
rispondenza puramente spirituale però è:
“Vegliate e pregate, affinché non cadiate in
tentazione e nel suo maligno potere”.
19. Io vi ho mostrato qui la giusta rispondenza come
linguaggio di un puro spirito dell’aldilà soltanto in un incontro naturale
assai poco appariscente, affinché ognuno di voi possa desumere da ciò come i
puri buoni spiriti perfino negli incontri di poca importanza sul sentiero della
vita sono sempre preoccupati per il bene dell’uomo e preferiscono parlare più
di tutto per mezzo di rispondenze con gli uomini se questi le comprendono anche
soltanto in una certa misura, benché solamente in maniera confusa e secondo
l’istinto.
20. Ma se già non va assolutamente in questo modo, allora
agiscono sui pensieri e sui sentimenti sorti da questi, come ieri vi ho
mostrato un caso simile. Ebbene, ma anche se non si va avanti così, allora essi
lavorano gli uomini affidati alla loro guida attraverso i sogni ed anche
attraverso altri segni e presentimenti evocati.
21. Ma anche questi solo raramente sono da prendere così
come sono e per cosa essi rappresentano. Soltanto in casi straordinari ed
estremamente urgenti hanno il loro naturale significato rappresentato in
immagine e si confermano poi senza rispondenza anche così nella realtà. Ma
anche in casi meno urgenti pure certi sogni e presentimenti e certi segni
spettrali sono da risolvere solo sulla via delle rispondenze per l’intelletto
umano esteriore, così come la maggior parte dei libri del Vecchio ed anche del
Nuovo Testamento.
22. Prendiamo ancora un sogno della specie del tutto
inferiore. Qualcuno sogna che si trova in una grande città, non vi è pratico,
cammina su e giù per le vie e non può trovare ciò che cerca. Tutto è strano ed
alla rovescia, ed i vicoli non hanno fine e diventano spesso così stretti che
non si può neanche passare. Con l’inutile cercare e correre su e giù per i
vicoli e per il fastidioso restringersi degli stessi l’anima si impaurisce e
risveglia poi subito lo spirito nerveo e dopo
attraverso questo anche il corpo e cerca ora di tenerlo sveglio, per non
incappare nel sonno ancora una volta nella fastidiosa città. Che cosa ha voluto
dunque dire con questo all’anima uno spirito saggio dell’aldilà?
23. Osserviamo subito il giudizio dell’animo. Vuol dire:
sentimento ansiosamente opprimente e ripugnanza. Qual è la rispondenza
chiarificante e facile da trovare a questo? (Io dico perciò una rispondenza
facile da trovare, perché è già radicata nel primo giudizio dell’animo secondo
l’istinto.) Aborrimento di una condizione confusa che restringe il libero
sentimento della vita e della conoscenza.
24. Ora si aggiunge l’intelletto esteriore e trova adesso
subito in una tale città la fedele immagine di tutto l’affaccendarsi materiale
mondano, attraverso il quale l’attività libera spirituale dell’anima non può
più trovare a nessun costo il proprio suol patrio
nonostante tutto il suo cercare ed essa si trova in pericolo di venire
inghiottita dalla materia, cosa che indicano i vicoli che diventano sempre più
stretti.
25. Che cosa dice poi un saggio spirito dell’aldilà con
questo all’anima? “Nella confusione del
mondo e nelle sue vie e vicoli disordinati non trovi la tua patria e la sua
pace!”, e come ulteriore seguito di questa frase esso suona: “Quindi non metterti nei pericoli allettanti
di questo mondo, perché una volta che sei nelle sue vie sbagliate,
difficilmente ti orienterai di nuovo”.
26. Ma del tutto spiritualmente la cosa suona: “Fuggi il mondo e cerca soltanto ciò che è dello spirito!”
27. Vedete, così potete cominciare a parlare ovunque ed in
ogni occasione ed in ogni apparizione inizialmente con il mondo degli spiriti
della specie più pura. Anche se all’inizio procede in modo un po’ stentato e
zoppicante, con il tempo e con diligente esercizio ognuno può arrivare ad una
grande abilità e perfino alla contemplazione degli spiriti ed a corrispondenza
verbale con loro ed anche con Me stesso. Ma Io vi darò ancora un paio di esempi
maggiori. Per ora
23 aprile 1858
(Continuazione)
1. Quindi ancora un paio di esempi di rispondenze per la
chiara conoscenza delle rispondenze fra il mondo della natura e quello degli
spiriti.
2. Badate ora molto bene a quanto viene qua detto! Vi
sono uomini nel mondo che spesso, davanti a cose e fenomeni assai
insignificanti, hanno una certa inestirpabile paura, un orrore e certamente
un’antipatia più o meno grande. L’uno è febbrilmente stimolato nell’ascoltare
certi striduli toni sottili, un altro nel toccare una superficie ruvida, un
terzo non può sopportare un certo fruscio come con la carta, un quarto diventa
di malumore quando qualcuno cammina o corre dietro di lui, e ci sono una
quantità di uomini che hanno uno straordinario ribrezzo per certi animali,
specialmente dei rettili, come anche uomini che non possono sopportare certe
fisionomie di altri uomini, perché sono ripugnanti per loro e spesso
insopportabili.
3. Tutte queste antipatie di qualunque specie verso
differenti cose ed apparizioni sono in fondo anche giudizi secondo l’istinto
dell’animo che viene sempre tenuto sveglio da un cosiddetto spirito protettore
dell’aldilà. Se questi uomini si intendessero di risolvere tali giudizi
attraverso rispondenze e poi li estendessero esaminandoli ulteriormente per
giungere alle rispondenze spirituali più pure, allora comincerebbero subito da
tutte le parti a comprendere assai bene di quali sentimenti in primo luogo
sono, e che cosa volevano dire e mostrar loro con questo i loro spiriti protettori,
ed in secondo luogo riconoscerebbero poi bene in se stessi da questo anche il
rimedio contro tali indisposizioni d’animo e potrebbero liberarsene. Senza
questo però uno spirito protettore superiore è poi continuamente costretto a
mantenere il sentimento spiacevole nell’anima, affinché l’anima si tenga sempre
lontana da ciò che potrebbe causare un danno in parte al suo corpo ed in parte
però anche ad essa stessa.
4. Il vero motivo però sta in questo: la disposizione
degli spiriti naturali della materia fisica, è proprio così fatta che ha
un’inclinazione nascosta proprio per quelle cose ed apparizioni che
causerebbero presto un danno sensibile al corpo, già con un contatto solo in
qualche modo più intenso. Per questo lo spirito provvede poi in modo che l’anima
abbia un’antipatia permanente per tali debolezze del suo corpo e dello spirito
nervo, e per questo in tali cose ed apparizioni ad essa avversi se la svigni
presto e si protegga da maggior effetti dannosi ed eviti altri pericoli che
potrebbero sorgere facilmente.
5. Ma noi vogliamo esaminare una di tali apparizioni ora
un po’ attraverso il binocolo spirituale delle rispondenze, e vedere che cosa
ne verrà fuori!
6. Prendiamo per esempio un uomo che non può sopportare dietro
di sé nessun veicolo in movimento e così anche nessuno che gli corra dietro. Il
suo animo percepisce sempre un disagio con un po’ di paura e talvolta c’è
frammista anche dell’irritazione. Nel corpo di un tale uomo dimorano spiriti
della natura, la cui aspirazione è un’aspirazione polare-antipositiva,
quindi una subdola ed in certo senso insidiosa che, a causa della
caratteristica naturalmente del tutto innocente degli spiriti naturali del
corpo, si comunica poi anche allo spirito nerveo
attraverso l’affezione dei nervi e con ciò entra in una corrispondenza
percettibile con l’anima.
7. Se ora un tale uomo percorre una strada e dietro di
lui procede un veicolo, anche se ancora ad una certa distanza, oppure un uomo
lo segue con passo piuttosto veloce, allora vengono eccitati con questo subito
gli spiriti insidiosi naturali del corpo dalle caratteristiche simili in
seguito all’impulso di assimilazione ed attraverso di loro poi anche i nervi ed
il loro etere vitale o spirito. L’anima se ne accorge immediatamente, si oppone
subito e spinge il suo corpo sul lato senza pericolo ed aspetta perfino finché
tutto l’insidioso sia passato oltre correndo o camminando, e con questo è poi
anche scomparso tutto il disagio.
8. Così sarebbe ora dimostrato il motivo in parte naturale
ed in parte trascendentale naturale degli aspetti della vita in discussione. Ma
come si presenta la cosa con la rispondenza?
9. Il giudizio dell’animo su ciò è: disagio, paura,
inquietudine. Che cosa corrisponde all’opposto? Naturalmente ciò che lo aiuta,
gli dona protezione e quieta nuovamente l’animo, e ciò consiste secondo
l’esteriore giudizio dell’intelletto in questo: In primo luogo coprire le
spalle in luogo sicuro a causa delle sue debolezze, per secondo poi volgere
coraggiosamente al pericolo il viso ed infine aspettare assai pazientemente
finché il pericolo sia passato.
10. Ora alla fine quale conclusione se ne ricava? Non c’è
mai da fidarsi dei nemici, per quanto siano pochi alle nostre spalle! Rivolgi
il volto al nemico, mettiti al sicuro ed abbi coraggio con pazienza, allora
riporterai la vittoria su tutti i tuoi insidiosi avversari.
11. Oltre a questo se ne ricava anche una rispondenza
morale e questa suona: “Meglio dieci
nemici scoperti dinanzi al viso che un essere ambiguo, ed un lupo feroce in
pelle d’agnello è più pericoloso di uno scoperto nella sua pelle da lupo”.
12. Questo è stato ora presentato il più chiaramente
possibile, ed avremmo quindi da discutere ancora un caso solamente, e
precisamente quello del presentimento e dei segni un po’ inquietanti. Questo si
può dimostrare anche meglio con un breve esempio che con una teoria per quanto
ancora così approfondita.
13. A qualcuno viene ad un tratto un sentimento
angoscioso, pensa qua e là e non ne può trovar la causa. Si sente come
abbandonato oppure come uno che viene a sapere che uno dei suoi migliori amici
all’improvviso, senza poter prendere in qualche modo congedo, ha dovuto
intraprendere un lungo viaggio. Se il sentimento è disposto così, allora ci si
rivolga seriamente con amore allo spirito protettore sicuramente presente, si
faccia attenzione o in casi straordinari al nome per primo pronunciato
chiaramente oppure certamente ad un’altra immagine di pensiero apparsa
all’improvviso. Con questo si proceda nel modo prescritto, e nel caso
straordinario sarà pronunciato chiaramente senza rispondenza o il nome di un
vicino parente sofferente o perfino defunto o di un buon amico mediante uno
spirito protettore dell’aldilà, oppure l’amico o parente colpito da un
qualunque grave disagio terreno sarà facile da riconoscere dalle rispondenze
d’animo a lui molto simili.
14. Di solito però tali allusioni avvengono nei sogni,
dove sono essi ancora più facili da risolvere.
15. Certo tutto ciò che succede in qualche modo sulla
Terra al cospetto dell’uno o dell’altro uomo, ha in qualche modo un significato
più profondo che passa nello spirituale oppure anche del tutto puramente
spirituale che si può trovare sulla via delle rispondenze, benché all’inizio
qualche volta non del tutto sicuramente, ma sempre approssimativamente. È però
anche del tutto non necessario che qualcuno debba trovare la rispondenza a
tutto. Soltanto in occasioni particolari egli può esercitarsi in questa prima
scuola preparatoria di rispondenza con gli spiriti.
16. Una volta che questo primo gradino è compreso ed
esercitato a sufficienza, soltanto dopo viene un secondo ed infine perfino un
terzo e sommo gradino, per il quale si potrà trovare da sé o la guida con un
po’ di fatica, oppure la darò Io stesso così come questa adesso e metterò la
maggior parte di questo già nel cuore di ognuno.
17. Ma se qualcuno qui e là non dovesse avere le idee del
tutto chiare, non diventi ansioso per questo, perché la chiarezza verrà già col
tempo; nel frattempo però ad ognuno dei Miei cari amici e figli è aperta la
libera via per il Cuore Mio.
* * *
[G. V. G. Vol. 1,
cap. 92, 16]
Dio in Se stesso è
l’Amore più puro e volge il Suo volto soltanto a coloro che vengono a Lui
altrettanto nel puro amore del loro cuore e cercano Iddio per Amor di Lui
stesso, e con l’animo colmissimo di gratitudine vogliono imparare a conoscerLo quale loro Creatore ed hanno l’ardente desiderio
di essere protetti e guidati da Lui stesso.
[GEG vol. III cap. 224, 12-14] - (Murel – un
arcangelo - prega):
«O
tu Chiamata delle chiamate, Tu Voce delle voci, Tu Parola delle parole! Chi Ti
può resistere, se Ti ha riconosciuto nel proprio cuore? Oh, quanto sublime,
santa, grande e soave, e quanto familiarmente conosciuta suoni tu dalla santa
Bocca Paterna incontro al debole figlio dal Cuor Tuo così a lungo escluso!
Quante volte mille ed ancora una volta mille beatitudini affluiscono incontro a
me con l’unico alito dalla Bocca di Colui che un giorno ebbe a tuonare il “Sia fatto” nello spazio senza fine,
dopo di che tutto cominciò poi a destarsi ed a muoversi attraverso gli spazi
senza fine, spazi che nessuna Eternità potrà misurare, né mai misurerà! – Ora
tremi e vacilli in me ogni traccia che abbia mai potuto incitare il mio essere
al peccato; ma tu, o rinato cuor mio, gioisci e giubila grandemente! Vedi, ti
ha chiamato il tuo Creatore, il tuo Dio e Padre, segui perciò il richiamo di
questa Voce, Voce che nelle tue fibre alitò
[indice]
[1] Annotazione del Signore: «Questa è l’ultima e più grande testimonianza di
Giovanni su di Me e non ha bisogno di ulteriore spiegazione, dal momento che si
spiega in e da sé. Ma il motivo del perché non è data così per intero nel
Vangelo, rimane sempre lo stesso: perché, per primo allora era la necessaria
maniera di scrivere, secondo la quale erano annotati solo i punti principali,
ma tutto il resto che uno spirito risvegliato poteva trovare facilmente da se
stesso, era tralasciato; per secondo però, affinché il Santo Vivente nella
Parola non potesse essere insudiciato e profanato. E perciò ogni versetto è un
granello saldamente chiuso, nel quale il germoglio giace nascosto per una Vita
infinita e per la sua pienezza di Sapienza mai misurabile».
[2] Per una maggiore comprensione di questa
antica scienza ormai perduta si consulti il 3° volume de „Doni del Cielo“ cap.
112 qui allegato in fondo a questo volume..
[3] Agricola è quel patrizio romano che
incontò Gesù insierme a
Giulio ed alla Maddalena nella locanda di Lazzaro a Gerusalemme.
[4] Il secondo regno è il regno vegetale.
[5] L’Alto Abedam è il Signore che appare ad Oalim in veste di forestiero.
[6] Raphael fu Enoch il quale salì al Cielo col
corpo come Elia e Gesù,
[7] Il Signore si riferisce al veggente e profeta che ha ricevuto queste Sue
Parole Jakob Lorber
[8] Il personaggio è Cirénio, il Proconsole della Celesiria, da non confondere col Cireneo che aiutò Gesù a
portare
[9] Le forme interiori appartengono al Regno gettano Ombre perché brillano di
luce propria.
[10] Perché di sua propria volontà si è allontanato da Dio e adesso vuol
tornare a casa.
[11] Filipoldo è un greco seguace di Epicuro,
proviene dall’alto cioè dal Pianete Akka (Procione )
e detesta il Signore perché lo ha creato. L’angerlo è Raphael che in un istante
si reca su Procione e gli porta il suo stiletto per scrivere, stiletto che lui
riconosce subito.