[Estratto da Doni del Cielo vol. 2 cap. 64]

Rivelazioni

nel 1842 al mistico e profeta

Jakob lorber

 

 

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Domanda su una contraddizione

Spiegazione sul “Sole”

Domenica, 30 ottobre 1842, mattino

 

Jakob Lorber a seguito del dettato del cap. 53 del “Sole naturale”, in cui con la spiegazione del Signore sul pianeta Nettuno (Miron) affermò che esso aveva dieci lune, l’amico di Lorber, Anselm Huttembrenner (lo zelante), ad un confronto con il primo capitolo in cui nel dettato era stato detto che Nettuno aveva tre lune, manifestò l’incongruenza. Da ciò il giorno dopo la domanda qui di seguito, alla quale ricevette risposta.

 

“O Tu mio unico amatissimo Signore e santissimo Padre in Gesù! Io povero, assai inutile peccatore ed indolente, disattento servitore, Ti prego, dal più profondo del mio cuore, affinché Tu mi possa nuovamente aiutare a tirarmi fuori di un impaccio! – Vedi, come Ti è noto e sempre lo è stato, si è trovato nel dettato sul Sole una piccola contraddizione numerica, e questa nell’ultimo pianeta, del quale è stato detto all’inizio nell’introduzione che ha solamente tre lune. Ora nella specifica trattazione di questo corpo celeste viene però detto che esso ha dieci lune! Come deve essere inteso questo?

Eccomi, Signore e Padre, sono dinanzi a Te e riconosco dalla mia profondità più intima che perfino questo spirito numerico non mi ha mai messo in imbarazzo. Infatti io so troppo bene ed in modo troppo certo che in Te alla fine tutto si risolve e si appiana per la più bella armonia. – Ma non è così per qualcun altro che Tu, o Signore e Padre, conosci molto bene! – Costui non ha smussato ancora abbastanza le punte scolastiche al suo intelletto mediante una fede umile e sottomessa a Te; e basta già una piccola parola omessa per far vacillare la sua fede e, oltre a ciò, per sospettare di imbroglio me, povero servitore. Quindi per amore di quest’uomo, o Signore, dammi una soluzione anticipata della presente contraddizione numerica. Oppure portami via al sicuro da qui, dove sono in costante pericolo di essere sospettato d’imbroglio nel Tuo Nome e dà questa Grazia in un luogo qualunque a qualcun altro; però lasciami nel Tuo unico Amore e Misericordia! Perché così io non sono al sicuro dai lacci del mondo.

Perciò aiutami in modo o nell’altro. Se io sono troppo debole per questa santa carica della Tua grande Grazia, allora fortificami in tutto oppure metti qualcun altro al posto mio! Poiché in verità essa mi è già divenuto un peso troppo grande, giacché essa è veramente una grande e pesante croce! Ma come sempre, sia fatta anche questa volta la Tua santa Volontà! Amen”.

 

                    1.     Allora scrivi, tu, figlio di Adamo, che invochi ancora fuoco dal cielo quando vieni in qualche modo criticato, perciò per un vecchio motivo tu sei un vero Giacobbe!

                    2.     Guarda Me! Che cosa ne hanno già fatto gli uomini di Me! Quante volte fui chiamato bugiardo, un agitatore del popolo, un israelita fannullone, un vagabondo, un originale, un matto, un incantatore, anzi, perfino un servitore di Belzebù! Già addirittura in questo tempo (attuale, 1842) le cose sulla Terra non Mi vanno di un pelo meglio! Mi si schernisce, Mi si deride e ridicolizza ovunque. Oppure Mi si nega completamente e si distrugge così sicuramente anche fino all’ultima sillaba la Mia parola, e quindi anche tutta la Mia Grazia e Misericordia. Ma dove vengo ancora servito, nella migliore delle ipotesi per l’apparenza, Io non ho bisogno di mostrartelo più da vicino come, in sé e per sé, sia per lo più disposto un tale servizio, poiché questo per la maggior parte tu già lo conosci!

                    3.     E guarda, tuttavia Io non faccio piovere dal Cielo, fuoco e zolfo! Quindi sii anche tu, dolce e modesto, e sii sempre pieno d’amore, di mansuetudine e di pazienza verso i tuoi fratelli e sorelle, allora otterrai con loro sempre di più che con fuoco e zolfo dal Cielo!

                    4.     Se Ans. H-Z. qui e là contesta qualcosa, non dobbiamo avercela con lui. Egli non lo fa per insinuare sospetti contro di te, ma lo fa solamente per amor della Luce. Perciò dunque, Giacobbe, ancora nessun fuoco dal Cielo! Per questo non è ancora necessario riconsegnare a Me la carica della Grazia. Ma continua pure! La giusta Luce su ogni apparente contraddizione esteriore verrà al momento giusto e al posto giusto.

                    5.     Infatti se quello, il primo, fosse stato irreprensibile, non si cercherebbe spazio per un altro![1] Questo tu devi ben comprendere ed osservare, perché il Vecchio Testamento venne biasimato e pertanto gliene venne posto accanto uno Nuovo! – Vedi, quindi anche qui! – Tre granelli vengono messi nel terreno e portano dieci volte frutto. Perché non tre volte? Perché i tre granelli messi nella terra devono essere ‘sprecati’, anzi, perché devono ‘perire’ per permettere ai nuovi dieci figli una crescita indipendente?

                    6.     Presso di voi si contraddicono il tre e il dieci a causa della vostra durezza; ma non è così presso di Me, perché nel Mio Regno mille sono come uno, e uno è uguale ad infiniti molti!

                    7.     Perciò aspetta soltanto pazientemente e fidati di Me, poiché Io sono, sul serio, sommamente sapiente. Così al posto giusto ben si mostrerà il perché nel primo ‘Testamento[2] ce ne sono tre, e nell’attuale, in un certo senso ‘nuovo Testamento’, dieci lune!

                    8.     Ma affinché tu non Mi debba incappare nuovamente in un fuoco non necessario, allora ti dico anticipatamente che nella Rivelazione del “Sole” ricorrono ancora già un paio di contraddizioni sulla costituzione, e ne ricorreranno ancora un paio. Nondimeno, quando il “Sole” sarà completato, allora si risolveranno tutte le contraddizioni!

                    9.     Perciò tu non devi diventare di fuoco, e Ans. H.-Z. non ansioso, poiché ciò che tu ricevi è cosa Mia. Ed Io saprò avere ogni cura, affinché essa (la cosa) diventi come deve essere. Tu però opera a sufficienza, così adempi la Mia Volontà.

                  10.   Ma con l’intelletto, ognuno rimanga ben lontano dal Mio Dono, altrimenti somiglia al seme che cadde dalla mano del seminatore tra rovi e cardi.Infatti nell’intelletto c’è la dimora di ogni genere di preoccupazioni. Chi dunque misura la Mia parola con il suo intelletto invece che col suo cuore, costui raccoglierà difficilmente i frutti dal Mio Seme.

                  11.   Rifletti per esempio: in Matteo vengono due donne al sepolcro, avviene un terremoto, appare un angelo che fa rotolar via la pietra dal sepolcro, vi si siede sopra e dà alle due donne informazioni su di Me (Mt. 28,11,7).

                  12.   In Marco (Mc. 16,1-7) vengono tre donne, si affliggono a causa della pietra; questa viene rimossa da una potenza invisibile, e queste poi entrano nel sepolcro e vi trovano un giovinetto con una veste bianca seduto alla destra che le consola a dà loro informazioni su di Me.

                  13.   In Luca (Lc. 24,1-7) vengono parecchie donne sconosciute, perfino con delle spezie, e trovano la pietra già rotolata via, entrano subito nel sepolcro e non vi trovano ancora nessuno. Dopo un po’ di tempo, dopo essersi preoccupate, vengono a loro due uomini in vesti splendenti e danno loro informazioni su di Me.

                  14.   In Giovanni (Gv. 20,1-14) viene soltanto una donna, vale a dire la Maddalena, trova il sepolcro aperto, ma dentro nessuno. Perciò corre da Pietro. Pietro e gli altri discepoli si affrettano al sepolcro, e oltre al sudario piegato non trovano altro e poi vanno nuovamente a casa. Solamente dopo, la piangente Maddalena guarda nel sepolcro e scorge alla testa e ai piedi due angeli in vesti bianche che domandano solamente: «Donna, perché piangi?». E dopo la risposta a questa domanda, Io sono già dietro di lei!

                  15.   Chi qui giudica esteriormente, puramente dal punto di vista storico secondo il suo intelletto, che cosa deve necessariamente trovare in queste quattro dichiarazioni molto differenti, se vuol procedere con l’opera con critica assai acuta?

                  16.   Io ti dico: “O la morte del suo intelletto, oppure la morte della sua fede!”. La morte del suo intelletto se vi sospetta un Segreto divino e rimette questo alla Mia Sapienza ed Onnipotenza. Tuttavia la morte della fede dice: “Se il fatto fosse autentico, allora sullo stesso non dovrebbero concordare pienamente soltanto quattro, ma cento storici nel numero, nel modo, nelle parole, insomma, in tutto. Ma dei quattro storici, ognuno dice qualcosa di completamente diverso! Chi ha ragione? Nessuno! E così anch’io non credo a niente!”

                  17.   Vedi, però non deve essere ucciso né l’intelletto né la fede! – Ma come può accadere questo? – Io ti dico: Soltanto attraverso l’amore, l’umiltà, la dolcezza e la pazienza!

                  18.   Quando questi quattro termini diventano una sola cosa nell’uomo, allora si farà anche Luce vivente in grandissima quantità nel cuore, nel quale si scioglieranno tutte le contraddizioni!

                  19.   Considerate questo, allora anche voi giungerete alla purezza e alla chiarezza! – Ma se con il vostro intelletto volete essere Miei cercatori di tesori, in verità, allora non troverete nient’altro che immondizie!

                  20.   Infatti i Miei Doni sono misurati solamente per il cuore, ma non dapprima per l’intelletto! –Chi invece vuole risvegliare il suo cuore attraverso l’intelletto, costui sia certo che lo ucciderà soltanto, perché nessun amore è più debole di quello dell’intelletto!

                  21.   Chi invece vuole pervenire alla Vita, costui ami e creda dolcemente e pazientemente! E non pretenda da Me una resa dei conti intempestiva come da un cattivo procuratore! Infatti, i veri figli amano il Padre, e non contendono con Lui!

                  22.   Comprendete bene questo! Amen!

 

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[1] Ebrei 8,7

[2] Testamento: qui è inteso come ‘testimonianza’ quindi ‘rivelazione’, riferito al dettato del primo capitolo  sul “Sole naturale”.