[Estratto dal “Grande Evangelo di Giovanni” di Jakob Lorber]
Il Signore racconta la Sua tentazione nel deserto
[Matteo 4, 1-11]
1. Qui il saggio Filopoldo Mi interrogò, dicendo: “Signore e Maestro pieno di Amore e Sapienza e Forza! Dalla Tua bocca verissimamente divina abbiamo sentito tante cose sul Tuo operato, ma del primo operato, quando hai lasciato la casa paterna terrena, non sappiamo proprio nulla. Con Maria, la madre del Tuo corpo, e ugualmente con Gioele e anche con gli altri fratelli della Tua famiglia terrena, ho avuto una sincerissima conversazione su tutta la Tua giovinezza, e quello che ho sentito, a cominciare dalla Tua meravigliosa discesa nella carne di Maria e fino al Tuo trentesimo anno di vita terrena, l’ho raccolto per iscritto molto fedelmente, senza alcuna aggiunta e senza tralasciare nulla, in un libro di memorie, in lingua e scrittura greca.
2. E così ho anche trascritto come supplemento, in un libro a parte, ovviamente in frasi tutte frammentate, tutto quanto io stesso ho appreso qui al Tuo fianco, e quanto ho appreso da affidabili testimoni oculari e auricolari che provenivano anche da molte altre parti e località. Però dal Tuo trentesimo anno e dal giorno della Tua partenza da Nazaret, per un periodo di oltre tre lune, da nessuno potei apprendere qualcosa su dove Tu Ti sei fermato in quel primissimo periodo, e su quello che hai operato.
3. Da quel momento in cui Ti sei fatto battezzare con acqua da Giovanni, nel fiume Giordano, so sì parecchie cose, come ad esempio quella della chiamata dei Tuoi primi discepoli, ma, come ho detto, del citato primissimo periodo, nonostante tutti i miei sforzi, non sono potuto arrivare ad apprendere una sillaba su dove stavi e sul Tuo operato.
4. Per me però, come tacito cronista dell’intera Tua vita terrena e di tutto il Tuo operato, è di grandissima importanza avere qualche notizia anche di quel Tuo primo periodo di magistero, di cui anche i Tuoi vecchi discepoli non sanno dire nulla, e ciò non è possibile a nessun altro se non solo ed esclusivamente a Te, o Signore e Maestro. Se Ti piacesse di rivelarmene qualche cosa, sarebbe per me una grande e apprezzatissima grazia da parte Tua!”
5. Dissi Io (Gesù): “Conosco il tuo buon zelo per Me e ti lodo come vero amico del Mio Cuore; tuttavia [voglio dirti solo questo] di quel primo periodo in cui, dallo Spirito del Padre in Me, sono stato condotto in un deserto presso il Giordano. Per quaranta giorni digiunai, e solo quando fu indispensabile Mi nutrii con radici e miele selvatico, e poi, dopo quaranta giorni di un tale digiuno, cominciò nel corpo a manifestarsi intensamente la fame; per questo fui tentato tre volte da un cattivo spirito, un diavolo di primo rango. Di tutto ciò in verità non dico volentieri più di quello che ho già detto ora. E anche se gli uomini ne sapessero ulteriori dettagli, una tale conoscenza non tornerebbe a salvezza della loro anima neanche un filo di più di quanto ne saprebbero se non ne sapessero nulla di ulteriori dettagli”.
6. Disse Filopoldo: “Ma, o Signore e Maestro, come potesti lasciarTi tentare da un arcidiavolo, e come mai egli poté avvicinarsi a Te anche solo minimamente, considerato che fra Te e un diavolo è posto dalla Tua Sapienza e Potenza un abisso tale che uno spirito cattivo non dovrebbe mai poterlo oltrepassare in eterno? Chi era dunque questo sfrontatissimo spirito cattivo? O Signore e Maestro, poiché ora mi hai già detto così tanto, dimmi ancora qualcosa di più e qualcosa di più dettagliato!”
7. Dissi Io: “È vero che non ci sono arcidiavoli, creati come tali all’origine, del genere che voi vi raffigurate, e tuttavia tutto del mondo materiale, nel suo elemento originario, è come se fosse un arcidiavolo creato alle origini, e perciò è la stessa cosa dire qui, che si viene tentati dal mondo o dalle brame materiali della carne, oppure che si viene tentati da questo o quell’altro arcidiavolo; e chi si lascia troppo catturare dal mondo e dalla propria carne, la sua anima allora è pure un diavolo individuale. Quest’anima, dopo la morte del corpo, continua a vivere in costante unione con gli spiriti maligni della materia, non ancora purificati, e la sua tendenza continua ad essere cattiva così come il suo amore, ed essa continua poi anche a cercare di soddisfare il suo amore malvagio.
8. Questo genere di diavoli non possono ovviamente oltrepassare lo smisurato abisso fra Me e se stessi. Dato però che ora Io stesso sono venuto in questo mondo, che in sé è pieno di giudizio e con ciò anche pieno di diavoli, così Io per un certo periodo, dall’intima profondità delle Mie misericordie, assumendo la carne ho costruito un ponte sopra il detto abisso. Senza questo ponte nessun uomo di questa Terra potrebbe mai giungere alla vera e piena beatitudine, e si capisce da sé che su questo ponte un diavolo, così come un uomo, per quanto cattivo sia, possa avvicinarsi a Me e nella sua totale cecità anche tentarMi ed anche perseguitarMi nel modo più feroce, sebbene senza effetto contro la Mia potenza, ma solo a continua moltiplicazione della sua propria rovina. Questo lo comprenderai bene!
9. E vedi, amico, così dunque fu anche possibile a un diavolo, nel tempo da te accennato, di tentarMi!
10. Ma affinché tu venga a sapere anche ulteriori dettagli su questa azione, che a te suona ovviamente un po’ singolare, voglio dunque mostrarti in breve anche la specie e il modo della tentazione, e così ascolta dunque!
11. Quella volta avevo digiunato per tre settimane nel deserto, per distoglierMi completamente da tutto ciò che è del mondo e rendere il Mio corpo in tutto all’unisono con Me, più di quanto potesse esserlo nel periodo in cui avevo molto da trafficare come falegname, col Mio padre adottivo Giuseppe e con i suoi figli del primo matrimonio. Essendo il Mio cibo radici del deserto e miele selvatico, la fame cominciò a farsi sentire molto, e in verità Io percepii molto intensamente nel Mio corpo una forte voglia di mangiare pane. Allora il tentatore comparve davanti a Me nell’aspetto di un mago serio ed esperto del mondo, e disse: «Signore e Maestro, io Ti conosco che Tu, secondo il corpo, sei il Figlio di Dio! Perché Ti tormenti con la fame in questo misero deserto, mentre tuttavia Ti stanno a disposizione tutti i tesori di tutti i mondi e di tutti i cieli? Se però non vuoi utilizzarli, in quanto volesti diventare anche Tu un uomo a causa dei miseri uomini per brillare davanti a loro come esempio di suprema temperanza e sobrietà, per renderli con ciò più simili a Te, allora, dal momento che qui certo nessuno Ti può osservare, fa’ del pane dalle molte pietre - cosa che ti è ben possibile - e mangia una volta fino a saziarti realmente!»
12. Io però dissi con viso molto serio: «Ascolta, tu che osi tentare Me, tuo Signore dall'eternità! Il Mio corpo è ora anch’esso un uomo, dotato delle necessità di ogni uomo in questo mondo; ma sappi e comprendi: l’uomo non vive tanto del pane di questa Terra, quanto piuttosto di ciascuna parola che viene dalla bocca di Dio! Anche per voi sarebbe ora costruito il ponte di passaggio alla vita eterna; ma se volete essere aiutati, allora dovreste voi stessi umiliarvi, e pregarMi di perdonare i vostri peccati!»
13. A queste Mie parole il tentatore si allontanò da Me per qualche giorno, come se volesse far tesoro di questo ammonimento e alla fine attenervisi. Ma non fu così per lui; presto venne un’altra volta da Me e disse: «Signore e Maestro, tu sai che io sono pieno di superbia e pieno di sete di potere; voglio però imparare da Te, che ora umilii Te stesso in questo deserto, la vera umiltà. Perciò lasciati ora mettere sul più alto pinnacolo del Tempio - cosa facile per noi - e là voglio continuare a parlare con Te!»
14. Io però dissi: «Non Mi lascerò portare là dalla tua impotenza; ma Io stesso voglio ora così, e appena pronunciate queste parole, già ci troviamo sul posto! Ed ora dunque puoi anche continuare a parlare!»
15. Quando Io dissi questo al tentatore, egli allora disse a Me: «Signore e Maestro! Se Tu secondo il corpo sei davvero il Figlio di Dio, lasciati cadere giù in basso da questa altezza, e Dio ordinerà poi comunque ai Suoi angeli di portarti sulle loro possenti mani, affinché Tu non urti con alcun membro contro una pietra!»
16. Allora Io dissi al tentatore: «Tu sì devi umiliarti davanti a Me, il tuo Dio e Signore, ma non Io davanti a te con un salto giù in basso! Così non arrivi in eterno ad alcuna umiltà e ad alcun miglioramento. Questo tuo tentativo in verità non ti ha giovato nulla, perciò allontanati!»
17. Poi il tentatore Mi lasciò, ed Io Mi trovai all’istante, portato dalla Mia potenza, di nuovo nel Mio deserto, nel quale ovviamente non era certo piacevole abitare.
18. Ma pochi giorni dopo il tentatore apparve nuovamente davanti a Me, e Io gli domandai: «Che cosa vuoi da Me ora per la terza volta, tu diavolo incorreggibile?»
19. Disse il tentatore: «Signore e Maestro! Vieni ora con me su un’alta montagna! Là voglio imparare da Te l’umiltà e correggermi!»
20. E Io andai con lui su un’alta montagna e dissi: «Che cosa vuoi qui ora da Me?»
21. E il tentatore disse: «Signore e Maestro, umiliati prima Tu davanti a me, e io voglio poi umiliarmi davanti a Te! Vedi, voglio darTi tutti questi Paesi belli e ricchi, se Tu al momento Ti pieghi in ginocchio davanti a me e mi adori!»
22. Allora Io dissi: «Adesso ne ho abbastanza di te! Allontanati ora da Me, Satana! Poiché sta scritto: ‘Soltanto Dio, il tuo Signore, tu dovrai adorare, e servirLo, e non tentarLo!’».
23. Poi il tentatore si ritirò per sempre davanti a Me; ma in compenso Mi comparvero davanti molte legioni di angeli dai Cieli, e Mi servirono”.