Prefazione
al testo di Leopold Engel
Nell’aldilà
Nel 1921 Leopold Engel trascrisse in un breve testo quello che il
padre defunto Karl gli aveva comunicato sull’Aldilà.
Nel testo apprendiamo che il padre Karl fu in vita un
eccellente violinista, un autorevole cultore di arti
magiche e un lettore assiduo di Swedenborg e della “Nuova Rivelazione” di Jakob Lorber. In tale breve
storia sulla sua persona di Karl dall’Aldilà dà una
valutazione su come sulla Terra ha affrontato la prova della libera volontà:
egli fu un uomo deciso e ben intenzionato, che voleva esercitare una buona influenza sugli animi degli ascoltatori attraverso la
musica, ma che poi divenne orgoglioso della sua eccellenza in campo musicale.
Ed è proprio per dare un messaggio di speranza agli uomini imperfetti che
questo libro è stato scritto, come ci fa sapere Engel nel commiato conclusivo: “Sulla Terra si può fallire il proprio scopo ma lo si raggiunge nell’Aldilà se uno segue fedelmente
il suo Dio e Signore”.
Nell’Aldilà la vita continua strettamente connessa a
quella terrena, ma tutto è trasfigurato dalla consapevolezza che lì tutto in
quel mondo è gioioso ed attivo, dove sono i fatti che contano. In questa sua
nuova vita Engel ritrova amici e parenti, gli viene
spiegato che cos’è la ‘parentela delle anime’,
apprende il significato della sfera animica in cui ognuno vive, incontra Dio,
impara a creare ciò che desidera usando la propria volontà come forza
spirituale dell’amore per Dio, visita il luogo dove vengono accolte le anime
defunte provenienti dalla Terra e da altri mondi, descrive un istituto di
correzione per le anime che devono essere purificate ed allarga la sua sfera
d’influenza evolvendo verso quella perfezione che avvicina sempre più i figli a
Dio Creatore.
Il libro si conclude facendo
intuire che il percorso spirituale di Karl Engel si
deve arricchire di altre opere per raggiungere il proprio perfezionamento. Le
ultime parole di Engel sono un’esortazione a non
temere il momento del trapasso, perché nell’Aldilà si ha la certezza di
incontrare il Signore ed i nostri cari in un mondo lieto ed operoso.
Venezia, 18 aprile 2008