Allegato
2:
[a favore della cremazione]:
http://www.toscanaoggi.it/a_notiziabase.asp.htm
di Riccardo
Bigi - (Dal n. 21 del 1° giugno 2003)
Cremazione o sepoltura?
Una domanda tornata di grande attualità dopo la decisione della Regione
Lombardia di approvare una normativa che stabilisce le modalità con cui
custodire - o spargere al vento - le ceneri dei propri cari. Per la verità, in
Italia la legge che regola la cremazione esiste già dal 2001 ma non è mai stato
approvato il decreto attuativo, senza il quale la legge non può essere messa in
pratica. La Lombardia quindi non ha fatto altro che bruciare le tappe, stabilendo
in proprio le norme attuative, e potrebbe essere seguita su questa strada da
altre regioni, compresa la Toscana.
Ma cosa dice la Chiesa?
Fino a qualche anno fa l’argomento era molto spinoso: chi sceglieva la
cremazione lo faceva spesso proprio per dimostrare la propria opposizione alla
tradizione cristiana, e per questo la combustione che riduce in cenere il corpo
dei defunti veniva considerata una pratica da scoraggiare. Adesso però le
abitudini sono cambiate, e anche la cremazione - purché non sia scelta ‘per
motivi contrari alla fede cristiana’ - viene ammessa dal Codice di Diritto
Canonico. Anzi c’è chi, come don Angelo Pellegrini docente di teologia
dogmatica alla Facoltà Teologica per l’Italia Centrale, ne sottolinea gli
aspetti positivi: «C’è un aspetto pratico da valutare - sottolinea - che è
quello della saturazione dei cimiteri, che crea situazioni molto spiacevoli:
bare che restano in attesa di tumulazione per settimane, ossa diseppellite e
dimenticate, incuria, scarso rispetto per la dignità dei defunti. La cremazione
permetterebbe di ovviare in parte a questi problemi, garantendo la
conservazione dei resti in spazi molto più limitati, senza perdere per questo
le buone abitudini di rendere omaggio ai propri cari e di pregare per loro».
Un altro aspetto, anche questo molto pragmatico, è la possibilità -
quando la legge fosse applicata correttamente - di ridurre quel triste mercato
che ruota intorno al ‘caro estinto’: la cremazione viene effettuata utilizzando
bare di legno poco pregiato, dura pochi minuti, la conservazione dei resti
richiede spazi ridotti. Tutto questo, senza contraddire la dottrina cristiana
della resurrezione dei corpi: «Dal punto di vista fisico - spiega don
Pellegrini - la cremazione non fa altro che accelerare quel processo di
ossidazione che normalmente avviene in settant’anni». Alcune precisazioni,
piuttosto, potrebbero essere fatte dal punto di vista morale: «Ci sono
sicuramente delle osservazioni da fare sulla conservazioni delle ceneri: su
questi punti, visto che l’argomento è sempre più dibattuto, non sarebbe una
cattiva idea se la Chiesa italiana facesse una dichiarazione, anche molto
semplice, dando due o tre indicazioni precise in modo da aiutare i parroci ad
orientare la scelta dei fedeli». Tra i rischi da evitare, secondo don
Pellegrini, la possibilità di forme di feticismo o di idolatria verso i propri
defunti da parte di chi intende conservare in casa l’urna con le ceneri: «L’importante
è che le ceneri vengano conservate decorosamente, e che la memoria dei propri
cari sia onorata nelle forme corrette, evitando gli eccessi di ogni tipo».
Un discorso analogo riguarda la possibilità di disperdere al vento le
ceneri: «Fra l’altro - ricorda don Pellegrini - la legge è molto più
restrittiva di quanto certi titoli di giornale fanno pensare, indica spazi e
luoghi precisi in cui effettuare la dispersione, per ovvie ragioni di
opportunità e di buon gusto. Sicuramente, comunque, questo tipo di pratica è
meno vicino alla tradizione cristiana: spesso assume, in chi lo richiede, un
significato che è lontano dal senso cristiano della morte e della memoria dei
defunti. Per la dottrina cristiana, anche dopo la morte la persona umana
conserva la propria identità e la propria individualità, non si ‘disperde’
nell’universo».
La scelta anticlericale degli illuministi
La cremazione è un rito di antica tradizione. Nel mondo romano era
un’esclusiva delle classi nobili: solo i ricchi potevano permettersi le
sontuose cerimonie funebri e la pira di legni preziosi. Fu anche per questa
ragione che le prime comunità cristiane preferirono allo sfarzo tipico di
queste cerimonie, la semplicità dell’inumazione. In epoca moderna, la
cremazione è stata riproposta dagli illuministi in chiave ideologica e
anticlericale. Per molte persone questa scelta ha espresso la volontà di negare
la sacralità del corpo e la dottrina della resurrezione, e il desiderio di
contrapporsi al rispetto verso i defunti tipico della tradizione cristiana. Per
questo motivo la cremazione è stata, per molti anni, vietata dalla Chiesa: il
divieto fu abolito nel 1963 quando nel Codice di Diritto Canonico fu introdotta
la norma che ne riconosceva l’ammissibilità «tranne che non si scegliesse
per motivi contrari alla dottrina cristiana».
Nel paragrafo riguardante il rispetto dei morti, il Catechismo della
Chiesa Cattolica recita: «I corpi dei defunti devono essere trattati con
rispetto e carità nella fede e nella speranza della risurrezione. La sepoltura
dei morti è un’opera di misericordia corporale; rende onore ai figli di Dio,
templi dello Spirito Santo. (...) La Chiesa permette la cremazione, se tale
scelta non mette in questione la fede nella risurrezione dei corpi».
L’entrata in vigore della nuova legge
Nel 2001 è stata approvata dal Parlamento la nuova legge sulla
cremazione, che prevede il passaggio della gestione di questa pratica dalle
‘Società per la Cremazione’ direttamente ai Comuni. Con la nuova legge decade
anche l’obbligo di conservare le ceneri nei cinerari comunali; le urne vengono affidate
ai familiari che possono decidere se conservare o disperdere le ceneri. La
legge però prevedeva entro sei mesi l’approvazione di un decreto attuativo che
regolasse le corrette modalità della conservazione e della dispersione: decreto
che, dopo due anni, non è ancora stato approvato. Per questo la Regione
Lombardia ha deciso di muoversi autonomamente approvando una propria normativa,
scelta che potrebbe essere seguita anche dalla Toscana.
In passato, chi voleva scegliere la cremazione doveva per forza
iscriversi a una «Società per la Cremazione». Oggi, dopo l’approvazione della
nuova legge, chi vuole scegliere questa strada può semplicemente lasciare
indicazioni precise nelle disposizioni testamentarie, oppure affidare le
proprie volontà ai parenti più prossimi i quali, al momento del decesso,
dovranno informare il Comune.