Commento
alle Opere di Eva Bell-Werber
Anche se tutte le comunicazioni sembrano
essere state date espressamente per la ricevente/scrivente, in effetti la
Parola è indirizzata a tutti coloro che desiderano disporsi a ricevere
Gesù/Padre nell’interiore. Per chi volesse intraprendere un tale cammino, tutti
i messaggi diventano allora un dono, pieno di una ricchezza indecifrabile, tale
per cui la crescita interiore, partendo dai concetti più semplici, può portare
a livelli sempre più consapevoli del Divino in sé, senza più intermediari.
Il primo passo è: fare silenzio! - che è la base per poter entrare in comunione con
Dio! Solo dopo aver fatto silenzio in sé, che è come dire: lasciare il proprio
sé alle spalle, fuori dall’uscio, rinunciare alle cose del mondo, liberarsi da
tutti i propri pesi assunti con orgoglio, …rinnegare se stessi, che potrà poi
seguire l’ascolto della voce dell’Uno,
e comprendere l’abc del rapporto con l’Alto.
Tutti i consigli contenuti nei quattro
libretti comunicati a Bell-Werber, non sono altro che l’inizio di un cammino
per capire cos’è la fede, cosa vuol
dire imparare, ascoltare, pregare, come
e dove trovare questo Dio dell’amore, e che cosa desidera da ciascuno di noi.
Solo dopo, sarà possibile approfondire la conoscenza di Lui, attraverso gli
altri mistici/riceventi, dove la Sua Sapienza potrà portare un tale pellegrino,
a sfere di luce sempre più elevate. Tutto deve avere una sua gradualità, non si
può cominciare dalle scuole superiori o dall’università e poi andare alle
elementari, ma seguire l’ordine delle cose.
Nelle comunicazioni a Eva Bell-Werber,
il linguaggio è semplicissimo, nonostante la profondità del senso, e lo
spirituale dal Cielo viene dato sempre a piccole gocce, a volte anche
ripetitivo, affinché anche il più duro cuore possa decidersi per Dio. Perciò
non occorre una grande fede, basta iniziare con piccoli passi, giorno dopo
giorno, applicandosi a mettere in pratica la pace interiore, a rifugiarsi fra
le braccia del Padre, a cercare di sentire il calore della Sua presenza, ad
esprimere sempre attorno a se stessi l’amore, a desiderare solo ed
esclusivamente di mettersi al Suo servizio facendo quello che c’è da fare nella
vita, ma sempre mettendo nell’interiore Lui al primo posto, così da mettere da
parte i vecchi pesi che non farebbero altro che rallentare il cammino di
crescita.
Quindi il semplice monito che viene
insegnato è: vegliare, pregare,
ascoltare! In un mondo della modernità dove ciascuno pare sia continuamente
invitato a farsi sentire, dove i ‘media’ con tutti gli innumerevoli mezzi di
comunicazione di massa ci invitano a farneticare in ogni istante con il
continuo scambio di informazioni (sms, twitter, mail, facebook, tablet,
cellulari, mp3, notebook, netbook, p.c., home teatre, radio, tv), non rimane
neanche un solo minuto per la contemplazione interiore, per far silenzio in sé,
prima, …nella mente, …e poi nel cuore. Siamo troppo presi dalle cose del mondo
che oramai ci stritolano in continuazione, e non ci consentono di percepire
alcuna Presenza in noi, nonostante Dio sia in ciascuno, così come in tutte le
cose create, poiché Egli stesso è Tutto nel tutto.
Anche l’invito a mettere al primo posto
tutto ciò che ha a che fare con lo spirito e l’anima è un monito indispensabile
per la crescita. Non significa che le cose materiali debbano essere bandite, ma
esse devono venire ‘dopo’, affinché
solo dopo l’unione con il divino in sé, anche l’esteriore possa rappresentare
il vero lavoro da fare, avendo cura di mettere nei pensieri - sempre - il
desiderio del Signore, così da aver da Lui, dopo, con la collaborazione di
miriadi di mani invisibili, la forza e la capacità per sviluppare qualunque
progetto, in quanto non sarà più la nostra volontà ad agire, ma quella del
Creatore/Padre in noi.
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